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Sociologia Generale di Croteau e Hoynes, Schemi e mappe concettuali di Sociologia

Riassunto completo di tutti i 13 capitoli del manuale Sociologia Generale (edizione 2018)

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 04/05/2022

SaraVentu16
SaraVentu16 🇮🇹

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Scarica Sociologia Generale di Croteau e Hoynes e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA GENERALE CAPITOLO 1 LA SOCIOLOGIA La sociologia è lo studio del rapporto tra l'individuo e la società. La prospettiva sociologica o immaginazione sociologica permette di scoprire e comprendere i collegamenti tra l'individuo e il contesto sociale in cui vive. La sociologia e il buon senso possono sostenere concetti simili, ma, mentre la sociologia utilizza un metodo sistematico, il buon senso è talvolta contraddittorio ed inesatto. La sociologia è una scienza parte delle scienze sociali e studia perciò la società umana. La sociologia nasce nel ‘700, con l'inizio della modernità: questo periodo storico è caratterizzato da tre tipi di rivoluzioni: la rivoluzione culturale (con la nascita dell'illuminismo si dà fede alla scienza), la rivoluzione politica (ascende la democrazia, avvengono le rivoluzioni americana e francese) e la rivoluzione economica e sociale (l'industrializzazione porta al consumismo e alla nascita del capitalismo. avviene l'urbanizzazione e muta la vita sociale). A metà del ventesimo secolo inizia la postmodernità, caratterizzata da alcuni cambiamenti: -Espansione dei media e della cultura del consumo: creano nuove opportunità di comunicazione e nuovi dilemmi. -L'economia globale: disuguaglianze fra nazioni ricche e povere. -L'invecchiamento della popolazione: progressi della medicina, problemi di assistenza sanitaria e servizi sociali. -La famiglia cambia: la sua definizione e il suo ruolo nella società. -Le istituzioni sociali sono in difficoltà: le democrazie hanno dei problemi. -Crescono diversità e multiculturalismo: nuova integrazione culturale o diversità culturale che minaccia di frammentare le società. -Violenza e guerra cambiano natura: armi avanzate di distruzione di massa. -Ruolo mutevole della religione: ruolo sempre meno significativo, secolarizzazione o ritorno di fede. CAPITOLO 2 FONDAMENTI DI SOCIOLOGIA Comte e Spencer iniziano a pensare che il mondo sociale possa essere oggetto di indagini sistematiche e scientifiche. Comte conia il termine sociologia: scienza rigorosa della società che individua le leggi del comportamento umano. Gli studi di Comte si basano su due aspetti: la dinamica sociale (come e perché le società cambiano) e la statica sociale (su cosa si fonda la stabilità sociale in un determinato periodo). Egli sostiene che le società sono progredite attraverso tre stadi: teologico (si basano sulla religione), metafisico (sulla filosofia) e positivista (sulla scienza). Il positivismo sostiene che una conoscenza esatta si deve basare sul metodo scientifico. Spencer vede la società come organismo sociale, in cui le parti separate hanno una propria funzione, ma operano insieme per mantenere l'organismo complessivo. Spencer riteneva che l'evoluzione spontanea della società portasse maggiore progresso, sosteneva che il governo non dovesse intervenire e credeva nella sopravvivenza del più forte: il darwinismo sociale. I fondatori della sociologia sono Marx, Durkheim e Weber. Marx scrive il capitale, un'opera di analisi della storia e delle dinamiche del capitalismo. Il capitalismo industriale era in grado di eliminare fame e povertà, ma la ricchezza era mal distribuita, perché il rapporto fra i capitalisti e il proletariato era impari: gli imprenditori pagavano salari bassi per avere interessi elevati. Il conflitto fra imprenditori e lavoratori è una caratteristica del capitalismo. Questo doveva portare ad un'insurrezione del proletariato fino a rovesciare il sistema capitalista, adottando il socialismo, in cui la proprietà dei mezzi produttivi sarebbe passata al governo, che doveva agire nel bene comune, eliminando le disuguaglianze estreme. Marx sottolinea l'importanza del potere (economico), utilizzabile per influenzare altri aspetti della vita sociale. Durkheim ha il maggior merito dell'introduzione della sociologia come disciplina accademica, scrisse anche un libro sul metodo sistematico di analisi e interpretazione della realtà sociale. Si preoccupò del problema della solidarietà sociale (l'integrazione sociale), sostenendo che la società è retta da valori culturali condivisi, dove le norme sociali sono sostenute in modo informale dai costumi e dalle tradizioni e in modo formale dalle leggi. Durkheim osservò che nelle società agricole tradizionali si creava coesione sociale, perché le comunità condividevano lavoro, religione, usi e costumi. nelle società urbanizzate e industrializzate, invece, c'è crescente divisione del lavoro e coesistenza di gruppi con religioni, tradizioni, culture diverse. Nasce così la solidarietà organica: una coesione sociale basata sull'interdipendenza che segue l’organicismo sociale di Spencer. Crimini e punizioni si fondano sulla solidarietà sociale: i crimini offendono la coscienza collettiva, mentre le punizioni rafforzano la solidarietà. In mancanza di costrizione morale si cade nell’anomia, o assenza di norme. Durkheim scrive “il suicidio”, Dove studia il suicidio come oggetto sociologico, utilizzando per la prima volta l'analisi di dati su vasta scala. Egli sostiene che alcuni individui sono più inclini o meno a suicidarsi a causa Teoria funzionalista: cultura come valori e del consenso e norme Che socializzano l'individuo. teoria del conflitto: le parti usano la cultura per promuovere i propri interessi. È diffusa la cultura dominante per mantenere il potere, mentre nascono controculture contrarie alla visione dominante. interazionismo simbolico: con l'uso dei simboli le persone creano una cultura basata sulla propria interpretazione della realtà sociale, che viene tramandata nel processo di socializzazione. la struttura: si riferisce ai modelli ricorrenti di comportamento nella vita sociale. le persone creano strutture per raggiungere obiettivi, ma poi le strutture limitano le azioni delle persone. La vita quotidiana si uniforma in strutture sociali, che sono informali, e vanno riprodotte Attraverso modelli di comportamento continuativi oppure possono cambiare. teoria funzionalista: la società è un sistema stabile costituito da strutture interconnesse in cui il cambiamento è graduale e temporaneo per garantire equilibrio. teoria del conflitto: la struttura e l'ordine mantenuto dai gruppi dominanti attraverso coercizione e uso della forza. l'azione collettiva che sfida l'ordine porta a cambiamenti strutturali. interazionismo simbolico: la struttura sociale è prodotta attraverso azioni individuali ripetute che creano un modello. è instabile e modificabile perché deve essere riprodotta continuamente attraverso l'azione individuale il potere: e la capacità di raggiungere un obiettivo prefissato malgrado l'opposizione di altri. talvolta le persone ottengono da sé il potere di raggiungere un obiettivo, altre volte il potere viene usato per influenzare pensieri e comportamenti altrui, persino per dominare altri. il potere viene usato per distribuire risorse(potere economico), dettare regole e prendere decisioni (potere politico) e contribuire a definire la realtà (potere culturale). è perciò strettamente connesso alla disuguaglianza, cioè alla distribuzione sistematica delle risorse fra diversi gruppi di persone, E ai collegamenti tra le diverse forme di essa che coesistono e interagiscono tra loro (etnia, classe e genere). teoria funzionalista: il potere è la capacità di un sistema sociale di raggiungere gli obiettivi collettivi. le disuguaglianze sono positive e motivano le persone più qualificate a ricoprire le posizioni più importanti. teoria del conflitto: il potere ha concentrato in un gruppo dominante che sfrutta ed opprime gli altri. la disuguaglianza è il risultato della lotta tra i gruppi per le risorse scarse. interazionismo simbolico: le radici del potere stanno nei rapporti sociali fra le persone. la disuguaglianza deriva dalle azioni dei singoli, può essere perciò mitigata o eliminata. CAPITOLO 3 SOCIOLOGIA COME SCIENZA EMPIRICA: LA RICERCA SOCIALE Ci sono molti modi diversi di impostare e realizzare una ricerca sociale: vedi Il contadino polacco in Europa e negli Stati Uniti e La personalità autoritaria, ma ci sono punti in comune, cioè le fasi della ricerca. 1. Scelta del problema di ricerca. 2. elaborazione del disegno della ricerca: indica i concreti passaggi per produrre nuova conoscenza. 3. raccolta dei dati: si scende sul campo e si raccolgono in modo sistematico le informazioni. 4. codifica e analisi dei dati. 5. interpretazione dei risultati: si formulano delle conclusioni. Ci sono due grandi approcci metodologici della sociologia: l'asse positivismo-neopositivismo a cui si affianca il post-positivismo, e l'approccio ermeneutico. Il primo rappresenta un percorso di evoluzione dato dalla centralità dell'ideale della scienza moderna. Non è esclusivo delle scienze sociali, ma è condiviso dalle scienze naturali. Il secondo è una categoria con minore coerenza interna comprende orientamenti molto diversi e non accetta il metodo positivo. È più vicino alle materie umanistiche ed opposto a quelle naturali, è proprio solo delle scienze sociali. La teoria scientifica è un insieme di concetti legati tra loro da specifiche relazioni che cerca di offrire una spiegazione possibile di uno o più fenomeni. Il metodo scientifico invece è un percorso sistematico attraverso cui una teoria è messa alla prova mediante procedure codificate. Ci sono due grandi approcci per l'utilizzo del metodo nella ricerca scientifica: quello deduttivo e quello induttivo. L'approccio deduttivo va dal generale al particolare, e in esso la teorizzazione precede la prova empirica e l'attività di ricerca è indirizzata dal quadro di definizioni teorizzate. L’approccio induttivo va dal particolare al generale, e in esso l'osservazione precede la teorizzazione che deriva direttamente dai risultati della ricerca. ASSE POSITIVISMO-NEOPOSITIVISMO Il positivismo sociologico è alla base della nascita della sociologia e s'incentra sulla fiducia incondizionata nella scienza e nel metodo scientifico. Dimensione ontologica: Il realismo ingenuo: la realtà esiste ed è quella che appare ai nostri sensi. Il realismo del senso comune non si chiede il fine delle cose giungendo al piano metafisico, ma descrive i fenomeni come sono, come appaiono. Dimensione epistemologica: La realtà è pienamente conoscibile dall'uomo. c'è una concezione dualistica del processo conoscitivo: l'oggetto conosciuto esiste indipendente dal soggetto conoscitore, Sono entrambi sullo stesso piano e il soggetto non influenza l'oggetto. Dimensione metodologica: il metodo è basato sull'osservazione e sull’esperimento, attraverso cui si individuano leggi della natura, spiegate con un principio di causa-effetto. . Comte vede la sociologia come scienza e vi applica come riferimenti metodologici il principio di causa- effetto e il metodo sperimentale e induttivo. La ricerca sociale prevede la formulazione di ipotesi basate sull'osservazione, la verifica sperimentale e la formulazione di leggi e teorie generali. Durkheim aderì alle idee di Comte, pur distanziandosi dal punto di vista metodologico. La società e i suoi fenomeni prescinde dagli individui che la compongono e ne determina il comportamento: Il mondo sociale è composto da fatti sociali= modi di pensare e agire indipendenti dalla volontà del singolo individuo, che egli non può modificare o controllare. La sociologia deve applicare il metodo scientifico per comprendere le leggi generali indipendentemente dal volere dei singoli individui = olismo sociologico, un fenomeno sociale non può essere spiegato in riferimento ad un singolo individuo, ma a strutture, istituzioni, meccanismi che il singolo subisce. Processo della ricerca sociale per Durkheim: 1. osservazione e definizione dei fenomeni sociali: attraverso un linguaggio specifico. 