Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Sociologia dei processi culturali- 2°parziale, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Appunti presi a lezione relativi alla seconda prova intermedia

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 02/02/2022

GiadaMaltoni
GiadaMaltoni 🇮🇹

5

(1)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sociologia dei processi culturali- 2°parziale e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! 14/10/2021 Lezione online Ponte tra contributo dei classici e sviluppi contemporanei, concluderemo Weber (sociologia politica). In secondo luogo rifletteremo sull’attualità di Weber, lo faremo prendendo come riferimento Portinaro e Poggi. Studieremo Parsons, principale esponente del funzionalismo sociologico. Punto di riferimento per sociologia contemporanea nordamericana, vedremo suo legame con i classici, come è influenzato da Durkheim e come cerchi di costruire un ponte tra Weber e Durkheim. Parsons percepisce la dicotomia e cerca di superarla con esiti da discutere. Lo stato e il fenomeno burocratico (Weber) 1) Concetto di stato, rapporto stato-modernità, come è organizzato. Weber punto di riferimento per molte discipline. Il 1° concetto è quello di modernità dello stato → fondamentalmente parlare di Stato o di Stato-moderno vuol dire parlare della stessa cosa, facendo riferimento alla modernità occidentale. Lo Stato non è comparso dal nulla, nella formazione dello Stato moderno ci sono processi storici ben precisi. Tuttavia, la nascita dello stato moderno è evento caratterizzante della modernità. Lo stato moderno e la sua genesi rappresenta un aspetto del processo di razionalizzazione occidentale (processo che investe cultura, economia e politica). Studiando la politica Weber la riconduce a dimensione socioculturale. 2)Stato nella prospettiva sociologica; non approccio meramente filosofico, per capire questo approccio sociologico dello studio dello stato bisogna partire da alcuni modi di concepire lo stato che Weber conosce e critica. • Critica a concezione sostanzialista dello Stato: concezione che tende a rappresentare in modo unitario una realtà che invece è diversificata, plurale, non facilmente individuabile in termini univoci. Più precisamente significa considerare lo Stato come se esso avesse volontà e identità unitaria che trascende quella degli individui compresi nello stato. Significa fare dello Stato un individuo dotato di una sua volontà e identità con caratteristiche peculiari. È concezione collettivista in base al nostro armamentario concettuale. Non considerata valida da Weber: viene messo da parte ruolo importante dell’individuo, stato è fatto da pluralità di individui attraverso le cui relazioni si forma lo Stato. Fondamento delle istituzioni che non sono sostanze, ma individui. C’è stato se pluralità di individui relativamente ampia e stabile che configura le attività in cui si esprime potere politico in un certo modo. Associazione non è Stato, ha regole ma non c’è ampiezza dei soggetti e un’altra caratteristica fondamentale: monopolio dell’uso della forza in determinato territorio. 3)Natura dello Stato; Weber parla anche di impostetizzare lo Stato: rendere reale ciò che è astratto. Concetto di Stato è importante e noi possiamo trattare lo stato come se fosse individuo ma farne questo significa essere ben consapevoli di qual è la realtà più profonda. Questa è costruzione, tipo ideale, non è nella sostanza, ci è comodo utilizzare parola Stato. Weber non è contrario ad usare termini collettivi ma è preoccupato di non sostanzializzarli. Lo Stato è un’organizzazione che comprende ampi individui che si struttura secondo certe regole, questa organizzazione sociale esercita monopolio dell’uso legittimo della forza all’interno di determinato territorio. Questa definizione ripresa da tutte le scienze sociali e anche molto criticata. Quali sono elementi fondamentali in questa definizione di stato? Il monopolio (lo Stato può esercitare unicamente lui una certa funzione, non accetta altri soggetti che si pongono in competizione) dell’uso legittimo della forza; giustizia non possono farsi giustizia da soli, lo Stato può farlo, ha uso legittimo della forza. Altra caratterizzazione è il territorio, concezione di stato moderno legata a dimensione geografica. Non c’è stato senza confini perché solo all’interno dei suoi confini Stato ha privilegi, al di là c’è altro stato. Nasce un problema: nazionalismo (questa definizione di stato può porre in contrapposizione stati diversi), ma chi ha il potere di mediare tra Stati? Qual è strumento di ordine sovrastatale? Singoli stati nazionali non riconoscono nessuno al di sopra di loro nel loro territorio, presuppongono che ogni stato è autonomo, ciò può portare a conflitto o a collaborazione se c’è interesse comune. È ordine anarchico, non c’è ordine internazionale che regola rapporti. Queste tesi sono stata criticate, in particolare vedremo come l’emergere dei processi di globalizzazione, ci costringa a ripensare questa definizione di stato. Perché? Lo stato moderno vede messa in discussione la sua sovranità sia dall’alto che dal basso, cosa significa? Dall’interno si fa riferimento alle rivendicazioni etno-nazionaliste presenti in diversi stati (es Spagna, Uk), minoranze rivendicano maggiore autonomia e possibilità di mettere in discussione definizione di Stato. Dall’esterno possiamo fare riferimento alle istituzioni internazionali e sovranazionali (cresciute in termini numerici e in termini di competenze e prerogative), a cui stati hanno ceduto sovranità (per esempio UE o Banca Mondiale, g8). Oggi noi vediamo messo in discussione il principio del nazionalismo metodologico che governava studio della politica internazionale (lo dice Beck). Non fa riferimento a nazionalismo politico, ma significa che per studiare società dobbiamo prendere come riferimento lo Stato. Potremmo anche fare riferimento ad altri attori che non sono organizzazioni di Stati o sovrastatali ma sono di altra natura (ONG, crescita esponenziale negli ultimi anni). Se Weber avesse vissuto ancora sarebbe stato studioso di relazioni internazionali, Weber aveva approccio comparativo che andava oltre eurocentrismo. 4)Carattere razionale dello stato → rif alla legittimazione legale-razionale, legata allo stato moderno. Potere si legittima facendo riferimento a strumenti legali e razionali, si usa diritto in cui non c’è libero arbitrio. Lo stato ha il suo fondamento in ordine legale e razionale, chi ha accesso alla funzione di governo lo fa dopo essere passato da procedure legali-razionali (es. le elezioni, i Parlamenti). Questo è carattere unico, è nello stato moderno in cui tutto questo viene potenziato nel bene (Weber guarda in termini positivi questo processo) e nel male. Weber passa poi in rassegna come si è formato lo stato moderno; ci sono tappe storiche, ma non ci soffermiamo in modo analitico. 5)Genesi e sviluppo dello Stato 6/7)Politica e amministrazione dello Stato 8)Il capo politico 9)La sfida burocratica → Weber ha scritto molto sulla leadership, chi è leader? Che funzione ha in un sistema legale- razionale? Weber riconosce alla leadership un ruolo fondamentale. Può sembrare paradosso, perché è ordinamento politico impersonale (legale-razionale) facendo confronto per esempio con legittimazione carismatica. In linea di principio tutti possono avere accesso alle cariche pubbliche, si fonda su rispetto di determinate procedure. In questo caso l’affidabilità non sta nelle caratteristiche peculiari del leader (non è uomo della provvidenza), ma nonostante questo Weber riconosce che il leader politico deve avere qualità specifiche, richiede determinate virtù, una saggezza pratica. Questo è importante perché ci ricorda come tipi ideali weberiani differenzino nella realtà, non esiste legittimazione del potere esclusivamente legale-razionale. Anche in contesto liberal-democratico è importante leadership politica. Capacità profetica della politica del leader + capacità politica (cosa è realizzabile e cosa no). Politica come professione è anche politica per vocazione, ciò garantisce dimensione valoriale, non è solo norme ma ha bisogno di altro, altrimenti la gabbia d’acciaio lo diventa anche nella vita politica non solo economica. Questa figura di leadership così particolareggiata rappresenta sorta di contrattare con sfida burocratica della modernità. Weber riconosce meriti della burocrazia moderna (è forma di razionalizzazione) ma è anche un rischio. Weber vede fatto che questa razionalizzazione della politica/società rischia di mettere in secondo piano l’individuo, la sua capacità di incidere la storia. Weber non è nostalgico del passato ma allo stesso tempo ci vuole mettere in luce ambivalenze di questi processi, da una parte sembrano andare bene ma dall’altra rischiano di mettere tra parentesi la dimensione umana degli affetti sociali. Testo di Portinaro (accenno) → Portinaro riflette sulla sociologia politica di Weber. Portinaro dopo aver ricostruito sinteticamente la centralità weberiana dello stato, analizzando le trasformazioni in atto nel mondo contemporaneo facendo interagire tesi di Weber con la globalizzazione. Svolge riflessioni sulla messa in discussione di stato moderno, poi Portinaro riprende tema del diritto, importanza della razionalizzazione. Un altro aspetto su cui si sofferma è la teoria della legittimità, questo saggio è con Weber, riprende suo valore ma va anche oltre facendolo interagire col mondo contemporaneo. Portinaro riflette sull’interazione tra stato moderno-organizzazioni sovranazionali. Riflette anche sulla democrazia e sulla sua crisi, riprende tema del carisma, dimensione carismatica della politica-democrazia-crisi della democrazia. Populismo è revival della componente carismatica che assume connotazione diversa, rappresenta messa in discussione della modalità tradizionali della vita politica. Lezione in presenza Il funzionalismo Funzionalismo → teorizzato da Parsons (punto di riferimento per sociologia americana), analogie con Durkheim. Parsons quando elabora le sue categorie ha davanti gli Usa, Parsons nasce come studioso del contesto americano e questo background culturale ha certa importanza. Partiamo da considerazioni generali sul funzionalismo, in particolare viene usata il termine “struttural-funzionalismo”. Abbiamo detto, parlando di Durkheim, l’espressione “funzionalista”, (funzione della religione nella società), si enfatizza fatto che società come presa come totalità ha dei bisogni, necessità alle quali qualcuno deve provvedere. Questo qualcuno sono le strutture sociali. Significa riconoscere che società ha delle necessità (essere in equilibrio) e per rispondere a questo bisogno ognuno fa la sua riguarda i modelli che sono alla base di tutte le azioni che gli individui compiono nella società. L’individuo non agisce come se fosse da solo a decidere, ma si inserisce in una fitta trama di relazioni e di ruoli sociali. I ruoli sociali sono modelli di comportamento ripetuto che sono regolati da norme e sono legati ad aspettative. L’insieme dei ruoli interconnessi si chiama sistema sociale. I livelli del sistema nella teoria di Parsons Teorizza concetto di sistema sociale fatto di parti interconnesse, in questo sistema Parsons individua sottosistemi: sistema culturale, sistema sociale, sistema della personalità, sistema dell’organismo. Ciò significa che ogni società si organizza attraverso queste 4 dimensioni: o Sistema culturale: ogni società ha un fondamento, ha una matrice ultima di tipo culturale. Ruota intorno a valori, ogni società può attingere da sorta di bacino, da punti di riferimento che tengono insieme la società. Nel libro riportata frase di Kennedy che parla si sopravvivenza e successo della libertà intesa come valore fondante per cui siamo disposti a pagare qualsiasi prezzo. Chiedetevi cosa potete fare per il vostro paese non il contrario. Se Kennedy vivesse adesso non parlerebbe di libertà, ma di economia oppure nell’ottobre del 2001 al posto di libertà ci sarebbe stato “sicurezza” oppure prima della pandemia “salute” come valore fondante della vita civile perché era messo in pericolo. Pur cambiando condizioni, c’è sempre valore guida dietro l’ordine sociale. o Sistema sociale: noi non viviamo in un mondo fatto solo di immateriale ma anche in un mondo fatto di ruoli interconnessi tra loro. Quando noi viviamo in società ricopriamo dei ruoli per gli altri e gli altri lo fanno per noi. Non vediamo mai soltanto l’individuo nella sua specificità ma sempre un ruolo. Che vantaggio ha? Ordine da punto di vista macro-sociale, dal punto di vista dell’individuo la questione dei ruoli può essere irritante ma ha anche dei benefici, si sente parte di una società, in base al ruolo che ricopre ha linee di comportamento e sa anche che cosa aspettarsi dagli altri. Quindi vivere in società strutturato attraverso ruoli semplifica. Abbiamo aspettative connesse ai ruoli. Parsons riconosce esistenza della stratificazione sociale e analogamente a Durkheim Parsons non è guidato da considerazioni economiche come Marx. Riconosce spazio economico ma non ne fa analisi. o Sistema della personalità: dietro a tutto questo c’è la persona. Non sono le società ma anche gli individui, le persone hanno bisogno. Parsons lega la persona anche alla dimensione biologica. (pag 32) c’è sintesi. o Sistema dell’organismo: aggiunge fatto che individui hanno anche notazione biologica, sono esseri dotati di una biologia, non solo razionale e intellettiva. Manca tassello: società ha bisogni e le strutture sociali devono rispondere a questi bisogni. 16/10/2021 IL FUNZIONALISMO -Guardare link nella chat teams (non chiede all’esame), ci sono vari modi di intendere l’integrazione europea, uno è quello funzionalista. Riflettendo su Parsons abbiamo visto che nella 2°parte mette al centro concetto di sistema sociale; società=sistema sociale (approccio funzionalista), la società è qualcosa di diverso della somma delle parti che la compongono. Il funzionalismo è approccio olista, approccio in cui il tutto è più importante delle parti che lo compongono e ha caratteristiche specifiche. Stesso concetto di Durkheim sulla società sui generis, Parsons approfondisce tesi di Durkheim e la radicalizza, accentuando fatto che società come sistema sociale ha delle parti che svolgono una funziona specifica. Anche in Durkheim c’era un po’ questo, lui era attento a vedere funzione sociale della religione. Parsons fa la stessa cosa, applica questo concetto a tutti gli aspetti, a tutti i sottoinsiemi funzionali (ognuno ha una funzione). Contestualizziamo: teorie non nascono nel vuoto, in Marx il contesto è forza del sistema capitalistico e le ingiustizie che produce, Durkheim è legato alla particolare contingenza della società francese (aveva subito sconfitte, travagliata tra sostenitori del nuovo corso della storia post-rivoluzionario e coloro che guardavano al passo), Weber è inserito nel Kulturpessimismus, questo vissuto personale influisce anche nelle opere di questi autori. Anche per Parsons, anno 1951 negli USA , se dovessimo tracciare profilo storico, sociale, economico quindi boom economico; usa vittoriosi dopo 2ww, si lasciano alle spalle anni molto critici e guardano al futuro con speranza, economia crescono a ritmi impetuosi, dal punto di vista interno la società americana è società ancora relativamente in equilibrio. È società in cui apparentemente, era possibile costruire una nazione all’interno di un destino comune. Noi sappiamo in realtà in cui tutto sommato dal punto di vista culturale, etico, religioso c’è certa coesione sociale, è imperniata da valori tradizionali. Già in quegli anni covavano problematiche che sarebbero poi scoppiate, es tema del razzismo, della discriminazione, crepa all’interno del modello borghese di famiglia tradizionale ma ciò negli anni 50 rimane sotto al tappeto. Questa società trova specchio nelle tesi funzionalistiche di Parsons che avranno successo fino alla fine anni 60/70 che è spartiacque in cui società americana si accorge delle tensioni al suo interno. È frangente storico in cui tema del conflitto sociale acquisirà una centralità e tesi del funzionalismo messe in crisi per lasciar spazio ad approcci che danno più importanza alla critica sociale e al conflitto sociale. Parsons individua le funzioni fondamentali, necessarie alla sopravvivenza di ogni sistema: Strumento concettuale del funzionalismo di Parsons → sistema AGIL, 4 elementi fondamentali. Riguarda ogni sistema sociale (società nel suo complesso e le sue singoli parti, singole istituzioni, scuola, famiglia, Chiesa, associazione, azienda, è sfida ambiziosa, Parsons è ultimo dei classici ancora) . Se noi seguiamo un’istituzione sociale come sistema noi vediamo che ogni sistema sociale ha dei bisogni ai quali cerca di assolvere. Ogni società ha bisogni di cui deve farsi carico, Parsons è lontano da immagine utilitaristica dell’essere umano (come Durkheim), è lontano dal modello sociologico portato avanti da Smith e dall’economia che è la base tuttora della scienza economica. Qual è modello antropologico che stà dietro? Essere umano cerca, persegue soddisfacimento dei propri interessi, il fine ultimo dell’agire è l’utilità individuale. Gli esseri umani si rapportano agli altri tenendo conto di questo postulato (homo economicus), questo è motore della società. La società nasce dall’interazione di questi individui che ricercano la loro utilità individuale, le relazioni economiche hanno dietro questo input. Durkheim e Parsons non accettano questo modello antropologico, quando nasce società in Durkheim? Dimensione sociale scatta quando individui hanno capacità di trascendere e andare al di là dei bisogni personali, società nasce quando uomini hanno capacità di andare al di là di questo (non è punto d’arrivo come in economia classica ma punto di partenza). Parsons è dello stesso avviso, ci fornisce spiegazione della genesi della società alternativa all’utilitarismo. Ogni sistema sociale ha 4 funzioni: 1. Funzione di adattamento→ sistema ha bisogno di reperire nell’ambiente circostante le risorse necessarie al suo sostentamento e ridistribuisce alle parti che lo compongono queste risorse. Es università ha bisogno di avere entrate (tasse) perché senza non riesce a svolgere le sue funzioni. Università deve anche usare questi fondi per qualche fine, ha come scopo quello di offrire agli studenti dei servizi educativi che consenta di arrivare alla laurea. Deve anche fare ordine di priorità: quali risorse alle aule, alle borse di studio, stipendi etc… 2. Raggiungimento dello scopo (goal) →il sistema si prefigge degli scopi stabilendo un ordine di priorità e mobilita le risorse per raggiungere questi scopi (problema dell’uso del potere / istituzioni politiche) 3. Funzione di Integrazione → parti che compongono sistema devono essere regolate da norme. Il sistema ha bisogno che le relazioni tra i diversi sottosistemi siano coordinate e regolare (problema delle norme / istituzioni giuridiche) 4. Funzione di Mantenimento del modello latente → parti del sistema sono sufficientemente motivate a mantenere modello valoriale di riferimento. Nel nostro esempio è necessario che docenti siano convinti e cerchino di offrire didattica di qualità, anche studenti devono avere motivazioni adeguate. Può essere ambivalente, è necessaria però in questa specifica funzione si può annidare anche l’ideologia, il mantenimento di finalità particolaristiche e non universalistiche, implicite e non esplicite. Questa è una delle critiche che alcuni hanno mosso al sistema parsonsiano e funzionalista. il sistema ha bisogno che gli attori siano sufficientemente motivati a svolgere il proprio ruolo nel sistema, a mantenere il modello valoriale di riferimento e a gestire le tensioni interne (problema dei valori condivisi / istituzioni familiari, educative e religiose). Tornando alla società come complesso, a queste funzioni corrispondono di sottoinsiemi specifici. A) Adattamento-sottoinsieme economico. La funzione di adattamento è specifica delle istituzioni economiche che producono ricchezza all’interno della società. (sottoinsieme economico). G) Goal- sistema politico. Per quanto riguarda il fissare i fini e fissare delle gerarchie, è sottoinsieme politico (definisce di volta in volta le finalità importanti. UE pre-covid aveva modo di stabiliva delle priorità, dibattito sull’austerity, decificit di bilancio, dopo Covid ordine delle priorità è cambiato). I) Integrazione- sottosistema giuridico. Alla 3°funzione equivale sottosistema giuridico L) Latente- sottoinsieme religioso. La 4 funzione si riferisce alle istituzioni religiose che fondamentalmente hanno funzione di socializzare gli individui, di formare gli individui e renderli partecipi di una cultura condivisa. Parsons guarda queste istituzioni dal punto di vista della funzione positiva, ma ciò non toglie aspetto disfunzionale, Merton che è continuatore del funzionalismo, metterà in luce anche questi aspetti disfunzionali. Consideriamo questa schema facendo riferimento ai tipi ideali weberiani, cosa potremmo dire? Ricordiamo che Parsons vuole elaborare teoria generale della società, se prendiamo questo schema e lo applichiamo ad altre società (non europee e americana), possiamo fare una critica: questa differenziazione sociale vale in alcuni paesi, non in altri (es. Urss con partito unico, funzione A,G,I erano saldate, non c’era sottoinsieme economico indipendente da quello politico, economia dipendeva da sottosistema politico con piano quinquinennali. Anche diritto era in mano a chi deteneva potere e anche valori, famiglia). Applicandolo al presente, secondo voi oggi, quali sono le dinamiche che mettono in discussione questo modello? Per quanto