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Sociologia dei fenomeni normativi e istituzionali - Prof. Scuderi, Sintesi del corso di Sociologia dello Sviluppo Locale

Sociologia generaleSociologia dei fenomeni normativiSociologia istituzionale

Una disamina approfondita dei concetti di norme e valori, analizzandone le diverse tipologie e le loro implicazioni sociali. Vengono inoltre illustrate le nozioni di sanzioni esterne ed interne, interiorizzazione delle norme e processo di socializzazione. Il documento si sofferma infine sul concetto di istituzioni, analizzandone le caratteristiche e il grado di istituzionalizzazione.

Cosa imparerai

  • Come si può misurare la disuguaglianza nella distribuzione delle risorse economiche?
  • Come si interiorizzano le norme sociali?
  • Cosa si intende per istituzioni e in cosa si differenziano dalle organizzazioni?
  • Quali sono le diverse tipologie di norme e sanzioni?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 19/05/2019

giovanni-di-guardo-1
giovanni-di-guardo-1 🇮🇹

4.5

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Scarica Sociologia dei fenomeni normativi e istituzionali - Prof. Scuderi e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia dello Sviluppo Locale solo su Docsity! Cap.1: Le società premoderne -Uomo di Pechino: tra 250 e 450mila anni fa, già esperto cacciatore -> Homo Sapiens: appare in Europa circa 42mila anni fa (usa il fuoco, produce strumenti). L'uomo ha fondato forme di organizzazione sociale fondate principalmente sulla cooperazione ottenuta attraverso il linguaggio e la trasmissione di informazioni (ovvero la cultura) -Prime società: cacciatori-raccoglitori: Ricerca archeologica (reperti), antropologica (popolazioni discendenti), resoconti dei viaggiatori. Queste pop. raccolgono e cacciano, non producono nulla. Si tratta di società piccole, 30-50 membri, che vivono in accampamenti temporanei e dove vige la divisione sessuale del lavoro (raccolta alle donne, caccia agli uomini) -10 famiglie circa costituiscono una banda: autosufficiente dal punto di vista produttivo ma non da quello riproduttivo -> si tratta di un gruppo esogamico, ergo i matrimoni al suo interno sono vietati o sconsigliati -le bande appartengono a un gruppo più vasto, la tribù (500-600 membri), che è invece endogamica e si identifica con il territorio occupato dalle varie bande -Durkheim: i membri di una tribù portano lo stesso nome, parlano la stessa lingua e si ritengono discendenti da un comune capostipite -> la tribù in questo caso corrisponde al clan -La comune origine trova rappresentazione simbolica in un oggetto, il totem -Di solito le tribù non hanno un vero capo. La necessità di averne uno si palesa di solito quando si tratta di difendersi da altre tribù o di attaccarle. Si tratta perlopiù di posizioni temporanee e non radicate. -Una figura importante è invece quella dello sciamano, dotato di capacità per entrare in contatto con gli dei (o spiriti) e di guarire i malati (ovvero allontanare gli spiriti maligni) -Elementi per studiare la società: come si procura i mezzi di sussistenza; riproduzione biologica e culturale; forme di relazione sociale; struttura delle disuguaglianze; pratiche religiose -Evoluzione con le società di coltivatori-orticoltori: l'uomo comincia a modificare l'ambiente circostante. Le società smettono di spostarsi (almeno per alcuni anni, finché il suolo era produttivo, quindi in base al progresso delle tecniche di coltivazione) -> palizzate, case più solide, recinti, innovazioni -> aumenta la pop. -> aumentano le guerre -> nascono società in cui il lavoro nei campi è lasciato alle donne mentre gli uomini si dedicano alla guerra -> casa degli uomini: luogo dove i ragazzi tra gli 8 e i 10 anni vivono per essere addestrati alla guerra -> i villaggi sono economicamente autosufficienti e il capo è un capo militare, il cui potere risiede nell'affermazione militare appunto -In alcuni casi si formano dei "circuiti", come il kula, nelle isole Trobriand: 2 tipi di beni (bracc. conch. bianche e collane conch. rosse) viaggiano di villaggio in villaggio in opposte direzioni, creando relazioni durevoli nel tempo. I matrimoni avvengono tra membri della del villaggio (endogamia) ma non tra parenti stretti (tabù dell'incesto) -Domesticazione degli animali, evoluzione della caccia -> processo parallelo alla domesticazione delle piante: i coltivatori sono spesso anche allevatori. le società di allevatori sono spesso nomadi, risiedenti in zone poco adatte alla coltivazione, costretti a spostarsi stagionalmente in cerca di pascoli (zone alte col caldo, e viceversa) -Innovazione tecnologica: aratro, 6000 a.C. ca., Medio Oriente e Asia Minore -> grazie ad esso si combatte la tendenza all'inaridimento del suolo -> aumento della produttività agricola -> le società diventano definitivamente stabili -> società agricole -> surplus -> formazione di classi di uomini che non producono -> queste condizioni furono rese possibili dall'affermazione della teocrazia in queste zone (Mesopotamia ed Egitto) -> Tempio -> terra divisa tra i diversi villaggi dipendenti dal tempio, costruzione di canali, definizione dei tempi delle operazioni agricole, magazzini per ammassare le derrate alimentari -> registri per elencare le derrate alimentari -> scrittura cuneiforme (figura dello scriba) -> mito sumerico, dono della dea della guerra Inanna agli abitanti di Urok -Wittvogel parla di queste società, in cui il controllo dei canali e di tutte le operazioni agricole erano molto complicate - > potevano essere realizzate solo da una forma di governo detta dispotismo orientale -Intorno al tempio si formano vere e proprie città (primo esempio di forza storicamente motrice della religione): da un lato i contadini, che vivono nei villaggi, e dall'altra la classe non "produttrice" (religiosi, burocrati, artigiani) che vive nella città vera e propria e dipende dalla campagna per la sua sopravvivenza -Sia le società di cacciatori-raccoglitori che quelle di coltivatori-orticoltori erano tendenzialmente egualitarie, ovvero non si potevano accumulare ricchezze né trasferirle in eredità. Le disuguaglianze erano prettamente di carattere personale e non permanenti -> tutto ciò muta nelle società agricole (contadini e popolazione urbana, differenze invalicabili) -> nella città, al vertice risiede il monarca con la sua corte, le cerchie del culto, del governo e dell'amministrazione e poi una schiera variopinta di lavoratori manuali (artigiani) -> più la città diventa complessa più si fa necessario un ordinamento -> II millennio a.C.: Codice di Hammurabi, re di Babilonia -Perenne sforzo bellico per l'espansione territoriale, i soldati sono solitamente contadini arruolati (le guerre venivano combattute dopo il raccolto infatti) -Schiavitù: i vinti sono spesso ridotti in schiavitù e mandati a lavorare nei campi, nelle miniere o nelle botteghe -La teoria sociale nasce con i filosofi greci come riflessione autonoma di una particolare categoria di persone, gli intellettuali appunto, che si dedicavano prevalentemente all'educazione delle nuove generazioni -Diversi tipi di contadini: coloni (contadini indipendenti proprietari di un appezzamento, spesso ex soldati), affittuari (privi del diritto di proprietà, coltivano la terra pagando tributi in natura), schiavi (coltivano per la mera sussistenza le proprietà di altri) -> è quest'ultima la conduzione agricola prevalente nell'antichità, pur presentando la debolezza di fondo di rendersi sempre necessarie nuove guerre per l'accaparramento di questa "risorsa" -L'esempio più lampante di società agricole sono la Grecia e Roma, pur se differenti -> -Le forme di governo in Grecia oscillano tra la monarchia, la tirannide, la