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Sociologia generale - Luisa Stagi - Appunti+ Riassunto libro "Aggiungi un selfie a tavola", Appunti di Sociologia

Il file comprende il riassunto del libro "Aggiungi un selfie a tavola", indispensabile per l'esame individuale finale. Inoltre ho aggiunto degli appunti presi a lezione utili per approfondire i lavori di gruppo o la prova finale. VOTO: 30

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 15/07/2023

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Scarica Sociologia generale - Luisa Stagi - Appunti+ Riassunto libro "Aggiungi un selfie a tavola" e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! AGGIUNGI UN SELFIE A TAVOLA Introduzione: Il food porn negli ultimi anni ha subito una trasformazione significativa: inizialmente era una forma di condivisione di immagini relative al cibo e successivamente diventa protagonista di un fenomeno di iper-produzione di immagini e del processo di estetizzazione del cibo. Per questo motivo, oggi si parla di food porn, ovvero una pornografia alimentare avente una propria grammatica, utilizzata per discutere di argomenti o inoltrare messaggi molto diversi tra loro, sconfinando in ambiti non direttamente riconducibili al cibo. La pratica del food porn si diffonde e si sviluppa nella società ipervisuale, nella quale i media digitali e l’argomento del cibo assumono un’importante centralità ed è proprio l’unione di questi due elementi che permette lo sviluppo di una precisa meta-narrazione……… Un’aspetto interessante della pornografia alimentare è la sua crescita all’interno di una società nella quale la dieta assume il valore del “comportamento giusto” e di conseguenza segno di un buon autocontrollo, al contrario il corpo grasso rappresenta una forma di devianza tipica di un cattivo cittadino. Il food porn, come il carnevale, è quindi un momento e una forma di esibizione del “proibito” imposto da una moralità sociale molto forte, e che contrariamente a quanto si immagina, è utile al mantenimento dell’ordine sociale. Storia del food porn: L’argomento del cibo si è sviluppato nel corso di questi anni attraversando diverse forme di media, diventando protagonista del processo detto rimediation, la cui definizione è riconducibile nota alla proposizione di Marshall McLuhan: “il contenuto di un medium è sempre un altro medium”. Il primo processo di rimediazione avviene negli anni Sessanta (data di inizio del food porn) durante il passaggio dai libri, i quali disponevano di poche pagine relative al cibo, alle riviste completamente dedicate alle ricette. Da questo momento, il cibo non rappresenta solo un piacere culinario, bensì anche estetico, tanto da essere paragonato alla pornografia. Tale concezione prende forma con lo sviluppo delle trasmissioni di cucina che, con le diverse inquadrature, esaltano le caratteristiche dei piatti preparati, come la croccantezza o la cremosità, e consolidano inoltre l’identità nazionale. La dimensione estetica del cibo raggiunge il suo massimo sviluppo con la nascita dei social network e dei food blog, o meglio le piattaforme nelle quale le food blogger condividono le fotografie del cibo, enfatizzandone i dettagli più impercettibili. Tale comportamento di erotizzazione del cibo, sviluppa una determinata grammatica che, una volta consolidata, viene utilizzata dai media digitali al fine di comunicare messaggi. Il food porn media (il cibo come media e come messaggio): Il food porn nasce in un società nella quale la dieta assume il valore del “comportamento giusto” e di conseguenza segno di un buon autocontrollo, al contrario il corpo grasso rappresenta una forma di devianza tipica di un cattivo cittadino. Quindi la società odierna può essere definita come “bulimica”, in quanto invita al consumo, ma attribuisce un valore positivo al corpo magro. Il food porn, come il carnevale, è un momento e una forma di esibizione del “proibito” imposto da una moralità sociale molto forte, e che contrariamente a quanto si immagina, è utile al mantenimento dell’ordine sociale. Il concetto di rimediation, coniato da Jay David Bolter e Richard Grusin, è centrale nell’analisi dello sviluppo del food porn, e la sua definizione è riconducibile alla nota proposizione di Marshall McLuhan: “il contenuto di un medium è sempre un altro medium”. La rimediazione adatta i contenuti dei vecchi media, al formato di quelli nuovi, così da creare una copia molto simile che si modificherà sul nuovo medium. I nuovi media digitali offrono inoltre un ampliamento della partecipazione, infatti oltre a rivolgersi a un numero elevato di persone, il food porn permette di farsi conoscere attraverso le attente foto di cibo che carichiamo. Sulla base dell’impiattamento, degli ingredienti utilizzati, della ricetta seguita, è possibile individuare messaggi politici, culturali o simbolici: come lo