riguarda la latenza oggi è difficile riconoscere ruolo così specifico e pregnante alle istituzioni deputate al modello di riferimento, perché viviamo in contesto individualizzato ed è difficile parlare di valori comuni. Riflettiamo su rapporto tra A-G; in Urss abbiamo detto che la G prevale, se guardiamo al presente possiamo osservare tendenza del sottoinsieme economico a prendere il posto anche nella dimensione strettamente politica, stabilendo scopi della società. Pensiamo al ruolo politico che possono avere delle grandi corporations che hanno bilanci che superano bilanci di molti stati, questo potere economico diventa contrattare al potere politico. Nel mondo contemporaneo queste dimensioni sono meno distinte in modo univoco ma un po’ più intrecciate tra loro. Altro esempio in cui L tende a prevaricare rispetto alle altre? In una teocrazia in cui dimensione valoriale e culturale non è presupposto implicito ma sussume tutta la vita politica e giuridica. Oggi sistema G è in mano alla politica? Parsons risponderebbe che politica rispecchia modello latente di riferimento perché dietro ha cultura di riferimento. Sistema sociale Quali processi garantiscono la stabilità di una società nel tempo? Il sistema sociale è un insieme integrato di ruoli e funziona perché gli individui hanno interiorizzato le credenze alla base delle aspettative sociali tipiche dei ruoli che ricoprono. Sistema sociale rimane stabile nel corso del tempo se ci sono 3 elementi: ❖ ruoli sociali (rendono vita delle persone più strutturata e la incasellano, ottimo per ordine sociale. Possono avere funzione alienante? Si! Parsons non dedica particolare attenzione a questo aspetto, già visto nella gabbia sociale weberiana che rischia di spersonalizzarsi e perdere specificità, lo vedremo anche parlando di Goffman). Il ruolo è indipendente dalla persona (il ruolo di studente non coincide con lo studente che lo ricopre). Il ruolo è definito dalle aspettative di ruolo (coordinandosi con gli altri ruoli mette in atto le azioni sociali che gli altri ruoli si aspettano). Le aspettative di ruolo sono il risultato del processo di istituzionalizzazione (solo alcuni specifici contenuti normativi sono incorporati nel ruolo) ❖ meccanismi controllo sociale (problema della trasgressione e della devianza, chi trasgredisce questo modello latente. Durkheim e Parson riengono che bisogna dare importanza al controllo sociale, no eccesso di devianza che metterebbe in discussione tutto sistema sociale, scattano quindi sanzioni negative informali come emarginazione sociale o stigma oppure formalizzate con polizia e tribunali). Problema della trasgressione delle norme e della devianza: Il ruolo delle sanzioni negative e Il ruolo della polizia e dei tribunali. ❖ interiorizzazione e socializzazione (riprende Durkheim + modello del super io freudiano, serie di norme che pian piano dal di fuori ci indirizzano verso certi modi di pensare). Possiamo leggere fenomeni contemporanei (social) come fenomeni di socializzazione e interiorizzazione? Si! Nel mondo classico era socializzazione informale che avveniva nelle subculture giovanile, non c’era in queste forme. Forma incide anche sulla sostanza? Tipo di socializzazione dei social è la stessa di quella offline? Processo di interiorizzazione è fondamentale, più si interiorizza più società è in equilibrio. Questi processi riguardano tutta dimensione dello sviluppo. Parsons sviluppa l’idea fondamentale di: processo di interiorizzazione dei valori coniugando Durkheim e Freud. Un sistema sociale è stabile se la struttura integrata di ruoli che la costituisce si mantiene nel tempo. Ciò è possibile solo se gli individui hanno interiorizzato (sistema di personalità) i valori socialmente condivisi (sistema cultura) che stanno alla base delle aspettative di ruolo. La “coscienza collettiva”(valori sociali esterni al singolo) di Durkhiem viene interiorizzata attraverso processi di socializzazione. I processi di socializzazione ci accompagnano per tutta la nostra vita da quando siamo retroterra di Marx) vs approcci analitici (sono più weberiane). Data questa distinzione iniziale, possiamo già dire che teorici critici riconoscono, danno rilevanza alla dimensione normativa delle scienze sociali (fare scienza sociale significa criticare società esistente, intellettuale è impegnato per definizione, dimensione etico-normativo in primo piano), approccio analitico invece è più descrittivo (avalutatività delle scienze sociali di Weber). Questi 2 filoni si differenziano anche per altro aspetto: atteggiamento verso futuro, destino del conflitto nella vita sociali. I critici tendono a dare più spazio a dimensioni utopiche, sarà possibile un giorno eliminare conflitto dalla vita sociale. Non sarà facile ma in linea di massima ma sarà possibile arrivarci. Analitici hanno atteggiamento più disincantato, realista, il conflitto è connaturato alla vita sociale, è impossibile immaginare società priva di conflitti. Cambieranno autori del conflitto, aspetti ma di fondo la società è conflittuale, conflitto può esplodere da un momento all’altro. Ora non è che teorie del conflitto sono gli unici autori che parlano del conflitto, in fondo tutti gli autori in diverso modo parlano del conflitto, ma diverso è lo spazio che danno a questa dimensione. Radici intellettuali delle teorie del conflitto -Marx → elementi ripresi sono il ruolo degli interessi economici, il materialismo storico, concezione conflittuale della società e ruolo della cultura (ideologia, strumento della lotta politica). il ruolo degli interessi economici; la concezione conflittuale di società; il ruolo della cultura. -Weber → interessi non siano di natura esclusivamente economica ma sono più ampi e diversificati. La società come pluralità, no idea monistica di società, non è sistema riconducibile all’unità ma Weber parla di politeismo dei valori (visioni alternative del mondo molto diverse tra loro in contraddizione tra loro, concezione agonistica della vita sociale). Rapporto cultura-potere: potere può determinare la cultura ma anch’essa ha funzione importante sul potere (etica protestante, legittimità). il ruolo degli interessi di natura non economica; il politeismo dei valori; il rapporto tra cultura e potere - Teoria dell’elitè → elaborato nel 900 da Pareto, Mosca e Michels che hanno elaborato questa teoria. Sottolineano che se noi guardiamo le società possiamo riconoscere che in tutti i tipi di società sebbene diversi tra loro, la società tende a dividersi in 2 grandi gruppi: classe dei dominanti (detengono il potere) e classe dei dominati (sudditi del potere). Questi autori danno lettura molto semplice della vita sociale, ovviamente secondo questi autori i dominanti rimangono tali, ma c’è cambio delle elites ridotta che ritiene potere su una massa. Elitè cambiano ma struttura rimane la stessa; pochi governanti, tanti governati. “Storia è cimitero dell’aristocrazia.” Secondo questi autori distinzione non è di tipo economica, c’è lettura dicotomica della società come in Marx ma distinzione è politica; classe di governo si differenzia dagli altri per capacità, abilità politiche. Nel raggiungere il potere e nel mantenerlo. Legge ferra dell’oligarchia → società non solo è divisa in 2 gruppi ma anche nell’elitè dominante c’è gruppo più ristretto alla guida di partiti guidandoli perseguendo loro fini personali e acquisendo potere (sorta di elitè nell’elitè). Aspetto interessante, riflessioni elaborate circa un secolo fa; ma grande attualità. In fondo ci siano gruppi ben organizzati che riescono ad acquisire spazio nel partito di rif. Questa teoria (sostenuta da Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Roberto Michels) sostiene che «in ogni società e in ogni epoca, una frazione numericamente ristretta di persone concentra nelle proprie mani la maggior quantità di risorse esistenti – ricchezza, potere, onori - e s’impone alla quasi totalità della popolazione» (voce Elites, teoria delle, in Enciclopedia delle Scienze Sociali, Treccani). Temi trattati in questa prospettiva: distinzione tra classe dei dominanti e classe dei dominati; il ruolo centrale del potere politico; il ruolo delle oligarchie. erimento. Gli elitisti operano in Ue. - Veblen scrive negli USA, è importante perché introduce elemento eccentrico, più strettamente culturale: è vero che nella società c’è un conflitto ma prima ancora di un conflitto politico, c’è conflitto legato al riconoscimento, la vera radice del conflitto sociale è lotta per il prestigio, gruppi sociali vogliono essere riconosciuti e apprezzati e si contrappongono per acquisire questa visibilità sociale. Veblen ha coniato espressione del “consumo vistoso”; per far vedere che siamo arrivati a certa posizione di prestigio, usiamo l’esposizione di simboli, immagini legati all’abbigliamento, allo sfoggiare determinate marche, questo dà visibilità, consumo vistoso certifica una posizione. Veblen analizza la società in termini di interessi conflittuali tra i diversi gruppi sociali; dicotomia tra classe industriale e classe agiata; una costanza della natura umana è lotta per ottenere la considerazione altrui, il prestigio sociale; la funzione del consumo vistoso. Su questo tema ha scritto molto Codeluppi, sociologo del consumo. “Vetrinizzazione della società”. Quali sono le teorie del conflitto? -teorie critiche vs analitiche -Teorie critiche → la Scuola di Francoforte. Approccio per il quale è stata coniata espressione “teoria critica”. Poi vedremo due autori, Charles Wright Mills (USA, teoria delle elites e critica della società americana, vuole smascherare società americana nelle sue debolezze e criticità) e Pierre Bourdieu ( campi e conflitto, scienziato sociale contemporaneo, lega tema del conflitto al concetto di campo sociale). -Teorie analitiche → Ralf Dahrendorf, Lewis A. Coser, Randall Collins Questi autori sono anche diventati nel tempo dei punti di riferimento che si interessano al tema del conflitto. Scuola di Francoforte Istituto per le ricerche sociali di Francoforte, fondato nel 1923. Nel 1934 l’Istituto si trasferisce a New York .Nel 1951 l’Istituto riaprì a Francoforte. Nel 1923 un gruppo di studiosi marxisti ed ebrei fonda a Francoforte l’Istituto per la ricerca sociale. L’obiettivo è elaborare una riflessione filosofica e sociale che riprenda il concetto di critica proprio del pensiero di Marx e disperso nelle forme sia della socialdemocrazia che dell’ortodossia comunista sovietica. Prende nome da città tedesca “Francoforte”, in cui c’era istituzione di cui facevano parte intellettuali ebrei soprattutto, scuola composita, accomunati dal tentativo di analizzare società contemporanea in modo critico. Uno dei punti di riferimento è Marx, in particolare allo spirito critico di Marx. Adorno, Marcuse riprendono dimensione critico e 1°Marx. Con nazismo chiude; gli intellettuali scappano dalla Germania ma trovano asilo negli USA e si ricompattano a NY dove mettono in piedi la “New School” in cui portano avanti tematica delle ricerche sociali. Dopo 1ww molti tornano in Germania e riaprono istituto di ricerca sociale. Habermas molto importante, porta avanti il tutto. Ripresa della dimensione critica del marxismo L’atteggiamento critico dei francofortesi emerge come: Ritorno alle origini: il vero Marx è un critico sociale, le interpretazioni marxiste successive hanno tradito la sua vocazione più autentica. Superamento di Marx: trovare un modo innovativo di essere marxisti significa elaborare una teoria sociale che affronti le nuove questioni che Marx non poteva prevedere. Contro ogni forma di dogmatismo. Partono da Marx ma vanno oltre perché risentono di Freud che non aveva spazio nel marxismo ortodosso, risentono di Hegel sul concetto di ragione e sono insoddisfatti di come Marx elabora rapporto cultura-società; rifuggono tesi del materialismo storico in senso stretto, perché cultura gioca ruolo fondamentale nelle democrazie occidentali, in cui media avevano assunto ruolo fondamentale a differenza di quanto avveniva nell’800. Con Marx ma oltre Marx. Questi autori riconoscono ruolo di autonomia della cultura nei processi sociali → analogie con Gramsci con egemonia culturale che ampia dinamica struttura-sovrastruttura + dà centralità alla cultura. Perché importante? Attraverso l’industria culturale (cinema, tv) si diffondono, perpetuano dinamiche di potere presenti nella società occidentale contemporanea. Il cuore della critica francofortese alla società moderna sta nel vedere nei processi di razionalizzazione l’elemento alienante del capitalismo moderno: si tratta di rileggere Marx e il suo concetto di alienazione attraverso Weber e il concetto di razionalizzazione Anche questi autori denunciano carattere alienante della cultura che è diventata di massa attraverso l’industria culturale. Cultura appiattita, omologata, le dinamiche di conflitto e ideologiche sono molto presenti in questi autori che rinnovano armamentario del marxismo e lo ampliano. Mettono in luce come anche nelle società occidentali, formalmente democratiche in cui è garantita possibilità di partecipare la vita politica, dietro questa facciata di democrazia ci sono dinamiche di alienazione e di differenza di potere. Fanno critica molto dura, radicale. Marcuse ha scritto “l’uomo a una dimensione”, come se uomo orientato solo al consumo, autori sono stati riferimenti per rivolte studentesche degli anni 60 per questa critica all’occidente formalmente liberal-democratico. Dimensione critica si sposa alla dimensione delle teorie del conflitto. Charles Wright Mills Sociologo americano, Coulomb University. Non è neomarxista in senso stretto, è molto radicale e critico ma a differenza a della prospettiva neomarxista, riconosce importanza di fattori non meramente economici; questo lo discosta dal filone neomarxista ortodosso. Ci sono due grandi centri di ispirazione: rapporto burocrazia-alienazione e riflessione sull’elitè del potere negli usa. Il rapporto tra burocrazia e alienazione (Weber) è convinto come Weber che carattere fondamentale della vita sociale sia l’emergere di una burocrazia sempre più efficiente e a servizio di chi detiene il potere (tratto tipico della modernità). Ma burocrazia nelle sue diverse forme cova germe dell’alienazione sociale; vita dei cittadini organizzata; ognuno di noi ha ruolo predefinito in modo preciso, ognuno di noi rincorre standard di qualità che diverse organizzazione richiedono ma in tutto questo rischia di finire tra parentesi l’autenticità dell’individuo che risponde ad imperativi impersonali. Potremmo anche citare anche Habermas “colonizzazione del mondo della vita”; se esaminiamo mondo contemporaneo, mondi vitali (amicizia, rapporti familiari) sempre di più sono colonizzati perché si ripropongono le logiche burocratiche dei sistemi sociali. Viviamo rapporti della nostra vita privata come quelli della dimensione istituzionale, della vita pubblica. Questa è colonizzazione da cui difendersi, è l’esito di una colonizzazione ideologica. Richiama questa sottolineatura. Le elites (economica, politica, militare) del potere → in ogni società noi abbiamo a che fare con delle elitè che si articola in elità economica, politica, militare. La società americana e ogni ordinamento contemporaneo è organizzata in maniera piramidale e al vertice c’è elitè. Che relazione c’è tra diverse forme di elitè? L’aspetto interessante è come se società americana dell’epoca, è come se ci fosse struttura, piramide visibile ma accanto a questa c’è elitè di potere invisibile, che rimane sullo sfondo, dietro le quinte. Apparentemente tra elitè politica ed economica c’è distanza ma in realtà se esaminiamo vedremo che queste 3 forme di elitè sono un tutt’uno. (la convergenza tra diverse elites). Relazioni molto strette, vanno avanti all’unisono. Potremmo chiederci che ruolo ha forum economico di Davos che si riunisce periodicamente in cui vengono convocati i leader mondiali, leader politici, economici, della comunicazione che riflettono sullo stato del mondo e sui grandi problemi e lanciano linee di indirizzo generali. Wright Mills opera critica sociale molto radicale svelando queste dinamiche di contrapposizione all’interno della società e questa forma di potere larvato dietro il potere conclamato. Analogie e differenze con la prospettiva neomarxista Differenza da neo-marxismo → Mills ha accezione di interesse più ampia, società non è divisa in classi su base economiche ma divisa in base alla distribuzione del potere. Sono tutte 3 le elitè sullo stesso livello ma formalmente elitè politica ha più potere, se avesse scritto qualche anno dopo avrebbe aggiunto elitè mediatiche. Wright Mills non riflette molto sul degradare; si è possibile sostanzialmente perché le elitè dominanti nel momento in cui arrivano potere, tendono a perdere slancio innovativo, consolidano le loro prese di posizione, gestiscono potere, si sclerotizzano e ci sono nuovi gruppi sociali più dinamici che si propongono come nuove elitè e le scalzano. Gruppi in ascesa sorpassano gruppi che detenevano potere. Alcuni dei problemi fondamentali della politica italiana sia tema del ricambio dell’elitè. Discorso si potrebbe applicare anche a paesi leader che pensano di mantenere predominio ma affacciarsi di paesi in ascesa che minano basi di questi poteri consolidati. Critica sociale → Mills usa queste categorie per criticare in modo radicale la società americana in cui lui viveva smascherando il non detto delle elitè all’interno del sistema politico americano. 21/10/2021 Pierre Bourdieu Importante studioso contemporaneo che noi affrontiamo per diversi motivi: parlando di teorie del conflitto non si può non parlarne. Bourdieu e la sua sociologia culturale sono diventata punto di riferimento anche nel dibattito attuale delle relazioni internazionali, richiamando alcuni dei suoi concetti. Un altro motivo di interesse è che Bourdieu è uno dei sociologi contemporanei più citati, approfonditi e criticati. Uno dei primissimi autori per numero di citazioni nella letteratura sociologica. Opera ampia e ricca; cercheremo di capire qual è la sua domanda di fondo e quale valore aggiunto dà al conflitto + cercheremo anche di vedere alcuni dei concetti chiave; “La distinzione.Critica sociale del gusto” (1979). (una delle opere più importanti del ‘900). A quale domanda vuole rispondere? Com’è possibile che la classe dominante imponga proprio dominio con tanta facilità? Importanti la nozione di dominio, di ordine sociale ingiusto, di conservazione dell’ordine sociale e sottesa l’idea che il dominio che viene esercitato nella società da alcuni su altri sia qualcosa di inconsapevole e impalpabile, di non evidente a prima vista. Viene in mente la nozione di ideologia marxiana (falsa coscienza che non sa di essere tale, è inconsapevole). Bourdieu dice che in fondo noi rischiamo di essere vittime di una pressione ideologica senza che opponiamo resistenza se non in particolare situazioni di crisi (es. pandemia). La risposta → “Penso che la cultura sia la religione del nostro tempo”, perché una società laica bisogna studiare come funzionano gli schemi mentali, le rappresentazioni che producono la realtà e giustificano la realtà. La cultura oggi, prende il posto che in passato aveva la religione. In una società laica le dinamiche culturali prendono quel posto di legittimazione dell’ordine sociale, di costruzione di schemi mentali, di credenze. Tutto ciò che derivava da religione ora fa parte della cultura. Ora vediamo in modo analitico come Bourdieu articola questi concetti. Bourdieu è intellettuale impegnato, punto di riferimento nel dibattito pubblico in Francia e in UE, intellettuale da cui hanno tratto ispirazione movimenti di critica sociale, è lontano dalla avalutatività weberiana. Bourdieu scrive che uno dei suoi scopi era “denunciare apertamente discorso liberale che ha preso il sopravvento”; quindi militanza attiva nella vita del paese. L’opera di Bourdieu introduce concetti specifici. Tesi fondamentali della sua opera è che classi sociali dominanti tendono a quel fenomeno chiamato “riproduzione sociale” (modi in cui determinata classe che prezzo diventi sempre più altro. Oppure c’è aspetto del controllo normativo: succede che chi detiene il potere può esercitare forme di convincimento di tipo morale, normativo, culturale. È aspetto legato alla legittimazione del potere di cui parlava Weber. Collins (=Bourdieu) ci aiuta a riflettere su alcuni fattori che influiscono nella società contemporanea, nel conflitto e nella competizione. Influiscono in positivo o in negativo; fa riferimento all’istruzione e al genere. Sul primo tema Collins fa osservazioni simili a quelle di Bourdieu, istruzione importante per riproduzione sociale e stratificazione sociale e quindi è fattore importante che opera anche contro la mobilità sociale. Nelle sue opere fa vedere come le istituzioni educative, le grandi università americane, rappresentino sorta di lascia passare per accedere a posizioni di vertici all’interno della società americana. (Wright Mills). Aspetto interessante, tutto questo avviene mettendo al centro il fatto che studiare in certe università sia sorta di strumento di controllo sociale, viene utilizzato per mantenere ristretto numero di coloro che possono accedere a queste cariche pubbliche. Chi ha accesso sono persone che provengono da famiglie che fanno parte di questo ambiente sociale. Si è generata anche sorta di inflazione dei titoli universitari → è necessario avere titoli sempre più alti per avere accesso a certi ambiti. Tutto ciò è riflesso di disuguaglianze sociale che le legittima ulteriormente. Qualcosa di analogo si può dire per il genere. Collins afferma con preoccupazione che ci sono nella società americana attuale una forte disuguaglianza legata al genere, è più difficile per le donne svolgere certi lavori, poche donne in posizione di leadership, salario più basso, anche questo influisce sulla possibilità di avere accesso per tutti nelle stesse posizioni. In realtà Collins (=Bourdieu) afferma che la spiegazione che si arriva in certi posti solo perché si proviene da certa famiglia è semplicistica, c’è mediazione in mezzo: determinati individui sono socializzati verso acquisizione di determinate abilità e competenze che richiedono risorse ma poi in effetti in molti casi è vero che questi studenti raggiungono delle performance significative. Non è che non se lo meritano, fanno stessa corsa degli altri ma partono più avanti. Non ci rendiamo conto del fatto che partono più avanti, vediamo che corrono più veloce e diciamo che è per la natura. Come può stare nel sistema liberale americano? Collin non è sostenitore di ciò, visione ideologica di tutto questo, questo modello liberale mette in luce che in effetti quelli che sono arrivati a quei risultati hanno detenuto punteggi più alti in determinati test. Collins studia anche politica internazionale e si chiede anche in riferimento agli stati quali siano i fattori che favoriscono il fatto che stati abbiano potere nello scenario internazionale? O lo sfavoriscono? La prima variabile è dimensione del territorio e risorse, più stato è grande più ha risorse, più è probabile abbia ruolo di potere. Questo è presupposto anche del realismo. Un secondo aspetto è quello della posizione geografica, (geopolitica), osserva che uno stato che ha stati vicini piccoli e non minacciosi è probabile che possa accrescere suo potere nello scenario internazionale. Collins ha studiato declino dell’URSS mettendo in luce ruolo del Giappone e della Cina, nel momento in cui Russia ha fronteggiato vicini forti, sé stata messa in crisi. Ultimo aspetto è espansione militare; potere militare è deterrente, è molto importante ma osserva anche che proprio per questo Stati tendono a mettersi in una rincorsa agli armamenti, ma tutto questo può condurre anche a un impoverimento, messa in discussione degli stessi stati. Destinano molte risorse all’espansione militare trascurando altri aspetti e ciò genera un declino della potenza politica nello scenario internazionale. Teoria elaborata fine anni 80. 23/10/2021 Interazionismo simbolico e drammaturgia sociale Introduzione Interazionismo simbolico e drammaturgia sociale di Goffman son intercorrelati; cambiamo un po’ la nostra ricerca. Noi abbiamo visto scuole di pensiero interessate alla macrosociologia (funzionalismo, teoria del conflitto, ci siamo imbattuti in teorie che prendono in esame macro-fenomeni sociali come le istituzioni, il potere, i conflitti, l’oggetto di interesse specifico erano macro-processi). Interazionismo e drammaturgia sono approcci microsociologici; studiano interazioni degli individui nella vita quotidiana; siamo interessati ad ambiti più ridotti. Ci interessa capire come le persone si relazionano le une con le altre, come interagiscono nella vita quotidiana. Oggetto di interesse è diverso. Potrebbe sorgere domanda; se è evidente significato di un approccio macrosociologico per la relazioni internazionali, perché studiare anche approcci microsociologici? Perché sia interazionismo simbolico che drammaturgia sociale sono punti di riferimento nello studio delle relazioni internazionali più recenti, in particolare nel costruttivismo. C’è filone di ricerca che è quello più in crescita che si chiama costruttivismo, che fa riferimento ad alcune di queste tematiche in particolare uno degli autori più importanti è Alexander Wendt, in uno studio sociale dedica parte significativa all’interazionismo simbolico. Dice “è vero, contano le istituzioni e macroprocessi sociali, ma non ci aiutano a capire perché Usa non sono preoccupati del fatto che Uk possieda molte testate nucleari, mentre Corea del Nord ne ha 1 e crea inquietudine.” Perché? Dipende dalla diversa interpretazione, definizione della situazione, che Usa mettono in atto in questo contesto, è fattore immateriale (cornice interpretativa). È perciò importante fatto che noi viviamo stessa identica situazione in maniera diversa in base all’interpretazione, interazionismo simbolico è in questa prospettiva fondamentale. Possiamo collegare quindi drammaturgia sociale e interazionismo simbolico alla sociologia comprendente di Weber che parla del significato dell’agire. Interazionismo simbolico può essere letto come sviluppo della prospettiva weberiana ma non solo, anche nesso sociologia weberiana-drammaturgia sociale di Goffman. Egli mette al centro il tema dell’azione sociale come Weber ma a sua differenza, dà immagine drammaturgica dell’azione sociale. Drammaturgia sociale di Goffman Goffman sostiene che agire non ha finalità esclusivamente strumentale, l’agire più importante non è agire razionale rispetto allo scopo, l’agire ha sempre dimensione drammaturgica, componente di rappresentazione del sé. Agendo non solo perseguiamo fini con scopi o valoriali, ma prima di tutto interagendo con gli altri presentiamo noi stessi. Cerchiamo di portare immagine di noi nel contesto in cui viviamo, facendo questo facciamo conti con i ruoli sociali, con gli altri, dobbiamo vestirci in modi diversi in base al contesto in cui siamo. Dobbiamo assumere facciata diversa in base al contesto e in base all’immagine che vogliamo dare di noi (analogia con maschere di Pirandello). Goffman enfatizza distinzione palcoscenico-retroscena, ci comportiamo in maniera diversa. Es → cameriere quando accoglie ospiti si presenta in modo professionale, gentile, cercherà di far vedere come ristorante è all’altezza di certi standard, poi magari quando vanno in cucina si lamentano del comportamento di un determinato cliente. Lo stesso farà anche il cliente del ristorante, potrà fare commenti sul modo di presentarsi del cameriere. Questa è metafora di ciò che avviene nella nostra vita; ognuno di noi assume molte facciate, cerca di calarsi al meglio in quel ruolo ma cerca di prendere le distanze da loro. Altro esempio → chirurgo in sala operatoria assorbito nelle sue capacità professionali, nel momento in cui intervento chirurgico finisce il chirurgo si toglie i guanti e da quel momento esce dal ruolo. Magari farà anche battuta liberatoria; immedesimazione nel ruolo e distanza nel ruolo. Ma dietro tutte queste facciate chi c’è? C’è un io autentico che è dietro tutto questo oppure no? Siamo la somma delle facciate che rappresentiamo? Questo ci fa capire che questi approcci non sono preoccupati prima di tutto di studiare le strutture sociali, ritengono che individuo abbia margine di autonomia e libertà e ritengono che individuo si trovi nella vita quotidiana a vivere situazioni non codificate a priori, è lì che viene fuori l’umanità. Mentre funzionalismo per interazionismo e Goffman è vestito troppo stretto cucito sulle persone. Le considerazioni microsociali valgono per individui e gruppi sociali; studi di Goffman adottate come strumento per studio delle relazioni internazionali. Es → processo di negoziazione tra due stati, possiamo leggere questo processo anche nei termini della drammaturgia. Problema è trovare accordo in cui nessuno dei due perda la faccia, in cui ci sia