2. confutazione delle interpretazioni precedenti: esercizio della critica sistematica degli studi del fenomeno. 3. spiegazione sociologica del fenomeno: Seguendo lo sviluppo del fatto sociale e utilizzando l’analisi comparata. Durkheim utilizza due Espedienti metodologici: l’experimentum crucis (sottoporre la teoria alle prove empiriche più ardue) e lo studio del semplice per risalire al complesso (cogliere l'essenza empirica del fatto risalendo alla sua più semplice manifestazione). NEO-POSITIVISMO Il neo-positivismo guardava al metodo delle scienze naturali e ai suoi principi come gli unici capaci di produrre sapere certo. A differenza del positivismo, ha un'impostazione deduttivista alla base del suo programma di ricerca: Dimensione ontologica: Il realismo critico: la realtà esiste ed è oggettivamente conoscibile ma non facendo riferimento ai sensi umani, perché i dati sono mediati dall'azione della mente e delle sue categorie. Dimensione epistemologica: La realtà conosciuta è indipendente dal soggetto conoscitore ed è oggettivamente conoscibile. Il processo scientifico è l'unico in grado di produrre conoscenze valide sul reale ma può solo creare approssimazioni sulla realtà. Le leggi scientifiche sono perciò probabilistiche e condizionali. Dimensione metodologica: il metodo scientifico sperimentale è l'ideale di riferimento, ma si basa sull'approccio deduttivo: la teoria è elaborata dagli scienziati, mentre la prova sperimentale dimostra solo che, allo stato attuale, non è reputabile falsa. Merton sostiene la necessità di elaborare teorie a medio raggio: in grado di essere controllate empiricamente nella ricerca sociale pur aspirando alla generalità. Egli si distanzia dalla teoria generale di Parsons per quanto riguarda i tre postulati funzionalisti: 1. postulato dell'unità funzionale: tutti gli elementi di una cultura e tutte le attività sociali sono funzionali all'interno del sistema sociale o culturale. Merton sostiene che le società hanno un grado di integrazione ma non significa che ogni attività sia funzionale per la società come unità. 2. postulato del funzionalismo universale: Ogni aspetto di un sistema sociale o culturale ha funzione positiva. Merton sostiene che non tutto ciò che esiste abbia, solo perché esiste, una funzione positiva per la società o cultura. 3. postulato dell'indispensabilità: ogni elemento in una società o cultura è indispensabile per una specifica funzione, a sua volta indispensabile al sistema. Merton sostiene che non sempre ci sono elementi indispensabili per svolgere determinati compiti né che gli stessi elementi svolgono sempre le stesse funzioni. Si forma il concetto di ambivalenza sociologica nella ricerca sociale: la realtà sociale è intrinsecamente contraddittoria, perciò, accanto alle funzioni manifeste, ci sono le funzioni latenti, cioè effetti emergenti non dichiarati e non riconosciuti. APPROCCIO ERMENEUTICO Il ricercatore seleziona le dimensioni che vuole indagare, poi scende sul campo per raccogliere i dati in base alla tecnica scelta ed infine utilizza la teoria come strumento attraverso cui decodificare i dati raccolti. sono fondamentali le tecniche di raccolta dei dati, le tre principali sono: 1. osservazione partecipante: si basa sul coinvolgimento diretto dell'osservatore che osserva e partecipa alla vita dei soggetti studiati immergendosi nel contesto di riferimento. Alcuni limiti possono essere la difficoltà ad entrare nel gruppo e ad essere accettato, la difficoltà a mantenere il doppio ruolo di osservatore esterno e di membro del gruppo, l'impossibilita di annotare nell'immediato le osservazioni rendendo necessario l'utilizzo della memoria che è distorsiva. 2. intervista qualitativa: situazione di interazione tra due persone attraverso cui acquisire dati riguardo l'oggetto di studio. La conversazione può essere più o meno strutturata e ne derivano tre tipi di interviste:  Intervista strutturata: condotta sulla base di un preciso ordine di argomenti e di impostazione delle domande che non concede libertà all'intervistatore, ma lascia libertà all'intervistato nella risposta. cerca di mediare fra i due approcci quantitativo e qualitativo, spesso con scarso successo.  intervista semi-strutturata: l'intervistatore ha maggiore autonomia avendo una traccia degli argomenti da affrontare ma potendo impostare a piacimento la conversazione, ponendo le domande come preferisce.  intervista non strutturata: persino il contenuto delle domande non è predefinito, la funzione dell’intervistatore è di sollecitare una risposta ai temi da trattare cercando di evitare divagazioni dell'intervistato. 3. focus group: l'intervista di gruppo implica la partecipazione di un gruppo di intervistati che si esprimono su un determinato argomento, un'esperienza comune. L’intervistatore allo scopo di organizzare discussioni di gruppo guidate. LE COORDINATE SPAZIO-TEMPORALI DELLA RICERCA SOCIALE Possono svolgersi in un singolo ambito territoriale ben definito oppure possono mettere a confronto ambiti territoriali diversi, attraverso un'analisi comparativa. possono svolgersi nulla su di tempo definito attraverso un'unica rilevazione o attraverso ripetute le rilevazioni nel tempo che abbia onorato un arco storico preciso. le seconde si dividono in:  indagine di trend: il gruppo osservato nei diversi momenti non è composto dagli stessi individui, è usato per osservare il mutamento di un fenomeno all'interno di una collettività.  indagine di panel: il gruppo esaminato nei diversi momenti è composto dagli stessi individui, hai usato per cogliere come cambiano gli attori sociali rispetto ad un fenomeno nel corso del tempo. CAPITOLO 4 CULTURA La società è un gruppo di persone che vivono insieme in un territorio specifico e condividono una cultura. La cultura è l'insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggi, comportamenti e oggetti materiali condivisi da un popolo e trasmessi socialmente da una generazione all'altra. La cultura deve essere appresa, non ha fondamento biologico. Si divide in cultura materiale (oggetti fisici prodotti dalle persone appartenenti ad una particolare cultura) e cultura immateriale (idee di una cultura, che includono valori, credenze, conoscenze e norme). Le forme della cultura:  Un valore è un principio profondamente radicato, o uno standard, utilizzato dalle persone per giudicare il mondo e per decidere cosa sia desiderabile o significativo. I valori variano moltissimo tra le diverse culture, ma esistono dieci valori condivisi da diverse culture: o Potere o Universalismo o Successo o Edonismo o Benevolenza o Tradizione o Auto-affermazione o Conformismo o Autodeterminazione o Sicurezza L'importanza relativa di ciascun valore varia tra le culture, il che può essere motivo di conflitto tra di esse. L'importanza relativa può variare anche all'interno di una stessa cultura, portando ad una guerra culturale= un disaccordo particolarmente significativo sui valori fondamentali e le posizioni morali all'interno di una società. Secondo alcuni studiosi quest'etichetta è troppo forte poiché le persone non sono necessariamente intolleranti verso le opinioni altrui, solitamente infatti, sono le élite politiche ad evidenziare le differenze valoriali e promuove la polarizzazione dei conflitti e l'estremismo.  Le credenze sono le specifiche convinzioni e opinioni che le persone accettano in genere come vere.  La conoscenza è l'insieme di informazioni, consapevolezza e comprensione che ci aiuta a orientarci nel nostro mondo. talvolta è detta “capitale culturale”. Spesso la conoscenza della cultura interiorizzata è data per scontata. Lo shock culturale l'esperienza di disorientamento dovuta alla mancata conoscenza di una situazione sociale non familiare.  Le norme sono le regole e le aspettative di una cultura rispetto ad un comportamento ritenuto appropriato, il comportamento che viola le norme è etichettato come deviante. Le norme sociali non sempre tengono il passo dei cambiamenti tecnologici: il ritardo culturale descrive il modo in cui nuovi sviluppi tecnologici spesso sono più veloci delle norme che governano le esperienze collettive associate ad essi. In una società le norme vengono rafforzate a livello informale, ma esistono regolamenti più formali che servono a rafforzare in modo particolare alcune norme significative. Le norme rigidamente applicate, con potenziali pene severe sono dette norme formali e sono spesso parte dell'ordinamento giuridico. I costumi sono invece abitudini del gruppo o norme informali comuni ad una determinata cultura Ed è improbabile che chi li violi subisca una punizione. Nel loro complesso le idee di una cultura aiutano a plasmare il modo in cui le persone si orientano nel mondo e costituiscono una guida non scritta su come comportarsi e cosa pensare. Per comunicare gli uni gli altri le idee della nostra cultura è però necessario un insieme di simboli e un linguaggio. Un simbolo è qualsiasi cosa (suono, immagine, gesto, oggetto…) ne rappresenti un'altra. L'associazione fra un simbolo e ciò che rappresenta è arbitraria e culturalmente definita. La cultura è fondamentalmente simbolica ed è attraverso i simboli che comunichiamo e rafforziamo gli elementi della nostra cultura. un linguaggio è un sistema elaborato di simboli che consente alle persone di comunicare fra loro in modi complessi. La comunanza di linguaggio non comporta la condivisione di una cultura. Nascono i dialetti che sono varianti del linguaggio con propri accenti distintivi proprio i vocabolari e, in alcuni casi, proprie caratteristiche grammaticali. Il principio della relatività linguistica, noto come l'ipotesi di Sapir-Whorf, suggerisce che i diversi linguaggi influenzano il modo di pensare e comportarsi di chi li parla a causa della loro diversità di contenuto e struttura. Molti studiosi, però, ritengono che sovrastimi l'influenza del linguaggio sul pensiero sottolineando come il linguaggio si adatti alle diverse circostanze, e che chi lo usa assorbe o inventa un nuovo vocabolario per definire ciò che diventa culturalmente importante. La prospettiva dell’interazionismo simbolico enfatizza le interazioni e i comportamenti quotidiani delle persone, considerati i fondamenti di una società. Gli interazionisti esaminano i modi in cui le persone danno un senso al proprio mondo attraverso i significati che attribuiscono le proprie azioni e quelle degli altri. I comportamenti sono le azioni associate ad un gruppo che aiutano a riprodurre uno stile di vita ben preciso. Il comportamento richiama l'attenzione sulla differenza fra cultura normativa, ciò che gli appartenenti ad una cultura dicono essere i propri valori, credenze e norme, e cultura effettiva, ciò che essi fanno realmente e che può rispecchiare o meno la cultura normativa. Gli elementi principali della cultura materiale sono definiti oggetti culturali, o manufatti culturali, e sono gli oggetti fisici creati da persone che condividono una cultura e a questa associati. Cultura e potere si intrecciano attraverso l'ideologia. L’ideologia è un sistema di significati che aiuta a definire e spiegare il mondo e che fornisce il giudizio di valore su di esso, è una visione generale del mondo. In ogni cultura esiste un’ideologia dominante, un gruppo di affermazioni ampiamente condivise e regolarmente rafforzate che sostengono il sistema sociale e servono gli interessi dell'autorità. Una società è costituita da persone che condividono alcune caratteristiche culturali basilari; tuttavia, le società sono organizzazioni complesse e quindi presentano inevitabilmente delle differenze interne. La cultura dominante permea la società e rappresenta le idee e la prassi di coloro che sono nelle posizioni di potere. Sono poi presenti un certo numero di subculture, associate a piccoli gruppi della società, aventi norme, valori e stili di vita diversi, che li distaccano dalla cultura dominante. Una subcultura che si organizza opponendosi alla cultura dominante può essere classificata come controcultura, che sfida gli atteggiamenti e i valori ampiamente condivisi e rifiuta le norme culturali convenzionali. CAPITOLO 5 STRUTTURA SOCIALE La struttura sociale è un insieme di modelli ricorrenti di comportamento, che vincola il comportamento sociale ponendo dei limiti, ma lo agevola mettendo a disposizione delle persone un contesto e dei modelli di comportamento entro cui interagire. Inoltre, l'uomo ha capacità di azione: la capacità di operare indipendentemente dai vincoli sociali, anche in contrasto con le aspettative. La struttura sociale è costituita da comportamenti schematizzati e ripetitivi, queste routine stanno alla base istituzioni sociali: le grandi aree della vita sociale in cui si sviluppano routine e modelli di comportamento destinati a durare nel tempo. In assenza di modelli predefiniti di comportamento, gli uomini dovrebbero ogni giorno decidere cosa fare e come agire in ogni situazione sociale. A livello individuale non si possono modificare i modelli della struttura sociale, ma ciò non vuol dire che i modelli siano naturali, immodificabili o inevitabili. C'è una relazione dinamica tra struttura e azione: l'azione umana crea la struttura, poi quella struttura determina l’azione successiva; l'azione futura riaffermerà, modificherà o cambierà radicalmente le strutture sociali in essere. Due concetti chiave sono utilizzati per capire cosa lega una persona ad un'altra e ai modelli della struttura sociale: lo status e il ruolo. Lo status è una posizione che può essere occupata da un individuo all'interno di un sistema sociale. ogni individuo ha molteplici status, che possono essere ascritti o acquisiti, che insieme formano lo status set. Il ruolo è l'insieme di comportamenti attesi che si associano a determinati status. Gli status e i ruoli sono fondamentali per la comprensione delle modalità di interazione tra le persone nei gruppi e nelle organizzazioni. Interazione a livello microsociologico: l’etnometodologia I membri di una società interagiscono regolarmente tra di loro con modalità che si consolidano in modelli. i modelli di interazione si protraggono nel tempo, trasformandosi in routine indipendenti dagli individui che le hanno create. Queste interazioni microsociologiche sono i mattoni su cui si fonda una società. L’etnometodologia è l'approccio che esamina i metodi usati dalle persone per dare significato alle proprie attività quotidiane, enfatizzando le modalità con cui creano collettivamente una struttura sociale nelle proprie attività di tutti i giorni. La struttura sociale esiste proprio perché la creiamo costantemente, seguendo la nostra routine quotidiana. Garfinkel ha cercato di fare emergere queste strutture sociali attraverso i “breaching experiments”: situazioni sociali controllate in cui le persone coinvolte violano intenzionalmente le regole sociali, ignorando norme e comportamenti consolidati, creando dubbi e confusione perché non rispettano le aspettative di ruolo. Interazione a livello mesosociologico: le organizzazioni La struttura organizzativa è l'insieme di regole e routine, formali e informali, che disciplinano l'attività quotidiana all'interno delle organizzazioni. Pensando ad una certa organizzazione, vengono in mente anche i vari ruoli che ricoprono le persone, le norme e le aspettative. Struttura sociale a livello macrosociologico: funzioni e interrelazioni tra istituzioni sociali la prospettiva funzionalista, riguardo l'interrelazione tra le istituzioni, considera la società come un insieme di strutture interdipendenti, ognuna funzionale alla preservazione dell'ordine sociale, che soddisfano i bisogni della società. È importante il concetto di equilibrio, il bilanciamento tra le varie strutture: se una componente si modifica, le altre dovranno adattarsi di conseguenza. Parsons cerca di capire come operano le diverse parti che compongono una società e che ruolo hanno le diverse strutture nella vita sociale. Si interessa al tema dell'integrazione sociale, cioè il processo per cui i valori e le strutture sociali uniscono le persone all'interno di una società. La semplice esistenza di una struttura o di un’istituzione sociale non ne implica necessariamente una funzione positiva. Parsons fu criticato per la sua idea che la separazione tradizionale tra i ruoli di genere fosse funzionale. In questo caso, e in altri, la struttura è disfunzionale. AZIONE SOCIALE Gli esseri umani non sono meri prodotti della struttura, ma pensano, decidono, agiscono, conservando la capacità di azione. Max Weber definiva la sociologia come la scienza che studia l'azione sociale, delineando quattro idealtipi di azione umana:  l'azione tradizionale: è motivata dal costume, vincolata dall'idea che le cose si sono sempre fatte nello stesso modo, tramandate da generazioni.  l'azione affettiva: è guidata dalle emozioni dei sentimenti.  l'azione razionale rispetto al valore: è orientata da un'ideale sia nello svolgersi sia nei fini che intende perseguire.  l'azione razionale rispetto allo scopo: è motivata da logiche di efficienza, per raggiungere uno scopo. L'azione umana è complessa, spesso guidata da una combinazione di queste motivazioni idealtipiche. Weber riteneva che la società moderna industriale sia soggetto all'azione razionale rispetto allo scopo in modo sempre maggiore. Recentemente Ritzer ha affermato che è una forma di azione razionale rispetto allo scopo, la McDonaldizzazione del mondo, sta condizionando la vita quotidiana, imponendo la struttura standardizzata ed efficiente di un fast food a tutti gli aspetti della nostra vita. Inoltre, come la difformità tra l'attrattiva e l'esperienza reale del fast food, l'azione altamente razionale mira migliorare l'esperienza umana ricercando efficienza e progresso, ma può essere inefficiente e disumanizzante per l'uomo. POTERE Il potere è la capacità di ottenere un risultato desiderato, anche andando contro l’opposizione altrui. Quando le persone lavorano insieme accrescono il proprio potere individuale e di attuazione del cambiamento. La disobbedienza è un mezzo potentissimo per i promotori del cambiamento. Poiché il potere è una relazione sociale gli individui possono rifiutarsi di obbedire e, e unendosi in forma di disobbedienza civile, possono favorire il cambiamento. Il privilegio è un vantaggio un beneficio specifico di cui non tutti godono. Il fatto che la maggior parte delle persone vive la propria vita quotidiana inconsapevole dei privilegi di cui gode è di per sé un indicatore di privilegio. Per capire le dinamiche del potere del privilegio, conviene mettersi nei panni di coloro che hanno meno potere: la teoria orientata dal punto di vista specifico mette in discussione assunti incontestati sulla società, analizzandola da diversi punti di vista, considerando l'etnia, la classe, il genere e l'orientamento sessuale di una persona. CAPITOLO 6 CULTURA E INTERAZIONE SOCIALE L'intersoggettività è la condizione in cui più persone interpretano nello stesso modo la conoscenza, la realtà o un'esperienza. i membri di una società condividono un linguaggio comune, ma anche norme e costumi, riferimenti storici e altre informazioni socialmente utili apprese attraverso la socializzazione. La vita quotidiana si basa in parte sull'interpretazione condivisa dalle persone di quella che è la natura della realtà. Se l'interazione non ha successo è perché le parti non hanno raggiunto l'intersoggettività, interpretando in modo differente la realtà che gli si è presentata. La realtà è il risultato di ciò che impariamo dalla nostra società e viene perciò socialmente costruita. Thomas affermò la necessità di interpretare una situazione sociale prima di agire. Attraverso la “definizione della situazione" l'individuo prende in considerazione la propria interpretazione spontanea delle circostanze e ciò che la società gli ha insegnato riguardo a queste. L'interpretazione personale influenza perciò l'azione, come stabilito dal TEOREMA DI THOMAS: Se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze, ovvero l'interpretazione soggettiva della realtà ha effetti oggettivi. Il teorema di Thomas può aiutare inoltre a capire il funzionamento degli stereotipi: generalizzazioni esagerate, distorte o non vere su categorie di persone, che non tengono conto della specificità di ogni individuo. Trattandosi di definizioni condivise, tutti gli stereotipi creano un senso di realtà, quindi possono avere pesanti conseguenze. Il processo di costruzione della realtà sociale è formato da tre step:  Esternalizzazione: le persone creano la società attraverso una continua attività fisica e mentale per assicurare un ambiente stabile entro cui poter vivere.  Oggettivazione: le disposizioni sociali arrivano a sembrare oggettivamente reali: la società appare naturale, al di fuori del controllo di un singolo.  Interiorizzazione: il procedimento attraverso cui apprendiamo la cultura della nostra società e determiniamo la nostra visione del mondo. Gli esseri umani si fanno influenzare dalle loro creazioni e diventano così prodotti sociali. Il mondo sociale in cui viviamo è in costante cambiamento perché le persone costruiscono continuamente la società e ne sono influenzate a loro volta. Un'interazione di successo richiede un'interpretazione condivisa della realtà sociale. l'interazione avviene anche attraverso status sociali, ruoli e modelli di comportamento che costituiscono la struttura sociale. Una categoria di status è uno status sociale che le persone possono avere in comune; un ruolo sociale consiste nell'insieme dei comportamenti attesi che si associano a particolari status. Le aspettative generiche riguardanti il comportamento, i doveri e i diritti associati al ruolo sono stati definiti dalla nostra cultura. L'individuo si destreggia fra i molti ruoli associati ai vari status che occupa. Il conflitto inter-ruoli avviene quando le aspettative associate a ruoli diversi si scontrano. Il conflitto intra-ruolo si verifica quando le aspettative associate a un singolo ruolo competono le une con le altre. L'approccio drammaturgico alla realtà sociale di Goffman utilizza la metafora della vita come teatro, In cui l'autore sono le aspettative culturali; l'attore interpreta un ruolo sociale attivamente, impegnandosi nella gestione delle impressioni, cercando cioè di controllare l'immagine che gli altri hanno di lui; Dietro le quinte non recita il proprio ruolo, mentre sul palcoscenico cambia il proprio comportamento a seconda della scenografia in cui recita, ovvero il luogo in cui si trova. Le reti sociali sono l'insieme dei legami sociali che collegano le persone le une alle altre. i legami le reti sociali forti si basano sull'integrazione personale, ma oggi Internet offre alcuni vantaggi. L'analisi delle reti sociali rivela come sia più probabile che, nella propria rete, si trovino persone simili a sé. Il principio dell'endogamia sociale sostiene che il contatto sociale avviene in percentuale maggiore fra persone simili che fra persone diverse, in base a genere, età, religione e classe. Questo influenza ciò che sappiamo della nostra società perché tendiamo a condividere e rafforzare la nostra visione del mondo con coloro che sono simili a noi. Più forti sono i nostri legami e più probabile è che essi ci forniscano un sostegno, Ma anche altre reti più deboli possono fornire aiuti opportunità, perché cerchi e sociali più vaste di quelle altrimenti accessibili all'individuo. Le interazioni seguono modelli che danno vita a gruppi piccoli o ad organizzazioni più vaste. I gruppi sociali sono un insieme di persone che interagiscono abitualmente le une con le altre e sono consapevoli del loro status di gruppo. I gruppi primari sono formati da persone che hanno contatti regolari, relazioni durevoli e un significativo legame emotivo, interagiscono regolarmente e spesso trascorrono molto tempo insieme, e il loro legame resiste nel tempo. Sono agenti di socializzazione particolarmente influenti e hanno un impatto importante nella vita di una persona. I gruppi secondari sono persone che interagiscono in modo relativamente impersonale per eseguire un compito specifico. Rappresentano associazioni a breve termine o temporanee, che non implicano un legame emotivo significativo fra i membri. Il compito o fine che hanno è al di sopra del legame fra i membri del gruppo. I gruppi di riferimento sono i gruppi con i quali scegliamo di misurarci, possono essere qualsiasi gruppo primario secondario e possono influenzare le nostre scelte anche se non ne facciamo parte. La dimensione di un gruppo determina il tipo di interazione sociale che si instaura al suo interno: maggiore è il numero di persone e maggiore è la stabilità del gruppo, ma minore è l'intensità del rapporto tra di esse. GRUPPI PRIMARI La famiglia è l'insieme di due o più individui, uniti dalla nascita o da un vincolo sociale, che condividono risorse, si prendono cura delle persone a loro carico e mantengono spesso forti legami emotivi. È un'istituzione sociale fondamentale. Varianti della famiglia:  Reti familiari: o Famiglia nucleare: genitori e figli o Famiglia estesa: famiglia nucleare e altri parenti o Famiglia allargata: uno degli adulti ha figli nati da una relazione precedente  Natura dell’unione: o Matrimonio: relazione sociale che crea legami familiari, comporta intimità sessuale ed è formalizzata con un contratto giuridico e/o cerimonia religiosa  La scuola: è la prima esperienza prolungata di contatto con il mondo sociale esterno, in cui si impara a interagire con gli altri e a far parte di un gruppo. Vengono impartite molte lezioni implicite sul comportamento corretto in determinate situazioni sociali.  I media: I bambini apprendono la morale i valori attraverso i media commerciali, il cui primo interesse è vendere i prodotti e socializzare i giovani in modo tale che diventino avidi consumatori. Si è andato sfumando il confine fra infanzia ed età adulta, una volta punto fermo della socializzazione, esponendo i bambini a contenuti sessualmente espliciti e graficamente violenti.  Il gruppo dei pari: è il gruppo di persone, in genere di età simile, che condividono status sociale e interessi. Può influenzare lo sviluppo il comportamento degli individui in modo significativo, offrendo l'opportunità ai giovani di sperimentare valori, credenze e comportamenti diversi da quelli dei loro genitori.  Il luogo di lavoro: è uno degli ambienti più importanti di socializzazione secondaria. La socializzazione professionale è l'apprendimento delle norme informali associate ad un tipo di impiego.  La religione: è l’agente di socializzazione più esplicitamente dedito all'insegnamento di valori e credenze. Per i credenti l'influenza socializzante della religione può rimpiazzare tutte le altre, perché basa i propri precetti su testi considerati sacri e per la presenza di una divinità che giudica.  Le istituzioni totali: Per Goffman sono strutture inglobanti nelle quali un'autorità regola ogni aspetto della vita di una persona. Ci sono 5 tipologie: o istituzioni per persone incapaci ed innocue; o istituzioni per persone che non sono in grado di badare a se stesse e che, senza averne l'intenzione, possono essere una minaccia per la comunità; o istituzioni per coloro che le autorità ritengono un pericolo significativo, allontanandoli dalla comunità; o istituzioni con un compito specifico che richiede l'impegno totale dei partecipanti; o istituzioni distaccate dal mondo. La risocializzazione è il processo attraverso il quale gli individui che passano da un ruolo ad un altro o da una fase di vita ad un'altra sostituiscono vecchie norme e passati i comportamenti con altri nuovi. IL SÉ E LA SOCIALIZZAZIONE Il senso del Sé è l'insieme di pensieri sensazioni che si provano considerando se stessi come un oggetto. Gli umani sono esseri coscienti di sé e possono rendersi oggetto dei propri pensieri e delle proprie attenzioni. il concetto di Sé-specchio è l'idea che il nostro senso del Sé si sviluppi come riflesso del modo in cui riteniamo che gli altri ci vedano. Le nostre interazioni comportano tre fasi che forgiano il nostro Sé:  immaginiamo la nostra immagine negli occhi degli altri;  immaginiamo che gli altri esprimono giudizi su di noi;  proviamo una sensazione che deriva dal giudizio immaginato. il Sé è costituito dall’Io: la parte del Sé che è spontanea, impulsiva, creativa, imprevedibile ed esiste solo nel presente; e dal Me: il senso del Sé ha preso dall'interazione con gli altri, che aderisce alle norme sociali. CAPITOLO 7 MOVIMENTI MIGRATORI Due fattori diversi generano i processi migratori:  fattori di espulsione (push) l'insieme delle problematiche interne al paese d'origine che spingono le persone a migrare nella speranza di trovare migliori condizioni di vita.  fattori di attrazione (pull) del paese di destinazione, riguardano le possibilità di lavoro, la libertà, il benessere economico e politiche specifiche. La combinazione di push e pull ha creato modelli di regolamentazione dell'immigrazione:  modello storico, adottato dove la presenza di immigrati era incoraggiata a causa della scarsità di manodopera locale, garantendo il diritto di cittadinanza tutti i nuovi arrivati.  modello selettivo, ex imperi coloniali favorevoli all'immigrazione di individui provenienti dalle proprie ex colonie piuttosto che da altri paesi.  modello dei lavoratori ospiti, incoraggiavano l'accesso temporaneo di manodopera straniera al solo fine di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro, senza diritti di cittadinanza.  modello della chiusura crescente, politica seguita oggi da gran parte dei paesi occidentali di fronte agli esodi di popolazioni provenienti da paesi più poveri, applicano misure restrittive nei confronti dei flussi migratori in entrata generando clandestinità. La diaspora è il fenomeno per cui una popolazione abbandona il proprio paese d'origine disperdendosi in diversi paesi stranieri, pur mantenendo la propria identità culturale e i legami con gli altri gruppi di emigrati. Ci sono quattro categorie di diaspora:  diaspora di vittime, generata da eventi particolarmente negativi e drammatici.  diaspora imperiale, legata allo sviluppo di un impero e al conseguente trasferimento di parte della sua popolazione nelle nuove colonie.  diaspora dei lavoratori, ricercano nuove possibilità di lavoro in diversi paesi.  diaspora di commercianti, correlata alla creazione di reti commerciali internazionali. IL FENOMENO MIGRATORIO IN ITALIA L'Italia ha due grandi esperienze migratorie: a cavallo del ‘900 c'è la Grande Emigrazione verso Stati Uniti, Brasile e Argentina. La maggior parte degli immigranti proveniva dal Sud Italia. La seconda esperienza migratoria è quella a partire dagli anni ‘50, conclusasi negli anni ‘60 e ‘70, verso alcuni paesi europei bisognosi di manodopera. Le vite dei migranti nei paesi d'accoglienza erano difficili, le condizioni di lavoro dure e vivevano una situazione di emarginazione sociale. Inoltre, in Italia c'è stato un significativo movimento interno dal Sud al Nord, specialmente verso Milano, Torino e Genova. I paesi dell'area mediterranea assunsero poi carattere di paesi di immigrazione, con persone che immigravano da Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina, Filippine e India. L'Italia ha adottato politiche di ingresso molto più rigide, e i migranti si sono trasformati per l'opinione pubblica in irregolari, clandestini, rifugiati e richiedenti asilo. L'Italia continua ad essere un paese di emigrazione soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni che, a causa della crisi economica e della crescente disoccupazione, scelgono di trasferirsi all'estero. ETNIA E RAZZA L'etnia è una comunità caratterizzata da una tradizione culturale condivisa che deriva spesso da un'origine e da una patria comuni. Sono costrutti culturali che esistono solo se vengono accolti spontaneamente dalle persone o imposti da qualcun altro. La razza è una categoria di persone che hanno in comune delle caratteristiche fisiche socialmente significative, come il colore della pelle. Le teorie scientifiche della razza presero piede parallelamente al rafforzamento del colonialismo e dell'imperialismo europeo, fondando i presupposti per giustificare scientificamente il razzismo. L'essenzialismo razziale è l’idea che presunte differenze naturali e immutabili separino le razze. Poiché le etnie e le razze sono costrutti culturali e non dati biologici, la definizione e la significatività dei gruppi razziali ed etnici variano da una cultura all'altra e si modificano nel tempo. STRUTTURA NEI GRUPPI RAZZIALI ED ETNICI I membri che appartengono a razze ed etnie differenti vengono considerati spesso in termini di maggioranze e di minoranze. Un gruppo minoritario è un insieme di persone che subiscono degli svantaggi e hanno meno potere per caratteristiche fisiche o culturali. Un gruppo maggioritario è un insieme di persone che godono di privilegi e hanno un maggiore accesso al potere per via di caratteristiche fisiche e culturali. In alcuni casi le minoranze trovano piena accettazione e parità di status con le maggioranze, in altri casi sono soggette a pregiudizi e discriminazioni: un pregiudizio è un giudizio negativo riguardante un individuo o un gruppo sulla base di informazioni inadeguate. Si basa spesso su stereotipi, cioè generalizzazioni esagerate distorte o infondate che si concentrano su determinate categorie di persone. Quando il pregiudizio è accompagnato dall'azione si ha una discriminazione, un trattamento ineguale che conferisce a un gruppo di persone dei vantaggi su un altro gruppo senza una causa giustificabile. In una società che adotta il pluralismo, gruppi etnici e razziali distinti coesistono in piena parità di condizioni e hanno la medesima dignità sociale. I membri riconoscono e mantengono le proprie differenze, ma non hanno alcun impatto significativo sulla condizione politica, economica e sociale di nessuno. Modelli di interazione tra gruppi maggioritari e minoritari:  L'ibridazione è il processo con cui un gruppo maggioritario e un gruppo minoritario si fondono o si combinano per formare un nuovo gruppo.  