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Slide lezioni magistrale i° semestre1 storia del cinema, Dispense di Storia Del Cinema

Slide registi e nozioni base storia del cinema

Tipologia: Dispense

2015/2016

Caricato il 20/01/2016

Student200
Student200 🇮🇹

3.9

(12)

15 documenti

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Scarica Slide lezioni magistrale i° semestre1 storia del cinema e più Dispense in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! IL CINEMA ITALIANO DEL TERZO MILLENNIO TRA CONTINUITÀ E INNOVAZIONE: LA COMMEDIA DA MONICELLI E RISI A VERDONE,VIRZÌ, MUCCINO E GLI ALTRI Introduzione • Fine del modello classico, nascita del cinema moderno. • Cleopatra (1961) di Joseph Mankiewicz e l’esaurirsi del successo del cinema ultraspettacolare degli anni Cinquanta. • La (ri)nascita dei movimenti dei “nuovi cinema” nazionali in tutto il mondo: “Nová vlna” in Cecoslovacchia, il “Free Cinema” in Inghilterra, il “Cinéma Nôvo” in Brasile, lo “Junger Deutscher Film” (1962, con il Manifesto di Oberhausen) nella RFT e soprattutto la “Nouvelle vague” in Francia. • Negli Stati Uniti: il “New American Cinema”, il cinema “Indi(pendent)” e poi la “Nuova Hollywood”. Eccentricità della situazione italiana Festival di Cannes 1959: I quattrocento colpi di François Truffaut e Hiroshima mon amour di Alan Resnais Festival di Venezia 1959: Leone d’oro ex-equo a Il generale della Rovere di Roberto Rossellini e La grande guerra di Mario Monicelli Le principali innovazioni della Legge Corona, una legge “dirigista” • Introduzione dell’“l’articolo 28” che consente il finanziamento ad opere ispirate a finalità artistiche e culturali. • L’istituzione dei “premi di qualità”. • Il rifinanziamento dell’Ente Gestione Cinema (EGC, fondato nel maggio 1958) che assicura l’intervento dello stato nella produzione e nel noleggio. La cosiddetta “Politica dei Produttori” • L’espressione è una formula antagonista a quella della “politica degli autori” francese. Tale “politica dei produttori” venne guidata dalla “Titanus” di Goffredo Lombardo e da altre importanti case come la “Champion” di Carlo Ponti, da Dino De Laurentis, dalla Cineriz o dalla “Vides” di Franco Cristaldi. • Nello stesso periodo anche grazie alla Legge Corona nascono delle strutture parzialmente indipendenti come la Cooperativa “22 Dicembre” oppure “L’arco Film” di Alfredo Bini (il produttore del primo Pasolini) o l’“Ager Film” di Gaetano De Negri. • Si pensa che il cinema italiano sia alle porte di un grande rinnovamento generazionale. Tuttavia lo storico Lino Miccichè ha mostrato dello scetticismo in materia. Lino Micciché, L’operazione “nouvelle vague” italiana in Id., Il cinema degli anni Sessanta, Marsilio, Venezia 1986 [prima ed. 1975]. Per ricapitolare Così si possono sintetizzare le principali caratteristiche del cinema italiano degli anni Sessanta: • Un generale processo di evoluzione-traslazione che porta il nostro cinema ad assumere una specifica posizione in Europa. Non c’è stata una vera guerra con il “cinema di papà”. • Al posto di una “nouvelle vague” italiana abbiamo il “cinema della crisi” che prepara il ‘68 e la rivolta studentesca. Con film come Prima della rivoluzione (1964) di Bernardo Bertolucci, I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio, Uccellacci e Uccellini (1966) di P.P. Pasolini, I sovversivi (1967) dei Fratelli Taviani. • La presenza di una congiuntura economica favorevole consente la compresenza di esperienze molto diverse che convivono insieme, ad opera di tre diverse generazioni. • L’esperienza del cinema di genere di cui la commedia all’italiana è stato (insieme allo spaghetti-western) il caso più interessante. Esempi di film storico-mitologici a Hollywood L’episodio babilonese di Intolérance di David W. Griffith (1916) Le due versioni de I dieci comandamenti entrambe dirette da Cecil B. De Mille, quella muta del 1923 e quella del 1956 con grandi star come Charlton Heston, Yul Brynner Edward G. Robinson, Yvonne De Carlo, Debra Paget I Kolossal storico-mitologici americani degli anni cinquanta e la “Hollywood sul Tevere” Realizzato nel 1959 con l’esaltazione delle doti del cinemascope La fine di una era (1963) Oggi: Il gladiatore (2000) di Ridley Scott, con Russell Crowe, Connie Nielsen, Richard Harris e Oliver Reed Il peplum italiano Un antenato: Bartolomeo Pagano scoperto da Pastrone per Cabiria (1914) interpreterà negli anni Venti molti film nel ruolo appunto di Maciste. Qui vediamo l’attore nella copertina della rivista Films Pittaluga, novembre 1923. Sembra che Mussolini copiasse la sua posa. Coproduzione italo-americana prodotta nel 1954 dal binomio Ponti-De Laurentiis, Ulisse di Mario Camerini è considerato il film italiano più costoso del dopoguerra. La storia è naturalmente quella dell'Odissea omerica, sceneggiata dal regista insieme ad un folto gruppo di collaboratori: (Franco Brusati, Ennio De Concini, Ben Hecht, Ivo Perilli, Irvin Shaw, Hugh Gray). Con questo film si inaugura il periodo d'oro della "Hollywood sul Tevere". Dal Film-Opera ai Musicarelli • Il genere dei “musicarelli” inizia nel 1959 con I ragazzi del juke box e Urlatori alla sbarra entrambi diretti da Lucio Fulci, con le star della musica rock e moderna di allora: da Adriano Celentano a Fred Buscaglione, da Mina a Tony Dallara e Joe Sentieri, da Rita Pavone a Gianni Morandi ma anche per il grande jazzista Chet Baker. • Non al livello per esempio dei film di Richard Lester sui Beatles, i “musicarelli” sono spesso contro i “matusa”, mostrando un po’ della vita giovanile “ribellistica” degli anni Sessanta sul modello dei film hollywoodiani con Marlon Brando. Gianni Morandi e Laura Efrikian in una scena di In ginocchio da te (1964) di Ettore Maria Fizzarotti, altro specialista del genere insieme a Piero Vivarelli. Il film “antifascista” e resistenziale • Un filone più che un genere è il cinema “antifascista” • Alcuni titoli importanti: Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini , La marcia su Roma di Dino Risi, Il federale di Luciano Salce, Le 4 giornate di Napoli (1962) di Nanni Loy, Kapò di Gillo Pontecorvo, Il terrorista di Gianfranco De Bosio con Gian Maria Volontè. •Alcuni film sono trascrizione letterarie: La ciociara (1960, da Alberto Moravia) o il più modesto I sequestrati di Altona (1962, dal dramma di Sartre) sempre di De Sica, La lunga notte del ‘43 (1960, Florestano Vancini ,dal racconto di Giorgio Bassani), oppure La ragazza di Bube (1963, da Carlo Cassola) di Luigi Comencini. Sofia Loren e Eleonora Brown Claudia Cardinale e George Chakiris Alberto Sordi e Serge Reggiani Il cinema underground e sperimentale • “Noi non vogliamo film falsi, rifiniti, suasivi. Noi li preferiamo rozzi, mal confezionati ma vivi” (Jonas Mekas). • Gli inizi: Gianfranco Burachello e Alberto Grifi realizzano La verifica incerta (1964/65) e l’esperienza della “Cooperativa Cinema Indipendente”. • Il cinema sperimentale si sviluppa soprattutto in contatto l’arte figurativa: Ugo Nespolo, Bruno Munari, Luca Patella e il più importante di tutti, Mario Schifano autore di tre lm: Satellite (1968), Umano non umano e Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani (entrambi 1969). • Cinema e teatro: l’attività di Carmelo Bene: Nostra Signora Dei Turchi (1968, da un suo romanzo pubblicato qualche anno prima), Capricci (1969) Don Giovanni (1970), Salomè (1972), Un amleto in meno (1973). • Il capolavoro del cinema sperimentale italiano è Anna (1975), realizzato in video da Alberto Grifi e Massimo Sarchielli. Continuità tra la commedia degli anni Cinquanta e quella all’italiana • la rilettura critica del costume e della storia dell’Italia attraverso le lenti dell’ironia o della satira tramite alcuni personaggi tipo (un elemento già presente nella caratterizzazione di Sordi ne I vitelloni, 1953, di Fellini); • la prevalente realizzazione “en plein air (non in Studio come vuole la tradizione americana); • la presenza di uno star-system al maschile prima Totò, poi i quattro “mattatori”: Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Manfredi); • la militanza sulle riviste satiriche “Il Marc’Aurelio” e/o “Il Bertoldo” di molti sceneggiatori e registi (Mario Monicelli, Luigi Comencini, Dino Risi, Age-Scarpelli, Scola, Steno, Sonego, ecc.). Gli elementi di discontinuità • Il profondo legame della commedia all’italiana con il boom economico e l’evolversi del costume nell’Italia degli anni Sessanta- Settanta; • Mancanza o quasi di eroi positivi, critica caustica agli eterni vizi degli italiani; • Grandi numeri della produzione (alcuni parlano addirittura di 400 commedie all’italiana) • La formula del film ad episodi. Alcune cose fondamentali da ricordare • I film cerniera tra la commedia degli anni Cinquanta e il periodo successivo sono due grandi successi di Mario Monicelli: I soliti ignoti e La Grande guerra (1959); • Insieme a Monicelli, Dino Risi è considerato il maggiore e più prolifico regista della “commedia all’italiana”; • La fondamentale importanza di un nutrito gruppo di sceneggiatori: Age/Scarpelli, Rodolfo Sonego, Ennio De Concini, Leo Benvenuti, Ettore Scola, Ruggero Maccari; • L’altrettanto grande importanza degli attori soprattutto uomini ma anche di qualche attrice (Monica Vitti); • Il problema della fine della “commedia all’italiana” e la sua suddivisione in fasi proposta da Enrico Giacovelli. Totò cerca casa (1949) e gli anni Cinquanta Con Totò, Alda Mangini, Aroldo Tieri, Lia Molfese, Luigi Pavese, Marisa Merlini, Folco Lulli, Mario Riva, Mario Castellani. Trama: rimasto senza casa per la guerra, impiegato statale vive in un’aula scolastica, spostandosi successivamente in un cimitero, nello studio di un pittore, al Colosseo e in una casa affittata a persone diverse. Altri lavori importanti successivi di Monicelli. In coppia con Steno: Vita da cani (1950) sul mondo del varietà, i film più personali di Totò: Guardie e ladri (1951), Totò e i re di Roma (1952); e da solo: Totò e Carolina (uscito nel 1955) o Un eroe dei nostri tempi (1955). Il primo capolavoro: I soliti ignoti Con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Totò, Carla Gravina, Claudia Cardinale, Tiberio Murgia, Carlo Pisacane, Memmo Carotenuto. Trama: uno scombinato quintetto di ladri di mezza tacca tenta un furto a un Monte di Pegni nella periferia romana. Il colpo va buco, ma gli aspiranti ladri da strapazzo si consoleranno con una pasta e ceci. - L’eccezionale qualità del film nasce dalle scelte attoriali (la scoperta di Vittorio Gassman comico, gli esordi di Claudia Cardinale e Tiberio Murgia, un mirabile “cammeo” di Totò), una sceneggiatura perfetta (Age, Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico), il bianconero di Gianni Di Venanzo che fotografa la Roma sottoproletaria e le musiche jazzistiche di Piero Umiliani. GLI ELEMENTI SALIENTI: - Scelte attoriali (Vittorio Gassman comico, gli esordi di Claudia Cardinale e Tiberio Murgia); - Il film sancisce il passaggio di consegne tra Totò e i nuovi interpreti della commedia all’italiana ,anche se il grande attore napoletano ha un mirabile “cammeo”. - La sceneggiatura perfetta (Age, Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico) dove già compare il tema della morte, tipico di Monicelli; - il film nasce come parodia del film noir francese o americano; - il bianco&nero di Gianni Di Venanzo fotografa la Roma sottoproletaria; - le musiche jazzistiche di Piero Umiliani; - Ha avuto due remake negli States: Crackers (Soliti ignoti made in Usa, 1984, con nel finale il salmone al posto della pasta e ceci) di Louis Malle e Welcome to Collinwood (Id., 2002) di Anthony e Joe Russo. «L’ispirazione venne così: facciamo un film su un medioevo cialtrone, fatto di poveri, di ignoranti, di ferocia, di miseria, di fango, di freddo; insomma tutto l’opposto di quello che ci insegnano a scuola, Le Roman de la Rose, Re Artù, e altre leziosità. [...] È forse il film a cui sono più affezionato, perché trovo che sia il mio più originale». (Monicelli) La nuova armata Brancaleone è un cortometraggio-burla del 2010 firmato (ma non girato) dal regista Mario Monicelli, con la collaborazione del compositore Stefano Lentini, di Mimmo Calopresti in veste di pseudo- sceneggiatore e di Renzo Rossellini come pseudo-produttore. Con: Vittorio Gassman, Catherine Spaak, Gian Maria Volonté, Enrico Maria Salerno, Maria Grazia Buccella, Barbara Steele, Carlo Pisacane. Trama: In un periodo non precisato di un fantasioso Medioevo, un gruppo di popolani sottrae a un cavaliere di passaggio la pergamena che lo nomina signore del paese di Aurocastro in Puglia. Contattano allora un nobile decaduto, Brancaleone da Norcia, perché si finga legittimo proprietario del feudo e li conduca a prenderne possesso. Il gruppo parte, ma durante il cammino si imbatte in una serie di esilaranti disavventure. Amici miei (1975) La trama: le avventure di 4 + 1 amici, dei cinquantenni immaturi e sfigati (Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Gastone Moschin, Adolfo Celi, Duilio Del Prete) che coltivano l’antico gusto toscano delle burle ora estrose, ora crudeli. Il gruppo è tenuto insieme la voglia di giocare e di non prendere nulla sul serio, nemmeno sé stessi. • Venata di misantropia (e di misoginia), è una commedia di costume iniziata da Pietro Germi e passata a Monicelli dopo la sua morte, piena di grinta, scatto e ricchezza di trovate comiche. • E’ guidato da una “filosofia” che sembra dirci che la cattiveria sia rimasta l’unica forma di libertà rimasta, pur in una premeditata vaghezza dell’ambientazione. • Il film ebbe 7 milioni di spettatori nella stagione 1975-76 e superò gli incassi dello Squalo di Steven Spielberg. Il Righi (Bernard Blier) Gli esordi di Dino Risi (1916-2008) • Dopo la guerra Risi si laurea in psichiatria seguendo le orme del padre medico ma abbandona quasi subito la professione per dedicarsi alla sceneggiatura, al documentario e alla pubblicità. • Girati diversi documentari e un cm di metacinema Buio in sala (1950), debutta nel 1952 con un dignitoso film interpretato da bambini Vacanze col gangster a cui segue un secondo lungometraggio dedicato al mondo del cinema Viale della speranza (1953). • Sempre nel 1953 partecipa con un episodio all’esperimento zavattiniano di Amore in città, forse il canto del cigno dell’esperienza neorealista, in cui già si riconosce la mano del futuro maestro della “commedia all’italiana”. • Amore in città (1953) Regia di Carlo Lizzani, Dino Risi, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Francesco Maselli, Cesare Zavattini, Alberto Lattuada. . Il sorpasso (1962) Con: Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant, Catherine Spaak, Claudio Gora, la Lancia Aurelia B24 sport supercompressa. Trama: per Bruno Cortona (Gassman), quarantenne ossessionato dalla furia di vivere e dal timore della vecchiaia, correre in auto diventa una rivincita sui fallimenti della vita privata. Coinvolgerà nelle sue avventure Roberto Mariani, uno studente timido e introverso (Trintignant). • Sceneggiato da Risi, Ettore Scola e Ruggero Maccari, il film capta l’atmosfera del “boom”, della società del periodo agli inizi degli anni Sessanta con un’euforia rara e insieme con un’ammirevole sapienza nel passare dall’agro al dolce, dal comico al grave. • “Il gran merito del film è non solo di aver così bene isolato e descritto quel personaggio emblematico, ma anche di averlo giudicato, con la catastrofe finale frutto della sua incoscienza; di avere insomma insinuato qualche dubbio di inquietudine nel tempo delle vacche apparentemente grasse...” (Masolino D’Amico). • ll coesistere della tensione “vitalista” e dello sguardo dell’ “entomologo” in un grande road movie ante litteram. • La precisa delineazione dei due caratteri antagonisti. • Gli spazi della società del boom: la spiaggia, la strada, la sala da ballo, i riti della vacanza. • L’uso della canzonetta in funzione drammaturgica e ambientale. Il resto della produzione di Risi • Le grandi commedie di Risi negli anni Sessanta: La marcia su Roma (storico-resistenziale, 1962, Tognazzi/Gassman), I mostri (1963) , Il giovedì (1963, Walter Chiari) , Il gaucho (1964, Gassman), L’ombrellone (1965, Enrico Maria Salerno), Operazione San Gennaro (1966, un “rififì” alla napoletana), Il tigre (1967, Gassman), Straziami ma di baci saziami... (1968, Manfredi/Pamela Tiffin), Vedo nudo (1969, Manfredi). • Due film “profetici”: Nel nome del popolo italiano (1971), Mordi e fuggi (1973). • Tra dramma, saga e letteratura: Profumo di donna (1974), Telefoni bianchi (1975), Anima persa (1976), La stanza del vescovo (1977), Fantasma d’amore, (1981), Scemo di guerra (1985). • Le ultime commedie: I nuovi Mostri (1977), Primo amore (1978), Caro papà (1979). • La decadenza: Teresa (1987), Il vizio di vivere (1989), Giovani e belli (1996). La grande crisi del cinema italiano 1975-2005 • La situazione nel cinema italiano cambia con una grandissima velocità nel giro di pochi anni. • Siamo negli “anni di piombo” del terrorismo e della liberazione delle tv private (1975). • La produzione: nel 1976 237 film nel 1978 143 nel 1986 109. Di recente la situazione è migliorata grazie al successo del comparto comico: • 2008 154 film (Francia 240) • 2009 131 (Francia 230) • 2010 141 Il calo degli spettatori è stato devastante: 1975 513,6 milioni di biglietti venduti l’anno 1977 373,8 1980 241,8 1985 123,1 1992 83,5 (la cifra più bassa mai toccata dal cinema in Italia, Fonte: Brunetta p. 403) Per fare un paragone con oggi: 2010 120 milioni
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