status sociale di un individuo, le sue scelte di vita (vegetariano, vegano), il paese di provenienza. Dalla governamentalità classica a quella digitale: Il passaggio dalla governamentalità classica a quella digitale ha profondamente influenzato il rapporto della società nei confronti del cibo. Inizialmente nella società moderna prevale l’ordine sociale sulla libertà individuale, è presente di conseguenza una forma di controllo solida e ben riconoscibile, tanto da essere definita “fabbrica dell’ordine”. Durante la fase di governamentalità classica, primeggia la libertà individuale, grazie alla quale i singoli individui acquistano maggiore libertà di scelta, ma al tempo stesso si fanno carico di una maggiore responsabilità. Le difficoltà dovute a questa fase di transizione, hanno portato il sociologo Zygmunt Bauman a descrivere la società come una “società liquida”, nella quale l’individuo assume la caratteristica della liquidità, la quale sfugge poiché è inafferrabile, non ha una forma ed è priva di un riferimento solido. L’individuo post-moderno è quindi contraddistinto da una condizione di incertezza e di grandi contraddizioni, poiché vive in una società definita come “bulimica” che sollecita il consumo, ma attribuisce un valore ideale al corpo magro, il quale rappresenta la perfetta capacità di autogestirsi, provocando un aumento esponenziale dei disturbi alimentari. É proprio in questo periodo che le trasmissioni di dimagrimento finalizzate all’educazione dell’individuo, vengono sostituite dalla “lifestyle television”, la quale propone modelli di vita sana con l’obbiettivo di fornire un esempio del corretto approccio al cibo. Grazie a questo esempio è possibile introdurre il concetto di Synopticon, ovvero un sistema in cui i molti (le persone) osservano i pochi, o meglio i personaggi famosi presenti nelle trasmissioni televisive. Attraverso tale sistema, il soggetto non obbedisce perché costretto, ma la sua obbedienza avviene attraverso la seduzione attuata dai molti, i quali rappresentano una sorta di modello da raggiungere. La fase successiva, detta governametalità neoliberale, vede una prima interiorizzazione delle buone norme, l’individuo ha quindi il dovere morale di assumere una corretta condotta nei confronti del cibo e di essere responsabile delle proprie scelte e dei rischi associati al proprio comportamento nei confronti del consumo. In una società in cui la responsabilizzazione individuale è così elevata, il concetto del rischio occupa una posizione centrale, infatti nell’ambito della salute alimentare si assiste ad una medicalizzazione, intesa come lo spostamento dalle cure al miglioramento delle prestazioni del soggetto. Gli individui durante il loro processo di autocontrollo, si appoggiano ai “professionisti del se” ovvero psicologi, dietologi o personal trainer che supportano il soggetto o ancor meglio, lo aiutano a migliorarsi. Durante tale periodo, alla lifestyle television si affiancano le trasmissioni di makeover, nelle quali si assiste alla completa trasformazione dell’aspetto delle persone, le quali vengono appoggiate dai professionisti del sé. Tale approccio di risanamento del corpo grasso, accresce e consolida ancor di più il concetto di devianza che viene associato alla persona in sovrappeso, poiché incapace di autogestirsi. È in questo momento che dal Synopticon si passa al Banopticon, un concetto ideato da Didier Bigo per descrivere una situazione in cui vengono delineati i soggetti da sorvegliare, con tale concetto vengono quindi rappresentati gli inclusi, i quali devono essere protetti dagli esclusi (soggetti devianti), i quali simboleggiano un nemico che potrebbe compromettere l’ordine sociale. Panico morale. Durante la terza fase, il controllo e le giuste norme riguardo il rapporto con il cibo sono state fortemente interiorizzate, per questo motivo diminuisce la rilevanza dei professionisti del se e vengono introdotti i dispositivi di controllo digitali. Si raggiunge quindi, il concetto di Endopticon, ovvero l’automonitoraggio del proprio benessere attraverso i dati e le statistiche del proprio corpo, fornite dai dispositivi digitali con il ruolo di self-tracking. Tale digitalizzazione si fonde con la medicalizzazione tipica della fase precedentemente descritta, creando dispositivi che sono Tutto ciò che vediamo è quindi “più visibile del visibile” poiché amplificato dai supporti tecnologici che permetto di esaltare anche i dettagli più impercettibili. Gli osservatori, spesso guardano i video di mukbang segretamente, poiché produce un senso di vergogna, molto simile a quello scaturito dalla visione di spettacoli erotici. Le sensazioni e le impressioni che tali video scaturiscono nel pubblico sono svariate: alcuni apprezzano il rapporto che si instaura con il muckbanger in un momento di condivisione, poiché attraverso i like, i commenti e in particolar