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Società e cultura fine '800, Scapigliatura, Naturalismo francese, Appunti di Italiano

Fine '800: società, ideologia, positivismo, scuola, intellettuali, lingua; Scapigliatura: definizione, Preludio (Emilio Praga); Naturalismo francese: Zola (Rougon-Macquart, L'assomoir), Flaubert (Madame Bovary)

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 01/07/2024

anna-mirandola
anna-mirandola 🇮🇹

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Scarica Società e cultura fine '800, Scapigliatura, Naturalismo francese e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Società e cultura ● 1848: Italia→monarchia costituzionale regolata dallo statuto albertino ● diritto di voto: 2% della popolazione ● 1913: suffragio universale maschile Struttura sociale ● classe dirigente: composta da grandi possidenti agrari, in buona parte nobili ● aristocrazia: gode ancora di grande peso e prestigio sociale, fornendo modelli di comportamento anche ai ceti altoborghesi che si vanno formando. Ne è uno specchio la letteratura, in cui i nobili appaiono protagonisti di romanzi, novelle, drammi, grazie al fascino che i loro stili di vita esercitano sul pubblico. ● borghesia: comprende alti funzionari dello Stato e magistrati, banchieri e finanzieri, un numero esiguo di industriali, arricchiti con l'acquisto di beni ecclesiastici e terreni demaniali o dei beni della nobiltà decaduta e impoverita ● ceto medio: prevalente la componente tradizionale: professionisti, commercianti, piccoli proprietari agricoli, artigiani entra ben presto in crisi, in conseguenza delle trasformazioni in atto→ es. I piccoli proprietari→ crisi agraria e tendenza alla concentrazione capitalistica nelle campagne. La crisi dei ceti medi tradizionali è un dato da tener ben presente, perché molti scrittori infatti provengono da questo strato sociale, ne patiscono la decadenza e la riflettono nelle loro opere. Tematica: il rimpianto del mondo del passato, in particolare di un mondo agrario che viene spazzato via dal progresso moderno. ● ceto medio impiegatizio: ingigantito dalle esigenze della pubblica amministrazione di un grande Stato accentratore, ma anche dallo sviluppo dei servizi indispensabili alla complessa società moderna→ basi della società "di massa", standardizzata e omologata, che trionferà nel Novecento con il decollo industriale. ● ceti popolari Le condizioni delle masse contadine dopo l'Unità peggiorano ulteriormente, anziché migliorare, poiché l'aumento dei prezzi non è accompagnato da un aumento dei loro redditi. ● pesantissima pressione fiscale (imposta dal nuovo Stato tramite le imposte indirette sui consumi per sanare il deficit di bilancio) ● leva militare obbligatoria (cinque anni) e sottrae braccia valide al lavoro e attività di cui vivono i ceti popolari. ● malattie, dovute a denutrizione, scarsissima igiene e a mancanza di assistenza medica. Queste condizioni erano più gravi al Sud > arretratezza, ma il quadro non era tanto differente anche per il Nord. Nonostante l'unificazione politica vi erano insomma due Italie, in senso geografico e in senso sociale, una frattura netta separava i ceti superiori dotati di istruzione, di un reddito e di condizioni di vita civili, e le masse popolari. Qui ha le sue radici quel fenomeno doloroso e di grandiose proporzioni che fu l'emigrazione all'estero in cerca di lavoro, fenomeno che interessò il Sud e le masse proletarie di tutta la penisola. Le ideologie L'Italia degli anni Settanta e Ottanta si avvia verso uno sviluppo capitalistico moderno e verso l'industrializzazione. Si possono individuare tre tipi di atteggiamenti degli scrittori di fronte alla modernizzazione economica e sociale: 1. atteggiamento apologetico, che inneggia ad essa come realizzazione del progresso→ positivismo 2. atteggiamento di rifiuto romantico, in nome dei valori del passato→ scapigliatura 3. atteggiamento di curiosità conoscitiva, che non esalta e non condanna, ma indaga i cambiamenti in modo distaccato, senza slanci verso il futuro né ripiegamenti nostalgici verso il passato→ verismo Positivismo Primo in ambito europeo e poi anche in Italia. La cultura positivista ha le sue basi nel rapido sviluppo del capitalismo industriale e nei profondimutamenti delle strutture sociali, dei modi di vita, delle ideologie che esso produce. Presupposti: l'espansione della produzione e lo sfruttamento delle risorse naturali, le scoperte scientifiche e la maggiore diffusione del sapere e dell'istruzione. Questo insieme di fattori determina in ambito europeo un clima di fiducia entusiastica nelle forze dell'uomo e nelle possibilità del sapere scientifico e tecnologico. L'esaltazione positivistica della scienza posa su alcune convinzioni di base: ● quella scientifica è l'unica conoscenza possibile e ilmetodo della scienza è l'unico valido. Di qui il rifiuto religione, metafisica, idealismo, e la convinzione che tutto il reale sia un gioco di forze materiali, fisiche, chimiche, biologiche, regolate da ferree leggi meccaniche e deterministiche; ● ilmetodo della scienza, poiché è l'unico valido, va esteso a tutti i campi, compresi l'uomo e la società, anche a quelle realtà che si ritengono "spirituali". Nessun aspetto del reale deve sfuggire all’indagine scientifica ● la scienza, dandoci gli strumenti per spiegare e conoscere il reale, ci consente anche di dominarlo, asservendolo ai bisogni dell'uomo→ fede positivistica nel progresso, garantito appunto dalle conquiste scientifiche in ogni campo, che consentono di piegare la natura alla nostra volontà e di riorganizzare la società in modo più razionale e più giusto, assicurando all'umanità lo sviluppo illimitato delle risorse e del benessere, la crescita continua della civilizzazione. Nostalgia romantica e rigore veristico Questa ideologia non dominava interamente il quadro culturale. Un esponente tipico della fiducia positivistica è Giosue Carducci. Ma in lui vi è anche una fortissima componente romantica, che si manifesta come disgusto e paura per la modernizzazione→ rifiuta il presente e si rifugia in un sogno di eroismo e di bellezza proiettato nel passato. Carducci: 1. per la sua cultura di base laica, materialistica, positivistica→ apologetico 2. per le forme di rifiuto romantico→ rifiuto romantico Come si vede, gli scrittori non si possono assegnare ad una tendenza in modo netto, univoco. Il rappresentante più significativo della curiosità conoscitiva è Giovanni Verga. In Verga sopravvivono vistose componenti di anticapitalismo e antimodernismo romantici (vagheggiamento del mondo arcaico della campagna come sede di una genuinità e di una innocenza primordiali, come difesa dei valori che la modernità va distruggendo). Dall'altro lato, però, si afferma in lui una visione radicalmente naturalistica della realtà→ studia con rigore i meccanismi della lotta per la vita in tutti gli ambienti sociali e si pone di fronte alla modernizzazione con un atteggiamento conoscitivo. Le istituzioni culturali Con l'unificazione dell'Italia ilmercato culturale assume dimensioni nazionali e i libri e i periodici possono circolare liberamente. Questo dà un potente impulso all'industria editoriale, nonostante soltanto il 12% della popolazione è in grado di leggere e scrivere. La pubblicità comincia ad essere indispensabile per far conoscere e vendere la merce-libro. Vi sono giornali delle più varie tendenze politiche e in ciascuno di essi compaiono supplementi dedicati alla cultura, a cui collaborano gli intellettuali più famosi e che assumono un ruolo culturale di primaria importanza. Riviste: "Cronaca bizantina" fondata nel 1881 dall'editore romano Sommaruga; "Nuova Antologia", nata a Firenze nel 1866 (letteratura, politica, economia, scienze). Su di essa Carducci pubblicò le Primavere elleniche e Verga Mastro-don Gesualdo (1888). La rivista è attiva ancora oggi. La scuola Introduzione dell'istruzione elementare obbligatoria. Anche prima vigeva l’istruzione elementare (biennale) obbligatoria con la legge Casati del 1859 (Regno di Sardegna). Le scuole elementari erano affidate ai Comuni, che però non avevano sufficienti fondi per assicurarne il funzionamento. Anche la preparazione professionale di gran parte dei maestri era scadente: spesso non erano neppure in grado di padroneggiare la lingua italiana. Una riforma fu avviata dalla Sinistra, con la legge Coppino del 1877, che istituiva l'istruzione elementare obbligatoria fino al nono anno di vita compiuto. La funzione della scuola elementare era quella di fornire un minimo bagaglio culturale a tutti; ma aveva anche il compito di amalgamare la popolazione italiana, facendo acquisire alle masse popolari una coscienza nazionale e civile→ funzione che emerge chiarissima dal libro Cuore di Edmondo De Amicis (1886), nella descrizione di una classe elementare torinese, in cui si mescolano bambini provenienti da tutte le classi sociali che devono tutti assorbire dall'insegnamento certe virtù civili e l'amore della patria. Lamaggioranza della popolazione si fermava all'istruzione elementare; una parte raggiungeva un diploma di istruzione tecnica e andava a formare i ranghi intermedi della piccola borghesia. Un'élitemolto ristretta, che usciva dai licei, arrivava alla laurea e andava a formare la classe dirigente. Già negli ultimi decenni del secolo era però visibile il fenomeno della disoccupazione intellettuale: il sistema produttivo arretrato non era in grado di assorbire tutti i diplomati e i laureati provenienti da scuole tecniche, licei e università. Il fenomeno destava viva preoccupazione nella classe politica, poiché si temeva che i giovani intellettuali dessero sfogo alla rabbia ponendosi a capo dei movimenti di protesta popolari (d’Annunzio). Il conflitto tra intellettuali e societa Con la fine del periodo risorgimentale, gli intellettuali perdono il ruolo centrale di guida ideologica che avevano rivestito negli ultimi decenni. e a Genova) e che sono accomunati, più che altro in negativo, da un'insofferenza per le convenzioni della letteratura contemporanea (in particolare ilmanzonismo e il tardo Romanticismo sentimentale), per i principi e i costumi della società borghese, e da un impulso di rifiuto e di rivolta. È quindi un sentire comune. Il termine "Scapigliatura" fu proposto per la prima volta da Cletto Arrighi nel suo romanzo La Scapigliatura e il 6 febbraio (1862), a designare un gruppo di ribelli alla loro classe di provenienza, che amavano vivere in maniera eccentrica e disordinata. Era un termine letterario per fornire un equivalente italiano del francese bohème. La boheme parigina Bohème, bohémiens = vita zingaresca e zingari, poiché si credeva che questi nomadi provenissero dalla Boemia. Il loro modo di vivere irregolare, estraneo alle norme di vita delle comunità contadine e agricole dell'Europa, aveva sempre suscitato un atteggiamento tra repulsione e attrazione. A Parigi, ametà Ottocento, assunsero questo appellativo di "zingari" (bohémiens) quegli artisti che disprezzavano una società fondata sul mercato e sulla produttività, che li respingeva ai margini condannandoli ad una vita misera e precaria. Per questo essi scelsero, come forma di protesta,modi di vita irregolari, disordinati, ostentando il rifiuto dei valori e delle convenzioni borghesi ed accettando come segno di nobiltà e libertà proprio quella miseria a cui l'organizzazione sociale li condannava. Gli scapigliati e la modernità Con gli scapigliati appare per la prima volta il conflitto tra artista e società. Di fronte agli aspetti salienti della modernità, il progresso economico, quello scientifico e tecnico, gli scapigliati assumono un atteggiamento ambivalente: da un lato il loro impulso di repulsione e orrore, che si aggrappa disperatamente a quei valori del passato, la Bellezza, l'Arte, la Natura, l'autenticità del sentimento, che il progresso va distruggendo; dall'altro lato, rendendosi conto che quegli ideali sono ormai perduti, essi si rassegnano, delusi e disincantati, a rappresentare il «vero» e ad usare il linguaggio dell'anatomista e del chimico. Gli scapigliati definiscono questo atteggiamento «dualismo». Essi si sentono divisi tra Ideale e Vero, bene e male, virtù e vizio, bello e orrendo, senza possibilità di conciliazione. Preludio - Emilio Praga La poesia, che risale al 1864, è un documento significativo della condizione di disagio e ribellione degli intellettuali italiani e del loro atteggiamento conflittuale nei confronti dei valori del passato. La poesia è una sorta dimanifesto della Scapigliatura, in cui Praga descrive la condizione spirituale che è propria di un'intera generazione intellettuale (si noti il «noi» collettivo), quella successiva al Romanticismo. La prima parte (strofe 1-4) è negativa e mira a definire ciò che quella generazione non può più essere: essenzialmente non ha più la fede religiosa, fonte di tutti i valori. Per questo Praga esprime un duro rifiuto nei confronti diManzoni, scrittore che ispira tutta la sua vita alla fede religiosa, integrità morale, vita casta. Egli costituisce come una figura paterna, a cui sentono la necessità di ribellarsi. La seconda parte (strofe 5-8) definisce invece ciò che quella generazione intellettuale è realmente (o crede, o pretende di essere) dopo la perdita delle certezze. Si delinea chiaramente la tematica baudelairiana: la noia, rappresentata come carnefice della tormentata anima moderna; la tensione verso l'ideale e la perdizione nel vizio e nelmale; gli atteggiamenti blasfemi, ma che imitano la devozione religiosa («litane di martire e d'empio», v. 21); la "malattia" interiore che porta alla distruzione («pallido demone», v. 29). L'ultimo verso («canto il vero») è una dichiarazione di poetica→ unica ripresa da Manzoni nella poesia. Si alla realtà desolata della vita moderna, privata di fedi e di ideali, che la poesia deve rivelare nel suo volto brutale. Per questo la canzone è «misera», perché dipinge senza finzioni la miseria della vita moderna. ● v. 3: svolazziam = noi, scapigliati, abbiamo una rotta vaga, imprecisa, senza punti di riferimento precisi ● v. 4: nume = Manzoni, guida ormai antica dell’800 ● v. 5: la condizione del poeta è paragonabile a quella degli Ebrei nel deserto per i quali l’Arca santa è lontana nel tempo, avvolta come in una nebbia che ne offusca la memoria ● v. 6: prova interesse verso i beni materiali (idolo d’or = vitello d’oro) ● v. 7: attendiamo invani un salvatore (patriarca = Mosè) ● v. 9:musa bianca = cristianesimo ● v. 10: la musa bianca cantò per 20 secoli i canti cristiani (Calvario) ● vv. 11-12: la vergine si dovette aggrappare ai lembi del Sudario = è ora di cambiare ● v. 13: casto poeta = Manzoni ● v. 15:morte = fine dell’influenza letteraria di Manzoni, perché è ora del male, degli anticristi ● v. 16: la religione è finita (Cristo è morto nuovamente) ● v. 17-32: Noia, eredità del dubbio, ignoto, tuo re, tuo pontefice, il tuo boia, cielo e loto (fango), nega ogni fede positiva, i 7 peccati capitali, l’ideale che annega nel fango e soprattutto canto il vero ● v. 27: fratello = lettore La Scapigliatura e il Romanticismo straniero Gli Scapigliati condividono con gli scrittori romantici europei questa situazione di disagio, quindi si ha una ripresa dei temi tipici romantici: ● esplorazione estrema dell’irrazionale e del fantastico, sogno/allucinazione, macabro/orrore, satanismo, culto mistico della bellezza, esotismo, atteggiamenti umoristici e ironici Il Naturalismo francese Gli scrittori veristi italiani, nell'elaborare le loro teorie letterarie e nello scrivere le loro opere, prendono le mosse dal Naturalismo, che si afferma in Francia negli anni Settanta dell'Ottocento. Il retroterra culturale e filosofico del Naturalismo è il Positivismo, movimento di pensiero che si diffonde a partire dallametà dell'Ottocento ed è espressione ideologica della nuova organizzazione industriale della società borghese e del conseguente sviluppo della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche. Il positivismo è caratterizzato dal rifiuto di ogni visione di tipo religioso,metafisico o idealistico e dalla convinzione che tutto il reale sia un gioco di forze. Precursori Honoré de Balzac ● autore della Commedia umana in