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Sociologia dei Processi Culturali: Appunti del Primo Parziale, Prof. Paolo Terenzi, UNIBO, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

All'interno di questi appunti presi in aula troverete 9 macro temi che sono stati argomento del primo parziale. Ognuno di questi temi sono stati approfonditi con l'integrazione di PDF caricati dal professore, esempi illustrati durante le lezioni, e domande con risposte dirette fornite dal docente stesso. In alcune parti troverete in aggiunta anche maggiori approfondimenti fatti direttamente dal prof in Aula. I macro temi sono: Il concetto di cultura, il concetto di sociologia, Il positivismo, Auguste Comte, Karl Marx, Émile Durkheim, il Funzionalismo, L'individualismo metodologico, Alexis de Tocqueville NOTA BENE!! Sul mio profilo potete trovare anche il secondo parziale di Sociologia dei Processi Culturali, oppure l'intero programma del corso.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 26/02/2024

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Scarica Sociologia dei Processi Culturali: Appunti del Primo Parziale, Prof. Paolo Terenzi, UNIBO e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! La Cultura Che cos'è la cultura? I sociologi considerano la cultura come una combinazione di norme, valori, credenze e simboli espressivi.• La cultura è l'aspetto espressivo dell'esistenza umana (arte, la musica, la lingua, la religione, le tradizioni, le credenze e i valori), mentre la società è l'aspetto relazionale e pratico ( interazioni sociali, le strutture organizzative, le istituzioni, le regole e le norme) • Essa ha varie dimensioni che possono essere artistiche, letterarie, politiche …• I due significati di cultura La cultura può assumere due significati diversi: possiamo definirla attraverso l'approccio tradizionale umanistico o attraverso l'approccio tradizionale dell'antropologia culturale e della sociologia. • Cultura umanistica ➢ l letterato inglese Matthew Arnold definisce la cultura: “Quanto di meglio è stato pensato e conosciuto”, ossia ciò che il genere umano, nella sua storia, ha meglio prodotto: l’arte, la letteratura, la filosofia… • Viene considerata ‘Cultura Alta’, ossia cultura borghese, quella degli intellettuali. Anche comunemente, quando si parla di cultura, ci si riferisce a questo significato. • Cultura antropologica➢ "Cultura è quell’insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il buon costume e ogni altra competenza e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società" (Edward Burnett Tylor - antropologo) ➢ La Tradizione Umanistica (integrato con PDF) Fa una distinzione tra cultura bassa e alta cultura alta: associata alle belle arti, alla letteratura seria e allo spettacolo, spesso simbolo di uno status sociale elevato. → cultura bassa: legata alle tradizioni più antiche e alla cultura di massa, come la musica popolare, la televisione, il cinema e la cultura dei fumetti. → • Relazione tra culture ed etnocentrismo L'etnocentrismo è la tendenza a valutare le culture altrui in base ai propri standard culturali e considerarle inferiori o superiori in base a questi standard → Porta a pregiudizi e conflitti interculturali. → • Il potenziale educativo della cultura (Mr. Arnold) Matthew Arnold sottolinea il potenziale educativo della cultura, affermando che essa può contribuire a migliorare la società insegnando alle persone come vivere in modo più armonioso, fornendo idee morali e promuovendo la bellezza e la saggezza. Arnold vede la cultura come un → • 1°Lezione lunedì 18 settembre 2023 La cultura Pagina 1 fornendo idee morali e promuovendo la bellezza e la saggezza. Arnold vede la cultura come un mezzo per raggiungere una forma superiore di civiltà e per affrontare i problemi derivanti dalla modernizzazione e dal materialismo. Gli esseri umani per trovare un senso alla loro vita si rivolgono alla cultura (M. Weber) Max Weber sostiene che la cultura, inclusa la religione e le idee, sia essenziale per dare significato alla vita umana. Egli vede la cultura come la fonte di risposte alle domande esistenziali e come un mezzo per comprendere il mondo e se stessi. Weber mette in discussione la capacità della scienza di rispondere alle questioni fondamentali sulla vita e sottolinea la necessità di rivolgersi alla cultura per trovare un significato. → • Caratteristiche generali della cultura nella tradizione umanistica si ritiene che alcune forme culturali siano superiori → Tensione tra cultura e società→ la cultura deve essere preservata perché può essere indebolita dall’attività socio-economica→ si attribuisce alla cultura un’aura di sacralità che l’allontana dal quotidiano.→ • LA TRADIZIONE ANTROPOLOGICA (Integrato con PDF) Il passaggio dalla cultura alle culture (J.G. Herder) Herder è stato un filosofo tedesco del diciottesimo secolo che ha giocato un ruolo significativo nell'evoluzione del concetto di cultura. → Egli ha criticato l'etnocentrismo europeo dell'epoca, sottolineando che ogni nazione e comunità aveva la propria cultura meritevole di riconoscimento e rispetto. Questa visione ha aperto la strada alla considerazione delle "culture" plurali, contrapponendosi all'idea di una cultura universale → • Vantaggi e svantaggi della nuova concezione di cultura Concepire la cultura in senso ampio come l’intero modo di vita di un popolo evita l'etnocentrismo (esistenza di una cultura superiore) e l’elitismo (solo élite può decidere cosa è cultura) di cui è vittima la concezione umanistica (cioè quella tradizionale), ma una definizione cosi comprensiva manca della precisione desiderata nelle scienze sociali. → • La distinzione tra cultura esplicita e cultura implicita Cultura esplicita: comprende tutti gli aspetti visibili e concreti della cultura. Ex. Vestiario → burqa→ Cultura implicita: ha una dimensione immateriale e riguarda le mentalità, le norme non scritte e le credenze che influenzano il comportamento umano → è ciò che si nasconde dietro alla cultura esplicita → Ex. Burqa = Fede in Allah / Alimentazione vegana = Sensibilità verso le violenze sugli animali • La distinzione tra sociologia della cultura e sociologia culturale La sociologia della cultura si concentra sugli aspetti espliciti e tangibili della cultura→ La sociologia culturale esplora gli aspetti più impliciti e profondi della cultura.→ • La relazione tra cultura e società: funzionalismo e marxismo (teorie antropologiche) Il funzionalismo vede una forte congruenza tra cultura e struttura sociale, considerando la cultura come un elemento che contribuisce al benessere della società e alla sua stabilità. Ad esempio, la → • La cultura Pagina 2 Nel paradigma della struttura, si parte dal presupposto che per spiegare i comportamenti umani e quindi i fenomeni sociali, sia necessario iniziare dalla società stessa e dai fattori di ordine collettivo, piuttosto che dall'individuo. Si tratta di un approccio olistico, in cui l'insieme è considerato più importante delle singole parti. In altre parole, la società viene vista come antecedente all'individuo (la società viene prima dell'individuo) → Questi autori attribuiscono un significato diverso al paradigma, ma sono uniti dalla stessa idea di partire dalla società come struttura di base. Ad esempio, Marx parte dalla società come struttura economia. Esempio: Per spiegare il tasso di criminalità in una città, il paradigma della struttura inizia a esaminare le condizioni economiche, sociali e politiche della società in cui vivono le persone. Si guarda alle disuguaglianze di reddito, all'accesso all'istruzione e all'occupazione, e alle politiche di sicurezza pubblica per capire le ragioni alla base dei comportamenti