modo le chat live, le due parti possono comunicare raccontando di se o esprimendo le loro preferenze. Altri invece apprezzano l’esperienza sensoriale, che soprattutto tramite il suono, riesce a trasmettere un godimento dato da un formicolio o da piccoli brividi. Ogni muckbanger ha un particolare target, ovvero un determinato tipo di pubblico a cui si riferisce e si differenzia inoltre dalla scelta dei cibi da mangiare durante il video. Solitamente vengono selezionaci i cibi appartenenti alla cultura del protagonista del video, nel caso dell’America verrà scelto il cibo tipico del fast food, mentre nel caso dell’Italia verrà preferita la pasta carbonara. La scelta del cibo da proporre al proprio pubblico, ha dunque una grande importanza e spesso i video con il maggior numero di visualizzazioni contengono cibi considerati “orrorifici” che hanno come protagonisti molluschi insoliti, crudi, o addirittura vivi, in alcuni casi vengono anche ingeriti oggetti non edibili o a forma di oggetti non commestibili. Questa è la testimonianza del fatto che più si supera il proibito, più il fenomeno piace. La spettacolarizzazione delle abbuffate potrebbe provocare delle conseguenze rilevanti nei confronti del pubblico, in quando potrebbe provocare il fenomeno del binge eating, ovvero un disturbo del comportamento alimentare scaturito da ricorrenti indigestioni di cibo in grande quantità. Gli osservatori infatti, potrebbero provare forme di frustrazioni legate al cibo, in quanto l’esperienza dei loro pasti non corrisponde al godimento dei muckbang, nel quale i commenti dei muckbanger, i suoni e i dettagli del cibo sono enfatizzati e spettacolarizzati. L’abbuffata provoca inoltre delle conseguenze nei soggetti che la compiono, i quali utilizzano metodi come il costante allenamento o i lassativi per contrastare le grandi quantità di cibo malsano che mangiano, altri invece hanno sviluppato diverse forme di disturbi alimentari, in particolar modo la bulimia, che in alcuni casi hanno portato alla morte. SOCIETÀ BULIMICA. Gastronazionalismo: La tradizione legata al cibo, rappresenta una forte senso di appartenenza ad un determinato territorio, che si traduce in un sentimento nazionalista che definisce l’identità del singolo e della collettività. È in questo modo che prende forma il gastronazionalismo, il quale si afferma specialmente con l’avvento della globalizzazione, un periodo in cui il mercato si amplia offrendo la possibilità di accedere a qualsiasi cibo tipico di qualsiasi paese. Durante questa fase, diventa centrale la difesa dell’autenticità dei propri prodotti e il mantenimento della reale tradizione, la quale potrebbe facilmente essere contaminata dal “nemico” esterno. L’individuazione del nemico esterno, come ben sappiamo, contribuisce alla nascita del panico morale, o meglio ad una forma di panico collettivo ingiustificato su una questione ritenuta apparentemente una minaccia o un pericolo, e che spesso contribuisce a creare una distanza tra un “noi”, giusto e da difendere, e un “loro” minaccioso e sbagliato. RUNNER PANDEMIA. È a causa del motivo sopracitato che spesso di assiste ad una vera e propria guerra simbolica legata al cibo, dove la difesa della propria tradizione, non è solamente legata al gusto, bensì e legata all’appartenenza alla cultura del proprio paese. L’esempio più rappresentativo di tale fenomeno è la fotografia pubblicata dall’uomo svedese di nome Stellan Johansoon, che ritraeva una pizza condita con il kiwi. La foto diventa ben presto virale e facendo il giro di tutto il mondo, cattura l’interesse degli italiani, che sentendosi offesi dalla vista di quella pizza, scrivono commenti d’odio allo svedese, che sfociano anche in minacce di morte. Questa è la testimonianza di come il gastronazionalismo abbia assunto un valore rilevante nella società odierna, poiché è il fondamento di un’identità nazionale, che deve contrastare le influenze culturali ed etniche dovute alla globalizzazione, che potrebbero minacciare la cultura interna di un paese. La tradizione culinaria infatti, se non intaccata dai “nemici” esterni, viene percepita come un qualcosa di immutabile che esiste da molto tempo e persiste naturalmente, anche se spesso la realtà dei fatti è ben diversa, poiché alcune delle ricette che consideriamo come grandi classici, sono nate solo 100 anni fa e ne è un esempio il tiramisù: nato agli inizi del Novecento. Analogamente anche l’autenticità delle ricette, ritenute tipiche e specifiche di un paese, può essere messa in discussione: esse non sono altro che il risultato di contaminazioni reciproche avvenute tra le diverse culture. Questo aspetto della tradizione può essere strumentalizzato, creando delle “tradizioni inventate” utilizzate a scopi politici e culturali per regolare il buon funzionamento dell’ordine sociale. Possiamo affermare quindi che la tradizione viene selezionata da persone che detengono un certo potere e che sono legittimati a valutare se qualcosa del passato persisterà nel tempo come rappresentazione della cultura e fondamento di un’identità collettiva. Un’altra minaccia nei confronti della cultura culinaria italiana si è velificata nel “carbonara gate”, quando il sito Demotivateur ha pubblicato un video della preparazione della carbonara in stile one-pot-pasta, ovvero un metodo di preparazione molto semplice che prevede l’aggiunta e la cottura degli ingredienti “tutti insieme” in una sola pentola. La preparazione “sbagliata” della pasta carbonara prevedeva anche i famosi ingredienti solitamente vietati (pancetta, parmigiano, panna), causando un forte disonore nel cuore degli italiani, dimenticandosi però che la carbonara è frutto di una contaminazione americana, e quindi non del tutto di origine italiana. Esattamente come nel caso della pizza con i kiwi, gli italiani, sentendosi in dovere di difendere la propria identità, commentano il video screditando la Francia non solo per la loro alimentazione, ma anche da un punto di vista igienico, menzionando il tanto discusso bidet. Questa “guerra” simbolica diventa presto di dominio pubblico e i media internazionali ne scrivono incessantemente ricostruendo i fatti della vicenda e riportando inoltre la richiesta di un tweet che reclamava delle scuse da parte del presidente del consiglio italiano. Tale esempio è importante per presentare quanto sia fondamentale il cibo per l’identità collettiva, la quale in caso di manaccia da parte di comportamenti devianti esterni, necessita di protezione. Un anno dopo tale scontro di culture, viene celebrato il “carbonara day”, ovvero una giornata dedicata alla pubblicazione di fotografie della pasta carbonara preparata rispettando i canoni italiani, e di conseguenza rappresentandone l’autenticità. Il “carbonara day” è quindi un momento per eliminare la devianza che si traduce nella preparazione errata della pasta carbonara, ripristinando i giusti standard della ricetta. Tale eliminazione della devianza e al tempo stesso del mantenimento del giusto ordine, è simile al comportamento delle vittime dei Breaching experiment……. Allo stesso modo, la trasmissione “Little Big Italy” elimina e condanna le preparazioni devianti di cibi italiani, infatti il programma gira attorno ad una gara a cui partecipano tre concorrenti aventi un ristorante italiano all’estero, i loro piatti verranno valutati da un giudice sulla base della loro autenticità e rappresentazione della cultura italiana. Viene inoltre utilizzata la grammatica tipica del food porn, infatti si pone l’attenzione sulle bocche mentre mangiano e la bellezza dei piatti attraverso delle precise inquadrature. Quando il cibo fa politica: L’argomento del cibo, ormai diffuso in tutto il mondo grazie ai media digitali, ha creato una propria grammatica, che viene utilizzata per discutere di argomenti o inoltrare messaggi molto diversi tra loro, sconfinando in ambiti non direttamente riconducibili al cibo. Il successo di tale grammatica, sfruttata sia da figure politiche che da persone comuni, è riconducibile al suo carattere universale, poiché è semplice e comprensibile da chiunque. I riferimenti al cibo vengono spesso utilizzati durante le manifestazioni pubbliche, come il Friday for Future o il Gay Pride, attraverso frasi scritte sui cartelloni che mirano a servire la causa dell’evento. Durante il Milano Pride ha spopolato la frase “Contro natura è solo il pesto con le noci”, una provocazione con lo scopo di combattere gli ideali omofobici riguardo alle persone omosessuali, il cui orientamento sessuale viene definito come “contro natura”. Riportando l’esempio del Milano Pride, è lampate la semplicità della grammatica del cibo, la quale rende accessibile a tutti la comprensione del messaggio, anche a chi non è direttamente interessato all’argomento. Allo stesso modo anche in politica negli ultimi anni è sempre più presente la grammatica del cibo, utilizzata soprattutto da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, si rivelata una buona strategia per umanizzare la politica permettendo al popolo di scoprire anche la dimensione privata dai personaggi politici. Essi sfruttano la diffusione dei social network, come strumento di condivisione dei loro messaggi, Matteo Salvini in particolare introduce nel suo profilo Instagram diversi “gastro post”, ovvero una forma di comunicazione che si svolge attraverso la pubblicazione di fotografie con il cibo. Mostrando le fotografie di piatti mal impiattati e semplici con uno sfondo disordinato, Salvini comunica di sé l’essere un uomo comune che pubblica contenuti “poco instagrammabili” e che non rispecchiano i soliti canoni del food porn. Salvini costruisce quindi la propria identità attraverso i suoi post sui social, infatti mostrando la sua pancia, stabilisce