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La Prevenzione del Burnout: Motivazione e Resilienza, Schemi e mappe concettuali di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative

Sulla sindrome del Burnout e come prevenire la sua comparsa attraverso la motivazione e la resilienza. Il testo include le cause e i sintomi del Burnout, come mantenere l'equilibrio tra motivazioni interne e esterne, e come sviluppare la resilienza. Il documento include anche la filosofia di Antoine de Saint-Exupéry sul lavoro e la motivazione.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 21/05/2022

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sara-pasquini-1 🇮🇹

4.6

(5)

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Scarica La Prevenzione del Burnout: Motivazione e Resilienza e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative solo su Docsity! SFIDARE I TABÙ DELLA CURA Cap. V° - La cura di sé: alimentare la motivazione per prevenire il burnout – Isabella Casadio e Mariella Mentasti Presentazione Unicatt Piacenza 02/05/2022 a cura di M. Mentasti «Quando ti occupi di così tante persone, cominci a soffrire per il sovraccarico emozionale: è semplicemente troppo. Sono come un filo elettrico in cui passa un eccesso di corrente: sono «bruciata», emotivamente disattivata e distaccata dagli altri». (Jane, infermiera) SOLO UN METRO SCARSO DI FLANELLA STA TRA ME E UN ESAURIMENTO NERVOSO! N ner * BURNOUT Una volta mi importava, ma adesso non mi importa più. Una volta mi importava che i bambini stessero seduti quieti e tranquilli che leggessero da pagina 9 a pagina 17 che sapessero rispondere ai quesiti alla fine del capitolo Ma non mi importa più Una volta mi importava e combattevo l'idea che finire il compito fosse più importante che imparare a farlo che dare la risposta giusta fosse più importante che capire che scusarsi fosse più importante che pentirsi Ma adesso non mi importa più tanto. Una volta stavo sveglio la notte e pensavo al modo di insegnare ai bambini come fissare le mete e come lavorare per raggiungerle come prendere decisioni e viverne i risultati come lavorare insieme. Ma certi adulti si sentivano minacciati e altri spaventati perchè la mia classe era diversa I genitori non capivano Ascoltavano le insinuazioni maligne e le critiche confidenziali Le loro proteste sopraffecero i miei puntelli di sabbia Una volta mi importava ma adesso non mi importa più tanto. Ora dico sedete state buoni leggete da pagina 9 a pagina 17 Nessuna idea eccitante disturba il mio sonno Nessuno si lamenta da più di un anno A nessuno sembra importare che a me non importi più. (Betty Harris da: Ch Maslach, La sindrome del Burnout.) La motivazione Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. “Spacco pietre” rispose il primo. “Mi guadagno da vivere per la mia famiglia” rispose il secondo. “Partecipo alla costruzione di una cattedrale” disse il terzo. (Peter Schultz) Ma chiunque porta nel cuore una cattedrale da costruire, è già vincitore (Antoine de Saint-Exupéry) Due tipi di motivazione:  Motivazione intrinseca (spinta interna)  Motivazione estrinseca (condizionamenti esterni) Se la m. estrinseca prende il sopravvento:  Ci si sente in balia altrui  Si diventa, perciò, manipolabili, ricattabili, cedevoli, totalmente dipendenti, acritici Se la m. intriseca prende il sopravvento:  Si ha una grande carica propulsiva  Ma si corre anche il rischio di perdere la misura del proprio investimento e, di conseguenza, il proprio equilibrio La condizione ideale è un equilibrio dinamico tra motivazioni interne ed esterne Due tipi di motivazione: Motivazione intrinseca (spinta interna – può essere dovuta ad un’alta idealità oppure al desiderio di colmare alcuni “vuoti” o dissidi interiori, come, ad. es. a superare sensi di colpa o di inadeguatezza) Motivazione estrinseca (condizionamenti esterni: opportunità di lavoro, di farsi notare nell’ambiente, di essere scelti per un incarico, ecc.) Se la m. intriseca prende il sopravvento: Si ha una grande carica propulsiva. Ma si corre anche il rischio di perdere la misura del proprio investimento e, di conseguenza, il proprio equilibrio creando anche danni all’organizzazione Se la m. estrinseca prende il sopravvento: Ci si sente in balia altrui. Si diventa, perciò, manipolabili, ricattabili, cedevoli, totalmente dipendenti, acritici La condizione ideale è un equilibrio dinamico tra motivazioni interne ed esterne ma, soprattutto, la consapevolezza delle proprie motivazioni Resilienza: ri-significare la vita La resilienza è il processo di riadattamento di fronte ad avversità, traumi, tragedie, minacce, o anche significative fonti di stress – come problemi familiari e relazionali, seri problemi di salute, o pesanti situazioni finanziarie e lavorative. Resilienza significa "riprendersi" dalle esperienze difficili. Il termine è preso in prestito dalla fisica e fa riferimento ai materiali che resistono agli urti. Etimologicamente,ha origine da re-salio: rialzarsi, rimbalzare. Era il termine usato per indicare la capacitò di risalire sul fondo della barca rovesciata. Indica pertanto non un gesto passivo, ma molto attivo: rimbalzare ... Conflitto o pensiero unico? E DAVVERO UNA BELLA COSA CHÉ LA GENTE GIA DIVERSA NOH SAREBBE TERRIBILE SE TUTTI FOSSERO D'ACCORDO SU TUTTO 7 SE TUTTI FOSSERO D'ACCORDO CON ME, ANDREBBE BENISSIMO! Quando cambi il modo di osservare le cose, le cose che osservi cambiano. (fisica quantistica) I sei cappelli di De Bono Cappello bianco: il bianco è assenza di colore. Con questo cappello ci si concentra sui dati di fatto, indica il pensiero logico-razionale; Cappello rosso: il rosso suggerisce sentimenti, emozioni: indica il pensiero emotivo, legato alla sensibilità, all'empatia Cappello nero: il nero suggerisce negati- vità, quindi indica ciò che non si è fatto e che si sarebbe potuto fare, i punti deboli Cappello giallo: è il colore della luce, serve a individuare i benefici, i punti di forza Cappello verde: il verde è il colore del prato, della fertilità, indica il pensiero creativo e laterale Cappello blu: il colore del cielo e della calma. Serve a mediare, fare un bilancio, trarre conclusioni Ognuno possiede i sei cappelli, ma ha la tendenza ad usarne uno o due soltanto. Interagire in gruppo significa permettere a tutti i cappelli, cioè a tutti i modi di pensare, di lavorare insieme e di aumentare così la motivazione collettiva.
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