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Sociologia dei processi culturali, Appunti di Sociologia

Appunti brevi su tutti gli autori del libro

Tipologia: Appunti

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Scarica Sociologia dei processi culturali e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! Comte: Padre del positivismo e della sociologia, ritiene che le leggi umane vengano regolate da leggi scientifiche. Nel 1847 proclama la religione dell’umanità. Comte è profeta di una nuova società, i conflitti che intravede sono frutto del cambiamento in atto. Il nuovo ordine sociale rappresenta il punto d’arrivo della storia dell’umanità, è dunque necessario portare avanti una radicale riforma intellettuale. La vera rivoluzione è sociale e culturale. Lo scienziato sociale (intellettuale e riformatore) deve farsi promotore della rivoluzione sociale, è colui che coglie il futuro progresso prima degli altri. Inoltre possiede un sapere vero ed indubitabile e si deve occupare di renderlo accessibile a tutti. Il sapere è vero in quanto scientifico e riguarda i fenomeni sociali. Il suo metodo si basa sull’osservazione e la generalizzazione delle leggi che regolano i rapporti sociali. C. riconosce tre dimensioni dell’ordine sociale: • Intellettuale (mente) • Morale (cuore) • Pratica (braccia) Ordine sociale è dato dall’armonia delle tre dimensioni. L’uomo tenta di spiegare e controllare la natura, l’attività intellettuale è centrale mentre quella morale e quella pratica seguono lo stadio di sviluppo raggiunto dalla conoscenza umana. I tre stadi di Comte: 1. Teologico: Infanzia (individuo), gli uomini spiegano fenomeni sociali e naturali attraverso dio, divinità e il soprannaturale. Si osso distinguere tre fasi: animismo, politeismo e monoteismo. Vi è ordine senza progresso 2. Metafisco: Adolescenza, stesse domande ma differenti risposte, non più soprannaturali ma immanenti, gli esseri umani fanno riferimento alle forze astratte della natura. Si basa sulla critica. In un primo momento dà spiegazioni logiche della natura come prodotta da dio, in seguito sostituisce il concetto di Dio con quello di natura. Vi è progresso senza ordine 3. Positivo: Età adulta, ragione unico mezzo per conoscere la realtà. Si utilizza l’osservazione ed il metodo sperimentale per scoprire le leggi costanti. Il sapere sintetico fornito dalla scienza è la base di un controllo razionale della natura e della società. Vi è un ordine che sostiene il progresso dell’umanità. Tre forme di ordine sociale a partire da una forma di conoscenza della natura. In “Corso di filosofia positiva” Comte introduce i tre stadi e individua una corrispondenza fra le fasi evolutive dell’individuo, della società e dell’umanità. Comte classifica le scienze e ritiene che la sociologia sia la scienza più complessa ma meno generale. La religione positiva è un fondamento della società positiva, nella quale il sapere scientifico soppianterà quello religioso, la guerra verrà sostituita dal lavoro e, infine, la religione diverrà positiva. Questa religione sarà basata su una fede razionale, dimostrabile, centrata sulla venerazione dell’umanità, si porterà a compimento la conoscenza della realtà naturale esterna e interna dell’uomo, vi sarà la realizzazione di una umanità consapevole attraverso la sintesi del progresso conoscitivo umano. L’ordine sociale dee avere anche un fondamento etico per includere, non solo, l’attività intellettuale e pratica ma anche quella morale. Comte concepisce la sociologia come una fisica sociale e la suddivide in due forme: • statica sociale (ordine): condizione di esistenza di una società. Studia la permanenza delle strutture sociali nel tempo. • Dinamica sociale (progresso): studia le trasformazioni nel tempo, il passaggio da un sistema all’altro. Solo la filosofia positiva riesce a far convivere ordine e progresso grazie a due condizioni essenziali della società moderna: spirito di conservazione e spirito di miglioramento. La società è un’organizzazione razionale perciò C. ritiene che il cambiamento non riguarda la sfera politica ma deve coinvolgere la società nel suo complesso (no alle sommosse). Scheler, critica ai tre stadi di Comte Padre della Wissensoziologie. Per Scheler esiste una precisa correlazione fra la concezione meccanicistica e positivistica del mondo e l’affermarsi di un’economia monetaria e acquisitiva. L’ideale positivistico del sapere limita enormemente il fine della conoscenza. Ci si concentra su leggi che consentono il dominio della natura, trascurando l’essenza filosofica. L’errore di Comte è stato quello di aver posto le tre forme di sapere in una relazione di esclusione reciproca anche se riconosce che C. ha individuato correttamente le tre forme di sapere. Le tre forme non si escludono e non possono sostituirsi vicendevolmente. • La teologia si interroga su fondamento del mondo, si tenta di comprendere il mondo sulla base di cause personali. Il fine della religione è la salvezza della persona/comunità. Il mondo non offre soddisfazione e per ciò si crea il sacro. Dinamica retrospettiva. • La metafisica ha il compito di rendere visibili per la ragione osservativa le connessioni d’essenza e le eterne connessioni di idee. Nasce dallo stupore. Il fine è la più alta formazione della persona attraverso la saggezza. Visione razionale dell’essenza. • La scienza moderna ha, invece, il compito di ordinare i fenomeni in un simbolismo metafisico. Raggiunge il suo fine attraverso l’osservazione. Tocqueville Alla base di ogni dimensione politica vi è la dimensione sociale: il legame politico è definito da quello sociale. Utilizza strumenti di ricerca empirici (es. interviste). In particolare utilizza un metodo comparativo (francia-USA). Confronta le modalità attraverso le quali si concretizza la repubblica e democrazia, la differenza fra condizioni sociali ed esperienze storiche dà vita a una differente formulazione della democrazia e della repubblica. Anticipa l’individualismo metodologico: il futuro dipende dalle differenti scelte davanti alle alternative che la realtà ci impone, difatti il futuro non è predeterminato, l’evoluzione della società segue un certo tipo di tendenza. La democrazia è la forma politica e sociale della modernità. Alla base della democrazia vi è l’eguaglianza: eguaglianza di opportunità (dinamismo sociale) e eguaglianza tra individui (eguaglianza sociale prima che politica). La prima differenza fra stati aristocratici e democratici è la presenza di gerarchie nei primi e eguaglianza nei secondi, la società americana nasce democratica mentre quella europea conquista l’eguaglianza attraverso i conflitti. Inoltre nella società americana vi è il mito del self-made man dove ognuno è padrone del proprio destino e la società è il risultato della partecipazione di individui che si percepiscono come cittadini in quanto liberi, molto differente dalla condizione europea dove la società deve abituare gli individui alla partecipazione. La democrazia presenta anche dei rischi: • dispotismo democratico: rinuncia alla libertà per l’eguaglianza, risultato dei tre rischi oltre a: • indifferenza verso la cosa pubblica: l’individualismo soppianta il senso di appartenenza alla società • conformismo • possibilità di un potere senza controllo La società Americana affronta i rischi della democrazia grazie a: • Religione • partecipazione e associazionismo • ruolo dei giornali come voce delle associazioni Marx Critica il capitalismo moderno ed espone una visione utopica della società giusta. Marx è uno scienziato critico è, dunque, in grado di combinare il sapere scientifico con la critica sociale (la sociologia implica sia la critica della società che quella degli altri saperi), critica del metodo e dell’oggetto. Criticando la società borghese si contribuisce all’evoluzione sociale che è sia necessaria che frutto dell’azione umana. (Necessaria: sviluppo logico della storia, scelta: frutto di ciò che gli uomini fanno) Concezione dell’uomo: “L’uomo” è un ente generico, universale. L’esistenza è il mezzo dell’essenza. La sua realizzazione implica quella degli altri individui (universale>generale). Alienazione: • Alienazione necessaria alla realizzazione dell’uomo:l’uomo si realizza attraverso il lavoro, il quale implica un’alienazione, l’essenza dell’uomo si realizza estraniandosi da sé, l’uomo produce oggetti nei quali si riconosce perciò diviene consapevole della sua essenza solo oggettivandosi in altro. • Alienazione dell’operaio dal suo lavoro (capitalismo): il lavoro umano è alienato in certe condizioni ossia quando l’individuo non riconosce più gli oggetti come prodotti della sua stessa attività e quando non si riconosce nel suo lavoro. Il lavoratore è espropriato dell’oggetto che ha prodotto e del suo stesso lavoro. Storia: si basa sull’evoluzione dei metodi di produzione dell’uomo. Quattro modi di produzione: tribale, antica, feudale, capitalista.  Giudizio positivo sul mondo (confucianesimo)  Giudizio negativo del mondo, la realtà è corrotta rispetto alla perfezione divina Inoltre, permettono la redenzione:  Via mistica alla redenzione (fuga dal mondo)  Via ascetica alla redenzione (agire nel mondo). L’uomo ottiene la redenzione attraverso l’agire razionale nel mondo, la via ascetica permette la razionalizzazione implicita del mondo Etica protestante e spirito del capitalismo: il protestantesimo esprime l’Entzauberung nel capitalismo, l’uomo protestante è l’uomo moderno. Ma non rappresenta il punto d’arrivo del processo di razionalizzazione. • Capitalismo: nasce e si sviluppa perché la borghesia si ispira a nuovi lavori, il capitalismo è dunque originato dall’etica protestante: continua ricerca della prova di essere predestinati alla salvezza, per dimostrare la propria qualità come persona. La religione protestante non è la sola causa del capitalismo ma una concausa. L’etica del lavoro data dal protestantesimo non è il punto d’arrivo della razionalizzazione, questa prosegue indipendentemente dalla religione. Il processo di Entzauberung libera l’uomo dalla magia ma torna ad incatenarlo in quanto l’ordinamento economico moderno impone di essere professionisti e così facendo si nega sé stessi. Lo spirito del capitalismo diviene una gabbia d’acciaio. La razionalizzazione diventa modernizzazione, il mondo diventa un grande meccanismo mosso da leggi causali in cui l’intervento dell’uomo è mosso da una razionalità diretta di efficacia. Il capitalismo è alienante in quanto preclude all’uomo la possibilità di realizzarsi come soggetto autonomo, si rinchiude in una gabbia d’acciaio creata dal capitale, facendo diventare il guadagno fine autonomo dotato di leggi proprie. L’uomo può sfuggire dalla gabbia d’acciaio divenendo uomo maturo, colui che mantiene la vita interiore superando la logica dell’efficacia. Burocrazia quintessenza del dominio dei mezzi sui fini. Caratteristica principale della razionalizzazione moderna. Per comprendere il contributo di Weber alla tematica della secolarizzazione occorre fare riferimento alla sua analisi del processo di razionalizzazione, che egli definisce, in rapporto allo sviluppo socioculturale dell'Occidente, come "disincantamento del mondo" (Entzauberung der Welt). Disincantamento significa l'affermarsi di un'immagine del mondo per cui "non occorre più ricorrere alla magia per dominare o per ingraziarsi gli spiriti, come fa il selvaggio per il quale esistono simili potenze. A ciò sopperiscono la ragione e i mezzi tecnici". Negli scritti di Sociologia della religione sotto il segno del disincantamento Weber colloca due livelli distinti del processo di razionalizzazione, uno esterno e uno interno alla sfera religiosa. Solo il primo è peculiare al mondo occidentale moderno e consiste fondamentalmente nell'autonomizzazione dalla sfera religiosa delle altre sfere della vita, che ricorda, in un senso molto generale, il processo di differenziazione descritto da Durkheim. Non solo la sfera economica e la sfera politica tendono a emanciparsi dalla religione e ad acquistare una loro "autonoma legalità", ma anche le sfere estetica, erotica e intellettuale. Il modello impiegato da Weber, diversamente da quello durkheimiano, si basa però sul conflitto: le diverse sfere sono in un rapporto di tensione, reciproca e con la religione, tensione che diventa sempre più acuta con l'avanzare del processo di razionalizzazione. Il contrasto più profondo si realizza nella sfera intellettuale dove il razionalismo scientifico si scontra con l'orientamento religioso volto a "cercare un 'senso' dell'accadere intramondano". Così il razionalismo della scienza empirica, che ha una pretesa di totalità e di autosufficienza, sospinge la religione nell'ambito dell'irrazionale. La religione, quindi, non scompare interamente dal mondo moderno, razionalizzato e disincantato, ma, spogliata di ogni capacità di subordinare a sé i vari ambiti della vita sociale, risulta confinata all'"incomunicabilità inafferrabile dell'esperienza mistica". Mead e il concetto di interazione. 1. Mead è influenzato da Watson, padre della psicologia comportamentista. Il comportamentismo, rifiuta l'idea strutturalista secondo cui è possibile studiare la coscienza umana attraverso il metodo dell'introspezione, considerata come una specie di viaggio interiore. Per il comportamentismo vero oggetto di studio è ciò che è osservabile e può essere oggetto di sperimentazione: la condotta esterna (il comportamento); Per Watson il nostro pensiero, in quanto assume una forma linguistica può essere considerato "comportamento" esterno. Il pensiero è un'esperienza interiore, ma può essere interpretato come nostra osservazione su noi stessi e quindi pur sempre osservazione. Essendo quindi condotta, il pensiero può essere osservato ma solo da noi stessi: non c'è differenza tra agire e pensare ma solo accessibilità. Si parla di comportamentismo "sociale". La psicologia sociale (sociologia) studia il comportamento individuale in quanto parte di un contesto sociale. La coscienza non è ridotta a comportamento, ma può essere studiata attraverso i comportamenti senza negarne l'esistenza. 2. Secondo Mead, l'interazione produce il senso ed è quindi luogo dove si formano il sé e la società. L'oggetto di studio della sociologia sono le concrete relazioni nella loro dinamicità. Non esiste un soggetto indipendente dalle interazioni, poiché è grazie alle interazioni che gli individui costruiscono il proprio sé: proprio attraverso le interazioni con gli altri. Alla base dell'interazione c'è il gesto; i rapporti umani sono caratterizzati da gesti significativi, basati su simboli linguistici: L'interazione diviene così simbolica e costituisce una vera e propria comunicazione. Quindi non è immediata, ma deve essere interpretata. Questa interpretazione è reciproca: nell'interazione con l'altro, assumo nella mia esperienza il significato dell'atto dell'altra persona. Il sé è riflessività: per potersi riconoscere, deve avere un oggetto su cui esercitare la riflessività e tale oggetto proviene dall'esterno; Il sé diviene individuale solo nella relazione con gli altri: la costituzione del sé si attua nel momento in cui, durante l'interazione con l'altro, faccio mio il suo l'atteggiamento e una volta assunto all'interno, diventa oggetto di riflessione. Mead chiama "me" quella parte del sé che si fa oggetto di se stesso. È il senso sociale (sociale perché proviene dall'esterno, dall'interazione con gli altri) che il sé assume al proprio interno, esercitando così la propria riflessività e costituendo se stesso. Senza interazione sociale non c'è assunzione consapevole di senso, il sé non si costituisce. Mead distingue tra: -interazioni semplici:(giochi semplici )ego fa proprio l'atteggiamento di alter nei suoi confronti e reagire positivamente a tale assunzione di senso. -interazioni complesse: giochi complessi, ego deve far proprio l'atteggiamento di morti alteri, ognuno dei quali ha il suo specifico atteggiamento nei confronti di ego. Ego è spinto a far proprio l'insieme organizzato del senso che costituisce il gioco, in pratica, le regole: non interiorizza più l'atteggiamento di più un alter, ma la struttura di senso tipica di un Altro generalizzato, cioè indipendente dal singolo individuo che partecipa all'interazione. Per Mead, la società è un altro generalizzato, più altro che si possa considerare consapevolmente. Mead è un comportamentista perché egli parte dall'idea che il sé sia un prodotto sociale, e si riconosce il sé solo osservando il comportamento all'interno di interazione dotate di senso. Il punto di partenza dell'analisi non è quindi il comportamento di un organismo che risponde agli stimoli ambientali bensì un'interazione tra individui che reagiscono l'uno con l'altro dentro un ambiente: il concetto fondamentale non è perciò il comportamento, ma l'intersoggettività. 3. Il processo sociale complessivo che caratterizza l'interazione sociale vede allora la presenza di due flussi: il primo che dall'esterno produce l'interno e che porta alla costruzione del ME; il secondo che dall'interno produce l'esterno e che costituisce l'IO. Il sé per Mead è allora l'insieme di me e io, laddove il primo è il risultato dell'assunzione interna di atteggiamenti esterni, il secondo è la connotazione specifica della risposta che l'interno dà alle regole sociali. Il soggetto è consapevole del proprio me ma non del proprio io; la libertà non coincide con lo spettro delle alternative: il soggetto può anche inventarne di nuove. 4. La continua dialettica tra individuo e società, tra interno e esterno, fa sì che le istituzioni sociali non siano necessariamente condizione restrittive rispetto agli individui. Se il sé è in parte un prodotto sociale, non è detto che la società costringa gli individui dentro schermi di comportamento prefissati. Il fondamento scientifico alla base della psicologia sociale secondo Mead, dovrebbe portare a una concezione scientifica e razionale della democrazia, fondata su relazioni sociali sempre più universalistiche. In Mead emergono uno stretto legame tra modernità e individuo e la fiducia che l'evoluzione sociale possa portare all'affermazione di una intersoggettività sempre più ampia e democratica. L'essenza della democrazia è per Mead l'assunzione del punto di vista altrui inteso come la base della cooperazione reciproca. Parsons Promotore del funzionalismo. Funzione: senso matematico (relazione fra variabili) e senso biologico (le parti svolgono differenti funzioni per garantire la vita all’organismo, Durkheim solidarietà organica). Parsons desidera allontanare il concetto di funzione organicista in quanto la società non va più considerata come un grande corpo ma come un sistema sociale in cui è importante armonizzare le parti. Il funzionalismo vuole creare “la grande teoria” capace di spiegare come la società si costituisce e si sviluppa. Società secondo il funzionalismo: • sistema sociale (insieme strutturato) • la struttura è formata dalla relazione dei ruoli sociali • mantiene la propria funzionalità attraverso dei processi (interiorizzazione) Punti del pensiero di P: • ricerca teoria generale, qualsiasi epoca, qualsiasi gruppo sociale, individuare ciò che accomuna nonostante le grandi differenze • integrazione dell’individuo tramite l’interiorizzazione di valori sociali • il modello di evoluzione sociale si basa sul concetto di differenziazione funzionale. Funzionalismo: individuare le funzioni fondamentali di ogni forma sociale al di là delle differenti concretizzazioni Struttural-funzionalismo: funzioni messe in atto da strutture e processi concreti, le strutture sociali svolgono una determinata attività per garantire stabilità al sistema sociale. Il sistema sociale funzione perché gli individui ricoprono un ruolo ed hanno interiorizzato le credenze.  Ruolo sociale: - il ruolo è indipendente dalla persona che lo ricopre - il ruolo è definito dalle aspettative di ruolo - le aspettative di ruolo sono il risultato del processo di istituzionalizzazione  Processo di interiorizzazione: un sistema è stabile se la struttura si mantiene nel tempo e ciò è possibile solo se gli individui hanno interiorizzato i valori socialmente condivisi. La coscienza collettiva viene interiorizzata attraverso processi di socializzazione. Più i valori saranno interiorizzati più l’individuo agirà sulla base delle aspettative di ruolo che hanno fatto proprie. Variabili strutturali: alcuni dilemmi d’azione sono propri della natura volontaristica dell’azione, ovvero rimangono anche negli uomini più socializzati. Variabili strutturali: 1. affettività/neutralità: scegliere fra la gratificazione immediata secondo l’impulso affettivo disciplina domina l’affettività 2. diffusione/specificità: azione ad ampio raggio che tiene presente tutti gli aspetti o azione di raggio ristretto 3. universalismo/particolarismo: azione dettata da criteri universali o particolari 4. realizzazione/ascrizione: caratteristiche acquisibili o indipendenti dalla mia volontà 5. orientamento verso sè/ collettività: criteri normativi elaborati dal soggetto o dipendenti dalla società Imperativi funzionali: AGIL, individuare le funzioni astratte di ogni società in ogni tempo. A: adattamento, strumenti esterni a cui il sistema si deve adattare/trasformare. Mezzi esterni. Economico G: raggiungimento degli scopi, obiettivi esterni, realizza gli scopi, impiego di risorse per il raggiungimento di determinati scopi. Politico I: integrazione, mantenimento dell’ordine all’interno dei vari sottosistemi, rapporto funzionale tra le parti, fine interno del sistema sociale. Sociale L: latenza, mezzo interno, mira al mantenimento delle credenze condivise per garantire la stabilità del sistema, stabilità normativa latente. Culturale Modello generale nel quale individua 5 dilemmi e 4 funzioni utile ad interpretare ogni società. Differenziazione funzionale: evoluzione storica della società, sistemi e sottosistemi (effetto matriosca), il motore del cambiamento è il sistema delle credenze e dei valori. Individualismo: sistema di credenze della società moderna, non si interiorizzano comportamenti dettagliati ma criteri generali d’azione, l’individuo è più libero di scegliere. Sociologia della conoscienza La sociologia della conoscenza studia i rapporti tra pensiero e società, da un lato si occupa della genesi sociale del sapere, dall'altro mostra l'influenza che il sapere ha sul contesto sociale. Tale sociologia è un modo di intendere il lavoro sociologico in generale. Il suo scopo è mostrare che in ogni società esistono nessi reciproci tra le forme sociali e quelle culturali e mettere in luce la natura di quei nessi, nel tentativo di ricostruire la totalità cui questi aspetti appartengono. L'approccio a questa sociologia si basa principalmente su tre tesi: a) ogni epoca è caratterizzata da una struttura materiale e una culturale; b) si influenzano reciprocamene; c) questa influenza reciproca si concretizza all'interno di un continuo processo di costruzione sociale. Tale sociologia ha quindi due compiti distinti: quella di studiare le relazioni che esistono in generale tra conoscenza e società; l'altra studia le forme concrete assunte da tali relazioni. Mannheim Il Metodo: Le scienze della cultura debbano avere un loro proprio metodo. Per questa scienza è possibile ignorare la totalità a cui i singoli aspetti studiati appartengono. Una certa attenzione alla totalità porterà all'uso di un metodo specifico. Vuole mettere in luce il legame sociale del pensiero. Impostazione pluralista eredita da Weber, dove la sociologia da il suo contributo particolare, evidenziando l'origine sociale del pensiero, riducendolo cioè alla totalità di cui è parte. Collegamento esistenziale → ci sono, cioè, nessi tra il risultato del pensiero e la società in cui è stato prodotto. Abbiamo detto che quella di Goffman è una microsociologia dell’interazione sociale, lo scopo di questa analisi è mostrare come in essa si costruiscono l’ordine sociale e il soggetto. Dunque tre ambiti di riferimento concettuale: 1. Interazione sociale 2. Ordine sociale 3. Soggetto Interazione sociale: Il più importante tra gli ambiti concettuali è l’interazione sociale = luogo dove si definiscono gli altri due elementi. Secondo Goffman (visione radicale) l’interazione faccia a faccia deve essere affrontata indipendentemente da qualsiasi variabile psicologica o sociale (nessuna spiegazione esterna). • L’interazione è un luogo autonomo Interazione, soggetto, ordine sociale: L’interazione è l’elemento centrale perché secondo Goffman il soggetto e l’ordine sociale si producono dentro le interazioni sociali. Questo implica che entrambi non siano entità stabili ma processi instabili e fragili. Soggetto e ordine sociale non trovano definizione perché sono prodotti contingenti di situazioni concrete. Il soggetto: Il soggetto si costruisce nell’interazione. Il sé è il prodotto di una scena e non una sua causa. È un effetto drammaturgico. Se analizziamo il sé dobbiamo prendere le distanze dal suo detentore, lui è il suo corpo, sono solo un “gancio” al quale sarà attaccato per un certo periodo. Dunque, il detentore non produce il sé. I mezzi per produrlo e mantenerlo dipendono dall’istituzione sociale. Ci sarà un retroscena con gli strumenti per plasmare il corpo, una ribalta, un’equipe di persone che costituiscono la scena da cui emerge il sé del personaggio rappresentato e un’altra equipe, il pubblico che osserva. Il soggetto è l’insieme dei ruoli sociali che mette in atto nelle interazioni. Ma il rapporto tra individuo e ruolo è articolato e complesso. Un aspetto importante in questo rapporto è la distanza dal ruolo situazioni in cui, recitando un copione, si prendono le distanze da esso (esprime una non totale identificazione con quanto si sta facendo). Prendere le distanze non è svelare il proprio io ma agire in base ad un altro copione socialmente scontato. Goffman scrive che in questo distanziarsi dal ruolo un individuo può fare riferimento a una molteplicità simultanea di sé. In conclusione nella vita sociale assistiamo ad una “danza di identificazioni” che sono tutte socialmente prodotte. L’ordine dell’interazione: Anche l’ordine si produce nell’interazione? L’ordine dell’interazione è costituito da regole che gli attori riconoscono e mettono in atto nelle situazioni. Un processo di coordinamento con gli altri, un processo fragile. Habermas Distingue fra: • scienze della natura: mosse da un interesse tecnico verso l’esteriorità, agire strumentale • scienze dell’uomo: interpretazione, intesa reciproca e tradiscono se stesse se promuovono un sapere utile al controllo e alla manipolazione umana attraverso la tecnica, agire comunicativo. La razionalizzazione secondo H. agisce in modalità specifiche:  livello tecnico  livello economico  livello sociale la legittimità di ogni modalità di azione è data dall’applicazione della razionalizzazione negli ambiti specifici. Genesi dell’opinione pubblica: • riunione in spazi privati, indipendenti dallo Stato e la famiglia (es.caffè) • il borghese si percepì come individuo libero: nella comunicazione si fonda il concetto di legittimità nella forza dell’argomento • l’opinione privata diviene pubblica attraverso il confronto razionale • la competenza comunicativa acquista importanza in quanto esistono leggi che governano la comunicabilità • la comunicazione è interattiva e pragmatica, dominata dalla logica dell’intesa • tre pretese di validità: verità, sincerità e correttezza Teoria dell’agire comunicativo: due ambiti, sistemi della vita (tecnico-strumentale per il successo) e mondi della vita (agire comunicativo per l’intesa). Tre fasi dello sviluppo sociale: centralità delle strutture di parentela, affermarsi dello stato, sviluppo dell’economia di mercato e dell’impresa capitalistica razionalizzata. Il rischio più grande è quello della colonizzazione del mondo della vita ad opera della logica dei sistemi sociali. Democrazia deliberativa: un modello di democrazia capace di garantire autonomia ai mondi della vita. Due principi: ➢ Principio U: universalizzazione, una norma morale è valida se potenzialmente accettata da tutti ➢ Principio D: sono valide le norme d’azione potenzialmente approvate da tutti gli interessati all’interno di un discorso razionale. Principio democratico della democrazia deliberativa, si configura come una grande arena pubblica nella quale tutti i cittadini partecipano. Il progetto di H. è illuministico e pubblico. BAUMAN La sociologia di Bauman è