Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

sociologia dei mass media, Appunti di Sociologia Dei Media

Dalla società di massa e la teoria ipodermica alla sociologia dei media digitali

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 06/05/2019

carlfranceschini8
carlfranceschini8 🇮🇹

4.7

(15)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica sociologia dei mass media e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Sociologia dei mass media a.a. 2018 – 2019 
 Sociologia dei mass media ! di !1 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Essere umano come «animale sociale»  • Aristotele (IV secolo A.C.) nella Politica à tende ad aggregarsi con altri individui e a costituirsi in società. La sociologia è però una materia molto recente, quindi risulta sorprendente come già nel IV secolo a.c. furono messe le basi di alcune teorie come per esempio l’aggregazione tra gli esseri. • Ma questo lo fanno anche animali! L’uomo si distingue dall’animale grazie a forme di comunicazione più evolute. Gli esseri umani che vivono assieme si danno dei linguaggi comuni. L’essere umano ha bisogno di trasmettere informazioni, su cose conosciute ma anche su cose sconosciute, che immaginiamo o che non esistono. Quando comunica in gruppo l’uomo è in grado di comunicare di cose su cui non ha fatto esperienza. le nostre società contemporanee cercano di prevedere cosa succederà in futuro. Molte delle informazioni sulle cose che non non conosciamo e su cose che noi non sappiamo solo veicolate dai media. • Capacità di cooperazione —> L’uomo ha dimostrato nei suoi studi che la cooperazione massima sia tra 150 persone.
 
 SOCIOLOGIA
 • Com’è possibile che 7 miliardi di persone siano state in grado di creare diverse forme di comunicazione per evitare il caos? 
 
 Dal latino socius (colui che condivide una qualche appartenenza) e greco logos (studio) Le società umane si sono evolute storicamente —> le società sono date per scontato, non vengono spesso capite ed evolvono nel corso del tempo Diverse dimensioni di società: - Spazialità: le società sono quei gruppi di individui che condividono uno spazio geografico - Storica: ci sono varie società nel corso del tempo, esse cambiano ed individuare i loro cambiamenti non è facile. Il cambiamento sociale è qualcosa di molto lento e che non si vede - Sistemi di valori e credenze comuni: religioni comuni – Cacciatori-raccoglitori (50.000 A.C. – oggi) —> Non esisteva la differenza tra ricchi e poveri, in cui c’era una divisione di lavori per sussistenza. Poche disuguaglianze e poche guerre, molto spazio. Molto violenta nella vita quotidiana anche solo per procurarsi del cibo. Erano nomadi. Sociologia dei mass media ! di !2 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch •«Sostituti» dell’essere umano: robot, siri. Paura che le tecnologie avanzate riescano ad essere più intelligenti dell’uomo e che quindi vadano a sostituirlo. •Quadri di aspettative (politiche, economiche, culturali) e una cornice di sottintesi di natura sociale: diamo per scontato che una volta accesa la TV ci sia in onda un programma (si creano delle aspettative). •Giudizi di valore: es «mediatico»: l’aggettivo mediatico oggi non vive un periodo fortunato. Molto spesso i media sono legati al tema del potere, si viene influenzati da essi. Mass Media VS Telecomunicazioni - Medium-piazza/Cum-munus: mettere in comune à Mass Media 
 Uno-a-molti (simultaneità despazializzata)
 Massimizzazione pubblico 
 Una via 
 - Medium-canale/Distribuire, spartire à Telecomunicazioni 
 Uno-a-uno
 Comunicazione intima/segreta
 Due vie (interattività) I 5 significati di comunicazione di massa (Simonson, 2011) - Impasto/torta (dal greco maza): da vari ingredienti distinti tra loro arriviamo ad un unico prodotto, ovvero la torta. Questo termine “impasto” si può traslare a livello sociale, è la somma dei singoli individui. - Liturgia (dal latino missa): la messa è ,per inciso, uno dei primi mezzi di comunicazione di massa. La chiesa come architettura è stata un mezzo di comunicazione interessante nel corso della storia. Dimensione di evento in cui più persone ascoltano una persona che trasferisce un messaggio, spesso ripetitivo ad esempio la messa è formata da diversi schemi ripetitivi. - Su larga scala/moltitudini (dall’Ottocento si riferisce anche agli esseri umani): etimologia che arriva grosso modo a partire dall’800. Folla: fisicamente sta gomito- gomito a contatto in cui c’è un unità di spazio e di tempo; Audience audio-televisiva: persone locate in luoghi diversi ma seguono le stesse cose. - Con, tra, da o verso le masse (οἱ πολλοί): snobismo sociale e teorie elitiste: noi non ci sentiamo mai parte della massa e vorremo distinguerci da questa. - Totalità sociale —> servizio pubblico: idea di rivolgersi a tutti, comunicazione “buona” che è in grado di parlare a chiunque. Es: Utilità della radio per informare anche gli analfabeti. Informarsi per poter prendere delle decisioni consapevoli. I mezzi di comunicazione di massa sono gli unici a poter dare e fare un servizio pubblico. I mass media nella società • Politica: democrazia e potere —> i politi, i governi, i partiti e i movimenti vedranno nei mezzi di comunicazione di massa la potenza di poter trasmettere messaggi propagandistici. Sociologia dei mass media ! di !5 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch • Cultura: dare immagine alla realtà sociale e intrattenimento —> televisione come specchio della società, una società che si vede rappresentata. Quanto la rappresentazione delle società influenza le società stesse. L’esigenza della società non è solo quella di informarsi ma anche di divertirsi. • Economia: industrie, mercati, pubblicità —> i mezzi sono industrie fra le più importanti della nostra società, producano valore e capitale. In realtà non producono niente di tangibile, ma sono mercati nazionali che hanno prodotti particolari. L’interesse pubblicitario ha guidato anche la ricerca di certi prodotti sui media; nascono diversi studi su come vendere un prodotto tramite la pubblicità nei media. Vantaggi e svantaggi del modello Eterna ripresa di temi e argomenti nel corso della storia • Vantaggi - Scomposizione storica varie fasi - Riduzione della complessità - Semplice da ricordare • Problemi - Non impermeabile: es. Francoforte - Sfasamenti temporali: es. post- - Alcune teorie non entrano: Scuola canadese - No evoluzione lineare/progresso cumulativo - No un modello = un’epoca: scienza multi-paradigmatica Teorie dei media: modello adattato da Noelle-Neumann 1973, poi McQuail 1983 • Fase 1: potere quasi assoluto dei media, 1900-1930 (FORTI) –Teoria ipodermica • Fase 2: «effetti limitati», 1940-1960 (DEBOLI) Sociologia dei mass media ! di !6 70 Teorie dei media Società di massa Sociologia Introduzione Significato «mass» Significati ed elementi sociologici del corso 1900-1930 Potere forte dei media Prime teorie della società di massa • Capitalismo/Fordismo • Metropoli • Individuo e società • Società di massa e psicologia delle folle 1940-1960 «Effetti limitati» [Scuola canadese] • Scuola di Francoforte • Morin e cultura di massa • Funzionalismo • Marxismo 1970-1980 Ritorno degli effetti forti • Criminalità e devianza • Stratificazione e classi sociali 1980-oggi Influenza negoziata Famiglie e relazioni d’intimità 1990-oggi Teorie digitali • Individualismo • Fine delle masse? • Post industriale • Post fordismo • Post moderno • Ecc... Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch –Ricerca amministrativa USA –Approccio funzionalista • Fase 3: ritorno ai media potenti, 1970-1980 (FORTI) –Agenda setting –Teoria della coltivazione –Scarti di conoscenza • Fase 4: Influenza negoziata, fine anni ’70/inizio ‘80-oggi –Cultural studies (mancano teorie digitali poichè è stato scritto negli anni ’70) Nascita della società di massa, capitalismo/fordismo, metropoli, teoria ipodermica e dintorni La società di massa • Processi storici concatenati (dalla seconda metà dell’Ottocento) 1. Nuovi media 2. Industrializzazione: il fordismo, il capitalismo e Max Weber 3. Urbanizzazione: la metropoli e Georg Simmel • Risultato: isolamento del singolo nella massa anonima –Eccesso di specializzazione (Comte) –Progressivo isolamento (Tonnies): da comunità a società —>Sociologia deve combattere isolamento! INDUSTRIALIZZAZIONE Molte persone delle campagne decidono di lasciare l’agricoltura per spostarsi nelle citàà e lavorare nelle fabbriche. Si creano così nuove forme di lavoro. • Fine Ottocento, taylorismo e «organizzazione scientifica del lavoro»: ritmi basati sui ritmi della natura (si inizia quando il sole sorge si smette quando tramonta), l’arte dell’arrangiarsi è più importante dell’organizzazione del lavoro stesso. L’operaio deve specializzarsi in una fase, un gesto, un momento della produzione poichè saper fare tutto è dannoso e far perdere tempo nella fabbrica. • 1908: Fordismo (applica i principi del taylorismo alla sua fabbrica) –Fabbrica: luogo di lavoro extra-domestico –Catena di montaggio (e Chaplin): ciascun operaio è addetto ad una sola fase della produzione del prodotto. Questa catena è la traduzione pratica di un idea teorica. –Produzione e consumo di massa (Ford T): H. Ford: “Any customer can have a car painted any color that he wants as long as it is black.” —> la scelta del consumatore è nulla. Milioni di modelli tutti uguali l’uno all’altro (produzione in serie). Bisogna che questi modelli vengano venduti così che ci possa essere un aumento dei salari. L?idea di Ford era quella di aumentare i salari dei suoi dipendenti così che si potessero permettere di comprare la macchina che loro stessi avevano prodotto. –Tempo: 1884, conferenza a Washington nella quale le terra viene segmentata in meridiani e paralleli, questo porta alla centralità di Londra (Greenwich). Senza orologio Sociologia dei mass media ! di !7 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Tema sociologico per eccellenza: il singolo e la comunità in cui vive – Individuo come prodotto della società - Durkheim sostiene che l’individuo è un prodotto della società, ovvero che l’individue si adatta alla società ed è la società che lo costruisce se lo stesso individuo avesse vissuto in un altra società sarebbe una persona diversa. – «Coscienza collettiva»: insieme “delle credenze e dei sentimenti comuni alla media dei membri di una società” (1893) - sentimenti comuni ai membri di una società. La società crea un patrimonio di concetti, cosi chiamata coscienza collettiva, ma che cos’è? E’ un sistema di valori che si basa sulle leggi. – Il suicidio. Studio di sociologia (1897) - Correla i numeri agli eventi che avvengono nella società. Nota come in alcune nazioni il suicidio è molto più alto di altre nazioni. • Tassi di suicidio sono correlati a variabili sociali (es. paesi protestanti: maggior tassi di suicidio) - Come mai? C’è qualcosa nei singoli individui? no perché l’individuo è società. Ma nei paesi protestanti ci sono meno legami famigliari, questo isolamento porta ad un tasso maggiore di suicidio. Anche alcune temperature stagionali. Il cambiamento positivo o negativo, aumenta il tasso di suicidio perché l’uomo ha difficolta ad adattarsi. • Suicidio egoistico, altruista, anomico - tre diversi tipi di suicidio: egoistico altruista: il capitano che affonda con la sua nave, vedove indiane anomico: assenza di norme, non ci sono certezze. Psicologia delle folle In questo periodo vengono analizzate le folle, individui che fanno cose comuni tutti assieme. Scipio Sighele
 La folla delinquente (1891) - Il contagio sociale - nella folla le persone si comportano in un modo che mai si sognerebbero di attuare se fossero da sole. - Folla non è somma di individui (maza- impasto etimologia latina) - Suggestione e conduttori delle folle, (tra questi il giornalista) - Capacità di un individuo di far muovere un sacco di persone. Forza. “Il giornalista fa rimanere l’impronta sul gesso bagnato”v —> influenza del giornalista Sociologia dei mass media ! di !10 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Gustave Le Bon 
 Psicologia delle folle (1891) - Folle omogenee ed eterogenee - distinzione di folle, per esempio masse omogenee è quella parlamentare, masse eterogenee folla di strada. - Grazie ai media, un leader/gruppo sociale possono guidare folla - Folla non è singole unità che la compongono “Ciò che più ci colpisce di una folla psicologica è che gli individui che la compongono acquistano una sorta di anima collettiva per il solo fatto di trasformarsi in massa. Tale anima li fa sentire, pensare e agire in un modo del tutto diverso da come ciascuno di loro – isolatamente – sentirebbe, penserebbe, agirebbe” (1891)
 Gabriel Tarde
 L’opinione e la folla (1901) L’800 periodo spartiacque, la formazioni delle opinioni cambia dalle società tradizionali a quelle di massa - Società tradizionali: conversazioni - Società di massa: media di massa - rompono la possibilità di discutere in piccoli gruppi (visione negativa) Lui non parla di folle ma di pubblici «Non posso dunque concordare con un vigoroso scrittore, il Dr. Le Bon, che afferma che la nostra epoca sia l’“era delle folle”. È l’era del pubblico o dei pubblici, cosa ben diversa» (p. 62) «l’età delle folle appartiene al passato e la società sta entrando nell’ ‘era dei pubblici’. Al contrario della folla, concerto di contagi psichici essenzialmente prodotti da contatti fisici, il pubblico o i pubblici, prodotti dalla lunga storia dei mezzi di trasporto e di diffusione, ‘progrediscono con la sociabilità’. Non si appartiene che a una sola folla alla volta, ma si può fare parte di più pubblici nello stesso tempo» Quindi la folla è un insieme di invidi che stanno tutti insieme, si può appartenere a più pubblici che non sono un insieme di persone fisicamente insieme. Il contagio delle persone non avviene soo quando sono insieme concretamente ma anche quando sono da sole, perché anche se da sole per persone si sentono parte di pubblici. «Di solito il lettore non si rende conto di subire questa influenza persuasiva, pressoché irresistibile, del giornale che legge abitualmente. Il giornalista, da parte sua, avrà coscienza, piuttosto, della propria condiscendenza verso il pubblico, del quale non dimentica mai la natura e i gusti. Il lettore è ancora meno consapevole: non immagina nemmeno l’influsso esercitato su di lui dalla massa degli altri lettori» (p. 55) Il lettore non si accorge di essere influenzato. «La folla, gruppo più naturale, è più assoggettato alle forze del mondo fisico; essa dipende dalla pioggia o dal bel tempo, dal caldo o dal freddo; […]. Un raggio di sole la Sociologia dei mass media ! di !11 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch raduna, un acquazzone la disperde. […] Ma il pubblico, gruppo di un ordine superiore, non è soggetto a queste variazioni e a questi capricci dell’ambiente fisico, della stagione o del clima» Si formano inconsapevolmente intorno ai media. Elementi interessanti della psicologia delle folle - Folla più della somma di individui - Folla (e pubblici) suggestionabile, guidabile, manipolabile (e quindi sottomessa) anche dai media - Dalle folle ai pubblici (dei giornali) = in nuce l’idea di opinione pubblica Walter Lippman - L’opinione pubblica (1922) “Chiamiamo grossolanamente affari pubblici quegli aspetti del mondo esterno che hanno a che fare con il comportamento di altri esseri umani, in quanto questo comportamento si incroci col nostro, dipenda da noi, o ci interessi. Invece le immagini che sono nella mente di questi esseri umani, le immagini di se stessi, di altri, delle loro esigenze, dei loro intenti e dei loro rapporti, sono le loro opinioni pubbliche. Le immagini in base a cui agiscono gruppi di persone o individui che agiscono in nome di gruppi, costituiscono l’Opinione Pubblica con le iniziali maiuscole” (p. 22) Le opinioni pubbliche sono le immagini che stanno nella mente degli esseri umani, come noi ci immaginiamo e come immaginiamo gli altri le nostre esigente e quelle degli altri, queste immagini sono così forte che ci fanno comportare in una determinata maniera. Ma cosa intende Lippman con queste “immagini”? “Il nostro assunto è che ciò che l’individuo fa si fonda non su una conoscenza diretta e certa, ma su immagini che egli si forma o che gli vengono date. Se il suo atlante gli dice che il mondo è piatto, l’uomo non farà rotta verso ciò che ritiene essere l’orlo del nostro pianeta per paura di cadere giù. […] Il modo in cui il mondo viene immaginato determina in ogni momento il comportamento dell’uomo” (pp. 19-20) Non possiamo conoscere tutto ciò che avviene nel mondo, quindi ci dobbiamo basare su altre nozioni che ci vengono date. Queste immagini sono cosi potenti che guidano il comportamento. Perchè proprio tra otto e novecento la folla fa paura? 
 Questa nuova forma di società umana faceva paura perchè non c’era mai stato niente di simile prima. La nascita di una nuova forma di società umana spaventa: la società di massa e la paura per i primi scioperi operai, sommosse pubbliche • Ipnotizzatori sociali: es. Fritz Lang, Il dottor Mabuse; Bulgakov, Il maestro e Margherita • Un’altra visione purificatrice della folla: il Futurismo e Boccioni —> avanguardia artistica legata all’innovazione, individua la folla come l’elemento fondamentale per far transitare la contemporaneità dal presente al futuro. Gli ipnotizzatori sociali: Fritz Lang, Il dottor Mabuse, 1922 Sociologia dei mass media ! di !12 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - Domanda: “Quale effetto hanno i media sulla società?” —> a stimolo che i media danno corrisponde una risposta univoca, monocorde. - Risposta: S —> R, se una persona è raggiunta dalla propaganda è manipolata —> se una persona è raggiunta dalla propaganda dei mezzi di comunicazione, quella persona automaticamente è manipolata. - Perché?
 (cani di Pavlov) Media “inoculano” stimoli che ottengono risposte da esseri umani (bullet theory; proiettile magico; cinghia di trasmissione) —> i media sembrano, quasi come siringhe, inoculare degli stimoli che ottengono risposte. 
 Isolamento dei pubblici dei mass media —> i pubblici dei mass media sono isolati, passivi. 
 Audience indifesa e passiva —> l’audience è indifesa, non può difendersi dalla propaganda dei media. - Teoria dei media onnipotenti Limiti: - Pubblico non ha ruolo: tutti sono raggiunti dagli stessi messaggi e rispondono allo stesso modo —> il pubblico non ha alcun ruolo, tutte le persone raggiunte dallo stesso messaggio hanno la stessa reazione. - Comunicazione: passaggio di informazione da A a B —> la comunicazione è un massaggio di informazioni da un mittente a un destinatario, se tutto va bene, l’informazione ha colto nel segno. - “Never was” (Lang 1981)
 Nessun ricercatore l’ha mai adottata esplicitamente… —> nessuno ha mai sostenuto la teoria ipodermica, ma è sempre stato un punto di partenza da cui i ricercatori sono partiti.
 …ma è stata più volte rievocata (anche nel senso comune) —> questa teoria è ancora oggi molto radicata, l’idea che i media inoculi, stimoli le persone è un’idea molto radicata. Rilevanza: - Punto di partenza per ricerca successiva —> si dimostra che la teoria ipodermica è molto spesso un punto di partenza per le teorie di comunicazione dei media successivi. - C’è un rapporto tra media e società —> si tratta per la prima volta di una teoria che mette in relazione due elementi importanti: società e media (stimolo – risposta). - Discorso giornalistico: media hanno effetti diretti —> i media hanno ancora oggi effetti diretti sulle persone. - Affascinante (in maniera duratura) perché semplice —> la teoria ipodermica è affascinante, molto semplice, le teorie successive saranno invece molto più complicate. Tra continuazione e superamento della teoria ipodermica: Payne Fund Studies (anni ’20 – ’30) Sociologia dei mass media ! di !15 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Background storico – sociale: Anni ’30, Stati Uniti: crescita della rilevanza ricerca empirica quantitativa - Bogardus: misurare i pregiudizi razziali —> a partire dagli anni ’30 si sviluppa l’idea che si possano misurare gli atteggiamenti umani. - Thurstone: misurare atteggiamenti Diffusione del cinema - 1922: 40 milioni di biglietti venduti/settimana - 1929: 40 milioni di minori al cinema - Preoccupazioni sociali: cinema influenza giovani generazioni? —> il pubblico del cinema è eterogeneo, vario, ma il fatto di avere bambini in sala però preoccupa la società, ci si domanda quale influenza possa avere il cinema sui più giovani. Questa preoccupazione accompagna la storia della comunicazione. Payne Fund Studies: - 13 ricerche tra 1929 e 1932 - Cosa studiano?
 1. Contenuti dei film (Dale 1935) - 1.500 film selezionati in 10 anni —> ricerca molto corposa, vengono selezionati 1500 film della Hollywood dell’epoca. - 10 generi più presenti: crimine, sesso, amore, mistero, guerra, infanzia, storia, avventura, commedia e questioni sociali —> questo risulta a prima vista immediatamente pericoloso. - Mostrati atteggiamenti pericolosi o devianti (es. tabacco e alcool) —> le scene devianti erano molto elevate. - Risultati: pericolosità dell’offerta! —> i risultati della ricerca furono “noi abbiamo un’offerta che 
 mette in luce elementi pericolosi e disgreganti per la società”.
 2. Effetti sul pubblico - Atteggiamenti (Peterson e Thurstone 1933)
 Verso gruppi etnici o questioni sociali (pena di morte)
 Misurazione prima e dopo esposizione —> questi atteggiamenti vengono studiati prima e dopo la visione del film, per valutare come quel film abbia influenzato a breve termine le persone.
 Risultati: mutazione atteggiamento a breve termine —>alcune ricerche diranno gli effetti a breve termine sono nulli, sono infatti più importanti gli effetti a lungo termine. - Comportamento quotidiano (Blumer 1933)
 Cinema influenza i bambini: giochi e stili di vita —> la visione di film da parte dei bambini influenzi addirittura i giochi che i bambini fanno (giocare ad essere qualcuno). 
 Cinema influenza anche adulti: linguaggi, etichetta (es. “femme fatale”, Aurora) —> anche gli adulti sono influenzati dal cinema, secondo diversi elementi. Le persone acquisiscono il linguaggio dei divi cinematografici, cambiando addirittura il loro modo di parlare, di vestire. Sociologia dei mass media ! di !16 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Continuazione e superamento della teoria ipodermica: - Continuazione: pubblico non può sfuggire all’influenza, «deve» imitare, cambiare linguaggio, ecc. —> sono considerati da un lato una continuazione perché il pubblico non può sfuggire all’influenza dei mezzi di comunicazione, le persone sono spinte da una forza irresistibile ad imitare. - Superamento (specie Blumer)
 Media e costruzione sociale della realtà —> dall’altro lato sono un superamento, infatti i media contribuiscono a costruire la realtà sociale. Tutte le cose che diamo per scontate sono state in qualche modo integrate nella società, riviste, plasmate; la società costruisce la propria realtà.
 Misurare effetti —> misurare gli effetti della comunicazione. 
