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Sociologia dei processi culturali 3° Parziale, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

SID M-Z 1° Anno Appunti + Libro

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 19/01/2020

al-mar
al-mar 🇮🇹

4.2

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Scarica Sociologia dei processi culturali 3° Parziale e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! III° PARZIALE DI SOCIOLOGIA TALCOTT PARSONS  Cerca una sintesi fra due grandi approcci: organistica e individualista Nasce negli USA, ma si forma anche in ambito europeo  conosce Malinowski e Heidelberg Tema del funzionalismo Insegna ad Harvard, più importante studioso americano 1937 La struttura dell’azione sociale ( 1° fase del suo percorso intellettuale ) cerca di elaborare e sviluppare la teoria volontaristica dell’azione= Struttura e azione sono termini antitetici che cerca di mettere insieme, anche se è ancora attento e vicino al filone azionista.  Integrerà e amplierà le tesi di Weber e Tocqueville 1951 Il sistema sociale (seconda fase del suo pensiero intellettuale) va verso un approccio sistemico , nei confronti della società intesa come sistema sociale.  Opera importante perché introduzione del suo metodo empirico: Schema AGIL -sistema sociale -sistema della personalità -sistema culturale 1956  Economia e Società (con N. Smelser) 1966 Terza fase del suo pensiero : Sistemi di società = influenze di tipo evoluzionistico. In chiave storica vede un’evoluzione della società. >>Parsons è visto come ultimo dei classici ( perché vuole trovare una teoria generale sulla società) e primo dei rivoluzionari. Muore a Monaco di Baviera METODO: - Definizione di un modello astratto di sistema sociale, costruito per via teorica, basato sulla concezione volontaristica dell’azione - Applicazione di questo modello, alla ricostruzione delle società storiche, nel tentativo di spiegare come emerga il mondo moderno all’interno di diverse evoluzioni. - Parsons è funzionalista perché pensa che la teoria sociologica debba identificare le funzioni fondamentali che ogni struttura sociale operativizza a modo suo. TEMI RICORRENTI e Punti salienti del suo pensiero (Che lo rendono l’ultimo dei classici) 1) Ricerca di una teoria generale della società La Grande teoria Ambizioso, non si limita a studiare aspetti micro-sociali, non si limita a generalizzare parzialmente i risultati della ricerca empirica. Ma a dar vita appunto ad una grande teoria della società 2) L’individuo si integra nella società attraverso l’interiorizzazione di valori sociali  Nel momento in cui fa propri i valori sociali della società si integra. Quando questo non avviene, si ha la devianza ( desiderio di non integrarsi e di non valorizzare i valori sociali prevalenti) 3) Il modello di evoluzione sociale si basa sul concetto di differenziazione funzionale : Ritorno del concetto di solidarietà organica di Durkheim = Modernità significa differenziazione su base funzionale >> Cosa lo rende il primo dei rivoluzionari, contemporaneo ? L’importanza alla ricerca empirica; La Volontà di utilizzare contributi di altre discipline. Non ha il problema della legittimazione accademica della nuova disciplina (problema superato rispetto a prima) La grande teoria: Visione generale della società  a partire dallo studio della società moderna in particolare moderna - La sociologia è la teoria della società formulata nella società moderna ma è applicabile a qualsiasi gruppo umano del passato presente e futuro - La teoria sociologica è necessariamente astratta poiché intende individuare ciò che accomuna nonostante le enormi differenze le varie strutture sociali. - Da qui la denominazione di Grande Teoria Parsons parla della società in quanto tale. Riferimenti a Merton, suo allievo = l’elaborazione di questa grande teoria viene abbandonata, perché non è possibile generalizzare. ( generalizzazione indebita) La struttura dell’azione sociale 1937 libro voluminoso e complesso  Struttura dell’azione sociale, elementi senza dei quali si può parlare di azione sociale: 1) Attore ( colui che agisce) 2) ogni azione sociale ha un fine  molto vicini alla teoria dell’agire di Weber, infatti sostiene la sua tesi, ma vuole superarloIl problema degli individualisti è la mancanza del contesto. Mentre negli approcci olisti esisteva solo il contesto ( poca importanza all’azione dell’individuo). SI possono distinguere due aspetti della Situazione= 3) Situazione (in cui avviene l’azione) caratterizzata da: a) Mezzi (elementi che l’attore può controllare ) b) Condizioni (elementi che l’attore non controlla, di cui deve prendere atto, vincoli impossibilità e limiti. ) Ogni azione ha a che fare con dei mezzi e delle condizioni 4) Orientamento normativo.  caratteristico del suo approccio : ogni progetto individuale viene formulato sempre a partire da un orientamento normativo dell’attore sociale, che assume ed elabora a partire nella società in cui vive. Il definire il fine non è l’esito della nostra scelta individuale, ciò a cui ci dedichiamo dipende dall’ordinamento normativo in cui ci siamo stati socializzati.  