democrazia e l'oligarchia. All'interno della città il lavoro è diversificato (es. Atene III sec, 250000 abitanti: 100000 schiavi, 120000 metechi non cittadini, 30000 cittadini adulti votanti). Le città greche erano situate in luoghi angusti, al crescere della pop. venivano fondate colonie, che poi si rendevano indipendenti -La storia romana è una serie ininterrotta di conquiste -> legionari: strade, città, terre ai veterani (coloni), mappe, ponti, acquedotti, canali, amministrazione delle province -> l'esercito romano fu la più grande struttura organizzativa creata da una società agraria e l'impero fu probabilmente il più vasto che le tecnologie di comunicazione del tempo consentissero -Feudalesimo: ripiegamento della società in dimensione localistica (anche in India, Cina e Giappone vi furono forme di feudalesimo) -> Il feudo è un unità territoriale sulla quale governa un signore in virtù di un'investitura di un signore di rango più elevato (egli è generalmente un guerriero) -> è tenuto a prestare aiuto al suo feudatario, ma allo stesso tempo può amministrare e dettare legge sul suo feudo, disponendo di una popolazione servile di due tipi, servi della gleba e servi domestici -> i servi appartengono alla terra, non al signore, e vengono ceduti insieme alla stessa . In compenso per il surplus tratto dalla terra i contadini ricevono protezione; il castello è il centro del potere del feudatario, dove lavorano decine di servi artigiani e lavoranti che provvedono alle necessità del signore e alla popolazione non contadina, in generale. -L'economia curtense è un'economia chiusa, con scarsi scambi commerciali per la presenza di banditi sulle strade -Anno 1000 ca: rinascita della città (città medievale), ad opera di "uomini nuovi", i mercanti -> mettono in collegamento i mercati locali e allargano il raggio dei possibili compratori dei prodotti di una città. Questo nuovo ceto si organizza in corporazioni e gilde, per non farsi concorrenza e per difendersi dai soprusi dei poteri feudali Cap.2 Le origini della società moderna in Occidente -Società statica e dinamica, a seconda dei periodi storici -> tra il XVI e il XIX secolo le società europee entrano in un epoca di mutamento sociale accelerato di tipo globale, che investe cioè la sfera economica, politica, giuridica e culturale -Capitalismo (Karl Marx): rispetto ai modelli economici precedenti, qui predominano i detentori di capitale che pongono al loro servizio il lavoro salariato. E' un economia di scambio (non solo merci ma anche lavoro) monetaria; -solitamente e fino a prova contraria l'uomo si comporta in modo razionale, in funzione delle risorse materiali e culturali di cui dispone, della situazione in cui si trova, della conoscenza che si ha di data situazione e del proprio punto di vista -> Teorema di Thomas: definizione della situazione, profezia che si autoadempie -Due individui che orientano reciprocamente le loro azioni stabiliscono una relazione sociale, che può essere anche di cooperazione o di conflitto -L'interazione sociale è il processo per cui due o più persone un relazione fra loro agiscono in reazione alle azioni altrui -> grazie all'interazione si realizza, riproduce o cambia il contenuto di una relazione - Un gruppo sociale è dato da un gruppo di persone fra loro in interazione con continuità secondo schemi relativamente stabili, le quali persone si definiscono membri del gruppo e sono definite come tali dagli altri -> i caratteri del gruppo cambiano al variare della dimensione -> ciò perché in questo caso l'interazione può essere diretta (famiglia) o indiretta (azienda), mutando quindi la percezione gli uni degli altri -Diade: se un membro decide di uscire, il gruppo si scioglie -Triade: figura del terzo mediatore; tertius gaudens; terzo che mette zizzania (divide et impera) -Generalmente i gruppi a numero pari mostrano maggiore disaccordo di quelli a numero dispari -Gruppi formali: prevedono regole precise per l'ammissione, sui comportamenti da tenere (dipendenti); Gruppi informali: privi di regole ben definite (amici) -Grado di completezza: a parità di altre condizioni, un grado crescente di completezza tende ad aumentare la capacità di influenza sociale del gruppo -per i candidati all'appartenenza, il gruppo costituisce un gruppo di riferimento del quale si condividono gli obiettivi e le regole; per l'uomo marginale, il gruppo è un gruppo di riferimento ma la categoria individua figure che se ne sono distaccate per mancata condivisione di regole o fini; i membri potenziali sono coloro ai quali il gruppo deve rivolgere le sue attenzioni e la sua propaganda se desidera aumentare la completezza; i non membri neutrali sono l'insieme di chi è semplicemente sullo sfondo sociale del gruppo; i non membri autonomi sono un pericolo per il gruppo, impedendone la completezza. Essi pur potendo rifiutano di partecipare al gruppo; i non membri antagonisti denotano le caratteristiche dei membri potenziali e dei non membri neutrali ma sono portatori di norme e valori contrari a quelli del gruppo -Il ruolo indica l'insieme di comportamenti che generalmente ci si aspetta da un membro del gruppo -> ovvero esistono norme di comportamento che valgono per i membri del gruppo e che regolano i rapporti -> all'interno di un gruppo i ruoli sono differenziati, relativamente stabili e fra loro collegati. La differenziazione dipende anche dalla densità sociale, ovvero dalla concentrazione spaziale delle persone e dal volume delle loro interazioni -> società segmentali (individui con ruoli simili), società a divisione del lavoro (come le moderne società industriali) -Ruolo specifico: insieme di comportamenti limitato e precisato; Ruolo diffuso: i comportamenti attesi sono un insieme più ampio e meno definito -> un individuo può avere diversi ruoli allo stesso tempo -Gruppi totalitari (impegnano tutti o quasi i ruoli di un individuo); Gruppi segmentali (riguardano alcuni o solo uno dei ruoli di un individuo) -Gruppi primari: piccole dimensioni, ruoli diffusi, contenuti affettivi e molto personalizzati (famiglia); Gruppi secondari: grandi dimensioni, ruoli specifici, relazioni fredde e spersonalizzate (azienda) -Potere (Weber): possibilità di trovare obbedienza ad un comando che abbia un determinato contenuto -> ad ogni rapporto di potere corrisponde anche un interesse all'obbedienza da parte del soggetto più debole, non fosse altro perchè comportarsi diversamente sarebbe troppo costoso -> potere legittimo o autorità (Weber): riguarda relazioni nelle quali sono previsti diritti di dare ordini e doveri di ubbidire, considerati legittimi da entrambi gli attori -> relazioni di autorità sono previsti in tutti i gruppi secondari e si ritrovano egualmente in gruppi primari come la famiglia -Il conflitto riguarda azioni orientate dal proposito di affermare la propria volontà contro la volontà e la resistenza di altri -> il conflitto contribuisce a stabilire e mantenere i confini del gruppo (i soggetti acquistano e mantengono la consapevolezza della loro identità); i gruppi che richiedono un impegno totale della personalità sono capaci di limitare i conflitti, ma se questi esplodono tendono ad essere di grave intensità e distruttivi delle relazioni del gruppo (es. nelle diadi e nella famiglia); il conflitto con altri gruppi normalmente aumenta la coesione interna (es. la guerra, l'invasore, il capro espiatorio); il conflitto può generare nuovi tipi di interazione fra gli antagonisti (ovvero portare persone o gruppi ad interagire man mano, per esempio due bambini che inizialmente litigano per un giocattolo) -Il comportamento collettivo si riferisce ad un insieme di individui sottoposti a uno stesso stimolo, che reagiscono e interagiscono fra loro in situazioni senza riferimento ai ruoli. Nel comportamento collettivo ritroviamo una certa sospensione dei normali orientamenti e comportamenti, una maggiore fluidità di rapporti e maggiore coinvolgimento emotivo. La personalità di un individuo, costituita dai suoi ruoli, tende quindi ad essere sospesa o messa in questione. Da ciò derivano i caratteri imprevedibili e spontanei del comportamento collettivo-> Panico, folla, pubblico -Panico: reazione collettiva spontanea di fronte al rischio di subire gravi danni da un evento in corso o annunciato, rafforzato dal vedere reazioni simili da parte di altri. Si innescano comportamenti irrazionali o asociali, egoistici -Folla: insieme di persone riunite in un luogo che reagiscono a uno stimolo sviluppando umori e atteggiamenti comuni ai quali possono seguire forme di azione collettiva (comportamenti sia gioiosi che violenti). Al contrario del panico, che esprime orientamenti individualistici, la folla esprime atteggiamenti solidaristici e al suo interno gli individui si rafforzano nel loro atteggiamento ricevendo in risposta dagli altri lo stesso stimolo (reazione circolare)-> Folla espressiva: sfogo di tensioni sociali e psicologiche con comportamenti inconsueti come balli, canti, sbornie; Folla attiva: attenzione orientata all'esterno, su persone o cose,che diventano l'obiettivo di azioni in genere conflittuali e a volte violente -Pubblico: persone che si confrontano con lo stesso problema, hanno opinioni diverse su come affrontarlo e discutono fra loro. Il pubblico esprime opinioni e orientamenti diversi, la folla ne esprime uno solo, collettivo. Inoltre la folla ha funzioni espressive, mentre il pubblico forma delle opinioni. Nel pubblico un messaggio riceve una risposta con contenuto diverso, attivando un'interazione che può modificare atteggiamenti e convinzioni di partenza (interazione interpretativa). la folla è in un certo senso un caso limite del pubblico. I pubblici si formano nelle società dove è normale che chi governa debba essere orientato dall'opinione pubblica, mentre le folle sostituiscono i pubblici nelle società totalitarie -Network analysis: studia la rete di relazioni fra persone . Tali reti possono essere a maglia larga o a maglia stretta, ovvero in base al fatto che le persone conosciute da un individuo si conoscano o meno fra loro. I legami variano per intensità, durata, frequenza e contenuto -Carriere morali (es. taxi-dance hall): studiare le carriere morali significa osservare i tentativi e le mosse delle persone nell'adattarsi ad un ambiente che in gran parte non può essere da loro influenzato per cercare di conquistare una posizione e la stima di altri. E' un processo di interazione nel quale un soggetto sperimenta le su possibilità suscitando reazioni positive o negative negli altri -Luoghi di ribalta: necessaria una certa formalità; luoghi di retroscena: ci si può rilassare -> scambiare gli uni per gli altri può avere conseguenze disastrose per una relazione sociale -Ruoli incongruenti (Goffman): delatore, chi finge presso gli attori di essere un membro della compagnia, avendo accesso al retroscena e riportando informazioni riservate al pubblico; compare, chi è segretamente d'accordo con gli attori ma si mescola con il pubblico; spettatore puro è un professionista riconosciuto come spettatore qualificato (es. un critico); intermediario, chi appartiene a due compagnie che sono l'una il pubblico dell'altra e può mettere in atto giochi di triade; non persona è chi pur essendo presente non fa parte della rappresentazione e viene ignorata (es. tassista) -Disattenzione civile (Goffman): interazioni casuali ma pur sempre complicate -Organizzazione sociale: come gli individui hanno imparato a coordinare stabilmente le loro interazioni, creando apposite strutture artificiali nelle quali cooperare. Spesso si tratta di gruppi di grandi dimensioni dove gran parte dell'interazione avviene a distanza -Il capitale sociale è il patrimonio di relazioni di cui dispone una persona e che può impiegare per i propri scopi. Può dipendere dal proprio credo, dal numero di conoscenti che si hanno, dalla forma di relazione familiare, etc. Nella società moderna il capitale sociale è solitamente depositato in organizzazioni formali che continuano a funzionare anche se gli individui cambiano e che permettono una cooperazione efficiente Cap.5 Valori, norme e istituzioni -Valore: ha significati diversi a seconda del contesto, è polisemico. I valori appaiono come orientamenti dai quali discendono i fini delle azioni umane: essi sono i fini ultimi dell'azione, per realizzare i quali gli essere umani devono perseguire dei fini di ordine inferiore che quindi a loro volta sono nello stesso tempo fini e mezzi -I valori sono sempre in qualche misura trascendenti rispetto all'esistente , e si collocano su orizzonti terreni o ultraterreni. Per lo scienziato sociale i valori esistono come fatti sociali, in quanto vengono fatti propri dagli individui o gruppi sociali i quali orientano in base ad essi il loro agire: i valori divengono così forze motrici. Inoltre i valori vengono fatti propri da individui e gruppi mediante processi più o meno consapevoli di scelta -Karl Marx: i valori dominanti di una società sono i valori che appartengono alla classe dominante -> ciò stabilisce un collegamento tra dominio tout-court (economico, sociale e politico) e dominio culturale, inoltre implica che essi vengono fatti propri anche dai dominati: la classe dominante esercita un'egemonia culturale sull'intera società -Esistono anche valori universalmente condivisi -> valore della pace (dopo la II WW), anche se questa collocazione diventa via via meno stabile allorché gli orrori della guerra vengono dimenticati; valore della vita (l'aborto non implica una mancanza di rispetto di tale valore ma solo una concezione diversa); valore della libertà, dell'uguaglianza, della dignità dell'uomo (anche qui le interpretazioni di tali valori potrebbero divergere, pur rimanendo validi nella loro sostanza). I valori universali sono quindi frutto di processi di lungo periodo, ovvero vengono fatti propri da una società a seguito dell'evoluzione storica. Sono i valori che presidiano i confini del vivere civile e che definiscono la natura del patto sociale -oggi viviamo in una società dove vige un pluralismo dei valori. Le società umane, in particolare, presentano gradi diversi di integrazione dei valori nei cosiddetti sistemi di valori. Tale grado di integrazione può variare nel tempo. Per Parsons, le società stanno insieme perché tenute insieme da sistemi di valori sufficientemente integrati e coerenti -> quando i sistemi di valori o singoli valori entrano in conflitto, anche i gruppi di appartenenza entrano in conflitto, il quale sarà tanto più aspro quanto minori saranno il numero e l'importanza dei valori condivisi Cap.6 Identità e socializzazione -Ogni società deve assicurare la propria continuità nel tempo di fronte al flusso incessante di membri in entrata e in uscita -> è necessario quindi che essa disponga in mezzi necessari per trasmettere ai nuovi venuti una parte almeno del patrimonio culturale accumulato nel corso delle generazioni -> il patrimonio culturale non è omogeneo o stabile. Di esso fanno parte tutti i valori, norme, atteggiamenti, conoscenze, capacità e linguaggi che consentono alla società di esistere -Competenze sociali specifiche: consentono agli individui di svolgere ruoli particolari e comportano la capacità di usare linguaggi e di disporre di conoscenze condivise soltanto da parte di coloro che sono coinvolti nell'esercizio di tali ruoli -Socializzazione primaria: processi volti ad assicurare la formazione delle competenze sociali (primi anni di vita fino all'età scolare) -Socializzazione secondaria: processi volti alla formazione di competenze specifiche richieste dal'esercizio dei vari ruoli sociali (tutto l'arco della vita a partire dall'età scolare) -Le agenzie cui sono affidati i compiti di socializzazione operano in un campo attraversato da esigenze contrastanti di conservazione e innovazione -Tra il processo evolutivo umano (filogenesi) e il processo di sviluppo dell'individuo (ontogenesi) esiste una sorta di parallelismo, nel senso che siamo in grado di apprendere con relativa facilità ciò che la specie ha acquisito nel corso di molte generazioni -informazioni genetiche (trasmesse con la riproduzione); processo di socializzazione ( apprendimento nel corso della vita) -Ad esempio l'istinto viene trasmesso geneticamente. In ogni caso è difficile distinguere ciò che dipende dall'istinto e ciò che dipende dall'apprendimento . La differenza fondamentale tra uomo e animali sta nel fatto che l'uomo ha una capacità di apprendimento straordinariamente maggiore -Quando intervengono fattori esterni sfavorevoli, certe capacità umane non si sviluppano o si sviluppano in ritardo -> la dotazione genetica comunque condiziona ma non determina in maniera assoluta le capacità individuali, le quali saranno influenzate soprattutto da allevamento ed educazione. -Alla nascita il bambino è dotato di grande plasticità. Non può influire sul mondo che lo circonda, il quale gli si presenta come già dato e immutabile. Il suo è un rapporto di forte dipendenza con chi lo nutre e provvede ai suoi bisogni elementari -> si sviluppa un rapporto di attaccamento tra la madre, dispensatrice di soddisfazioni, e il bambino che manifesta attaccamento nei suoi confronti -> la madre, nella soddisfazione dei bisogni del bambino, stabilisce delle regole sulla base delle quali si formano le aspettative reciproche di comportamento -> il fatto di poter contare su un legame affettivo stabile e duraturo fondato su un rapporto fisico frequente, consente al bambino di sviluppare fiducia nell'ambiente che lo circonda e in se stesso (la sicurezza del sostegno fornito da tale legame sono indispensabili per l'acquisizione dell'autonomia, mentre al contrario quando tale sostegno manca lo sviluppo delle capacità motorie e comunicative del bambino è notevolmente rallentato) -Il bambino viene visto come una tabula rasa e l'adulto come l'artefice delle esperienze che si imprimono nella sua mente. Il genitore agisce quindi come una funzione di stimolo mentre il bambino si limita a rispondere -> premio e punizione ->deve sussistere coerenza con l'erogazione delle punizioni, inoltre premio o punizione devono essere immediati, in quanto una risposta tardiva ne indebolirebbe l'effetto -> la punizione può essere a tal punto temuta da produrre effetti non voluti (menzogne, aggressività) -> premi e punizioni non devono quindi essere un meccanismo esterno di condizionamento, ma un elemento che gioca e assume significato all'interno di un rapporto comunicativo reciproco che è carico di valenze affettive -> le punizioni fisiche inducono a un rispetto esteriore della norma, mentre le punizioni di carattere psicologico ne facilitano l'interiorizzazione -Kohlberg: 6 fasi di sviluppo morale: nella prima ci si conforma alle regole per paura della punizione; nella seconda per ottenere un premio,; nella terza per approvazione sociale; nella quarta si afferma un codice morale astratto; nelle ultime due fasi si sviluppa una capacità riflessiva e argomentativa intorno alla validità dei principi morali. In ogni caso il codice morale entra come elemento costitutivo dell'identità personale -Il processo di socializzazione è quindi una successione di fasi in cui il soggetto sviluppa un'identità sempre più articolata e complessa. La prima fase corrisponde quindi all'acquisizione della capacità di riconoscere l'esistenza di un mondo esterno, ovvero delimitare i confini tra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori. in una fase successiva il bambino comincerà a distinguere tra la madre e altri adulti, isolando le caratteristiche delle persone che si occupano di lui. Successivamente ha luogo la tipizzazione sessuale delle persone -> la formazione dell'identità personale quindi corre parallela rispetto all'elaborazione cognitiva del mondo sociale: ad ogni stadio il soggetto assume ruoli nuovi che si aggiungono e si diversificano dai precedenti. Tale processo però non è lineare e cumulativo e ad ogni svolta l'individuo deve ridefinire la propria identità in relazione alla ristrutturazione della mappa cognitiva del mondo sociale esterno - 2 componenti del processo di formazione dell'identità: componente di identificazione ( il soggetto fa riferimento a figure rispetto alle quali si sente simile e con cui condivide determinati caratteri. L'identificazione conduce alla formazione del senso di appartenenza a un entità collettiva); componente di individuazione (il soggetto fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono da altri , sia dai gruppi cui non appartiene sia dai membri del proprio gruppo rispetto ai quali si distingue per le proprie caratteristiche) -La socializzazione secondaria è quell'insieme di pratiche messe in atto dalla società che consentono agli individui di assumere ed esercitare ruoli adulti -> consiste nella formazione delle capacità sociali specifiche necessarie all'esercizio dei ruoli stessi -> vi è la sfera relativa alle attività amicali, quella della partecipazione sociale e politica, etc. L'insieme dei ruoli svolti da un individuo si designa come role set -> tale composizione dei ruoli muta nel corso della vita -> ad ogni svolta l'individuo deve ridefinire la propria situazione in modo più o meno globale a seconda dell'importanza della svolta -> per fronteggiare la svolta, l'individuo non può fare riferimento agli atteggiamenti e ai comportamenti precedenti, ma deve arricchire tale repertorio e neutralizzare quegli elementi acquisiti che risultano non solo inefficaci, ma molto spesso dannosi nella nuova situazione -La socializzazione è un processo che si svolge lungo tutto l'arco della vita -> 2 aspetti: 1-natura più o meno cumulativa dei processi di apprendimento che accompagnano la socializzazione, ovvero ogni nuova fase presuppone e si basa sulle fasi precedenti. Quando un nuovo apprendimento entra in conflitto con una parte di quanto già appreso, questa parte deve essere accantonata. Oltre una certa età la capacità di apprendimento diminuisce o si arresta e quanto appreso viene selettivamente eliminato man mano che non risulta utilizzabile nella prassi quotidiana; 2-passando dalla socializzazione primaria alla secondaria il soggetto acquisisce un controllo sempre maggiore sul processo stesso: diventa un agente della sua stessa socializzazione, capace di compiere delle scelte che indirizzano il processo e condizionano l'azione degli agenti di socializzazione -La scuola è la prima istituzione sociale extrafamiliare con cui un individuo entrai n contatto. Ciò segna l'inizio della socializzazione secondaria -> nell'interazione con l'insegnante il bambino impara modelli di comportamento adeguati ad una situazione definita in termini di rapporti di autorità assai più impersonali di quelli esperiti nella situazione familiare -> la socializzazione scolastica trasmette una serie di modelli di comportamento che si rifanno ai principi di autorità, prestazione, competizione e cooperazione -Gruppo dei pari: individui formalmente sullo stesso piano e tra i quali non esiste un rapporto sanzionato di autorità e subordinazione. Es: fratelli e sorelle, pari rispetto ai genitori, alunni pari rispetto agli insegnanti -> i rapporti al suo interno si collocano tra i due poli di solidarietà