un contatto intimo con il suo popolo e mangiando spesso piatti tipici sottolinea la fierezza di essere italiano, costruendo nel suo popolo un forte orgoglio nazionale. Anche durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 al cibo ha ricoperto un ruolo significativo, scaturendo nuovi scontri tra l’Italia e la Francia. Quando il Covid si era diffuso in Italia, costringendo il paese ad adottare misure drastiche per contrastare l’aumento dei contagi, è stato pubblicato un video provocatorio da un’emittente francese, che aveva come protagonista la “Pizza covid”. Il video infatti ritrae un pizzaiolo italiano all’interno della sua pizzeria tipica il quale, visibilmente affetto da covid, tossisce sulla pizza appena preparata, contaminandola. Tale contenuto suscita l’odio degli italiani, che sentendosi in dovere di difendere la propria identità, commentano il video screditando la Francia non solo per la loro alimentazione, ma anche da un punto di vista igienico, menzionando il tanto discusso bidet. A causa delle esagerate reazioni degli italiani riguardo all’argomento del cibo, negli ultimi anni, in particolare in seguito alla polemica della pizza con il kiwi e la carbonara sbagliata, si è diffuso in tutto il mondo lo stereotipo secondo il quale l’italiano medio sia talmente legato alla tradizione culinaria da infuriarsi se essa non viene correttamente rispettata. La costruzione e la radicalizzazione di questo stereotipo è evidente anche nella riproduzione dell’italiano all’estero, che spesso viene utilizzato per spot pubblicitari, esaltando proprio la sua caratteristica puntigliosa nei confronti del cibo. Allo stesso modo l’Italia ha stereotipato e ha creato una forma panico morale riguardo al cibo tipico cinese, riconoscendolo come la causa della diffusione del Covid-19. L’alimentazione cinese, infatti, comprende piatti a base di pipistrelli o di topi, che risultano bizzarri alla cultura italiana, collegando il consumo di queste pietanze ad una mancanza di igiene. Tale avvenimento ha creato un fenomeno xenofobico, ovvero un’avversione nei confronti di chi è straniero e di tutto ciò che proviene dall’estero, distinguendo un “noi” considerato normale e un “loro” solitamente bizzarro. Un altro fenomeno xenofobico, si è sviluppato in occasione della festa di San Petronio riguardo alla proposta di cucinare, oltre al tortellino classico, una versione al pollo allo scopo di includere chi non può mangiare il maiale per motivi religiosi. Gli italiani, talmente spaventati dalla contaminazione della tradizione, hanno cercato di risanare tale comportamento deviante, rivelandosi poco accoglienti. Pane amore e pandemia: La decisione di attuare un lockdown a causa del covid-19 ha significato una battuta d’arresto per l’intera società italiana, influenzando le vite e le abitudini della popolazione che ha dovuto affrontare un isolamento forzato all’interno delle proprie abitazioni. Nel rispetto di tale protocollo di emergenza, l’aspetto più difficoltoso è stato sicuramente allontanamento fisico dalla famiglia, che si è perpetuato fino al periodo di dicembre, costringendo gli italiani a trascorrere le vacanze di È insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggio, comportamenti e oggetti materiali condivisi da una collettività e trasmessi socialmente da una generazione all’altra. Noi vediamo il mondo attraverso filtri culturali, nasciamo in un contesto che ci dirà come salutare, il bene, il male ecc. All'interno della cultura si definiscono le cosiddette norme: ovvero le regole e le aspettative di una cultura rispetto a un comportamento ritenuto appropriato. Esse definisco cosa si dovrebbe e cosa non si dovrebbe fare e si dividono in norme formali e informali, descritte più avanti. La cultura si divide in: -Cultura materiale: Sono gli oggetti fisici prodotti dalle persone appartenenti a una particolare cultura (abbigliamento, giocattoli, opere d’arte) -Cultura immateriale: Sono le idee di una cultura che includono i valori e le credenze, l’insieme delle conoscenze su come comprendere il mondo e orientarsi in esso. È una sorta di schema standard su come pensare e comportarsi. - Spesso gli aspetti materiali e immateriali della cultura sono legati fra loro, per esempio i libri come la Bibbia e il Corano sono oggetti fisici (cultura materiale) che possiedono anche un significato simbolico (cultura immateriale). Gli elementi della cultura sono: . Norme sociali: Regole e aspettative di una cultura rispetto a un comportamento ritenuto “approppriato” (come vestirsi) e si dividono in: 1. Norme formali (giuridiche): Norme rigidamente applicate, con potenziali pene severe per chi le viola 2. Norme informali (costumi): Abitudini o costumi Il cambiamento culturale è più lento di quello giuridico (ma anche di quello tecnologico). C’è una legge che impone ai figli di genitori separati di vivere un’op