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Sociologia delle migrazioni femminili. L'esperienza delle donne post-sovietiche., Appunti di Antropologia Culturale

Riassunto contenente introduzione e capitolo 1 del libro Sociologia delle migrazioni femminili. L'esperienza delle donne post-sovietiche per esame di Antropologia Culturale.

Tipologia: Appunti

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Scarica Sociologia delle migrazioni femminili. L'esperienza delle donne post-sovietiche. e più Appunti in PDF di Antropologia Culturale solo su Docsity! lOMoARcPSD|5349417 ESAME DI ANTROPOLOGIA CULTURALE SOCIOLOGIA DELLE MIGRAZIONI FEMMINILI. L’ESPERIENZA DELLE DONNE POST-SOVIETICHE. Martina Cvajner SINOSSI Metà dei migranti del pianeta sono donne. A lungo trascurata, la presenza femminile nei flussi migratori è oggi al centro di molti dibattiti, non sempre ben definiti. Ma si tratta davvero di un fenomeno nuovo? In cosa si differenzia la mobilità delle donne da quella degli uomini? E quali sono le sue conseguenze per le donne migranti, per le loro famiglie, per i contesti d'origine e di insediamento? Il volume risponde a queste domande ricostruendo sistematicamente la nascita e l'evoluzione di uno dei più grandi sistemi migratori femminili, quello che unisce i territori dell'ex Unione Sovietica con l'Italia e con molti altri paesi del bacino del Mediterraneo. In meno di un quarto di secolo, l'arrivo delle donne post-sovietiche ha infatti cambiato l'immigrazione in Italia, aprendo dinamiche d'insediamento del tutto inedite. INTRODUZIONE Il libro racconta la storia delle lavoratrici domestiche immigrate di origine post-sovietica. Almeno tre quarti degli immigrati proveniente da questi paesi sono donne. Questo non è un fenomeno solo italiano, ma coinvolge tutto il bacino mediterraneo e ultimamente anche l’Europa settentrionale. Questo libro vuole spiegare come abbiano fatto questi gruppi di donne a spostarsi verso contesti che non erano legati ai propri territori d’origine da nessuna tradizione migratoria, e come questi gruppi di donne abbiano poi dato vita a un vero e proprio sistema migratorio femminile . Questo fenomeno ha dimostrato la sua resilienza anche negli anni più bui della crisi economica italiana. CAP. 1 - MIGRAZIONI FEMMINILI E SISTEMI MIGRATORI L’autrice cita il famoso volume di Castles e Miller, L’era delle migrazioni. Gli autori in questo libro parlano di femminilizzazione dei flussi migratori, un concetto che molti altri autori riprenderanno nei loro studi. In realtà la partecipazione delle donne alla mobilità internazionale non è a atto un fenomeno recente, ffatto un fenomeno recente, ma è stata fino a questo momento ignorata, trascurata o fatta rientrare in categorie inadeguate. 1. Un cambiamento che non c’è stato I dati storici disponibili dimostrano che le migrazioni femminili sono caratterizzate da una certa continuità (già nel 1960 le donne rappresentavano poco meno della metà dei flussi migratori). Oggi il numero di donne è raddoppiato semplicemente perché è raddoppiato il volume di migranti. Quindi se e ettivamente vi è stato un processo di femminilizzazione, esso sarebbe avvenuto nei primi decenni del ffatto un fenomeno recente, ‘900. I flussi migratori e la loro composizione per genere non possono essere definiti solo dalle economie riceventi, ma anche dalle politiche di controllo messe in atto dagli stati. Tuttavia, la letteratura dimostra come tale composizione dei flussi per genere dipenda molto anche dai mutamenti nei paesi d’origine, soprattutto da fattori come l’urbanizzazione e la maggiore istruzione delle donne. È stato dimostrato, inoltre, che nelle società dove la struttura della parentela è maggiormente matrifocale i flussi tendono a essere più bilanciati dal punto di vista del genere. Infine, la mobilità femminile tende a essere più forte laddove si registra una maggiore instabilità coniugale. 2. Un cambiamento nel vedere i flussi migratori Come abbiamo visto non è stato il fenomeno a cambiare, ma la sensibilità di chi lo analizza e lo interpreta. Prima di questa svolta, la presenza delle donne nei flussi migratori era vista come mera conseguenza di quella degli uomini (ricongiungimento). L’autrice cita il libro Il contadino polacco in Europa e in America, che esprime bene questa distinzione fra uomo “pioniere” e donna “seguace”. Questo pregiudizio iniziò a essere sfidato solo negli anni ’80, da allora la ricerca su questo tema fu molto prolifica. 3. Varietà dell’esperienza migratoria femminile Bisogna capire in che modo l’essere donna giochi un ruolo (o meno) nella definizione dell’esperienza migratoria. Secondo Kathrine Donato non è solo il genere, ma anche la sua combinazione con lo stato civile, a spiegare le migrazioni femminili (propensione delle donne a voler migrare e partecipare al mercato del lavoro).
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