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Socialisti e cattolici nell'età giolittiana, Appunti di Storia Contemporanea

Da Turati a don Luigi Sturzo, i protagonisti Socialisti e cattolici durante l'età giolittiana

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 28/02/2020

nicola-del-pozzo
nicola-del-pozzo 🇮🇹

4.7

(12)

38 documenti

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Scarica Socialisti e cattolici nell'età giolittiana e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 8-​SOCIALISTI E CATTOLICI NELL'ETÀ’ GIOLITTIANA Sul piano della partecipazione politica dei cattolici alla vita dello Stato i primi anni del Novecento segnano una svolta significativa: la fine dell'Opera dei congressi e la ristrutturazione dell'Azione cattolica da parte di Pio X si accompagnò anche alla prima parziale frattura del “non expedit”(astensioni dei cattolici alla vita politica 1868) ed alla partecipazione dei cattolici alle elezioni politiche a sostegno di candidature liberali. A partire dalle elezioni del 1904, tenuto conto anche dell'esperienza dello sciopero generale che si era svolto per la prima volta in Italia(15-20 settembre 1904), Pio X consentì che i cattolici andassero a votare in quei collegi elettorali nei quali, a giudizio dei vescovi, esisteva il pericolo di un successo socialista o di gruppi della sinistra radicale e anticlericale. Questo indirizzo, definito clerico-moderatismo, non trovò il consenso di una parte dei quadri del vecchio movimento (Romolo Murri,) che tentò la strada dell'autonomia politica dando vita al movimento della Lega democratica nazionale. Queste posizioni venivano interpretate da Pio X come ribellione nei confronti dell'autorità ecclesiastica e come atteggiamento modernista, che il Papa aveva condannato con l'enciclica Pascendi del 1907, censurando le posizioni di chi metteva in discussione i dogmi e l'autorità della Chiesa. L'interprete più lucido ed equilibrato di questo complesso fu il sacerdote siciliano, don Luigi Sturzo, che aveva maturato alla scuola della democrazia cristiana murriana e alla luce del suo impegno sociale e amministrativo in Sicilia tra l’800-’900, una chiara prospettiva per il futuro politico dei cattolici italiani. Sturzo delineò il suo pensiero in un discorso​ ​pronunciato il 29 dicembre 1905 a Caltagirone​, sua città natale. L'obiettivo da raggiungere era un partito dalla chiara fisionomia democratica, che doveva maturare dal basso, alimentarsi ai problemi reali e concreti del paese, diventare il risultato di una presa di coscienza e di una maturazione civile e politica dei cattolici. I cattolici non respingevano le conquiste e i risultati delle rivoluzioni liberali e dell'unità nazionale, ma si ponevano alla testa di un moto riformatore, a livello istituzionale e sociale, che tenesse conto delle esigenze della società. Studiosi come Alfred Loisy e George Tyrrel avevano aperto la strada ad una riflessione che aveva come nodo centrale il problema della conciliabilità del cristianesimo con i risultati del pensiero scientifico moderno(modernismo). Da qui l'interrogativo se il cristianesimo avesse davvero bisogno di un edificio dogmatico, o questo non fosse invece che un episodio, un momento critico da superare, e che il credente avrebbe superato, sviluppando continuamente il nucleo di verità presente nella predicazione apostolica. Lo sviluppo del modernismo italiano prese soprattutto le mosse dal tentativo di applicare i metodi storico-scientifici nell'interpretazione della Bibbia, operati da studiosi quali don Salvatore Minocchi e padre Giovanni Genocchi.
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