progressivamente ciò che è all’esterno di noi, diventa parte della nostra persona. Parsons vuole tenere insieme Marx (struttura) e Durkheim ( azione sociale)  sintesi precaria. Parsons sarà chiamato a scegliere uno dei due perché questo modo di leggere la società dal punto di vista empirico, non permette una vera e propria unificazione. Il sistema sociale 1951 Parsons passa dall’analisi del singolo atto elementare di individuo ad un piano più astratto e generale che riguarda i modelli alla base di tutte le azioni che gli individui compiono nella società nella quale diventa importante studiare il contesto. L’individuo non agisce come se fosse da solo a decidere, ma si inserisce in una fitta trama di relazioni e di ruoli sociali ed elementi normativi. Diventano importanti due concetti: - ruoli sociali ( sono modelli di comportamento ripetuto nel tempo che sono regolati da norme e sono legati ad aspettative); L’insieme dei ruoli interconnessi si chiama sistema sociale.  Parte dal sistema sociale, poi ruolo sociale e infine azione sociale - azione sociale  Parsons formula l’esistenza di 3 diversi sistemi d’azione: il sistema sociale; il sistema della personalità e il sistema della cultura = l’interazione tra i tre permette la relativa stabilità di un sistema d’azione. Economia  imprese Politica  partiti burocrazia Società Scuole \media Cultura  famiglia\patria >> Schema astratto viene utilizzato per analizzare ogni fenomeno sociale, quindi è utile, poiché dà una chiave di lettura semplice rispetto alla realtà. Lo schema Agil è la massima espressione del funzionalismo di Parsons; queste variabili non sono utilizzate in modo statico, ma aiutano a capire i cambiamenti della società. Infatti studiando i fenomeni sociali utilizzando questi elementi, bisogna essere consapevoli del fatto che il mutare di uno incide sugli altri. NB  La società non è statica, la vita sociale muta ma tende sempre a ripristinare le condizioni per cui le variabili siano coordinate tra di loro = equilibrio Questo aspetto dimostra il funzionalismo di Parsons : Variabili collegate tra di loro >> Le variabili riguardano anche l’ambito internazionale: La globalizzazione può essere letta in chiave Parsonsiana. La globalizzazione ha turbato l’ordine sociale post- guerra fredda. Secondo Parsons bisogna osservare come i sottosistemi si sono riorganizzati dopo i turbamenti della Globalizzazione  La globalizzazione può essere letta in chiave economico, politico, sociale e culturale. Lo schema evolutivo ha a che fare con un processo di differenziazione funzionale: le società pre- moderne, sono meno differenziate funzionalmente di quella moderna; ciò però non significa siano meno complesse. Il sistema di intercambio diventa sempre più differenziato: ogni singolo sottosistema riproduce al suo interno le quattro funzioni dello schema AGIL, dividendosi a sua volta in sottosistemi, ognuno dei quali composto dallo stesso processo, fino ad arrivare a strutture sociali estremamente articolate. L’idea fondamentale è la caratteristica tipica delle società : l’individualismo  il progressivo diventare autonomo di un sistema di valori dell’individuo e su una struttura sociale che ne diventa la base normativa Nelle società moderne vengono interiorizzati alcuni criteri generali utili per la scelta di specifiche procedure. La società non dice al soggetto cosa deve fare, poiché esso è libero di scegliere fra tutti gli infiniti modi plausibili di essere, contenuti all’interno dell’ordinamento normativo = astrattezza del modello. Il sistema sociale è un’entità autonoma e l’individuo è libero = la teoria diventa spiegazione generale che spiega come ogni società si configuri con un proprio specifico, instabile equilibrio, basato sulla diversa capacità di socializzare degli individui ai ruoli che devono svolgere attraverso l’interiorizzazione di un modello normativo. La modernità occidentale è il più evoluto sistema sociale, il più differenziato funzionalmente ed quello capace di diventare più autonomo rispetto all’ambiente; quello più individualistico, dove l’individualismo non coincide con emancipazione dalla pressione sociale, ma con un tipo particolare di pressione.  secondo Parsons gli USA, sono il punto di arrivo più alto della modernità e quindi dell’azione sociale. Autori della scuola di Francoforte o la teoria critica della società Nel 1923 un gruppo di studiosi Marxisti ed ebrei fonda a Francoforte l’istituto per la ricerca sociale. Elementi importanti: la matrice culturale marxista è un filo conduttore in tutti; dall’altra la matrice religiosa è importante non solo a livello culturale, ma perché essendo ebrei sono stati costretti a cercare salvezza fuori dalla Germania. Questi studiosi troveranno rifugio negli USA, dove alcuni vi rimarranno fino alla 2° GM, mentre altri per tutta la vita. Nel frattempo a New York, fu istituita la New School, che ha ospitato alcuni di questi studiosi. L’obiettivo fondamentale è elaborare una riflessione filosofica e sociale che riprenda il concetto di Critica proprio del pensiero di Marx che si è disperso nelle forme sia della socialdemocrazia che dell’ortodossia comunista sovietica. I francofortesi non accettano tali visioni: I comunisti avevano preso la dottrina di Marx cristallizzandola e rendendola un’ideologia  diventata una delle più forti e radicali forme di radicalismo sociale politico ed economico. Depotenziamento della dottrina di Marx, sia ad est che ad Ovest Ripresa della dimensione critica del Marxismo: L’atteggiamento critico dei francofortesi emerge come : 1) Ritorno alle origini: il vero Marx è un critico sociale, le interpretazioni marxiste successive hanno tradito la sia vocazione più autentica. 