a tutti gli effetti una sociologia umanistica fondata sui valori umani fondamentali come autonomia, dignità, libertà e giustizia. La sociologia di Bauman attraversa trasveralmente più divisioni accademiche, unendo sociologia, filosofia e registri analitici. Il suo obiettivo è quello di scavare tra l’esperienza quotidiana e le connessioni influenzate dalla sfera pubblica. Sociologia Impegnata: Bauman rivendica per la sociologia un ruolo politico ed etico, capace di prendere posizioni. Si distacca in questo senso dall’avalutatività di Weber a favore di un ruolo attivo della sociologia nell’esplorazione critica del mondo sociale: uno strumento accessibile per studiare i legami di causa-effetto tra problemi personali e questioni pubbliche e per porsi al servizio della libertà. Bauman propone infatti una visione “socialista e culturale” della disciplina guidata da un forte senso di responsabilizzazione. (L’alienazione può essere superata grazie alla razionalità emancipatrice espressa dalla sociologia, essa contribuirebbe infatti a “svelare” le forme dell’esclusione e della dominazione e preannunciare orizzonti di vita alternativi.) Teoria della modernità: L’allontanamento dal Marxismo di Bauman coincide con più ruoli: 1. La crisi del fordismo e il mutamento della natura lavorativa. 2. La caduta nel 1989 del Muro di Berlino e il fallimento del socialismo nell’Unione Sovietica. La visione della modernità di Bauman si intreccia con un’analisi del ruolo dell’intellettuale che diventa un “facilitatore” della comunicazione tra tradizioni culturali diverse. La fede nel mercato influisce non solo sull’indifferenza dei consumatori ma priva gli intellettuali delle loro tensioni utopistiche. Secondo Bauman una razionalizzazione estrema della società porta la modernità a ricercare continuamente una dimensione dell’ordine e del controllo sociale. Ne deriva una convinzione della superiorità della cultura occidentale su quella orientale, dei bianchi sui neri, dell’uomo sulla donna, della cultura alta sulla cultura bassa (gerarchia della cultura) e così via. Bauman paragona il progetto moderno di eliminazione dell’ambivalenza come un giardino ben curato in cui tutte le strade sono segnate e tutte le erbacce vengono estirpate. Alla figura del giardiniere a sua volta è richiesta una costante opera di supervisione e monitoraggio. Questa ricerca dell’ordine è a sua volta accompagnata da una volontà di chiusura e di esclusione di chi si sottrae a questa razionalità. Nelle società moderne il senso comune tende a pluralizzarsi, l’ordine deve trovare altre vie per essere mantenuto: •vita pubblica e privata vengono separate (a esclusione di coloro che devono essere sorvegliati e disciplinati: istituzioni totali) •codici morali universali e vincolanti •istituzioni funzionali al rispetto della legalità •giudizio verso le azioni indipendentemente dal contesto sociale. Il potere moderno diventa garante del rispetto sulla base di principi di efficacia e adeguatezza. Nel suo libro Freedom (1989) Bauman richiama il Panopticon di Jeremy Bentham come metafora di un’umanità sottoposta continuamente a strumenti di controllo confinante in una pluralità di istituzioni. Panopticon o panottico è un carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham. Il concetto della progettazione è di permettere a un unico sorvegliante di osservare (opticon) tutti (pan) i soggetti di una istituzione carceraria senza permettere a questi di capire se siano in quel momento controllati o no. Il nome si riferisce anche a Argo Panoptesdella mitologia Greca: un gigante con un centinaio di occhi considerato perciò un ottimo guardiano. Ne consegue sì una civiltà costruita sulla razionalità e sul sapere scientifico ma anche una società consapevolmente diseguale dove viene esaltata la totale illibertà di coloro che, a vario titolo, vengono considerati criminali e imprigionati. Gli outsider sono la faccia in ombra della società degli insider. Al contrario di Durkheim, Bauman vede nella società un’istituzione in grado di mettere a tacere la moralità del singolo atrofizzandone la responsabilità personale. La burocrazia diventa infatti “mediatrice” dell’azione. La relazione tra l’azione e le sue conseguenze viene annebbiata tramite un medium, umano o tecnologico. Modernità Liquida: Bauman riprende il termine “liquidità” dal Manifesto di Marx e Engels dove alludono al potere del capitalismo moderno di minare alle fondamenta ogni tradizione e di dissolvere le venerande spoglie del passato. Viviamo nell’eterno presente, istantaneità = nuovo traguardo. Il passato viene infatti negato per fare spazio a un nuovo ordine economico. Alla fase della liquefazione però non segue nessuna fusione, il vecchio ordine non è seguito da nessun nuovo ordine ma da un’incertezza che pervade mondo sociale e vite individuali insieme generando un’ansia diffusa. I legami sociali si liquefano dando origine a processi di individualizzazione (“società individualizzata”) che vengono riflessi da una forma di politica autoreferenziale che non si occupa più di trasformare le esperienze individuali in questioni di ampia scala, la cosiddetta life politics. La ricerca ossessiva di una “vita felice” nel lavoro, nelle relazioni quotidiani e in quelle sentimentali e non di meno nel consumo, diventano una delle caratteristiche del nostro tempo, seguite da una ricerca di soluzioni personali a problematiche di natura sociale/sistemica. Life politics e modernità liquida finiscono per sovrapporsi, torniamo a una società che rifiuta le responsabilità personali che va sempre di più a privatizzarsi e a esaltare il neoliberismo, la commercializzazione e il narcisismo. Diventiamo consumatori usa-e-getta anche nelle relazioni e ci allontaniamo sempre di più da un impegno politico. Uno stile di vita più lento e responsabile viene considerato fuori tempo e fuori luogo in una società che centralizza la flessibilità e l’imprevedibilità. Identità= leggeri strati di crosta lavica Globalizzazione e crisi dello spazio pubblico: Bauman critica il mondo accademico della sociologia, poiché è generalmente insegnata come una disciplina che non si focalizza abbastanza sugli aspetti della vita quotidiana secondo Bauman la ricerca umana va affrontata rendendo protagonista l’esperienza umana nelle più molteplici espressioni, attraverso uno studio di interesse scientifico e etico. Se privato e pubblico non si incontrano e non cooperano non vi sarà una via d’uscita alla degenerazione politica Con la globalizzazione e l’accentuazione delle diseguaglianze, lo stato perde potenza e cerca di proporre soluzioni locali troppo piccole a problemi globali. La strategia che mettono in atto gli stati per distrarre da questa condizione è quella di puntare l’attenzione sula (in)sicurezza personale legata all’incolumità delle persone mostrandosi garanti del “diritto alla sicurezza.” Nasce insoddisfazione verso lo spazio pubblico e la ricerca di un “rifugio praticabile”. Secolarizzazione, illuminismo e religione moderna: la lettura di Casanova Separiamo analiticamente 3 tesi: 1. La tesi della differenziazione come tesi principale e altre due tesi che intendono spiegare gli effetti della secolarizzazione: 2. La tesi del declino della religione 3. La tesi della privatizzazione della religione La tesi della differenziazione: la categoria di Secolarizzazione interpreta il processo di modernizzazione sociale come processo di differenziazione ed emancipazione delle sfere secolari (lo stato, l’economia, la scienza ecc) dalla sfera religiosa. Differenziazione e secolarizzazione della società: i 4 eventi che contribuiscono a erodere il sistema di classificazione della realtà: • La riforma protestante • La formazione degli stati moderni • Lo sviluppo del capitalismo • La prima rivoluzione scientifica Se la secolarizzazione è un processo storico e se questi 4 eventi furono determinati per mettere in modo il processo, ne deriva che, dovrebbero esistere diversi modelli di secolarizzazione. La tesi del declino della religione: la secolarizzazione determina il progressivo declino della religione, destinata (secondo alcuni) a scomparire del tutto. La convinzione che la religione fosse in declino e destinata a scomparire dal mondo moderno è stata a lungo un’idea dominante. Su quali si basavano? Le differenze tra Europa e America. Come si spiega la persistenza della tesi del declino? La tesi della privatizzazione: la secolarizzazione comporta la privatizzazione e (forse) l’emarginazione della religione dal mondo moderno. L’apporto più innovativo di questo approccio sta nell’analisi della “secolarizzazione soggettiva”, ossia del modo in cui il processo socio-strutturale di secolarizzazione si manifesta a livello della coscienza. A questo livello la secolarizzazione indica che la religione, perduta la propria ‘plausibilità’ sociale, ossia la capacità di imporre un ordine significativo alla realtà, si è ritirata nella sfera privata. Per lo studioso, essere membro di una compagine richiede molto sforzo e attenzione, una lunga discussione e accettazione; tali dinamiche sono precluse dall’ indipendenza.! Essa ci priva della capacita’ di dialogare e di cogliere le sfumature della diversità umana; piu’ si diventa indipendenti meno si riesce a fermare la propria indipendenza.! Bauman collega questo concetto all’ assenza di felicità ( superamento delle difficoltà e delle sfide del destino ) e alla presenza invece di vuoto di vita e perdita di significato della vita il quale porta alla noia.! Stiamo dividendo la nostra vita in due mondi differenti secondo il sociologo: ! Vita Online e Vita Offline, connessione e disconnessione.! La prima viene descritta come priva di rischi della vita , priva, quasi, della sensazione della solitudine; se la realtà rappresentata da altri non ci aggrada e’ semplice smettere di comunicare, e’ possibile eliminarla con un semplice tasto.! Attraverso la seconda invece ci accorgeremo che esistono molti modi per essere umani.! Il network non permette il vero collegamento corpo il fenomeno di una persona solitaria in mezzo a una folla solitaria.! I due valori essenziali in questi tipi di rapporti sono: sicurezza e libertà.! Sicurezza senza libertà significa schiavitù e libertà senza sicurezza significa completo caos, senza possibilità di strutturare progetti.! Si necessita di entrambi, tuttavia nessuno nella storia ha mai trovato la combinazione perfetta tra i due valori. Ogni volta che si ottiene più sicurezza si cede un pò di libertà e viceversa, non c’e’ altro modo. ZYGMUNT BAUMAN INDIVIDUALISTIC SOCIETY Il comportamento umano e’ individualistico o cooperativo ? ! Zygmunt Bauman, sociologo ebreo nato a Poznan nel 1925, rispetto al tema riguardante il comportamento umano afferma che l’individuo autonomo e la comunità autonoma possono esistere solo assieme in quanto una necessita l’altra; e’ indispensabile una cooperazione reciproca tra le due autonomie.! Secondo Bauman l’individuo moderno sta perdendo la capacità di negoziare la coesistenza con le altre persone, ovvero la capacità di Stiamo dividendo la nostra vita in due mondi differenti secondo il sociologo: ! Vita Online e Vita Offline, connessione e disconnessione.! La prima viene descritta come priva di rischi della vita , priva, quasi, della sensazione della solitudine; se la realtà rappresentata da altri non ci aggrada e’ semplice smettere di comunicare, e’ possibile eliminarla con un semplice tasto.! Attraverso la seconda invece ci accorgeremo che esistono molti modi per essere umani.! Il network non permette il vero collegamento corpo a corpo e ciò porta ad evitare numerosi eventi traumatici i quali potrebbero essere provocati dalla rottura di un legame umano il quale poi andrebbe giustificato e spiegato.! Il sociologo giudica i rapporti umani come una benedizione in quanto e’ estremamente piacevole e soddisfacente aiutare qualcuno su cui puoi fare affidamento, e’ un tipo di esperienza non disponibile nelle relazioni in rete. Allo stesso tempo pero’ la relazione non e’ e non deve diventare un vincolo in quanto il Weber il senso dell’azione è qualcosa di soggettivo ed individuale, tanto è vero che fa parte di coloro che studiano la sociologia con un individualismo metodologico. Schutz va oltre queste considerazioni di Weber e in primo luogo mette in luce quelli che a suo avviso sono i limiti weberiani: 1. Secondo Schutz nello studiare un’azione sociale bisogna tenere presente sia motivi finali (ex ante) che motivi causali (ex post). I motivi finali guardano al futuro a partire dal progetto mentre i motivi causali guardano al passato a seconda dei condizionamenti e delle cause che hanno determinato, o reso più facile, una determinata azione. Secondo Schutz, Weber studiando il senso dell’azione non indaga sui motivi causali ma si sofferma soltanto sui motivi finali. Questa critica per taluni aspetti è stata mossa a Weber anche da Parsons il quale parlava di un contesto sociale all’interno del quale un’azione si svolge. 2. Secondo Weber il senso e il significato dell’azione è prodotto dagli individui e della loro coscienza. Secondo Schutz facendo ciò Weber non tiene in considerazione che un’azione sociale è sì soggettiva e parte dall’intenzionalità dell’individuo ma tiene anche conto di una realtà dotata di senso e indipendente dall’individuo stesso. Per taluni aspetti questa critica a Weber si avvicina molto all’ordinamento normativo di Parsons laddove si parlava di un senso comune in cui il senso soggettivo è condiviso. (Differenza tra intenzionalità e riflessività) Schutz sostiene inoltre che se noi analizziamo la vita quotidiana dell’individuo, non a tavolino ma guardando concretamente, giorno per giorno, alle azioni che noi compiano, ci rendiamo conto che nella maggior parte dei casi il senso dell’azione rimane sullo sfondo, inespresso. Il senso diviene una dimensione data per scontata e ciò perché nella vita quotidiana le nostre azioni sono guidate da un senso comune, da un’abitudine, all’interno della quale ci aspettiamo che in un determinato contesto sia necessario agire in un altrettanto determinato modo e non diversamente. La vita quotidiana è infatti di per sé aproblematica e solo un nostro atto di riflessività la rende consapevole. È da aggiungere come il concetto di senso sia strettamente legato al concetto di tempo: nella vita quotidiana diamo infatti per scontato che il senso che attribuiamo alle nostre azioni sia il medesimo che gli altri hanno attribuito a queste. A nessuno pare infatti necessario fare altrimenti: ciò non significa che le nostre azioni siano meccaniche perché sono ugualmente dotate di intenzionalità ma non di riflessività. (Concetto di tempo) Per questo motivo il senso è legato al tempo: le nostre azioni sono sì intenzionali ma ci appaiono dotate di senso soltanto se sottoponiamo l’intenzionalità ad una riflessione, una presa di coscienza. Prendere coscienza significa spezzare l’unità di flusso di tempo: riflettere infatti è sempre ricordare. (Progetto)Ciò non significa che un’azione abbia senso soltanto retrospettivamente: il senso dell’agire sta nel fatto che una determinata azione è inserita in un determinato progetto. Un progetto d’azione è razionale solo se le varie fasi sono coerenti con il fine: ogni azione intermedia può essere vista come un mezzo in vista del raggiungimento ed è anch’essa un’azione dotata di senso pieno, con un fine, anche se parziale. Per Schutz il rapporto mezzi fini riguarda la coerenza del progetto d’azione e la sua gestione consapevole. L’azione è come se la pensassimo già compiuta: prima di farla immaginiamo come saranno le cose dopo averla compiuta. Ogni azione ha quindi senso solo se inserita in un progetto. È da sottolineare come la stessa azione possa avere un senso diverso qualora inserita in un progetto diverso ma ciò non significa che ci sia un modo giusto o sbagliato di interpretare l’azione. (Differenza tra azione compiuta e azione programmata) Il problema nasce quando vi è differenza tra azione compiuta e azione programmata. Tra le due vi è sempre uno scarto temporale che già di per sé rappresenta una differenza. Qualora vi sia una differenza tra azione compiuta e azione programmata si ridefinirà il senso delle nostre azioni compiute: l’individuo parte infatti con una finalità e in seguito ad aver compiuto l’azione, compie un’operazione di riflessività ovvero un bilancio ex-post. (Caratteristiche dell’azione) l’azione è: 1. Volontaria: è progettata, sensata e ha un fine nel futuro 2. Condizionata: ci sono delle condizioni che definiscono il contesto all’interno del qual si colloca. 3. Non univoca: dipende da come si interpreta il progetto all’interno del quale si pone l’azione. J. Casanova pt. 2 La teoria classica della secolarizzazione è strettamente interconnessa con la modernità, la fine del ruolo di integrazione sociale della religione è un tema su cui ragionano Comte, Durkheim, Marx, Weber fino a Bauman che afferma che la lunga storia della trascendenza intesa come balzo nell’eternità che conduce ad un insediamento permanente, non è più ambita ne sembra necessaria per rendere vivibile l’esistenza; per la prima volta gli esseri umani riescono a fare a meno dell’immortalità e riescono a non curarsene. La teoria classica della secolarizzazione non riesce però a spiegare un fenomeno che è emerso negli ultimi decenni ovvero il fatto che le religioni abbiano riconquistato una centralità nello spazio pubblico, nella politica e nel dibattito intellettuale, c’è quindi un ritorno della religione. Questi fenomeni hanno messo in luce alcuni problemi tecnici: -la visione evolutiva della società e la nozione del progresso porta da una visione religiosa della propria esperienza ad una razionale e scientifica -idea che le società premoderne (medioevo) possano essere considerate un’età dell’oro della religione -visione riduzionista della religione, vista come espressione ideologica incapace di rispondere ad un reale bisogno umano -concezione del rapporto tra pubblico e privato dove la religione è sempre più privata J. Casanova parla di una necessità di rivedere la teoria classica della secolarizzazione, in quanto non esiste un’unica teoria della secolarizzazione ma bensì 3 posizioni distinte: 1- secolarizzazione come DECLINO RELIGIOSO Falsa, 2- secolarizzazione come DIFFERENZIAZIONE: è VERA 3- secolarizzazione come PRIVATIZZAZIONE. Casanova afferma che una nuova teoria della secolarizzazione dovrebbe prevedere che nel mondo moderno esistano forme legittime di religione pubblica che: a- svolgono un ruolo politico, che non è necessariamente quello di promuovere l’integrazione positiva, non può avere un ruolo conformistico, non serve al potere per conformarsi, ha un ruolo più complesso b- non necessariamente mettono a repentaglio la differenziazione funzionale moderna, le religioni ha un’intrinseca capacità di adattarsi ai processi di differenziazione, non produce necessariamente un conflitto tra processi di modernizzazione e differenziazione c- sono compatibili con la privatizzazione della religione e con il pluralismo delle credenze religiose soggettive La religione pubblica ha varie caratteristiche: 1- non può essere una religione di stato, in quanto lo stato moderno non ha più bisogno di un culto religioso comunitari su cui basare l’integrazione della propria comunità politica. 2- le chiese non devono rifiutare la differenziazione moderna poiché rischiano l’emarginazione, ma possono svolgere una funzione critica, sollevando pubblicamente questioni sulle delle sfere differenziate (sottosistemi politici ed economici) di funzionare senza riguardo per le norme morali. 3- recuperare il ruolo del cristianesimo prima dell’illuminismo, ovvero il cristianesimo deve ricordare che esiste una sfera privata indipendente e riconoscere il corrispettivo principio di libertà di coscienza, evitando una troppo evidente sovrapposizione tra religione e vita privata per garantire l’autonomia della coscienza autonoma. Per Casanova la religione deve essere pubblica e non confinata all’interno delle coscienze. La privatizzazione non è un processo inevitabile. La religione dentro la sfera pubblica indifferenziata, assume le vesti di una qualsiasi delle voci del pluralismo possibile che, a pieno diritto, devono poter essere legittimamente rappresentate nel dibattito pubblico. Tuttavia non può essere esclusa la possibilità che la religione possa costituire un pericolo per le libertà e le strutture differenziate moderne (dogmi di fede difficilmente negoziabili). Casanova introduce come aspetto della de-privatizzazione della religione un duplice processo di ripoliticizzazione della sfera morale e religiosa privata e uno di rinormativizzazione della sfera politica ed economica pubblica. Tuttavia né la prima è stata mai del tutto depoliticizzata né la seconda denormativizzata: i problemi sorgono dalla tensione fra i due processi. Politicizzare il privato significa portare questioni legate alle credenze dentro il politico, normativizzare il politico significa non pensarci, è una sfera del tutto procedurale. Bisogna quindi trovare il modo per cui la politicizzazione delle credenze sia compatibile con un pluralismo possibile e con procedure legittime. Si può discutere con soggetti che si ritengono portatori di verità, a prescindere dalla forma che la loro verità assume? 3 questioni: -non possiamo pensare che l’esperienza religiosa, trasferendosi nel privato, rimanga sostanzialmente intatta. -è impensabile un individuo completamente scisso tra un foro interno, dove prevalgono i suoi principi, ed uno esterno dove porta i suoi interessi. Le due dimensioni sono strettamente connesse -è impensabile una sfera pubblica del tutto neutra rispetto ai valori Casanova infine critica il laicismo che è diverso dalla laicità poiché il laicismo è l’esasperazione del conflitto tra stato e religione e che vuole bandire completamente la religione dalla sfera pubblica. È sbagliato poiché non consente una libera espressione del pensiero religioso e morale, che sono un arricchimento del dibattito politico che deve avvenire attraverso mediazioni di argomentazioni razionali. Georg Simmel CONTESTO STORICO: Simmel nasce nel 1858 e muore nel 1918. Quasi nello stesso momento in cui Durkheim stava cercando in Francia di dare alla sociologia un'identità scientifica distinta, Simmel faceva un tentativo simile in Germania; Molte erano le forze che insieme contribuivano a tenerlo ai margini: Simmel era un ebreo (ebreo di un'epoca di crescente antisemitismo), poi era liberale (liberale in una Germania imperiale) e soprattutto era sostenitore di una scienza, la sociologia appunto, che era ancora agli inizi e difficilmente riusciva ad ottenere un riconoscimento accademico. “La metropoli e la vita mentale/dello spirito” saggio più importante ▲ La sua sociologia è “formale”, ovvero ricava il concetto di forma Kantiana per applicarla al suo metodo, la sociologia è ricerca sulle forme del processo di associazione “Vergesellschaftung”. Esiste un insieme di forme in cui gli uomini si associano, come delle forme a priori kantiane. ▲ Simmel tenta una terza via tra l’olismo sociologico e l’individualismo metodologico ovvero tra primato della società e primato dell’individuo: la SOCIOLOGIA RELAZIONALE. ▲ Simmel studia le forme i modi in cui le strutture che nascono dalla modernità influenzano l’individuo. ▲ (Similmente a Weber) La scienza sociologica per Simmel è sempre approssimativa, probabilistica e connessa al fatto che il sociologo quando studia la società studia qualcosa che lui stesso ha creato. Es: il sociologo fa parte della stessa società come il ragno fa parte della tela che tesse. La conoscenza della società è filtrata a priori da schemi di pensiero e mai assoluta come nelle scienze naturali. ▲ Processo di razionalizzazione è in Simmel l’intellettualizzazione. • Simmel sviluppa una grande critica del positivismo, per lui non esistono meri fatti oggettivi/sociali in sé ma è sempre lo spirito dell’individuo che concettualizza la realtà che ha difronte dandole una forma. Della società si può parlare solo per IPOTESI FORMALI per Simmel non è possibile individuare delle forme definitive della vita sociale, la vita della società ne crea e distrugge continuamente. La storia è una serie infinita di combinazione per questo la sociologia è una scienza aperta che non può pervenire a leggi universali dello sviluppo sociale. Società: insieme delle relazioni che si stabiliscono tra gli individui, studiare la società è studiare i processi di associazione e l’effetto di reciprocità. Vi è società qualvolta vi sia interrelazione tra individui, un incontro concreto. Gli individui agiscono nella società attraverso una loro riflessione di carattere interpretativo, vi è una necessità di interpretazione. -In Simmel c’è una circolarità continua tra oggettività e soggettività Differenza Durkheim -Simmel: uno è un positivista e l’altro no, per Simmel la realtà non è soltanto una realtà oggettiva ed autonoma perché è costruita dagli individui e partecipata da essi. Simmel rinuncia alla sistematicità del metodo sociologico perché troppo astratto e lontano incapace di cogliere le peculiarità della società. Al fondo del problema della sociologia di Simmel vi è un dato antropologico irreversibile: l’Uomo è un essere socievole. Le forme sociali sono qualcosa che si stabilizzano gradualmente nello spazio e nel tempo, la sociologia non è altro che lo studio di queste forme di associazione • Rapporto tra individuo e società: non sono due entità contrapposte, quasi nemmeno entità. Diciamo che l’individuo è proprio il punto d’incontro tra relazioni e interazioni e la società è l’insieme delle reti tra le relazioni degli individui. • Studia l’insieme delle interazioni e la forma che queste assumono nella vita sociale. • La forma sociale è qualcosa di specifico rispetto ai contenuti, ma la sociologia deve studiare ciò che è forma e ciò che è contenuto. La sociologia è impegnata anche nello studio di nuove forme sociali TEMA DELLA DIFFERENZIAZIONE SOCIALE Tema centrale, la intende come il processo di individualizzazione. Sono due processi che si influenzano vicendevolmente, tanto più ci si differenzia tanto più siamo individui ed è determinato dal rapporto tra individui e gruppo sociale. Anche qui troviamo un paradosso: se voglio un a società coesa devo sacrificare il processo d’individualizzazione e la libertà individuale. • Altro aspetto: individuo nel senso della solidarietà meccanica, massima pressione che la coscienza collettiva ha sull’individuo. L’individuo non è mai solo individuo indipendente dalla società, ma allo stesso tempo nel polo opposto non esistono individui completamente socializzati. Né iposocializzato, né ipersocializzato. • Uno degli effetti principali della differenziazione è il fatto che questo processo ha come esito un aumento elevatissimo di cerchie sociali cui l’individuo può appartenere. Uno dei grandi problemi dell’uomo moderno è quello di appartenere contemporaneamente a differenti cerchie sociali. La sovrapposizione di appartenenze a cerchie diverse ha un effetto di frammentazione sull’identità dell’individuo, un effetto caotico di disorientamento. Una cerchia è portatrice di valori e logiche proprie che non sempre corrispondono a quelli delle altre cerchie, sull’individuo moderno gravano richieste/esigenze differenti. Questo processo è definito INTERSEZIONE DELLE CERCHIE SOCIALI che alle volte è conflittuale e non armonica. Un altro modo con cui Simmel parla di differenziazione sociale è quella individuale. Il processo entra nell’individuo creando frammentazione e conflitto tra cultura di gruppo e individuale (soggetto-oggetto). Paradosso della società moderna, in cui in realtà l’individuo differenziato socialmente è un individuo problematico in crisi d’identità. LA FILOSOFIA DEL DENARO 1906 E LA TRAGEDIA DELLA CULTURA Due grandi temi della sua sociologia. • Rapporto tra filosofia e sociologia riflessione centrale: a differenza di molti altri pensatori in Simmel la relazione tra filo e socio è assolutamente evidenziata, concettualizzata. La funzione della filosofia: genera forme di concettualizzazione che non sono verificabili, non ha in sé un procedimento empirico ma svolge un’azione preliminare fondamentale individuando e concettualizzando le questioni e i problemi di cui si occupa la sociologia. È il presupposto del lavoro scientifico e ne è la conclusione. Unico filosofo che
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