dalla madre e un po’ dal padre per lo stesso tempo. Ancora però si elegge un genitore affidatario, spesso la madre, poiché nonostante la legge sia cambiata, la cultura è ancora rimasta ad un ideale che la madre sia più necessaria ecc. . Valori: Principi radicati utilizzati dalle persone per giudicare il mondo, soprattutto per quanto riguarda ciò che è desiderabile (es. Ricchezza=successo). Le politiche e i valori sono strettamente collegate. Es durante il COVID alcune politiche dicevano “chi sopravvive sopravvive” generando un sistema individualistico (tutti pensano a se), in altri paesi (nord Europa) si è adottata un sistema solidaristico, includendo tutti e pensando tutti al prossimo. RIGUARDO A NORME E VALORI…. Impariamo la norma attraverso la punizione impariamo il valore attraverso il premio Nella socializzazione (processo di apprendimento) emergerà più la norma o più il valore? Dipende, solitamente le classi più abbienti educano attraverso il premio (quindi emergerà il valore). Nelle classi sociali più povere l’educazione avviene attraverso la punizione (quindi emergerà la norma), diventando più rigidi e sviluppando la personalità autoritaria . Credenze: Convinzioni che le persone accettano come vere (Dio esiste) . Conoscenza: Insieme di informazioni, o consapevolezza che ci aiuta ad orientarci nel nostro mondo (Linguaggio, matematica). La mancata conoscenza di una situazione sociale non familiare si chiama: SHOCK CULTURALE . Oggetti e manufatti: Oggetti fisici creati da una cultura (cibo,abiti) . Simboli: Qualcosa che rappresenta qualcos’altro (stretta di mano) . Linguaggio: Sistema di simboli che permette la comunicazione tra individui (inglese, cinese, italiano, linguaggio dei segni) TORNIAMO ALLA CULTURA all’interno di essa di sviluppa: . Cultura dominante: ideologie o cultura ampiamente condivise e rappresenta le idee di coloro che sono al potere. Esempio dei topini fritti: Io non riuscirei a mangiarli, perché più forte di me. Bourdieu: disse che il disgusto alimentare è una forte differenza tra le culture dei Paesi. Noi che mangiamo il formaggio, agli occhi degli altri paesi, siamo mangiando del latte marcio e fa schifo. Questo disgusto è un apprendimento culturale. Anche il rossore del viso (vergogna) è il risultato fisico di un’inadeguatezza culturale e NON È UN ISTINTO. Quindi il processo di socializzazione è talmente potente da scaturire reazioni fisiche (mi si chiude lo stomaco; il viso che diventa rosso). . Subcutura: cultura associata ad un piccolo gruppo della società avente norme, valori e stili di vita diversi dalla cultura dominante (ma che collabora) . Controcultura: Contro la cultura dominante e che non collabora. Si scontra, si oppone ad essa e punta ad un cambiamento (es. hippie) Shock culturale: e l'esperienza di disorientamento dovuta alla mancanza conoscenza di una situazione sociale non familiare I diversi aspetti della cultura: . Alta cultura: Forme culturali associate all’élite, diffusamente riconosciute come valide (gallerie d’arte, opera, musica classica) . Cultura popolare: Forme culturali molti diffuse e comunemente accettate in una società (concerti, cinema, programmi televisivi, eventi sportivi) . Cultura di massa: Insieme delle culture utilizzate a scopi commerciali. Qui possiamo parlare di mercificazione della cultura, per esempio molte canzoni rap citano marchi di scarpe, orologi, vodka poiché vengono pagati dalle aziende per citarli. Questo tipo di pubblicità è soltanto uno dei molti sistemi con cui il marketing e la vendita di prodotti si è inserita nella cultura popolare. Alcune comunità, considerandolo un problema, stanno reagendo: In una città del Brasile è entrata in vigore la nuova legge per una “città pulita” che bandisce qualsiasi pubblicità all'aperto LA RELIGIONE è uno dei fondamenti della costruzione della morale all’interno della società. È il credere in qualcosa che si afferma attraverso i rituali: forme di interazioni che mostrano quanto le persone abbiano bisogno di stare insieme, è un modo per legare, che tiene insieme. 3. La religione promuove la solidarietà sociale: quando partecipiamo alle attività religiose, le persone vengono unite dalle stesse credenze e si stabilisce una solidarietà sociale. Un esempio può essere la regola aurea che invita le persone a trattare gli altri come vorrebbero essere trattate. Il cristianesimo dice “ama il tuo prossimo come te stesso” 4. La religione è una forma di controllo sociale: il controllo sociale prodotto dalla religione particolarmente forte perché i suoi ad adepti sono convinti che tale regole siano di emanazione divina. I comandamenti della Bibbia o altri insegnamenti di altre religioni, avrebbero meno autorità morale se provenissero da un essere umano piuttosto che da Dio. 5. La religione può fornire ai credenti vasti benefici di natura sociale psicologica: può attenuare le