soluzione, in cui uno dei due cede su qualcosa e presentare soluzione trovata come adeguata agli interessi, altrimenti messa in discussione immagine dello stato nello scenario internazionale. Ogni stato gioca un ruolo nella scacchiera internazionale, si rappresenta in certo modo oppure vediamo quanto sia importante bilanciare aspetto del palcoscenico-dietro le quinte; negli accordi buona parte del lavoro fatto dietro le quinte, nello spazio pubblico si porta avanti certe proposte, ma vero lavoro è dietro. Anche questa immagine drammaturgica è importante oggi nello studio delle relazioni internazionali. Il significato dell’interazionismo simbolico Interazionismo simbolico si afferma nella sociologia e nella psicologia sociale; Mead è riferimento di questo approccio. È scuola che nasce negli Usa nella prima metà del 900, poi si allarga. Tra l’altro si può osservare prossimità tra interazionismo simbolico e pragmatismo (filosofia). Si pone al centro l’interazione sociale e l’interpretazione di coloro che partecipano all’azione; acquistano importanza processi interpersonali. La costruzione dell’identità è un processo, qualcosa non dato a priori, avviene a fasi tramite le quali individui si rapportano al loro modo di pensare. L’approccio interazionista dà importanza alla dimensione della riflessività, ci fa riflettere sul fatto che ognuno di noi quando interagisce con gli altri fa ricorso a dialogo con sé stesso, a una introspezione, a un parlare con sé stessi. Prima di far qualcosa, immaginiamo cosa facciamo. Questo è aspetto fondamentale per l’agire. Questo però sottolinea fatto che ciò che noi siamo non dipende esclusivamente dalla società, non siamo mero riflesso della società, c’è dimensione riflessiva che ci definisce come esseri umani. Le radici intellettuali dell’interazionismo simbolico -Il concetto di definizione della situazione di Thomas -La sociologia comprendente di Weber -Il pragmatismo di James e Peirce -Mead: il sé e la società -Blumer «L'interazionismo simbolico è un orientamento teorico affermatosi nell'ambito della sociologia e della psicologia sociale, soprattutto negli Stati Uniti, a partire dalla prima metà del Novecento. Il tratto distintivo di questo indirizzo consiste nel porre al centro dell'analisi l'interazione sociale e l'interpretazione che di questa danno quanti vi partecipano. In tale prospettiva acquistano centralità i processi interpersonali tramite i quali gli individui si rapportano al proprio modo di pensare e a quello che presumono essere dell'altro, per scegliere le linee di condotta da seguire. Al tempo stesso viene dato risalto all'attività di simbolizzazione svolta dagli individui nel corso dell'interazione e allo sviluppo di capacità interpretative delle proprie e delle altrui esperienze. I significati che vengono attribuiti a tali esperienze derivano dalle definizioni che Ego e Alter danno delle 'situazioni' in cui sono rispettivamente coinvolti. Il tipo di rapporto sociale privilegiato da questo approccio è quello che emerge da un'intensa attività interpretativa e definitoria della situazione in cui si trovano coinvolti gli attori, tanto che la visione del mondo che ne scaturisce appare intessuta di continue negoziazioni. Queste, influenzandosi a vicenda, costruiscono incessantemente nuove mappe di significato all'interno di processi in cui prevalgono elementi di contingenza e aleatorietà. Postulando la natura negoziata, 'costruita' dell'ordine sociale - che appare quindi fondato sui processi definitori e interpretativi che si sviluppano nel corso dell'interazione - l'interazionismo simbolico introduce nell'analisi sociologica un correttivo rispetto al peso eccessivo dato dalle analisi funzionaliste al determinismo normativo e agli aspetti strutturali della vita sociale. Questo orientamento teorico è diventato così il referente privilegiato degli attuali sviluppi delle analisi microsociologiche, nonché dello studio delle organizzazioni basato sulla teoria dell''ordine negoziato’ (voce «Interazionismo simbolico», in Enciclopedia delle scienze sociali – Treccani) L’interazionismo simbolico rifugge da due opposti, da idea innatista e da idea comportamentista del sé. Idea innatista: chi noi siamo dipende da qualcosa che abbiamo dentro fin dalla nascita. Chi siamo non dipende da noi perché è come se dentro avessimo già tutto, che viene fuori mano mano crescendo. Questo non è accolto dall’interazionismo simbolico, perché interazione con gli altri è del tutto secondaria. Se siamo già costituiti interazione con gli altri è secondaria. Sé non è innato! Idea comportamentista: stimolo-risposta. Abbiamo imput dall’esterno a cui rispondiamo meccanicamente, noi sappiamo già come risponderemo a uno stimolo. Studio degli animali. Ma questo non è accettabile, viene meno lo spazio dell’interiorità e del confronto con sé stessi, della libertà. Innatismo dà idea di sé troppo chiusa mentre comportamentismo dà idea del sé troppo dipendente dall’esterno. Interazionismo si pone in via intermedia. Viene dato risalto alla simbolizzazione degli individui durante l’interazione. Perché interazionismo è simbolico? Perché ognuno di noi si serve di simboli nei rapporti con gli altri, linguaggio e immagini. Simboli attraverso i quali si costituisce il sé. I significati che vengono attribuiti alle esperienze derivano dalla definizione che ego e alter danno della situazione in cui siamo coinvolti. Esempio: se all’interno di un’aula scolastica dei bambini si alzano durante la lezione e fanno scherzo a un compagno, facendo questo stanno dando definizione della situazione diversa da quella condivisa. Io vivo questa situazione come se fossimo in situazione di gioco non in aula, ci sarà negoziazione con la maestra che dirà di tornare a posto e spiegherà che non si può fare ora ma nell’intervallo. Ognuno cercherà di far valere sua definizione della situazione. Maestra cercherà di ridefinire la situazione, lo stesso in Parlamento in cui Presidente della camera richiama all’ordine. Postulata natura negoziata dell’ordine sociale, l’interazionismo simbolico introduce correttivo. Se è vera centralità data alla costruzione del significato, indubbiamente questa sottolineatura è molto importante, passo avanti rispetto a quanto abbiamo visto finora. Questo processo di costruzione del significato, di definizione della situazione può avere dei limiti oppure no? È processo libero in quanto interiore ma quando interagiamo con gli altri ci sono dei limiti. Es: se parliamo di fake news (notizie con contenuto falso o alterato che sono prodotte intenzionalmente e sistematicamente, è progetto comunicativo per costruire una notizia e per definire in modo diverso una situazione). Processo che porta alle fake news è radicalizzazione del processo di cui stiamo parlando; ci sono dei limiti, nostro definire le cose deve avere a che fare con dati e realtà se no diventa puro arbitrio. Se diamo vita a costruzione della realtà del tutto arbitraria porta a conseguenze reali, questo va sotto il nome di Teorema di Thomas (è antecedente dell’interazionismo). Dice che se noi produciamo un’immagine della situazione che non è reale, non ha fondamento reale, reali saranno le sue conseguenze.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved