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Stratificazione Sociale e Disuguaglianze Globali: Inegalità di Risorse e Classi Sociali, Appunti di Sociologia

Disuguaglianze globaliDinamiche di classeCapitale culturaleStratificazione sociale

La concettazione di disuguaglianza sociale come distribuzione ineguale di risorse economiche, sociali, politiche e culturali in un determinato contesto sociale. Le disuguaglianze sociali si basano su una combinazione specifica di desiderabilità, abbondanza e scarsità, nonché surplus produttivo. il concetto di sistema di stratificazione come insieme di strutture e norme culturali che producono e mantengono le disuguaglianze sociali, dividendo le persone in gerarchie di gruppi che ricevono risorse disuguali. i tre elementi fondamentali di ogni sistema di stratificazione: l'ineguale distribuzione di risorse preziose, la presenza di gruppi distinti e l'ideologia che spiega e giustifica le disuguaglianze. quattro modelli di stratificazione storici: schiavitù, patriarcato, sistema basato su caste e quello basato sui ceti.

Cosa imparerai

  • Come le dinamiche di classe influenzano la riproduzione delle disuguaglianze?
  • Quali sono i quattro modelli di stratificazione sociale esaminati nel capitolo?
  • Qual è il ruolo del capitale culturale nella riproduzione delle disuguaglianze?