 La ricerca amministrativa in USA 1940-1950 Anni ’40: guerra - Anni della guerra, molte delle teorie che studieremo sono legate appunto con il mondo militare, campagne che cercano di persuadere. - Finanziamenti bellici/pubblici - Studi psicologici sperimentali, situazione da laboratorio su un gruppo a campione. - Cominciano ad essere molto importanti i mezzi di comunicazioni commerciali: la radio. Principale mezzo di comunicazione anche per le famiglie e gli analfabeti. Anni ’50 - ’60: - Periodo post-bellico di boom economico. Post totalitarismi, periodo tranquillo - Anni in cui la televisione comincia ad arrivare e svilupparsi. - Ideale della democrazia americana - “Riscoperta” della comunicazione orizzontale, orizzontale, tra le persone. • La caduta dell’idea che siano solo i media ad influenzare le persone Superamento della teoria ipodermica • Pubblico non è (più) visto come isolato e omogeneo, messaggi e contesto influiscono - il pubblico non è più visto come isolato (per determinati motivi) si scopre che il messaggio e il contesto in cui i messaggi sono fruiti influiscono molto. • Passaggio a fase sperimentale > ricerca amministrativa è anche detta ricerca empirica americana - Non era mai stata messa alla prova la teoria ipodermica, quindi si decide di testare. • S > R non è reale (audience intrattabile) - Stimolo > risposta non è una visione reale di come funziona la comunicazione Audience intrattabile «L’audience si dimostrava intrattabile. Le persone decidevano da sole se porsi all’ascolto o no. E, anche quando ascoltavano, la comunicazione poteva risultare priva di effetti o Sociologia dei mass media ! di !17 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Frank Capra, Why We Fight, 1942-1945
 intro italiano e un esempio (Divide and conquer, 1943) I media hanno effetti limitati, non si può dire che non hanno effetti ma hanno effetti sono limitati. Fattore di mediazione del contesto sociale • Lazarsfeld, Berelson, Gaudet, The People’s Choice. How the Voter Makes Up his Mind in a Presidential Campaign, 1944 Domanda: come si formano le attitudini politiche nella campagna presidenziale 1940 (in una piccola cittadina Ohio)? Risultati: – Decisioni di voto guidate da “contatti personali” (e loro differenze dai mass media) - Maggior ragione della motivazione di voto, orizzontalità di questi contatti. Si discute, ci si confronta, si cambia quindi contrariamente ad un messaggio ai mezzi di comunicazione di massa che è direzionale non cambia in base a chi ha davanti, i contatti personali sono cambiali di tono e argomento. Non ci si sene manipolati. – Opinion leader - comunicazioni tra contatti personali hanno dei opinion leader – Flusso di comunicazione a due fasi - i leader vengono influenzati dai media che di conseguenza influenzano come “capi gruppo” i gruppi di individui che si fidano cosi di esperti. Questi leader influenzano molto di più. Ma da cosa sono influenzati i leader di opinione? «[…] si pensò di dedicare un’attenzione particolare a coloro che avevano modificato la loro intenzione di voto durante la campagna elettorale. Richiesti di indicare che cosa avesse contribuito alla loro decisione, essi risposero: ‘altre persone’. La fonte di influenza che sembrava di gran lunga superiore a tutte le altre nel determinare il modo in cui gli individui si formano delle opinioni era decisamente l’influenza personale. […] i dati indicavano altresì la presenza di persone che esercitavano un’influenza spropositatamente grande sulle intenzioni di voto dei propri colleghi. Si poteva inoltre vedere che questi leader d’opinione non corrispondevano affatto a quelle persone che venivano tradizionalmente considerate come detentori di influenza. I leader d’opinione sembravano infatti distribuiti in tutti i gruppi occupazionali e in tutti gli strati sociali ed economici. L’interrogativo successivo era abbastanza ovvio: chi e che cosa influenza gli individui dotati di influenza? Ed ecco che i mezzi di comunicazione rientravano nel quadro. I leader d’opinione dichiaravano infatti, in misura molto superiore a quella dei non leader, di essere influenzati dai massa media. A questo punto emerse l’idea che delle due fasi del flusso della comunicazione. In breve si tratta di questo: le idee sembravano passare dalla radio e dalla stampa ai leader d’opinione e da questi ai settori meno attivi della popolazione» (Katz e Lazarsfeld 1955) Sociologia dei mass media ! di !20 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch «In breve si tratta di questo: le idee sembravano passare dalla radio e dalla stampa ai leader d’opinione e da questi ai settori meno attivi della popolazione» (Katz e Lazarsfeld 1955) 
 
 
 Il “flusso a due fasi”: Katz e Lazarsfeld, Personal Influence, 1955 • Ricerca (travagliata) sui leader d’opinione a Decatur, MidWest USA nel 1944-1945 • Metodi di ricerca vari: campione di 800 donne, interviste, 2 questionari • Aree d’analisi: oggetti d’uso domestico, moda, spettacoli cinema, questioni d’interesse pubblico • Tema: in questo periodo di tempo cosa ti ha fatto cambiare idea in relazioni in questi mesi? (es cambiare marca di cereali a colazione) PERCHE’? • Risultati – Importanza leader > Interviste e ulteriore questionario su chi/cosa influenza gli influenzatori? I media! Leader hanno maggior consumo mediale – Una forma di leadership particolare “Il tipo di leader di cui ci interessiamo in questo studio, quelli che noi chiamiamo leader d’opinione, guidano gruppi informali piuttosto che formali, caratterizzati dalla presenza di relazioni faccia-a-faccia. Ne dirigono le opinioni e i mutamenti d’opinione piuttosto che l’azione. Ciò che chiameremo leadership d’opinione, se pure possiamo chiamarla leadership, è una leadership nella sua forma più semplice: esercitata casualmente, talvolta involontariamente e inconsapevolmente, entro piccoli gruppi di amici, membri della famiglia, vicini di casa. […] una forma di leadership quasi invisibile e sicuramente non appariscente al livello ordinario, intimo, informale, del contatto quotidiano nel rapporto tra persone […] (pp. 105-106 e 138) —> «La ricerca suggeriva che ci fosse un passaggio d’informazioni a due stadi basilari: il primo, dai media agli individui relativamente bene informati che seguivano con una certa regolarità le comunicazioni di massa; il secondo passaggio era da queste persone, attraverso i canali interpersonali, agli individui che erano meno direttamente esposti ai media e dipendevano dagli altri per le loro informazioni. Questo processo di Sociologia dei mass media ! di !21 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch comunicazione viene chiamato ‘flusso di comunicazione a due stadi’ (two-step flow of communication)» (Fleur e Ball-Rokeach 1989) Come risultato si ha ciò che abbiamo detto precedentemente ovvero che: La forza dei leader influisce e media sulle masse questi leadership vengono a loro volta influenzati dai media e creano dei leader di opinione. (Esiste ancora oggi questa flusso di comunicazioni a due fasi?) Lettura “Guerra dei mondi” Classico della comunicazione L’importanza di Personal influence • Una prima storia delle teorie dei media • Media non hanno potere manipolare atteggiamenti e scelte degli individui • Individui non sono isolati • Bernard Berelson (1959): fine della sociologia della comunicazione? Paul Felix Lazarsfeld - Psicologo austriaco • 1925: Istituto di psicologia dei problemi economici e sociali (Vienna) • 1933: borsa della Rockfeller Foundation (Newark) • 1937: Office of Radio Research (Princeton) con Cantril • 1939: Bureau of Applied Social Research (Columbia) • Durante la guerra - Ruolo politico – Dirige il “War communication research project” (Library of Congress) – Presidente del “Foreign Broadcast intelligence service” (U.S. Office of War Information) Negli USA durante la seconda guerra mondiale i mezzi radiofonici fanno propaganda nella lingua del nemico (Foreign Broadcast), influenzare le sorti della guerra. Ruolo dei media > attivo Pubblico, messaggio e contesto: La guerra dei mondi 
 CBS, 30 ottobre 1938 • Radiodramma (Fiction per la radio) ideato da Orson Welles tratto dal romanzo di H.G. Welles era sull’invasione dei marziani in USA • 6 milioni di ascoltatori, 1 milione è colto dal panico - ha creato effettivamente terrore sulla base di un pensiero emesso dai media Ascoltiamo assieme:
 O. Welles, La guerra dei mondi, 1938 Lezione terribile —> la radio far credere e immaginare che ci siano davvero i marziani Sociologia dei mass media ! di !22 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - Talcott Parsons (dagli anni Trenta) - Merton: funzioni e disfunzioni (media); utilità e inutilità - Per esempio la burocrazia, è indispensabile ma è molto complicata. - Luhman (neo - funzionalista): teoria dei sistemi - la società è composta da sistemi e la comunicazione tra sistemi è fondamentale, questi sistemi continuano a comunicare, si sovrappongono. Ma gli stessi sistemi comunicano comunicazione per tenere la realtà in equilibrio. Funzione interessante della comunicazione, integrazione dei sistemi sociali. Una macro funzione di tenere in equilibrio, principio regolatore. Aspetti funzionali e disfunzionali (Lazarsfeld e Merton 1948) Media e norme sociali • Funzione: pubblica denuncia e rafforzamento delle norme esistenti - difficile che sui media si
 vedano delle rotture delle norme esistenti. I media di massa sono forse più arretrati di quanto privatamente la società opera. Esempio droga - parlano dei problemi della droga ma poi si fanno di droga e i mass media in questo caso hanno una funzione di denuncia e rafforza la norma (in una società sana non si fanno uso di droghe) però privatamente poi uno fa come vuole. Quanto un società tollera in pubblico e quanto privatamente. Come negli anni ’70 leggi sull’aborto e il divorzio in un paese molto cattolico come l’Italia. La società è cambiata, c’erano idee non dichiarate in pubblico e nei mezzi di comunicazione di massa ma veniva tollerato nella sfera privata infatti con i referendum poi si è votato pro aborto e pro divorzio. • Disfunzione: conformismo - la vita viene molto complicata - rischiare il conformismo, non essere progressista ma rimanere su un territorio neutro che segue le norme della società, quindi i media non hanno questa funzione di innovare la società. Mantengono la società conforme senza mai cambiare ed evolversi. Media forniscono informazioni sulla società • Funzione: informazione - orologi pubblici, i media ci comunicano dei comportamenti • Disfunzione: overload informativo - eccesso di informazione possono succedere diverse cose: - Disconnessione/digital detox/dieta digitale - stacco dai media, disintossicazione. “The information Diet” libro. Stiamo diventando obesi dal punto di vista del peso vero e proprio e l’altro il peso dell’informazione. Iper-nutrizione e iper-informazione quindi stacco da essa. - + informazione = + comprensione? NO! Merton e la disfunzione narcotizzante - equazione se io sono più informato riuscirò a capire meglio un argomento, Merton sostiene che a volte sia l’esatto contrario. Molte informazioni ma si rimane in superficie. Anzi può essere l’esatto contrario giunge a confondere le cose ovvero io sono informato ma non è detto che la conosco bene, narcotizza porta a pensare di avere tutte le informazioni, richiudendo cosi le persone in un “sapere”. E poi, « L’espansione delle comunicazioni di massa stia distogliendo le energie umane dalla partecipazione attiva per trasformarle in conoscenza passiva. » Partecipazione attiva vs partecipazione passiva. Sociologia dei mass media ! di !25 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Pubblicità (es. pubblicità sigarette e Mad Men) La società è veicolata dai mezzi di comunicazione di massa. • Funzione: scambi economici, orientamento consumatore (la pubblicità parla, ci indirizza verso un determinato prodotto), finanziamento mass media (quanti finanziamenti sono investiti nei mass media e social network, maggiore espansione dei mezzi di comunicazione). • Disfunzione: non culturale, intrusiva, manipolazione - non sia culturalmente accettata in alcuni programmi, non si ritiene un contenuto adeguato, pubblicità fastidiose. La pubblicità è in grado di manipolare per esempio con la pubblicità occulta. Pubblicità delle Lucky Strike sigarette nel film Mad Men La pubblicità è la felicità e la cosa che conta è creare un prodotto che è fatto bene (il tabacco è tostato). Orientare la società verso un prodotto, avere finanziamenti Media danno prestigio/celebrità • Funzione: essere informati e la forza nei media che danno prestigio - informazione diretta alla pubblicità, coloro che sono informati sono opinion leader (diversa forma di OL della settimana scorsa che era più suddivisa in gruppi) quella forma che acquisiscono celebrità per il fatto di essere ben informate e attive e che i mezzi di comunicazione di massa danno prestigio, l’apparenza da prestigio. Mostrando una persona gli danno automaticamente importanza. • Disfunzione: ricerca ossessiva della celebrità - si cercano costantemente persone famose e dei cerca di diventare famosi. (Molto fragile) > Ricerca dell’adesione del gruppo, la ricerca possessiva del essere al centro dell’attenzione. Ricerca più likes- diminuzione di droga. Media e la pubblica denuncia «Nella società di massa, questa funzione di pubblica denuncia è istituzionalizzata nei mezzi di comunicazione di massa, che denunciano deviazioni abbastanza note all’opinione pubblica, e di regola ciò suscita una certa dose di reazione pubblica contro quanto privatamente è tollerato […]. A volte, i mezzi possono fare di questa attività di denuncia una vera e propria ‘crociata’. Lo studio delle crociate promosse dai mezzi di comunicazione di massa sarebbe di grande aiuto per rispondere a certi interrogativi fondamental i c i rca la relaz ione dei mezzi s tess i con l ’az ione sociale organizzata» (Lazarsfeld-Merton, 1948) Disfunzione narcotizzante «Il cittadino interessato […] giunge a confondere il conoscere i problemi del giorno col fare qualcosa in proposito. La sua coscienza sociale è perfettamente a posto. Egli ha interessi, si tiene aggiornato e ha idee di ogni genere su quanto andrebbe fatto. Ma una volta finita la cena, ascoltati i suoi programmi preferiti e scorso il secondo giornale della giornata, non gli resta che andare a letto […]. Che i mezzi di massa abbiano migliorato il grado di informazione della popolazione è evidente. Eppure può darsi che, indipendentemente dalle intenzioni, l'espansione delle comunicazioni di massa stia Sociologia dei mass media ! di !26 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch distogliendo le energie umane dalla partecipazione attiva per trasformarle in conoscenza passiva» (Lazarsfeld-Merton, 1948) Approccio “usi e gratificazione” (usato tra gli anni ’30-’70) C’è un nesso tra le gratificazioni e i contenuti dei media. I messi di comunicazione gratificano le persone. - Interazione sostitutiva: media e solitudine (Herbst 1995) - non vogliamo la solitudine, la radio è una voce in casa, i media tengono compagnia! I media sostituiscono i rapporti personali. - Argomenti di conversazione (Bogart 1955; Herzog 1944) - danno spunto a conversazioni, argomentazioni, discussioni. Ci si trova a parlare dei media dell’ultima puntata di.. Oggi se ne parla tantissimo, sopratutto sui social media, i media parlano di se stessi. - Distensione emotiva (Herzog 1944) - bisogno fondamentale della società: sentirsi parte di un gruppo, di ridere e anche piangere con questo gruppo. Grazie ai media mi sento parte di una comunità e mi emoziono. - Divisione del lavoro tra media: audience ha alternative funzionali! (Katz, Gurevitch e Haas 1973) - divisione tra mezzi di comunicazione in base a come la audience si sente, l’umano è perfettamente capace di capire a quale mezzo di comunicazione adattarsi in base allo stato d’animo (telefono, televisione, radio, cinema, film..). Ogni volta che abbiamo un bisogno sappiamo che abbiamo davanti a noi un panorama molto ampio a cui rivolgerci. Funzionalismo/usi e gratificazioni: oltre la logica ipodermica - Funzioni/disfunzioni: medium possono essere interpretati in maniera diversa in diversi contesti - difficile che per tutte le società lo stimolo abbia la stessa risposta - Stesso medium, più bisogni - range di possibilità molto ampio e quindi i media devono corrispondere a più bisogni - Sistema dei media tra i tanti sistemi in competizione (Luhman, neo-funzionalista) - i media sono uno tra i sistemi che regolano, non hanno impatto assoluto perché devono collaborare con altri sistemi - Individui non sono isolati (come sosteneva la teoria ipodermica): es. media danno argomenti di cui parlare - quindi non isolano Marxismo e scuola di Francoforte Karl Marx - riassunto dei concetti chiave di Marx e della sua teoria critica 1.Materialismo storico - Metà ‘800, la struttura economica ha il mese maggiore se vogliamo capire la società, la società è guidata dalle strutture economiche quindi ha una posizione di forza e le condizioni materiali in cui vivono gli esseri umani li condiziona e l’economia è la macchina principale di questa condizione. L’economia ha un valore essenziale per capire la politica, la società ecc.. Sociologia dei mass media ! di !27 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch stessa industria culturale, film=scatola di cereali, radio=automobile. Non è prodotti di un elevazione culturale quindi film, radio non sono arte. IndustriA culturale (singolare) perché sono un tutt’uno, vanno nella stessa direzione. Industria culturale - Adesione a-critica e subdola - idea che l’industria culturale non impone, prodotti abbiano nel DNA un adesione totalitaria che è acritica e subdola. La società non critica il prodotto di per sé. • Pseudo-individualismo e passività - L’obiettivo è ridurre, il singolo che ascolta il programma ad uno pseudo- singolarismo. (?) • Dare all’individuo-consumatore ciò che vuole/crede di aver bisogno (amusement) - idea che l’industria culturale non impone ma da quello che l’individuo vuole, assecondano inostri desideri. Grande macchina di intrattenimento. Non pensare, non riflettere, essere già d’accordo. Molto grave per i Francofortisti. • Totalitarismo dolce - l’industria culturale è molto simile al comunismo, nazismo quindi crea una sorta di totalitarismo ma lo definisce dolce, cioè un organizzazione economico-tecnica, non terroristica quindi non imponendo, che opera mediante la manipolazione dei bisogni da parte di interessi costituiti, inducendo bisogni, in altre parole, coinvolgimento del consumo. Totalitarismo perché è ad una dimensione, comprare gli stessi prodotti, non permette il dissenso. - Consumo distratto e senza sforzo - Consumo distratto, i produttori devono escludere il fatto che lo spettatore pensi. Lo spettatore non deve sforzarsi, i prodotti vanno venduti con un certo ritmo, senza che lo spettatore si sforzi. - Prodotti mediocri - critica alla superficialità, del prodotto, prodotti di bassa qualità, mediocri ( musica leggera molto criticata ). Non prendiamo in considerazione il singolo messaggio ma prendere il tutto per intero, l’industria culturale. Se i prodotti fossero difficili da capire non andrebbero bene con il credo dell’industria culturale. - Stereotipizzazione e generi - sistema di genere (meccanismo potente), stabilizzare. Più qualcosa è riconoscibile più la reazione che provocherà sarà standardizzazione. Riconoscimento dell’industria che lavora sulla standardizzazione. Il profitto, il capitale ha conquistato il predominio sulla cultura e l’industria culturale si ripresenta con elementi nuovi ma sempre uguali (nuovo film, stessa durata serie tv, temi ricorrenti) il cambiamento maschera lo stesso scheletro. Francofortisti: forte differenza cultura bassa e cultura alta. Se una cosa è troppo accessibile è mediocre. Casi di studio analizzati dai francofortisti 1.Nazismo e industria di Hollywood 2.La radio commerciale americana   Sociologia dei mass media ! di !30 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch 1. Adorno in particolare individua una forte similitudine tra il nazismo e Hollywood: - Cultura prodotta per la massa - in entrambe le culture i beni prodotti fosse prodotta per la massa. Secondo i francofortisti questo è molto negativo, perché tutto ciò che e massa è negativo. - Cultura creata e difesa da un’unica istituzione - totalitarismo dell’istituzione: film di Hollywood tutto uguale e i gerarchi del nazismo che decidono tutto. Non c’è una critica interna. - La cultura è consumata da un’audience passiva e omogeneizzata - “Continuano a desiderare ostinatamente sempre la stessa pappa che gli hanno messo davanti una volta” (Adorno 1958, sulla musica leggera). 2. Radio commerciale in USA - Mercificazione della cultura di massa - non è possibile che un’opera classica venga interrotta con pubblicità di lassativi. Non si può mettere tutto sullo stesso piano. - Programmi gratuiti - il buon ascoltatore è colui che ascolta e poi compra - Sono citati una serie di interesse economici e media dietro il messaggio radiofonico, vendere merci - Il totalitarismo della radio - radio commerciale = radio totalitaria • Fa propaganda • Radio come medium centrale • Pubblico uniforme tutto uguale, la massa Riflessione e discussione attraverso un film 3.  Carpenter, Essi Vivono, 1988 Rileggere il film nell’ottica della scuola Francoforte 1.Controllo economico-mediatico - consumo dell’industria culturale (guarda la tv, consuma, il denaro è il tuo dio). I media e la merce sono la stessa cosa, veicolano i messaggi, entrambi devono essere consumati. 2. Narcotizzazione del pensiero critico - adesione subdola e acritica, la massa deve dormire, non pensare, non svegliarsi. 3. Controllo politico - obey > obbedisci. Controllo del pensiero delle merci, del modo di vivere, della visione di cos è importante. “Il nuovo ordine è possibile grazie alla vostra grande malleabilità. Noi crediamo nel progresso e che l'America sarà all'avanguardia se continuerà a professare la sua fede nell'autorità” Presidente-alieno in tv Teoria critica vs ricerca amministrativa/funzionalismo Sociologia dei mass media ! di !31 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - Influenzare società vs. Rispondere ai committenti - Marx vuole influenzare la società con la teoria critica, il funzionalismo risponde a delle richieste - Totalità vs. Singola situazione mediatica - francofortisti guardano alla totalità della società la ricerca amministrativa dobbiamo empiricamente con approcci quantitativi quanto il messaggio radiofonico possa influenzare il gruppo di ascoltatori. - Rilevanza teorica: totalitarismo soft (forte) vs. Two-step flow - - Interpretazione vs. Empirismo/misurazione: Adorno (1950) parla di “scetticismo riguardante ogni informazione di prima mano ricevuta dagli ascoltatori. Dobbiamo cercare di capirli meglio di quanto loro stessi si capiscano” - Scuola di Francoforte ha l’obiettivo di cambiare e rivoluzionare la società e di interpretare quello che la società produce. Non ha la funzione di misurare. Noi dobbiamo essere scettici su quello che gli spettatori ci dicono, “Dobbiamo capirgli meglio di quanto loro stessi si capiscano. “ - Manipolazione (in ottica ipodermica?) vs. Effetti limitati - quando parliamo di manipolazione ci ricorda la teoria ipodermica. Non ha mai criticato la teoria ipodermica anzi sembra quasi che la sostanza sotto alcuni aspetti. La teoria del funzionalismo invece sostiene gli effetti limitati dei mass media. Scuola di Francoforte oggi, digitale - Soluzionismo e Cyberutopismo secondo Morozov - idea che i media digitale siano in qualche modo la risposta a molti dei mali della società. Internet, la soluzione di un male. - Fuchs, Neocapitalismo della Silicon Valley - contrariamente alle premesse di qualche anno fa le aziende digitali (Facebook, Amazon Google..) non hanno abbattuto il capitalismo ma lo hanno incentivato, turbo-totalitarismo. Queste aziende: • Sfruttamento dei propri lavoratori (anche se non sono vendute cosi tramite post) - i lavoratori vivono all’interno dei campus, sono quindi sempre a disposizione. Visione Marxista • Imposizione di posizioni dominanti nel mondo clamorose mondiali (nonostante l’economia della condivisione) • Raccolta di dati personali in cambio di connessione o semplicità/convivenza - in tutto c’è un risvolto pro-azienda ( Es. Palloni connessione wi-fi del Sud Africa messi da Facebook, quindi una persona può accedere alla rete solo attraverso Facebook) concediamo i nostri dati personali in cambio di connessione. Stereotipi pro e contro la cultura di massa (U.Eco, Apocalittici e integrati, 1964) Sociologia dei mass media ! di !32 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - Polemica vs. ricerca amministrativa: studiare la totalità, non si possono studiare solo i singoli messaggi perchè la cultura di massa è qualcosa di più rispetto a questi. Bisogna capirla nella sua globalità (*) - Polemica vs. Scuola di Francoforte: «Terza Cultura» da studiare (e amare) senza elitismi (*) (*) • Definizioni di cultura di massa - Simboli, valori, miti utili alla vita pratica e all’immaginario - Prodotto industriale, consumo quotidiano - Trasversale alle classi sociali - Mass media —> Pop art (*) Contro la ricerca amministrativa “[…] l’ottica indicante comunicazione di massa impedisce di cogliere il problema ‘cultura di massa’ […]. Le categorie utilizzate spezzano l’unità culturale implicita nelle comunicazioni di massa, eliminando i dati storici, pervenendo alla fine sia a un livello di particolarità difficilmente generalizzabile, sia a un livello di generalità