L'assimilazione è il processo tramite il quale i membri di un gruppo minoritario arrivano ad adottare la cultura del gruppo maggioritario.  La segregazione consiste nel mantenere fisicamente e socialmente separati diversi gruppi sociali attribuendo loro gradi differenti di potere e prestigio.  Il genocidio è l'eliminazione sistematica di un gruppo di persone in base alla loro razza, etnia, nazionalità o religione. Reazioni dei gruppi minoritari alla discriminazione: Nelle istituzioni le persone usano il proprio potere per rafforzare le aspettative sociali rendendo più facile conformarsi ai ruoli di genere piuttosto che sfidarli. La famiglia ha la massima influenza sulla nostra percezione del genere, fin dalla nascita i genitori e parenti rafforzano il genere dei bambini piccoli in tanti modi standardizzati. Nell'infanzia il modo in cui i genitori interagiscono con maschi e femmine è diverso, per tutta l'infanzia i bambini e le bambine vengono trattati diversamente, vestiti diversamente, giocano diversamente. Le scuole materne aiutano i bambini a sviluppare un'identità di genere modificando il loro rapporto con il proprio corpo. Le bambine vengono rimproverate e zittite più volte rispetto ai maschi, inoltre i vestiti femminili limitano la loro libertà di movimento senza imbarazzo. La socializzazione tra pari può rafforzare la distinzione di genere inducendo una persona a sviluppare un senso del Sé correlato a un gruppo di persone dello stesso genere e a prendere le distanze dall'altro. Anche i media nella maggior parte dei casi rinforzano gli stereotipi culturali di genere. CULTURA, POTERE E DISUGUAGLIANZA DI GENERE La stratificazione di genere è la distribuzione sistematica e uguale di potere e risorse tra uomini e donne all'interno della società. Il patriarcato è un sistema sociale dominato dagli uomini che occupano quasi tutte le posizioni di potere politico ed economico e beneficiano di aspettative culturali che limitano il ruolo e l'influenza delle donne. Il matriarcato è un sistema sociale dominato dalle donne. Il matriarcato non è una forma di dominio del femminile sul maschile ma va inteso come società fondata sulla collaborazione e l'equilibrio tra i generi in cui le decisioni sono prese utilizzando il metodo del consenso e vivendo nel rispetto della natura e delle risorse che essa ci mette a disposizione. Il predominio maschile è dovuto alle differenze legate al sesso e in particolare al ruolo tradizionale delle donne legato alla generazione all'allevamento dei figli. I piccoli dipendevano totalmente dalla madre per il sostentamento dato che allattavano per i primi due anni ogni quarto d'ora durante il giorno e a intervalli più lunghi durante la notte, poi con minor frequenza per altri due anni, limitando i tipi di attività delle donne. LAVORO E LIVELLI DI ISTRUZIONE Il differenziale retributivo di genere o gender pay gap è l'indice che misura la differenza retributiva tra gli uomini e le donne in un determinato mercato del lavoro. Le donne guadagnano in media, a livello orario, il 16% in meno degli uomini. In passato gli uomini hanno sempre superato le donne in quanto a livello di istruzione, ma negli ultimi decenni le donne hanno superato gli uomini. Ciò nonostante, i campi di studio che scelgono per laurearsi e le professioni che svolgono le donne sono ancora ripartite spesso in un'ottica di genere. Il controllo delle nascite attraverso la contraccezione e il movimento femminista hanno contribuito alla partecipazione della donna alla forza lavoro. Il soffitto di cristallo è la barriera invisibile creata dal sessismo individuale istituzionale che impedisce a donne qualificate di raggiungere livelli elevati nella struttura manageriale, facendo sì che gli uomini occupino posizioni direttive in misura maggiore delle donne. Il pregiudizio di genere si determina a livello inconscio ed influenza la valutazione reciproca del lavoro altrui contribuendo alla discriminazione. Colleghi e capi sono più propensi a considerare in generale gli uomini competenti e logici e le donne inaffidabili ed emotive. La donna inoltre ha una duplice responsabilità verso la famiglia e verso il lavoro. Il fenomeno del secondo turno dimostra che le donne che lavorano fuori casa hanno ancora la responsabilità primaria dei lavori domestici e della cura dei figli. Inoltre, per questo motivo, sono più propense ad usare congedi parentali o a diventare part-time, essendo solitamente considerate solamente una fonte integrativa di reddito rispetto all'uomo che è la fonte principale del reddito familiare. Il livello delle disuguaglianze di genere In una società tende a influenzare il modo in cui le coppie negoziano la suddivisione dei lavori domestici. L'esigua quantità di donne che detengono una posizione di potere politico implica una loro sottorappresentazione nei gruppi che hanno il compito di approvare le leggi, indirizzare le risorse e stabilire le priorità politiche. LA VIOLENZA SULLE DONNE La violenza sulle donne è sul tempo stesso una conseguenza e una causa delle disuguaglianze. La violenza domestica sulle donne è stata storicamente largamente accettata. Oggi in molte società il movimento femminista è riuscito a modificare norme culturali, standard giuridici e pratiche di applicazione della legge in tema di violenza domestica. la violenza domestica è un comportamento violento fisico, sessuale, psicologico, emotivo ed economico che viene usato da una persona per acquisire o mantenere il potere e il controllo sul proprio partner. La radice della violenza sulla donna sta nella sua oggettivazione estrema da parte dell'uomo che nel suo immaginario la concepisce come un oggetto di sua proprietà. Le molestie sessuali sono proposte sessuali non gradite richieste di favori sessuali e molestie verbali di varia natura. Alcune forme di esse sul lavoro coinvolgono l'abuso di potere di qualcuno che lo possiede che chiede prestazioni sessuali in cambio di benefici o attraverso ricatti. Un'altra forma di violenza organizzata contro le donne è il traffico di esseri umani per sfruttarli sessualmente come manodopera coattiva. La mutilazione dei genitali femminili è un'espressione generica che sottende una serie di procedure intense per rimuovere parzialmente o totalmente i genitali esterni delle donne. La forma più comune comporta l'asportazione del clitoride e delle piccole labbra eseguita senza anestesia durante l'infanzia o l'adolescenza. LA SESSUALITÀ La sessualità è l'insieme di desideri, comportamenti e identità sessuale di una persona. Ci sono due approcci alla sessualità umana:  Considerando gli esseri umani come animali super-evoluti per i quali il sesso è semplicemente un'attività biologica naturale necessaria alla riproduzione. Chiamando in causa la natura, si emettono giudizi su attività sessuali normali e innaturali, come l'omosessualità. Anche in natura il sesso include una vasta gamma di pratiche finalizzate a scopi non riproduttivi.  Il comportamento umano è prodotto della cultura oltre che della biologia e la sessualità è un insieme di pratiche socialmente regolate che variano da una cultura all'altra e nel tempo. La teoria queer afferma che durante la vita di una persona le identità sessuali sono socialmente costruite quindi si evolvono e possono essere modificate. L'identità sessuale o orientamento sessuale designa il nostro Sé in relazione al tipo di attrazione sessuale che proviamo nei confronti degli altri. Ci sono quattro gruppi principali:  eterosessuali a tratti dall'altro sesso;  omosessuali attratti dallo stesso sesso;  bisessuali attratti da entrambi i sessi;  asessuali non sono attratti sessualmente da nessuno. l'identità sessuale è determinata da una combinazione di influenze genetiche ormonali e ambientali. Il concetto di omosessuale e eterosessuale è nato solamente a partire da metà del diciannovesimo secolo. Inizialmente era una separazione rigida tra le identità sessuali, ma oggi si sostiene che la sessualità sia un continuum. Le diverse culture hanno visioni molto divergenti sulla comunità LGBTQIA+. L’eterosessismo è un insieme di atteggiamenti e comportamenti che indica la convinzione che tutti siano eterosessuali. Non prova necessariamente sentimenti negativi nei confronti degli LGBT, ma ne ignora l'esistenza. L'omofobia è un misto di disapprovazione di paura nei confronti degli lgbt ed è spesso fonte di ostilità e discriminazione. IL GENERE IN SOCIOLOGIA Il femminismo è una filosofia che promuove l’uguaglianza sociale, politica ed economica tra uomini e donne. La prima ondata a fine del diciannovesimo secolo ha lottato per il diritto di voto l'abrogazione delle leggi discriminatorie l'ampio accesso all'educazione superiore e rendere disponibile la contraccezione. La seconda ondata negli anni ’60 e ’70 ha affrontato la disuguaglianza di genere nell'ambiente di lavoro e nell’educazione, gli stereotipi di genere nella cultura popolare i ruoli restrittivi di genere i diritti riproduttivi e la libertà sessuale. La terza ondata promuove l'autoemancipazione e l'autostima sessuale. L'attivismo sociale ha sensibilizzato sempre più l'opinione pubblica sui problemi degli LGBT, in particolare a seguito degli stonewall riots. Weber crede che le chance di vita, possibilità di accedere a risorse economiche e culturali apprezzate, siano alla base delle dinamiche di stratificazione. I funzionalisti americani Davis e Moore sostennero che la stratificazione aiutava a fare in modo che le posizioni più importanti venissero coscienziosamente occupate dalle persone più qualificate. La competizione tra gli individui per ottenere posizioni meglio retribuite finisce per produrre un beneficio positivo per l'intera società, poiché le posizioni più elevate devono essere occupate da persone qualificate. Richiedendo livelli più elevati di formazione e un talento non comune, le maggiori ricompense inducono le persone a studiare e a competere per occuparle. I critici della prospettiva funzionalista pongono l'accento sulla disuguaglianza preesistente, che incide sulla capacità di competere di una persona, e sulle barriere alla mobilità, che impediscono a individui meritevoli di progredire. Inoltre, l'idea di posizione più importante è socialmente costruita e non può essere definita da un singolo individuo. INERZIA NELLA STRATIFICAZIONE Il capitale culturale è l'insieme di diversi tipi di conoscenze, competenze e altre risorse culturali. I giovani interiorizzano tali insegnamenti che formano habitus sociali e mentali indirizzandoli verso posizioni di classe simili a quella dei genitori. Il capitale culturale interagisce con il capitale economico e con il capitale sociale (l'insieme delle relazioni potenzialmente preziose sul piano economico che derivano dall'appartenenza ad un gruppo). FLUIDITÀ NELLA STRATIFICAZIONE La mobilità sociale è lo spostamento di un individuo o di un intero gruppo da una posizione sociale ad un'altra.  mobilità verticale è il movimento delle posizioni più basse della piramide sociale a quelle più alte e viceversa, può essere ascendente se si ottiene un miglioramento o discendente se avviene un peggioramento degli standard di vita.  la mobilità orizzontale è il passaggio di un individuo da una posizione ad un'altra nell'ambito dello stesso livello sociale, non producendo cambiamenti significativi.  la mobilità intragenerazionale si riferisce ai mutamenti di posizione socio-economica di un singolo individuo durante il corso della propria vita.  la mobilità intergenerazionale si focalizza sul rapporto tra le generazioni, confrontando la posizione sociale raggiunta da un individuo con quella della sua famiglia di origine. Quando avviene una modificazione profonda ed estesa della struttura occupazionale e del relativo sistema di disuguaglianza si parla di mobilità strutturale. STATO SOCIALE La cittadinanza sociale è l'insieme dei diritti a contenuto economico e sociale che permettono agli individui di divenire membri a pieno titolo della comunità politica. Le politiche pubbliche seguono due approcci: il primo produce risultati più equi restringendo il gap tra i ricchi e poveri e consiste nel fornire a tutti alcuni servizi di base attenuando l'impatto delle differenze tra i redditi. Il secondo consiste nell'aumentare i redditi dei meno pagati e nell'aumentare le imposte ai detentori di redditi più elevati, promuovendo pari opportunità. Questo secondo approccio promuove l'istruzione come mezzo di mobilità individuale. Il Welfare State, o stato sociale, è l'insieme delle istituzioni, delle norme giuridiche, degli attori e delle politiche pubbliche utilizzate per allestire una serie di meccanismi sistemici volti alla gestione dei rischi sociali ed esistenziali. Si occupa di:  assistenza, interventi per fronteggiare la marginalità sociale e la povertà.  assicurazioni contro la vecchiaia o previdenza e infortuni sul lavoro.  politiche del lavoro, volte a ridurre e fronteggiare i rischi derivanti dalla disoccupazione, promuovere la creazione di occupazione, la tutela di quella esistente e standard più elevati di lavoro.  politiche per la salute. Le quattro leve fondamentali dello Stato sociale sono:  la leva fiscale: permette una redistribuzione del reddito tra le diverse classi di percettori mediante l'imposizione fiscale e tributaria.  i trasferimenti monetari e sussidi: una somma di denaro viene corrisposta ad una determinata categoria di persone con requisiti specifici.  welfare aziendale: il sistema di prestazioni e servizi non monetari stabilito per legge.  servizio alle persone: con cui si erogano prestazioni a specifici target di utenti. Ci sono quattro modelli storici di Stato sociale:  modello socialdemocratico: le tutele sono universaliste e tende alla realizzazione della piena cittadinanza sociale. Lo stato è il principale attore del welfare.  modello corporativo: le tutele sociali sono correlate alla categoria lavorativa di appartenenza con standard minimi di tutela piuttosto elevati. Lo stato ha un ruolo centrale nel welfare.  modello mediterraneo: un mix di tutele a base corporativa e universalistica, riserva un ruolo rilevante alla famiglia, che è variamente sostenuta.  modello liberale: il mercato e il settore no profit costituiscono gli attori principali del sistema di welfare mentre lo stato interviene poco. STRUTTURA DI CLASSE NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA Tre approcci:  Approcci neo-marxiani: si basano sulla centralità della sfera produttiva al fine di determinare le dinamiche fondamentali e le principali strutture di classe. Si focalizza sulle molteplici relazioni tra la sfera politica e quella culturale mediatica, ruotando attorno ai due assunti del lavoro, che influenza l'identità sociale delle persone e le loro azioni, e della produzione e del lavoro che investono le relazioni sociali a causa del capitale transnazionale e della tecnologia pervasiva.  Approcci neo-weberiani: sostengono che la multidimensionalità della stratificazione sociale è oggi ancora più valida. Si rifiutano di ridurre le sfere politica e culturale a quella economica, ma sottolineano la priorità di quest'ultima. Studiano i processi di mobilità sociale e l'influenza del potere, della produzione e riproduzione delle disuguaglianze.  Teoria della frammentazione: sostiene che l'avvento della società post-industriale ha comportato mutamenti nella struttura sociale tali che il sistema di classi appare troppo semplicistico. La dimensione del consumo diventa prioritaria rispetto a tutte le altre poiché da questa si originano stili di vita attorno ai quali si aggregano persone anche di condizione economica e occupazionale diversa. Non conta la gerarchia oggettiva a cui le disuguaglianze economiche conducono, ma il modo in cui esse sono vissute e utilizzate dalle persone nella loro vita quotidiana. DISUGUAGLIANZE GLOBALI E POTERE La disuguaglianza globale consiste nella differenza di ricchezze e di potere tra i paesi nel mondo. Per calcolarla si utilizza il potere d'acquisto di uno stato, ossia il valore medio dei beni e dei servizi che acquistano in un anno gli abitanti di un determinato paese. Il livello di reddito è radicato in una serie di dimensioni:  Aspettativa di vita e salute. La povertà uccide.  Abitazione. Baraccopoli per i più poveri.  Istruzione. Gli abitanti dei paesi poveri sono analfabeti e i bambini lavorano già in tenera età. La disuguaglianza interna esiste in tutti i paesi ed è causata in parte da scelte di politica pubblica. I livelli più elevati si riscontrano negli stati più poveri, mentre i paesi ricchi hanno tassi relativamente bassi di disuguaglianza, ad eccezione degli Stati Uniti. CAUSE SOCIALI DI DISUGUAGLIANZA MONDIALE Tradizionalmente le diversità e disuguaglianze materiali sono attribuite a fattori quali il clima e il tipo di risorse naturali disponibili, ma oggi ci sono due grandi cause sociali di disuguaglianze globali: la cultura e il potere. La teoria della modernizzazione attribuisce la disuguaglianza nel mondo alle differenze culturali tra i paesi. Alcune società avrebbero resistito all'industrializzazione perché preferivano mantenere stili di vita tradizionali, creando un divario economico sempre più ampio tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. La teoria della dipendenza attribuisce la disuguaglianza globale allo sfruttamento dei paesi più deboli e più poveri da parte di paesi ricchi e potenti. L'origine sta nell'intensificazione delle scoperte, dei viaggi e del commercio internazionale circa cinque secoli fa: la più visibile forma di competizione globale fu il colonialismo, ovvero l'utilizzo del potere militare, politico ed economico da parte di una società per dominare i membri di un'altra società per trarne beneficio economico. Il colonialismo è stato sostituito dal neocolonialismo, un sistema di dominio economico esercitato sui paesi più poveri da parte dei paesi più ricchi senza usare un controllo politico formale. Le ex colonie continuano a dipendere da un paese più ricco per gli investimenti e l'esperienza tecnica. APPROCCIO DIVERSO ALLA DISUGUAGLIANZA MONDIALE Un altro approccio allo studio della disuguaglianza globale è la World System Analysis che si concentra sull’interdipendenza tra i paesi che fanno parte di un unico sistema economico globale, creando tre gruppi di stati in base alla loro relazione con l'economia globale:  paesi centrali: sono gli stati più ricchi del mondo che stanno al centro dell'economia globale, hanno tratto beneficio dal colonialismo e continuano a dominare l'economia tramite multinazionali e istituzioni finanziarie globali.  paesi periferici: sono i più poveri e meno potenti del mondo, situati ai margini dell'economia globale. Partecipano fornendo risorse naturali e manodopera a basso costo e fungendo da mercati per alcuni beni.  paesi semiperiferici: sono stati dal reddito medio che hanno una base industriale più solida dei paesi periferici. Con i sistemi di comunicazione e di trasporto il capitale dei paesi centrali può essere trasferito in ogni parte del mondo. I paesi più poveri competono per gli investimenti esteri offrendo manodopera a basso I contenuti sono prodotti allo scopo di attirare un pubblico desiderabile per gli inserzionisti. La maggior parte delle aziende mediatiche operano un mercato dualista dove un'azienda vende due tipi di completamente diversi di prodotti a due categorie di acquirenti completamente differenti: i consumatori che acquistano prodotti mediatici e gli inserzionisti pubblicitari che acquistano spazi commerciali sulle piattaforme mediatiche. Per molti media il pubblico non è il cliente, ma lo è l'inserzionista. Il contenuto dei media riflette anche le diverse disuguaglianze presenti nel nostro sistema sociale. Un pubblico attivo sceglie come usare i media e ne interpreta attivamente il contenuto, anche se l'interpretazione è influenzata dalla propria posizione sociale. I media hanno capacità di influenza: la teoria del lago ipodermico affermava che i mass media fossero in grado di inoculare idee nell'opinione pubblica. Successivamente la teoria dell'agenda-setting afferma che i media potrebbero non essere in grado di dire alle persone cosa devono pensare ma possono influenzare significativamente ciò a cui pensano, enfatizzando vari argomenti. Attraverso un'esposizione costante i media possono influenzare la nostra visione della realtà. La teoria della coltivazione afferma che grazie ad una loro esposizione ripetuta e prolungata le persone arrivano a prendere per buone molte delle rappresentazioni del mondo offerte dai media. CRESCITA DEI MEDIA Il nostro rapporto con la realtà è sempre più filtrato dai media, tanto che trascorriamo sempre più tempo sui media in tutte le forme possibili. Le persone usano spesso più media contemporaneamente, sottovalutando la quantità di tempo che dedicano ai media. La convergenza mediatica è la fusione di media diversi che possono anche avere più contenuti, come lo smartphone. Lo user-generated content è un contenuto creato dai comuni utilizzatori dei media, anziché dalle aziende del settore, ed è fruibile da un pubblico potenzialmente vasto. Ne sono un esempio i siti web creati da un singolo o da un piccolo gruppo, i siti commerciali che consentono di creare o caricare i contenuti e i contenuti collaborativi che permettono agli utenti di aggiungere o modificare Informazioni. Il costo sociale è che questo ambiente mediatico è privo di filtri e regolamentazioni e può includere materiali pericolosi. FUNZIONI DEI MEDIA Fonte d’informazione: i media servono da magazzino e da veicolo di trasmissione per le conoscenze e le informazioni accumulate da una società. Costruzione della realtà: viviamo in una iper-realtà, ossia in una condizione per cui le rappresentazioni mediatiche sostituiscono l'esperienza del mondo reale. La nostra vita è saturata da un flusso costante d'immagini mediatiche che possono creare una realtà a sé stante. La costante esposizione ai contenuti mediatici influenza l'immagine che abbiamo di noi stessi, della nostra società e del nostro mondo. La socializzazione mediatica può essere influente per i bambini che hanno un'esperienza di vita limitata e non hanno sviluppato la propria identità. Promozione di ideologie: chi ha più potere nella società ha anche un maggiore accesso ai media popolari con cui promuovere le proprie idee, è perciò importante sapere chi possiede e controlla i media. La funzione ideologica dei media viene esercitata dall'esposizione a tante diverse rappresentazioni mediatiche della realtà e all'assenza di prospettive alternative. POTERE E MEDIA Il digital divide è il divario tra chi ha le conoscenze e le risorse necessarie per usare la tecnologia digitale e chi non ne ha. Il maggiore è quello che separa i paesi ricchi da quelli poveri: l'espansione globale dei media ha infatti un andamento ineguale, ricalcando le linee di disuguaglianza economica. In tutto il mondo i media sono disciplinati dai governi e le aziende mediatiche accettano di buon grado una certa regolamentazione che proteggono gli investimenti e assicurano loro il controllo esclusivo dei propri prodotti. L'imperialismo culturale è la tendenza delle aziende mediatiche dei paesi più ricchi a esportare così tanti dei loro prodotti da arrivare a dominare le culture locali di altri paesi più poveri. Secondo alcuni la globalizzazione dei media finirà per omologare la cultura mondiale. IMPATTO SULLA SOCIETÀ I media hanno conseguenze sociali negative. Sono istantanei, di facile accesso ed emotivamente coinvolgenti, portando a concentrarsi sull’immediato: il risultato è un contenuto che può essere rapido, fuggevole, frammentato e spesso inconsistente. È nata una cultura strutturalmente affetta da un deficit di attenzione caratterizzata da una stimolazione costante, da continue interruzioni e dal multitasking che fornisce uno scarso apporto intellettuale limitando la nostra capacità di concentrarci e di coltivare gli aspetti più profondi e più sostanziali della vita. Pur avendo l'intero sapere a portata di mano la generazione cresciuta con i nuovi media è meno informata, meno colta e più autoreferenziale a causa della popolarità dei social network che favoriscono l'immediatezza e la personalizzazione delle reti sociali e enfatizzando l'egoismo e l'egocentrismo. LA CULTURA CONSUMISTICA Il consumo è il processo di scelta, acquisto e utilizzo dei beni. È strutturato dalle istituzioni economiche, dall'ordinamento giuridico e dalle norme sociali informali che contribuiscono ad organizzare la produzione e la vendita dei beni. È promosso attraverso la pubblicità e i media. Coinvolge i valori, le credenze i comportamenti dei consumatori che, oltre a soddisfare i bisogni elementari, lo utilizzano per sviluppare ed esprimere la propria identità. la cultura consumistica si è sviluppata grazie a  l’industrializzazione che ha reso possibile produrre una quantità di beni senza precedenti.  la produzione di massa, che ha ridotto sensibilmente il costo di numerosi articoli mettendoli a disposizione di un numero maggiore di persone.  gli enormi investimenti necessari per creare fabbriche idonee alla produzione di massa hanno fatto nascere aziende più grandi e più centralizzate.  la concorrenza finalizzata a produrre e vendere bene ad un costo più basso ha finito per dominare il mercato dei beni di consumo. È stata introdotta l'obsolescenza pianificata, ovvero la deliberata progettazione e produzione di beni di consumo che perdono la propria utilità in un tempo relativamente breve, per creare domanda continua.  l'eccesso di capacità produttiva ha contribuito all'ascesa della pubblicità come mezzo per promuovere ulteriori consumi. Secondo Marx il lavoro che svolgiamo per soddisfare i nostri bisogni materiali dovrebbe essere creativo e soddisfacente. L'ascesa del capitalismo industriale ha distorto la nostra relazione con il lavoro separandolo dai nostri bisogni elementari. La conseguenza è l'alienazione, cioè la separazione e l'isolamento dei lavoratori dovuti alla struttura della società capitalista, che ha diverse dimensioni:  i lavoratori separati dalla loro condizione naturale di essere creativi autonomi, che diventano ingranaggi  i lavoratori vengono separati l'uno dall'altro, cessano di cooperare  i lavoratori vengono separati da ciò che producono, i prodotti sono proprietà del datore di lavoro  i lavoratori vengono separati dal processo produttivo, il lavoro diventa monotono e privo di significato Questo crea un’insoddisfazione e un'infelicità che i pubblicitari possono sfruttare beneficiando i capitalisti. Il feticismo delle merci è l'incapacità dei consumatori di riconoscere il lavoro che dà valore ai prodotti che utilizzano, non collegando la produzione dei prodotti a tali prodotti. Nella società moderna l'identità è incerta e in divenire. Il consumismo è un’enfasi sullo shopping sul possesso di beni materiali come via d'accesso alla felicità personale. Attraverso il prodotto i pubblicitari vendono l'identità e gli individui a loro volta esprimono la propria identità attraverso le scelte che fanno nel proprio ruolo di consumatori. PROMUOVERE IL CONSUMO: LA PUBBLICITÀ La pubblicità è onnipresente nella società contemporanea ed è la fonte primaria di ricavi per la maggior parte dei media. Gli investitori pubblicitari devono far sentire le persone insoddisfatte di ciò che hanno e indurle a credere che un acquisto possa migliorare la loro condizione. Il ciclo infinito consumo-insoddisfazione-consumo è un elemento intrinseco della cultura consumistica. Un problema delle industrie pubblicitarie è che in genere la gente non apprezza gli spot e di conseguenza devono costantemente trovare nuove soluzioni pubblicitarie. Un modo per vincere la resistenza alle inserzioni pubblicitarie è piazzarle in luoghi pubblici difficili da evitare o collocarle dove le persone non possono fare a meno di vederle. Il product placement è una tecnica che prevede l'integrazione di un prodotto pubblicizzato nel contenuto dei media rendendo inevitabili gli spot. La pubblicità occulta è l'inserimento di messaggi pubblicitari indiretti in situazioni di vita reale. Il marketing virale avviene quando i pubblicitari ingaggiano delle persone che promuovono indirettamente i loro prodotti in situazioni reali, elogiandone i vantaggi e le virtù. IMPATTO SOCIALE DELLA CULTURA CONSUMISTICA La cultura consumistica perpetua le disuguaglianze sociali ed economiche. Inoltre è fonte di instabilità sociale e mina la felicità degli esseri umani, creando desideri smisurati che non possono essere soddisfatti. La mercificazione è il processo per cui qualunque cosa è trasformata in merce da acquistare e vendere, creando un senso di vuoto e di alienazione nelle società in cui tutto è misurato in termini monetari. La diffusione della cultura del consumo in tutto il mondo ha portato ad un danno ambientale di proporzioni gigantesche, facendo sì che vengano utilizzate le risorse della terra ad un ritmo insostenibile.  Innovazione: si accettano gli obiettivi culturali ma, non avendo i mezzi legittimi, si ricercano vie alternative spesso devianti.  Ritualismo: non si crede negli obiettivi culturali, ma si esegue formalmente il proprio compito avendo i mezzi per farlo.  Rinuncia: non si crede negli obiettivi culturalmente definiti e non si ha accesso ai mezzi, finendo nell'isolamento sociale e nell'abbandono.  Ribellione: si creano nuovi obiettivi e si adottano nuovi mezzi per raggiungerli, portando cambiamento sociale. POTERE E DEVIANZA Il potere è significativo per quattro motivi nell'alimentazione delle disuguaglianze:  il potere è legato alle nostre concezioni di base riguardo ciò che è normale e ciò che è deviante. Alcuni gruppi della società hanno il potere di definire le norme e decidere quali comportamenti siano devianti. Quando si cercano di spostare i confini della devianza è facile creare tensioni e conflitti politici con chi ha creato tale norma.  il potere determina se e come le autorità fanno rispettare le norme e puniscono la devianza. I principali attori del controllo sociale hanno l'autorità necessaria ad imporre la conformità e grazie al loro potere possono punire chi infrange le regole.  l'accesso al potere consente ad alcuni gruppi privilegiati di attuare forme ben precise di comportamento deviante. Questo genere di comportamenti devianti può danneggiare un gran numero di persone o minare la fiducia nelle istituzioni alla base della società, come ad esempio i crimini dei colletti bianchi.  il potere permette a qualcuno di evitare l'etichetta di deviante o la punizione che ne deriva. Le persone che detengono il potere possono evitare la responsabilità per un comportamento deviante sia a livello individuale sia a livello di organizzazione. CONTROLLO SOCIALE E DEVIANZA Tutti siamo soggetti al controllo sociale, ovvero gli incentivi e le posizioni che promuovono la conformità nella vita sociale, interiorizzando le norme e le aspettative sociali. Il controllo sociale avviene attraverso:  influenze interne: parte importante del processo di socializzazione è imparare ad evitare quelli che la società definisce modi indesiderabili di pensare e agire. Per la società è l'unica forza in grado di limitare i desideri dell'uomo e controllarne le passioni dando soddisfazione e pace. In assenza delle forze sociali che operano su di noi si desidererebbe sempre di più e ci si sentirebbe instabili. In opposizione Foucalt delineò il nostro ruolo di attori nell'autocontrollo descrivendo la società contemporanea come un luogo in cui siamo costantemente sotto sorveglianza, ovvero sotto il monitoraggio da parte delle autorità che vigilano sui limiti di ciò che è normale.  Influenze esterne: gli attori del controllo sociale sono le autorità e le istituzioni sociali che fanno rispettare norme e regole, tentano di prevenire le violazioni e identificano e puniscono i trasgressori. La teoria del controllo istituzionale suggerisce che il nostro comportamento è regolato dalla forza del nostro attaccamento alle grandi istituzioni sociali. Un forte attaccamento e un intenso coinvolgimento dissuade dal violare le regole. CAPITOLO 12 POLITICA La politica è il luogo figurato in cui le società prendono decisioni collettive su priorità e linee programmatiche. La sede fondamentale dell'attività politica è il governo, cioè l'organizzazione che esercita l'autorità e prende le decisioni all'interno di una specifica comunità. Le strutture di governo si classificano in tre tipologie:  Monarchia: è un sistema di governo guidato da una singola persona che in genere eredita il proprio ruolo. o Monarchia tradizionale o assoluta: un singolo sovrano gode di un potere incondizionato. o Monarchia parlamentare: democrazia che riconosce alla famiglia reale un ruolo limitato e spesso solo simbolico.  Governo autoritario: presenta un leader autonominato che esercita un forte controllo sulle vite dei cittadini, limitandone i diritti civili. È guidato da un singolo partito dominante o dall'esercito, non si basa sul sostegno popolare e non tollera forme di opposizione politica. Limita i diritti civili intromettendosi nella vita privata e utilizzando forme di sorveglianza.  Democrazia: è un sistema politico suffragio universale in cui il leader di governo sono eletti tramite elezioni multipartitiche. o Democrazia diretta: i cittadini partecipano alle decisioni politiche attraverso referendum. o Democrazia rappresentativa: i cittadini eleggono i propri delegati, responsabili dei processi di decisione politica del governo Ci sono cinque componenti essenziali di un governo democratico: 1. elezioni libere e regolari. 2. diritti civili. 3. un governo efficiente che mette in atto le decisioni prese democraticamente. 4. partecipazione politica attiva dei cittadini alla vita pubblica. 5. presenza di una cultura politica democratica in cui i sostenitori dei candidati sconfitti accettano il giudizio degli elettori e consentono la transizione del potere. STRUTTURA POLITICA Esistono diversi tipi di democrazia: nei sistemi presidenziali gli elettori scelgono il capo del governo, mentre nei sistemi parlamentari sono i membri dell'assemblea legislativa ad eleggere il primo ministro. Le democrazie possono basarsi su un sistema elettorale maggioritario (la lista che ha ottenuto il maggior numero di voti ottiene più seggi o un premio in seggi) o su un sistema elettorale proporzionale (i partiti ottengono un numero di seggi al governo proporzionale ai voti ricevuti). CULTURA POLITICA La socializzazione politica insegna le norme e le aspettative di base della vita politica e promuove il nostro coinvolgimento in essa. I sistemi politici democratici incoraggiano i cittadini a partecipare alla politica, tuttavia un numero sempre maggiore di cittadini si limita a evitare la politica e non votare. Post-democrazia è un tipo di sistema politico che, pur mantenendo le regole democratiche, le svuota mediante una prassi politica antidemocratica e attraverso la bassa partecipazione dei cittadini. Nei sistemi politici democratici la legittimità del governo si basa sull'idea che i governi eletti abbiano il consenso dell'opinione pubblica. Un modo per esprimere consenso è parlare di temi di attualità. La spirale del silenzio è una teoria secondo la quale le persone decidono di non esprimersi su temi controversi quando pensano che le loro opinioni non siano ampiamente condivise al fine di evitare l'isolamento sociale. Gli individui cercano quindi di adeguarsi alle opinioni prevalenti o a parlare di temi di attualità solo se la propria opinione è diffusa. La tendenza dell'uno a parlare e dell'altro a restare in silenzio innesca una spirale che porta un'opinione a diventare dominante. POTERE E POLITICA Ci sono tre approcci che permettono di comprendere la distribuzione reale del potere politico nelle società contemporanee:  teoria pluralista: il potere politico è frammentato tra numerosi gruppi in competizione tra loro. Le categorie sociali sono rappresentate da organizzazioni che cercano di influenzare le politiche governative informando l'opinione pubblica e sostenendo candidati in sintonia con le proprie idee.  teoria delle élite: il potere politico appartiene ad una ristretta cerchia di persone, qualunque sia la forma di regime politico esistente. Il potere consiste essenzialmente nell'esercizio del dominio da parte di una minoranza organizzata, che impone la propria volontà su una maggioranza disorganizzata. Il potere è concentrato tra coloro che guidano le principali istituzioni burocratiche della società. L'influenza dei comuni cittadini risulta minima, tranne nel caso in cui le élite siano in disaccordo tra loro.  teoria della classe dominante: il potere politico è concentrato nelle mani dei ricchi che possiedono o controllano gran parte delle risorse economiche nazionali. Il sistema economico è la principale fonte di potere, utilizzato dalle grandi aziende per influenzare il governo. L'utilizzo delle risorse economiche riduce la capacità dei comuni cittadini di influenzare il sistema politico. Il livello di partecipazione politica è legato a fattori strutturali, istituzionali e culturali, in quanto l'individuo di status socioeconomico elevato la capacità maggiori, più risorse, più consapevolezza delle tematiche politiche, maggiore esposizione ai flussi di comunicazione politica e interagisce con altri individui attivi. Molto importante è infatti il rapporto tra la socializzazione politica dei giovani e lo status socioeconomico delle famiglie di origine. Questo fa sì che i più ricchi influenzino il sistema politico, mentre i poveri cessano di partecipare attivamente, non avendone le risorse e vedendo l'influenza dei ricchi, aumentando così le disuguaglianze normative. ECONOMIA L'economia è un'istituzione sociale che include la produzione, la distribuzione e il consumo di beni e servizi. È un costrutto sociale e varia nel corso del tempo e da una cultura all'altra. Le economie moderne si affidano alle corporation (=società di capitali), aziende trattate come entità distinte dai loro proprietari, che godono di diritti tipici degli individui e i loro proprietari non sono responsabili delle loro passività e possono quindi assumersi i rischi maggiori. ECONOMIA SOCIALE Le attività economiche sono attività sociali che richiedono interazione, cooperazione, scambi e organizzazioni. L'economia è sociale per diversi motivi:  economia e coesione sociale: i rapporti economici sono possibili solo a partire da un certo livello di fiducia, perciò prima della relazione economica deve esistere una relazione sociale.  economia e cultura: le economie sono radicate nei valori culturali di una società, condannando il commercio di alcuni beni perché i valori culturali hanno maggior peso delle opportunità di guadagno.  Movimenti sociali globali: i problemi sociali sono divenuti globali e di conseguenza anche le risposte degli attivisti dei movimenti. GLOBALIZZAZIONE E CULTURA Entrano in contatto culture differenti che si influenzano reciprocamente. Il contatto interculturale può aumentare la comprensione e la tolleranza, ma può portare anche a conflitti riguardanti idee e valori incompatibili di culture differenti. I prodotti culturali che viaggiano nell'economia globale sono principalmente provenienti dai paesi ricchi, protraendo il problema della disuguaglianza tra stati. GLOBALIZZAZIONE E STRUTTURA Sono state create nuove strutture sociali, per facilitare e gestire l'aumento delle relazioni transnazionali. Le nuove tecnologie hanno consentito l'emergere di forme di comunicazione interazione che implicano gerarchie burocratiche meno stratificate, perché più dirette. GLOBALIZZAZIONE E POTERE Le nazioni più ricche tendono a essere più globalizzate di quelle povere. Anche all'interno di un singolo paese solo chi è relativamente benestante può permettersi strumenti che consentono di partecipare ai diversi aspetti della globalizzazione. Le nazioni in via di sviluppo più povere sono state gravemente danneggiate dalle politiche economiche legate alla globalizzazione. I lavoratori dei paesi ricchi hanno perso il lavoro a favore dei cittadini dei paesi poveri, che però sono sfruttati e sottopagati. Si è sviluppato il neoliberismo: una filosofia economica che favorisce i mercati, la liberalizzazione e la riduzione della spesa sociale da parte del governo, promuovendo il trasferimento del potere dal governo alle imprese private. UNIONE EUROPEA L'Unione Europea è un'unione economica e politica tra 28 paesi che coprono buona parte del continente europeo. L'europeizzazione è un processo istituzionalizzato di cambiamento continuo delle società nazionali condotto in nome dell’Europa. La formazione di una società europea è determinata da dualismo:  Minoranza di europei che hanno una visione transnazionale avanguardisti della nuova società europea informazione  Maggioranza di europei estranea questo processo Il cosmopolitismo è la costruzione di identità personali e collettive postnazionali e di strutture istituzionali complesse che vanno oltre la visione nazionalistica classica e il federalismo sovrannazionale. L'antieuropeismo è un comportamento politicamente attivo volto a contrastare il processo di europeizzazione. MOVIMENTI SOCIALI I movimenti sociali sono tentativi organizzati, continui e collettivi compiuti da individui privi di potere che si impegnano in azioni conflittuali ed extraistituzionali per promuovere o ostacolare il cambiamento. Chi promuove o ostacola il cambiamento dispone di un potere limitato, ma entra in conflitto con chi esercita il potere e deve perciò convincere le persone a non ubbidire al potere, creando una forza collettiva che mira ad un cambiamento. Un movimento è riunito in un'organizzazione, che coordina e supervisiona gli sforzi di numerosi individui per ottenere una specifica causa. Un movimento opera in un ambito caratterizzato da tre gruppi di persone:  i sostenitori suddivisi in attivisti e simpatizzanti.  gli oppositori che comprendono il gruppo target e i contro movimenti.  gli spettatori, il cui coinvolgimento da potere all'una o all'altra parte. L'insieme dei mezzi utilizzati o a disposizione di un gruppo per esprimere l'identità del movimento è definito repertorio di protesta ed è collegato a logiche di protesta differenti:  logica del danno, per operare in ambienti ostili o nell'indifferenza delle autorità alle proprie richieste.  logica dei numeri, per impressionare gli avversari attraverso la mobilitazione di più persone possibili.  logica della testimonianza, per dimostrare il proprio impegno verso la causa. Il framing è l'atto di interpretare e assegnare un significato a eventi e condizioni per plasmare il messaggio di un movimento e l'identità collettiva che si sviluppa tra i suoi membri. La mobilitazione delle risorse è il processo tramite cui i movimenti sociali generano le forze necessarie per la propria costruzione e conservazione. Le opportunità politiche sono i fattori esterni al movimento sociale che possono influenzarne la nascita e il successo, insieme anche ad altri agenti esterni come il governo e i media. I movimenti di successo seguono modello ciclico di nascita crescita riuscita e declino, dai cui residui spesso nascono nuovi movimenti.
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