e competizione -> l'agire solidaristico si fonda sul sentimento di appartenenza in virtù del quale i membri di un gruppo sottolineano ciò che li accomuna e li rende uguali; l'agire competitivo si fonda sul sentimento di individualità e tende a differenziare tra loro i membri del gruppo. -> la caratteristica che definisce un gruppo di qualsiasi natura è la presenza di qualche forma di solidarietà che nei casi limite annulla o controlla la competitività al suo interno, oppure la indirizza verso gruppi esterni. I gruppi possono essere di diversa natura a seconda dell'ambito in cui si formano, dallo scopo che perseguono, dei rapporti tra i membri. - Nell'ambito delle organizzazioni ordinate gerarchicamente, gruppi informali tendono a formarsi lungo linee orizzontali tra persone che occupano lo stesso livello e che possono contrapporsi a coloro che si collocano a livelli inferiori o superiori: in questo caso la solidarietà riduce la competizione tra i membri. Dove la competizione orizzontale è elevata, la solidarietà sarà scarsa o si svilupperà nella dimensione verticale tra persone di livelli diversi. -I mezzi di comunicazione di massa sono agenti di socializzazione secondaria -Ribadiamo che le esperienze di socializzazione non si sommano armonicamente, ma spesso esperienze successive smentiscono, modificano o neutralizzano esperienze precedenti. L'individuo è sottoposto a una serie di pressioni incrociate che ora si eludono ora si rafforzano reciprocamente -> è l'individuo a dover gestire l'inevitabile conflitto che si produce tra le varie agenzie di socializzazione, ed è proprio questa possibilità che garantisce l'esistenza di uno spazio di libertà per l'individuo e definisce i confini della sua facoltà di indirizzare il processo della propria socializzazione e di costruire la propria identità Cap.10 La religione -Processo di secolarizzazione: alle origini di questo processo vi sono le religioni che collocano il sacro e il divino in un piano trascendente rispetto alla sfera terrena -> un esempio è dato dalla concezione del lavoro: dalla dannazione biblica come pena e fatica alla valorizzazione come strumento di realizzazione della volontà divina nel protestantesimo -> anche la sfera delle attività e delle istituzioni politiche ha subito questo processo (il governo di un Paese non trae più il fondamento della propria esistenza dalla religione, come all'epoca dei monarchi medievali) -Nel processo di secolarizzazione grande importanza ha rivestito la scienza, tant'è che spesso religione e scienza si sono trovate su fronti opposti (es. processo a Galileo Galilei per il sostegno alla teoria di Copernico) -> il declino delle religioni secolari lascia il campo alla formazione di nuove religioni, culti e sette -> si è sviluppato un insieme variegato di credenze e culti denominato New Age. Combinano tendenze spiritualiste con pratiche di meditazione ricavate dalle tradizioni orientali -Interpretazioni sociologiche della religione -> -Interpretazioni in chiave evoluzionistica: risale agli illuministi -> Comte: 3 stadi dello sviluppo delle società: stadio teologico (religione), stadio metafisico, stadio positivo -> in questa interpretazione la religione occupa il primo stadio, dove gli uomini sono ancora preda di una concezione antropomorfica che vede la divinità come entità con caratteristiche umane potenziate al massimo grado -Religione come ideologia delle classi dominanti: anche questa risale agli illuministi: religione come fenomeno oscurantista che impedisce di vedere la luce della ragione: per Voltaire essa ingannai poveri facendogli accettare la oro condizione di subordinazione, ma inganna anche i ricchi ai quali la chiesa estorce elemosine promettendo impunità per i loro peccati -> Per Marx la storia coincide con la lotta di classe e la religione ostacola il processo mediante il quale gli oppressi prenderanno coscienza dei rapporti sociali di dominio di cui sono vittime (religione oppio dei popoli) -> quindi per Marx la religione impedisce di cogliere la natura immediatamente antagonistica dei rapporti di classe -> in questo senso il processo di secolarizzazione altro non è se non il progressivo logoramento di questa "sovrastruttura ideologica" che è il rapporto tra le classi -Interpretazione funzionalistica: per i funzionalisti (Durkheim) la religione svolge una funzione fondamentale di integrazione. E se in epoca moderna la religione sembra in declino è perchè altre forme (sempre di natura religiosa) hanno preso il suo posto (culto della patria, sacralità delle istituzioni, la bandiera, la tomba del milite ignoto) -Religione come fattore di mutamento: (Weber): religione vista non come dipendente dai rapporti di dominio o come esigenza di integrazione della società, ma come fenomeno dotato di autonomia specifica. In particolare le religioni profetiche si sono sviluppate in forte tensione con il mondo circostante (fattore di cesura, rottura). In questo senso le idee religiose (che Weber designa come interessi ideali, in contrapposizione agli interessi materiali) sono state storicamente delle potenze rivoluzionarie capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali -Concezione fenomenologica: centralità della relazione tra il credente e l'oggetto della venerazione -> 2 tratti definiscono l'esperienza religiosa: 1-sentimento di essere creatura; 2-esperienza del mistero: il sacro è circondato da un aura di mistero che produce profonde emozioni di timore, riverenza, paura e attrazione. Attraverso tale esperienza all'individuo è concesso di trascendere se stesso e i propri limiti per accostarsi a qualcosa di radicalmente più alto Cap.11 Stratificazioni e classi sociali -Stratificazione sociale: indica il sistema di disuguaglianze strutturali di una società nei 2 aspetti principali: distributivo (ammontare delle ricompense materiali e simboliche ottenute dai membri di una società), razionale (rapporti di potere esistenti fra i membri della società) -> ovvero indica come gli individui si collocano o vengono collocati nel sistema sociale -Si definisce strato un insieme di famiglie o individui che godono della stessa quantità di risorse o che occupano la stessa posizione di rapporti di potere -> anche nelle società più semplici esistono differenze basate sul genere o sull'età -2 motivi per cui le società di caccia è raccolta sono egualitarie: nomadismo (ostacolo all'accumulazione di risorse), principio di reciprocità (condivisione delle scarse risorse disponibili) -Lenski individua le condizioni che favoriscono le disuguaglianze sociali: basse nelle società di caccia e raccolta, aumentano nelle società orticole, raggiungono il massimo nelle società agricole per poi diminuire di nuovo nelle società industriali (dove le disuguaglianze sono comunque maggiori che nelle società di caccia e raccolta) -> la dimensione a campana della curva di disuguaglianza dipende da 2 fattori: dimensioni del surplus economico e concentrazione del potere politico - A parità di altre condizioni, le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza crescono all'aumentare del surplus (cosa che avviene nelle società agricole) e all'aumentare della concentrazione del potere politico (Roma, Cina, Francia medievale) perchè del surplus si appropria quasi esclusivamente l'aristocrazie militare. Se nella società industriale la distribuzione della ricchezza diventa più equa è perchè si verifica una rivoluzione politica che attribuisce maggior potere ad una parte consistente della popolazione -La teoria funzionalista è stata formulata in modo articolato e rigoroso solo dopo la II WW -> Davis e Moore hanno sostenuto che la principale necessità funzionale che spiega la presenza universale della stratificazione è