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L'Inghilterra dell'età vittoriana e la Belle Epoque, Appunti di Storia

L'Inghilterra dell'età vittoriana, caratterizzata da uno sviluppo economico e commerciale imponente, e la Belle Epoque, un periodo di miglioramento delle condizioni di vita attraverso scoperte della medicina e un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. Si parla anche del nazionalismo che si diffonde in Francia e Germania. Vengono descritti i partiti politici dell'epoca, le trade unions e il movimento femminile per il diritto di voto. Si parla anche dell'autonomia dell'Irlanda e delle riforme sociali introdotte dai conservatori.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 05/12/2023

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valentina002lpdnv 🇮🇹

4 documenti

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Scarica L'Inghilterra dell'età vittoriana e la Belle Epoque e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L’INGHILTERRA DELL’ETÀ VITTORIANA L’età vittoriana, cioè l’epoca della seconda metà del 800 in Inghilterra, vede uno sviluppo economico e commerciale imponente. La Gran Bretagna resterà fino alla fine dell’800 la potenza mondiale industriale ma poi verrà superata dagli USA e dalla Germania. La gran Bretagna è anche un modello politico, ha una monarchia costituzionale e parlamentare ed è il paese di riferimento dal punto di vista ideologico per il pensiero liberale e anche per il liberismo in economia, cioè quell’ideologia economica favorevole al libero mercato. L’ideologia liberare ritiene che il primo elemento su cui la politica deve insistere siano i diritti degli individui, le libertà individuali; quindi, il singolo individuo deve poter svolgere liberamente tutte le attività per conquistarsi il suo benessere. Ritiene che lo stato debba concedere e proteggere le libertà individuali. Verrà poi ereditato anche nel 900. I partiti di ispirazione socialista invece sottolineano il problema dell’uguaglianza. L’Inghilterra quindi vede due formazioni dal punto di vista politico che sono Whigs e Tores. Whigs sono liberali e progressisti e sono favorevoli al commercio e all’eliminazione delle tariffe doganali. Il protagonista degli whigs è Gladstone. Lui introdusse delle riforme di natura sociale come l’obbligo scolastico elementare e rese legale i sindacati inglesi cioè le trade unions. Avranno un’importanza notevole perché mentre i sindacati che nascono nell’Europa continentale sono legati al pensiero socialista, le trade unions sono indipendenti, non hanno un’ispirazione socialista ma lottano per migliorare le condizioni di vita degli operai. Queste trade unions daranno vita a un vero e proprio partito cioè il partito laborista, cioè il partito del lavoro che diventa una terza forza politica accanto agli whigs e ai tores. Gladstone introduce anche una riforma elettorale che porta anche l’Inghilterra ad avere il suffragio universale maschile nel 1885. Il fatto che le donne fossero escluse suscita delle manifestazioni, soprattutto in gran Bretagna dove nasce per la prima volta un movimento sociale femminile per il diritto di voto, cioè le suffragette, questo perché in gran Bretagna c’erano stati degli autori che avevano sottolineato questa disuguaglianza. Questi movimenti suscitavano opposizione sia da parte dei settori più conservatori sia da parte anche di alcuni movimenti socialisti che temevano che il voto alle donne avrebbe favorito i partiti di ispirazione cattolica. Un'altra questione è l’autonomia dell’Irlanda, questo dipendeva dal fatto che c’era una divisione religiosa, ma anche una divisione a livello produttivo; infatti, l’Irlanda era un paese fortemente arretrato e agricolo. La richiesta dell’indipendenza era una richiesta che gli irlandesi ponevano agli inglesi, c’è una doppia ipotesi che viene sviluppata. 