inutilizzabile” (p. 191) (*) Contro la scuola di Francoforte: studiare (e amare) la terza cultura «Gli intellettuali rigettano la cultura di massa negli inferi infra-culturali. Un atteggiamento umanistico deplora l’invasione dei sottoprodotti culturali dell’industria moderna» (p. 9) Occorre «che l’osservatore partecipi all’oggetto della sua osservazione; occorre in un certo senso amare il cinema, avere piacere ad introdurre una moneta in un juke-box, divertirsi con le macchine a gettone, seguire gli incontri sportivi alla radio e alla televisione; canticchiare l’ultima canzonetta; essere un po’ della folla, delle feste da ballo, dei capannelli di curiosi, dei giochi collettivi. Occorre conoscere il mondo senza sentirvisi estranei; divertirsi ad andare a zonzo per i grandi boulevards della cultura di massa» (p. 13) La cultura di massa è una vera e propria “Terza Cultura, nata dalla stampa, dal cinema, dalla radio, dalla televisione, la quale compare e si sviluppa disponendosi accanto alle culture classiche – religiose o umanistiche – e nazionali” (p. 6) (*) La cultura di massa “E’ all’indomani della seconda guerra mondiale che la sociologia americana scopre la Terza Cultura, la riconosce e la nomina: mass-culture. Cultura di massa: vale a dire, prodotta secondo le norme della fabbricazione industriale di massa; divulgata mediante tecniche di promozione di massa (che uno strano anglolatinismo chiama mass-media); rivolta a una massa sociale, cioè a un gigantesco agglomerato di individui colto al di qua e al di là delle strutture interne della società (classi, famiglia, ecc.)” (p. 30) “Un prodigioso sistema nervoso si è costituito nel gran corpo planetario: parole e immagini sciamano dalle telescriventi, dalle rotative, dalle pellicole, dai nastri magnetici, dalle antenne radio e televisive; tutto ciò che si muove, naviga e vola, trasporta giornali e Sociologia dei mass media ! di !35 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch settimanali; non c’è molecola d’aria che non vibri di messaggi che una macchina o un gesto rendono immediatamente udibili e visibili” (p. 29) Pop Art e cultura di massa Movimento culturale che nasce nella prima metà degli anni ’50 in Inghilterra, molto legato ai mezzi di comunicazione (a volte utilizzati per comporre opere o a volta rappresentati nelle opere). Non è una critica della società consumistica ma una rappresentazione della merce di consumo Richard Hamilton, Just what is it that makes today's homes so different, so appealing? 1956 Collage particolare, alcuni elementi vengono presi dai mezzi di comunicazione di massa (es. grandi riviste americane) ed elementi ritagliati da pubblicità. Fuori dalla finestra si può notare che la casa si trova vicino ad un cinema, ovvero vicina alle grandi possibilità dell’umanità, alla modernità. Dentro invece si possono notare il quadro di fumetti, la radio, l’ aspirapolvere, registratore ecc…(elettro-domesiti portati dalla cultura di massa) descrizione perfetta della casa della società di massa. Questi elementi rendono la casa così “appealing”. Andy Warhol «Quel che c'è di veramente grande in questo paese è che l'America ha dato il via al costume per cui il consumatore più ricco compra essenzialmente le stesse cose del più povero. Mentre guardi alla televisione la pubblicità della Coca-Cola, sai che anche il Presidente beve Coca-Cola, Liz Taylor beve Coca-Cola, e anche tu puoi berla.» MITI: Oggetti della venerazione della vita quotidiana che sta vivendo la società di massa. Così come la “zuppa Campbell” e la “Coca Cola”. Sociologia dei mass media ! di !36 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Tre caratteristiche cruciali della cultura di massa 1. Tensioni e tendenze contrapposte: la cultura di massa non è pacifica, all’interno di essa vivono delle tensioni a) Alto / Basso b) Nuovo / Sempre Uguale c) Medietas (sincretismo) —> Il divismo aiuta a superare contrapposizioni 2. Terreno comune tra diversi strati sociali: caratteristica cruciale 3. Nuovi bisogni individuali e cultura del loisir 1. Tendenze contrapposte: la società di massa, la “terza cultura” in cui ci si trova a vivere complica due precedenti culture contrapposte a) Alte/Basse • Società tradizionali: cultura alta ≠ cultura bassa • Cultura di massa: terza via —> contamina sia la cultura alta sia la cultura bassa. La cultura alta perde il suo ruolo esclusivo di cultura di élite (perde il suo prestigio intellettuale) poichè le classi medie-basse possono usufruire dei prestigi anteriormente appartenenti alla cultura alta. Fine delle divisioni nette (il kitsch): divisioni nette tra alto e basso cambiano. - Perdita delle principali caratteristiche di cultura alta-colta-raffinata / bassa-popolare - I media: divulgazione e contaminazione Kitsch: definizione da Treccani.it Kitsch ‹kič› s. m., ted. [propr. «scarto»; prob. der. del ted. dialettale kitschen «intrugliare»]. – Nell’uso com., produzione di oggetti presuntamente artistici, ma in realtà caratterizzati da ornamentazione eccessiva e dozzinale, banali e di cattivo gusto. Più propriam. il termine (comparso in Germania verso il 1860 e diffuso con l’attuale connotazione limitativa nella letteratura critica tedesca tra il 1920 e il 1940) indica ogni degradazione in senso manieristico dell’opera d’arte che, nella moderna civiltà di massa, assume aspetti rispondenti, quasi sempre grossolanamente, alle esigenze estetiche di destinatarî mediamente acculturati: riproduzione in serie del prodotto artistico (quadro, scultura, ecc.), che diviene così economicamente accessibile a gran numero di persone a scapito della sua autenticità e unicità; sostituzione dei materiali originarî (carta anziché tela, plastica invece di avorio, alterazione di colori e dimensioni, e analogam., nella musica, sovrapposizione di un ritmo di danza moderno su un brano di musica classica); inserzione o aggiunta di elementi giustificativi (termometri a forma di torre Eiffel, barattoli contenitori a forma di statua, e sim.); alterazione anacronistica del contesto (cronologico o ideologico) in cui di necessità si colloca l’opera originale; adozione, di solito del tutto acritica, dei principî manieristici dello straordinario, dell’eccessivo, del sovrabbondante. Oggetti che contaminano e degradano elementi della cultura alta 1. Tendenze contrapposte: Sociologia dei mass media ! di !37 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - che cos’è un mito? qualcosa che vive al di sopra. I miti ci spiegano alcune delle pratiche culturali. Ma anche che è l’idealizzazione di qualcosa che assume un carattere leggendario. Anche però la non corrispondenza alla realtà e infine un frutto dell’immaginazione. La star è un mito. Il mito viene generato dai media, nel corso del ‘900 è entrato nella realtà quotidiana. La realtà umana ha creato tanti tanti esempi che quella realtà inizia a diventare semi-fantastica, quindi la nostra realtà quotidiana si costruisce basandosi molto sul fantastico. “ Il mito fa da ponte tra il vissuto e il cosmo” ( P. Ortoleva, Miti a bassa intensità. Racconti, media, vita quotidiana, 2019 ) - Racconto: dimensione narrativa - Vissuto: radicato nella vita ordinaria - Cosmo: rendere visibili mondi immaginari - Fa da ponte: carattere dinamico - non è fermo “fa da ponte”. Bassa intensità (≠ alta intensità, classici) -Nel nostro tempo (≠ distanza mito classico) - stessi luoghi e tempi di quelli in cui vive il lettore. -Libertà del consumo (≠ obblighi e divieti) - il mito a bassa intensità contemporaneo ha molta libertà del consumo sopratutto. Compie delle scelte libere. -Esseri umani protagonisti (≠ figure con poteri sovra-umani) - Quelli contemporanei hanno come protagonisti esseri umani, della nostra stessa specie. Nicholas Ray, Gioventù bruciata (Rebel without a cause), 1955 James Dean muore giovane, ma riesce a sopravvivere all sua morte. Rappresenta un intera classe sociale. Ha permesso ad una classe anagrafica di affermarsi, di essere ribelle, ha incarnato e fatto vedere i canoni e la necessità della ribellione. Il giovane deve essere così. Eroi di oggi così forte 2. Terreno comune tra diversi strati sociali Cultura di massa - omogeneizzare il pubblico che la consuma ( stessa osservazione della scuola di Francoforte ). Costruisce un cosiddetto terreno comune per il pubblico che la consuma e si centra su un elemento, il consumo. I valori del consumo? I prodotti ci danno un’identità (sigarette, rossetto…). Uno degli effetti principali permette di sfumare le differenze tra le varie classi sociali (perdita della distinzione delle classi sociali). Sciogliere le tensioni. 3. Il loisir La cultura di massa, non solo impone o permette di adeguarsi ai bisogni più profondi ma induce a crearne dei nuovi. Fa emergere nuove necessità, esempio sogni affettivi, amore, immaginari, prodotti… Sociologia dei mass media ! di !40 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch La cultura di massa diffondendosi diffonde questa necessità dei prodotti. Disponibilità del tempo libero > svago, divertimento. La cultura di massa è stata in grado di riempire questo spazio legata al divertimento tramite i vari prodotti: film, radio, televisione. Fruiamo i media. Porta l’uomo a vedere il consumo come una auto-realizzazione, sono spinto a consumare. E’ diventata una vera e propria religione del consumo, manca la promessa dell’immortalità, è cosi una religione strettamente legata al QUI e ORA. Si fissa sulla terra, non verso l’ultra terreno. La cultura di massa ha una funzione: atrofizzare e nutrire. Opera in due direzioni diverse, ci consolano ma ci distraggono. Perché atrofizza? I media vivono per nuocerci. Mass media, romanzi, film ecc. ci fanno vivere un altra vita, ci rivediamo nei personaggi. Non le viviamo realmente ma in modo fittizio. Ci fanno viaggiare con l’immaginazione. Nell’opposto, i media ci nutrono, imitiamo i personaggi, prendiamo i loro comportamenti, ci spingono ad agire. Una religione del consumo? La cultura di massa «[…] non fa che riempire il loisir (con gli spettacoli, gli incontri sportivi, la televisione, la radio, la lettura dei giornali e dei settimanali), orientare la ricerca della salvezza individuale del loisir, e inoltre ‘acculturare’ il loisir che diviene stile di vita» (p. 71) «La cultura di massa, che in nuce è una religione della salvezza terrena, manca tuttavia della promessa dell’immortalità, del sacro e del divino, per potersi mutare in una religione vera e propria […] (essa) alimenta e sviluppa processi religiosi in quanto vi è di più profano, processi mitologici in quanto vi è di più empirico; […] Nella cultura di massa (però) l’osmosi tra l’immaginario e il reale è più stretta che nei miti religiosi o magici. L’immaginario non si proietta nel cielo, ma si fissa sulla terra […] la cultura di massa è realistica» (p. 222 e 224) Vita fittizia e modelli reali: atrofizzazione e nutrimento “Così la cultura di massa opera in due direzioni diverse. Da una parte i doppi vivono al nostro posto liberi e sovrani; ci consolano della vita che ci manca, ci distraggono della vita che ci è data; dall’altra ci spingono all’imitazione, ci danno l’esempio della ricerca della felicità. Da una parte, i bisogni insoddisfatti irrigano i grandi voli immaginari dell’azione e dell’avventura; dall’altra, la pienezza immaginaria della felicità e dell’amore irriga la vita empirica. Da una parte la cultura di massa nutre la vita, dall’altra, la atrofizza” (p. 187) 
 Critiche della teoria • No analisi sistematica • No scuola/filone di studi • Ne apocalittica, ne integrata - si limita a studiare questa terza via. • Non da una risposta riguardante gli effetti che i media hanno sulle singole persone. Si limita ad analizzare le caratteristiche. Sociologia dei mass media ! di !41 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Quindi perche studiarla? - Rilevanza nel fotografare i fenomeni centrali della cultura di massa - Terza via - Alto / basso - Nuovo / sempre uguale - Fiction / realtà - Omogeneizzazione - Immaginario che la cultura di massa riesce a sviluppare, apre le menti, da visione alterative a quelle a cui si e abituati - Divismo e mitologie - Loisir Scuola canadese Focus di interessi: Teoria ipodermica, Funzionalismo, Teoria culturologica… cos’hanno in comune? L’analisi dei messaggi emessi dai media Canadese: media in sè à «il medium è il messaggio», materialità tecnologica è elemento centrale per comprendere i media Cambiamento I teorici di Toronto non prendono in esame i messaggi ma i media in sé. Sostengono che “Il media sia in messaggio”. Media più importante del messaggio emesso dal medium. Molto importante capire qual è la forma dei media. Materialità tecnologica è uno degli elementi fondamentali per comprendere i mezzi di comunicazione. Questione sotto traccia: questione della tecnologia. Le tecnologie (fuoco, aratro..) sono molto più antiche di quanto pensiamo, nell’Ottocento e Novecento però, c’è stata un accelerazione. - Nuove forme di energia e nuove forme di produzione. Si passa da una produzione agricola a una produzione di massa, grazie alle macchine. “Michela Nacci, Pensare la tecnica, 2000” - visione buona e cattiva della tecnica. • Tema principe del Novecento: es. Heidegger, La questione della tecnica • Michela Nacci, Pensare la tecnica, 2000: tecnica buona / più spesso tecnica cattiva • Tecnologie sono antiche quanto l’umanità, ma accelerazione tra Otto e Novecento: – Nuove forme di energia – Nuove forme di produzione Harold Adams Innis Sociologia dei mass media ! di !42 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch aggiungere. Pensiero progressista. Nei media del ‘900 c’è sempre una dialettica del “sempre uguale”. – Tono agonistico (aggressività e pubblicità/social) - le società orali hanno un tono di sfida, parlano ad alta voce. Alle orecchie degli alfabeti, sembra un po aggressivo. Ong tono aggressivo sta tornando, per esempio nella pubblicità > ritorno all’oralità secondaria. I social media che a noi sembrano molto legati alla struttura, sono invece molto influenzati dall’oralità per esempio con le emoji - comunicazione non verbale ma facciale. Era in cui la scrittura è molto influenzata dall’oralità. – Pensiero omeostatico (adattamento al cambiamento e revisione del passato)  - il pensiero orale deve adattarsi al passato per esempio prendendo in considerazione la fiaba > in cui ci sono due re che sono in guerra, uno vince quindi da due diventano uno. Revisione del passato. La scrittura non cambia. L’edizione del libro stampato rimane cosi! Noi guardiamo alla storia con gli occhi del presente, tipiche di una società basata sull’oralità. Il ricordo cambia al cambiare della società. Questi quattro elementi ci evidenziano le due diverse modalità Citazione di Platone, Fedro Dio inventore di calcolo, geometria, astronomia e lettere dell’alfabeto Questo dio vuole vendere al Re l’alfabeto Re sostiene che l’alfabeto sia il contrario di quello che il Dio certe possa fare ovvero crede che possa far cessare l’uso della memoria fidandosi cosi dello scritto - depotenziamento della memoria. La grande differenza tra oralità e scrittura è la memoria In sostanza l’alfabeto serve per informare ma non serve per comprendere o crearsi una vera idea e opinione. Conclude dicendo che il libro può raggiungere tutti e può essere interpretato da tutti magari in modo anche sbagliato. PASSO MOLTO ATTUALE Facilità di raggiungere informazioni e la possibilità o meno di dimenticare (Diritto all’oblio). Esponente più importante della scuola canadese Herbert Marshall McLuhan Riguarda l’eredità di Innis e ha molte contenuti con lui Scrive molti libri i principali: - La Galassia Gutenberg (1962) - Gli strumenti del comunicare (1964) - spinge il termine “medium” Sociologia dei mass media ! di !45 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - L’intervista a PlayBoy (1969) - scrittura obbligatoria Stile di scrittura di McLuhan (peculiare e caratteristico) - “A mosaico” - sezione affiancate che magari non hanno neanche tanto senso una di fianco all’altra. - Libri a forma di ipertesto (anziché di testo), continui collegamento e rimandi, non lineare che la rende anche complicata da leggere. Nella biografia viene riportato che McLuhan leggeva molto, leggeva i libri da metà ecc.. Riflessioni di McLuhan i media e i sensi Gli strumenti del comunicare (1964) (Understanding Media) Aforismi/slogan di McLuhan: - Media come estensione dell’uomo - i media estendono i sensi umani per esempio il telefono estende l’orecchio, televisione estende occhi, orecchie, mano. L’estensione dei sensi cambia l’ambiente in cui gli uomini si trovano a vivere, cambia il suo rapporto con la convivenza. E’ un amplificazione e intensificazione ma è anche un intorpidimento. Il telefono mi intorpidisce il senso dell’udito, cambia il rapporto del senso dell’udito, desensibilizza. Analizza molto il sistema nervoso umano come media e infine sostiene che siamo inconsapevoli dell’ambiente in cui viviamo. Media come estensione dell’uomo Media estendono uno o più sensi/possibilità umane: es. telefono e orecchie, TV occhi e orecchie I media cambiano il bilanciamento tra i sensi - Vista, cultura chirografica > rivoluzione industriale e nazionalismi - Media elettrici: rimescolamento, sinestesia, «rapporti simultanei» - provocano - Media caldi e freddi - cambiano il bilanciamento e il rapporto tra i sensi umani. In determinate epoche, ne rendono più importanti alcuni su altri per esempio. Non si può immaginare la rivoluzione industriale e i nazionalismi senza la stampa, predominanza della vista (caratteristica della stampa > ripetitività, ha modificato il mondo). Cool jazz e hot jazz - performance estemporanee niente di scritto, fa una jam session che non era stata preparata precedentemente. L’hot jazz invece viene preparato. Media caldi e media freddi. Media caldi colpiscono un solo senso, necessitano meno partecipazione, i media freddi colpiscono più sensi e lasciano lo spettatore stupito, lasciano anche che lo spettatore completi il messaggio (include). • Fotografia, radio - medium caldo • Cartoni, telefono, televisione (caso particolare, in quando non sia semplicemente legata al senso della vista ma al tatto, ci tatua informazioni ) - medium freddo Sociologia dei mass media ! di !46 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - Il medium è il messaggio - più nota osservazione di McLuhan. Punto focale: distinzione tra medium e messaggio es. TV > Il medium è formato da tubo, antenna, b/n, colore e il messaggio invece sono i programmi trasmetti. Sproporzione nello studio dei messaggi, troppo poche quasi tutti studiavano i programmi. E’ il medium che condiziona il messaggio > domestico, generalista, scatola audiovisiva uno-a-molti. Se fosse un mezzo di comunicazione per il fuori alla situazione contemporanea, i messaggi si dovrebbero adattare (suoni, pause ecc…) - Sistema dei media - «nessun medium esiste o ha significanza da solo, ma soltanto in un continuo rapporto con altri media» (McLuhan 1964) Si configurano solo in relazione di altri media. I media sono tutti interrelati e, per capirli, va studiato l’intero sistema. es. cinema (e sua storia): circo, teatro, TV, internet, ecc… Nella ricerca contemporanea i vari concerti sono legati: c’è intermedialità, media repertoire, riedizione… Tutti i media si rivedono nei vecchi media, quindi quasi una risurrezione, un mescolamento e movimento continuo. I media vivono in un grande ecosistema, un sistema di media e questi hanno dei rapporti tra loro. - Villaggio globale - Villaggio (tribale, comunità di persone circoscritta, piccola) e mondo (legato alla globalizzazione e che coinvolge tutti gli esseri umani su questo pianeta). Divide in tree ere la storia umana: • tribale - orali, comunità prive di scrittura, i rapporti avvenivano faccia a faccia, in cui il senso dominante era quello dell’orecchio e dell’udito. • tipografica - come Ong diceva, era in cui arriva la stampa, libro come mezzo caratterizzante, linearità che ora alla rivoluzione industriale, era in cui l’occhio e dominante. • ri-tribalizzazione - stiamo tornano, grazie ai media elettrici, in una situazione simile a quella dei piccoli villaggi con una grande differenza > I media elettrici permettono al villaggio di diventare globale. Prima il villaggio era piccolo e circoscritto, ora grazie alle tecnologie è cambiato e tutto in comunicazione, rendono il mondo un villaggio. Essere umano non ha fatto nient’altro che estendere un altra cosa ovvero il sistema nervoso. Film ispirato da McLuhan - Un film «mcluhaniano»: David Cronenberg, “Videodrome”, 1983 Riflessione media e società Presenza di citazione di McLuhan Duplice piano interessante: inserire una cassetta sotto pelle e dalla cassetta tiriamo fuori una pistola (riferimento alla teoria ipodermica). Forte pensiero di McLuhan che sostiene che i media modificano l’essere umano e che i media siano un arma. Perché McLuhan è cosi importante per la ricerca sui media? Sociologia dei mass media ! di !47 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - Ipotesi “classiche” dell’agenda setting (Shaw e McCombs) I mezzi di comunicazioni di massa forniscono una lista di cose a cui noi dobbiamo pensare, dobbiamo avere un opinione, ci propongono una visione del mondo. Le persone pensano quello che i media ritengono importanti (agenda dei media) dobbiamo pensare a queste cose perché sono rilevanti. Trasferimento di significato di media al pubblico. la comprensione che la gente ha di gran parte della realtà sociale è mutuata dai media. Di conseguenza se i media non mettono in agenda dei temi, se non li evidenziano, le persone non li riterranno importanti. Che cos’è l’agenda: una lista di cose a cui avere un opinione e discutere. Non dobbiamo essere necessariamente d’accordo ma linea più importante è crearsi un idea su ciò che i media emettono, non è importante come pensare ma a cosa pensare. Trasferimento di salienza e significato, non tanto sul COME ma sul CHE COSA bisogna mettere a livello alto nella propria agenda. Perché viene inserita negli effetti forti? - I media forniscono una selezione delle notizie importanti e ordine “del giorno” dei temi e l’audience sceglie - banale telegiornale sceglie delle notizie del giorno tra tante notizie (scaletta), giornale quotidiano uguale. I media prevedono una gerarchizzazione delle notizie. Tra i vari media cambia, la visione del mondo cambia, l’ordine del giorno è molto diverso. Nonostante le grandi differenza tra media e media, fanno un sistema tra di loro, gli stessi tema vengono ripresi, rimbalzati ecc… quindi l’ordine del giorno dei media viene ripreso. A volte non è necessariamente una rappresentazione fedele della realtà. - L’agenda costruisce la discussione pubblica - sono in grado di far pensare o non far pensare alcuni individui. Impatto diretto sui destinatari e forma la propria capacità di pensare in base all’agenda dei media. McCombs e Shawn, “The agenda setting function of Mass Media” in Public Opinion Quarterly, 1927 - Campagna per le elezioni presidenziali del 1968 - Ipotesi: i media determinato la rilevanza di alcuni temi, i media determinano l’agenda della campagna elettorale Disegno della ricerca: Fase 1: interviste a 100 soggetti Fase 2: temi sui media Corrispondenza degli argomenti affrontati dei media e l’intervista fatta alle persone (analisi del contenuto) Risultati: i mezzi di comunicazioni sono determinanti nel grado di rilevanza dei problemi. I temi affrontati dai media sono gli stessi di quelli che sanno gli intervistati. Da agenda dei media ad agenda del pubblico Sociologia dei mass media ! di !50 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Ricerche successive che complicano un pochino il quadro dandoci una visione più ampia: 1. Alcune ricerche dicono che i temi vissuti in prima persona o attraverso i media hanno un diverso potere - le persone hanno un idea personale non credono a tutto ciò che i media trasmettono ma sopratutto ci sono temi che più di altri sono stati vissuti in prima persona. Cioè non sempre ciò che dicono i media è vero, se una persona vive in prima persona una determinata situazione che risulta essere contraria a quella che i media dicono, non ci credo. Se sono distante da una situazione e lo vivo solo attraverso i media, gli ultimi hanno molto potere! 2. Ogni medium ha diverso “potere d’agenda“ (Patterson e McClure 1967) - diversità tra stampa e televisione: televisione emette informazioni veloci, frammentate, risulta difficile formarsi un opinione. La stampa invece è facilmente comprensibile e permette un approfondimento. La tv ha un potere di agenda sul profilo basso, legata al corpo. 3. Pubblici diversi, effetto agenda diverso (McLeod, Becker, Byrnes 1974; Wright 1986; Rogers e Dearing 1988) - l’effetto è più forte su persone che discutono privatamente di quell’argomento, si rinforzano. C’è anche possibilità che l’agenda dei media non abbia potere sugli individui, per esempio quando c’è poca credibilità. Es. totalitarismi, agende importanti solo fino a quando i totalitarismi erano al potere. Costruire l’agenda dei media Selezione dei temi trasmessi dai media: i temi sono in competizione tra loro e possono avere una rilevanza relativa (ciò che si pensa oggi e che viene abbandonato, può risultare importante domani). Qual è il rapporto tra realtà sociale e logica interna ai media (es. razzismo e disoccupazione) - La realtà sociale trasmette dei temi che i media mettono in agenda. - I media selezionano i temi secondo i propri criteri che magari non sono tanto in linea con la realtà quotidiana La politica, buono esempio di come i media riescono a costruirsi un agenda setting. 