2) Superamento di Marx : non imitazione, riprenderlo e utilizzarlo per leggere una nuova realtà, lontana da ogni dogmatismo scientifico trovare un modo innovativo di essere marxisti significa elaborare una teoria sociale che affronti le nuove questioni che Marx non poteva prevedere in una forma di dogmatismo. Ripresa di Weber = Non usano il suo metodo e la sua avalutatività ( critica sociale ), ma il concetto di razionalizzazione di Weber. Infatti vogliono unificare il meglio di Marx ( concetto di alienazione = importante nel Marx critico poiché tale analisi toglie il velo ideologico e mostra l’alienazione) e Weber ( il nuovo volto dell’alienazione nella società moderna è la razionalizzazione di cui parla Weber: il disincantamento del mondo che si è affermato poiché tutte le cose dominabili grazie alla ragione umana => Anche l’individuo è l’oggetto imprigionato dai processi di razionalizzazione )  duplice principio ispiratore Il cuore della critica francofortese alla società moderna sta nel vedere nei processi di razionalizzazione l’elemento alienante del capitalismo moderno: si tratta di rileggere Marx e il suo concetto di alienazione attraverso Weber e il concetto di razionalizzazione. ADORNO THEODOR È uno dei migliori rappresentanti della teoria critica del pensiero della scuola di Francoforte. Si mescola la filosofia applicata allo studio della società ( matrice filosofica forte ). Rapporto di amicizia con Horkheimer  testi scritti insieme es. La dialettica dell’illuminismo Dialettica negativa 1966  Libro più importante Critica del metodo Adorno critica il metodo sia di Durkheim che di Weber (individualismo metodologico) , poiché ritiene erroneo porre l’alternativa tra l’autonomia della società e l’individualità del soggetto. Non c’è sapere oggettivo finché permane questa contrapposizione  non accettata tra individuo e società= sono state pensate come due elementi distinti. Individualismo e Olismo sono accumunati da un punto di partenza non accettato dai francofortesi, poiché non descrive bene la società  la sociologia produce un sapere falso perché separa società ed individuo come due realtà e ripropone ciò nella sua metodologia scientifica. Critica del processo di reificazione (processo attraverso cui la società diventa cosa)  Critica alla sociologia stessa. La società deve essere colta nella sua totalità Oggettività del Sapere Secondo adorno è vero che la società è prodotta dall’individuo (Weber) ma è anche una realtà autonoma (Durkheim). Solo in questa situazione non esiste più scarto tra singolo e totalità dunque il sapere potrà dirsi oggettivo Conciliazione tra totalità sociale e individualità particolare = sapere oggettivo. >>Ruolo dialettico dello scienziato sociale; non bisogna mai cristallizzare la realtà. La realtà è sempre di più nelle nostre definizioni  La ragione ci permette di analizzarla, ma dall’altra non ci dovrebbe far fermare sull’idea stessa della realtà: dunque non fermarsi mai “La dialettica dell’illuminismo di Adorno e Horkheimer” Qualsiasi concetto non riuscirà mai ad esprimere completamente la realtà: lo scarto tra concetto e realtà, è sofferenza definita da Adorno Contraddizione.  Il pensiero è dialettico quando riconosce questo scarto, è il senso di colpa d’imparzialità del concetto produce l’idea secondo cui il tutto è falso. TESI : l’illuminismo ha subito un processo di eterogenesi dei fini = raggiungere fini opposti a quelli stabiliti; esso non ha generato quello che prometteva, ovvero la razionalizzazione della ragione umana ma ha generato assolutizzazione della ragione che ha portato violenza inaudita rispetto al passato.  L’illuminismo era quel pensiero critico che intendeva liberare l’uomo dalle falsità del mito, mettendoli in guardia dalle varie assolutizzazioni della magia e della religione;  allo stesso tempo corre il rischio di assolutizzarsi, alimentando il rischio del mito della ragione= Non è il sonno della ragione che genera mostri ma può essere anche una veglia assoluta della ragione a generarli. La dialettica dell’illuminismo è un esemplificazione della storia più lunga dell’occidente  ripresa tesi di Weber sulla razionalizzazione e di una ragione che diventa estremamente tecnica ed esperta dei mezzi, che non sa più qual è il fine della convivenza civile, ma allo stesso tempo dà capacità di sviluppo sempre più veloce ( muta sui fini ma è sempre più esperta nei mezzi ) Discrepanza della modernità : incapace di individuare un senso unificante ( tema Weberiano ) ma allo stesso tempo sempre più potente e capace di asservire la natura, ma soprattutto di distruggerla, poiché incapace di porre un fine che non sia mero tornaconto economico dunque acquisizione di ricchezza. TESI: L’illuminismo che è in via di principio opposto al dominio crea invece nuove forme di dominio incarnate nella società di massa. Il mondo borghese-capitalista è espressione di una ragione (razionalizzazione di Weber che diviene modernizzazione) che diventa tecnica e che tradisce se stessa. Paradosso dell’Illuminismo : Il paradosso è che l’illuminismo viene meno al suo compito di liberare il soggetto: gli individui sono annullati nel sistema economico e politico in quanto ridotti a cose. Invece di una liberazione si ha l’estraniazione. Il tanto decantato razionalismo dell’illuminismo si trasforma, secondo Adorno e Horkheimer, nel suo contrario: chiude gli uomini nella logica economica per la quale uomini e cose sono strumenti di profitto.  Nel mondo democratico possono nascere forme di dispotismo e tirannia, meno violente e visibili, ma molto pervasive, i francofortesi vedono questo rischio nel fatto che gli individui sono annullati nel sistema economico e ridotte a cose, sono resi ingranaggi di un sistema più grande sono estraniati e alienati. MITO DELLA RAGIONE  Mito della ragione strumentale (processo di razionalizzazione Weberiano Gabbia d’acciaio, nuova forme di oppressione) Il dominio della tecnica è la razionalità del capitalismo sociale che dilaga dalle fabbriche a tutti i rapporti sociali: Tutto diviene merce, tutto è scambiabile: vittoria dell’oggetto sul soggetto (alienazione) Habermas: Ha scritto Colonizzazione del mondo della vita = Le logiche del sistema economico invadono il mondo vitale e gli ambiti che non gli appartengono, che non sono di sua competenza, che vengono modellate in base all’azione economica ( modello in base allo scopo) Riduzione del suo pensiero dato dagli altri: ognuno nel mondo della globalizzazione è più libero e capace di perseguire i propri obiettivi : si è più liberi rispetto al passato; il senso di emancipazione individuale nella modernità è una falsa coscienza secondo Baumann perché la libertà e l’autonomia sono mera apparenza. Baumann non pensa che la società sia effettivamente liquida, ma pensa che il cambiamento continuo ci faccia apparire tutto come liquido, instabile e precario. Il libro modernità liquida scritto nel 2000: il suo tentativo è quello di elevare la fluidità a principale metafora dell’attuale fase dell’epoca moderna in cui alla stabilità e alla pesantezza si sostituiscono sempre più la fluidità e leggerezza. La modernità globalizzata non è in grado di mantenere la promessa di un mondo migliore né di liberarci dalle solidità del passato e dalla stabilità oppressiva per sostituire norme sociali più libere e democratiche e questo perché il dominio dell’economia e la razionalità strumentale creano una nuova forma di oppressione. La liquidità è l’ideologia del sistema di dominio attuale: forma di domino che si afferma come prodotto della libertà dei soggetti, privandoli effettivamente della libertà di rifiutare il sistema offerto. Nel passato i modelli esterni apparivano oppressivi perché stabili e indiscussi, mentre nella modernità non siamo liberi nonostante quel modello passato venga meno, perché siamo costretti ad essere liberi in sintonia con le esigenze di realizzazione: dobbiamo essere gli individui che il sistema ci chiede, eliminando la possibilità di un processo di emancipazione. >>La flessibilità del lavoro e la precarietà a volte sono presentate come libere scelte = individualità dei lavoratori maggiore rispetto al passato, ma la flessibilità non avvantaggia il singolo ma il sistema sociale ed economico = Dietro un apparente libertà ci sono delle istanze che vanno a beneficio di attori sociali molto forti all’interno della società, che sono quelli legati al sistema capitalistico moderno. Prima modernità: quella che fa grandi promesse = La modernità in chiave politica inizia con la rivoluzione francese; Sennò con la rivoluzione industriale in chiave economica. Seconda modernità: prende atto che le promesse non sono state compiute e realizzate. Per Baumann la divisione tra 1 e 2 modernità è una divisione cronologica : osserva empiricamente ma non imputa i motivi intrinseci della prima modernità. >>Non è antimoderno o contro le istanze della modernità ma prende atto di quel qualcosa che non è andato correttamente. Temi classici della modernità  emancipazione, individualità, tempo\spazio, lavoro, comunità  Emancipazione = rapporto tra individui ed emancipazione Nella prima modernità il rapporto tra individuo ed emancipazione è piuttosto definito. Modernità significa la promessa che l’individuo possa svincolarsi da ciò che prima lo teneva soggiogato rispetto una forma di dominio o autorità; questa relazione è caratteristica della modernità perché in un assetto sociale premoderno o prerivoluzionario non esisteva l’istanza di emancipazione da parte dell’individuo, perché tutto sommato gli individui si inserivano nella realtà sociale più o meno fatalistico: ognuno viveva nel contesto in cui nasceva e il contesto in cui si cresceva non era un problema, come le aspettative circa la sua vita perché tutto veniva vissuto in modo pacifico (sapevano cosa aspettarsi). Quindi rapporto si pone nella modernità perché questo carattere scompare: non c’è equilibrio tra aspettative individuali e ciò che il sistema può offrire, la società offriva ciò che poteva dare. L’istanza di emancipazione diventa sempre più sentita e individuale. E non si inserisce in modo pacifico in questo contesto già strutturato. Nella modernità appare questa promessa di libertà. Nella seconda modernità di Baumann avviene che la società enfatizza la liberazione dei desideri individuali ma di fatto essa non consente di realizzare ciò che promette: Dimensione del desiderio marcato => impossibilità di soddisfare questi desideri Analisi analoga a quella di DurkheimLa differenza sta nel fatto che la discrepanza viene coperta ideologicamente nella società contemporanea, non viene espressa ed è sempre più diffusa l’idea di alimentare l’attesa del desiderio che è funzionale all’ordine sociale economico. Baumann distingue tra individualismo de Jure e de Facto: la società si basa sulla liberazione del desiderio; di fatto , non consente ciò che promette. Essere individuo de jure significa non poter addossare la colpa a nessuno per la propria miseria. L’emancipazione diviene una questione individuale.  