1 La prima ipotesi è che Volevano una vera e propria indipendenza, la seconda ipotesi più moderata invece cerca all’interno del parlamento inglese di raggiungere un Home Rule cioè un autogoverno all’interno del regno unito. Questa legge viene discussa e il partito liberale era favorevole a questa proposta ma si scontrò con i conservatori. Alla fine, verrà approvata alla fine del 1914 ma verrà interrotta dallo scoppio della Prima guerra mondiale. Questo provocò scontri tra inglesi e irlandesi ma anche all’interno dell’Irlanda. Alcuni liberali però si opposero perché tenevamo che concedere l’autonomia all’Irlanda sarebbe stato l’inizio della disgregazione dell’impero britannico. Nei tores invece la figura più importante è Disreaeli che fu primo ministro. Loro puntarono sul prestigio dell’impero. Anche lui introdusse delle riforme come la riduzione delle ore di lavoro per donne e giovani, vieta il lavoro minorile sotto i dieci anni di età e abolisce il reato di sciopero. Pure essendo un conservatore vengono introdotte delle riforme sociali. Queste dipendono anche dalle trasformazioni del capitalismo. LA BELLE EPOQUE. DIFFONDERSI DEL NAZIONALISMO IN FRANCIA E GERMANIA Il 1914 segna l’ingresso traumatico nel nuovo secolo attraverso l’esperienza di una guerra mondiale. Il 900 sarà un secolo caratterizzato da conflitti, guerre e episodi tragici, come le due guerre mondiali, la shoah, lo sterminio del popolo ebraico, l’uso delle bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki, la guerra fredda. Anche la seconda metà del 900 che è un periodo di relativa pace almeno per gli stati europei sarà caratterizzato da uno scontro tra sovietici e americani. Questo conflitto termina quando il regime sovietico crolla. Quindi il 900 è un secolo in cui nel giro di pochi anni si sono concentrati una serie di avvenimenti molto drammatici. I primi 20 anni che precedono lo scoppio della Prima guerra mondiale vengono definiti come l’età della belle époque. Belle époque perché è un’epoca caratterizzata da un progresso sul piano economico e sociale, un periodo di miglioramento delle condizioni di vita attraverso scoperte della medicina, un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. Belle époque sono definite così anche per la dimensione di divertimento delle grandi europee, sembra offrire un quadro di un periodo storico di pace, di benessere. Questo è anche il periodo delle grandi esposizioni universali che caratterizzano grandi città come Londra, Parigi. Sono delle fiere in cui venivano esposti dei nuovi prodotti tecnologici, nuovi oggetti, tutte le cose innovative prodotte all’interno di un paese. Quello che veniva costruito durante le esposizioni universali veniva poi distrutto, tranne la torre Eiffel a Parigi che doveva essere abbattuta ma poi è rimasta ed è diventata il simbolo della città. All’interno di questo quadro positivo si agitano delle forze non controllabili che porteranno allo scoppio della Prima guerra mondiale. In questa epoca nasce il nazionalismo in tutti i paesi europei. È un principio che da una parte è legato all’idea di nazione ma dall’altra se ne distingue. L’idea di nazione è stata alla base degli stati europei nel corso dell’800, l’idea di nazione nasce nella prima metà dell’800, è legata al romanticismo. È l’idea secondo cui esistono diversi popoli e questi popoli hanno un’identità 2 sulle razze inferiori. Lui era inglese di origine ma acquisì la cittadinanza tedesca per ammirazione nei confronti della Germania. Lui avrà un’influenza sulle tesi di Hitler. In lui era presente anche l’antisemitismo, lui riteneva superiore la razza ariana e inferiore la razza di origine semitica e quindi emergeva un’ideologia antisemita. Il popolo tedesco e il popolo ebreo si contrappongono radicalmente, all’interno di questa ideologia il popolo tedesco è quel popolo autoctono cioè che vive nella terra dei suoi antenati, il popolo degli ebrei invece è il popolo senza terra che si è diffuso in tutto il mondo. L’antisemitismo si diffonde anche in Russia dove c’è una forte tradizione antisemita anche se aveva molte popolazioni di origine ebraica. Nei confronti di questi ebrei si sviluppano delle