cui ritrae il quadro della società francese nell’età della Restaurazione Gustave Flaubert ● romanziere realista ● autore diMadame Bovary (1857) ● teoria dell’impersonalità ● l’artista deve essere nella sua opere come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente, sì che lo si senta ovunque, ma non lo si veda mai La poetica di Zola Tali esigenze di trasformare il romanzo in uno strumento scientifico e di rappresentare la realtà in tutte le sue forme tradizionalmente rifiutate dal buon gusto letterario furono riprese da Emile Zola, lo scrittore che diede la sistemazione più compiuta alle teorie naturaliste, ponendosi come un vero e proprio caposcuola. Le concezioni che stanno alla base della narrativa zoliana si trovano nel volume Il romanzo sperimentale del 1880. Zola sostiene che il metodo sperimentale delle scienze, applicato in un primo tempo ai corpi inanimati (chimica, fisica), poi ai corpi viventi (fisiologia), deve essere ora applicato anche alla sfera "spirituale" , agli atti intellettuali e passionali dell'uomo. Di conseguenza la letteratura e la filosofia devono entrare a far parte delle scienze, adottando ilmetodo sperimentale; il romanzo diviene come il resoconto di un'esperienza scientifica esposto al pubblico. Il presupposto di tali teorie è la convinzione che anche le qualità "spirituali" reggono il funzionamento del corpo umano così come il pensiero e i sentimenti. Il romanziere-scienziato, mediante l'esperimento, ha il compito di individuarle: osservato un tipo di temperamento, egli lo pone ad agire in determinate situazioni per verificare come si sviluppino le sue passioni e come vengano modificate dall'ambiente. La scienza, sostiene Zola, non ha ancora trovato con certezza tutte le leggi che regolano la vita passionale e intellettuale dell'uomo, ma due principi si possono già affermare: l'ereditarietà biologica e l'influsso esercitato dall'ambiente sociale, che modifica continuamente i meccanismi della vita individuale. La conclusione è: come il fine della scienza sperimentale è far sì che l'uomo diventi padrone dei fenomeni per dominarli, così anche il fine del «romanzo sperimentale» è impadronirsi deimeccanismi psicologici per poi poterli dirigere. Quando si possederanno le leggi generali dell'agire umano, si dovrà solo operare in conformità sugli individui e sugli ambienti per migliorare le condizioni della società. Il romanziere ha quindi un fine importantissimo: aiutare le scienze politiche ed economiche nel regolare la società ed eliminare le sue storture, fornendo ai legislatori e ai politici gli strumenti per dirigere i fenomeni sociali. Il ciclo dei Rougon-Macquart I Rougon-Macquart, storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo Impero è un ciclo di venti romanzi, pubblicati tra il 1871 e il 1893, in cui, rifacendosi almodello della Commedia umana di Balzac, lo scrittore traccia un quadro della società francese del Secondo Impero attraverso le vicende dei membri di una famiglia. Il principio di interpretazione di tutte le vicende dei personaggi è la legge dell'ereditarietà: secondo Zola dato che la capostipite aveva una piccola ma sicura tara mentale, anche i suoi discendenti hanno dei problemi. Zola vuole dare un quadro completo della società francese nei suoi strati sociali e ambienti caratteristici. Lo scrittore si documenta con scrupolo estremo, studiando gli ambienti, raccogliendo unamassa imponente di documenti e testimonianze dirette. L'atteggiamento ideologico di Zola è progressista, da un lato violentemente polemico verso la corruzione e l'avidità dei ceti dirigenti e verso l'ottusità interessata della piccola borghesia, dall'altro pieno di interesse per i ceti subalterni, di cui sono denunciate con vigore le condizioni subumane di vita. Lo scrupolo dello "scienziato" induce Zola a riprodurre con implacabile crudezza anche gli aspetti più ripugnanti degli ambienti popolari. Questo aspetto dei suoi romanzi fu quello che più colpì il pubblico contemporaneo, suscitando la reazione violenta dei benpensanti e deimoralisti, ma