Relazione tra lo spazio e il tempo  perdono la loro densità e oggettività rispetto al passato, poiché la globalizzazione può essere spiegata nel rendere sempre mento stringente lo spazio e il tempo. Viviamo in uno spazio globale che perde i suoi confini. Il tempo non indica più una storia ma un susseguirsi di eventi che non vengono da una storia. Si smarrisce la memoria del passato e l’attesa del futuro  Spazio e tempo vengono anch’essi liquefatti: Gli spazi pubblici diventano vuoti, senza nessuna risorsa qualitativa che li caratterizza. Stessa cosa per il tempo, la modernità è la storia del tempo ed esso stesso diventa mera istantaneità, che cancella la distanza spaziale.  Lavoro perde la sua centralità ( nel modello Fordista) , le caratteristiche e o vincoli del lavoro vengono indeboliti sempre più. Anche il lavoro diventa sempre più libero da vincoli e flessibile. Il lavoro ha perso la sua centralità e la propria identità: il legame tra capitale e lavoro basato sulla reciprocità della loro indipendenza, ha perso la propria consistenza e visibilità.  Concetto di Comunità  cambiamento del senso di comunità = L’idea di comunità, di legame solido e duraturo, ha perso consistenza.. Tema studiato molto da Baumann, “Voglia di comunità”Metafora della comunità guardaroba: oggi non viene meno l’idea e il concetto di comunità, poiché proliferano le comunità, molte di più rispetto al passato. Differenza sostanziale: Quella attuale è un’epoca di disimpegno e di allentamento dei legami: apparteniamo a comunità alle quali non apparteniamo del tutto, non ci costituiscono veramente. L’appartenenza ad una comunità sono come degli abiti che indossiamo a seconda delle circostanze e dell’evenienza.. Queste appartenenze multiple non incidono alla nostra persona, noi rimaniamo strategici a noi stessi. Se precedentemente l’appartenenza ad una comunità ci rappresentava, oggigiorno l’appartenenza rimane in superficie e non ci caratterizza veramente : si può appartenere a tante comunità differenze perché l’impegno con esse è solo parziale e non sono contraddittorie. >> L’ideologia della modernità liquida incentrata sull’individualità de jure, nega l’importanza dello spazio pubblico, poiché tutto viene privatizzato, ma il nostro destino di esseri umani è una questione che non può non essere collettiva e comune. L’emancipazione dell’uomo, la centralità del legame sociale e dello spazio pubblico sono qualcosa che l’ideologia della liquidità tende a cancellare. Conclusione : la proposta politica ha diverse analogie con quella di Tocqueville, benché con approcci diversi, Baumann arriva alla conclusione che per superare una serie di problematiche emerse nella seconda modernità: qualsiasi reale liberazione richiede più e non meno sfera pubblica e potere pubblico  oggigiorno assistiamo alla depoliticizzazione della società che diventa riflesso della dimensione privata degli individui che colonizza la dimensione pubblica della società ( inversione rispetto al passato). Non è più una pressione diretta e politica istituzionale ma semmai un’erosione della sfera pubblica da parte di istanze privatistiche  Come Tocqueville, vuole ridare fiato alla società civile: la vita sociale e pubblica BECK L'organizzazione in società è il principale modo tecnico con cui l’essere indifeso come l'uomo si organizza per far fronte alla natura: relazioni sociali sono perciò, primariamente, la risposta ad una generale condizione naturale  GEHLEN Organizzandosi in società l'uomo si mette in condizione di affrontare i rischi. Il sociologo Beck legge questa condizione dell'uomo ponendole relazione al mondo moderno in particolare alla nostra modernità attuale. Nel suo libro La società del rischio. Verso una seconda modernità 1986 sottolinea i problemi odierni che non nascono dalla crisi del progetto moderno, ma dal successo dei processi di modernizzazione. Modernizzazione riflessiva significa più modernità, una modernità radicalizzata contro le vie e le categorie del quadro industriale classico. Il processo con cui gli uomini diventano sempre più indipendenti dalle forme di vita, dalle istituzioni, in una parola dalle certezze che la prima modernità poteva ancora offrire come ad esempio la famiglia. Il paradosso è che la modernità affermandosi si destabilizza e crea nuovi rischi prima del tutto assenti Ad esempio la fissione dell'atomo o lo stoccaggio delle scorie radioattive. Colombo viveva in una società piena di rischi ma non in una società del rischio in cui i rischi sono prodotti dall'uomo. Gli uomini per vincere i rischi naturali hanno prodotto rischi artificiali che sono rischi sistemici, complessivi, sociali e non personali. Il sapere acquista centralità politica ma esistono saperi indipendenti dall'essere. Essere consapevoli ad esempio di rischi ambientali è un elemento con una forte valenza politica. Il sapere o il non sapere è decisivo e cambia radicalmente il nostro essere sociale. Oggi possiamo vedere una distribuzione diseguale dei rischi: si tende a scaricarli su chi non sa cosa siano e o su chi non può fare a meno di accollarsi lì = Quindi alla logica positiva dell'appropriazione si contrappone una logica