l'esigenza della società di collocare e motivare gli individui nella struttura sociale -> ovvero è un fatto non solo inevitabile ma necessario al buon funzionamento della società -> 4 punti: 1- in ogni società non tutte le posizioni hanno la stessa importanza funzionale, ovvero alcune sono più rilevanti per l'equilibrio e il funzionamento del sistema sociale e richiedono particolari capacità; 2- il numero di persone dotato di quelle capacità che è possibile convertite nelle competenze appropriate ad occupare quelle posizioni è limitato; 3- la conversione delle capacità in competenza implica un periodo di addestramento durante il quale vengono sostenuti dei sacrifici; 4- per indurre persone capaci a sottoporsi a questi sacrifici è necessario dar loro delle ricompense materiali e morali per far si che le posizioni funzionalmente importanti che tali persone andranno ad occupare godano di un livello di reddito e prestigio maggiore di altre -I teorici del conflitto negano che la strat. sociale svolga un ruolo indispensabile per la sopravvivenza del sist. sociale - > per loro le disuguaglianze esistono perchè i gruppi sociali che se ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli attacchi degli altri in una situazione di conflitto continuo -> ->Le classi sociali secondo Karl Marx: "la storia di ogni società esistita fino a questo momento è storia di lotta di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba..." "l'intera società si va scindendo sempre più in due grandi campi nemici: borghesia e proletariato" -> in ogni società l'asse portante delle classi si trova nei rapporti di produzione e nelle relazioni di proprietà. Un piccolo numero di persone ha la proprietà dei mezzi di produzione, mentre la grande maggioranza della pop. ne è esclusa. Altre classi che Marx prende in considerazione sono quelle della piccola borghesia (artigiani e commercianti), contadini e sottoproletariato -> secondo la teoria di Marx le classi sono dei raggruppamenti omogenei di persone che hanno lo stesso livello di istruzione, di consumo, le stesse abitudini, valori e credenze ->Egli distingue tra classe in sè (persone nella stessa posizione rispetto ai mezzi di produzione) e classe per sè (quando questi individui prendono coscienza di avere interessi comuni e di appartenere alla stessa classe) -> 3 fattori del passaggio da classe in sè a classe per sè: 1-facilitando le comunicazoni fra gli appartenenti ad una classe, aumentano la visibilità e la trasparenza della struttura di classe; 2-riduzione di stratificazioni interne, ovvero omogeneità (i processi migratori portano una classe ad essere differenziata al suo interno, quindi ostacolano la formazione di cuna classe per sè); 3- rigidità delle barriere di classe -Classi ceti e gruppi di potere per Max Weber: egli era convinto che la fonte della disuguaglianza e i principi fondamentali di aggregazione degli individui andassero ricercati in 3 diverse sfere: economia, cultura, politica -> nella prima gli individui si aggregano sulla base di interessi materiali comuni; nella seconda seguendo comuni interessi ideali e dando origine a ceti; nella terza si associano in partiti o gruppi di potere per il controllo dell'apparato di dominio -Classe (Weber): "il possesso e la mancanza di possesso costituiscono la categoria fondamentale di tutte le situazioni di classe" -> per Marx il criterio di fondo di appartenenza a una classe è la proprietà o meno dei mezzi di produzione, per Weber è la situazione di mercato -> i mercati sono 3: del lavoro (contrapposizione tra classe operaia e imprenditori), del credito (contrapposizione debitori-creditori), delle merci (contrapposizione consumatori- venditori) -> Weber distingue fra classi di possidenti e classi acquisitive privilegiate positivamente o negativamente -> -> classi possidenti privilegiate positivamente: costituite da redditieri che ricavano i loro redditi da schiavi, terre, miniere ,impianti di lavoro, navi -> classi possidenti privilegiate negativamente: costituite da coloro che non dispongono di nulla -> classi acquisitive privilegiate positivamente: composte da imprenditori di vario tipo e da professionisti forniti di un alto livello di preparazione -> classi acquisitive privilegiate negativamente: lavoratori -I ceti attengono invece alla sfera culturale; sono comunità di persone con un certo stile di vita e un forte senso di appartenenza -> l'onore di ceto si esprime normalmente soprattutto nell'esigere una condotta di vita particolare da tutti coloro i quali vogliono appartenere ad una data cerchia -> connessa con ciò è la limitazione dei rapporti sociali (connubium e commensalità) -In genere le classi hanno una maggiore eterogeneità interna dei ceti e dunque sono meno frequentemente comunità morali e più difficilmente si mobilitano per fini collettivi -Per migliorare la loro situazione i ceti seguono la strategia della chiusura sociale, restringendo cioè gli accessi alle risorse e alle opportunità ad uno strato limitato di persone dotate di certi requisiti -Squilibrio di status secondo i sociologi americani: Lenski e gli altri sociologi americani che hanno proposto il concetto di squilibrio di status per spiegare alcune forme di comportamento si rifacevano ad una concezione pluridimensionale della stratificazione sociale come quella di Weber -> in ogni società vi è una pluralità di gerarchie e ciascun individuo occupa una posizione in ognuna di queste gerarchie -> si parla di equilibrio di status quando una persona si trova in ranghi equivalenti nelle diverse gerarchie (quindi si ha squilibrio di status quando una persona non si trova allo stesso livello in tutte le gerarchie, es: nobile decaduto e impoverito, medico nero americano, laureato commesso, industriale analfabeta) -> perchè vi sia squilibrio di status non è sufficiente che vi sia una differenza nelle posizioni occupate, ma anche che questa differenza sia in contrasto con le aspettative della società -> lo squilibrio di status è causa di isolamento sociale, politicizzazione e radicalizzazione -> le conseguenze sono diverse a seconda del rapporto esistente fra status ascritti e status acquisiti -> quando lo status ascritto è alto e quello acquisito basso l'individuo tende a reagire in modo intrapunitivo (disturbi psicosomatici); quando lo status acquisito è alto e quello ascritto basso l'individuo risponde in modo extrapunitivo (incolpa gli altri), desiderando un cambiamento nella distribuzione del potere -4 sistemi di stratificazione sociale importanti: schiavitù, caste, ceti, classi -Schiavitù: forma estrema di disuguaglianza -> può esistere solo in un'economia poco sviluppata che richieda grandi quantità di lavoro umano -> vi erano grandi differenze nelle condizioni di lavoro degli schiavi a secondo della loro occupazione -Caste: il sistema delle caste in India esiste da almeno 2500 anni, pur avendo subito vari cambiamenti -> secondo i Veda testi sacri induisti), la società indiana si articolava in 4 grandi varna, o gruppi di caste, con funzioni sociali diverse e poste in ordine gerarchico -> 1-Brahmani (prima stregoni, poi sacerdoti e dotti), 2-Kshatryia (aristocratici e cavalieri con funzioni militari), 3-Vaishya (contadini, pastori e commercianti), 4-Shudra (lavoratori, servitori, domestici, giardinieri, vasai, venditori di profumi ed oli), infine anche se i testi non ne parlano 5-Harjan o paria, che non appartengono a nessuna casta e che gli europei chiamano "gli intoccabili" perchè ogni forma di contatto era fonte di contaminazione -> le caste vere e proprie sono comunque alcune migliaia -3 caratteristiche della casta: 1-essa è un ceto chiuso, ovvero si entra solo per nascita e si pratica l'endogamia o al massimo l'ipergamia (donna