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 16/01/2018

susanna_fam
susanna_fam 🇮🇹

4.4

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Scarica Stratificazione Sociale e Disuguaglianze Globali: Inegalità di Risorse e Classi Sociali e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! Capitolo 6 pag 215-230 Stratificazione, classi sociali e disuguaglianze globali Per disuguaglianza sociale intendiamo una distribuzione ineguale di risorse economiche, sociali, politiche e culturali all’interno di un determinato contesto sociale. Le disuguaglianze sociali si basano su una particolare combinazione di desiderabilità, abbondanza e scarsità. Si parla anche si surplus produttivo, ovvero una quantità di risorse aggiuntive che possono essere utilizzate oltre la soglia della semplice sopravvivenza. Dunque, per esistere, le disuguaglianze abbisognano di una soglia minima di abbondanza. Se questa abbondanza fosse massima, il problema distributivo non si porrebbe più. L’abbondanza che genera disuguaglianze è dunque quella relativa: le risorse disponibili non sono infinita sia per un limite intrinseco ai metodi produttivi utilizzati, sia perche qualcuno è in grado di erigere e far rispettare le barriere al loro utilizzo. Un sistema di stratificazione è un insieme delle strutture e delle norme culturali che producono e mantengono le disuguaglianze sociali dislocando le persone in una gerarchia di gruppi che ricevono risorse diseguali. Tutti i sistemi di stratificazione esistiti condividono tre elementi fondamentali: • L’ineguale distribuzione delle risorse dotate di valore sociale e culturale; • La presenza di gruppi distinti di persone che formano strati sociali gerarchizzati; • Un’ideologia che cerca di spiegare e giustificare le disuguaglianze esistenti. In ogni società, la particolare forma assunta da questi elementi determina sia il tipo dominante di stratificazione sociale sia la distribuzione del potere al suo interno. Il primo elemento comune a tutti i sistemi di stratificazione è l’ineguale distribuzione di risorse ritenute preziose. Possono essere economiche, umane (educazione), culturali (conoscenze implicite e abilità informali apprese mediante il processo di socializzazione), sociali (accesso a importanti network di persone), di status (acquisizione, riconoscimento e mantenimento del prestigio), civili (diritti di proprietà), politiche (rinascimento e esercizio dell’autorità nelle famiglie). In ogni sistema di stratificazione alcune risorse sono distribuite in maniera più uniforme di altre. Quando una risorsa è disponibile più facilmente per un gruppo anziché per un altro, questa discrepanza può avere effetto sulla distribuzione di altre risorse. Il secondo elemento comune è la presenza di gruppi distinti. La stratificazione basata su classe sociale, etnia e genere e molto diffusa. Può anche essere basata su età, appartenenza religiosa, orientamento sessuale e disabilità. I gruppi presenti all’interno di un sistema di stratificazione possono essere basati su status ascritti o conseguiti. Il primo è una posizione sociale assegnata ad un individuo indipendentemente dalla sua capacità e volontà, mentre il secondo è una posizione ricoperta da un individuo come risultato delle proprie capacità e abilità. I sistemi di stratificazione basati sugli status conseguiti sono definiti aperti: all’interno di tali sistemi l’individuo può realizzare la mobilità sociale, ossia il movimento da uno strato ad un altro. Il terzo elemento è l’esistenza di un’ideologia, ossia credenze che aiutano a definire e spiegare il mondo, nonché a giustificare l’esistenza delle disuguaglianze. Chi lotta per eliminare le disuguaglianze deve mettere in discussione l’ideologia che le supporta. Questi tre elementi generano differenti configurazioni sociali. Vi sono quattro modelli di stratificazione che hanno caratterizzato le società del passato e che hanno influenzato le classi contemporanee: la schiavitù, il patriarcato, il modello basato sulle caste e quello fondato sui ceti. I sistemi di disuguaglianza funzionano prevalentemente su logiche ascrittive. La schiavitù rappresenta una forma estrema di disuguaglianza per cui alcuni individui sono oggetto di proprietà di altri e quindi privati di diritto e di ogni autonomia personale. Tipico delle società antiche (Roma). Con la progressiva ascesa dei diritti dell’uomo e soprattutto con il diffondersi dell’idea settecentesca secondo cui tutti sono uguali tra loro in quanto esseri umani, cioè sin dalla nascita, la schiavitù è via via scomparsa. Il patriarcato è un sistema di stratificazione basato sul primato assoluto del pater familias rispetto agli altri componenti della comunità. In alcune forme estreme ha diritto di vita e morte, riconosciuto dalla legge, sui membri della propria casa. Può essere visto come una forma di dominazione da parte dell’uomo sulla donna e quindi va a enfatizzare la disuguaglianza, l’emarginazione e la divisione del lavoro sociale poiché sostiene la superiorità dell’uomo sulla donna. Con l’ascesa della società industriale e la diffusione dell’idea di uguaglianza tra uomo e donna si è riprodotto sul piano informale della vita sociale, culturale ed economia. Un sistema di stratificazione per caste si basa su diverse caratteristiche ascrittive, determinate alla nascita. La casta determina la chance di vita, l’accesso all’educazione, la possibilità di occupazione, dove vivere e con chi sposarsi. Durante il Medioevo il sistema di stratificazione era molto simile a quello delle caste. Si trattava del feudalesimo caratterizzato da tre strati principali: nobiltà, clero e terzo sta. Il primo era quello dominante che possedeva le terre e vivevano nel benessere; il secondo serviva la nobiltà, ma essendo autorità religiosa godeva di un grado di indipendenza; il terzo era costituito dalla gran parte della popolazione che viveva e lavorava sulle terre dei nobili. Il lavoro di queste persone arricchiva la nobiltà al prezzo di condizioni di vita spesso difficili. Vi è poi il ceto sociale, uno strato sociale cui vengono associati diritti, doveri e privilegi specifici, individuati dal diritto e connotato da un determinato stile di vita. Il feudalesimo si basava sull’idea di ceto. Con l’affermazione del capitalismo industriale si ebbe una scissione tra sfera del diritto e sfera sociale: la prima, connessa al concetto di cittadinanza, si basava sull’idea di uguaglianza di tutti di fronte alla Legge; la seconda era caratterizzata da disuguaglianza di ricchezze e di condizioni materiali di vita. Possiamo definire la classe sociale come un insieme di persone che condividono una determinata condizione economica. Analisi di Marx: secondo Marx dal momento in cui l’agricoltura ha permesso agli uomini di creare un surplus alimentare e accumulare beni materiali, la struttura fondamentale della società è stata sempre la stessa, ovvero divisa tra chi possiede i mezzi di produzione e chi non li possiede, limitandosi ad essere forza lavoro. Il capitale è il denaro da investire in fabbriche, terreni e altre imprese, ed è la risorsa principale nelle economie industriali. Nel capitalismo abbiamo classe capitalista e classe lavoratrice: la prima possiede i mezzi di produzione e controlla il capitale; la seconda vive del proprio salario. Le due classi sono in conflitto perché i lavoratori vorrebbero aumenti salariali, mentre i capitalista vogliono minimizzare i costi operativi aumentando i profitti. Il conflitto è eterno. Con lo sfruttamento dei lavoratori da parte dei capitalisti si sfocia in una crisi economica. Per Marx il risultato sarebbe il socialismo, un modello economico in cui lo Stato detiene i grandi mezzi di produzione per conto dei lavoratori, abolendo così le distinzioni di classe che si basano sulla proprietà privata.
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