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La Formazione dell'Opinione Pubblica: I Media e la Società, Schemi e mappe concettuali di Sociologia Della Comunicazione

Psychologia SocialeAntropologia socialeComunicazione Di MassaSociologia

Sulla influenza dei media nella formazione dell'opinione pubblica e come i gruppi sociali e le relazioni interpersonali contribuiscono a questo processo. Vengono presentate le idee di Elizabeth Noelle-Neumann sul clima di opinione e l'evoluzione del concetto di pubblico da 'massa indistinta' a 'rete di individui interconnessi'.

Cosa imparerai

  • Come si forma l'opinione pubblica in una società moderna?
  • Che ruolo giocano i media nella formazione dell'opinione pubblica?
  • Come influiscono le discussioni politiche tra amici e familiari sulla formazione dell'opinione pubblica?
  • Che sono le 'bolles' o 'nicchie' all'interno dell'opinione pubblica?
  • Che significa la 'opinione pubblica' secondo Elizabeth Noelle-Neumann?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 24/04/2022

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giulia-scano-1 🇮🇹

4.5

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Scarica La Formazione dell'Opinione Pubblica: I Media e la Società e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE Eccesso e povertà di informazioni ci hanno messo molto in difficoltà. Al centro di questi processi ci sono i MEDIA, e i rapporti con azioni molto importanti che noi compiamo nella nostra giornata: informarci (sapersi orientare nella nostra quotidianità), formarsi un’opinione (ha a che fare con i media, li usiamo per formarci un’opinione su quello che ci circonda), produrre e consumare cultura, attraverso quali piattaforme e come produco cultura, agire e mobilitarsi. Ogni offerta della piattaforma (es, netflix) è diversa. In ogni piattaforma agisce un algoritmo che mi fa vedere le cose che somigliano a quelle che ho già visto o che non somigliano ma hanno le stesse parole chiave. Quindi l’offerta netflix è diversa per ogni persona. Ogni tipo di media che usiamo ha degli effetti. Noi ci muoviamo di più sempre verso media algoritmici. -sistema dei media che abbiamo adesso favorisce mobilitazioni di gruppi con motivazioni etiche, ambientali (all’inizio fanno mobilitazione grazie ai media e poi si concretizzano, es Greta Thumberg) -i media influiscono su tantissimi aspetti (come ci informiamo ....) -media digitali importanti nel nostro contesto contemporaneo -rapporto comunicazione-società: teoria ed effetti, le applicheremo al mondo della comunicazione digitale OPINIONE PUBBLICA Uno dei temi maggiormente studiato fino agli anni ’80 e oltre, come oggetto del rapporto tra i mezzi di comunicazione e la società. Come i media contribuiscono al processo della formazione dell’opinione pubblica. PREMESSE: I MEDIA DIGITALI OGGI IN ITALIA 1. Sistema dei media è fortemente digitalizzato. CENSIS (importante istituto di ricerca italiano che fa indagini quantitative sui temi della comunicazione) Il sistema dei media in cui oggi viviamo è dominato da piattaforme digitali, ma anche che a causa covid c’è stata una digitalizzazione forzata in molti campi.  Spinta fortissima verso la digitalizzazione, che ha investito in molte, non per forza scolastiche, ma anche nel commercio (potenziamento e-commerce, esempio Esselunga, categoria GDO, hanno potenziato i sistemi di e-commerce) ma anche coloro che non ne avevano si sono mossi verso questa possibilità di vendite. Pressione verso digitalizzazione, nuove attività, miglioramento connessione digitale, nuove abitudini(ci appoggiamo al digitale per tantissime cose) quest’anno la digitalizzazione è stata fondamentale. 2. Oggi su 66 milioni di persone in Italia, 46 milioni sono dotati di una connessione internet 3. Digitalizzazione a tappe forzate  conseguenze (convinzione/idea che l’accesso ad internet sia un diritto, non che sia un privilegio/bene di lusso) 4. Siamo stati spinti verso la digitalizzazione, 91,5% tiene contatti online con amici e familiari, 78,9% per salute, 75,9% per bollette, multe, tasse, 75,5% per tempo libero, 74,1% acquisti online 5. Gli Italiani vogliono potenziare nei prossimi mesi la propria connessione su rete fissa 6. Si sta formando intorno alla rete un’opinione dominante che ne coglie tanti aspetti positivi (solo il 14,4% è contro il 5G) 7. 54,3% ha paura delle frodi durante le operazioni bancarie o gli acquisti online, il 43,1% teme i rischi legati al libero accesso alla rete da parte dei minori, il 27,6% la possibile dipendenza dai social network, il 22,6% è spaventato dagli hater. Nella gerarchia di questi rischi c’è anche un effetto dei mezzi di comunicazione che mettono a tema in modo importante alcuni rischi rispetto ad altri (attenzione al phushing, attenzione alle email, alle truffe online—> stato percezione del rischio) RETE: ruolo fondamentale, che aiuta a formare l’opinione sulla rete stessa. PUBLIC OPINION La comunicazione attraverso i media viene intesa come uno strumento attraverso cui “legare” la società: - Termine “comunicazione” viene inteso nell’accezione di “mettere in comune” - Significati sociali (parole, valori, abitudini) elementi di comportamento e modi Public opinion: caratterizzata dall’essere qualcosa di dominante, qualche cosa che ha una dimensione importante all’interno di un contesto sociale, poiché condivisa da tante persone. L’opinione pubblica si forma anche grazie a gruppi che possono avere una grande influenza comunicativa:  L’opinione pubblica è il giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini. L’opinione pubblica è l’insieme delle idee che un determinato agglomerato umano (città, nazione, gruppo di nazioni) ritiene giusto e vero in un determinato momento.  L’opinione pubblica è un sistema di credenze sulla cosa pubblica  L’opinione pubblica non è mai qualcosa di unitario, ma è l’insieme delle correnti di opinione anche opposte dominanti in una società. PAROLE CHIAVE: (l’opinione pubblica è) 1. Collettiva 2. Credenze (ciò che noi riteniamo giusto, sbagliato..) 3. Determinata (situata in confini temporali, spaziali ecc..) 4. Non unitaria (ospita anche visioni differenti) RAPPORTO IMPORTANTE TRA MEDIA E SOCIETA I primi studi sul rapporto tra media e società focalizzano l’attenzione sulla formazione dell’opinione pubblica. Piattaforme social si fanno espressione dell’opinione pubblica dominante (twitter-Trump, twitter ha bloccato l’account di Donald Trump—> non sono ammessi contenuti che incitano all’odio)  interviene l’opinione pubblica (incitamento all’odio: se incito ad assaltare ...) l’opinione pubblica dominante era che l’aggressività verso le istituzione era una forma di incitazione all’odio non accettabile: Twitter è stato spinto a bloccare il profilo di Trump. (Appoggio a questa scelta dall’opinione pubblica americana) - Ciò che comunico attraverso i media ha la funzione di legare una società  comunicazione=mettere in comune. Quello che veicolano i media contribuiscono a raccontare cosa pensa la maggioranza delle persone e fornisce dei modelli di ispirazione nella formazione dell’opinione collettiva. TUTTO PARTE DA DUE RICERCHE: In che modo i mezzi di comunicazione influenzano le scelte di voto dei cittadini americani dell’Ohio? Essi pubblicano un libro: “The People Choice” con sottotitolo “How the voter makes up his mind in a presidential campaign” e tramite ciò effettuano un’indagine su come i singoli si formano un’opinione, che nel totale formano l’elezione generale In che modo i mass media influenzano le scelte di consumo delle donne della città di Decatur nell’area di mass market, fashion e cinema? Decatur è una piccola località, non si parla di una grande metropoli, quindi i mezzi di comunicazione come influenzano le scelte di acquisto e consumo delle donne di questa cittadina? Secondo il libro pubblicato “Personal Influence” (sembra banale capire che detersivi usavano quelle donne ma in realtà ha permesso di mettere a fuoco contenuti interessanti) Partendo dall’analisi delle scelte di voto: Intervistando i cittadini dell’Ohio, nel processo di formazione della loro scelta politica hanno tenuto conto sicuramente di quello che la radio e la stampa hanno comunicato attraverso il racconto di uomini politici, soprattutto le discussioni politiche quotidiane hanno esercitato una grande influenza nel processo di formazione di un’opinione politica  questa fu una scoperta interessante e innovativa. Si scopre che, rispetto alle scelte di voto, le discussioni politiche all’interno delle reti familiari o di amici stretti erano molto importanti, quindi non sono le discussioni politiche che avvengano tra persone che non hanno nessuna importanza per noi ad avere particolare rilievo, ma quelle tra amici o familiari, perché creavano una grande omogeneità di opinioni  interviste svolte durante la campagna elettorale (quindi radio, stampa ecc), contemporaneamente scoprono che all’interno dei rapporti più stretti si formano discussioni in cui vengono discussi i contenuti delle campagne e grazie a ciò si formano opinioni omogenee. Si comincia a capire che c’è qualcosa che sta in mezzo tra media e singoli che contribuisce alla condivisione e alla generazione di questa omogeneità di opinione. “The People Choice” dice che quelli che cambiarono opinione di voto furono specialmente persone che, all’inizio alla campagna elettorale, volevano votare qualcosa di diverso dalla loro famiglia o amici  scoprono che le persone che cambiano idea sono le persone che all’inizio della campagna non erano in sintonia con la famiglia o amici. È quindi il percorso di convincimento che avviene all’interno di famiglia e\o amici che li porta a cambiare idea, non il contenuto mediale (nonostante poi il contenuto mediale verrà trattato all’interno di queste discussioni familiari) Questa dinamica esplode con l’uso dei social media. Si scopre che all’interno di queste famiglie o gruppo di amici alcuni individui sono più esposti ai media e hanno la capacità di influenzare e condizionare le scelte degli altri  opinion leader I due sociologi scoprono gli opinion leader attraverso questo percorso, dell’influenza della rete familiare nelle scelte di ognuno e dell’emergere di alcuni soggetti all’interno della famiglia rispetto ad altri. Riguardo alle scelte di consumo delle donne del Decatur: Esisteranno dei gruppi sociali analoghi (come la famiglia) che influenzino le scelte non più politiche, ma di consumo? (in particolare delle donne perché allora non lavoravano quindi consumi relativi alla casa). Scoprono che all’interno dei gruppi sociali dove si commentano i contenuti mediali per maturare scelte personali, i leader d’opinione variano al variare dell’argomento, quindi in un gruppo sociale possono esistere più leader d’opinione (c’è chi si intende di cinema e chi di politica e così via).  Il modello elaborato dai 2 sociologi: all’interno delle reti sociali c’è uno o più soggetti più esposti e competenti nell’uso dei media che diventano opinion leader, i quali esercitano funzioni di filtro e modellizzazione, raccontando agli altri le cose secondo una propria chiave interpretativa  L’evoluzione dall’idea di pubblico da “massa indistinta” a “rete di individui interconnessi attraverso la quale la comunicazione di massa viene veicolata”. 4 CARATTERISTICHE DI UN OPINION LEADER PER ESSERE TALE: 1) LITERACY: L’opinion leader è più informato, elevata esposizione ai media caratterizzati dalla passione, coinvolgimento e interesse per determinati argomenti 2) SOCIEVOLEZZA: capacità di trasferire le informazioni che possiede a individui che appartengono allo stesso gruppo sociale  es: capacità di avere tanti follower e tenerseli, avere tante amicizie SOLIDE nella vita 3) LEADERSHIP: riconoscimento da parte degli amici e\o famiglia della sua posizione di leader e delle sue consapevolezze e competenze 4) COMMITTMENT: coinvolgimento ed interesse per alcuni argomenti (non basta l’informazione, serve la passione) Gli opinion leader non sono solo verticali (comunicano attraverso i media), ma anche orizzontali (persone comuni che agiscono all’interno di reti sociali più o meno ampie) cioè: possono far parte di un gruppo sociale, avere le stesse caratteristiche di opinion leader, anche se non parlano attraverso i media e non sono influencer. Opinion leader verticali e “monomorfici” (mono-agiscono su un tema/argomento):  Hanno visibilità attraverso i media, cioè capacità di raggiungere molti soggetti (socievolezza)  Hanno una specifica area di influenza  committment  Sono un punto di riferimento per gruppi sociali/culturali diversi  hanno ricevuto un riconoscimento dal basso Oggi c’è difficoltà a costruire un’unica opinione pubblica nazionale, tendiamo, nella nostra società, a esprimere opinioni pubbliche diverse, frammentate sullo stesso tema, dividendoci per gruppi sociali/culturali a cui ci sentiamo di appartenere  (ambientalisti, animalisti, vegetariani, ecc ...) Queste frammentazioni si scontrano con invece la necessità, in alcuni casi, di stabilire un’unica opinione pubblica (come nel caso del Covid, ci sarebbe stata necessità di un'unica versione e punto di vista) E’ l’uso dei social media a favorire questa frammentazione di opinioni Thorsten Quandt parlò della frammentazione dell’opinione pubblica Gli studi sugli o.l. sono andati avanti dopo i due sociologi, evolvendosi verso altri aspetti per concentrarsi soprattutto sul rapporto tra gli opinion leader e l’emergere di nuove piattaforme di comunicazione. OPINION LEADER E SOCIAL MEDIA Accanto ai media tradizionale si sviluppano le piattaforme social la figura dell’opinione leader torna ad essere importante: discussioni su temi d’interesse. Instagram, Facebook, gruppi di whatsapp—> luoghi di discussione: importante il ruolo dell’opinion leader. RICONOSCERE GLI OPINION LEADER: Nuove caratteristiche: 4 chiavi:  Dimensione dell’influenza: la rete potenzia la capacità di influenzare la rete globale. In rete poi possibilità di sviluppare figure globali  Area della conoscenza: gli opinion leader monomorfi/poliformi  Orizzonte temporale: opinion leader più effimeri, che lo diventano più velocemente ma per un tempo più breve. Durata ruolo da opinion leader. In rete è facile che nascono opinion leader che abbiano una durata più effimera, siano opinion leader per un evento e poi non lo siano piu.  Positivi/distruttivi: influenza non a vantaggio di coloro che gli opinion leader influenzano. La rete facilita l’accesso a una comunicazione mediale, è a disposizione di molte più persone la possibilità di proporsi come opinion leader: però —> distruttivi: cose false, comportamenti non positivi. OPINION LEADER DISTRUTTIVI: comportamenti dei leader di opinione che arrivano a danneggiare coloro che li seguono, li incoraggiano a seguire obiettivi poco corretti, in maniera anche abbastanza coercitiva, es: FAKE NEWS. (Gruppi pro anoressia, comportamenti estremi) CARATTERISTICHE DELL’OPINION LEADER DIGITALE: Si sono sviluppati una serie di studi che hanno messo a fuoco le caratteristiche dell’opinion leader digital: 4 aspetti, devono avere almeno di una di queste caratteristiche: 1) considerato esperto e appassionato di un prodotto o servizio o tema 2) partecipare con alta frequenza in una comunità, essere un membro attivo 3) socievolezza: essere attivo all’interno della comunità: rispondo ai commenti, faccio conversazioni, seguo chi condivide contenuti di cui sono appassionata 4) soggetto che ha gusto, è competente Gli influencer più potenti non sono mai completamente verticali A) Originalità: avere elementi innovativi, se non dice niente di nuovo fatico a riconoscerlo come opinion leader B) Innovazione C) Autenticità: di essere consonanti, non essere troppo distanti dai follower, D) Unicità E) Qualità dei contenuti: cura dei contenuti e della forma F) Comprensibilità Nasce in realtà dentro un filone di riflessione sulle piattaforme digitali che analizza un fenomeno molto studiato degli anni 10, che è della viralità. The tipping point di ….  egli si concentra d’identificare il tipping point, che è quel momento in cui un contenuto passa da un contenuto che circola in rete ad uno virale. A lui interessa capire quali caratteristiche ha questo momento cruciale il punto di svolta è quel momento magico in cui un’idea, un trend o un comportamento sociale supera una soglia e si diffonde come un incendio. All’interno punto di svolta un po' cruciale, c’entrano dei soggetti che intercettano contenuto (opinion leader in grado di far esplodere viralità contenuti) A differenza degli altri studiosi , egli non dice quali sono caratteristiche in generale, ne quali sono meccanismi, ma individua 3 categorie diverse di opinion leader che agiscono interno rete. - Connettori: persone che hanno un’ampia rete di connessioni e loro ruolo di leadership è quello di “far stare insieme le persone”, fanno circolare contenuti identitari, che sono il meme per esempio - Esperti: “procacciatori di informazioni” risolvono i problemi e forniscono risposte  conenuto virale non da connettori ma da espertoi che hanno caratteristiche opinion leader ma interessati ad informazioni che forniscono risposte e risolvono problemi contenuto che è utile - Persuasori: leader carismatici in grado di catalizzare il consenso indipendenetmente dall’essere esperti o rapprenentati di un gruppo o punto di vista.  caratterizzati da caratteristiche personali SPIRALE DEL SILENZIO Opinione pubblica nasce con una ricerca su quanto i media influenzano scelte di voto americani e dopo, diventa individuazione fugure mediazione e opinion leader e mette basi per studio e riflessione che dura tutt’ora. Idea di opininione pubblica che emerge da katz e lazarsfeld è “ opinione pubblica si forma all’intersezione tra ruolo dei media e ruolo degli opinion leader, che agiscono all’interno di reti sociali” aggiunge elemento in più che si forma all’intersezione… Il passaggio d’introduzione secondo il punto di vista è quello che introduce elizabeth noellr neuman, siamo anni 70, non piu Usa ma in Germania ed essa riflette sul processo di formazione opinione pubblica ma oltre ai media e opinione pubblica comincia un terzo aspetto che è importante  manifestazione individuale d’opinione e percezione dei climi di opinione Clima di opinione elemento importante per processo formazione opinione pubbloica Anche essa parte da farsi una domanda che riguarda la formazione dell’opinione politica: perché durante le elezioni in germania del 1972 il risultato elettorale risulta inatteso rispetto alla percezione dei sondaggi e dell’opinione dominante che ne avevano i cittadini e personaggi pubblici?  diverso da sondaggi C’è stato qualcosa che è intervenuto nel modo in cui si manifestata nei sondaggi l’opinione riamane stupita lei, noi abbiamo visto succedere ancora nel tempo, come per esempio con elezione trump, in modo inaspettato per quanto raccontato dai sondaggi, ha vinto trump fenomeno che si ripete Scelte persone contrario apparentemente ciò che i sondaggi rivelano, quindi in realtà a partire dalla domanda e quindi come mai può succedere persone esprimano opinione diversa che poi testimoniano con loro voto a partire da ciò si sviluppa teoria dell’aspirale del silenzio Per capire tutto percorso attraverso cui arriva, partiamo dall’inizio da qual è idea che essa ha dell’opinione pubblica e quali sono concetti da cui parte. Lei è una psicologa sociale, attanzione anche ai meccanismi psicologici che contribuisce al contesto sociale Parte dall’idea che se ci sia opinione pubblica ha utilità, non esiste a caso, ma ha una precisa funzione ed essa dice che ha una funzione integrativa, punti comuni che rendono più facile vivere in una societa coesa, visione positiva opinione pubblica, non visione manipolativa. Ci mettiamo d’accorso sulle delle idee percgè ci aiuta a vivere in una societa piu coesa Infatti definzione che sottolinea è ciò che è risultato di un lavorio sociale progressivo accordarsi delle persone, progressivo concordare delle idee “opinione pubblica è il frutto di un lavorio sociale (arrivare convinzioni sociali comuni) teso all’allineamento” Lavoro mette in gioco tanti soggetti, infatti opinione pubblica si forma all’intersezione di: - Media (ciò che è giusto o no) - Comunicazione interpersonale e rapporti sociali anche i media) contribuiscono formazione opinion pubblica Aggiunge due aspetti nuovi - Manifestazioni individuali di opinione  cosa io dico che penso - Percezione dei climi di opinione nel proprio ambiente sociale  cosa noi percepiamo maggior parte degli altri pensano Idea che si fa opinione pubblica è che si formi anche come effetto di quello che noi percepiamo che gli altri pensano “ si forma nell’interazione e nel monitoraggio compiuto sull’ambiente sociale circostante e i comportamenti dell’individuo stesso”  nel processo formazione opinione è importante ciò che noi immaginiamo gli altri pensino In tutto ciò, che è un aspetto importante, Elizabeth fonda il ragionamento su una base più solida, e recupera uno studio precedente e che le serve a fondare questa intuizione su qualcosa solido e concreto. Lo studio che essa recupera è un libro scritto da David Riesman, americano, che si chiama “The lonely crowd”  studio dell’evoluzione delle caratteristiche degli americani (studia e lavora ad harvard) Perché le serve questo studio per sviluppare teoria? Perché egli in the “Lonely crowd” ha fatto uno studio su come i diversi tipi società individuino e sviluppino le modalità di comportamento coerente. C’entra rispetto all’opinione pubblica come forma di organizzazione della società. Egli cercava di capire come le diverse tipologie di società siano caratterizzate da un modo diverso in cui viene organizzata la coerenza dei comportamenti delle persone  ogni società ha bisogno di strumenti attraverso cui si organizza conformità dei comportamenti delle persone. Egli propone una analisi critica del rapporto tra individuo e società ed ogni società è caratterizzata da: -Un tipo di individuo -Un modo in cui la società si garantisce la conformità dei comportamenti degli individui Serve ad Elizabeth perché pensa che l’opinione pubblica sia uno strumento attraverso cui noi tutti insieme collaboriamo per sviluppare idee comuni Anche Riesman parte dall’idea che la società si basi su un meccanismo di integrazione e ha degli strumenti di “socializzazione” attraverso cui i comportamenti coerenti vengono condivisi.  strumenti socializzazione sono tanti in una società vanno dai media alla famiglia, alla scuola, alle organizzazioni sociali luoghi e strumenti in cui impariamo a come comportarci Riesman dice anche che non in tutte le società questa socializzazione avviene stesso modo, dipende da in che società siamo: Divide le fasi dell’evoluzione del contesto sociale 3 momenti: premoderna, moderna e post moderna (Elizabeth riprende ciò che dice delle società post moderne, perché ci si riconosce)  Pre-moderna: definisce così tutte quelle società che si basano su un’organizzazione sociale fatta da piccoli gruppi. Gli individui agiscono diretti dalla tradizione tramandata oralmente, sono legati a ruoli immutabili e dipendono dalla fedeltà tra amici e parenti  Moderne: forti nuclei di gruppi o famiglie che vivono insieme e si spezzano e le persone si spostano in grandi città senza legami familiari o di luogo e quindi ci si ritrova la necessità di trovare altri modi per sviluppare socializzazione. Individui che cambiano status sociale e devono ritrovare una strategia per definire coerenza di comportamenti, in questo caso si sviluppa un contributo individuale attraverso mezzi comunicazione, contatti con istituzioni che possono essere veicolo di una idea di quali sono comportamenti condivisi e ciascuno si allinea “gli individui agiscono diretti da un personale e individuale sistema di valori (in rapporto con media che fanno da allineatori) (mediati dalla stampa)possono mutare proprio status sociale”  Post-moderne: la mobilità e movimenti delle persone è più differenziato e vario, cambiamento costante e i media non bastano più perché cambiano anche i media di riferimento (cambiando paesi ecc). Non sono più sufficienti ma tornano ad essere importanti reti sociali a cui essi appartengono Nelle società gli individui agiscono diretti da e tenendo conto:  pressioni sociali esterne  norme di gruppi primari (di cio che hanno imparato scuola e famiglia)  bisogno di essere conformi ai valori delle reti sociali cui appartengono Problema di Elizabeth era quello di capire che peso hanno le cose che dico pubblicamente e il clima di opinione che io percepisco nella formazione opinione pubblica  Un po il suo punto partenza e ciò che dice David Riesman aiuta a risolverlo, dice tutto ciò è importante perché in una società post moderna importante tengo sotto controllo l’opinione della maggioranza perché ho bisogno di essere inserito e allineato in una rete sociale. Quindi quello che lei intuisce è la caratteristica delle società post moderne allora Elizabeth riprende in mano quello che dice egli e dice che si può dire che nelle società post moderne le persone percepiscono l’isolamento come un grave rischio perché essere al di fuori della rete sociale che ci circonda è un problema, è ciò che ci può sostenere e dare punti riferimento. Cosa fanno di vistoso? Per avere visibilità mediale  prendono una barca, si mettono sopra loro e alcuni giornalisti e vanno in Alaska, mettendo a rischio anche loro vite (intento era quello di fermarsi in una zona che sarebbe stata colpita dalle radiazioni in caso avessero continuato con gli esperimenti) (se esplode bomba muoiono per le radiazioni) e mette davanti ad una scelta quelli che sono li, vado avanti ed uccido queste persone e finisco sui media come un killer o mi fermo? Ottennero grande visibilità mediatica e ha visto che esisteva quel punto di vista risparmiare l’ambiente dell’Alaska dalle contaminazione nucleare. Nell’arco di qualche anno il loro obiettivo non era solo legato al nucleare, infatti dalla meta anni 70 loro obiettivo era quello di opporsi alla caccia delle balene, obiettivo sempre quello di tutelare ambiente rispetto ad una distruzione di obiettivi commerciali. Modello sempre lo stesso scelgono imbarcazioni piccole per opporsi alle baleniere (vogliono rappresentare opinione minoritaria di ambiente che vada preservato, e passano per eroi  rischiano loro vita) Infatti ottengono visibilità mediatica, sempre stessa logica sul gesto eroico degli attivisti. I tempi cambiano e il punto d’attenzione alle balene va avanti per una 30ina anni ma poi piano piano evolve e diventa complessivamente la tutela dell’ambiente nel suo complesso e verso meta anni 2000 green peace non è più solo un movimento minoritario ma ha ancora bisogno di farsi sentire ed essere al centro dei media ed inventa altra storia con stesse caratteristiche. Esporre banner su monumenti notorietà mondiale  cambiato modello narrativo, persa la dimensione dello scontro visibilmente rappresentato tra piccoli e giganti, conta quanto più si è vistosi. Resta gesto eroico più del rischio la vita per appendere banner e non che vado a combattere. Piano piano prevale il modo con cui raccontano loro punto di vista rispetto al cosa, anche perché tema più ampio Performance spostata da grandi monumenti a grandi eventi quindi ed entrare direttamente nei media prima i media dovevano andare li dove ci sono i monumenti (ovviamente chiamati dal gruppo) in questo caso entrano già all’interno e riprendono evento (come stadio) (milano fashion week). Strategia evolve ancora 2014 diemensione performativa si avvicina a performance nello spazio reale come flash mob, cambia stile e caratterizzato attività performative sul territorio (come quel sul petrolio e quello a tutela dei mari) 2014 Gesto eroico si è perso ed è diventato gesto performativo Fine anni 2000 o 10  questa attività diventa di più con sviluppo dei media digitali possibilità mobilitare i sostenitori di green peace in attività collettive possibilità creare engagement che posiziona movimento nell’opinione pubblica e che si fa?  PLASTIC RADAR sostengono la tutela dell’ambiente rispetto ad un tema centrale nell’opinione pubblica e non più marginale e quindi attraverso Whatsapp si attiva chiedendo alle persone di fotografare residui di plastiche sulle spiagge che possono essere identificati e raccolti (mandiamo qualcuno a raccogliere o semplicemente segnaliamo dove si stanno accumulando) modo per entrare nei media Altre che passano anche dal sito di green peace, come petizioni e donazioni, scaricare dei kit ecc.. ma anche produzione di video che in parte diventano virali all’interno rete e in parte vengono costruiti citando modelli narrativi noti (#winterisnotcoming, sensibilizzazione sul riscaldamento globale) (video un po ironico si propone entrare nei flussi condivisione della mobilitazione online quindi entrando nei meccanismi comunicazione in rete) Green peace ci fa capire cos’è gruppo rumoroso e minoritario e come si evolvono  si cerca andare dove ci sono i media , a parte capacita evolversi c’è capacita restare dentro cono attenzione dei media SPIRALE DEL SILENZIO E SOCIAL MEDIA (parte sviluppo) Cosa succede in un sistema di media così cambiato nel tempo e cosa succede a queste teorie? Davvero resta questa idea che ci sia opinione dominante e che ci adeguiamo a questa opinione? Risposta è che alcune cose sono cambiate e che quando si ha a che fare con temi su cui opinioni si poliralizzano su una posizione o un’altra, effetto a spirale si ripropone. Il caso su cui Pew Research Center ha lavorato è il caso Snowden nel 2014, caso americano, che parte da una serie dichiarazioni che Edward Snowden fa a “The Guardian” in cui rivela su cosa lui ha visto succedere all’interno della nasa, in termini di controllo informatico su telefeno e d’email su vari cittadini americani. Mettono in subbuglio no solo opinione pubblica ma anche la politica americana perché emerge che esistono forme di sorveglianza, quindi rivelazione fatte a proposito Usa diventano elemento fortemente divisivo opinione pubblica. Il Pew Research Center realizza una survey (sondaggio) in cui indaga alcuni aspetti: - Qual è opinione delle persone intervistate sulle rivelazioni di Snowden - La loro propensione a parlarne in diversi contesti: di persona, online - La percezione dell’opinione di coloro che li circondano offline e online Ciò che emerge è che le piattaforme social non sono un posto dove ci si sente liberi ad esprimere opinione americani risultano meno propensi a discutere il caso Snowden sui social media che di persona, poiché di persona riescono meglio monitorale opinione dominante I social media non vengono percepiti come una piattaforma alternativa o più sicura di discussione da parte di chi non è disponibile a parlarne di persona RISULTATI DELLA PEW RESEARCH CENTER:  Entrambi i contesti (online o offline) l’elemento dominante per sentirsi più disponibili a condividere le proprie opinioni continua ad essere il sentirsi in sintonia con la propria audience (come teoria della spirale del silenzio). un altro risultato importante è: un tipico utente facebook è meno propenso ad intervenire su un tema di questo tipo online che in uno spazio reale. Piattaforme social riproducono teorie della spirale del silenzio. Non solo questa ricerca che mette a fuoco cosa succede interno social media riguardo alla spirale del silenzio, ci sono altri saggi, come “The Spiral of Silence Revisited” Esistono altri modi monitorare opinione tipici dei social media, uno di questi: - Click speech non solo i contenuti postati si usano per monitorare ma anche i like, commenti e condivisioni che sono strumenti di interpretazione del pensiero della maggioranza C’è altro saggio che dice proprio che sono i commenti il punto principale mezzo per interpretare pensiero della maggioranza. (commenti piccola parte persone non corrisponde alla maggioranza, c’è rappresenta quelli più attivi ed importante che emergano like ecc..per interpretare maggioranza) Questo saggio ci dice che “chi teme maggiormente isolamento monitora costantemente questi indizi per individuare l’opinione dominante” Anche online si ripropongono stesse forme di isolamento che Elizabeth raccontava, forme isolamento che all’interno dei social si verificano con attacco personale e alle volte diventano isolamento offline legate alla sovrapposizione delle reti sociali online e offlline quindi poi nella vita fuori Sempre questo saggio elementi che favoriscono sviluppo aspirale del silenzio: - Quanto temi divisi, timore si inneschi isolamento e effetto spirale è significativo - I soggetti verso cui si esprime il dissenso, si crea un effetto a spirale quando i soggetti coinvolti sono vicini a chi parla cioè se i commenti che mi fanno percepire esistenza opinione diversa alla mia comprendono persone a me vicine o che io ho tanti scambi sui social, tanto più si innesca spirale silenzio paura ricaduta sulle relazioni - Fenomeno legato alla necessita di conservare propria affidabilità sociale e non incrinare la propria rete di relazioni Possiamo dire sulla base di ciò che abbiamo detto, anche nei social media questo effetto esiste Casi di spirale del silenzio in Italia e sui social media tema vaccino è un tema divisivo, come green pass , difficile sapere con certezza opinione , o immigrazione, espressione orientamento politico Recensioni come su un film, non dico mia recensione perché maggior parte sono negative ad esempio TEORIA DELLA COLTIVAZIONE (nel senso che coltiva questa visione del mondo nel tempo, a lungo termine, attraverso la narrazione) Un’altra teoria che ha le stesse caratteristiche delle precedenti è la teoria della coltivazione, che nasce e si sviluppa negli anni 70, nonostante ciò è molto attuale. Il punto di riferimento di questa teoria è Georg Gerbner che pone l’attenzione sull’opinione pubblica (che però è un po’ più ampio e si parla di storytelling) e sul rapporto tra media e sviluppo culturale di un paese.  La teoria della coltivazione parla di storytelling grazie al fatto che tramite i media passano dei racconti (ad oggi pensiamo alle serie tv come “ The crown ” che parla del panorama culturale anglosassone, piuttosto che a talent show come per esempio “Amici” che anche se non ha funzione principale narrativa viene messo in atto comunque uno storytelling in cui si raccontano i valori importanti della vita; allora ci si riferiva principalmente alla tv) Georg Gerbner dice: “Le storie, proposte e ripetute dai media, si riflettono sul nostro modo di vedere e interpretare il mondo e producono una visione che diventa sempre più omogenea e mainstream”  la narrazione porta con sé non solo il racconto di una storia ma anche valori e rappresentazioni della realtà con implicito un giudizio negativo o positivo, veicolano un “modo” di fare le cose e vedere la vita. A questo proposito, ai media viene riconosciuta quella che viene chiamata funzione bardica: sono la forma contemporanea e moderna del personaggio sociale del bardo  “Bil bardo tradizionale trasformava la vita quotidiana e le sue preoccupazioni in versi, i media trasformano le nostre percezioni della vita quotidiana in un sistema di linguaggio” ovvero ci propongono mondi, comportamenti e storie che narrano presente e passato, Fiske & Hartely, 1978” Questi ultimi due studiosi sono coloro che svilupperanno ulteriormente la teoria della coltivazione dopo Gerbner, specificando meglio le funzioni dei media all’interno del contesto sociale: Quindi, anche se il mezzo televisivo continua ad essere centrale nel consumo, viene a mancare il sistema comune di messaggi (storytelling) che genera l’effetto di coltivazione e quindi è molto più difficile avere una visione mainstream, in quanto la comunicazione di massa si è demassificata e rende difficile appunto la visione di uno storytelling di massa, che diventa invece targettizzato  più storytelling che coltivano più visioni del mondo  Quindi, “visto che ci sono numerose visioni del mondo disseminate all’interno dei nuovi media, la teoria della coltivazione può slittare verso una visione nella quale gli individui sono coltivati da specifiche visioni del mondo selezionate in base alle loro scelte” (Chaffee e Metzger 2001)  più partecipazione tra ciò che noi scegliamo di consumare e il tipo di visione del mondo che contribuiamo a coltivare “Questa personalizzazione della coltivazione può anche aumentare gli effetti” (Jamieson, Romer 2017)  nonostante la personalizzazione, o forse proprio grazie ad essa, gli effetti della teoria aumentano, perché posso “costruirmi” un consumo mirato su ciò che mi interessa Quindi, diventa importante per capire come funziona la coltivazione oggi, approfondire il concetto di selettività. Ragionando sull’esposizione selettiva nei media digitali:  Overload informativo  sovrabbondanza di contenuti e necessariamente dobbiamo operare dei processi di selezione, sia a livello di piattaforme (privilegiamo le nostre piattaforme preferite) sia a livello di contenuti (information stratamentation) Tra le motivazioni che ci portano ad operare questa selezione, però, non c’è solo il bisogno di gestire l’overload informativo, ma c’è anche il bisogno di crearci una situazione di consumo confortevole, evitando alcune situazioni che possono metterci in difficoltà come le forme di dissonanza cognitiva  evitare contenuti incoerenti e incompatibili con le nostre attitudini, cercando invece una consonanza cognitiva con contenuti coerenti ai nostri interessi e valori. Inoltre, si cercano anche contenuti coerenti con le attitudini del proprio network, in quanto il parere della rete di persone che ci circondano è molto importante. Oltre a ridurre la dissonanza cognitiva, il processo di selezione rispetto ai contenuti è finalizzato a: o Cercare sostegno informativo e rendere più articolata la propria idea  io ho già una mia visione del mondo e consumando contenuti in sintonia con la mia visione trovo più argomentazioni per approfondire e rappresentarmi meglio. o Ridurre il costo di elaborazione delle informazioni  comprendiamo le informazioni più facilmente, se le informazioni sono in una direzione sintonica con la nostra visione del mondo, ci viene più semplice seguirne il percorso ed elaborarne le informazioni aggiuntive o Attribuire un giudizio di qualità ai media  riteniamo più qualitativi determinati media perché si avvicinano alla nostra visione del mondo, che magari riteniamo la più giusta/oggettiva o Cercare una consonanza con l’audience “media audience homopily” attraverso la selezione ed esposizione di contenuti identitari  mostriamo agli altri ciò in cui crediamo per avere la sensazione di far parte di una audience dei media in sintonia con noi Attraverso tutti questi elementi la selettività ci permette di costruire attorno a noi un ambiente di consumo confortevole, sintonico, comprensibile che ci aiuta poi a raccontarci, ad appartenere ad un gruppo di persone. Questa selettività però ha anche degli effetti a livello di contenuto, ad esempio porta a :  Evitare il discorso pubblico, politico, news o viceversa focalizzarsi solo su quello. Non ci si espone su tutto, non si ascolta tutto, ma solo ciò che noi riteniamo importante per noi  effetto di chiusura sull’informazione  Focalizzare il consumo mediale su specifici argomenti. Se guardo solo violenza, vedrò e immaginerò solo violenza, togliendomi l’opportunità di incontrare anche altri contenuti  Privilegiare alcuni media rispetto ad altri perché ritenuti più affidabili o perché vicini alle proprie posizioni culturali e politiche. Quindi, selettività = ripetitività, routine, cerchia stretta, comfort zone. ECO CHAMBERS Selezione di fonti e contenuti in sintonia con il proprio punto di vista che le persone tendono a privilegiare all’interno dei loro consumi di rete e piattaforme social. - La rete produce (anche attraverso i social media) una diffusione indistinta di informazioni (overload informativo) da molte tipologie di fonti diverse (testata giornalistica, blogger, influencer, persona comune, gruppi) e spesso “disintermediate” , ovvero non pubblicate direttamente dalla fonte ufficiale. - In questo contesto la distinzione tra notizie vere e fake news è più difficile e l’opinione pubblica si struttura a fatica, in modo molto più faticoso, perché ovviamente ognuno dice la sua ed è difficile dividere e riconoscere i contenuti. - Gli individui si confinano in eco chambers in cui trovano conferma e continua ripetizione del medesimo punto di vista (sintonico con il proprio)  fonti che si scelgono proprio perché ci sono vicine e ci permettono di costruirci attorno un mondo cognitivamente sintonico con noi, ci aiuta anche a non perderci in questo mare di informazioni e quindi in rete gli individui si confinano in questi eco chambers, camere dell’eco, dove si ripete sempre lo stesso punto di vista. Quindi, chiudersi in un eco chambers significa chiudersi nell’ascolto di coloro che hanno una posizione. Es “sono tutti in giro nessuno segue le regole del lockdown” / “stiamo rispettando bene le disposizioni”  noi non abbiamo la possibilità di sapere chi è in giro e chi no, e attenendoci ai post di persone che noi riteniamo affidabili ci creiamo un’opinione Per l’appunto, la costruzione di queste eco chambers generano dei rischi , come: 1) la Polarizzazione: quanto io più sono immerso in un ambiente informativo che privilegia contenuti in sintonia con me, tanto più percepisco chi non la pensa come me come un nemico/diverso/di meno/stupido  si incontrano le cybercascades , ovvero la generazione di campagne d’odio 2) Autosegregazione: Questi gruppi comunicano solo al loro interno rendendo difficile il dialogo e la ricerca di soluzioni comuni 3) Influenza sul dibattito pubblico: La capacità di espressioni aggressive e violente di chi è chiuso nelle Echo chambers porta i politici a costruire relazioni specifiche con questi gruppi, se non ad assumerne le forme comunicative 4) Contrapposizione tra individui che alla fine arriva a influenzare anche le dinamiche sociali (anche le assunzioni lavorative tendono ad essere influenzate in base al pensiero che una persona esprime sui social) 5) Diffusione e credibilità delle fake news: Queste Echo chambers producono cascate informative che portano a propagare online contenuti che sostengono una specifica posizione (capisco che una news è fake se sono in grado di fare un confronto con altre)  elimino dagli amici chi ha idee diverse dalle mie perché non mi va di litigare es: forte sostenitore dell’emergenza covid, si è costruito attorno una serie di fonti che si impegnano nel combatterlo, testate giornaliste che interrogano i migliori virologhi ecc.. a un certo punto entra una fake news che da informazioni sbagliate ma ha numeri molto alti (dice che sono morte 100 persone in più di ciò che è la verità), è possibile che questa fake news venga ignorata o addirittura venga considerata come valida perché conferma la sua visione. Le Echo cambers, poi, sono potenziate da quelle che vengono chiamate Filter Bubble cioè la propensione degli algoritmi a mostrarci contenuti sempre simili a quelli che abbiamo già cercato. Questa Filter Bubble è stata definita un fenomeno tipico della rete a partire da una ricerca americana su 10 milioni di utenti dei social network , di diverso orientamento politico (conservatori, liberali, neutri) che esprimono la loro posizione attraverso like a determinate pagine, post ecc … Chiedendosi “quali sono gli elementi che condizionano il tipo di notizie che questi utenti vedono?”: - La tipologia di “amici”: La loro rete sociale; ovvero chi seguono - I tipi di news condivisi da loro: “corriere della sera/libero/il sole 24 h”, in base a cosa seguo arrivano certe news - Le modalità di interazione con il newsfeed (quello che compare sulla nostra bacheca) in base a: la frequenza di connessione (se mi connetto più volte al giorno avrò un’offerta più diversificata) , l’interazione con specifici amici (se parlo di più con un amico vedrò più i suoi post ecc) , i click sui link, i like alle pagine . E “cosa differenzia la loro esposizione alle social news?”  L’algoritmo  La rete sociale connessa  Pratiche quotidiane di uso dei social media Quando parliamo di filter bubble, parliamo di “meccanismi online di polarizzazione dell’informazione prodotti dalle logiche degli algoritmi nei social media e dai motori di ricerca come Google”, il quale fondamento sono gli algoritmi che ci propongono contenuti che “ci piacciono” sulla base di quello che abbiamo già scelto, sono fortemente ripetitivi. Un autore ha scritto un libro interamente dedicato alla Filter Bubble , si chiama Eli Parisier e ha scelto come sottotitolo per questo libro “What the internet is hiding from you” (ciò che internet ti nasconde, in quanto vediamo solo ciò che ci piace) . Gli esiti che descrive questo scrittore sono: 1. Si crea un contesto iper-personalizzato, cioè il soggetto che orienta i processi di selezione delle informazioni siamo noi, quindi non c’è nessuna redazione o sistemi produttivi a scegliere per noi 2. La selettività è invisibile perché è operata dall’algoritmo e perché gli utenti ne sono spesso inconsapevoli (se nelle echo chambers io posso avere un briciolo di consapevolezza del fatto che sto privilegiando contenuti rispetto ad altri, mentre la parte che è in carico all’algoritmo è quasi invisibile per noi, non abbiamo consapevolezza (se non scarsissima) dei criteri attraverso i quali gli algoritmi operano per mostrarci determinati contenuti 3. Gli utenti sono passivi perché le logiche di filtraggio non sono note, perché subiamo questi algoritmi  Il consumo si personalizza: walkman, videoregistratore, videocamera…device personali e portatili tattili e connettivi (si personalizzano anche i tempi e i contenuti dei devices) Tutti questi fenomeni (mediali e sociali) porteranno verso lo sviluppo della network society. Manuel Castells scrive“The information Age: The Rise of the Network Society” tra il 1996 e il 1998 (sono 3 volumi) in questo libro descrive il fatto che in quegli anni si stia assistendo a 3 fenomeni sociali: - Si afferma un nuovo paradigma tecnologico che ha al suo centro le tecnologie dell’informazione - I modelli economici prevalenti (capitalisti o statalisti) entrano in crisi - Si affermano alcuni movimenti culturali che sono portatori di valori sociali (ambientalismo, difesa dei diritti umani..) (Quindi assistiamo sia a una rivoluzione del sistema dei media e sia a una rivoluzione sociale in quegli anni)  Secondo Manuel Castells, questi tre elementi favoriscono lo sviluppo della Network Society  società di rete Nel terzo libro della trilogia (1998) “The End of Millenium” lui definisce la network society così: “una nuova struttura sociale dominante, la società in rete; una nuova economia, l’economia informazionale/globale; e una nuova cultura, la cultura della virtualità reale (cioè una cultura che fa i conti con il mondo virtuale: siti web, prodotti culturali della rete..)” Volendo approfondire le caratteristiche della network society: 1. L’informazione è centrale nella nuova società (flussi di informazione che circolano all’interno della rete) 2. Techno-socialità: le tecnologie agiscono in profondità sulle dinamiche individuali e collettive (le tecnologie hanno creato nuovi modi di relazionarsi, hanno creato nuove community di interesse, di tipo solidaristico..) 3. Network logic: ogni sistema o insieme di relazioni che poggia sulle tecnologie è dominato dalla logica della rete 4. Cambiamento: la società evolve in modo costante 5. Convergenza: le tecnologie convergono in un unico sistema integrato Gli effetti della network society sui pubblici e la società sono:  Effetti sui pubblici e sulla società  Differenziazione sociale e culturale diffusa: la personalizzazione dell’offerta e del consumo (sia nelle forme di marketing, sia in quella della scelta di contenuti molto personalizzati) creano una frammentazione culturale (quello che noi scegliamo di vedere nei media sono i nostri riferimenti culturali, sono i modelli a cui facciamo riferimento quando dobbiamo raccontare o spiegare qualcosa, quindi non sono soltanto scelte di gusto o appartenenza culturale ma anche i nostri riferimenti dei nostri discorsi, della nostra identità, del nostro saperci relazionare); inoltre, la differenza di competenze nell’accesso ai media digitali crea una stratificazione sociale degni utenti  questo divario di competenze genera ulteriormente una frammentazione sociale tra quelli che, per esempio, hanno e non hanno le tecnologie, e tra chi ha o meno le competenze per usare questi devices) L’effetto della network society invece sui pubblici e sulla cultura è:  L’esistenza di un unico ambiente mediale convergente (la rete) che favorisce l’integrazione dei messaggi in un unico schema comune in cui i codici si mescolano (i meme, un sito di satira politica, un sito giornalistico...) e si creano quindi delle forme pervasive come la “gamification”  questa dimensione del game finisce per diventare dominante all’interno della comunicazione di rete, per esempio in “duolinguo” si mescolano apprendimento e gioco, è quindi il “confezionamento del gioco che nasconde altre attività” e la “misinformation” Per Connective Society, dalla fine degli anni 90, si intende l’innovazione tecnologica che porta alla pervasività della condizione di connessione online o della propensione all’essere online networked (quindi non è solo questione di navigare in rete, cercare info, ma che la condizione stessa di essere connessi sta diventando pervasiva della vita quotidiana delle persone). Fine anni 90 nascono prime piattaforme social questo mondo si inizia a strutturare, comincia emergere che la dimensione connettiva, possibilità di mettersi in contatto con altre persone. Questione non è più se viviamo in una network society ma in una società in cui siamo perennemente connessi, non più solo modello di rete ma serie di comportamenti. Inoltre, le condizioni di esistenza online e offline, si comincia a sperimentare questa condizione di attraversare i confini tra dimensione online ed offline, sono senza soluzione di continuità (ovvero non c’erano drastiche differenze tra esperienza online e offline, sono in continuità l’una con l’altra, non ci sono momenti di frattura. Anche nelle relazioni sociali il passaggio dall’online all’offline è fluido, prima ci parlo su insta, poi la incontro, poi torno a parlarci su insta) Idea connective society di societa i cui la connessione di essere online nella rete è di essere connessi. Si cominciano ad osservare effetti anche della Connective Society come  Il networked individualism: (individualismo connesso) “Gli individui networked sono caratterizzati da forme di appartenenza parziale a molteplici network e fanno meno affidamento su forme di appartenenza permanente a gruppi stabili” (Rainie e Wellman 2012, serie di ricerche che prova ciò)  Riguarda le appartenenze. Questo continuo essere connessi fa sì che le dinamiche di appartenenza siano molteplici e leggere, cioè le persone che vivono connesse appartengono a molteplici reti sociali (i colleghi da una parte, gli amici da un'altra, seguo un gruppo su facebook, uno su insta) il tutto in modo leggero, non forte e drastico.  Si osserva quindi una prima forma di evoluzione di socialità, che inizia ad essere molto ricca di connessioni e contatti, molto fluida nel passare dall’online all’offline, caratterizzata da una grande ricchezza e leggerezza d’appartenenza. La vita si complessifica dal punto di visita delle reti, alcune molto forti, altri in cui appartenenza leggera. Modo nuovo di gestire le relazioni sociali. Tutte queste reti finiscono ad essere reti io-centrate  l’unico punto congiunzione di queste reti sono io, io mi trovo al centro di una serie di reti sociali più o meno forti. Da questo deriva una seconda conseguenza  Social network revolution: Gli individui gestiscono legami in modi più complessi e si accresce l’importanza delle reti di legami deboli che vengono attivate da interessi e passioni comuni. 3 tipi di reti sociali a cui noi apparteniamo. 1. La rete sociale dei legami forti (famiglia, migliori amici) 2. La rete sociale dei legami deboli (tutti i legami che sono importanti ma non fondamentali, quindi tutto il resto delle nostre amicizie, magari più instabili, continuano ad esserci) 3. La rete sociale dei legami latenti (persone che abbiamo incontrato ma con cui poi non abbiamo approfondito) Come conseguenza del fatto che si ha oppurtiunita essere connessi? Con connective society? Si modifica la gerarchia. Senza social noi usavamo enrgia per i legami forti. Connective society aumenta energy e tempo per alimentare le reti sociali deboli e latenti  Prima dello sviluppo dei social, la vita si svolgeva off-line e c’era questa gerarchia dei 3 legami, e quella che viene definita “rivoluzione dei social network” concerne la modifica di questa gerarchia di legami in quanto i social ci permettono di coltivare molto le reti di legami deboli che sono alimentate soprattutto dalla pubblicazione non privata di contenuti social, cioè a cui non scriviamo personalmente ma che magari ci commentano le stories, quindi i legami deboli diventano più forti. Inoltre, le piattaforme social permettono di recuperare i legami latenti. Le reti di legami forti lo sono ancora ma non hanno più quella dimensione centrale e determinante.  Connective society ci porta al centro di reti io-centrate, complesse e costituite per buona parte da reti sociali deboli e latenti a cui dedichiamo impegno, risorse e tempo. Modo con cui si alimentano piattaforme  Internet revolution : le relazioni sono alimentate da nuovi tipi di contenuti prodotti e condivisi dagli utenti che hanno assunto maggiore potere comunicativo.  Cambia la posizione degli utenti nella comunicazione. Con connective society ha introdotto serie di strumenti nuovi, sono di due tipi: contenuti culturali prodotti dagli utenti, prodotti a cui noi occupiamo parte del tempo, come stories e post, e prodotti culturali scambiati dagli utenti, prendiamo i “meme” o il post di altri che ci piace e troviamo modo di condividerli. Noi, nel gestire tutte queste relazioni sociali (forti, deboli, latenti) utilizziamo uno strumento nuovo, ovvero la produzione di piccoli prodotti culturali. Infatti noi sui social con i nostri amici non ci scambiamo solo messaggi verbali (cosa che invece accade quando ci si incontra di persona) , ma utilizziamo anche immagini, video e suoni come strumento di comunicazione, come per esempio la storia Instagram, che è un vero e proprio esempio di “piccolo prodotto culturale”. Elemento nuovo pre-social non esisteva questo impiego di produzione culturale. Nella connective society le persone alimentano le loro relazioni sociali impegnandosi quotidianamente in un lavoro di produzione culturale. Ciò significa, che all’interno di queste piattaforme abbiamo uno statuto comunicativo diverso rispetto a ciò che la vita era prima dei social; noi agiamo comunicativamente come realizzatori di piccoli prodotti culturali, un ruolo che non avevamo mai avuto prima perché o si era professionisti che realizzano prodotti mediali di grande qualità oppure si era persone comuni che non si occupano di questo campo. Effetto che si è dato a questa produzione di scambio di contenuti ha preso il nome Effetto che si è dato a questa produzione di scambio di contenuti ha preso il nome di Mass self- communication (comunicazione individuale di massa) tipo do comunicazione che caratterizza la connective society, gli autori siamo noi. Funzionano da online gatekeeper gestendo, filtrando, incanalando e archiviando il flusso di dati che circola in rete  google filtra i contenuti che troviamo all’interno del motore di ricerca e così per le altre  Le piattaforme di settore: sono incorporate nell’ecosistema complessivo all’interno di specifici settori (news e giornalismo, spostamento e alloggio, medicina, istruzione... )  es: airbnb le sue mappe dipendono da google maps, cioè una delle big five Dipendono dalle Big Five, soprattutto per quel che riguarda l’ approvvigionamento di servizi e informazioni. Non sono mai completamente autonome. (ovvero ciascuna di queste piattaforme di settore non è in grado di raccogliere un numero sufficiente di dati e informazioni sui clienti per competere con le piattaforme infrastruttura, quindi dipendono da loro: per sapere chi sono i clienti a cui rivolgersi che potrebbero essere interessati alle offerte AIRBNB, AIRBNB deve andare a comprarsi i dati dalle Big Five). Queste piattaforme vengono sviluppate e spesso integrate influenzando l’organizzazione di specifici settori (per esempio ARIBNB ha introdotto una modalità di gestione del soggiorno turistico che è completamente diversa da quella tipica degli hotel, con una serie di questioni che si sono aperte e di riorganizzazione del settore, non solo perché ha tolto la mediazione dell’hotel ma anche perché si sono dovute riconfigurate leregolamentazioni relative alla sicurezza degli ambienti e alla pulizia in cui vengono ospitate le persone) BIG FIVE La colonna portante delle big five è Google, che fornisce risorse chiavi e fondamentali per tutto ecosistema principale gatekeeper nostre ricerche, infatti motore di ricerca “Google Search”, anche in termini di Browser “Google Chrome” che ha competitor come Safari, Firefox.. Ha uno dei due piu importanti store di app, cioè google play. Google offre un sistema operativo, Android. Fornisce due servizi di pagamento, cioè tracciamento nostri acquisti, Android pay e Google wallet. Google possiede uno dei software piu importanti per la programmazione pubblicitaria cioè AdSense. Spazio videosharing cioè Youtube. Sistema di geospaziale ovvero Google Heart. Sistema di videoconferenze Google Meet e sistema di Cloud Google Drive. Accanto a google c’è facebook facebook è azienda che possiede messanger, whatsapp e instagram, media comunicazione interpersonale della maggioranza delle persone nel mondo. Piattaforma che supporta 80% dei servizi di social network al mondo 60% della pubblicita, insieme a google. 2 estensioni che facebook utilizza per raccolta dati servizi di identificazione online (accedi con facebook)(dato in piu su di me su uso quella piattaforma per entrare su un sito) (facebook è stato il primo) e controllo sul traffico dati mobile degli individui (App). Altra piattaforma in ascesa è amazon, perché sta puntando a diventare piattaforma non solo di intermediazione commerciale ma anche di intermediazione per distribuzione conteniti e sviluppare sistema di pagamento. È la piattaforma più in ascesa. Rete digitale di vendita, distributore di vendita ed è soprattutto uno dei leader di mercato nel campo dei server per il cloud. Per esempio nmetflix poggia sul cloud di amazon, ha poi mosso amazon ad offrire suo rango di contenuti. Apple è leader della produzione di hardware (per iniseme di computer, telefoni ecc) , gestore del secondo App store per grandezza e servizi di cloud e streaming (apple tv). Tracciamento acquisti (apple play) ed anche accedi con Apple capacita raccogliere autonomamente i dati e metterli a disposizione degli utenti. Microsoft ha una posizione monopolio rispetto produzione di hardware, non l’unica area perché software, gaming (piattaforme di gioco) Cloud (Microsoft Azure) microsoft ha comprato linkeding e cede servizi di Cloud. Forniscono infrastrutture anche alle piattaforme più innovative:  Spotify si appoggia a Google Cloud  Netflix ad Amazon web  Piattaforme di settore Dove non arrivano le big five, arrivano quelle di settore Connettori tra utenti e fornitori, cioè micro imprenditori che non hanno vera e propria attività come Uber, rispetto a cui piattaforme di settore fanno da connessione e senza ònon si raggiungerebbero utenti Google ne possiede il 20%, come finanziatore. Oppure fanno da connettori tra imprese complementari tradizionali (esempio ristorante) e piattaforma di settore che è app, tipo deliveroo. Anche booking è una piattaforma che poggia su servizi forniti big five e crea connessione tra imprese complementari tradizionali e propri fornitori. Piattaforme di settore o creano mercato nuovo come uber o supportano mercati esistenti. Il tutto appoggiandosi ai servizi forniti dalle big five e spesso con intervento a sostegno economico di acquisto azioni delle big five. ELEMENTI COSTITUTIVI ED EFFETTI SOCIALI DELLE PIATTAFORME La cosa interessante è che tutte queste piattaforme hanno degli elementi comuni che sono punto partenza degli effetti sociali  I dati: le piattaforme raccolgono automaticamente grandi quantità di dati relativi ai contenuti prodotti e circolanti e relativi ai comportamenti degli utenti. Tanti dati che riesce a raccogliere tanto più è in grado poi scambiarli. Capitale di dati si trasforma in denaro facendo pagare alle piattaforme che vogliono acquistare i dati la possibilità di far arrivare messaggi ai propri utenti.  importanti dati anche per il capitale All’interno il vero capitale ed elemento di scambio sono proprio i dati. Questa raccolta di dati è consentita e modellata da hardware e software: - Passa attraverso i device (fonte principale erogazione di dati da noi verso piattaforme) che utilizziamo per accedere alle piattaforme (pc, smartphone…) hardware - Click mouse (indirizzi, come le geolocalizzazioni, quali sono nostri interessi…) software - Social buttons (pulsanti che ci consentono di condividere immediatamente qualcosa nel nostro profilo, come una canzone da youtube a facebook) (traghettano i contenuti da una piattaforma ad un social) - Pixel (piccolo pezzo di software che si aggancia al mio browser mentre sto navigando, e quando io consulto un sito web in cui si vendono dei prodotti, se io arrivo fino alla pagina dell’acquisto del prodotto, è facile che al mio browser si agganci un pixel che continua a comunicare all’azienda proprietaria del sito su cui io stavo navigando i dati sulla mia successiva navigazione, fornendo così una serie di informazioni sul mio successivo percorso di navigazione dopo essere stata su quella pagina, e per un certo tempo continua a farlo  ciò serve affinché l’azienda possa raggiungerci dove abbiamo navigato successivamente o sui nostri profili social con un pubblicità esattamente di quel prodotto che noi avevamo visto, cercando così di convincerci all’acquisto. - Cookies non ci seguono poi, identificarci e tracciare navigazione su determinato sito, quante volte torniamo sul sito. Consente ai siti di raccogliere dati di navigazioni dalle persone che navigano e chi sono. Cookies di terze parti, punto vista privacy qualche problema, si esce dal rapporto trasparenza. Perché a quel punto miei dati escono dalla relazione tra me e azienda, non piu azienda che traccia e cerca sapere cosa mi piace o no, a quel punto vengono venduti a terze parti, come società marketing ecc.. Per questo si chiede il consenso dei cookies. Cookies ci riconoscono con ID, in incognito non ci riconoscono. Cambridge Analytica  questo scandalo è avvenuto prima della campagna elettorale Americana del 2016, e anche nelle due campagne prima i social network erano stati usati in modo molto intenso ma trasparente (crowdfounding, messaggi promozionali di campagne elettorali,…) 17 marzo 2018  Christopher Wylie, un ex collaboratore della società Cambridge Analytica, che è come una start up, ha cominciato a contattare alcune testate giornalistiche per rivelare quello che era stato un uso improprio dei dati raccolti attraverso Facebook, e quindi contemporaneamente su “the guardian”, “the new york times” esce un articolo in cui si svela un meccanismo e una modalità d’uso dei dati raccolti attraverso fb nell’ambito della campagna elettorale che non è corretto e scoppia lo scandalo. Escono articoli anche su altre testate, come “Wired” che scrive “l’azienda Cambridge Analytica avrebbe sfruttato i dati personali di oltre 50 mln di utenti di fb per targhettizzare e ottimizzare al massimo la portata della propaganda politica di diverse campagne elettorali, compresa quella per l’elezione di Trump.  ha raccolto i dati degli utenti e li ha usati per potenziare la campagna elettorale delle elezioni di Trump e sulla Brexit.  La rivelazione è cosi eclatante che le azioni di fb in borsa crollano, perché sembra che non tuteli più i dati dei suoi utenti e che possano essere raccolti da chiunque e utilizzati per qualsiasi scopo. PREMESSE: Cambridge Analytica è una società di ricerche di mercato che lavora ambito marketing politico ed usa dati psicometrici per calibrare e rendere piu efficaci messaggi resi al pubblico. Ciò è legale. Dipende poi il come viene fatto il tutto. A partire dal 2010 si diffonde l’idea che sia possibile usare la psicometria (misurazione degli elementi caratteriali di una persona) per calibrare e rendere più efficaci i messaggi che vengono inviati a un pubblico, cioè se sono una persona molto razionale verrò raggiunto da post con un argomentazione razionale, se sono emotiva viceversa. Questo è un approccio che inizia a svilupparsi nei primi anni 2000, a questo progetto partecipa Cambridge Analytica, è uno dei promotori. Ma come faccio a sapere i dati caratteriali delle persone e come faccio a raccoglierli? Intervistare tutti è infattibile, quindi il primo passo: Alexandr Kogan, uno dei componenti di questa società. Creano un'altra società “Global Science Research” e crea un’app “this is your digital life” che sembra un gioco: l’utente risponde alle domande e ottiene un suo identikit digitale, e intanto Kogan accumula dati (ufficialmente per fini scientifici, visto che è un ricercatore dell’università di Cambridge. Fatto per raccogliere dati di tracciare profili psicometrici di facebook. Inizia a passarli a Cambridge Analytica. Per esempio airbnb è il frutto dell’ideazione di due ragazzi che si sono accorti di come potevano guadagnare qualcosa affittando un loro appartamento, ed oggi è di proprietà di una company statunitense e di una serie di azionisti tra cui diversi venture capitalist (investitori di capitale) e avendo sede negli Usa fa riferimento ai sistemi di regolamentazione americani rispetto alle transazioni economiche e alla tassazione.  Modelli di business: ogni piattaforma (per esistere sul mercato) ha un modello di business che si basa, nella maggior parte dei casi, sulla connessione iper-profilata (iper-definita) tra utenti, contenuti, dati e pubblicità. Quindi, nella maggior parte dei casi questi modelli non sono immediatamente visibili a noi perché molti dei servizi sui social ci vengono offerti “for free”: gratis, non dobbiamo pagare per usare facebook, justeat, zoom ecc. (es: “the social network” quando mettono in vendita dei prodotti su Facebook  base del modello business).  La prima svolta avviene con la pubblicità nel modello di business, il valore aggiunto che poi Facebook da è un target preciso che da alle aziende e decidono di fare pubblicità per ciò. C’è anche un’altra idea si inventa un sistema che si chiama “Beacon” altra idea geniale, dice che può fare un accordo con aziende che fanno pubblicità su Facebook e mettono in comune dei dati di navigazione, cosi Facebook può far comparire dei messaggi che comunicano che utente è andato su quel sito che ha fatto pubblicità, in questo modo fa pubblicità partendo dai dati di navigazione che il sito gli fornisce. Per la prima volta si usano dati raccolti da siti e da Facebook per creare tipo di comunicazione nuova. Aziende contente perché mettendo in condivisione dati poi loro hanno una comunicazione pubblicitaria. Accordo commerciale. Qual è però problema? Dura solo un paio d’anni e poi finisce perché c’è un problema di privacy ed autorizzazione. Pubblicati senza l’autorizzazione quei messaggi. La modalità standard di creazione di valore si basa su un accordo/baratto che noi facciamo con le piattaforme social: cediamo le nostre informazioni personali in cambio di servizi utili agli utenti e questo valore si può essere misurato attraverso attenzione, quantità di dati, valutazione degli utenti, oltre che denaro Questo modello di business si declina poi in tanti modelli diversi, come: - Richiesta di commissioni (alle aziende che si avvalgono della mia piattaforma “di settore” ad esempio io booking richiedo delle commissioni ad un albergo per essere più visibile sulla mia piattaforma) Si chiede ad altre piattaforme di pagare dei dati in loro possesso, dell’altra azienda. - Estrazione di valore dai dati (facendo pagare le aziende per fare pubblicità sulle piattaforme). - Proposte di sottoscrizione ai dati, per accedere i dati bisogna pagare, è possibile pagare un abbonamento ad una piattaforma che estrae dati da altre piattaforme per averne maggiori - Cessione, a pagamento, ad altre aziende o governi dei dati di profilazione. Esempio: il modello di business di Aribnb si basa sulla richiesta di commissioni (a chi affitta) e sulla vendita di dati a terze parti per annunci rivolti a specifici target. Noi paghiamo l’appartamento, chi lo affitta riceve i nostri soldi e cosa resta ad airbnb? Una percentuale di quello che il proprietario dell’appartamento guadagna altro es: Booking non avendo a che fare con privati che affittano le proprie case ma con grandi imprese, alberghi, strutture ricettive, chiede qualcosa in più per presentare il proprio annuncio sulla piattaforma e sul guadagno finale prende una percentuale maggiore. Tutto un modello di business che si basa sui dati, e tutto ciò è legale poiché quando ci si iscrive ad una piattaforma si accetta di fare tutto ciò, non con grande consapevolezza ma fatto.  Condizioni di utilizzo (Tos: Terme.Of.Service) (ultimo elemento costitutivo) Sono tutte quelle interminabili scritte che noi non leggiamo mai. Ogni piattaforma stabilisce con i propri utenti un “patto normativo” che definisce obblighi reciproci e possibilità d’uso. È un fatto che ha valore legale. Impongono norme e valori, definiscono le prerogative dei gestori delle piattaforme rispetto agli utenti. In caso non vengano rispettati, la piattaforma può intervenire.  (è qui che nella maggior parte dei casi c’è scritto che la piattaforma può usare i miei dati per scopi di marketing o scambiandoli con altre piattaforme, e accettandolo accettiamo tutto questo modello). Ci sono anche delle cose interessanti all’interno delle condizioni di utilizzo: per esempio nei Tos di facebook c’è scritto che alla nostra iscrizione cediamo alcune autorizzazioni di legge (o licenze) sui contenuti che pubblichiamo per migliorare i prodotti di Facebook.  Quindi, “quando condividiamo o pubblichiamo un contenuto protetto da diritti in relazione con i prodotti di Facebook concediamo una licenza per la trasmissione, l’uso, la modifica, l’esecuzione, la copia, la visualizzazione, la traduzione o la creazione di opere derivate dai propri contenuti nel rispetto della privacy” = condividere una foto su fb significa autorizzarlo a memorizzarla, copiarla e condividerla con altri soggetti quali fornitori di servizi. (abbiamo iniziato a farlo con le carte fedeltà dei supermercati  benefit/dati) PLATFORM SOCIETY Una prima osservazione, che le piattaforme sono uno dei canali principali attraverso cui noi riceviamo contenuti, informazioni e prodotti culturali (qui l’attenzione non è più solo alla dimensione connettiva, perché le piattaforme vengono osservate come veri e propri media attraverso cui circolano contenuti/informazioni), di conseguenza un primo aspetto attraverso cui queste piattaforme modellano il nostro vivere sociale è il fatto che:  Queste piattaforme oggi sono i mediatori dell’accesso alle informazioni e alla cultura, ovvero sono gatekeeper; soggetti che all’interno di una società filtrano l’accesso/la distribuzione dei contenuti (sono gatekeeper i giornalisti per esempio). Per cercare e risolvere il problema dell’overload, selezionando a priori contenuti che potrebbero essere adatti a noi.  Questo lavoro di “filtro” lo fanno attraverso la loro logica algoritmica (filter bubble e echo chambers sono algoritmi), privilegiando alcuni tipi di contenuti, promuovendoli sulla base della loro popolarità e somiglianza. Per esempio se io metto like a qualcosa che mi somiglia/racconta/rappresenta su quello che penso, i contenuti che vedrò saranno molto polarizzati concentrandosi su una singola opinione, simile alla mia. Cambiano le nostre modalità d’accesso ai prodotti culturali e alle informazioni.ù Questa popolarità ha una definizione all’interno delle logiche delle piattaforme:  Nei social la popolarità corrisponde ad una velocità di reazione (sono popolari i contenuti che in pochi minuti raccolgono molti like), quindi noi vediamo principalmente contenuti che sono risultati velocemente popolari (per impatto emotivo, coinvolgimento immediato): questo ha un impatto culturale, cioè la crescita dell’emotività della comunicazione  Su Amazon il più venduto (e quindi popolare) non è necessariamente il prodotto migliore, è magari quello più economico, ma la logica della popolarità si basa anche su questo. Il meccanismo di compensazione, invece, è l’Amazon Choice’s che si basa sulla qualità del prodotto ma sempre giudicata da coloro che lo hanno già acquistato. Una seconda osservazione e un secondo impatto sociale è legato a come noi veniamo ad elaborare le nostre regole del vivere sociale, dove le piattaforme hanno un’influenza. Noi impariamo delle regole di convivenza e relazione con gli altri che sono influenzate dalle interfacce delle piattaforme, infatti le piattaforme sono luoghi dove si negoziano le regole di convivenza Esempio: il like, il commento, alcune regole di rispetto della privacy, messaggi in chat privata, livello di confidenza che devo avere per commentare la storia a qualcuno, queste sono tutte influenzate dall’interfaccia che usiamo. Abbiamo imparato a mettere assieme le norme sociali con cui regoliamo le nostre relazioni con gli altri e le norme socio-tecniche ovvero le regole che riguardano le interfacce create negli ambienti online. Un elemento chiave nella relazione con gli altri è diventata l’apprezzamento, implicitamente quindi la logica della popolarità. Questo è suggerito come il modo corretto con cui entrare in relazione con l’altro.  Le interfacce fornite dalla piattaforme influiscono sulle regole che devo usufruire nella vita reale. Il giudizio è un elemento chiave della socialità contemporanea, suggerito dalle interfacce delle modalità di funzionamento della piattaforma (o ti dico che mi piace o ti ignoro=non mi piace) quindi per mantenere viva una relazione è necessaria una continua espressione della propria presenza attraverso un apprezzamento. Alcune interfacce offerte dalle piattaforme contribuiscono a modellare la nostra socialità online, anche perché ci danno dei modelli di possibili azioni che possiamo compiere (espressione delle emozioni, follow, tag, share). Anche l’espressione delle emozioni è stata progressivamente codificata, ci sono delle icone a disposizione che mi danno una gamma di emozioni possibili che io posso esprimere all’interno dei social. (ti seguo cioè mi interessi, ti taggo cosi sanno che abbiamo fatto insieme… sono tutte questioni che si pongono perché sono espressioni codificate di quanto è stretto legame di quanto ecc..) La ragione per cui alla fine sono state codificate queste emozioni che noi possiamo esprimere attraverso i social è stata pensata e organizzata così per un obiettivo ovviamente diverso dalla libera espressione delle nostre emozioni, cioè per codificare le emozioni che esprimiamo attraverso queste forme cosi che possano essere standardizzate ed elaborate in forma di dati successivamente standardizzati ed utilizzati per essere condivisi con le aziende che comunicano su facebook o istituzioni/partiti politici;  il like ormai era diventato confuso, perché dovendo restituire, per esempio, a un’azienda le emozioni che i suoi clienti nutrivano nei confronti di un loro prodotto, il like era diventato insufficiente, bisognava capire quanti apprezzavano, quanti no e come apprezzavano. -MERCIFICAZIONE -SELEZIONE DATIFICAZIONE: L’idea della datificazione si basa su un concetto già messo a fuoco all’inizio del 2013 da Mayer-Schonber & Cukier : “Aspetti del mondo mai quantificati prima vengono trasformati in dati” . Proprio grazie alle piattaforme. Alcuni esempi:  La nostra posizione nello spazio, cioè geolocalizzazione. Mai quantificata prima, è sempre stata un’attività propria delle persone, che prima dell’avvento delle piattaforme e dei dispositivi mobili non era mai stata trasformata in un insieme di dati: misurabili, standardizzabili, attraverso i quali ricostruire i nostri movimenti nello spazio. Un aspetto del mondo mai quantificato prima, che oggi invece viene trasformato in un insieme di dati  Le nostre transazioni economiche, cioè pagamenti. È vero che attraverso la carta di credito le nostre transazioni sono tracciabili, ma solo all’interno delle dinamiche bancarie, la banca è in grado di tracciare le nostre transazioni economiche per comunicarci se ci sono stati problemi o sotto richieste del cliente, ma si limita a quello. Oggi invece, sempre più transazioni passano all’interno delle piattaforme (apple pay, google pay, amazon pay) e ciò significa che anche le nostre attività di pagamento/economiche vengono datificate che non sono più dati in possesso della banca, ma sono semplicemente dati che vanno ad arricchire la base dati disponibile sulle nostre attività. Questi dati vengono mantenuti a disposizione dalle piattaforme come risorse primarie per sviluppare tecniche di analisi predittiva in tempo reale per poter distribuire pubblicità e servizi personalizzati (prevedono il comportamento degli utenti e distribuiscono pubblicità e servizi personalizzati agli stessi)  distribuire pubblicità agli utenti in modo molto mirato, sulla base delle analisi predittive che si possono svolgere anche in tempo reale. (nel marketing): Utilizzo di dati, algoritmi statistici e tecniche di apprendimento automatico che permettono di identificare con maggiore precisione la probabilità (dunque i risultati)di avvenimenti futuri sulla base dell’analisi di dati storici (tutto ciò che noi lasciamo come dati porta a prevedere . cosa faremo in futuro, cosa acquisteremo ecc); sulla base di diverse variabili: -modelli predittivi basati sulla segmentazione dei clienti in funzione di diverse variabili (chi comprerà cosa, che target ci sono, diversi comportamenti d’acquisto, recensioni rilasciate...); -previsioni di comportamento -raccomandazioni di prodotti, servizi e pubblicità (nell’area del marketing e del commercio) Questo processo di datificazione si basa su 2 meccanismi: la raccolta dei dati e la loro circolazione La datificazione del like: effetti che vediamo, effetto del like si traduce nella visualizzazione del feed da parte dell’utente, viene inclusa nelle metriche e genera effetto nella valutazione che quella piattaforma da a quello oggetto. Entra nelle metriche, i dati questo effetto invisibile, solo piattaforma le vede, a livello business. Ogni lika ha effetto visibille e uno no  che serve per chi lavora nei social ogni nostra azione poi finisce negli insights: dati aggregati invisibili agli utenti finali ma visibili ai social media manager e ultimo i dati aggregati dalla piattaforma, visibili solo ai gestori della facebook in. Tutto questo mondo lo creiamo noi. Prodotto dalle nostre azioni. A RACCOLTA DEI DATI: Avviene in tempo reale, non appena il dato viene prodotto immediatamente è raccolto ed elaborato. Non c’è un tempo di rielaborazione (come nelle ricerche, nei sondaggi…), vengono raccolti subito attraverso: -pratiche di datificazione standard (Big Five): richieste di amicizia, like,condivisioni, valutazioni, suggerimenti (tutte queste azioni generano immediatamente dati) -pratiche di datificazione standard (di settore  che come sappiamo poggiamo sulle big five): gioco (a cosa giochiamo, quando…), affitto (come anche la prenotazione di appartamenti occasionali/camere d’hotel) la guida (sistemi di car sharing, taxi, uber), apprendimento (piattaforme come blackboard, teems…), l’acquisto…e tutto il resto Queste azioni diventano pratiche standard datificate  dove soggiorno più spesso, quali tipi di camera scelgo, a cosa gioco, tutti dati raccolti in tempo reale che possono esser funzionali alle analisi predittive. La datificazione del like Una semplice attività svolta su una piattaforma infrastrutturale (quindi su una delle big five) può diventare elemento di vari processi di identificazione. - Nel momento in cui io metto un like, immediatamente diventa visibile nel news feed (home con le notizie) dell’utente (la mia attività online mi viene restituita in termine di visualizzazione, anche io ho la traccia dell’attività - La traccia delle mie attività online, questo dato che ho prodotto quando ho messo il like, entra in un processo di datification che anche a me, utente, è visibile; ovvero le metriche dell’oggetto a cui si è messo like (il numero di like, condivisioni, commenti che quell’oggetto ha). Ma il processo di datification del like (quest’azione che svolgo) non si ferma a ciò che è visibile anche a me, entra all’interno di un processo di elaborazione che da questo punto in poi sfugge alla mia visibilità; nella mia visibilità ci sono solo queste due forme di rappresentazione del dato prodotto quando ho messo like. Non visibili a me , utente, ci sono i facebook insights: una serie di dati aggregati che molti utenti compiono in relazione a un oggetto presente all’interno dei social, che a me non sono visibili; lo sono al social media manager che gestisce la pagina di skytg24, che non vedrà solo ogni like che raccoglie una notizia /contenuto, ma vedrà i dati aggregati che comprendono tutta una serie d’altre informazioni  ogni singolo dato di un utente viene aggregato insieme a tutti gli altri e darà come risultato sotto forma di grafico voci come Bazioni sulla pagina: persone che hanno messo mi piace, info socio-demografiche sulle persone che mettono like (genere,età), provenienza geo dei like…” . Tutto questo io non lo vedo, è qualcosa che facebook offre ai social media manager, a chi si occupa della gestione delle pagine, e ciò dimostra come la semplice azione di mettere like (nel momento in cui diventa un dato) viene collegata a tutta una serie d’altre info che facebook ha già, il suo database. C’è poi una parte di dati aggregati visibili solo ai gestori della Facebook In, che conoscono solo loro e che restituiranno sotto forma di servizi, quindi a noi usciranno solo come servizi  es: Bpersone che potresti conoscere” o post sponsorizzati che dipendono da tutta una serie di dati che facebook ha sulle mie attività e che collega. Se andiamo a vedere sull’opzione Bperché vedi questa inserzione”, anche se non spiega in modo chiarissimo ed esatto, Facebook mi dice che Bquesta pagina cerca persone che parlino italiano, che abitino in italia, che siano donne dai 20 ai 25 anni e in base a ciò che ho ricercato (ricette,acquisti…) altre caratteristiche che mi riguardano, e questo è un piccolo esempio di come viene restitutito all’utente la complessiva aggregazione dei dati disonibile alla piattaforma  il database è visibile solo a Fb, ma io in base a quello vedrò rispettive pagine/contenuti. Un altro aspetto della raccolta dei dati in tempo reale è la standardizzazione: tutti questi dati raccolti (like, preferenze... che si chiamano dati segnale segnale di un’attività, di una preferenza…) devono essere standardizzati e di conseguenza devono esserlo anche le “azioni” possibili: vota, rispondi, commenta, condividi, apprezza, aggiungi agli amici, segui. Questo standardizza anche i nostri comportamenti; ci sono solo ALCUNE cose che posso fare sui social e dunque la socialità digitale passa solo attraverso queste attività (segui, rispondi, apprezza, condividi...) LA CIRCOLAZIONE DEI DATI: Questi dati circolano attraverso BAPI” Applicatio Programming Interface, piccole porzioni di software che sono interfacce che permettono alle piattaforme di settore, siti web, e app di usare una parte del database delle big five (tutto regolato e limitato da accordi commerciali, transazioni economiche, ricerche…) Queste api vengono sviluppate da piattaforme di settore, siti e app che hanno bisogno di parti di dati che hanno le big five, e attraverso esse è possibile accedere e prelevare una parte dei dati, mescolandoli con dati che il sito web ha già e trasformarli per creare nuove applicazioni. es: un’app ha bisogno di dati di geolocalizzazione/acquisto, sviluppa quindi un’api e fa un accordo con amazon/google per poter accedere a una parte del database. es 2: un sito web di un brand che ha già un grande database sui suoi clienti, sviluppa un api per accedere a info sugli acquisti, ecc… accede a una parte dei dati, li mixa a quelli che ha già e sviluppa un’app di e-commerce, di fidelizzaz. Si generano così, degli ecosistemi di applicazioni che partecipano all’economia della piattaforma. Un esempio di piattaforma che utilizza moltissimo questa modalità di circolazione dei dati è Google Maps  Google Maps è anche Google Maps Platform in cui c’è una sezione Besplora i prodotti” che permette di utilizzare le mappe per creare dei percorsi, per creare una visualizzazione a 360° del percorso. Un altro esempio di app è Move It, che sviluppa consigli sul traffico, riconosce il traffico in tempo reale, calcola il percorso migliore utilizzando i mezzi publici per raggiungere un certo luogo; le mappe non le ha create Move it, nemmeno i mezzi pubblici, si appoggia ovviamente a Google Maps e anche Atm. Google Maps viene utilizzato anche da società di assicurazione per mettere a disposizione sistemi di valutazione per capire in che zona si trovano immobili da assicurare e per fornire una serie di info ai clienti. Il range di questi ecosistemi di applicazioni di settore che poggiano sul database delle big five e che partecipano così all’economia di quella piattaforma è molto ampio e diversificato. Qualcosa torna anche a noi utenti di questo database, non solo in forme di servizi (persone che puoi conoscere, pubblicità) ma anche: -in forme di insight sul nostro profilo (se apriamo una nostra pagina anche
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