sposa un uomo di casta leggermente superiore); 2-specializzazione ereditaria, ovvero ogni casta è legata allo svolgimento di un mestiere o di una funzione rituale; 3- ordine rigidamente gerarchico basato sul criterio religioso della purezza -> il criterio della purezza è alla base delle relazioni fra tutte le caste. Nella società indiana vi sono norme precise anche sulle persone con cui è consentito mangiare, su chi deve preparare il cibo, con chi si può fumare la pipa etc. -Articolazione cetuale: esistita per alcuni secoli in Europa prima della riv. francese: 1-gli status ascritti avevano enorme importanza; 2- differenze sociali fra ceti non solo di fatto ma anche di diritto; 3- appartenere ad un ceto conferiva prestigio ma anche l'obbligo di condurre un certo stile di vita, quindi obblighi e inibizioni -> Società inglese del 1688 di Gregory King: Cottagers e poveri (56% delle famiglie, vagabondi, braccianti, operai, servitori); ceto medio (28%, piccoli proprietari terrieri, contadini coltivatori, artigiani, negozianti); mercanti e -Poligamia: si può essere sposati contemporaneamente con due o più persone (poliandria se la donna ha più mariti, poliginia se un uomo ha più mogli) -> Tibet o Toda, in India -> in Tunisia, Egitto, Marocco solo il 2-3% degli uomini ha più di una moglie (coloro che occupano le posizioni sociali più elevate). La poliginia invece è ancora assai diffusa nei Paesi dell'Africa Subsahariana -Perchè un uomo abbia più mogli necessitano 2 condizioni demografiche: forte differenza di età (circa 10 anni) fra l'età di matrimonio dell'uomo e della donna; seconde nozze immediate (4-5 mesi) delle donne, data l'alta mortalità -> in alcune zone vige la regola del levirato, che prevede il diritto-dovere da parte del fratello del defunto di prendere in moglie la vedova, e i figli che ne deriveranno saranno considerati figli del defunto -> da ciò derivano 3 conseguenze importanti: il numero delle donne sposate è molto maggiore di quello degli uomini sposati; nella pop. maschile al crescere dell'età aumenta la quota di coloro che hanno due o tre mogli; nella pop. femminile, al crescere dell'età sale la quota delle donne sposate in seconde nozze -Tipi di famiglia di Le Play -> -> famiglia patriarcale: tutti i figli sposati convivono sotto lo stesso tetto, sottoposti all'autorità paterna -> famiglia instabile: piena libertà di decisione dei figli i quali, appena raggiunta una certa età, lasciano la casa dei genitori e vanno ad abitare in una nuova autonoma residenza -> famiglia ceppo: si forma quando un solo figlio maschio, scelto dal padre, porta la moglie a casa dei genitori, mentre tutti gli altri ne escono quando si sposano -> questa tipologia si basa su vari criteri di classificazione: autorità del pater familias forte nella famiglia patriarcale, intermedia in quella a ceppo e debole in quella instabile; regola di residenza dopo le nozze, ovvero norme che stabiliscono con quali persone devono andare a vivere gli sposi dopo le nozze -> regola di residenza matrilocale quando il marito va ad abitare con i genitori della moglie , patrilocale quando è invece la moglie a trasferirsi nella famiglia del marito, bilocale quando i due coniugi possono scegliere con i genitori di chi dei due abitare. Si ha invece una soluzione avunculocale se ci si attende che i coniugi risiedano nella famiglia dello zio materno del marito. Infine se i coniugi mettono su casa per conto proprio si ha una regola di residenza neolocale -5 tipi di famiglia per Laslett: -> -nucleare: una sola unità coniugale, completa o incompleta (vedova) -senza struttura: famiglia priva di unità coniugale (es. fratelli non sposati) -famiglia del solitario: unica persona -Estesa: una sola unità coniugale e uno o più parenti conviventi -> estensione verticale (es. padre del capofamiglia) o orizzontale (es. il fratello) -Multiple: famiglie con due o più unità coniugali -> multiple verticali (es. marito, moglie, figlio e moglie di quest'ultimo) o orizzontali (es. due o più fratelli che vivono con le rispettive mogli ed eventualmente figli) -Infine si parla di famiglie complesse quando si considerano insieme le estese e le multiple -Le famiglie possono essere distinte a seconda dei rapporti di autorità e di affetto fra coloro che ne fanno parte -> famiglia patriarcale famiglia coniugale intima -> patriarcale è la famiglia caratterizzata da una rigida separazione dei ruoli sulla base di sesso ed età e da una relazione di autorità fra moglie e marito, genitori e figli, suocere e nuore, fortemente asimmetriche; coniugale intima è quella famiglia presenta un sistema di ruoli più flessibile, meno legato al sesso e all'età, in cui le relazioni sono più simmetriche -> la scelta del coniuge è più libera e il legame coniugale assume un importanza maggiore di quello fra lo sposo e i suoi genitori -Nella società pre-industriale vi erano 2 diversi modi di formazione della famiglia -> -Il primo, tipico dell'Europa nord-occidentale, si basava su 3 regole: sia uomini che donne si sposavano abbastanza tardi (26 uomini, 23 donne); gli sposi creavano una famiglia nucleare; prima delle nozze, molti giovani passavano alcuni anni fuori casa a servizio di un altra famiglia -Il secondo sistema, tipico di tutti gli altri Paesi, si basava su 3 regole: gli uomini e soprattutto le donne si sposavano abbastanza presto (sotto i 26 uomini, sotto i 22 donne); la nuova coppia andava a far parte di una famiglia multipla, ovvero con una coppia più anziana (in genere la famiglia del marito), ergo il marito non diventava subito capofamiglia; non vi era l'uso di andare a servizio di altre famiglie prima di sposarsi -In Italia ritroviamo, andando indietro nel tempo, entrambi i tipi di formazione della famiglia: il primo nei centri urbani e in Sardegna, il secondo nelle campagne fiorentine del 400. Inoltre nel nostro Paese esistevano altri due tipi di sistemi di formazione della famiglia: il primo in Italia meridionale e in Sicilia prevedeva come età media 28 anni per l'uomo e 18 per la donna; il secondo sistema era seguito nel corso del 700-800 nelle campagne delle regioni della mezzadria (Toscana, Emilia, Marche e Umbria): qui dopo le nozze si seguiva la regola della residenza patrilocale e si andava a vivere in famiglie multiple orizzontali o orizzontali e verticali -Secondo le indaginicondotte da Laslett, almeno dalla metà del 500 nell'Europa centro-settentrionale la grande maggioranza della popolazione ha sempre seguito la regola della residenza neolocale e dunque la famiglia nucleare ha preceduto di molti secoli l'industrializzazione -> In Italia le famiglie complesse hanno avuto in passato un'importanza molto maggiore che in Inghilterra e l'urbanizzazione e l'industrializzazione hanno dato un rilevante contributo all'affermazione della regola della residenza neolocale -> Le famiglie multiple erano diffuse soprattutto nella Terza Italia (nord-est e centro-nord). Nelle campagne di queste zone una parte considerevole della pop. seguiva la regola della residenza patrilocale e viveva in famiglie complesse -> soltanto le persone appartenenti ai ceti più elevati, alla borghesia e all'aristocrazia, seguivano dopo le nozze la regola di residenza patrilocale e andavano a vivere in famiglie multiple verticali o orizzontali e verticali. Ma in ogni caso il passaggio alla famiglia di tipo nucleare è iniziato molto prima dell'avvio del processo di industrializzazione -I sociologi individuano storicamente la pratica dell'abbandono dei neonati, quella di fasciarli e lasciarli per lungo tempo da soli immobilizzati o quella di farli allattare da una balia come segni di indifferenza o mancanza di amore -> altri hanno efficacemente mostrato che nessuno di questi comportamenti può dirci quali fossero i sentimenti dei genitori -> è certo che le relazioni esistenti all'interno di una famiglia erano molto diverse rispetto a quelle odierne: i rapporti tra i coniugi erano dominati dal distacco e dal riserbo. Nelle famiglie nobiliare italiane, nel 600, marito e moglie si chiamavano per ruolo (signor consorte) e con l'allocutivo "lei". I genitori addestravano i figli alla sottomissione e non davano loro la minima confidenza. Nei ceti agricoli e urbani più bassi i figli davano del "voi" ai genitori, mentre nelle famiglie nobili si rivolgevano con espressioni come "signor padre, signora madre" e dando loro del "lei" -> il modello patriarcale è entrato in crisi molto prima che iniziasse il processo di industrializzazione _> emerse un nuovo tipo di famiglia: coniugale intima. Anche se il padre e marito continuò ad essere la figura più importante, cessò di essere l'autocrate indiscusso che era prima. Il "lei" e il "voi" lasciarono il posto al "tu", aumentarono le interazioni fra i membri della famiglia, il tempo passato insieme, le attenzioni e le cure che si rivolgevano -A partire dalla metà degli anni 60 nei Paesi occidentali si sono avuti una diminuzione del numero delle prime nozze, un aumento di separazioni e divorzi e una netta flessione della fecondità -> questi cambiamenti hanno favorito la nascita di nuovi tipi di famiglia -La diminuzione dei matrimoni inizia nei paesi occidentali nel corso degli anni 60 e 70 -> ne derivano 3 diverse tendenze: aumento giovani che vivono da soli; aumento dei giovani che restano a casa dei genitori; convivenze more uxorio o famiglie di fatto (prima nei paesi nordici, poi nell'europa centro-settentrionale e negli Usa e infine nell'Europa meridionale) -> ne è derivato un mutamento nelle norme giuridiche (es. adulterio non è più reato, i figli naturali hanno ormai gli stessi diritti dei figli legittimi); in alcuni Paesi si tende all'equiparazione della famiglia naturale alla famiglia legittima in merito ai rapporti patrimoniali -In genere la convivenza prenuziale si presenta non più come un alternativa ma come una fase di preparazione alla famiglia legittima: chi sceglie questa strada non rifiuta il matrimonio a lo rimanda -> insomma la famiglia prenuziale sta prendendo il posto del fidanzamento , oltre a segnare la perdita d'importanza del matrimonio -> la convivenza prenuziale in genere ha breve durata (un anno, un anno e mezzo) ed è solitamente infeconda -In alcuni Paesi cresce l'importanza delle unioni libere, ovvero famiglie di fatto che si pongono in alternativa a quelle fondate sul matrimonio: durano più a lungo, sono feconde e non sfociano nelle nozze -Vi è innanzitutto chi sceglie di convivere more uxorio per motivi di principio , per rifiuto dell'istituzione del matrimonio, per ostilità verso lo stato o per gli svantaggi di ordine economico che il matrimonio comporterebbe. Inoltre si tratta di unioni sperimentali, per evitare che anche il proprio matrimonio finisca con un divorzio. Inoltre tali relazioni nascono spesso per necessitò delle donne, soprattutto di quelle con un alto livello di istruzione e un'attività professionale: la natura fluida e flessibile della famiglia di fatto permette loro maggiormente di rimettere in discussione la tradizionale divisione dei ruoli basata sul genere, di rinegoziare diritti e doveri con l'uomo con cui convivono, di rimandare il momento della nascita dei figli, di ottenere maggiori spazi per l'attività di lavoro extradomestico -A partire dal 1965 nei Paesi occidentali sono aumentate le separazioni legali e i divorzi (gli Usa è il Paese sviluppato con la maggior instabilità coniugale, a seguire GB, Svezia e Danimarca, dove circa il 40% dei matrimoni finisce con un divorzio) -> nel nostro Paese il numero di separazioni è aumentato enormemente, da 5600 nel 1965 a 86000 nel 2009 (pur con nette differenze interne al territorio) -> divorziano più frequentemente coloro che si sposano da giovani, che non appartengono ad alcuna confessione religiosa, che hanno avuto genitori separati -> l'aumento dell'instabilità coniugale è stato accompagnato e favorito dai grandi mutamenti del diritto di famiglia -> nel corso degli anni 70 il sistema del divorzio-sanzione è stato abbandonato e sostituito da quello del divorzio-fallimento o rimedio (per sancire il divorzio non è più necessario accertare la colpa di uno dei due coniugi, basta che fra marito e moglie vi siano differenze inconciliabili che provochino un fallimento del matrimonio) -> in Italia nell'800 il codice di famiglia non prevedeva la possibilità del divorzio ma solo quella della separazione legale. Nel 1970 è stato introdotto il divorzio e nel 1975 la riforma del diritto di famiglia ha cambiato la natura della separazione giudiziale, prevedendo che essa sia concessa non per colpa ma quando la prosecuzione della convivenza risulta intollerabile -> In Italia il divorzio si è aggiunto alla separazione legale, ovvero prima del divorzio è necessario esperire la separazione legale -> In Italia come in altri Paesi occidentali fra il momento delle nozze e quello in cui i coniugi cessano di convivere passano in media 10-11 anni -> 2 sono le variabili che spiegano le variazioni nello spazio e nel tempo dell'instabilità coniugale: religione (quanto più forte è stata l'influenza della chiesa cattolica, tanto minori saranno i divorzi) e il tasso di attività della pop. femminile (quanto più alto è il numero di donne che svolge un'attività extradomestica, tanto più spesso i matrimoni termineranno con una sentenza di tribunale) -> la correlazione fra tasso di attività della pop. femminile e instabilità coniugale è stata interpretata con due ipotesi: 1- il lavoro della donna, mutando la distribuzione del potere all'interno della coppia, può essere fonte di nuovi conflitti all'interno della stessa; 2- se l'attività extradomestica femminile può provocare la rottura del matrimonio è perchè i mariti continuano a comportarsi come se la moglie fosse sempre una casalinga, ovvero a rifiutarsi di introdurre una qualche modifica nella divisione del lavoro all'interno della famiglia -L'aumento di separazioni e divorzi ha aumentato il tipo di famiglie: famiglie di persone sole, famiglie nucleari incomplete costituite da un solo genitore, famiglie ricostituite (formate con le seconde nozze) -> in molti paesi occidentali il numero di persone divorziate che si riposa è sensibilmente diminuito -Le famiglie ricostituite di oggi (seconde nozze in seguito a divorzio, non in seguito a vedovanza) sono diverse da quelle degli anni passati -> mentre un tempo la ricostituzione della famiglia significava la sostituzione del genitore scomparso, oggi comporta l'aggiunta di uno o due nuovi genitori ai due già esistenti -> caratteristica della famiglia ricostituita in questo senso è quella di avere confini più incerti di quella coniugale, in termini sia spaziali che biologici o giuridici -> tale ambiguità dipende dal grado della loro complessità strutturale -> le seconde nozze inoltre sono ancora più fragili delle prime, cioè le persone risposate divorziano con più facilità (o perchè sono più secolarizzate o perchè le famiglie ricostituite sono generalmente più complicate e generalmente non istituzionalizzate) -Il più grande mutamento introdotto in questo ambito nelle società occidentali riguarda certamente le coppie omosessuali -> nel corso del 900 questi rapporti sono stati depenalizzati e sono ora ritenuti leciti -> Il primo Paese è stato quello dei Paesi Bassi (1 aprile 2001) che ha ammesso la possibilità dei matrimoni gay -> non diversamente da quello eterosessuale, anche il matrimonio omosessuale può terminare con un divorzio
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