paure o le ansie su temi angosciosi come la morte, la sofferenza fisica e l'impotenza di fronte a certi eventi. Marx: diceva che la religione era l’oppio dei poveri e offre un falso conforto ai fedeli Weber: dice che noi siamo predestinati alla salvezza, alcuni lo sono e altri no. Per capire se siamo quei fortunati, dobbiamo guardare il nostro successo, il successo è il segno per capirlo. In questo modo le persone iniziano a lavorare per ottenere il successo (ottenere la grazia) questo divenne terreno fertile per la formazione del capitalismo. Oggi all’interno della nostra società possiamo riscontrare il processo di secolarizzazione: ovvero il declino delle credenze, pratiche e istituzioni religiose. STRUTTURA: Racconto della cicogna: La struttura sociale: è l’insieme di modelli di comportamenti ricorrenti all’interno di un determinato ambiente, che può essere analizzato a livello . Microsociologico (relazione tra 2 persone): concentrandosi tu l'interazione sociale su piccola scala solitamente fra due persone. . Mesociologico: (relazioni all’interno di un’organizzazione o istituzione): Concentrandosi su un punto qualsiasi fra fenomeni sociali molto ampi e molto piccoli . Macrosociologico (relazione tra paesi): Focalizzandosi su processi sociali su larga scala. La struttura è ciò che permette alle relazioni situazioni di funzionare, poiché corrisponde ad una serie di aspettative comportamentali che devono essere adottate. Esse permettono la buona riuscita di tali interazioni, posizionando ogni individuo in un determinato ruolo avente un preciso modello di comportamento, delineandone i confini e di conseguenza ponendo un limite, ma allo stesso tempo lasciando uno spazio di manovra nel quale l’individuo può essere libero di muoversi. La presenza di tali strutture sociali, è ancora più evidente nel momento in cui si infrange attraverso il metodo dei Breaching Experiment, ovvero esperimenti di violazione delle regole o norme sociali comunemente accettate, seguiti dall’esaminazione delle reazioni delle persone. Quindi tali esperimenti sono utilizzati dai sociologi nel campo dell’etnometodologia: un approccio che le parole legate alla tecnologia impiegate per referenziare quella serie di innovazioni che hanno visto la loro comparsa solamente in tempi recenti. Allo stesso modo anche la conoscenza condivisa segue lo stesso schema, rappresenta quindi il terreno comune nelle conversazioni, citando norme, costumi o riferimenti culturali comunemente condivisi. La barzelletta, riferendosi a personaggi storici o famosi, o addirittura facendo riferimento agli eventi recenti, risulta comprensibile da tutti perché ha come protagonista la conoscenza condivisa. La buona riuscita di un’interazione è detta intersoggettività, ovvero il fenomeno in cui i soggetti interpretano allo stesso modo la realtà. CAPITOLO 7: disuguaglianze Ecco le diverse disuguaglianze: . Disuguaglianze rispetto alla stratificazione sociale . Disuguaglianze di genere . Disuguaglianze di razza Intersezionalità: indica la sovrapposizione o intersezione di diverse disuguaglianze, è una sorta di dispositivo esponenziale (dispositivo che moltiplica le disuguaglianze quando si intersecano). Nasce durante il femminismo nero, in particolare la statunitense Kimberlè Williams Crwnshaw, (una femminista nera) entra in un classico convegno di femministe bianche mentre stavano parlando, lei afferma di non essere rappresentata da loro. Perché? Perché essere una donna nera è diverso dall’essere una donna bianca, essere donna povera è diverso dall’essere una donna ricca ecc. Quindi secondo lei non si può comprendere l’oppressione e la discriminazione di un individuo, prendendo in considerazione solo il genere o la razza. Da qui nasce l’intersezionalità. Es: IL SOFFITTO DI CRISTALLO: il soffitto di cristallo è la barrirera sociale creata dal sessismo individuale o istituzionale e rappresenta le disuguaglianze, le quali sembrano quasi invisibili, ma in realtà sono barriere molto resistenti (esempio. Donna nel lavoro) I funzionalisti invece giustificavano le disuguaglianze, poiché pensavano che la società fosse come un organismo avente organi differenti e come nel corpo umano ci sono organi che valgono di più e organi che valgono meno, stessa cosa accade nella società. DISUGUAGLIANZE DI GENERE Differenza tra sesso e cultura: il sesso è la distinzione biologica tra maschio e femmina, è il sesso della nascita, il genere invece è strettamente collegato alla cultura, sono le aspettative culturali socialmente costruite associate all’essere donna o uomo. Identità di genere: è uno dei fattori che ci mostra che siamo ingabbiati in un ordine di genere, ovvero il dover mettersi per forza dentro ad una categoria. Persone transgender: individui che si identificano con un genere diverso dal loro sesso biologico Persone transessuali: Persone che ricorrono agli interventi chirurgici per adeguare il loro sesso biologico al genere verso il quale si identificano. Le identità sessuali (o orientamento sessuale): designa il nostro sé in relazione al tipo di attrazione sessuale che proviamo nei confronti degli altri. 