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Sociologia dei processi culturali I parziale, Dispense di Sociologia Dei Processi Culturali

appunti del primo parziale di sociologia, integrati con il libro e le slide del professore

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 24/10/2020

lilla74
lilla74 🇮🇹

3

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Scarica Sociologia dei processi culturali I parziale e più Dispense in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI Prof. Paolo Terenzi 26/09/18 I PRINCIPALI PARADIGMI SOCIOLOGICI: La tradizione sociologica si caratterizza per la presenza di un dilemma: il quesito drammatico di tutta la sociologia è capire se è il singolo che crea il contesto o viceversa, e quanto l’uomo sia libero di agire e quanto invece, in questo suo agire sia condizionato da entità a lui esterne. Si sviluppano così 2 paradigmi utilizzati nelle scienze sociali (e non solo la sociologia). Sono 2 modi differenti di affrontare lo stesso oggetto di studio (ovvero la società) e ciò che li differenzia sono i mezzi utilizzati e la prospettiva alla quale si guarda il soggetto. Storicamente nasce prima l’olismo quindi come positivista:  Olismo metodologico: il tutto (società) è più importante dei singoli individui. Per spiegare un fenomeno sociale noi non possiamo far ricorso a motivazioni e credenze individuali, ma sempre a fattori di ordine sociale e collettivo. è anche definito collettivismo metodologico, ma anche “sociologia dei sistemi” perché appunto il primato viene riconosciuto al sistema che prescinde dai singoli individui che ne fanno parte. Non ci interessa il perché delle azioni individuali, ma ci interessa conoscere le strutture sociali, i fattori di ordine collettivo perché solo grazie ad essi si capiscono anche i comportamenti individuali. Il capostipite di questa scuola di pensiero è Emile Durkheim e lo stesso sostiene che “tolta la società non resta nulla”: lo dice per farci riflettere sul fatto che la società viene prima degli individui. Alla nostra nascita noi arriviamo ad una tavola già preparata (c’è già una struttura, ci sono dei divieti…), ma soprattutto continuerà ad esistere anche quando noi non ci saremo. Tolta la società non restano gli individui. Nelle sue opere dimostra che anche i fenomeni appartenenti all’individuo (es. la religiosità esempio principale di individualismo) hanno una natura essenzialmente sociale.  Individualismo metodologico: le concezioni individualistiche (dette anche soggettivistiche) hanno come principio fondamentale il credere che ogni fenomeno sociale e ogni morfogenesi sociale (es globalizzazione, sviluppo populismi, riemergere terrorismo su base religiosa…) sia il risultato di azioni, credenze e atteggiamenti individuali e alla loro combinazione. Quindi nascono dagli individui e dall’interazione fra essi. Di fronte ad ogni fenomeno sociale dobbiamo chiederci il perché gli individui agiscano in un determinato modo e quali siano le credenze e gli atteggiamenti dietro. Dobbiamo metterci nei panni dell’individuo (c’è un elevata fiducia nella natura umana). Questo paradigma implica anche delle scelte sul piano etico. Quindi la conseguenza che ha questo paradigma è il fatto che gli individui siano ritenuti più importanti della società e quindi a soggetti di ordine collettivo. Ciò che viene prima nella vita sociale sono gli individui. L’individuo quindi viene prima dei ruoli, delle strutture sociali… Alcuni padri di questo approccio sono Locke e Hobbes La sociologia e le 3 rivoluzioni Nascita parola sociologia: sociologia è un termine coniato da Comte; sente la necessità di creare una parola nuova, nonostante lo studio della società sia già avvenuto, perché vuole contraddistinguere questa nuova scienza dalla “filosofia della società”. Vi è una pretesa di volerla studiare in modo scientifico quindi attraverso l’utilizzo dei metodi galileiani e applicarli nella società (ovvero con il metodo empirico, fondato su leggi universali). è inoltre grazie alla rivoluzione scientifica che si avrà un metodo.  considerava questo campo disciplinare come un possibile terreno di produzione di conoscenza sociale basata su prove scientifiche Rivoluzione scientifica: analizza la società attraverso l’osservazione e l’esperimento, si inizia a parlare di leggi che regolano la realtà e che possono essere capite dallo scienziato. Il mondo viene pensato per la prima volta in termini scientifici Rivoluzione industriale: è importante nella nascita della sociologia perché trasforma radicalmente gli assetti sociali. Comporta il progressivo passaggio da un sistema agrario ad uno industriale. È un periodo di grandi trasformazioni (un esempio sono gli esodi vero la citta). Queste trasformazioni hanno risultati anche in ambito sociale (ad esempio la famiglia tende a nuclearizzarsi, le città aumentano i loro numeri di abitanti e questo garantisce la nascita di nuovi assetti e nuove organizzazioni). Inoltre, si afferma una nuova classe sociale ovvero quella operaia. Rivoluzione francese: se prima si agiva per diritto divino (che garantiva una forte legittimazione), quando viene messa in discussione l’alleanza trono-altare, la legittimazione del potere inizia a vacillare. Perché e come la società può rimanere coesa, cosa la tiene unita se il collante non è più la religione? Con questa rivoluzione, si segna il passaggio da leggi stabilite da un sovrano a leggi perfettibili, create dall’accordo tra individui che si riuniscono. 27/09/18 Il positivismo: tratti generali Il positivismo è un movimento di pensiero che si diffonde a partire dalla Francia nella metà dell'800 ed è l'espressione ideologica della nuova organizzazione industriale della società borghese e del conseguente sviluppo della ricerca scientifica e della tecnologia. Il positivismo è caratterizzato dalla convinzione che tutto ciò che è reale sia un gioco di forze materiali regolate da ferree leggi meccaniche. Il positivista quindi crede solo nei fatti "positivi" dimostrabili scientificamente e sperimentalmente, vede nella scienza moderna l'unico strumento capace di spiegare la realtà e di dominarla. Da qui deriva anche la fede nel progresso, garantito dalle conquiste scientifiche che assicureranno all'umanità la librazione dei mali fisici e dai mali sociali e le concederanno un futuro di benessere e felicità.  ripresa della ragione in senso pratico e non più illuministico, le teorie vengono “praticizzate”. Cresce la precisione e l'attenzione nel descrivere i fatti, cresce la fiducia nel progresso e nella visione del mondo. La scienza è basata sulla concretezza e sull'analisi analitica e dettagliata. - La domanda sul perché diventa una domanda inutile, non è più adeguata ad una società moderna perché non ha una pretesa di avere un atteggiamento contemplativo della società (al contrario della filosofia) perché l’uomo moderno è troppo occupato a trasformare la realtà, vuole renderla più confacente ad un suo progetto. Questo perché ora riesce a fare cose che fino ad allora erano impensabili (basta pensare alla macchina a vapore). Convinzione di essere positivismo è riflessione, è autocoscienza della realtà. Il sapere adesso cerca di prevedere ed è sempre finalizzato al raggiungimento del potere e alla trasformazione della realtà. La prima guerra mondiale segna il fine di questi sogni ovvero di costruire una politica su misura del mondo, una società senza guerre. L’idea del progresso inarrestabile finisce con lo scoppio della guerra (proprio perché si ha un arresto del progresso) L’ultimo stadio ovviamente è quello migliore. In esso vengono anche a sintesi le tensioni tra ordine e progresso: se lo stadio teologico era caratterizzato da ordine senza progresso e quello metafisico da progresso senza ordine, solo nell’ultimo è possibile un ordine che sostenga il progresso dell’umanità. Gli stadi non si susseguono solo dal punto di vista cronologico, ma anche etico. CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE E SOCIOLOGIA Parallelamente a questi 3 periodi, si sviluppano le scienze. Si va da forme più semplici a forme più concrete e complesse. La prima scienza è la matematica (la più astratta), poi l’astronomia, poi la fisica, poi la chimica, poi la biologia e in ultimo si arriva alla sociologia Sociologia: scienza più concreta e complessa perché ha come oggetto di studio la società (che è più complessa dell’individuo, degli oggetti, dei numeri …). Ha l’oggetto più complesso da studiare, ma è allo stesso tempo la scienza più concreta. È la scienza più importante, dove tutte le acquisizioni delle scienze vengono applicate. È la regina delle scienze. Parla della sociologia come “fisica sociale” siccome ha l’intenzione di applicare metodi scientifici nella realtà. va alla ricerca di leggi universali per quanto riguarda gli esseri umani. Aspetti sociologia: la fisica sociale si divide in statica sociale e dinamica sociale. Dobbiamo chiederci sia cosa tiene ordinata la società sia cosa la fa progredire.  statica sociale : cosa tiene in sé la società (leggi di organizzazione). Ordine. Legge la società nei termini di una fotografia.  dinamica sociale : darà le leggi del progresso della società. progresso. Vede come la società cambia (progresso) Nell’epoca in cui Comte visse, esso rifiuta 2 atteggiamenti speculari e opposti. Non accetta l’idea secondo la quale ciò che viene dopo la rivoluzione francese è solo caos e disordine (non è nostalgico del passato, non è un restauratore). Dall’altra parte non accetta la visione politica rivoluzionaria, secondo il quale il progresso coincide con una trasformazione radicale della società. Per Comte il progresso avviene tramite un cambiamento culturale, mentre per Marx avviene per un cambiamento politico-economico. Se tutti siamo uguali, perché noi dovremmo riconoscere l’autorità sopra di noi? Non può essere la religione. Ciò che garantisce stabilità è la famiglia (e non l’individuo siccome non può essere oggetto di osservazione scientifica), è l’unità di base della società siccome prevede la subordinazione dei giovani e questo garantisce stabilità sociale, famiglia come istituzione sociale che garantisce la statica sociale (cioè l’ordine). La famiglia è il luogo primo e naturale dove si estrinseca la socievolezza. È un’unione fondata sugli affetti e perciò ha una natura morale e non intellettuale. Al contrario la società non è un’unione, ma è una cooperazione basata sulla divisione del lavoro e ha perciò una natura intellettuale e solo in seconda parte morale. Senza la divisione del lavoro, ci sarebbe un agglomerato di famiglie e non una società. La natura della società consiste perciò nella capacità di coordinare (cioè governare) tale cooperazione. LA NATURA UMANA E LA STORIA Cosa rimane costante? Esiste una natura umana? Tra l’uomo che viveva nello stadio teologico e l’uomo moderno c’è qualcosa che li accomuna? Si, esiste la natura umana (altra differenza con Marx) Natura umana: la natura umana esiste ed è suddivisibile in 3 dimensioni. L’ordine sociale si dà quando i 3 aspetti hanno caratteristiche armonizzabili, cosi che non si creino tensioni tra l’uomo e l’altro. Senza odine sociale regnano il caos e disordine siccome l’uomo non è in sintonia con sé stesso, non riesce a dispiegare completamente la propria attività e a realizzare così la propria natura.  L’ordine sociale è la condizione essenziale perché si dia equilibrio e perché l’individuo possa realizzarsi. Al contrario, i tempi di cambiamento sociale, sono infausti e problematici: la testa non è detto che sia in sintonia con e braccia e con il cuore. Per questo motivo la figura dell’intellettuale è importante siccome più di chiunque altro è in grado di vedere il nuovo ordine sociale che avanza, è un benefattore dell’umanità siccome indica a tutti quel futuro di progresso che ancora non tutti vedono. Le 3 dimensioni della natura umana sono:  testa (dimensione intellettuale, conoscenza)  braccio (dimensione pratica)  cuore (dimensione affettiva) questi 3 aspetti permangono nell’uomo, in tutte e 3 le dimensioni esistono le 3 parti. Durante le epoche storiche prevale una parte rispetto alle altre. Ad un certo punto del suo percorso, tutto quello che aveva scritto Comte viene messo in discussione. Quando Clotilde muore, la perdita lo segnerà molto. La dimensione affettiva continua ad essere importante (questo implica mettere in discussione quello che aveva già teorizzato). Gli esseri umani hanno bisogno di riconoscersi in qualcosa, di “innamorarsi”. il positivismo può soddisfare la dimensione pratica, ma difficilmente va in contro alla dimensione affettiva e morale. Comte cerca una via uscita e la trovava nella religione dell’umanità. La religione ha sempre risposto a questa grande questione, ma ovviamente non sarà una religione basata su qualcosa di sovrannaturale. Nuova società: La nuova società è scientifica e industriale, mentre quella che ancora esiste ma è destinata a tramontare, è teologica e militare. Riconosce che:  i sacerdoti e i militari verranno sostituiti da scienziati e industriali  il sapere scientifico soppianterà quello religioso (dimensione intellettuale)  il lavoro prenderà il posto della guerra (dimensione pratica)  I conflitti progressivamente si supereranno con l’avvento del positivismo (guerra come retaggio del passato)  Anche la politica è retaggio del passato e sarà sostituita dalla tecnocrazia  Nella dimensione morale la religione cattolica sarà sostituita dalla religione dell’umanità, assolverà le stesse funzioni in certi aspetti, ma ne prenderà posto (dimensione morale) Con la scienza che sostituisce la religione, si avrà una situazione in cui davanti ad un sapere universale e universalmente condiviso spariranno tutte le divisioni e l’umanità potrà finalmente riconciliarsi con sé stessa. Per attuare un vero cambiamento, sostiene che non debba riguardare la sfera politica dello stato, ma deve coinvolgere al contrario, la società nel suo complesso.  La vera rivoluzione è quindi sociale e culturale Profeticamente Comte pare voler superare anche l’idea stessa di società che sembra sciogliersi nell’utopia concreta di un’umanità realizzata, nella quale scompaiono tutti i tipi di divisioni che non siano funzionali, legate alla divisione e all’organizzazione del lavoro. LA RELIGIONE DELL’UMANITA Ha come oggetto l’Uomo e non più Dio. Funziona come una “immanentizzazione” della religione (prende la struttura della religione, ma si sostituisce il fulcro). Ha una fede dimostrabile perché razionale, ma anche essa dotata di una propria dottrina positiva, di una regola morale e di un sistema di culti, gestito da una vera e propria chiesa positiva. Deve essere il fondamento del nuovo ordine industriale e quindi garantirgli una base culturale unificante. Quando si parla di uomo si parla dell’umanità (umanità come cuore di questa religione). Non esistono dei o vuote leggi, ma la sintesi del progresso conoscitivo umano sta nella realizzazione della comune appartenenza al genere umano, in un’umanità pacificata e consapevole. Dà un’interpretazione secolarizzata della religione. (es calcolo degli anni non avviene con la nascita di cristo, ma con la rivoluzione francese, al posto dei santi ci sono gli illustri che hanno portato al progresso dell’umanità). Con la divinizzazione dell’uomo si colma il vuoto lasciato dalla scomparsa di Dio Secolarizzazione della religione: si tiene la struttura, ma si sostituiscono con elementi mondani. Nella religione si guardano gli effetti, è utile perché da partecipazione e quindi si cerca di mantenere queste caratteristiche (ha gli stessi effetti, ma è qualcos’altro). sofferente per causa delle ingiustizie sociali, cercando nell’aldilà ciò che le viene negato nella vita reale. L’unico modo per eliminarla non è la critica filosofica (come invece F teorizzava), ma è la trasformazione della società Corollari del materialismo: se vogliamo cambiare l’uomo allora dobbiamo cambiare la società (quest’ultima è più importante e viene prima ed è per questo motivo che è lei a dover essere cambiata). Weber successivamente parlerà di questo come mentalità.  L’umanesimo si converte nella sociologia: “Se la personalità umana consiste essenzialmente nei rapporti sociali della produzione e del lavoro, è evidente che la realizzazione di una personalità libera e armonica non è problema puramente individuale e privato, dipendente da un perfezionamento interiore, ma è un problema sociale, dipendente dalla trasformazione della struttura economica della società: il problema dell'uomo diventa problema della società. L'umanesimo si converte nella sociologia, cioè nello studio dell'organizzazione sociale umana nel suo sviluppo storico” Materialismo storico: struttura-sovrastruttura: “L’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita” Nella produzione sociale, gli uomini entrano in rapporti determinanti, necessari e indipendenti dalla loro volontà ovvero in rapporti di produzione (corrispondono al determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive). L’insieme di questi rapporti di produzione è la struttura economica. il modo di produzione della vita materiale condiziona poi il processo sociale, politico e religioso della vita.  Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è al contrario il loro essere sociale che determina la loro coscienza.  Di base implica come l’oggetto prodotto possa determinare il suo produttore  L’uomo produce la società ed è la società che poi lo determina: egli produce, alienandosi, oggetti. organizza la produzione, entrando così nella storia. Le relazioni che egli stesso costruisce diventano autonome da lui e così solide da determinarlo. Possiamo quindi dire che la storia dell’uomo è la storia della propria alienazione nella società, in forme sociali che, determinandolo, nascondono e negano la sua libertà, cioè la capacità di realizzare sé stesso insieme agli altri (riprende Rousseau e l’idea che società sia negazione dell’uomo). Questa alienazione però è inevitabile se vuole diventare pienamente consapevole di sé. esiste una via d’uscita dalla storia: quest’ultima è allora il lungo cammino con cui l’uomo, alienandosi, progressivamente realizza sé stesso, fino alla costruzione di una società, nella quale può realizzare compiutamente sé stesso, la sua natura umana e la sua libertà. una società dove la realizzazione del singolo implica quella di tutti. Materialismo storico: si passa da una fase all’altra della storia, attraverso il conflitto rivoluzionario tra classi contrapposte, conflitto sostenuto dalle condizioni che si aprono tra uno stadio di sviluppo delle forze di produzione e uno successivo più evoluto. Alla fine, una classe sociale (il proletariato che è la classe antagonista della borghesia) che rappresenterà l’umanità in generale, potrà compiere il balzo finale fuori dalla storia, realizzando l’utopia di una completa realizzazione dell’uomo (ovvero il comunismo)  Comunismo: soluzione al conflitto tra esistenza ed essenza Storia: risultato di ciò che gli uomini fanno e vogliono e può essere divisa da una prima parte in cui le leggi evolutive agivano senza la consapevolezza dell’uomo mentre la seconda parte, appare all’uomo la vera natura della sua vita sociale e può più o meno assecondare lo sviluppo.  Senza vero sapere non c’è la libertà, attraverso la scienza l’uomo solleva il velo di oscurità e coglie la natura vera delle relazioni sociali. Diventa libero di realizzare la propria natura oppure può difendere il presente così com’è in nome di interessi personali La storia difatti si gioca su chi in nome di interessi specifici, tende a conservare il proprio potere (particolare) e chi non avendo nulla da perdere, sceglie il cambiamento (universale): storia = tensione tra particolare e universale, che consente all’universale di realizzarsi attraverso il particolare Concezione dell’uomo: è considerato come ente generico siccome si coglie come genere (cioè come uomo) e di conseguenza come “ente universale e però libero”. L’uomo (a differenza degli latri animali) è consapevole del suo appartenere alla specie. L’esistenza è un mezzo dell’essenza: ognuno di noi realizza la propria essenza (uomo) attraverso la diversa esistenza. In questo ciascuno di noi è libero, libertà data dalla consapevolezza dell’apertura di una distanza tra essenza ed esistenza (cosa che per l’animale non c’è). Questo implica che non può realizzarsi da solo, ma la realizzazione dell’individuo implica quella di ogni altro individuo (cioè del genere)  L’uomo non può essere felice da solo perché implicherebbe una scissione tra esistenza ed essenza, tradendo quindi la sua essenza in nome della sua esistenza. Ovviamente la realizzazione di ognuno e di tutti avviene tramite un processo di progressiva presa di consapevolezza. Difatti la storia è tensione tra esistenza ed essenza, tra interesse particolare e aspirazione all’universale realizzazione.  L’uomo emerge tramite il suo lavoro (base dell’umanesimo e in contrasto con il pensiero antico, dove il lavoro era considerato per schiavi e l’uomo doveva emanciparsi da esso) e il lavoro implica un’estraniazione: l’essenza dell’uomo si realizza oggettivandosi, diventando altro da sé siccome tramite il lavoro produce oggetti in cui riconosce sé stesso perché prodotti del suo lavoro (ovvero della propria essenza)  Senza alienazione non c’è realizzazione: l’essenza diventa consapevole solo oggettivandosi in qualcosa che le si contrappone. L’oggetto prodotto è altro dal produttore “Se la personalità umana consiste essenzialmente nei rapporti sociali della produzione e del lavoro, è evidente che la realizzazione di una personalità libera e armonica non è problema puramente individuale e privato, dipendente da un perfezionamento interiore, ma è un problema sociale, dipendente dalla trasformazione della struttura economica della società: il problema dell'uomo diventa problema della società. L'umanesimo si converte nella sociologia, cioè nello studio dell'organizzazione sociale umana nel suo sviluppo storico” Marx e le ideologie: concezione classica di ideologia Concezione marxiana di ideologia Genesi ideologia Difetto della ragione umana Condizioni sociali Ambito ideologia Il sapere umano La politica e l’ordine sociale Critica ideologia Critica razionale/filosofica Critica politica/rivoluzionaria Mette al centro la critica verso le ideologie, ma lo fa in termini nuovi rispetto al passato. Le ideologie nascono dalla divisione del lavoro e dai rapporti di produzione (difatti: uomini lavorano-> entrano in rapporto -> insieme dei rapporti di produzione: struttura economica ->la struttura economica condiziona la sovrastruttura ideologica). Si parla quindi di rapporti storicamente condizionati (dipendono dal particolar modo di produzione vigente). Con lo svilupparsi delle classi sociali, si sviluppa anche il dominio di una classe sull’altra, che non rimane un dominio solo di tipo economico, ma anche nella sfera delle idee. Infatti, le classi dominanti producono le ideologie che sono funzionali ai loro interessi cioè a giustificare determinati rapporti (ina altre parole, possiamo dire che le ideologie sono il modo di vedere la realtà della classe sociale dominante). Le ideologie, nella concezione classica, sono considerate un difetto della razionalità umana. Nascono quando la ragione non lavora in modo efficace e non si sviluppa secondo le sue potenzialità; è quindi una conoscenza falsa ed inadeguata della realtà. Questo fa sì che ideologica lo può diveltare la scienza, la conoscenza…. Quindi dobbiamo affinare la ragione umana, correggendosi (qui la filosofia ha una dimensione molto importante). Tutto questo Marx lo considera però parziale e riduttivo perché facendo cosi, ritorniamo all’idea che esista qualcosa di intrinseco (e quindi un’essenza) che in questo caso è la ragione (ritorniamo a quell’antropologia cristiana/platonica) Per Marx, le ideologie hanno una natura intrinsecamente politica. La critica non può essere di tipo filosofico, ma deve essere politica. Le ideologie sono l’emblema della sovrastruttura siccome determinate dal retroterra sociologico. L’ideologia secondo M è una falsa coscienza che non si rende conto di essere tale, è falsa siccome confacente agli interessi di qualcuno. (esempi sono diritti, democrazia… siccome esprimono le concezioni di una parte, di una classe e si vogliono ergere come di tutti; difatti sono chiamate false universalizzazioni).  Visione conflittuale della storia (diverso da Comte siccome lui sostiene che pian piano una cultura nuova ci aiuterà a capire che la scienza e la tecnologia ci porteranno verso una società appacificata e senza conflitti) Le classi a cui nel presente fa riferimento, sono la borghesia e il proletariato. Dopo aver annientato la struttura economica e politica, la borghesia divenne la classe dominante, mentre il proletariato è in una posizione di subalternità, ma può cambiare la sua posizione. Le istituzioni liberal democratiche che si riferiscono in generale (falsa universalizzazione), in realtà sono funzionali ad una sola parte. M non disprezza però la borghesia perché riconosce la sua capacità di riuscir a fare cose che nessuno ha mai pensato di fare, permettendo così la trasformazione e il mutamento che coinvolgerà poi tutto il globo; Difatti fa un salto decisivo nel processo di universalizzazione attraverso un cambiamento sia intensivo (forze di produzione raggiungono una grandissima efficacia) sia estensivamente (coinvolgerà tutto il pianeta), facendo la storia dell’umanità  Classi sociali: coloro che promuovono attivamente il cambiamento; è la forma con cui gli uomini organizzano le loro relazioni dentro le attività produttive. Le classi spariranno solo alla fine della storia e le relazioni umane saranno di tipo naturali, relazionandosi in quanto individui e non più in quanto produttori.  Ogni modo di produzione è caratterizzato da una classe dominante che incarna lo sviluppo delle forze di produzione. Quando si sviluppano nuove forze di produzione, i vecchi rapporti di produzione iniziano a scricchiolare e da lì emergerà un'altra classe sociale (ovvero la classe dominata) che fa proprie le nuove possibilità e poi tenderà a contrapporsi alla classe dominante. -> la classe antagonista sviluppa la coscienza di classe in merito alla propria condizione e rendendola consapevole del processo storico Dopo questo, nella storia ci sarà una svolta: prima ci sarà un interregno (cioè dittatura del proletariato) e poi una fase finale del superamento della contrapposizione di classe, siccome non ci sarà questa dicotomia. II tema: proposte politiche ovvero la dittatura del proletariato. Questo punto comporta:  un’espropriazione della proprietà fondiaria,  un sistema di imposte per riequilibrare le disuguaglianze,  accentramento del credito in mano allo stato mediante una banca dello stato,  statalizzazione dei trasporti.  Stato quindi non neutrale ma che deve riequilibrare le ingiustizie che nel corso della vita che si sono generate III: critica socialismo reazionario, utopistico … siccome non adeguatamente scientifiche e sono forme di socialismo in cui la dimensione rivoluzionaria è secondaria (a differenza della visione di M). IV: pone le basi di ciò che è l’internazionalismo di matrice socialista, ritiene che una battaglia abbia senso soltanto se portata avanti in più contesti; non può essere confinato in un solo stato, bisogna fare fronte comune. Invita a superare i confini nazionali, la dimensione statuale non ha una rilevanza così importante (ciò che tiene uniti è la condivisione di uno stesso ideale). Il capitale Scopo: «indagare il modo capitalistico di produzione e i rapporti di produzione e di scambio che gli corrispondono» Il modo capitalistico: modo di produzione che è emerso dalla rivoluzione industriale I rapporti di produzione : sono i rapporti che gli uomini stabiliscono fra loro in merito alla produzione (i soggetti; il mezzo; i beni prodotti) Lo scambio: il valore dei beni scambiati; i tipi di scambio… è l’elemento fondamentale di ogni dinamica economica Secondo M ogni modo di produzione caratterizza un certo tipo di società e le società umane sono forme con cui l’uomo si relaziona con gli altri uomini per estrinsecare la sua essenza, ovvero per produrre oggetti  Storia dell’uomo = storia dei modi in cui l’uomo produce Questo implica che ci sia una distinzione tra struttura (economia) e la sovrastruttura (religione, politica…) e che la prima determina la seconda  Ogni stadio dello sviluppo storico, quindi ogni modo di produzione è caratterizzato da uno specifico grado dello sviluppo delle forze di produzione, cioè della capacità produttiva del lavoro umano. le forze di produzione sono determinate da condizioni materiali, cioè dallo sviluppo dei mezzi di produzione, e da condizioni sociali, cioè da specifici rapporti di produzione tra gli uomini. Esistono 4 modi di produzione, ognuna con delle proprie forze di produzione:  Tribale  Antica  Feudale  Capitalistica Quindi il cambiamento delle forze di produzione è la precondizione del cambiamento sociale in generale -> sviluppo della scienza è il motore dello sviluppo umano Aspetti principali:  questa distinzione è in base “com’è organizzata economicamente la società?” e non a cosa credono le persone (come invece Comte si domandava).  Parla di rapporti tra individui a partire dal punto di vista economica, non parla di uomini, ma di classi sociali. Le classi sono il soggetto fondamentale della storia. Le classi scompariranno alla fine della storia, quando saranno liberate dalle catene dell’ideologia, questo però avverrà nel futuro. Le classi si differenziano a seconda della posizione che occupano durante il processo di produzione. Però in ogni società c’è sempre una classe dominante e una dominata e nel corso della storia questa dicotomia si semplificherà. Questa contrapposizione di classi tende ad arrivare ad un punto in cui esploderà, si raggiungerà un punto di rottura. “tutto ciò che è solido si scioglie nell’aria” il capitalismo e il suo sviluppo tendono a rivoluzionare gli strumenti di produzione e anche i rapporti di produzione. Se prima esisteva una stabilità ora regna trasformazione e mutamento. Religione: “la critica alla religione è il presupposto di ogni critica” e deve essere una critica radicale, quindi che sappia andare fino alla radice perché:  Forza che nasconde all’uomo la sua vera essenza, proiettandola in un essere superiore; è quindi alienazione al suo massimo grado  La forza di Dio è quella che l’uomo toglie a sé stesso  È criticata siccome legata strettamente alla dimensione antropologica  È l’ultima propaggine di questo assetto sociale  Per M l’essere supremo è l’uomo stesso. Finche non si arriverà a questa conclusione, l’uomo rimarrà sempre in una situazione di alienazione  La borghesia, dissolvendo anche questa credenza, chiarifica il rapporto tra uomo e natura oltre che tra uomo e uomo -> lo sviluppo delle forze produttive porta alla critica delle false credenze del passato -> dominio economico = dominio culturale Confronto con Comte: Questa visione è molto vicina anche a quella comtiana siccome anche lui mette al centro l’Umanità; ovviamente M non formula una nuova religione, ma supera la religione mettendo al centro l’uomo 3/10/18 Teoria del valore/lavoro:  Lavoro: è l’essenza dell’uomo ed è il modo in cui esso si realizza. Viene alienato però in un duplice senso: - il lavoro implica un’alienazione dell’oggetto prodotto (siccome l’oggetto diventa merce e viene sottratto al suo produttore) - il lavoro diventa esso stesso una merce, quindi anche il lavoratore è divenuto merce siccome è costretto a vendere il suo lavoro sul mercato come una qualsiasi altra merce e come qualsiasi altra merce, è sottoposto alle regole del mercato il valore di una merce può essere concepito in 2 modi:  valore d’uso: è l’utilità di una cosa, è l’elemento qualitativo  valore di scambio: rapporto quantitativo con cui le merci sono scambiate tra di loro lo scambio sociale dalla merce alla merce (quindi fondato sull’uguaglianza) può essere di tipo:  diretto (M-M’) ovvero il baratto  si avrà inoltre una crisi di sovrapproduzione, il sistema economico produrrà una quantità di beni eccedente alla domanda effettiva, creando un problema di sostegno della domanda stessa (il contrario dei sistemi economici precapitalistici, che non riuscivano a risolvere il problema della carenza di cibo)  processo di universalizzazione: - tutto diventerà merce - la logica della quantità non si cura della qualità - riduzione del lavoro (quindi dell’uomo) a merce - universalizzazione dei rapporti umani: tutte le culture sono costrette ad entrare in rapporto reciproco e per la prima volta si potrà parlare di storia dell’umanità, tutto diventa comune e per la prima volta si può parlare di umanità in senso reale Problema: Se parliamo di un atto politico (e quindi dell’esproprio) parliamo di azioni che non sono di natura economica, ma appunto sono indirizzi politici. È come se dicesse che per spiegare la natura economica capitalistica, dovessimo fare riferimento alla politica come elemento sovrastrutturale che genera un cambiamento strutturale. Questo metterebbe in discussione il suo ragionamento economico che ha spiegato fino ad allora, perché appunto introduce la politica.  Partiamo dalla politica e osserviamo gli effetti che essa ha comportato in ambito economico Eredità di Marx:  Mannheim: mette a tema il concetto di ideologia ed utopia, si confronta con le tesi di m  Scuola di Francoforte: non sarebbe esistita senza M, cerca di portare avanti il pensiero marxiano, ma prendendo anche una certa autonomia, Marcuse mette in luce il carattere alienante delle società e cerca di denunciare questo carattere e si superarlo  Wallestrai: sostiene che la globalizzazione non è un fenomeno nuovo, ma ha origini antiche in dinamiche di natura economica DURKHEIM Come Comte, guarda a fattori culturali, non ha una visione incentrata sull’economia. La società è prima di tutto una realtà morale (costituita da valori, credenze) e poi economica. È il punto massimo dell’approccio positivista perché rispetto a C, da più importanza allo studio empirico dei fenomeni sociali; compie ricerche, usa gli strumenti della statistica e cerca leggi che possano essere formulabili in termini matematici. La sconfitta a Sedan e il trattato di Francoforte sono importanti nello scenario europeo, siccome la FRA vede messa a dura prova la sua grandezza politica e il su ruolo strategico, rimanendo ferita nel suo orgoglio. L’asse europeo si sposta verso la Prussia:  D risente di questa crisi, è come se la FRA si accorgesse che la modernizzazione non è solo il susseguirsi di successi e di passi che portano alla grandezza politica, ma la modernità ha anche punti di crisi Cerca di distinguere la sociologia dalla psicologia siccome quest’ultima parte dall’individuo  Deve studiare fatti sociali attraverso altri fatti sociali  cerca di dare una spiegazione sociale anche ad elementi che noi definiamo individuali (compresa la religione, considerata come qualcosa che ha origine sociale, anche il suicidio si può ricondurre a particolari condizioni sociali) Le regole del metodo sociologico Pone le basi per una sociologia positivista ed empirica (raccoglie dati sperimentali) e per fare ciò bisogna seguire 5 regole del metodo sociologico, ma le principali sono 3:  Natura dei fatti sociali: vanno considerati come cose, quindi sono osservabili e studiabili perché hanno determinate qualità e caratteristiche che sono indipendenti dall’osservatore  Oggettività dei fatti sociali  Cosa: tutto ciò che è dato, tutto ciò che si offre e si impone all’osservazione  i fatti sociali esercitano un’azione sugli individui  Le Cause dei fatti sociali: possiamo spiegare solo facendo riferimento ad altri fatti sociali e mai ad azioni individuali  Distinzione tra ciò che è normale e ciò che è patologico (deviazione): non lo fa a partire da giudizi e valori (quindi non da un punto di vista etico), ma normale è ciò che è più comune e statisticamente si ripresenta maggiormente, mentre patologico è quello difforme da ciò che la società riconosce come tale  In ogni società ci sono delle idee che la collettività accetta e su cui si fonda. Non c’è società se non c’è un accordo su questi principi non dichiarati. Bisogna trovare una coscienza collettiva.  Devianza è un fenomeno che procura distacco, perché è precipito come una messa in discussione dell’ordine della società e dei suoi principi, è un fenomeno che destabilizza Oggetto di studio: fatti sociali ovvero fenomeni sociali di ordine collettivo, non è quindi l’individuo né l’azione individuale (es. moda è un fatto sociale)  Fatti sociali: opera nostra, quindi sono prodotti dell’uomo che però ci appaiono come qualcosa di esterno. Sono “ogni modo di fare, più o meno fissato, capace di esercitare sull’individuo una costrizione esterna” 5/10/18 Società: non è la struttura economica, non è un fatto materiale e non ha una natura materiale (diverso da M). la società è un fatto morale, esiste una società quando c’è un insieme di credenze condivise ovvero quando c’è una coscienza collettiva che a sua volta fonda la solidarietà sociale (cemento della società, ciò che da senso allo stare insieme degli individui)  La società è una realtà ideale, siccome costituita da cose immateriali, spirituali (cioè prodotte dallo spirito umano)  Nonostante abbia una realtà di tipo ideale e spirituale, può essere egualmente studiata scientificamente, siccome appunto costituita da fatti sociali che sono delle cose  Società: insieme di fatti sociali  Non è quindi società degli individui e della loro somma, ma appunto si parla di una coscienza collettiva che è sovraindividuale  È la società che fa gli individui e non gli individui che fanno la società  La coscienza collettiva è ciò che esercita una pressione sugli individui dall’esterno. Ha un’importanza molto notevole nella società moderna  Da molti anni ora, si parla di intelligenza collettiva nel senso di un sapere condiviso e comune e che ci condiziona dall’esterno, prodotto non dell’ingegno individuale, ma da una cooperazione (es. internet, Wikipedia…) Dalla società all’individuo, dall’individuo alla società: La società è costituita da individui, ma la società diventa indipendente dagli individui, diventa qualcosa dotata di una propria autonomia, quindi una realtà del suo genere (realtà sui generis)  Diventa qualcosa con una propria autonomia I fatti esterni (fatti sociali), esercitano su di me una sorta di costrizione: io non posso evitarli, hanno anzi un’importanza costitutiva per la mia individualità; (posso decidere ad esempio di non usare internet, ma è una scelta faticosa e molto “coraggiosa” siccome richiede un impegno notevole perché ho una pressione esterna molto pregnante su di me) - per certi versi, alla fine non c’è più devianza, la ricerca spasmodica delle differenze crea un’eliminazione delle differenze  Ci stiamo indirizzando verso un politeismo dei valori - Può anche essere utile siccome senza di lei non avverrebbe mai il cambiamento sociale Forme elementari della vita religiosa Intento: cerca di dare una spiegazione sociologica (olistica e funzionalista) alla religione, cerca di dimostrare che essa ha un’origine sociale e una finalità sociale e non individuale e trascendente. Formula l’ipotesi di una religione senza trascendenza (senza il soprannaturale). La religione si sviluppa dentro i limiti della società Sistema totemico della tribù degli Arunta: incomincia la sua analisi studiando questa forma elementare (non studia ad es. il cristianesimo perché può essere contaminato da elementi extra- religiosi, proprio perché è stato istituzionalizzato). È una religione totemica (ciò che è sacro sono i totem che raffigurano animali… in cui la tribù si riconosce)  Cosa caratterizza la religione: ciò che è essenziale è la distinzione tra sacro e profano (e non la presenza al riferimento degli dei). Il sacro è ciò che è distinto dal profano, ha una forza, una suggestione e un’importanza incomparabile. gli uomini hanno un certo senso di rispetto, ma anche di distacco  Definizione: “una religione è un sistema solidale di credenze [mito] e di pratiche [rito], relativo a cose sacre, cioè separate e interdette, le quali uniscono in un’unica comunità morale, chiamata chiesa, tutti quelli che vi aderiscono. Il secondo elemento che entra così nella nostra definizione non è meno importante del primo: mostrando che l’idea di religione è inseparabile dall’idea di chiesa esso fa intravvedere che la religione deve essere una cosa eminentemente collettiva” (es. la magia non è una religione siccome manca di una chiesa, è spesso un’opera di solitudine difatti il mago molto spesso agisce autonomamente)  in realtà gli individui non venerano i totem (non è l’oggetto della religione), in realtà l’oggetto della religione è la tribù stessa. È la tribù stessa che nei riti, esprime la propria solidarietà e la propria coesione, mette importanza assoluta a questo legame. Il totem è solo lo strumento che differenzia una tribù dall’altra, ma non ciò a cui indica  lo stesso rito è importante perché è il momento in cui la comunità si sente parte di un destino comune e in cui ognuno partecipa e l’individuo va oltre sé stesso, va in “estasi” per riversarsi verso la comunità  effervescenza collettiva : uomini inconsapevolmente costruiscono il gruppo sociale, cioè quell’insieme di credenze che, una volta raffreddate, saranno alla base della vita di tutti i giorni  la religione ha come finalità non quello di venerare, ma quella di mantenere stabile e coeso il gruppo sociale, ha uno scopo pratico - la religione è un fatto sociale e il fatto sociale è una religione - c’è trascendenza orizzontale e non verticale  la religione non appartiene all'“immaginario”, per quanto egli la spogli di caratteristiche che molti credenti ritengono essenziali. La religione è molto reale: è l'espressione della società stessa e non esiste società che non abbia una forma di religione. Come individui percepiamo una forza più grande di noi stessi che è la società in cui siamo immersi e conferiamo a questa percezione connotati soprannaturali. Quando poi partecipiamo a riti religiosi di gruppo, questo fatto, per Durkheim, rende tale simbolismo ancora più grande ai nostri occhi. La religione è quindi un'espressione della nostra coscienza collettiva, la fusione di tutte le nostre coscienze individuali, che va a creare una sua propria realtà.  Ciò in cui gli uomini credono, sono un prodotto collettivo. Gli uomini producono le loro divinità nel momento stesso in cui costituiscono la società e poi ne dimenticano l’origine  L’uomo crea gli dei non in quanto uomo, ma in quanto uomo socializzato (differisce da Feuerbach)  Gli dei non sono espressione di un bisogno interiore, la loro realtà è la realtà della relazione sociale e la loro forza è la forza di quest’ultimi  A questa teoria seguono dei corollari. Società meno complesse, come quella degli aborigeni australiani, hanno sistemi religiosi meno complessi, che si limitano a rituali totemici tribali, ma più la società è complessa, più il sistema religioso diventa complesso. Quando una società viene in contatto con un'altra, i loro sistemi religiosi tendono a divenire complementari. In una società dove la divisione del lavoro sembra rendere certi individui più importanti, il sistema religioso si modifica a sottolineare l'importanza della salvezza e della coscienza individuale. Scopo pratico religione: serve a mantenere stabile la vita sociale, cioè la nostra vita quotidiana  Non è un’illusione, allo stesso modo in cui non è un’illusione la società  La società è un fatto religioso, la religione è un fatto sociale: le categorie alla base della conoscenza hanno un’origine sociale; la società nella sua essenza è qualcosa di sacro; quindi anche la scienza è una forma di religione esempi: visione totalitaria (es nazionalsocialismo): anche essa è religione perché  qui c’è un mito originario sulla fondazione, sulla provenienza  ci sono dei riti (ciò che bisogna fare e ciò che è vietato fare)  c’è una visione comunitaria  ci sono momenti di effervescenza collettiva che rafforzano il senso di appartenenza religione civile: soprattutto USA  c’è un insieme di credenze (es. padri fondatori)  ci sono pratiche legate alla nazione e unica comunità morale e èancheun fatto sociale
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