 Duplice rapporto tra agenda dei media e agenda politica. • Sistema politico influenza l’agenda dei media - temi che diventano importanti perché spinti dalla politica. Fonti politiche > struttura il lavoro del giornalista, hanno un estrema importanza per la sociologia del suo lavoro. Non sono più i giornalisti ad essere a caccia di notizie ma usano le notizie “precotte”. Politica arriva addirittura a manipolare i media. Sociologia dei mass media ! di !51 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Barry Levinson, Sesso e potere, 1997 Traspare la capacità del sistema politico di manipolare l’agenda dei media • Quello che la politica tace, agenda setting formata da cose dette ma anche ose taciute (omissione dei temi). Rapporto biunivoco tra il sistema dei media e il sistema dei politici. Es. Eccessivo spreco delle risorse pubbliche dei politici, tipico esempio di come un tema che non era in agenda politica 10 anni fa, viene portato a galla grazie ai media, diventando cosi un principale tema affrontato nell’agenda setting. “Priming” > innesco di una bomba, i media innescano dei temi che poi vengono discussi in politica. (Atri temi aborto.) Agenda setting: utile Teorie che si adatta alle democrazia occidentali, è una teoria che ci mette in luce come ci siano alcuni temi disponibili al pubblico e alcuni non disponibili. Come l’opinione pubblica si crea. Coltivazione Teoria che si lega alla violenza dei media. Modi per spiegare la violenza: - Il criminale si può capire dalla faccia, spiegazione biologica - “la faccia da criminale”. Non più attuale. - Spiegazione psicologica, la criminalità sta dentro nel singolo individuo, le personalità morali e degenerate. - Spiegazione sociologica > trova la spiegazione alla violenza nella società non nella singola persona. La persona è portata ad essere criminale dall’ambiente in cui si trova. I crimini sono delle vere e proprie costruzioni sociali cioè che alcuni crimini valgono per una società e non per un altra nel stesso periodo storico. (Poligamia crimine condannato in alcune società e non in altre). In passato gli uomini non erano tutti uguali per esempio davanti alla legge. Ciò che è criminale cambia in base al tempo e allo spazio. Teoria sul rapporto criminalità e società: • Subculture: creano criminale e criminalità. Classi svantaggiate, c’è più probabilità che si creano criminali. • Etichettamento: teorie che ci dicono come alcuni gruppi sociali etichettano altri gruppi sociali come criminali (Bianchi-neri). Il diverso come criminale. Ricerche sostengono che l’etichettamento viene introiettato da chi è incriminato. • Teorie del conflitto: criminalità si sviluppa in funzione di conflitto. Agire come se si fosse in guerra, l’uccidere non ha lo stesso valore, in guerra è tollerato l’omicidio non si va in guerra! Sociologia dei mass media ! di !52 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Risultato: coloro che erano heavy viewers, sono coltivati a credere di vivere in un mondo cattivo violento. Sono siiti a pensare la vita dei poliziotti sia diversa da once sia realmente sono poi portati a credere che i poliziotti siano unica cosa cui ci si più affidare. Sviluppano anche una diffidenza sociale riguardo ad altre persone. Coltivate tutte dalle serie Tv. Diversi modi e tesi per vedere il rapporto tra media e violenza: • Media mostrano violenza à paura (teoria della coltivazione) • Media mostrano violenza à catarsi (es. teatro greco e Aristotele) - violenza genera catarsi (la vedo ma viene sfogata in maniera innocua, non le pratico), si crede che i mezzi di comunicazione abbiano anche una funzione fondamentale nel sublimare la violenza. Scarico le tensioni guardandole, senza concretamente metterla in pratica. Visione utile della visione della violenza perché scarica le tensioni sociali. • Media mostrano violenza > imitazione (es. eterno dibattito sui videogiochi) - rapporto tra media e violenza, non generano paura o catarsi ma imitano ciò che vedono. Trasferimento diretto da videogioco alla persona che ne fruisce. Problematiche /critiche della teoria della coltivazione: • Correlazione che non dimostrata: quantità di ore > maggiore coltivazione - potrebbe non essere cosi. Tutti fruiscono dei media e danno la stessa risposta, non è cosi, infatti si possono trarre diverse conclusioni, diversa appropriazione dei contenuti. La realtà non ha la stessa forza che ha la televisione? • Variabili: esposizione TV/indipendente e Coltivazione-paura/dipendente o l’opposto? - indipendente è l’esposizione alla televisione. Ma potrebbe essere anche l’opposto cioè già ho paura e mi metto all ascolto che confermano la mia visione del mondo. Guardo per interesse, per conferma. Le variabili si invertono. • Difficile esportazione fuori dagli USA - risultati di altri paesi in merito alla teoria, non sono simili a quelli degli Stati Uniti in quanto, la tv americana mostra più violenza. Tutt’oggi ci sono elementi validi! - I media (TV o altri) costruiscono delle realtà «parallele» - Maggior consumo > maggior condizionamento (difficile da dimostrare ma presentissimo nel mondo ancora oggi) - limite della visione di media. Nel pensiero comune vige linea che più ore vivo davanti alla tele più sono condizionato, considerato uno spreco di tempo rispetto al tempo passato all’aria aperta. - Forme di “coltivazione strisciante” - provata su altre forme di coltivazione. Coltivazione all’usabilità, insegnano a lungo periodo a usare se stessi creando delle stabilità. - Nuove variabili Sociologia dei mass media ! di !55 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Scarti di conoscenza Questione sociologica: stratificazione e classi sociali • Sociologie e disuguaglianze, una lunga storia: schiavitù, caste, ceti e classi… • Le disuguaglianze nel mondo attuale • Oltre la variabile economica, Pierre Bourdieu e i 4 “capitali” importanti per la differenziazione sociale: - Economico - Culturale - istruzione è una delle variabile più importanti nel guidare i comportamenti nel consumo. - Sociale - reti di relazioni, conoscenze sociali, tutti gli individui costituiscono una risorsa che noi costruiamo nel corso del tempo e questa risorsa ci permette di ascendere. - Simbolico - reputazione, giudizio che gli altri hanno su di noi. Disuguaglianze 2018 - variabile economica 1% più ricco del mondo detiene 47,2% della ricchezza aggregata netta 50% più povero (3,8 miliardi di persone) detiene lo 0,4% 26 miliardari possiedono ricchezza equivalente al 50% più povero 2208 miliardari in $ sulla terra e… i media Tra i 15 personaggi più ricchi al mondo, parecchi di essi fanno parte del mondo dei media. Capitale dell’industria digitale. Media producono disuguaglianza sociale I mezzi di comunicazione sono visti come dei fattori di: - Sviluppo e modernizzazione - Comunicazioni in grado di ridurre le differenze La teoria sostiene l’esatto opposto Riproducono le disuguaglianze e contribuiscono ad ingigantirle Ipotesi 1 Status socio (classe alta/bassa) - economico (ricco/povero) Gruppo di classe alta/ricca ha più possibilità di acquisire informazioni in modo veloce, così lo scarto di conoscenza tende a crescere. Più siamo istruiti più vogliamo acquisire nuove nozioni. Si distanzia molto dal gruppo di classe bassa/povera. Grafico: formazione e allargamento dei gap Esempio: uomo sulla luna ( studio durante un lungo periodo, caratteristica della teoria degli effetti forti dei media) Sociologia dei mass media ! di !56 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch Divisione gruppi: laurea, diploma, scuola media Fine anni ’40 - Più o meno tutte le persone di diversa istruzione la pensano più o meno allo stesso modo, avendo poca informazione! Nel corso del tempo, le persone più istruite acquisiscono più informazioni rispetto alle altre. Apertura di scarti I gap possono anche chiudere e ridurre. Come? Se: • Gruppi privilegiati si fermano - non sono più interessati • Se la notizia crea: martellamento, preoccupazione e conflittualità - informazioni si diffondono in maniera uniforme • Comunità omogenee - uguaglianza nell’acquisire informazioni • Differenze tra i diversi media - diverse aperture - Ricerche iniziali sulla stampa - chi sa leggere, difficili da interpretare quindi bisogna avere uno spirito critico, costo del giornale. Allarga i gap di conoscenza!!! - Televisione può chiudere il gap…o ampliarlo? Altro mezzo di comunicazione di misura orale e visiva, mezzo che generalmente arriva gratuitamente, mezzo più facile da fruire. Alcune ricerche però ci dimostrano che può anche ampliarlo questo gap, in quanto, se io ho una dieta mediatica ridotta, non raggiungo informazioni in modo equo, ma solo tramite un mezzo. Digital divede • Livello 1: accesso (utenti internet al 31-12-17) - chi ha o meno uno smartphone, chi è attivo o meno (Tabella) “Have or have not”. HO LA RETE • Livello 2: divario tra competenze e capacità d’uso delle ICTs (riflessione da un fumetto di Zerocalcare «I vecchi che usano il pc») - ho la rete, ho il telefono mobile, lo posso usare, cosa ne faccio? Capire cosa farne e come farlo. CAPISCO COSA FARNE • Livello 3: trasformazione informazioni acquisite online in capitale sociale offline e influenza del «capitale digitale». La reta ha un sacco di possibilità che sono a volte sfruttate bene a volte male, o meglio non proprio sfruttate. DEVO ESSERE IN GRADO DI TRASFORMARE LE INFO CHE HO APPRESO NEI MEDIA IN QUALCOSA CHE POSSA FUNZIONARE FUORI DALLA RETE. Digital divide - marginalizza La rete non democratizza, ma allarga il gap delle conoscenze. Ma perché gli scarti di conoscenza sono stati inseriti nel “ritorno degli effetti forti?” Logica di vedere i media come effetto forte Sociologia dei mass media ! di !57 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch colpisce ancor di più l’Inghilterra avendo la lingua in comune. C’è una divisione in due blocchi: l’egemonia degli stati uniti da una parte e l’arrivo del comunismo dall’altra. • 1957: Richard Hoggart, The Uses of Literacy —> occorre studiare più da vicino come si svolgono le interazioni sociali, per esempio degli operai ora disoccupati. • 1958: Raymond Williams, Culture and Society —> come le culture influenzano lo sviluppo sociale. Williams critica la divisione tra cultura e società. Non parla di cultura alta e letteratura ma di cultura della vita quotidiana • 1964: Centre for Contemporary Cultural Studies a Birmingham • Da fine anni ‘70: media al centro della riflessione —> codifica e decodifica dei messaggi dei media e della televisione in particolare. • Negli anni ’80 ci saranno delle ricerca sulla vita quotidiana delle persone davanti alla televisione. • Anni ’90: concetto di addomesticazione nei confronti dei mezzi della comunicazione che vanno integrati nella vita quotidiana. Tre (tra i molti) temi cruciali: • Cultura (naturalmente): - Non «libri», ma pratiche sociali quotidiane interrelate (Hall e Williams): siamo definiti soggetti anche da ciò che facciamo, lo stile di vita che adottiamo, ma anche qualcosa di comune e diffuso che ci unisce. Cultura come insieme di pratiche sociali in una società e come insieme delle inter-relazioni tra queste pratiche, pratiche che non consideriamo parte della nostra cultura ma che in realtà ne fanno parte. - Processo in divenire e mai acquisito (Fiske) • Diaspora: Stuart Hall • Egemonia (preminenza e supremazia) l’idea di vita americana è stata una cultura egemone fino a pochi anni fa, una cultura che ha influenzato altre culture al di fuori degli Stati Uniti. Esistono culture in grado di farsi egemoni e culture che subiscono l’egemonia, culture che erano in parte minoritarie possono diventare maggioritarie (es. hippie). - Dal greco hēgemonía ‘comando’ - Egemonia culturale - Gramsci e la mancata rivoluzione comunista —> Gramsci spiega il motivo per cui la rivoluzione non si era effettuata e probabilmente non sarebbe mai avvenuta. (MANCA) L’egemonia culturale della borghesia e dei capitalisti, l’idea cutlurale di vivere aveva contagiato anche il proletariato. Il modello borghese era stato egemonico. - Hall e la cultura di massa egemonica Cultura come processo in divenire, mai acquisito La cultura è «[…] un processo continuo di produzione di significati sociali e frutto della nostra esperienza sociale; tali significati producono necessariamente una identità sociale riguardo alle persone coinvolte. […] La produzione di cultura (e la cultura è sempre in evoluzione, non è mai acquisita) è un processo sociale: tutti i significati del Sociologia dei mass media ! di !60 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch sé, delle relazioni sociali e tutti i discorsi e i testi che giocano un importante ruolo culturale possono circolare solo in relazione a un sistema sociale» (Fiske 1989, p. 1) - Ci identifichiamo alle pratiche sociale che compiamo. Produciamo significati e veicoliamo la nostra identità sociale a volte anche senza volerlo fare, semplicemente ascoltando un tipo di musica e adottando un tipo di stile di vita. Determinante è la circolazione delle pratiche sociali. La cultura è mettere in rete le pratiche sociali e creare una condivisione di queste. La diaspora (e Stuart Hall) Nasce nel 1932 in Jamaica, si trasferisce in UK all’età di 51 anni «E’ stata la mia appartenenza alla diaspora afro-caraibica, una condizione materiale vissuta, una certa dislocazione o dissidio culturale a portarmi verso i Cultural Studies; che per me non sono che il prodotto di uno scontro dal vivo con la Gran Bretagna e con la cultura britannica, non fanno che sintetizzare il momento in cui ho iniziato a fare i conti con la cultura del padrone coloniale a casa sua» (Hall 2007, p. 8) - La nostra identità culturale non è più fissa in un luogo ma è in continuo spostamento. Una persona che si trasferisce da un luogo all’altro deve cambiare la sua identità e la sua percezione culturale. l’Idea metaforica dell’assenza di centro che la nostra società moderna vuole inquadrare è quindi fondamentale. Hall è diventato un ricercatore di studi culturali grazie alla “sua biografia e quindi alle sue origini”. Non è un caso che i Cultural Studies diano voce e importanza a certi componenti della società che prima erano stati una minoranza nello studio dell’uso dei media (le donne, minoranze etniche e religiose, omosessuali…) L’egemonia (ancora Stuart Hall) Un ordine del discorso che tende «a circoscrivere l’intero universo di valori e significati che la società classista può esprimere ed ammettere, apparendo però al tempo stesso come perfettamente ‘naturale’ e ‘dato-per-scontato’. La definizione di un punto di vista egemonico allora è: a) che definisca, entro i propri limiti, l’orizzonte mentale o l’universo dei significati possibili di un intero settore di relazioni in una società o cultura; b) che abbia il crisma della legittimità, che sembri in sintonia con ciò che è ‘naturale’, ‘inevitabile’ e ‘scontato’ sull’ordine sociale» (Hall 1980) - Le culture egemoniche non si impongono ma vengono date per scontate. Cultural studies e media studies: due temi principali 1. Revisione dei modelli comunicativi (encoding/decoding): mira a rivedere i modelli comunicativi tradizionali. Codifica dal mittente e decodifica dal destinatario. 2. Attenzione e analisi inedita sul momento del consumo mediale: oggi esistono software che permettono di capire come l’uomo utilizza lo smartphone quotidianamente. Il centro di analisi principale diventa L’AUDIENCE. Sociologia dei mass media ! di !61 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch 1. Hall, Encoding and Decoding in Television Discourse, 1980 
 Codifica e decodifica nel discorso televisivo: mette in evidenza un nuovo modo di guardare ai nuovi mezzi di comunicazione di massa • Vs. Teoria «matematica» dell’informazione: questa teoria è troppo lineare. La comunicazione è molto più complicata, agisce tra le linee. Molto spesso il messaggio arriva al mittente ma il mittente non lo capisce. Mittente e destinatario hanno codici identificativi differenti 
 Shannon e Weaver, Teoria matematica dell’informazione, 1949 • La polisemia dei messaggi dei media: i messaggi sono polisemici, hanno più significati, diverse interpretazioni possibili. L’informazione spesso è ambigua e sovrabbondante. • Destinatari impliciti ed empirici: bisogna cercare di conoscere il pubblico, di crearsi un immagine dei componenti del pubblico. In questo modo si ha un idea sempre più precisa di come costruire e strutturare un messaggio a seconda di un determinato pubblico. 
 Impliciti: l’idea chi ci si crea del pubblico
 Empirici: il pubblico per ciò che è davvero • Attività di encoding (costruzione del messaggio, mittente) e decoding (decodifica, destinatario)
 encoding: costruzione del messaggio viene fatta dal mittente. Crea il messaggio su misura per il tipo di pubblico che ha in mente.
 Tre possibilità di decoding: • Lettura dominante/preferita/egemonica: tutti i valori, le ideologie e la forza che il mittente voleva veicolare sono accettati dal destinatario. Poiche il pubblico è formato da individui differenti tra loro è molto difficile che tutte le persone accettino la carica ideologica di un messaggio. • Lettura negoziata: molto spesso passano solo alcune parti del messaggio e quindi non viene interamente integrato. Il destinatario può comprendere il messaggio ma evidentemente non accetta tutta l’ideologia di esso. La lettura negoziata rappresenta la maggioranza del modo in cui i messaggi dei media vengono modificati. • Lettura oppositiva: lettura contraria del messaggio. L’intera ideologia non viene accettata dal destinatario. Sociologia dei mass media ! di !62 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch c) Roger Silverstone, Household Uses of Information and Communication Technologies, 1987 
 Serie di ricerche sugli usi dell’ “economia domestica” • Obiettivo di ricerca: fattori sociali e culturali nell’adozione e uso delle Tecnologie di comunicazione nell’ambiente domestico: perchè l’ambiente domestico cambia queste tecnologie? • Metodologia: diversi strumenti di ricerca e triangolazione: interviste, osservazioni e studi sul posto, studio dei diari delle famiglie sull’uso dei media, mappe… • Risultati - TIC si integrano nell’unità domestica: c’è bisogno di tempo e spazio perchè i mezzi della comunicazione entrino in casa e si integrino nell’unità domestica. - “Biografie” oggetti (come gli individui): anche i mezzi di comunicazione hanno delle loro storie: invecchiando cambiano posizione nella casa, qualcuno non ha più la funzione di mezzo di comunicazione ma semplicemente di soprammobile (grammofono) - Domestication: • Dal latino domesticus (i media si addomesticano come degli animali?): per addomesticare un animale bisogna abituarlo al nostro stile di vita. Come gli animali, i media devono essere integrati nelle vite quotidiane di tutti i noi poichè diventano nel lungo termine parte della famiglia. • 4 fasi principali
 - Appropriazione = comprare il nuovo mezzo di comunicazione 
 - Oggettivazione = disposizione fisica dell’oggetto. A volte alcuni media non sorpassano questa fase: li compriamo ma non li usiamo. Ad esempio, ci sono delle negoziazioni sociali, delle tradizione per cui la televisione di mette in salotto. 
 - Incorporazione = integrare il mezzo di comunicazione nelle abitudini quotidiane. Il mezzo deve incorporare delle funzioni e delle potenzialità altrimenti non verrebbe integrato.
 - Conversione = portare il mezzo di comunicazione fuori di casa. La televisione viene comprata, posizionata, integrata per poi poter parlare dei suoi programmi fuori casa. • Caratteristiche del processo - Diacronico: di lungo periodo. Non si realizza in poco tempo: ci vuole tempo per quale mezzo comprare, dove posizionarlo e come sfruttarlo. - Può fallire in una delle 4 fasi precedenti. - Coinvolge tutto il sistema dei media 
 Un processo di sistema (dei media) «il televisore deve adesso essere considerato non in isolamento ma come una tra le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che occupa il tempo e lo spazio domestico accanto al videoregistratore, al computer e al telefono, così come al walkman, alla segreteria telefonica, allo stereo e alla radio» (Morley e Silverstone 1990, p. 31) Sociologia dei mass media ! di !65 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - La televisione deve essere oggettivata anche in relazione ad altri mezzi. Molto spesso le tecnologie sono anche accoppiate. Cultural studies e audience: • Audience studies: le audience vengono messe al centro degli studi poichè viene riconosciuta come elemento attivo nello studio dei mezzi di comunicazione. • Audiences molteplici, si fa parte di più audience allo stesso momento • Ricezione nel contesto culturale —> studio dello studio in casa. Come unità di analisi si prende la famiglia o l’economia domestica. • Addomesticamento: pari al rapporto tra uomo e animale c’è il rapporto tra uomo e media • Costruzione dell’identità di un mezzo di comunicazione una volta integrato nella quotidianità. • Influenza negoziata (oltre al negoziare il significato) Televisione e forme di «negoziazione» con il pubblico • Indici di ascolto e alcuni dati: USA; Eurodata TV 2018. Gli indici di ascolto sono diventati un arma molto potente che noi abbiamo per negoziare il programma: se il programma non piace verrà cancellato. • Palinsesto: forma di negoziazione e di tentativo di influenzare l’audience; mettere il telegiornale alle 20.00 ma l’audience ha la possibilità di registrarlo e guardarlo in un altro momento. • Televoto o forme di interazione • Organi di controllo: es. par condicio elettorale in cui la negoziazione sta nella distribuzione equa di minuti, c’è controllo dall’alto per proteggere il pubblico da pubblicità ingannevoli. • Gruppi di ascoltatori e pressioni sul canale TV/produttore  • (oggi) crowdfunding: il prodotto stesso può finanziare i programmi mediatici. Un tema sociologico: famiglia e legami affettivi • La costruzione del mito della famiglia tradizionale: 
 - amore romantico (e il romanzo): l’amore non è sempre stata la base ritenuta per i matrimoni per la maggior parte dell’esistenza sulla terra. 
 - felicità: molti auspicano ad un ritorno mitologico della famiglia tradizionale. In genere questa aveva dei rapporti molto dis-equilibrati tra marito e moglie. La felicità era per lo più dell’uomo che della donna (l’uomo poteva commettere un adulterio, la donna no)
 - intimità: abbiamo idealizzato un modello di amore e di famiglia che si è stabilizzato nel tempo • Trasformazioni contemporanee - Politica, Stato e amore: quanto i rapporti famigliari che dovrebbero essere quelli più intimi sono regolati dallo stato? Decidere quanti figli una coppia può avere, stati che non riconoscono le convivenze, ecc. - Riduzione del potere patriarcale: rivoluzione sessuale degli anni ’70 che da alle donne più diritti di quelli concessi fino a quel momento. Sociologia dei mass media ! di !66 70 Carlotta Diana Franceschini gabriele.balbi@usi.ch - Globalizzazione e crisi dell’«amore romantico», concetto costruito nel medioevo in cui un uomo e una donna staranno insieme per tutta la vita e che oggi è entrato sempre più in crisi (liquidità dell’amore), polo-amorosità (una coppia aperta che ha rapporti con più persone) - Nuove tipologie di famiglie: 
 conviventi = persone dello stesso o diverso sesso che non sono sposati; fino ad una 50ina di anni fa non era un concetto tollerato.
 divorziati = paesi americani con più del 60% di famiglie divorziate, nuove tipilogie di famiglie: mono-parentali in cui il figlio vive con un parente solo, seconde nozze o terze nozze
 omosessuali = persone dello stesso sesso che stanno assieme; molti stati non concedono ancora oggi il matrimonio a queste persone
 single = vivono o da soli o con altre persone sotto lo stesso tetto; nell’edilizia si stanno costruendo abitazioni sempre più piccole • il ruolo dei media: il romanzo è genere che lancia l’idea di “amore romantico”, serie tv e film che hanno inquadrato i cambiamenti della famiglia. L’esplosione dei media studies • Ultimi 20 anni, ricerca sui media verso molteplici direzioni: le ragioni
 i media sono diventati il vero centro della vita quotidiana • Discipline esterne alla comunicazione/media studies stanno sempre più considerando media: es. psicologia, antropologia, storia, semiotica, economia, scienze politiche, ecc. Sociologia dei media digitali Digitalizzazione legata a “nuove” società che emergono da anni ’70 del novecento 1.Società post-industriale 2.Società delle reti (Network Society) 3.Società post-moderna 1. Società post-industriale • Daniel Bell, The Post-Industrial Society, 1973: società con delle nuove caratteristiche per lo più economiche che hanno portato alla creazione della società di oggi. • Da produzione di beni a quella di servizi: sanitari, istruzione, servizi pubblici. Si lavora con un nuovo materiale chiamato “informazione”. Non più produzione beni materiali ma bene intangibili.
 
 USA: percentuale cittadini USA impiegati nei tre settori, 1850-2000 
 
 Sociologia dei mass media ! di !67 70
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved