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Sociologia: Etnie e Migrazioni - Settimana 9, Appunti di Sociologia Comunicativa Di Massa

Etnicità e razzaDiscriminazione socialeAntropologia socialeMigrazioni

Il concetto di etnia e razza, esplorando le differenze e le sovrapposizioni tra queste due categorie sociali. Viene inoltre discusso il ruolo della pseudoscienza nella creazione e nella justificazione del razzismo. Inoltre la struttura e il potere sociale nei gruppi etnici e razziali, i modelli di interazione tra questi gruppi e le reazioni dei gruppi minoritari alla discriminazione.

Cosa imparerai

  • Come la pseudoscienza ha influenzato la concezione di razza?
  • Come si differenzia l'etnia dalla razza?
  • Come possono interagire gruppi etnici e razionali?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 13/05/2019

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federico.smania.1 🇮🇹

4.7

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Scarica Sociologia: Etnie e Migrazioni - Settimana 9 e più Appunti in PDF di Sociologia Comunicativa Di Massa solo su Docsity! Corso: Sociologia (settimana 9) Etnie e migrazioni Etnia e razza: ETNIA: Comunità caratterizzata da una tradizione culturale condivisa, che deriva spesso da un’origine e una patria comuni. RAZZA: Categoria di persone che hanno in comune delle caratteristiche fisiche socialmente significative, come il colore della pelle. Le etnie sono costrutti culturali che esistono solo nella misura in cui vengono accolti spontaneamente dalle persone o loro imposti dal qualcun altro. Le persone reinventano e ridefiniscono costantemente le identità etniche, il che può renderle un concetto fluido e nebuloso. All’interno di una società possono svilupparsi processi di “etichettamento etnico” che non trovano consenso nel gruppo al quale sono rivolti. Differentemente dall’etnia, la razza denota una categoria di persone che hanno in comune delle caratteristiche fisiche socialmente significative. L’etnia può essere confusa con la razza perché i due concetti sono potenzialmente sovrapponibili. Ad esempio negli Stati Uniti, molti considerano gli “ispanici” una razza, come i “bianchi”, i “neri”, in realtà i Paesi da cui provengono sono abitati da americani nativi, africani, europei, cosicché un ispanico potrebbe appartenere ad una razza qualunque, anche se la maggior parte si identifica con “i bianchi”. Pseudoscienza e razza: La parola “razza” ha assunto le sue popolari connotazioni contemporanee nel XVIII secolo. Le teorie scientifiche della razza presero piede tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, parallelamente al rafforzamento del colonialismo e dell’imperialismo europeo. Linneo gettò le basi del sistema di classificazione biologica in uso ancora oggi, inventò quattro specie di homo sapiens, ciascuna designata non solo per tratti fisici distintivi ma anche per specifiche particolarità caratteriali: • Europeanus: pelle bianca, creativo e rispettoso delle leggi (in cima alla classifica) • Americanus: pelle ambrata, ostinato, facile all’ira e legato alle tradizioni • Asiaticus: pelle giallognola, avido e schiavo delle opinioni • Africanus: pelle scura, pigro, negligente e impulsivo Questa classificazione fondò i presupposti per giustificare “scientificamente” il razzismo, ossia la convinzione che una razza sia intrinsecamente superiore all’altra. A differenza di Linneo, il conte De Gobineau, considerato il padre del razzismo moderno, contemplò l’esistenza di tre razze umane: • I bianchi, con qualità superiori • I neri • I gialli Questi sistemi di classificazione arbitrari e confliggenti tra loro andavano a braccetto con l’essenzialismo razziale ovvero l’idea che presunte differenze naturali e immutabili separino le razze. Struttura e potere sociale nei gruppi raziali ed etnici: Riconoscendo determinati tratti culturali o fisici come culturalmente significativi, le persone creano una realtà sociale che influenza il loro modo di rapportarsi. In altre parole, vedere gli altri in termini di razza, etnia e altre categorie sociali può legittimare le disuguaglianze sociali che si basano su quelle categorie. In una società, i membri che appartengono a razze ed etnie differenti vengono considerati spesso in termini di maggioranze e minoranze. GRUPPO MINORITARIO: Insieme di persone che subiscono degli svantaggi e hanno meno potere per via di caratteristiche fisiche o culturali identificabili. GRUPPO MAGGIORITARIO: Insieme di persone che godono di privilegi e hanno un maggiore accesso al potere per via di caratteristiche fisiche o culturali identificabili. Modelli di interazione tra maggioranza e minoranza: La relazione tra gruppi maggioritari e minoritari all’interno di una società può essere caratterizzata da un’ampia gamma di atteggiamenti e comportamenti. Può capitare che i membri di un gruppo minoritario possano trovare piena accettazione e parità di status con il gruppo maggioritario, mentre in altri casi la minoranza potrebbe essere soggetta a un diffuso pregiudizio e a una forte discriminazione. Questi giudizi preconcetti si basano spesso su stereotipi. PREGIUDIZIO: Atto di “pregiudicare” negativamente una persona o un gruppo sulla base di informazioni inadeguate. STEREOTIPO: Generalizzazione esagerata, distorta o infondata su una categoria di persone, che non ammette la specificità individuale. Gli stereotipi possono essere sia positivi sia negativi Quando il pregiudizio è accompagnato da un’azione si ha come risultato la discriminazione. DISCRIMINAZIONE: Trattamento ineguale che conferisce dei vantaggi a un gruppo di persone senza una causa giustificabile. I modelli di interazione tra gruppi maggioritari e minoritari possono assumere una varietà di forme, che a volte coinvolgono più di una categoria. In una società che adotta il “pluralismo” si ha una situazione per cui gruppi etnici e razziale coesistono in piena parità con la medesima dignità sociale. IBRIDAZIONE: Processo tramite il quale un gruppo maggioritario e un gruppo minoritario si fondono o si mescolano per formare un nuovo gruppo. ASSIMILAZIONE: Processo per cui i membri di un gruppo minoritario vengono ad adottare la cultura del gruppo maggioritario. SEGREGAZIONE: Politica e/o pratica per cui i diversi gruppi sociali sono mantenuti fisicamente e socialmente separati e in regime di disuguaglianza. GENOCIDIO: Eliminazione sistematica di un gruppo di persone in base alla loro razza, etnia, nazionalità o religione. Reazioni dei gruppi minoritari alla discriminazione: I gruppi minoritari possono reagire al predominio del gruppo maggioritario in diversi modi: • Il ritiro. Consiste nell’allontanamento fisico come risposta alle forme peggiori di oppressione e segregazione. • L’integrazione. Implica la fusione con il gruppo dominante e, di conseguenza, prevede l’abbandono da parte dei migranti dei propri usi e costumi per adeguarsi completamente a quelli che sono i valori, gli stili di vita e le norme della maggioranza. • L’adozione di un altro codice. Fa riferimento alla strategia di adeguarsi alle aspettative sociali della maggioranza creando un’autopresentazione “di facciata” pur mantenendo un’identità segreta più confortevole ed autentica. • La resistenza. Consiste in una presa di posizione attiva contro la discriminazione operata dalla maggioranza. Fenomeno migratorio in Italia: L’Italia ha conosciuto due grandi esperienze migratorie. La prima a cavallo tra ‘800 e ‘900 chiamata “la Grande Emigrazione” dove migliaia di persone emigrarono verso gli Usa, il Brasile, l’Argentina, lasciando l’Italia in situazione di povertà. La maggior parte dei migranti proveniva dal Mezzogiorno. La seconda è quella avvenuta tra gli anni ’50 e gli anni ’70 dove il flusso migratorio si concentrò verso Paesi europei, come Svizzera, Belgio e Germania, sempre più bisognosi di manodopera. Le condizioni dei migranti nei Paesi di accoglienza erano assai difficili, sia per la situazione di lavoro estremamente duro sia per l’emarginazione a cui erano sottoposti. Sia l’esperienza della Grande Emigrazione sia quella intraeuropea hanno inciso sul tessuto sociale del nostro Paese, che proprio in relazione al fenomeno migratorio assume una posizione molto particolare. Infatti, oltre alle emigrazioni sopra descritte l’Italia è stata interessata anche a flussi interni verso la metà degli anni ’70, dove dal Sud ci si trasferiva al Nord ed in particolare nel “triangolo industriale” Milano-Torino-Genova. Con l’esaurimento del boom economico, il crollo del muro di Berlino e le trasformazioni dell’Europa dell’est, il Vecchio continente assistette a un’ondata di “nuove migrazioni” che ha modificato la direzione dei flussi migratori . I paesi dell’area mediterranea, tra cui l’Italia, che precedentemente erano paesi di emigrazione, diventano paesi di immigrazione. Nel corso del 2012 gli incrementi maggiori si sono manifestati al sud e nelle isole (media del +11%). Per quanto riguarda i Paesi di provenienza (dati ‘11/’12): • Romania 21.2% • Albania 10.6%
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