assicurandogli anche la fama e la ricchezza. Gustave Flaubert- Madame Bovary Storia di una ragazza di provincia, Emma, sposata con un ufficiale sanitario, Charles Bovary, uomo di mediocre personalità, ottuso e comune. Emma ha una sensibilità romantica acutissima per i libri divorati da lei sin dall’adolescenza. La vita monotona contrasta con i suoi sogni di una vita lussuosa. I 2 decidono di trasferirsi a Yonville. Emma prova insofferenza per l’ambiente provinciale, ma incontra Léon, giovane praticante di un notaio e sognatore come lei. Quando lui parte, Emma è facile preda di Rodolphe, ricco proprietario della zona. Emma vi proietta tutti i suoi sogni, ma lui è meschino e brutale. Ritrova Léon e iniziano una relazione. Emma comincia a condurre una vita lussuriosa, indebitandosi. Chiede aiuto agli ex amanti, invano, quindi prende del veleno e muore. Attraverso la sua noia e la sua insofferenza fa affiorare tutta l’intollerabile negatività di quel mondo e il bisogno di un’alternativa ad esso. Nel frattempo, però, è anche lei partecipa di quella stupidità dell’ambiente borghese di provincia. I sogni ricavati dai libri si degradano al livello della mediocrità piccolo borghese. In Madame Bovary il narratore si fa pressoché invisibile, rinuncia ai suoi continui interventi (non scompare proprio del tutto). La vicenda è presentata dal punto di vista soggettivo e parziale dei personaggi: all'inizio e alla fine, quello di Charles Bovary; in tutta la parte centrale quello di Emma. Vale a dire che i fatti sono visti attraverso l'ottica del personaggio. Strumento principale è il discorso indiretto libero (da Flaubert diviene dominante). La scomparsa del narratore onnisciente, che fungeva da guida al lettore, crea un effetto di indeterminazione e di ambiguità. Non siamo mai certi che il modo in cui la prospettiva del personaggio presenta i fatti sia del tutto attendibile e coincida con la visione del romanziere. Il racconto si presenta come un oggetto passibile di varie interpretazioni. Flaubert, in accordo con la sua teoria dell'impersonalità, lascia che le cose parlino da sé, ma proprio questo determina un alto tasso di problematicità nell'interpretazione. DISCORSO DIRETTO Giovanni si ricordò di Mario e pensò “devo telefonargli” il pensiero del personaggio è riportato testualmente tramite virgolette DISCORSO INDIRETTO Giovanni si ricordò di Mario e pensò che doveva telefonargli il discorso diretto qui diventa subordinata dichiarativa, retta da un verbo e dalla congiunzione “che” DISCORSO INDIRETTO LIBERO Giovanni si ricordò di Mario. Doveva telefonargli. non vi è nessuna marca grammaticale che segni l’inizio del pensiero di un personaggio, né un verbo, né una congiunzione→ per questo “libero” Il grigiore della provincia e il sogno della metropoli Nel testo, Emma Bovary riflette sul fascino di Parigi, desiderando una vita più piena e splendida. La sua immaginazione la trasporta attraverso le strade della capitale francese, seguendo mentalmente i venditori di pesce notturni e immergendosi nei boulevard, nei teatri e nelle feste mondane. Acquistando una mappa di Parigi, Emma fa passeggiate virtuali nella capitale, immaginando dettagliatamente i luoghi e le scene che ha letto nei romanzi. La sua visione di Parigi è romantica e glamour, rappresentata dai boulevard eleganti e dalla vita mondana delle duchesse e degli ambasciatori. Tuttavia, Emma si rende conto che la sua vita nella provincia è grigia e noiosa. Sperimenta un crescente senso di vuoto e insoddisfazione, cercando distrazione nella lettura, nella musica e nelle fantasie romantiche. La speranza di un cambiamento diventa una costante attesa, ma le delusioni si accumulano, portando alla progressiva perdita di interesse per la vita e per le attività quotidiane. L'inverno freddo e monotono accentua la noia di Emma, mentre la sua anima attende un evento significativo. La primavera riporta sentimenti di soffocamento. La noia diventa più oppressiva, e persino la natura sembra addormentata.
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