Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Slides Capitolo 2 "La democrazia del narcisismo" G. Orsina, Slide di Sociologia Dei Processi Culturali

slides riassuntive cap 2 Orsina, sociologia SID

Tipologia: Slide

2018/2019

Caricato il 08/10/2019

giadacef
giadacef 🇮🇹

3.4

(5)

44 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Slides Capitolo 2 "La democrazia del narcisismo" G. Orsina e più Slide in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Cap. 2 La politica al tempo del narcisismo Il 1968. Costituisce realmente una «cesura netta» nella storia del nostro paese? Il Sessantotto rimane controverso: opere agiografiche (celebrative) e opere critiche. Più che difenderlo o criticarlo, meglio cercare di comprenderlo. La tesi di Orsina: Il sessantotto non viene dal nulla. Le tensioni che esplodono in quell’anno cruciale emergono negli anni cinquanta e si fanno visibili agli inizi degli anni sessanta. Ma le loro radici sono ben più profonde. Ma la tesi di Orsina è ancora più radicale e «di lungo periodo»: «Quelle tensioni sono consustanziali alla democrazia», così come aveva intuito e compreso Tocqueville prima e Ortega y Gasset poi. Il Sessantotto e l’avvento del narcisista  Un processo lento che prende avvio alla metà degli anni sessanta e giunge fino agli anni ottanta.  Un processo lento nel quale si perfeziona quel progetto di «autodeterminazione soggettiva» che costituisce uno temi di fondo del testo di Orsina  L’avvento del narcisista  Una generazione nuova, che non ha avuto esperienza diretta della guerra (e che quindi non soggiace a quelle contigenze che hanno imbrigliato l’uomo-massa)  Prendono piede «speranze palingenetiche» (una società nuova, un uomo nuovo). Emerge l’idea – incoraggiata dal progresso scientifico e tecnologico – che una completa liberazione dell’individuo da qualsivoglia vincolo korale e materiale sia possibile, sia alla portata di tutti» Sul narcisismo: testi di riferimento  T. Wolfe, «The Me-Decade», articolo in «New York», 1976  R. Sennett, The Fall of Public Man, 1977  G. Lipovetsky, L’ere du vide, 1983  C. Lasch, L’Io minimo (1984), tr. it. Feltrinelli  C. Lasch, La cultura del narcisismo. L’individuo in fuga dal sociale in un’età di disillusioni collettive, tr.it. Bompiani, 1981(The culture of narcisism, 1979),  A differenza dell’egoismo, il narcisismo fonda l’ossessione di sé su una «distorsione cognitiva»: «l’incapacità di percepire la propria persona e la realtà come due entità separate ed autonome l’una dall’altra»  R. Sennett ha parlato di un narcisista «psicomorfo», cioè un individuo che psicologizza tutto: il sociale, il politico, la scena pubblica. Il mondo ha soltanto un valore psicoterapeutico. (Lasch).  Un unico filtro: la prospettiva soggettiva. Perdita di senso della realtà. Il narcisismo – non come patologia individuale ma come tratti psicologici diffusi, come idealtipo (M. Weber)  Il narcisista, dice Orsina, assomiglia al democratico illimitato di cui parla Tocqueville, e all’uomo massa di cui parla Ortega.  Perde ogni dimensione diacronica: vive immerso nel presente. Il presente è l’unica dimensione che vive nella sua soggettività chiusa. Passato e futuro non esistono più. La sua interiorità è popolata da una quantità di stati d’animo effimeri e caotici, puramente istintivi.  Vedi: «Il culto dell’emozione» di M. Lacroix (tr.it. Vita e Pensiero). Il fenomeno dell’emotivismo.  Il narcisista non ha nessuna vita intima: dal momento che non riesce a stabilire un confine fra dentro e fuori, fra sé e la realtà che lo circonda. Egli può fare quello che vuole, ma in realtà non sa che cosa volere.  Un Sé minimo, in fuga dalla realtà. Narcisismo e decomposizione della politica  Conflitto fra autodeterminazione individuale e autodeterminazione collettiva  Il ‘68: la riflessione di Augusto Del Noce  Del Noce analizza il marxismo e la sua crisi.  In particolare: se per Marx la molla dialettica della rivoluzione è la miseria crescente, allora negli anni ‘60 (benessere e consumismo) la possibilità della rivoluzione si sta allontanando  La tradizione marxista viene sconfitta dalla società del benessere  Marcuse: Marx e Freud (ma: «sulle forze primitive degli istinti non si ricostruisce una civiltà). Per Del Noce «il motivo puritano’ è essenziale alla rivoluzione. Che ne è della politica?  