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Sociologia della moda, Sintesi del corso di Sociologia Economica

Appadurai e i flussi culturali. Musealizzazione della moda. Il nuovo Made in Italy.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 07/03/2019

tatiana_brandonisio
tatiana_brandonisio 🇮🇹

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Scarica Sociologia della moda e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Economica solo su Docsity! 1. Fashionscapes Appadurai nel suo libro "modernità in polvere" definisce il concetto di immaginazione e afferma che giocano diversi sensi, tra cui: la vecchia idea di immagine riprodotta meccanicamente (secondo la filosofia di Walter Benjamin), l'idea di comunità immaginata (proposta da Anderson) e l'idea francese di imaginaire (panorama costruito di aspirazioni collettive di Durkheim). Appadurai considera l'immaginazione come una tensione tra omogeneizzazione ed eterogenizzazione. La globalizzazione contiene al suo interno tendenze contrastanti sintetizzabili in globale/locale. Appadurai ha classificato le disgiunture fondamentali che il nostro mondo presenta tra economia, cultura e politica secondo 5 flussi culturali globali: • Etnorami • Mediorami • Tecnorami • Finanziorami • Ideorami Con il termine fashionscapes ci si riferisce alla disposizione stratificata, ibrida, molteplice e fluida degli immaginari del corpo rivestito nel nostro tempo. Essi configurano la moda secondo meccanismi nuovi sia rispetto al modello classico che a quello tardo novecentesco. Il termine mass-moda rende conto di come quei modelli si siano modificati alla fine del Novecento configurandosi come una complessità di tensioni, di significati e di valori. Si può affermare quindi che la moda è parte integrante dei flussi culturali; lo dimostrano il convegno organizzato a Wellington o il manifesto anti-moda di Edelkoort. I temi trattati durante il convegno riguardano le modalità di produzione, comunicazione e consumo della moda e il conseguente rapporto della moda con il tempo. Il tempo possiamo dividerlo in due filoni complementari: • Tempo della produzione. Si può far riferimento alla rivista di Roland Barthes intitolata "quest'anno è di moda il blu" in cui l'autore cerca di spiegare come tempo e moda si fondono e allo stesso tempo cercano di definirsi l'un l'altra. Nel nostro secolo c'è stata l'invenzione del pronto-moda che ha scardinato la vecchia stagionalità. • Tempo della patina. Il blog, il commercio online e lo story-telling sono le trasformazioni di questo tempo. La patina è quella proprietà delle merci per cui la loro età diviene un indice chiave del loro status. La moda trae ispirazione dal passato e la "patina" non fa altro che valorizzarla (es. il vintage, oggetti che decenni dopo tornano a piacere). Il tempo della patina restituisce le annate migliori degli anni che furono. Oggi la traduzione culturale si basa su un meccanismo attraverso il quale i segni di una cultura transitano in un'altra, vengono interpretati, riprodotti, utilizzati e reinventati. Il termine traduzione va inteso come relazione inter-culturale. In un articolo dell'Ansa dedicato a Giorgio Armani si analizzavano forme, tessuti e disegni degli abiti che traevano spunto dal Giappone. Anche la moda oggi affronta temi come la sostenibilità, l'etica, il rapporto tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud, ecc... David Bowie ha inteso la moda come stile di vita e come distinzione. Il glam è stata una manifestazione provocatoria ed estrema che mostrava i caratteri basilari della moda. Durante gli anni Ottanta, Bowie mise in scena la figura del dandy, diventando così un classico di stile. 3. Di nuovo made in Italy Tra il 2015 e il 2016 la Triennale di Milano ha ospitato un'importante mostra sul Made in Italy contemporaneo che può essere sintetizzato con: • Materia • Superficie • Archetipi • Dettaglio • Ornamento • Costruzione • Uniformi • Laboratori. Il Made in Italy caratterizza il prodotto italiano e la sua tradizione. All'alta moda tra gli anni del Dopoguerra al '68 è stata dedicata nel 2015 e il 2016 la mostra "Bellissima" svoltasi a Monza. Il Made in Italy comprende l'idea di ciò che si fa, si pensa, si progetta in Italia in forma diffusa e trans-settoriale. La moda è un sistema di segni che regola rapporti tra individuo e società, tra passato e presente, tra maschile e femminile, tra giovani e vecchi, tra corpo e spazio. L' Italia viene riconosciuta in tutto il mondo come Paese della moda. Gli anni del Risorgimento furono gli anni di forte trasformazione delle coscienze, degli assetti statali, dei rapporti di potere e delle relazioni internazionali. Nei primi decenni dell' Ottocento la moda in Italia era stata influenzata dagli stili romantici e aristocratici parigini ispirati al clima culturale post Congresso di Vienna. Dopo il 1830 cominciò a crescere l'influenza del gusto borghese sul vestiario. Nel Novecento le avanguardie storiche, in particolare il Futurismo, intuirono il legame tra vita e arte, e la moda fu uno spazio in cui si doveva esprimere il dinamismo, la funzionalità, la proiezione verso i rumori del mondo della società di massa. Nel ventennio fascista il regime impose una moda autarchica. Nel dopoguerra invece fu il cinema a creare le condizioni per la rinascita di una moda italiana all'altezza dei tempi. la prima "onda lunga": l'ottimismo della volontà La storia e la società italiane ci mostrano due onde lunghe del made in Italy: • Italian Style (primi anni 50). Segno forte della prima onda fu l'ottimismo di un valore che caratterizzò molti aspetti della vita sociale italiana e che affondava le sue radici nella ricostruzione post-bellica del Paese. Durante gli anni Sessanta si confermò l'Italian Style. • Fa riferimento alle nuove generazioni che hanno ( e continuano) a consolidare l'Italian Style. Mass moda C'è un forte connubio tra moda e sistemi comunicativi. tra gli anni Settanta e Ottanta ci fu un successo nazionale e internazionale della moda. Tra gli anni 90 e il nuovo Secolo si svilupparono master, lauree, scuole pubbliche e private specializzate nella moda. La moda funge da sistema emblematico, modellizzante e chiave di accesso per far sorgere delle domande e farci pensare sul presente. I rapporti culturali, globali, locali configurano la moda diversamente rispetto ai decenni precedenti. Durante gli anni 90 e il 2000 molte aziende si sono spostate in luoghi dove la manodopera, la tassazione, la burocrazia erano meno costose. La nuova onda Il nuovo Made in Italy fa comunicazione di moda attraverso media e tecnologia. Quest'ultima è sostenibile, vicina ai sensi e alla materia. La moda è differenziazione, non omologazione ed è molto personale. Nella cultura italiana della moda è presente una tendenza al recupero. Questo carattere affonda le sue radici nel ruolo simbolico della rovina, espresso da Benjamin. Ridare vita alle rovine permette di invertire il processo di feticizzazione della merce stessa.
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