criminali. Il Paradigma dell'Azione: Questo paradigma ha un punto di partenza differente rispetto al precedente. Per comprendere i fenomeni sociali, come i movimenti sociali, le mode o le rivoluzioni, è necessario ricondurli alle credenze, agli atteggiamenti e ai comportamenti individuali. In questo approccio, si parte dall'individuo per spiegare la società, andando dal livello interno a quello esterno. N.B. → l'individualismo in questo contesto non ha connotazioni morali o etiche; indica piuttosto una priorità metodologica, ovvero l'idea di partire dagli individui per comprendere la società. Non implica automaticamente che si consideri l'individuo come egoista o individualista dal punto di vista sociale. Esempio: Il tasso di criminalità in questa città è in aumento perché alcune persone scelgono di commettere reati. Queste persone possono essere motivate da varie ragioni personali, come il desiderio di ottenere denaro rapidamente, la vendetta contro qualcuno o il bisogno di soddisfare dipendenze personali come la droga. Le loro azioni criminali sono guidate dalle loro decisioni individuali, e ciò contribuisce all'aumento complessivo della criminalità nella città. Il Positivismo: Tratti Generali Quando si sviluppa il positivismo? Il positivismo si sviluppa a metà dell'800 in Europa, nello specifico in Francia. Rappresenta una filosofia e una visione del mondo che si diffonde rapidamente, diventando una forte mentalità caratterizzata dall'amore per i fatti, dall'approccio oggettivo ed empirico, e da una fiducia illimitata nelle scienze e nel progresso tecnologico. Perché si sviluppa? Ci sono cause materiali che contribuiscono al suo sviluppo come l'Europa che era in forte crescita in vari campi, come l'economia, la produzione, l'urbanistica e i servizi che erano più efficienti. La sociologia e Comte Pagina 5 campi, come l'economia, la produzione, l'urbanistica e i servizi che erano più efficienti. È una nuova era che segna una rottura con il passato, simile a quanto avvenuto in Francia durante la Rivoluzione. Dal punto di vista intellettuale, sta emergendo qualcosa di completamente nuovo. Esponenti importanti: Tra gli esponenti importanti del positivismo ci sono Auguste Comte in Francia, Herbert Spencer nel Regno Unito e Roberto Ardigò in Italia. Il positivismo interessa la filosofia, le scienze sociali e la letteratura, come nel caso del verismo in Italia e del naturalismo in Francia, che sono movimenti di grande rilevanza. Cosa significa il positivismo? Possiamo fare riferimento a Comte, il quale afferma nel suo "Discorso sullo spirito positivo", che il positivismo porta un nuovo tipo di sapere che abbandona il sapere del passato a favore di un sapere reale, utile, preciso e positivo. Sapere reale: perché si oppone all'astratto e vago del passato, riferendosi a cose effettivamente esistenti. • Sapere utile: in quanto mira a migliorare le condizioni di vita degli individui.• Sapere certo (scientifico): Perché è diverso dal sapere incerto della metafisica e della filosofia• Sapere preciso: Perché si basa su un modello scientifico cioè da una spiegazione scientifica e matematica ai problemi sociali • Sapere positivo(nel senso di costruttivo): Perché è costruttivo cioè mira a organizzare positivamente una nuova società • Il positivismo sarà la corrente più importante fino alla prima guerra mondiale, un evento che ha provocato uno shock culturale e segnato la fine della Belle Époque. → Cambio radicale (Nietzsche aveva predetto la distruzione di un mondo) DOMANDA IN CLASSE: Il positivismo è ancora tra noi? Viviamo in un mondo post-positivista, ma forse possiamo dire stiamo assistendo a una rinascita di un periodo positivista con lo sviluppo di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale, la neuroscienza, la biologia sintetica e altre scienze emergenti. Auguste Comte (1798-1857) Riassunto della vita di Auguste Comte 1798: Nasce a Montpellier.• 1814: Entra nell'École polytechnique, che gli dà una base scientifica che segnerà il suo pensiero.• 1817: Diventa segretario del filosofo socialista Saint-Simon.• 1820-1826: Pubblica gli "Opuscoli di filosofia sociale", in cui analizza la nascente società industriale e le trasformazioni sociali causate dall'industrializzazione. • 1825-1842: È sposato con Caroline Massin.• 1830-1842: Pubblica il "Corso di filosofia positiva" → opera fondamentale che segna l'introduzione del termine "sociologia" e si definiscono in modo analitico i caratteri fondamentali del positivismo (c'è qualche riferimento anche alla vita personale di Comte che ha avuto una notevole influenza soprattutto nell'ultima fase della sua vita anche sul piano intellettuale) • La sociologia e Comte Pagina 6 soprattutto nell'ultima fase della sua vita anche sul piano intellettuale) 1844-45: Ha un legame amoroso con Clotilde de Vaux che poi si interromperà.• 1847-48: Proclama la "Religione dell'umanità" e fonda la "Società positivista". → Svolta radicale• 1852: Scrive il "Catechismo positivista"→ C'è un'apparente contraddizione nel fatto che Comte, il cui positivismo è basato su una conoscenza scientifica certa, abbia concluso la sua carriera intellettuale fondando una religione dell'umanità e scrivendo il catechismo positivista. • 1851-1854: Pubblica il "Sistema di politica positiva".• 1857: Muore a Parigi• : Le 3 tappe del pensiero di Comte Opuscoli di filosofia sociale (1820- 1826) In cui si fa analisi della società europea inizio 800→ • Opuscoli di filosofia positiva 1830 1842 Fondazione della nuova scienza : la sociologia→ • Sistema di politica positiva 1851 1854 In cui si analizza la natura umana e la religione dell'umanità→ • L'olismo di Comte Il positivismo di Comte è uno dei paradigmi della struttura, presuppone una concezione olistica della società e una concezione utopico-progressista della storia. Comte scrive: "Lo spirito scientifico non permette di considerare la società umana come realmente composta di individui." → Cosa significa? Noi vediamo individui. L'individualista metodologico sostiene che la società non è null'altro che un insieme di individui. Ma in realtà, la società per Comte non è composta solo da individui, ma ci sono anche altri fattori più importanti. In poche parole ↓ Olismo Metodologico: Approccio che studia i fenomeni complessi considerandoli nel loro insieme, senza scomporli in parti più piccole. Individualismo Metodologico: Approccio che si concentra sull'analisi delle azioni e delle decisioni degli individui come base per comprendere i fenomeni complessi. Le Finalità del Positivismo di Comte Obbiettivi di Comte: Creare una scienza della società Comte vuole creare una scienza della società che abbia caratteristiche analoghe alle scienze naturali. In altre parole, vuole che i sociologi diventino scienziati della società. • La sociologia e Comte Pagina 7 possono essere caotici e richiedono la ricostruzione di un nuovo ordine sociale. la legge dei tre stadi Comte ritiene che l’umanità sia passata per tre grandi tappe d’evoluzione: lo stadio teologico, metafisico e positivo. Passando da uno stadio all’altro, l’umanità migliora e sviluppa un controllo razionale sul mondo. Successivamente questo controllo razionale diventa anche riflessivo e può esercitarsi non solo nei confronti della natura, ma anche rispetto ai rapporti sociali, e nasce così, una prima società razionale. Lo stadio teologico Questo stadio copre un lungo periodo, dalla nascita dell'umanità fino alla modernità. Durante questo periodo, le persone erano principalmente preoccupate dai principi primi della realtà, domandandosi il motivo dell'esistenza e cercando risposte teologiche, attribuendo tutto a una divinità. Comte analizza le varie fasi di questo stadio, dall'animismo, al politeismo e al monoteismo, ma sottolinea che l'idea fondamentale è la ricerca di un principio divino. Lo stadio metafisico Questo stadio è intermedio e copre la modernità fino al positivismo. Durante questa fase, il problema del perché delle cose viene affrontato in modo diverso, con principi impersonali che sostituiscono gradualmente la divinità. La natura e le leggi della fisica diventano spiegazioni al posto delle teologie. Comte considera questo stadio come una progressione rispetto al teologico ma ancora lontano dall'ottimale. Lo stadio positivo Questo stadio rappresenta il futuro, secondo Comte. È caratterizzato dalla predominanza della tecnologia nella società e dalla fine dell'incertezza e della superstizione. Qui, la scienza, la tecnologia e gli uomini di scienza giocano un ruolo centrale nell'autorità morale e politica della società. Comte teorizza una forma di governo chiamata tecnocrazia, dove i politici dovrebbero cedere il passo agli esperti tecnici in un mondo in rapida trasformazione dovuto alla scienza. Nella visione di Comte l' organizzazione sociale e politica varia tra questi stadi. Nel teologico, i sacerdoti e le autorità religiose hanno un ruolo predominante. Nel metafisico, ecclesiastici e uomini politici sono centrali. Nel positivo, la scienza e la tecnologia dominano, e gli industriali hanno un ruolo chiave. Questa visione rappresenta una rottura significativa rispetto al mondo in cui Comte viveva, con una chiara sfida alla politica tradizionale. → L'eredità di Comte Il positivismo di Comte ha influenzato il Brasile, come dimostra la presenza della frase "ordine e progresso" nella bandiera brasiliana La Religione dell'Umanità La religione positivista Durante la sua vita, Comte fondò nel 1848 una sorta di chiesa positivista, che in realtà era una società positivista → In Sudamerica, ci sono addirittura esempi storici di cappelle dedicate a questa società positivista. Comte sviluppò anche un catechismo positivista e un sistema di politica positiva → Comte torna a parlare La sociologia e Comte Pagina 10 Comte sviluppò anche un catechismo positivista e un sistema di politica positiva → Comte torna a parlare sorprendentemente di religione alla fine del suo percorso intellettuale dopo aver criticato aspramente per tanti anni la religione come fonte di incertezza, sapere provvisorio e superstizione. Perché torna a parlare di religione? Comte si accorge che la scienza, la tecnologia e il positivismo, anche se portatori di un sapere autentico e profondo sulla società, non sono in grado di muovere i cuori umani, di scaldare, di accendere la passione degli individui. Rimangono un sapere freddo, distaccato rispetto agli individui. • Se una società desidera coesione, ha bisogno di un collante, di qualcosa in cui gli individui credano integralmente, non solo attraverso l'intelletto, ma anche attraverso il cuore. Comte sosteneva che l'essere umano è mente, cuore e braccio allo stesso tempo, quindi raziocinio (ragione), affettività e azione sono inscindibili nell'essere umano. • Un nuovo concetto di religione Sostanzialmente, Comte reintroduce una componente religiosa, ma è una religione molto diversa da quella tradizionale. La chiama "Religione dell'Umanità" con la "U" maiuscola. L'idea è che l'oggetto del nostro culto e della nostra venerazione, secondo Comte, non deve essere una divinità trascendente, ma l'umanità stessa. • Questa umanità comune è fatta di tante persone che sono venute prima di noi e che verranno dopo di noi. Ha i suoi punti di riferimento, i suoi "santi" nel suo catechismo positivista, che sono coloro che hanno portato un progresso significativo nell'umanità. • Comte propone persino un calendario dei "santi" in cui al posto dei santi tradizionali ci sono uomini che hanno contribuito in modo importante alla storia dell'umanità. • Questa religione dell'umanità di Comte assume tratti caricaturali (eccentrici e insoliti), ma è interessante perché riconosce che il modello positivista teorizzato nella prima fase della sua vita non può essere la base su cui fondare un nuovo ordine sociale.  DOMANDA IN CLASSE: Secondo Auguste Comte, la società attuale sarebbe considerata positivista? Comte vedrebbe la società contemporanea come critica ma apprezzerebbe il crescente utilizzo di big data e intelligenza artificiale, poiché rappresentano progressi in linea con il positivismo. La sociologia e Comte Pagina 11 Karl Marx (1818-1883) La Vita 1818: nasce a Treviri, nella Prussia renana (oggi in Germania) → Marx era leggermente posteriore al mondo di Comte 1841: si laurea in Filosofia all’università di Jena Si trasferisce a Parigi dove rimane fino al 1845 e dove entrerà in contatto con: il pensiero socialista di Proudhon e con Friedrich Engels, economista e filosofo tedesco 1844: stende i Manoscritti economico-filosofici (pubblicati postumi) 1847: scrive con Engels L’ideologia tedesca (teorizza la concezione materialistica della storia)→ fu anche un grande interprete del contesto politico e storico del suo periodo 1848: moti rivoluzionari in Europa → rappresentarono un passaggio fondamentale per la formazione e l'evoluzione del suo pensiero sulla società contemporanea. 1848: Manifesto del partito comunista 1849: si trasferisce a Londra → Ci trascorrere il resto della sua vita 1864: partecipa alla costituzione della Associazione Internazionale dei Lavoratori (Prima Internazionale) di cui redige lo statuto → impegno sociale e politico attivo 1867: Il Capitale (vol. I) 1880: Marx contribuì nella stesura dei presupposti del programma del partito operaio francese 1883: muore a Londra 1885: Il Capitale (vol. II) 1894: Il Capitale (vol. III) Temi fondamentali del pensiero di Marx La società è conflittuale Già abbiamo introdotto un conflitto, quello tra paradigma della struttura e paradigma dell'azione, tra olismo metodologico e individualismo metodologico. Marx sostiene che la società è caratterizzata da una costante lotta tra forze opposte e che questa lotta è la principale causa di cambiamento sociale. Al contrario delle dottrine precedenti, che enfatizzavano lo sviluppo pacifico (Comte non ha un idea radicalmente conflittuale della società, ma ci spiega come pian piano la società cambia per arrivare ad un nuovo ordine sociale), Marx considera il conflitto sociale come l'elemento chiave del progresso storico. La tensione tra opposti è alla base di tutto, e il modo in cui gli individui si organizzano per soddisfare i propri bisogni materiali è ciò che guida la storia. In breve: per Comte ciò che lega la società è la condivisione di una comune cultura e visione del mondo mentre per Marx è il conflitto (denominata Lotta di classe) Divisione del lavoro e ordine sociale Nelle società premoderne prima della rivoluzione industriale dal punto di vista economico e sociale c'era meno differenziazione, perché tendenzialmente il modello sociale si basava sulla famiglia patriarcale: grandi famiglie che abitavano in campagna e che provvedevano alla propria sussistenza attraverso l'agricoltura (meno lavori e 3°Lezione venerdì 22 settembre 2023 Karl Marx Pagina 12 Un'alienazione ha vari aspetti e diverse forme. L'alienazione su cui Marx riflette in modo particolare, sono l'alienazione di tipo religioso e l'alienazione di tipo economico-lavorativo. Quella più importante, secondo Marx, è l'alienazione di tipo economico, poiché è dall'ambito economico che originano le altre forme di alienazione, in particolare l'alienazione di tipo religioso. Marx vede nella religione una forma di alienazione molto forte e decisiva nella vita contemporanea. +INFO Tesi di Feuerbach: Egli sosteneva che l'essere umano proietta le sue qualità, come la bontà, la giustizia e la vita, in un essere superiore, infinito e illimitato. Questa proiezione finisce per alienare l'essere umano, poiché mette ciò che è più bello e importante in un'entità al di là dell'essere umano stesso, che lo supera e lo domina. L'ateismo di Feuerbach consisteva nel prendere coscienza di questa proiezione e cercare di contrastarla. Marx e F. hanno lo stesso obbiettivo, cioè quello di eliminare la religione dalla vita pubblica ma diversa è la strada. Marx è d'accordo con Feuerbach sul fatto che la religione è alienante, tuttavia per contrastarla Feuerbach propone una riflessione nell'ambito delle idee stesse quindi rimane filosofico. Marx, invece, sostiene che ciò di cui c'è bisogno è un cambiamento nella base della struttura economica della società, poiché è da questa base che nasce l'alienazione religiosa. Gli aspetti della alienazione lavorativa L'alienazione si manifesta in molteplici modi, ma ha un'importanza fondamentale nel contesto del lavoro, poiché Marx considera l'uomo principalmente come un "Homo Faber", un produttore. Gli operai si alienano dagli oggetti che producono, dal processo di produzione, da se stessi e dalla comunità umana. Il prodotto del loro lavoro diventa estraneo agli operai, e quanto più si impegnano nel lavoro, tanto più questa estraneità diventa potente, rendendoli interiormente impoveriti. Dalla alienazione alla sociologia della conoscenza Il rapporto tra struttura e sovrastruttura Il concetto di ideologia (concezione classica e concezione marxiana) Marx e la nuova antropologia L'antropologia di Marx L'antropologia, intesa come discorso razionale sull'essere umano, si interroga su chi sia l'essere umano e quali siano le sue caratteristiche fondamentali. In questo contesto, l'opera di Marx rappresenta una significativa innovazione dal punto di vista teorico e concettuale. Alcuni hanno come questa innovazione antropologica sia alla base dell'intero pensiero e della riflessione di Marx. L'idea di essere umano di Marx è sia storica (↑ Relativismo di Marx) che materialista, ma in modo specifico. Il materialismo storico di Marx trova definizione nella celebre frase: "Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è al contrario il loro essere sociale che determina la loro coscienza." Questa convinzione è alla base del materialismo storico e del rapporto tra struttura e sovrastruttura. Con struttura, Marx intende i rapporti economici sociali che sono alla base della società e che influenza la vita umana, mentre con sovrastruttura intende tutto ciò che non è direttamente economico come la cultura, la filosofia, la religione, la politica e il diritto ma che dipendono dalla struttura economica e non viceversa. Le critiche Karl Marx Pagina 15 L'antropologia (la visione dell'essere umano) di Marx fa due critiche. Da una parte critica l'antropologia platonico cristiana e dall'altra critica altre tipologie di materialismo → Marx si differenzia da esse in quanto il suo materialismo storico è fortemente radicato nella storicità. Marx critica l'antropologia platonico-cristiana perché lui rifiuta radicalmente l'idea che esista qualcosa che noi possiamo chiamare "natura umana", intesa come qualcosa di immutabile, di stabile, che permane uguale nel tempo e nelle diverse società. Marx ritiene che quest'idea sia molto radicata nella mentalità della cultura, nella filosofia, e abbia origini molto antiche, risalenti alla filosofia di Platone. Quest'idea è stata poi rafforzata dal cristianesimo legandola a Dio, affermando che l'essenza umana esiste ed è stata voluta e creata da Dio. Per Marx questa idea va superata, perché per lui non esiste una essenza umana, una natura umana, perché l'essere umano è l'esito di processi storico-economici. +INFO un tema fondamentale della filosofia di Platone sono le idee platoniche, l'idea cioè che dietro ad ogni essere, ad ogni realtà, ci sia un'idea, un'essenza che è ciò che la definisce, ciò che la caratterizza in modo specifico, e anche ciò che rimane costante nel tempo. In altre parole, esiste un'idea di essere umano, una natura, un'essenza che rimane nel tempo → C'è qualcosa che rende noi simili agli esseri umani che vivevano al tempo di Platone Invece, critica le altre forme di materialismo perché le considera troppo ingenuamente filosofiche. Il materialismo di Feuerbach, per esempio, è un materialismo incentrato su aspetti biologico-organicistici, che è limitato e parziale. Feuerbach non presta la dovuta attenzione alla componente economica degli esseri umani e della società. Quindi, Marx critica Feuerbach e altri materialisti che l'avevano preceduto, per fondare la sua nuova antropologia che è allo stesso tempo storica e materialista. L’ideologia: La concezione classica e la concezione marxiana Il termine "ideologia" non è stato inventato da Marx; esisteva già prima del suo utilizzo, ma aveva un significato molto diverso rispetto a quello che Marx gli attribuì. Possiamo distinguere una concezione classica di ideologia, che ha radici filosofiche, dalla concezione marxiana di ideologia. La parola "ideologia" nasce in Francia alla fine del 1700, ma la sua origine ha radici ancor più antiche. Ad esempio, gli "Idoli" di Bacone anticipano il concetto di ideologia ancor prima di vari filosofi. Se oggi, la parola ideologia ha un accezione negativa , lo dobbiamo a Marx. Prima delle teorie di Marx, l'ideologia aveva un significato neutro e si riferiva alla nostra tendenza umana a creare rappresentazioni distorte della realtà. Questa idea è presente sia nella concezione classica di ideologia che nella concezione marxiana. Perché nascono le ideologie? Nella concezione classica le ideologie sono un difetto intrinseco alla ragione umana; c'è qualcosa nel nostro modo di pensare e ragionare, nella nostra razionalità, che ci porta a commettere errori, a dare una lettura distorta della realtà. Questo accade perché traiamo conclusioni affrettate o generalizziamo (prendiamo un parte per il tutto). Prima, la critica era di natura filosofica, quindi si pensava che per superare questo difetto bisognasse lavorare sulla ragione umana imparando a non generalizzare o avere giudizi precipitosi. Marx, tuttavia, ha introdotto un cambiamento radicale nel concetto di ideologia. Egli sosteneva che l'ideologia non derivasse da un difetto della ragione, ma fosse invece generata da specifiche condizioni sociali. In linea con il materialismo storico di Marx, non si presuppone una razionalità umana astratta e universalmente valida. Sono invece le condizioni sociali specifiche a generare l'ideologia. L'ideologia ha un ruolo fondamentale nella politica, poiché influisce sul modo in cui guardiamo le istituzioni, gli altri e Karl Marx Pagina 16 ruolo fondamentale nella politica, poiché influisce sul modo in cui guardiamo le istituzioni, gli altri e l'economia. Pertanto, il concetto di ideologia in Marx ha una connotazione prettamente politica. Come è possibile sradicare l'ideologia dalla vita politica? È possibile farlo attraverso una critica non filosofica né razionale, ma piuttosto attraverso una critica rivoluzionaria. Solo cambiando le condizioni sociali in cui nascono le ideologie, potremo eliminare l'ideologia stessa. Le ideologie, in fondo, sono il frutto dell'alienazione, che ha una base economica. Solo eliminando queste condizioni socio-economiche potremo eliminare anche l'ideologia, inclusa la religione, che è una forma di ideologia particolarmente pervasiva e dannosa per le masse. Tuttavia, non possiamo limitarci a criticare la religione; dobbiamo cambiare le basi su cui si costituisce l'ideologia. Marx e l’ideologia Per Marx l’ideologia è una falsa (distorta) coscienza che non sa di essere tale (non è consapevole di esserlo) e assume la forma di una falsa universalizzazione. In altre parole, le ideologie borghesi, secondo Marx, si presentano come universali, come valide per tutti, ma in realtà rappresentano solo gli interessi di una parte. Es. la democrazia viene presentata dal pensiero borghese come una forma politica che va negli interessi di tutti, che tutti possono partecipare alla vita pubblica e contribuire. Il diritto viene presentato come una garanzia giuridica per tutti. Tuttavia, secondo Marx, questi due esempi, la democrazia e il diritto, sono ideologici, cioè rappresentano una falsa universalizzazione. Nascondono e difendono gli interessi solo di una parte, in particolare della classe dominante. → Questa critica si applica anche alle istituzioni sociali e a molte altre sfere della società. Quindi, Marx ha una concezione molto critica dell'ideologia e una concezione molto radicale. A parte le scienze naturali, tutto rientra nell'ambito dell'ideologia. In fondo, tutto il sapere è ideologico. (tema molto attuale nell'età contemporanea) Cambiamento storico e fine della preistoria dell'umanità Comte credeva che l'umanità raggiungesse uno stadio definitivo nella società positivistica, rappresentando la piena realizzazione dell'essere umano. Anche Marx è convinto che la storia raggiungerà una sua fine, o meglio, che finirà la preistoria dell'umanità, quella caratterizzata dalle lotte di classe, attraverso fenomeni catastrofici come la rivoluzione e il crollo del sistema capitalistico si arriverà alla società senza classi. (fine sviluppo umanità) Tutti e due hanno una visione utopica, ma il modo in cui si realizzerà è diverso. Marx passa attraverso la rivoluzione e la catastrofe del capitalismo, mentre Comte prevede un aggiustamento graduale e pacifico della cultura dominante nella società contemporanea, che porterà all'avvento della piena società governata dalla scienza e dalla tecnologia. +INFO Entrambi Marx e Comte partono da una critica radicale della religione. Comte, però, recupera la religione in una nuova forma, chiamata "religione dell'umanità", mentre rimane critico nei confronti della religione tradizionale. Tuttavia, c'è chi si è chiesto se la visione politica e escatologica di Marx sia influenzata dalla religione. In realtà, molti dei temi che Marx utilizza nelle sue opere, come la funzione catartica della rivoluzione o la realizzazione della società senza classi come una sorta di paradiso terrestre, reintroducono in Karl Marx Pagina 17 Émile Durkheim Émile Durkheim (1858-1917) Tutta la sua riflessione ruota intorno a questa domanda: Che cosa tiene insieme una società? Qual è il tessuto di una società? • Contesto storico: fine dell' 800 in Francia → è una società in trasformazione che cerca nuovi fondamenti• È Positivista: Comunemente considerato padre fondatore di un approccio detto funzionalismo → approccio ripreso più volte nel corso del 900 fino al presente • La vita di Émile Durkheim: 1858: Nasce a Épinal (Francia), da una famiglia di ebrei praticanti, ma fin da giovane dimostra di non essere interessato alla religione né sul piano personale, né su quello della ricerca sociale • Come positivista, parte con lo stesso spirito di Comte quindi è un positivista critico disinteressato cioè per lui la religione è qualcosa che appartiene al passato e quindi non vale la pena di soffermarsi troppo su questo fenomeno. Differentemente da Marx che nonostante sia profondamente critico verso la religione, riteneva che questa avesse un ruolo più importante nella vita sociale rispetto a quanto gli attribuiscano sia Comte che, almeno nella prima fase della loro riflessione, Durkheim. (Comparazione) → Vedremo che, in modo sorprendente, Durkheim compie una sorta di evoluzione simile a quella di Comte. Parte come positivista critico disinteressato alla religione, ma nell'ultima opera intitolata "Le forme elementari della vita religiosa", recupera anche lui il tema della religione, ma in una prospettiva analoga a quanto fa Comte: la religione secolare di cui parla Durkheim è diversa dalla religione trascendente delle chiese storiche. (Comparazione) → [1870: sconfitta della Francia a Sedan / 1871: trattato di Francoforte]• 1879: Entra alla École normale supérieure • 1885-1886: studia Scienze sociali prima a Parigi, poi in Germania con Wundt, fondatore della psicologia moderna Cerca di prendere le distanze sia dalla filosofia che dalla psicologia e di affermare la specificità della sociologia → psicologia cerca di affermarsi nel mondo accademico → Comte è uno degli autori che lo influenza maggiormente nella prima fase del suo pensiero anche se Durkheim ha un accento profetico e ha una atteggiamento più empirico infatti Durkheim è anche autore di alcune delle prime ricerche sociali condotte analizzando variabili e dati statistici → • 1887: insegna Pedagogia e scienze sociali a Bordeaux, è il primo corso di sociologia nelle università francesi → istituzionalizza la sociologia • 1893: discute la tesi di Dottorato sul tema La divisione del lavoro sociale • 1895: pubblica Le regole del metodo sociologico → Durkheim si interroga su come studiare una società e su quali siano i metodi più adeguati per farlo • 1896: Fonda la rivista «Année sociologique», la prima rivista di sociologia (tuttora pubblicata) in Francia. In questi anni elabora anche la sua visione politica nel senso di un socialismo riformista • 4°Lezione lunedì 25 settembre 2023 Emile Durkheim Pagina 20 In questi anni elabora anche la sua visione politica nel senso di un socialismo riformista 1897: pubblica la ricerca empirica intitolata Il suicidio Questa opera è molto importante perché è la prima grande ricerca empirica condotta nella sociologia → è presente il paradigma della struttura secondo cui la società è più importante degli individui, e Durkheim cerca di dimostrare che anche i fenomeni apparentemente più individuali e legati alla soggettività individuale, come il suicidio, sono correlati statisticamente a dei dati sociali/a delle variabili sociali → Ad esempio, mostra che il livello di coesione sociale, le relazioni sociali e lo stato civile di un individuo sono correlati ai tassi di suicidio. Gli individui più legati a un senso di appartenenza a una comunità hanno tassi di suicidio più bassi, e gli individui sposati hanno tassi di suicidio più bassi rispetto a quelli non sposati. Questo dimostra che i comportamenti individuali possono essere spiegati e ricondotti a fattori sociali e collettivi. → • 1898: pubblica un articolo dal titolo L’individualismo e gli intellettuali• 1902: insegna alla Sorbona di Parigi, prima Pedagogia poi dal 1913 la sua cattedra prende il nome di Sociologia (istituzionalizzata) • 1912: pubblica Le forme elementari della vita religiosa• 1917: Muore a Parigi• Durkheim e la società come fatto morale Per Durkheim, la società è un fatto sociale morale Da una parte, Durkheim parla di fatti sociali, e in secondo luogo, associa ai fatti sociali il carattere morale. • Perché sono importanti i fatti sociali? Sono importanti perché sono osservabili e misurabili → analogia tra le scienze naturali che studiano i fatti naturali e le scienze sociali che studiano i fatti sociali → La pretesa è quella di studiare la società e gli individui nello stesso modo in cui le scienze naturali studiano i fenomeni naturali, utilizzando il metodo scientifico. • Perché aggiunge l'elemento morale? L'elemento morale è aggiunto perché i fatti sociali hanno una natura culturale, immateriale e intangibile. La società non è qualcosa che possiamo vedere direttamente, ma possiamo percepire i suoi effetti su di noi. • Infatti Durkheim aggiunge ↓ ossia un insieme di credenze condivise → (società esistono finchè esistono credenze comuni→ pensiero di Durkheim) che insieme formano la coscienza collettiva («insieme delle credenze e dei sentimenti comuni alla media dei membri di una società") → Anche Freud parla della coscienza colletiva (superio io: il paradosso della coscienza colletiva) sulla quale a sua volta si costituisce la solidarietà sociale → Le società sono legate tra loro quanto Emile Durkheim Pagina 21 sulla quale a sua volta si costituisce la solidarietà sociale → Le società sono legate tra loro quanto più hanno basi comuni su cui fondarsi cioè il legame che tiene insieme gli individui socializzati Esempi di fatti sociali che precedono gli altri e su cui si costruiscono gli altri fatti includono il linguaggio, le norme e le leggi, i giudizi sociali e la moda. • Un altro esempio è la religione. Durkheim afferma che c'è un legame intrinseco tra società e religione• Se un fatto o un modo di pensare viene sanzionato socialmente, significa che è un fatto sociale.• Una prospettiva olistica e funzionalista Perché olistica? Per Durkheim la realtà è una realtà sui generis: Significa che la società non è la semplice somma degli individui, ma è qualcosa di più Ex. cos'è l'acqua? È la somma di due molecole di idrogeno e una molecola d'ossigeno, ma l'acqua è una realtà sui generis, cioè mettendo insieme idrogeno e ossigeno viene fuori qualcosa che non è né idrogeno né ossigeno, ma è altro, che ha una sua specificità e una sua natura → Quindi, la società, i processi sociali, le dinamiche sociali, hanno una realtà sui generis che non è riconducibile alle parti che la compongono. → • Durkheim studia la totalità, strutture gruppi come sistemi: Cioè come insieme ordinato di parti la cui somma è più delle parti che lo compongono. • Perché funzionalista? Perché il tutto è più importante delle singole fasi, ma vuol dire anche che noi guardiamo alle singole parti per la funzione che queste svolgono a beneficio del tutto (società). → Ci interessano le singole parti non in quanto tali ma per le loro funzioni che contribuiscono al bene generale della società. • Es. Non ci interessa solo perché è religione, ma ci interessa se essa serve a mantenere la società unita e organizzata. La stessa cosa vale per la famiglia e il diritto, e così via. Ogni aspetto della società viene analizzato in termini di come aiuti l'intera società a funzionare bene. → Durkheim usa l'esempio dell'organismo per spiegare che la società è come un corpo in cui le diverse parti svolgono ruoli importanti per il benessere generale. Questo concetto può essere applicato a vari aspetti della vita sociale, compresa la politica e istituzioni come l'Unione Europea, dove gli Stati membri sono considerati parti che contribuiscono al funzionamento complessivo dell'Unione. In sostanza, si tratta di vedere le parti come interconnesse e funzionali al benessere del tutto. • Il Metodo (cap.2) - Integrato con PDF Le regole del metodo sociologico Emile Durkheim Pagina 22 attribuisce l'esistenza di un fenomeno alle sue conseguenze o alle intenzioni di chi lo produce. Ad esempio, se un fenomeno ha risultati desiderabili, la spiegazione filosofica tende a considerare questi risultati come la ragione principale per l'esistenza di tale fenomeno. Questo approccio sembra privilegiare le motivazioni e gli scopi degli individui o delle entità coinvolte. La spiegazione sociologica (Durkheim): Si concentra sull'identificazione delle cause preesistenti di un fenomeno sociale. Questo significa che cerca di comprendere perché un fenomeno esiste analizzando le condizioni o le influenze che lo hanno generato. Durkheim sottolinea che i fenomeni sociali devono essere spiegati attraverso complessi di condizioni preesistenti che devono essere chiaramente identificati, e le loro conseguenze (che chiama funzioni e non fini perché non è necessario che siano espressamente voluti per avere luogo) sono meno rilevanti rispetto alle cause sottostanti → La psicologia come avversario Emile Durkheim cerca di stabilire una netta demarcazione tra la psicologia e la sociologia → si impegna nella costruzione della sociologia come scienza sociale e cerca di evitare che la psicologia invada il campo degli studi sui fatti sociali. → Durkheim riconosce i successi della psicologia come scienza emergente ma evidenzia che i fatti sociali sono rappresentazioni collettive (concetti o idee condivise da un gruppo di persone) e sottolinea la loro natura mentale e specifica rispetto ai processi mentali individuali studiati dalla psicologia (i pensieri, le emozioni e i comportamenti di una persona possono variare da ciò che è condiviso o considerato normale) → Egli evidenzia che i fatti sociali sono rappresentazioni collettive influenzate da sanzioni sociali, il che impedisce loro di essere completamente privati e individuali. Inoltre, Durkheim sostiene che queste rappresentazioni collettive hanno origine da una realtà sociale che trascende gli individui. → Il concetto di homo duplex: Vede l’uomo come homo duplex, ritiene che l’essere umano in quanto tale sia diviso in due parti: → - da una parte gli esseri umani sono esseri sociali - dall’altra abbiamo una tendenza individualistica ed egoistica, nella quale tendiamo a far prevalere le nostre pulsioni e i nostri desideri a scapito della società L’argomento dell’emergenza L'argomento di emergenza si basa sull'analogia tra il rapporto individuo-società e il rapporto tra componenti chimici e il composto chimico risultante. In altre parole, Durkheim sostiene che, anche se la società è composta da individui, essa ha proprietà e caratteristiche uniche che emergono da questa composizione e non possono essere trovate nei singoli individui. Queste proprietà emergenti rendono la società una realtà "sui generis", cioè una realtà con caratteristiche proprie che non possono essere spiegate solo analizzando gli individui singolarmente. → Invita la psicologia a riconoscere i suoi limiti nell'analizzare la vita sociale, in quanto essendo la società una realtà distintiva, non può dare spiegazioni in cui tutto è attribuito a dinamiche individuali (volume d → Individualizzazione come processo sociale Durkheim ritiene che molte delle azioni e delle condotte individuali sono influenzate e plasmate dai processi sociali all'interno della società. Questo processo di influenzare gli individui attraverso fattori → Emile Durkheim Pagina 25 processi sociali all'interno della società. Questo processo di influenzare gli individui attraverso fattori sociali è ciò che chiama "individualizzazione.→ L'individualizzazione si verifica a due livelli: a livello societario e individuale Individualizzazione a livello societario: si riferisce al processo attraverso il quale la società diventa più complessa e permette agli individui di diventare autonomi, sviluppando i propri interessi e capacità. La società richiede agli individui di separarsi dagli altri e di controllare se stessi. → Individualizzazione a livello individuale: riguarda il processo in cui i bambini, attraverso l'educazione e l'interazione sociale, diventano autonomi e responsabili della loro condotta. Gli individui imparano a differenziarsi dagli altri e a pensare e agire come entità distinte, anziché essere influenzati solo dalle dinamiche sociali. → Emile Durkheim Pagina 26 Durkheim : la divisione del lavoro La Differenziazione Sociale Per Durkheim, la modernità può essere descritta come un fenomeno di differenziazione sociale. N.B. I tre grandi fondatori delle scienze sociali - Marx, Weber e Durkheim - si interrogano su cosa sia la modernità: Per Marx, la modernità è lo sviluppo del capitalismo.• Per Tocqueville, studioso del XIX secolo, la modernità è l'avvento della democrazia o, meglio, la centralità del valore dell'uguaglianza. • Per Weber, è soprattutto un fenomeno di razionalizzazione, con la prevalenza di un approccio tecnico- strumentale. • Per Comte è l'avvento dello spirito positivista• Differenziazione Sociale: la concezione di una società considerata come un tutt'uno, con una forte coscienza collettiva in cui gli individui condividono valori, credenze e norme, viene meno. La società si differenzia cioè si pluralizza (esistono diversi modi per vedere la società) La società non è più un tutt'uno organico, poiché al suo interno ci sono gruppi che si differenziano l'uno dall'altro e non c'è più una coscienza collettiva forte. Perché avviene questa differenziazione? Durkheim ritiene che le cause sono sociali e che una chiave per spiegare questo fenomeno si trovi nella divisione sociale del lavoro (specializzazione del lavoro) La Solidarietà Meccanica Nelle società premoderne, la solidarietà su cui si basava la società era sostenuta dalla somiglianza tra gli individui, che condividevano valori, culture e diritti simili → si sentivano tutti parte di un grande destino Esempio in Aula La solidarietà meccanica si può ritrovare nei nazionalismi che promuovono un forte senso di identità nazionale, condividendo cultura, lingua, storia e valori comuni. La Solidarietà Organica Ma nella modernità, con fenomeni come l'urbanizzazione, la rivoluzione industriale e la messa in discussione della religione, questa solidarietà svanisce. Come è ancora possibile la solidarietà? Durkheim sostiene che si sviluppa una nuova forma di solidarietà: la solidarietà organica, alla base de quale c'è 5°Lezione giovedì 28 settembre 2023 Emile Durkheim 2 Pagina 27 "Cosa rende sacro il totem? Il totem sembra che rappresenti, oltre all'animale individuale, una sorta di forza anonima e impersonale che attraversa ognuno di questi esseri, chiamata Mana Una divinità impersonale che non ha nome, volto o storia – qualcosa di potente a cui ci affidiamo.→ Il totem è l’incarnazione visibile del mana. Esso è il simbolo di quella specie di società che chiamiamo clan (comunità). La conclusione di Durkheim Se il totem è il simbolo di Dio e della comunità, non vuol dire che Dio e la comunità non siano un tutt'uno? Secondo Durkheim, sì. Quindi, Dio è la comunità (Dio coincide con la comunità); Dio è il gruppo sociale stesso (questa è la tesi e l'idea della religione di Durkheim). Dio è visto in una prospettiva olistica e collettiva → al di sopra degli individui c'è la società +INFO: Nella seconda metà del XX secolo, Robert Bellah (utilizzando la tesi di Durkheim) ha scritto molti saggi, tra cui 'La Religione Civile in America'. La sua tesi sosteneva che negli Stati Uniti, al di là delle religioni confessionali come il cristianesimo, l'ebraismo e l'induismo, i cittadini americani condividevano una sorta di religione che lui chiamava 'religione civile', che era simile alle altre religioni. Ciò che era considerato sacro per loro erano gli Stati Uniti stessi, con credenze come il mito della nascita degli Stati Uniti e pratiche come le festività nazionali, l'omaggio alla bandiera e al dollaro, e una comunità morale costituita da cittadini morali. (3) La società è dio In quest'opera, Durkheim cambia idea sulla società. Egli considera la società come avente quelle caratteristiche che comunemente attribuiamo alle divinità: una società più grande di noi che esiste prima di noi, vicino alla quale ci sentiamo rafforzati. In questo contesto, Durkheim attribuisce molta importanza ai riti. La funzione sociale dei riti I riti sociali rappresentano una condizione in cui un grande numero di individui si riunisce in uno spazio ridotto, condividendo le stesse credenze e valori simili, creando un senso di uniformità. Es. Nazionalsocialismo: Individui tutti stretti che sentono slogan, si spersonalizzano in un tutto Es. Il calcio: Esperienza di trascendenza, tutti insieme che sono allo stadio e che cantano insieme dei cori (Non solo che dio è la società ma che anche la società è dio) Una nuova religione - La religione politica «La sacralizzazione della politica, di cui la religione politica è una manifestazione, è fenomeno moderno, che si manifesta quando a un'entità politica astratta - la nazione, lo Stato, la 'razza', la classe, il partito - sono attribuite le caratteristiche di un'entità sacra, che diventa oggetto di fede, di culto, di dedizione collettiva, e come tale è collocata al centro di una costellazione di credenze, comandamenti, riti e simboli» Spiegazione Emilio Gentile introduce il concetto di religione politica per descrivere un fenomeno moderno in cui entità politiche astratte come la nazione, lo stato, la razza, la classe o il partito vengono trattate come se fossero Emile Durkheim 2 Pagina 30 politiche astratte come la nazione, lo stato, la razza, la classe o il partito vengono trattate come se fossero entità sacre. In altre parole, queste entità sono oggetto di una sorta di adorazione collettiva, con le stesse dinamiche che caratterizzano una religione tradizionale. Questo significa che ci sono credenze, riti, chiese e comunità associate a queste entità politiche. Queste credenze possono essere paragonate a quelle presenti nelle religioni tradizionali, con comandamenti, riti e simboli che circondano l'entità politica in questione. Le religioni politiche sono un esempio utile per comprendere un fenomeno sociale di grande importanza e spesso tragico, che ha caratterizzato il 900. Tuttavia, questo concetto è ancora rilevante oggi, poiché possiamo osservare un ritorno alla sacralizzazione della politica, non solo attraverso il culto di un partito, ma anche attraverso la promozione di un'idea sacra di nazione. Emile Durkheim 2 Pagina 31 Individualismo metodologico (PDF) L'espressione 'individualismo metodologico' indica in forma sintetica un concetto generale proprio delle scienze sociali; in una parola, indica un paradigma. Il principio fondamentale di questo paradigma è che ogni fenomeno sociale è il risultato della combinazione di azioni, credenze o atteggiamenti individuali. Ne consegue che la spiegazione di tale fenomeno consiste nel ricondurlo alle cause individuali delle quali è il prodotto: pertanto un momento essenziale di qualsiasi analisi, sia nel campo della sociologia che dell'economia o della scienza politica, consiste nel comprendere il perché delle azioni, delle credenze o degli atteggiamenti individuali responsabili del fenomeno che s'intende spiegare. → Nel testo si sottolinea la parola combinazione: non è il singolo attore sociale che configura la società, ma sono le azioni individuali, che combinandosi, modificano la società. → Nel testo si sottolinea la parola perché: in questo paradigma ci chiediamo il perché delle azioni degli individui quindi l'individualismo metodologico si allontana dal positivismo che si chiede, invece, il come delle cose. → In questo paradigma si attribuisce la responsabilità delle azioni agli individui. Sebbene possano esserci influenze sociali, alla fine chi compie le azioni lo fa a causa di ragioni o motivazioni individuali, che non sono imposte dall'esterno. Alex de Tocqueville La Vita di Tocqueville 1805: nasce a Verneuil, Francia • 1826: si laurea in Diritto a Parigi• → Si occupa di ricerca accademica e si interessa alle istituzioni politiche• 1827: viene nominato magistrato• 1831-1832: Soggiorna negli Stati Uniti per studiare il sistema penitenziario. Durante questo viaggio, Tocqueville entra nel sistema politico americano e osserva la democrazia americana • 1832: si dimette da magistrato• 1835: Pubblica il primo volume del suo capolavoro, "La democrazia in America". (si compone di due tomi)• Tocqueville è uno studioso di politica e cultura, ma nella sua opera mette l'accento sul tema della democrazia e, soprattutto, sulle premesse sociali e morali della democrazia. (cioè sulle condizioni e agli atteggiamenti sociali e morali presenti in una società che influenzano la sua capacità di sostenere e praticare la democrazia) → si chiede perché negli Stati Uniti la democrazia fosse così fiorente. 1839: viene eletto deputato (lo rimarrà fino al 1851)• 1840: La democrazia in America [seconda parte]• 1856: Pubblica un'altra sua opera importante: L’antico regime e la Rivoluzione• 6° Lezione venerdì 29 settembre 2023 Tocqueville Pagina 32 allo stesso modo Concezione socialcomunista dell'uguaglianza: cioè l'idea di dover essere tutti uguali economicamente quindi o tutti ricchi o tutti poveri. Tocqueville è contrario, dice che tutti dobbiamo partire dallo stesso piano (stesse opportunità) ma che il potere pubblico non dovrebbe avere l'obbiettivo che tutti diventino uguali economicamente • La differenza tra società americana e società europea Nella società americana i cittadini partecipano di più alla vita pubblica e si sentono parte di una collettività in cui non esiste solo lo stato e il cittadino (che è invece il caso della società francese post-rivoluzione) Ma la società americana è molto stratifica perché esistono tanti gruppi intermedi tra l'individuo e stato → per Tocqueville è una ricchezza perché si sentono responsabilizzati a partecipare e intervenire diversamente dalla Francia dell'epoca (La rivoluzione francese ha fatto tabula rasa dei gruppi intermedi, cioè si sono azzerati secondo il modello del cittadino e lo stato dove il ruolo sempre più importante è dello stato che si fa carico dei bisogni del cittadino → mentre in America lo stato è più limitato (visto positivamente da Tocqueville) Il rapporto tra democrazia e religione Nella Francia post-rivoluzionaria (erede dell'Illuminismo francese) c'era una critica severa al ruolo della religione nella vita politica: essa doveva essere confinata nella vita privata perché la si vedeva come un retaggio del passato legata all'ancien regime. Invece in America, le religioni hanno maggiore spazio nella vita pubblica e animano forme di partecipazioni sociali e politiche( politica e democrazia americana non si formano contro la religione, ma grazie alla religione perché i padri fondatori erano animati anche da uno spirito religioso e ciò trova eco anche nelle istituzioni e nella politica). → Tocqueville osserva quindi come la religione possa avere un ruolo importante e positivo nella vita pubblica americana Perché questo avviene? Il primo motivo: perché le religioni (soprattutto il cristianismo) offrono un fondamento morale alla democrazia. → Es. il principio di uguaglianza ha un fondamento promosso dal cristianesimo quindi che tutti siano portatori degli stessi diritti. (politica trova fondamento nella religione) Perché la religione può essere positiva per la politica? Perché può rappresentare un limite per la politica. La presenza diffusa della religione nella vita pubblica rappresenta un limite perché fa sì che la politica non possa pensarsi o definirsi totalizzante → Tocqueville dice la politica non è tutto perché non può controllare ogni aspetto della vita umana Se ha un contraltare forte, la politica non può trasformarsi in una religione → Quando la politica diventa una religione vuole invadere la sfera sociale dei cittadini e accumula troppo poter diventando un potere assoluto che si pone al di sopra di tutti. La religione può fungere da freno all'ipertrofia (ingrandimento) della politica (in questo periodo molti autori preoccupati per il troppo intervento dello stato) Il pericolo del dispotismo democratico Tocqueville Pagina 35 Il pericolo del dispotismo democratico Libertà e Partecipazione I tre rischi di degenerazione insiti nella democrazia Indifferenza versa la cosa pubblica• C'è disaffezione dei cittadini verso le istituzioni, la politica e la democrazia (molto attuale e più forte). Tocqueville osserva come la società incentrata sul valore dell'uguaglianza e dell'individuo, che è slegato da appartenenze sociali tipiche nelle società gerarchiche/tradizionali, è caratterizzata da un individualismo etico valoriano (no metodologico) dove c'è il rischio che gli individui sempre più concentrati su se stessi, sui loro desideri e sulle loro aspettative finiscano per isolarsi e non sentire più la cosa pubblica parte della loro vita). → Tocqueville lo osserva molto in Europa proprio perché tra cittadino e stato non vi sono gruppi intermedi Conformismo• L'uguaglianza è un grande valore sociale e politico ma può spingere anche verso all'uniformità (culturale e morale) → non dà quindi più senso alle diversità (grande rischio che Tocqueville osserva). Potere senza limiti • Tocqueville dice che il rischio di un potere senza limiti è prodotto da una passione senza limiti per l'uguaglianza. Dice testualmente che: "la libertà non è più l'oggetto principale del loro desiderio" Quando la libertà non è l'oggetto principale del desiderio dell'uomo, che vive nella sfera pubblica e nella sfera civile, allora ci troviamo di fronte all'avvento di un conformismo e di un potere senza limiti. Il rischio di un nuovo dispotismo Tocqueville usa un'espressione sintetica per descrivere tutti questi rischi nella formula del "nuovo dispotismo". Il dispotismo è qualcosa di antico che gli uomini conoscono fin dall'inizio. In fondo, tutte le organizzazioni politiche, bene o male, si sono scontrate con il pericolo del dispotismo, cioè con il pericolo di un ordine politico che limiti la libertà dell'individuo, che faccia prevalere un potere esterno detenuto da un gruppo di individui privilegiati o da una maggioranza schiacciante sugli altri. Tocqueville introduce il concetto di "nuovo dispotismo", suggerendo che può coesistere con la democrazia, il che può sorprenderci dato che di solito pensiamo al dispotismo come contrario alla democrazia. Tuttavia, Tocqueville osserva che all'interno di un sistema democratico, può emergere un tipo di dispotismo più sottile quasi invisibile e apparentemente meno pericoloso, diverso da quello violento dove c'era la violenza fisica e militare e che era facilmente riconoscibile del passato. Questo nuovo dispotismo si manifesta attraverso la tirannia della maggioranza, una sorta di conformismo sociale che cerca dall'esterno di influenzare le idee e la visione del mondo delle persone. La maggioranza dal punto di vista cultura finisce per definire quali problemi possono essere messi a tema o discussi e quali no, chi tocca questi temi viene emarginato e considerato un fattore disturbante per la quiete pubblica → la polizia delle menti → tirannia intellettuale che pone censure a certi temi Tocqueville Pagina 36 Perché la democrazia americana è in grado di fronteggiare i rischi? Lui ritiene che ci siano dei correttivi, cioè degli antidoti a questo dispotismo: La religione (ne abbiamo già parlato) → Limita la politica evitando che diventi assoluta• L'associazionismo: perché qualsiasi dispotismo è più efficace quando ha a che fare con individui isolati (un individuo da solo non riesce a resistere alle pretese dispotiche di qualsiasi regime politico). Nel dispotismo si cerca di limitare ogni tipo di associazioni. Es. il fascismo → Il dispotismo teme le associazioni perché insieme possono farsi forza, discutere e criticare il potere politico o ribellarsi. • La libertà di stampa: più ci sono organi di stampa liberi, più è difficile per un potere diventare dispotico, poiché è possibile criticare anche il potere politico. I regimi dispotici cercano di prendere il controllo degli organi di stampa proprio per questo motivo. • Tocqueville Pagina 37
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