negativa dello smaltimento, dell’evitare, del negare, del reinterpretare. La gran parte dei nuovi rischi prodotti e invisibile, nascosta e sottratta alla percezione e abbiamo la sensazione di non poter fare nulla per evitarli poiché agiscono come potenze a noi dipendenti. Il carattere contemporaneamente locale e universale rende questi rischi al tempo stesso presenti e sfuggenti. Nella modernità radicale la scienza non è in grado in quanto tale di risolvere i problemi legati a nuovi rischi ma in base a come viene utilizzata può ridurre o aumentare tale rischio. Un sapere dei rischi non è scientifico, infatti per affrontare i rischi naturali la scienza ha offerto per secoli un sapere apparentemente neutro e oggettivo capace di tradursi in strumenti tecnici ad esempio il parafulmine, mentre oggi la scienza ha perso quella oggettività = occorre decidere cosa sia meglio fare, quindi la razionalità rispetto al valore (Weber). La decisione riguarda diversi ambiti: l'importanza politica del nuovo sapere dei rischi presuppone anche muoversi dentro una complessità di problemi che appaiono difficilmente districabili e alle volte senza alternative reali. La sovra-nazionalità ed extraterritorialità di rischi crea la comunità del pericolo ad esempio la presenza di una centrale nucleare crea un territorio sottoposto a rischio di una possibile contaminazione o addirittura esplosione; Le persone che abitano quel territorio per quanto siano diverse tra loro rappresentano un'unità costituita dal rischio comune. Sono collegate dalla solidarietà della paura, la paura stessa si può tradurre in disconoscimento coniugazione di rischi punto i nuovi rischi possono addirittura diventare opportunità di mercato. Il sapere dei rischi deve essere necessariamente collettivo infatti bisogna conoscerli collettivamente credere nella loro esistenza e quando ciò avviene si sviluppa una dinamica politica. L'individualizzazione produce la trasformazione di cause esterne in colpa personale, i problemi sistemici in fallimento individuale. le disuguaglianze sono occultate attraverso una individualizzazione dei rischi sociali visti come qualcosa che riguarda direttamente l'individuo. Questa individualizzazione è un processo costruito imposto da una società che vuole incolpare l'individuo di colpe non sue. Il nuovo capitalismo globale produce rischi mai visti e sperimentati prima dall'umanità e incapace di risolverli strutturalmente scarica sul l'individuo l'onere e l'illusione di una possibile soluzione. Il nuovo capitalismo liquefà la forma lavoro destrutturando la prendendo gli individui apparentemente liberi di realizzarsi fuori dalla rigidità della fabbrica fordista Ma è un processo di svuotamento delle istituzioni della prima modernità. Nella società del rischio, la politica non ha più nel sistema politico il suo centro di riferimento infatti da un lato si apre a dimensioni che prima non erano politiche e dall'altro sotto la spinta dei diritti civili, si attivano nuovi processi politici che provengono dal basso sub-politica. Il punto è fondamentale è che le scelte prese in ambito tecnico scientifico e produttivo si sottraggono al controllo della politica intesa in senso tradizionale la quale interviene dopo cercando semmai di limitare i danni. La non politica dello sviluppo Tecnico Economico si trasforma in una politica che necessita di legittimazione; la politica perde sempre più centralità ha una funzione che diventa gregaria perché il decisore altrove nei grandi processi economici e finanziari globali BECK (Spiegazione del prof) È conosciuto e identificato con il concetto di rischio = la società del rischio, declinato in diversi ambiti. La tesi di fondo del suo libro è che la seconda modernità è caratterizzata non dalla presenza di più rischi, ma dalla diversità dei rischi: se in passato fino all’avvento della globalizzazione, i rischi dal virtù. Ci mette di fronte a grandi dilemmi etici non dà però una soluzione. Chiarisce la natura del problema e riafferma la centralità della dimensione politica che è sovra-funzionale  CASANOVA Secolarizzazione  tesi di fondo : le religioni stanno acquisendo un nuovo ruolo nello spazio pubblico? Si. Ma nel 1994 scrive oltre la secolarizzazione. Le religioni alla riconquista della sfera pubblica. Non era scontata come tesi: aiuta a riflettere come avviene tale ripresa e come può essere articolata in modo costruttivo sia dal punto di vista politico e religioso.  Alcuni processi non sono compatibili con le istituzioni democratiche occidentali, altri si. Riflette sulle tesi della secolarizzazione: ruolo tra religione e vita civile di diversi paesi; aiuta a capire come è superata la secolarizzazione e come e in cosa è rimasta. Rapporto tra modernizzazione e secolarizzazione: 1° ondata di studi fine anni’60- la tesi più condivisa è che i processi di modernizzazione cambiano profondamente la società sul piano politico, culturale, economico ma anche religioso. Secolarizzazione e Globalizzazione sono due facce della stessa medaglia. Secolarizzazione è visto come un processo irreversibile  che porta a cambiare la società e la sua organizzazione. = Condivisa fino agli anni ‘90 Poi nuove ricerche hanno evidenziato una crepa di questa tesi più nuovi processi religiosi che si stavano affermando nella società. Studio di Casanova è incentrato su una riflessione critica sulle accezzioni di secolarizzazione, vista come declino religioso , differenziazione fra sfere religiose o civili o come privatizzazione della religione.  