1) Eterosessuale 2) Omosessuale 3) Bisessuale 4) Asessuale Omofobia: Disapprovazione o paura nei confronti degli LGBT che sfocia in ostilità o discriminazioni La prof ci ha mostrato delle foto di chef famosi maschi e chef o conduttrici di programmi per il cibo femmine. Gli uomini indossano la divisa, ovvero il grembiule a doppio petto dove riporta il nome, le donne hanno un abbigliamento normale. Gli uomini sono in luoghi televisivi, le donne sono posizionate nella cucina (nella casa). L’uomo sembra trasmettere potere, ha le braccia conserte mentre le donne sono più aperte e sorridenti. Ecco questa è la messa in scena della maschilità o della femminilità (Goffman), noi quindi mettiamo in scena il nostro genere e quando sconfiniamo dobbiamo enfatizzare il nostro genere. Per esempio quando l’uomo entra in un contesto femminile (tipo la cucina) esercita una manovra di genere, ovvero enfatizza la sua maschilità per non essere visto femminilizzato. Questo significa che anche quando guardiamo la tv, l’ordine di genere ci attraversa, noi vediamo che per l’uomo il cibo è un una passione e un lavoro, per la donna invece è un dovere poiché fa parte del suo ruolo da donna. STEREOTIPI SESSUALI: quando stiamo diciamo ad un uomo che non è abbastanza uomo, ci riferiamo ad una gerarchia: se ti stai femminilizzando stai retrocedendo. È come se fosse una classifica, perciò si da per scontato che in cima alla piramide ci sia il maschio bianco eterosessuale abile di età adulta. IL SEX-GENDER SYSTEM: è un sistema di divisione di genere che viene interiorizzato siamo piccoli. Sulle questioni di genere è difficile capire quando è cultura o natura, poiché nostro ambiente già prima di nascere si prepara per accoglierci con un determinato genere (colore della cameretta, il colore del fiocco) questi colori ci augurano già delle cose. Il blu simboleggia il cielo (il puntare in alto), il rosa, la maternità, il ciclo mestruale ecc, quindi all’uomo stiamo augurando di realizzarsi, alla donna di diventare madre. Persino i primi giorni di vita siamo presi in braccio diversamente se siamo maschi o femmine, infatti se il maschio piange viene allattato (ha fame), se la femmina piange viene cullata (sarà spaventata). Già quando i bimbi entrano nella scuola d’infanzia, hanno ben presente cosa si aspetta la società da loro, infatti possiamo dire che i bambini sono dei detective dell’ordine di genere: se sono una bambino devo giocare con le macchinine e se per caso gioco con una bambola provoco una sensazione di fastidio negli altri. La differenza di genere non risiede solo nei colori o negli oggetti, va a colpire anche le capacità dei bambini: se regalo un treno ad una femmina, avrà 20 funzioni, quello per il maschio ne ha 80, ecco che la differenza di genere costruisce diverse abilità e capacità se sei maschio o femmina. Quindi queste cose sono innate o è cultura? Teorema di Thomas: Un fatto che viene creduto reale sarà reale nelle sue conseguenze, significa che se le persone pensano sia negata in matematica, io sarò negata in matematica e penserò magari di essere più brava in storia. Il genere viene “insegnato” non solo dai genitori alla nascita, ma anche dalla scuola, dai pari (pressione del gruppo, spesso il bullismo è legato all’identità di genere) e dai media. Leggi 259 LA DEVIANZA: La devianza dipende dalla statistica sono quelle casi che si distaccano dalla curva normale. Nella prospettiva di Becker viene deviante qualcuno che ha meno potere di altri nel definire cosa è normale e cosa no. Quindi la devianza è un processo di potere, di etichettamento. Tale etichetta può essere assunta negativamente, oppure con orgoglio. Es. parola QUEER inizialmente usata in modo offensivo (frocio), ma che invece viene fatta propria e viene rivendicata come orgoglio, ovviamente questo possono farlo soggetti che vengono etichettati. Questo si chiama INVERSIONE DELLO STIGMA. Quando si parla di devianza bisogna domandarsi: 6. Deviante per chi 7. Deviante quando e dove La devianza è quindi relativa, e dipende dal periodo storico ecc (come lo smalto sui maschi). Quindi la prima questione è il relativismo spazio temporale Poi abbiamo la devianza secondaria: che rappresenta l’effetto della scoperta. Tu non sei deviante finché non vieni scoperto, quindi da un punto di vista psicologico è la scoperta della devianza il punto focale. Appena la società mi definisce come deviante, io mi sento deviante ed ecco che potrebbe arrivare il teorema di Thomas. Quindi l’interiorizzazione dello stigma, potrebbe portare alla profezia che si autoavvera
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