forme di repressione violenta chiamati pogrom che vuol dire massacro cioè periodicamente gli ebrei subivano degli attacchi da parte del popolo. In Russia inoltre viene scritto un libro chiamato “I protocolli dei savi di Sion” che è un falso storico. Era un documento falso che era stato scritto dalla polizia segreta zarista per diffondere l’odio contro gli ebrei. Venne ritenuto vero da molti e in questo documento si attribuiva agli ebrei una cospirazione mondiale, cioè gli ebrei sarebbero stati a capo di un complotto mondiale per impadronirsi del mondo attraverso il potere del denaro. Questo libro viene pubblicato in Russia e diffuso poi in Europa all’inizio del 900 e presentava gli ebrei come pericolo pubblico. Nell’idea del complotto affascina il fatto che offre una spiegazione semplicistica di tutti gli avvenimenti storici però da una chiave di lettura omnicomprensiva della complessità degli eventi storici individuando un nemico unico. DIFFUSIONE DELLE TEORIE DELLE RAZZE IN EUROPA. IL CASO DREYFUS. LA PSICOLOGIA DELLE FOLLE DI GUSTAVE LE BON. Le teorie della razza si sviluppano in un contesto legato al positivismo, cioè all’affermazione delle scienze positive quindi quelle concezioni scientifiche che cercano di attribuire una causa di tipo scientifico anche a fenomeni di tipo sociale. Nel contesto del positivismo si afferma l’idea che esistano delle razze umane e questa distinzione non ha caratteri storici o culturali ma secondo le teorie scientifiche dell’epoca avrebbe una base anche biologica. Il tentativo delle teorie delle razze è di dimostrare in modo pseudoscientifico l’origine delle differenze tra le razze in una dimensione di tipo biologico. Tutto questo si inserisce nel contesto colonialismo europeo, le teorie della razza forniscono una giustificazione del dominio europeo sulle colonie africane o asiatiche. Chemberlen, per esempio, scrisse un’opera in cui distingueva la razza ariana che era destinata al dominare il mondo dalle atre razze. Questo fu uno dei testi di riferimento per Hitler. I savi di sion sono poi un esempio di complottismo antisemita. Un altro caso di antisemitismo è quello di Dreyfus. Lui era di origine ebrea e questo giocò a suo sfavore. Era accusato di aver fornito dei documenti segreti ai tedeschi. Venne sottoposto a un processo da un tribunale militare e fu preparata una perizia grafologica in cui la sua scrittura assomigliava al documento segreto trovato nell’ambasciata tedesca. Viene dichiarato colpevole di spionaggio e mandato sull’isola del diavolo. Però la fuga di notizie tra Francia e Germania continua. 5 Questa vicenda si trascina per 12 anni e diventa anche di carattere politico. Questo fa emergere l’antisemitismo francese da una parte, dall’altra emergono delle forze che invece rivendicano la sua innocenza. La vera spia era Esterazì. Viene fatto un secondo processo in cui vengono creati dei falsi documenti contro Dreyfus però interviene Zola a favore di Dreyfus. Scrive un testo in cui attacca la politica francese e dice che sono responsabili tutti i politici che hanno coperto gli errori di questo processo per difendere l’esercito. L’attacco di Zola provoca delle reazioni nell’opinione pubblica, viene processato di diffamazione, viene condannato a un anno di prigione. Nel 1806 viene riconosciuta l’innocenza di Dreyfus perché il colonello Harry che aveva costruito le prove false contro Dreyfus ammette la sua colpa e si uccide in carcere. Queste forme di razzismo hanno una diffusione anche in America che però ha una natura diversa da quella Europea. Qui riguarda il rapporto con la popolazione afroamericana. La costituzione americana prevedeva che tutti gli uomini fossero uguali davanti alla legge, però al tempo stesso era stata riconosciuta l’esistenza della schiavitù. Questa schiavitù era stata abolita da Lincoln, ma questo non aveva risolto la questione razziale perché gli ex generali dell’esercito confederato provavano un sentimento di risentimento per il nord e danno vita a questa organizzazione Il Ku Klux Klan, un’organizzazione clandestina che agiva al sud con azioni di violenza di gruppo brutali fino all’omicidio, al linciaggio dei neri. Il governo americano cercò di reprime questa associazione ma nel 1915 ne venne fondata un'altra. Si voleva impedire che gli ex schiavi andassero a votare, che potessero integrarsi con la società e potessero avere gli stesso diritti dei bianchi. Il secondo clan diresse il suo odio anche nei confronti degli altri immigrati. Quello che caratterizza il 900 è la diffusione della società di massa. Riescono a ottenere il diritto di voto, organizzato i sindacati. C’è un un testo di un autore Gustave Le Bon intitolato “la psicologia delle folle. lui riteneva che il vero protagonista della politica fossero diventate le masse. Lui sosteneva che la società era una società di grandi trasformazioni che era di due tipi: da una parte cadevano i valori tradizionali, cioè le credenze religiose e politiche, quindi, è un periodo di crisi. Dall’altra parte c’è una trasformazione delle condizioni di vita della popolazione determinata dalla tecnologia e dalla scienza. Di fronte a questo miglioramento secondo lui la politica diventa la religione delle masse, loro vivono la politica come fosse una fede. Vivono la politica in modo emotivo. Questo fa si che i leader politici debbano tenere conto delle masse e debbano riuscire a sedurre le masse. Questo una guida politica lo può fare se è un buono psicologo, deve essere in grado di interpretare la psicologia del proprio popolo. Se lo riuscirà a fare potrà essere celebrato dalle folle come un dio. LA FORMAZIONE DEI PARTITI DI MASSA. LE PREMESSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE: CRISI MAROCCHINE E CRISI BALCANICA. Col 900 nascono i partiti di massa, che sono partiti rappresentativi di classi sociali che partecipano più largamente al voto. Anche l’Italia estende il suffragio fino alla totalità dei cittadini maschi adulti. Con l’allargamento del suffragio una parte molto più ampia della popolazione può avere 6 accesso alle elezioni. Cambia quindi anche la formazione dei partiti e nascono i partiti di massa. I partiti di massa europei hanno una netta caratterizzazione ideologica, cioè dei partiti che esprimo delle ideologie, delle teorie politiche, i partiti di opinione invece non hanno quella struttura organizzata, gerarchica ma ha una struttura più leggera che raccoglie un elettorato trasversale. Può raccogliere voti da diverse parti della popolazione mentre quelle di massa ha una base di militanti che hanno un’identità precisa, come il partito socialista. Il partito di opinione si mobilita solo in vista delle elezioni, non ha un’organizzazione stabile come i partiti di massa. Molti partiti oggi si avvicinano ai partiti di opinione. Questi partiti di massa rispecchiano le ideologie predominanti come il partito socialista dove il valore dominante è l’uguaglianza, un'altra ideologia è quella liberale che favorisce la libertà individuale, la libertà di impresa e ritengono che la persona sia libera nelle proprie scelte. Ci sono però anche delle forze conservatrici che difendono le monarchie nazionali o la chiesa. Nel movimento socialista è presente una spaccatura interna. Quelli ispirati a Marx avevano formato una prima internazionale socialista cioè un’organizzazione che raccoglieva rappresentanti dei diversi partiti socialisti europei e si riunivano periodicamente. Questo nasceva dall’ideale per cui le rivendicazioni degli operai dovevano essere condivise all’interno dei vari stati europei. questa prima internazionale aveva visto il predominio della figura di Marx, qui aveva partecipato anche Mazzini. Dopo la fine della prima nasce una seconda internazionale socialista che ha però un modello diverso ed è più segnata dalle differenze nazionali, punta di più sull’alleanza tra diversi partiti nazionali ognuno dei quali ha una propria autonomia. Emerge una divisione all’interno dei programmi politici dei socialisti tra un’ala riformatrice e un’ala rivoluzionaria. Si chiama riformatrice o revisionista perché guardano al passato ma danno un’interpretazione diversa. I revisionisti erano quei pensatori politici marxisti che però ritenevano necessario introdurre delle modifiche nel pensiero di Marx. Marx aveva progettato una rivoluzione della classe operaia. I socialisti revisionisti ritengono che l’analisi di Marx vada corretta. Il capitalismo sembra resistere a qualsiasi tentativo di metterlo in crisi e gli stati borghesi si stanno evolvendo verso riforme progressiste. L’idea dei revisionisti è che le società si sarebbero evolute al socialismo senza bisogno di rivoluzioni. Questo significava che nell’ottica di questi revisionisti i partiti politici potevano collaborare anche con forze politiche magari rivali più dichiaratamente capitalistiche. C’è poi un’ala rivoluzionaria che resta fedele al modello rivoluzionario ideato da Marx. Questa spaccatura in Italia darà origine alla separazione tra il partito socialista e comunista. Dopo la Prima guerra mondiale il partito socialista arriva a una vera spaccatura perché nel 1921 un’ala del partito socialista si separa e fonda il partito comunista italiano. Prima c’è la Rivoluzione russa che instaura un regime comunista, dopo questo evento i vari partiti europei devono prendere una posizione. Tutto questo si traduce sul piano politico nella preparazione alla Prima guerra mondiale. LE PREMESSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE Gli eventi che accadono sono le guerre balcaniche nel 1912 e nel 1913 e le crisi marocchine tra il 1905-1911. Queste crisi marocchine nascono dal fatto che nel 1904 Inghilterra e Francia avevano stipulato un’alleanza e questo accordo prevedeva che la Francia potesse occupare il Marocco, però a questa occupazione si oppone la Germania che voleva aumentare i possedimenti coloniali. Si arriva a una conferenza internazionale per risolvere la crisi e la Francia ottiene il protettorato sul Marocco. I francesi però nel 1911 decino di occupare militarmente alcune città del Marocco allora i 7 lavoratori. L’ala riformista è guidata da Turati un avvocato milanese ed è favorevole ad appoggiare il governo di Giolitti. A capo dell’ala massimalista c’erano Mussoli e Nazzari. Mussolini è anche un giornalista perché assume la carica del direttore del giornale del partito socialista. Il partito socialista alla soglia della Prima guerra mondiale assumerà un atteggiamento neutralista perché riteneva che il conflitto fosse un conflitto dei capitalisti e non dei lavoratori che sarebbero state solo le vittime della guerra. Mussoli inizialmente condivide questa neutralità ma dopo pochi mesi cambierà fronte e diventerà favorevole all’intervento dell’Italia in guerra. Parteciperà alla Prima guerra mondiale. Mussolini poi additerà Giolitti come emblema della cattiva politica italiana. GIOLITTI: LA POLITICA COLONIALE, IL PATTO GENTILONI, LA NEUTRALITÀ. La politica estera di Giolitti fu caratterizzata da un’apertura dell’impresa coloniale. Nel 1911 decide di intervenire in politica estera e di riprendere la politica coloniale italiana, lo fa perché di fronte alla crescita del movimento nazionalista in Italia lui voleva accontentare i nazionalisti italiani attraverso un’impresa coloniale di successo. Così accontentando i nazionalisti sperava di far diminuire il consenso per il nazionalismo italiano. Era poi legato a dei gruppi finanziari come il banco di Roma e loro avevano degli interessi economici in Libia e voleva accontentarli e poi c’era il prestigio internazionale. Giolitti, quindi, decide di rivolgere la sua attenzione alla Libia, che si trova tra l’Egitto e l’Algeria, che apparteneva all’impero ottomano che stava attraversando una crisi profonda. Approfittando della crisi dell’impero ottomano e del momento favorevole dei rapporti con la Francia decise di intraprendere questa impresa coloniale. L’Italia quindi dichiara guerra alla Turchia nel 1911. La conquista dei territori costieri è molto rapida e facile. Più difficile sarà l’occupazione dell’interno del paese che è un territorio desertico e difficile da conquistare perché all’interno vivevano popolazioni arabe organizzate in tribù che opponevano una forte resistenza. L’effettiva conquista dell’interno della Libia avverrà soltanto sotto il fascismo. Poi decide di attaccare direttamente la Turchia e riesce a conquistare le isole del Dodecaneso nel 1912. I turchi difronte a questo secondo attacco decidono di chiedere la pace. Nel 1912 viene firmato il trattato di Rosanna in cui i turchi riconosco il dominio italiano sulla Libia e sulle isole del Dodecaneso. Questa impresa comporta molte spese economiche che rendono il governo di Giolitti più debole. Poi non ci sono neanche dei vantaggi economici per il popolo, uno degli obiettivi di Giolitti era quello di dirigere l’emigrazione italiana verso le terre libiche. Questo obiettivo però fallisce. Giolitti ne esce indeboliti tanto che a causa delle critiche dà la dimissione però con l’obiettivo di ritornare al governo. Con Giolitti si ha l’estensione del suffragio universale, estende il diritto di voto a tutti i cittadini maschi adulti che avevano 30 anni o 21 se sapevi leggere e scrive e avevi fatto il servizio militare. Fa questo perché ritiene che coinvolgendo i grandi partiti di massa, il suo obiettivo era quello di avvicinarsi ai voti dei cattolici. Lui da liberarle moderato cerca in una prima l’appoggio dei socialisti riformisti, Turati però rifiuta questo invito perché temeva che nel caso in cui il partito socialista fosse entrato nel governo si sarebbe spaccato. Il partito socialista tra il 1901-1912 conosce due momenti in cui l’ala massimalista ottiene la maggioranza dei voti al congresso. I partiti facevano dei congressi in cui si riunivano tutti gli iscritti 10 e in due occasioni l’ala massimalista ottiene un numero di voti superiori all’ala riformista. Turati quindi si rese conto che sarebbe stato rischioso appoggiare un governo moderato. Giolitti nella seconda fase della sua carriera decide di avvicinarsi al mondo cattolico, perché i cattolici ottenevano soprattutto il voto dei contadini. Non esisteva un vero partito cattolico perché la chiesa non aveva ancora legittimato un vero e proprio partito dei cattolici, però con Leone XII, Pio X alla fine dell’800 c’era stata un’apertura nei confronti della partecipazione alla vita politica. Questi papi ammettevano che i cattolici potessero organizzare dei sindacati cattolici e costituire delle cooperative e organizzarsi nell’azione cattolica cioè un’associazione di laici cattolici che interviene nelle questioni sociali e politiche. Questi papi favoriscono l’intervento dei cattolici in politica perché vedono con preoccupazione la minaccia socialista. Il mondo cattolico ha una posizione moderata quindi non vuole favorire il conflitto sociale tra le classi, vuole arrivare a auna soluzione di solidarietà tra le classi. I movimenti cattolici, quindi, favoriscono una condanna delle teorie socialiste però sono interessati alle questioni sociali. Giolitti cerca l’appoggio di questi cattolici e lo fa attraverso un accordo chiamato patto Gentiloni che è un conte. Lui aveva promesso a Giolitti che i cattolici avrebbero votato i candidati liberali proposti da Giolitti in cambio questi candidati promettevano di difendere alcuni principi morali appoggiati dalla chiesa cattolica. Per esempio, si impegnavano a evitare l’introduzione della legge sul divorzio e a difendere l’insegnamento cattolico nelle scuole e sul piano morale. Grazie a questo patto nel 1913 Giolitti ottiene un buon successo, vengono eletti 304 deputati liberali molti dei quali con l’appoggio dei cattolici. Giolitti nei confronti di una possibile guerra mondiale esprime la sua posizione di neutralità ma lo fa in una situazione storica in cui il consenso da parte degli interventisti era sempre più cresciuto in Italia. Sia da sinistra che da destra c’era un forte movimento a favore dell’intervento dell’Italia in guerra. 11
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