Differenziazione sociale fra religione e altre sfere civili. Secondo Casanova non è vero che la religione influisce solo sulla vita privata degli individui, perché egli osserva come siano emersi a livello globale dei fenomeni di natura religiosa, che hanno rappresentato un rinnovamento nella vita delle grandi religioni. È vero che c’è stato un declino, ma c’è un numero molto alto di persone che riattivano una serie di pratiche connesse alla religione che prima non c’era: America Latina; USA Anche in EU: nati o rinvigoriti movimenti cristiani cattolici che hanno ridato slancio alla vita religiosa = movimenti cattolici diffusi in Europa durante gli anni ’60 Esempio più chiaro: rinnovata importanza dell’islam nei paesi del Medioriente. Es. in Iran durante gli anni ’70. Casi analoghi in India. Casanova osserva che il ritorno della religione (avvento di una società post secolare) non riguarda solo la vita privata e gli individui, ma è importante soprattutto per la sfera pubblica= superamento della privatizzazione della religione che ritorna e rivendica spazio e diritti nella scena pubblica  Quella che interessa di più Casanova. La privatizzazione della religione era la dimensione più importante e impregnante del processo di secolarizzazione: la formazione degli stati nazionali lasciava spazio alla religiosità purché questa non intaccasse la vita pubblica = concetto di laicità diffuso in diversi contesti es. Francia. Se ciò che Casanova afferma avviene, bisogna ripensare il concetto stesso di Laicità e il dibattito pubblico messi in discussione. Casanova propone una tesi su come dovrebbe essere gestito il ritorno delle religioni nella sfera pubblica: affronta la tematica da un punto di vista laico: come è possibile conciliare laicità e sfera pubblica religiosa? Secondo Casanova è possibile trovare una conciliazione. Le religioni che rivendicano diritto di cittadinanza nella sfera pubblica sono espressione di una visione culturale chiara ed identitaria  incentrata sull’idea che esiste una verità assoluta che non può essere cambiata dalla politica e dalla storia, che si sottrae all’ambito del dibattito e della sua funzione => contrapposizione con il principio cardine della democrazia, dove la maggioranza decide per tutti e quindi non c’è spazio per una verità assoluta Es. Tema dell’aborto. I Religiosi hanno idee irremovibili, Com’è possibile tenere insieme i due aspetti? Non è che una verità assoluta può essere tale per tutti, altrimenti si andrebbe oltre il concetto di democrazia. Soluzione proposta : se da una parte nei sistemi democratici le decisioni vengono prese dalla maggioranza, non necessariamente le decisioni prese dalla maggioranza sono giuste: e quindi non esprimono la verità di cui si sta parlando. La verità non è il prodotto della maggioranza; ma è anche vero che nessuna decisione può essere presa senza il processo della maggioranza. Riassunto: Nessuno portatore di verità assolute può imporle contro la maggioranza o al contrario essendo maggioranza; dall’altra bisogna riconoscere i limiti della democrazia ovvero che le decisioni della maggioranza non siano necessariamente nel giusto  quindi bisogna trovare un compromesso fra le diverse visioni del mondo della società e la religione non deve imporre una verità sulla maggioranza, senza argomentare razionalmente le proprie tesi = è legittimo che una minoranza ritenga di essere portatore di una verità in ambito morale ma non può trasporla in ambito politico, soprattutto se basata su base religiosa trascendente, anzi deve cercare di argomentare le proprie tesi su base razionale, per scendere a compromesso con gli altri. Nel momento in cui una verità morale entra nel dibattito pubblico deve giustificarsi con premesse razionali  non possono esistere dei dogmi nel dibattito pubblico, di qualunque natura siano questi dogmi. Clausola di traduzione: ognuno di noi deve saper tradurre ciò in cui crede in un linguaggio comprensibile agli altri. ALL’ALBA DI UN NUOVO MONDO Belardinelli: religione sul caso specifico dell’Europa Il saggio ruota attorno a 2 questioni: 1) rapporto tra cristianesimo e istituzioni in Europa 2) ruolo del cattolicesimo nello scenario internazionale Belardinelli si interroga sullo spostamento di prospettiva della chiesa cattolica: - da un interesse prevalentemente legato al mondo occidentale come avvenuto agli ultimi decessi; - a un attenzione rivolta progressivamente verso altri mondi (America latina, Asia e Africa, a partire dal pontificato di Papa Francesco) Tesi di Belardinelli : 1) Cristianesimo e istituzioni: Storicamente si è creata una sorta di alleanza tra Cristianesimo e modernità occidentale, più specificamente con l’illuminismo. Ovviamente non nascondendo la conflittualità storica. Egli sente la legittimità di sottolineare il loro incontro positivo: Da una parte l’Europa e nella sua costituzione, il cristianesimo ha avuto un ruolo importante; dall’altra il cristianesimo ha giovato dall’incontro con l’illuminismo e la cultura moderna, perché progressivamente si sarebbe depurato da quelle scorie che contaminano le grandi religioni, e avrebbe ripensato e praticato in modo più coerente la distinzione tra religione e politica: dare a Cesare ciò che di Cesare e a Dio ciò che è di Dio; che storicamente è stato dividere e scindere gli ambiti religiosi con gli ambiti politici. La cultura europea e dimensione laica: hanno avuto un influsso positivo sul cristianesimo. Si interroga circa l’evoluzione dell’esperimento europeo nel momento in cui il cristianesimo sembra affievolirsi. 2) Cristianesimo e politica internazionale: Parte da una costatazione: è vero che l’Europa ha avuto un ruolo importante nello sviluppo del cristianesimo, infatti si è insediato a Roma e si è sviluppato nel contesto europeo, europeizzandosi= cultura, filosofia e tradizioni europee che si sono affermate prima del cristianesimo sono continuate durante la sua affermazione. È quasi impossibile immaginare un cristianesimo privato della sua cultura europea : radice germanica, tedesca ecc.. Osserva che anche grazie all’influsso di Papa Francesco, si influisce su altri contesti oltre all’Europa  Comporta una distinzione : ciò che è specifico della religione; ciò che è legato alla civiltà. Non tutto ciò che è nel cristianesimo è di natura solo religiosa, ma c’è un aspetto culturale che si è insediato grazie alle culture: es. filosofia classica e Cristianesimo Coloro che seguono il cristianesimo devono diventare europei ? No. Le religioni sono chiamate a distinguere ciò che è religioso e ciò che è cultura permette dunque di coltivare l’universalismo di cui il cristianesimo è portatore; dall’altra parte però, l’incontro del cristianesimo con altre culture, può far sì che le altre culture vedano nel modello europeo degli spunti di possibile sviluppo. Es. Rapporto con Islam – nel cristianesimo la distinzione potere politico\religioso è molto più netta rispetto all’islam ma Belardinelli vede che il cristianesimo è più lungo rispetto a quest’ultimo e quindi può essere un punto di riferimento per chi abbraccia la religione stessa e per chi si confronta con essa. CAP 7 Steger, La globalizzazione Ideologie di globalizzazione: Sistemi strutturati di idee ampiamente condivise e convinzioni stereotipate che vengono prese per verità assolute da gruppi consistenti della società. Legittimano interessi politici e difendono o contestano strutture politiche dominanti. Le ideologie sono create da élite sociali che danno codici di condotta generalizzati. Differenza tra globalizzazione (insieme di processi sociali che intensificano l’interdipendenza globale) e globalismi (ideologie che attribuiscono al concetto di globalizzazione valori e significati specifici). Esistono vari tipi di globalismi che hanno in comune la funzione di esprimere e tradurre il nuovo immaginario collettivo in programmi politici e progetti politici concreti:  Globalismo di mercato = attribuisce alla globalizzazione norme ispirate al libero mercato e significati neoliberisti  Globalismo della giustizia = visione alternativa della globalizzazione che si basa su ideali egualitari di solidarietà globale  Globalismo religioso, che si oppone agli altri due nel tentativo di mobilitare una comunità religiosa immaginata in termini globali di difesa di valori etici e convinzioni religiose  Hanno in comune la visione della comunità sempre più legata al globale;  Alternativa nazional-populista che mette in discussione la globalizzazione e che non la vuole= cerca e tende ad andare in direzione opposta della globalizzazione: ritorno dei confini; ritorno di conflittualità ideologica nello scenario globale Alcuni antiglobalizzatori si impegnano a proteggere il proprio paese dagli elementi stranieri, temendo la perdita di culture nazionali ( rifiutano il multiculturalismo). Riprende il dibattito globalisti\ iperglobalisti: distingue i globalisti che vedono nella globalizzazione l’affermazione dell’economia di mercato, e quindi è positivo perché porta al miglioramento della vita globale.  globalisti in senso stretto. Mette in luce l’esistenza di una globalizzazione della giustizia : possibile viverla come un’opportunità ma dovrebbe generare più equità e condivisione. Visione globalista religiosa: Tematiche di Casanova . Esiste una rinascita delle religioni nella sfera pubblica sociale, soprattutto l’islam, che rivendica un ruolo centrale nella politica internazionale, ipotizzando un nuovo mondo unificato su base religiosa = termini critici, distruttivi e positivi. GLOBALISMO DI MERCATO : ideologia predominante nella nostra epoca. I sostenitori idealizzano un mondo consumistico imperniato sul libero mercato. 5 tesi: 1) Globalizzazione consiste nella liberazione e nell’integrazione globale dei mercati = si può realizzare solo con l’intervento delle politiche governative. 2) Globalizzazione è inevitabile e irreversibile = evidenzia il carattere naturale ed evitabile della globalizzazione paragonandola con condizioni atmosferiche. 3) Nessuno deve supervisionare la globalizzazione = essa non è governata dalla gente, ma dai mercati e dalla tecnologia. 4) La Globalizzazione va a beneficio di tutti i globalismo di mercato  Benefici che derivano dalla liberalizzazione del commercio: - Innalzamento standard di vita - Efficienza economica, - Libertà individuale - Progresso economico senza precedenti 5) La globalizzazione agevola la diffusione della democrazia nel mondo libero. Mercato = Democrazia.  Si parla di una concezione della democrazia che enfatizza procedure formali come il voto, senza considerare la partecipazione diretta di ampie maggioranze al processo decisionale politico ed economico.
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