La politica di fronte all’individualismo e al narcisismo  Cinque aspetti essenziali:  Il potere: più gli spazi di libertà degli individui si dilatano, più si restringe la possibilità che lo Stato imponga obblighi e doveri. Impossibilità di azioni collettive  Identità: una società che abbia la liberazione degli individui come proprio obiettivo predominante scoraggia la formazione di identità collettive robuste, ampie, e durature  Il tempo: privatizzazione del tempo. Il narcisista vive in un eterno presente. Del Noce: «il dominio della sessualità libera è…il puro presente». Marcuse ela rivoluzione sessuale del ‘68 Dimensione temporale e politica  L’incapacità di tenere sotto controllo il tempo «devasta la politica»  La ragione: prevalere delle emozioni sulla razionalità (vedi Lacroix). Modernità liquida. Pensiero debole. Post-moderno.  Il conflitto: Psicologizzazione della realtà (emotivismo). «L’interazione fra gli individui smette di puntare alla costruzione di una conversazione franca e progressiva – e pacificamente conflittuale – sul vero e sul falso., il giusto e lo sbagliato, come vorrebbe la teoria liberale, per acquistare piuttosto uno scopo psico-terapeutico: lenire, rassicurare, confermare» (Orsina, p. 78) Il destino della politica  In tale situazione ( cioè: fine della dimensione temporale, perdita di identità collettiva e capacità di gestione di conflitti virtuosi; crisi del potere) la politica perde di senso e di autonomia  Lo slogan sessantottino: il privato è pubblico si rovescia nel suo contrario: il pubblico diventa privato Giudici e tecnocrati  Aumento del potere giudiziario (come luogo in cui si difendono le libertà personali; si combattono le discriminazioni di ogni genere; si viene difesi dallo Stato e dalla «sue malefatte»)  Ne deriva una: giuridificazione del politico. Così negli stati Uniti, in Francia, in Germania. In Italia: a partire dagli anni sessanta (il dettato costituzionale deve essere attuato dalla magistratura: 1965)  Tecnocrazia: aumento della burocrazia, affrancamento delle banche centrali dal potere politico; gli ambiti specialistici (giudiziario, amministrativo, tecnocratico) si ampliano e si autonomizzano ► indebolendo la politica  Ricerca di un tereno neutrale: vedi C. Schmitt, «L’epoca delle neutralizzazioni e delle spoliticizzazioni», in:  Le categorie del politico, Il Mulino,  C. Schmitt individua, nella storia europea moderna degli ultimi quattro secoli, una successione di differenti centri di riferimento, di ‘centri spirituali’:  Nel ‘600: Dal teologico (teologia cristiana) al metafisico (dalla teologia del XVI secolo al razionalismo metafisico, scientifico-sistematico di Bacone, Galileo, Keplero, Cartesio, Grozio, Hobbes, Spinoza, Pascal, Leibniz e Newton).  Nel ‘700: Dal metafisico al morale umanitario (deismo, illuminismo, Rousseau; il pathos specifico del Settecento è quello della ‘virtù’).  Nell’800: Dal morale umanitario all’economico (Ottocento come secolo dell’economia, dell’economicismo, dell’industrialismo)  Il ‘900: dominio della tecnica: spoliticizzazione e neutralizzazione.  Dalle guerre di religione, alle guerre fra nazioni, alle guerre economiche (Fa riferimento a Vico e a Comte).  Il dominio della tecnica non neutralizza ma svela appieno il carattere del politico  Con la tecnica la neutralità spirituale approda al nulla spirituale  (es. R. Oppenheimer)  Grandi sociologi come M. Weber (e anche E. Troletsch, W. Rathenau)  «mentre una volgare religione di massa attendeva dall’apparente neutralità della tecnica il paradiso umano, questi grandi sociologi sentirono che la tendenza che aveva dominato tutte le fasi del moderno spiriti europeo minacciava ormai la civiltà stessa» (C. Schmitt, L’epoca delle…., p. 180) Le culture politiche: come reagiscono  Sinistra: la bandiera della cultura dei diritti  Destra: la bandiera del mercato  Nel giro di pochi anni si ha un ribaltamento: si attua una convergenza fra destra e sinistra. La sinistra verso il mercato, la destra verso i diritti Il capro espiatorio  La politica è caduta in una trappola  La politica si è fatta carico del progetto di emancipazione soggettiva; ha assecondato richieste impegnandosi a soddisfarle. Non ha saputo arginare l’utopia di queste richieste. Ha smarrito un principio del limite, della realtà, della responsabilità personale.  La politica ne è risultata «stritolata» Un circolo vizioso  Più avanzano processi di emancipazione individuale, più si logorano le condizioni del fare politica: potere, identità, tempo, razionalità, conflitto  Pressione insopportabile derivante dalla promessa di questa illimitata emancipazione: accettando questa missione impossibile la politica ha ridotto la sua autonomia.  E’ diventata il capro espiatorio della mancata realizzazione di un progetto in realtà palingenetico, utopistico e quindi irrealizzabile.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved