Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Sociologia Generale, temi, concetti, strumenti (David Croteau - William Hoynes), Sintesi del corso di Sociologia

Riassunto dettagliato del capitolo 3

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 13/06/2018

AlessioUniRoma3
AlessioUniRoma3 🇮🇹

4

(5)

8 documenti

1 / 9

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Sociologia Generale, temi, concetti, strumenti (David Croteau - William Hoynes) e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Capitolo 3: La cultura pag 115-133 La cultura è uno dei concetti chiave della sociologia ed è parte essenziale della definizione stessa di società (gruppo di persone che vivono insieme in uno specifico territorio e che condividono una cultura). Per sociologi e antropologi il termine cultura ha un significato vasto e globale: insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggi, comportamenti e oggetti materiali condivisi da un popolo e trasmessi socialmente da una generazione all’altra. Una cultura deve essere appresa e opera a diversi livelli, dalle azioni quotidiane alle norme in essere all’interno di un’organizzazione (scuola o ufficio), fino alle credenze e alle pratiche associate a grandi gruppi di persone. A ciascun livello gli elementi della cultura influenzano il modo di vita delle persone. Elementi della cultura, 3.2 La cultura comprende elementi sia materiali, che immateriali. La cultura materiale si riferisce a oggetti fisici prodotti dalle persone appartenenti a una particolare cultura, come strumenti, abbigliamento, ecc. La cultura immateriale si riferisce alle idee di una cultura, come credenze, valori, ecc. La cultura immateriale esiste nel mondo dei pensieri e delle idee, mentre la cultura materiale è fisicamente reale e può essere osservata e toccata. Poiché gli oggetti materiali possono avere un significato simbolico, gli aspetti materiali e immateriali della cultura sono spesso legati fra loro. Valori, credenze, conoscenze e norme: le forme della cultura - 3.2.1 Valori, credenze, conoscenze e norme costituiscono una cultura e gli conferiscono un carattere unico. Essi forgiano i pensieri, il comportamento e la visione del mondo delle persone. Un valore è un principio profondamente radicato, o uno standard, utilizzato dalle persone per giudicare il mondo, in particolare per decidere cosa sia desiderabile o significativo. La guerra culturale è un profondo disaccordo sui valori fondamentali e sulle posizioni morali. I valori fondamentali sono quei valori ritenuti basici all’interno di una società e che vengono condivisi dagli individui che ne fanno parte. I valori di una cultura costituiscono un insieme di principi ad ampio respiro, mentre le credenze in essa presenti sono definiti come specifiche convinzioni od opinioni che le persone accettano in genere come vere. Le credenze sono profondamente influenzate dalla cultura alla quale appartengono. La conoscenza è l’insieme di informazioni, consapevolezza e comprensione che ci aiuta a orientarci nel nostro mondo. Lo shock culturale può essere definito come un’esperienza di disorientamento dovuta alla mancata conoscenza di una situazione sociale non familiare. Inoltre la conoscenza culturale è essenziale per la sopravvivenza. Le norme sono le regole e le aspettative di una cultura rispetto ad un comportamento ritenuto “appropriato”. Le norme possono comunicare alle persone che cosa dovrebbero fare e che cosa non dovrebbero fare, ma non sono comunque fisse o rigide. L’espressione ritardo culturale si usa per descrivere il modo in cui i nuovi sviluppi tecnologici spesso sono più veloci delle norme che governano le esperienze collettive associati a essi. (Es.: fotografia digitale e condivisione online grazie ad internet molto veloci; contrariamente le norme sulla privacy, cosa si può rendere pubblico e come distribuirlo sono ancora arretrate). Le norme rigidamente applicate e che comportano pene severe per chi non le rispetta sono chiamate norme formali e spesso fanno parte dell’ordinamento giuridico. Chi le trasgredisce affronta la pubblica vergogna e la possibilità di una condanna al carcere. Al contrario, il termine costumi descrive abitudini del gruppo o norme informali comuni a una determinata cultura. Chi viola i costumi non incombe in una punizione. Riassumendo, valori, conoscenze, credenze e norme, ossia le idee di una cultura, aiutano a plasmare il modo in cui le persone si orientano nel mondo e costituiscono una guida non scritta su cosa pensare e come comportarsi. Per comunicare gli uni agli altri le idee della nostra cultura abbiamo bisogno dei simboli e, in particolare, del linguaggio. Comunicare la cultura: Simboli e Linguaggio - 3.2.2 Un simbolo è qualsiasi cosa (un suono, gesto, immagine, oggetto) ne rappresenti un’altra. La cultura è fondamentalmente simbolica ed è attraverso i simboli che comunichiamo e rafforziamo gli elementi della nostra cultura, collegandoli tra loro e trasmettendoli ai nostri figli. Una forma di comunicazione simbolica, il linguaggio, è il nostro primo veicolo di trasmissione culturale. Un linguaggio è un sistema elaborato di simboli che consente alle persone di comunicare fra loro in modi complessi. Il linguaggio umano è unico nella sua capacità di comunicare informazioni su oggetti e situazioni non immediatamente presenti. Il linguaggio ci permette di accumulare e immagazzinare informazioni, di trasmetterle ad altri e di plasmare una storia condivisa. Tuttavia la comunanza di linguaggio non comporta necessariamente la condivisione di una cultura (es.: l’inglese è parlato sia in America che in Inghilterra come prima lingua, ma la cultura dei due paesi non è identica). Di solito si parla un dialetto che è una variante del linguaggio con un proprio accento distintivo, un proprio vocabolario e, in alcuni casi, proprie caratteristiche grammaticali. L’ipotesi di Sapir-Whorf, anche chiamata principio della relatività linguistica, suggerisce che i diversi linguaggi influenzano il modo di pensare e comportarsi di chi li parla a causa della loro diversità di contenuto e struttura. (Es.: le persone identificano le differenze di colore con maggiore facilità se il loro linguaggio è in grado di differenziare le diverse sfumature di colori simili). Il linguaggio riflette i più ampi contesti culturali in cui si è evoluto e, di conseguenza, ciascuna cultura tende a sviluppare parole, frasi ed espressioni uniche che sono difficili, se non impossibili, da tradurre in un’altra lingua. (3.2.3)Riprodurre la cultura: I comportamenti sono le azioni associate a un gruppo che aiutano a riprodurre uno stile di vita ben preciso. Esiste una differenza tra cultura normativa, ossia ciò che gli appartenenti di una cultura dicono essere i propri valori, le proprie credenze e le proprie norme, e cultura effettiva, ovvero ciò che essi fanno realmente e che può rispecchiare o meno la cultura normativa. (Es: entrambi i genitori lavorano, ma è la donna che sbriga le faccende di casa). Gli oggetti: i manufatti della cultura-3.2.4 Gli oggetti culturali sono gli elementi principali della cultura materiale e identificano gli oggetti fisici creati da persone che condividono una cultura, e a questa li associano. Spesso sono variazioni di oggetti normali che si ritrovano nella vita quotidiana. (Es.: il pane è un elemento comune che a seconda della cultura in cui è impiegato assume una forma specifica e prende un determinato nome, così come la sua funzionalità a tavola. 3.3. Cultura, ideologia e potere I sociologi studiano i presupposti impliciti in ogni cultura e affermano che uno dei segreti per riconoscere i modi in cui cultura e potere si intrecciano è osservare ciò che le persone danno per scontato. Un modo per comprendere l’incontro tra cultura e potere è capire l’ideologia. L’ideologia è un sistema di significati che aiuta a definire e spiegare il mondo e che fornisce giudizi di valore su di esso. In altre parole è una visione generale del mondo. All’interno di ogni cultura esiste un’ideologia dominante, ossia un gruppo di affermazioni condivise e rafforzate che, in genere, sostengono il sistema sociale e servono gli interessi delle autorità. Ciò, però, non implica l’assenza di visioni alternative, le diverse ideologie sfociano in una disputa culturale. L’ideologia da forma a ciò che noi definiamo “naturale”. In genere tutto ciò che definiamo naturale viene considerato più durevole e stabile di ciò che è creato dall’uomo e quindi, le strutture naturali sono considerate permanenti e difficili da sfidare. Tutto ciò che le persone considerano naturale e normale è una costruzione ideologica (es.: nessuno si interessa della politica – fatto considerato naturale. Apatia politica. Bisogna preoccuparsi dell’apatia politica perché non è una condizione naturale, bensì un problema sociale). Diversità culturale: cultura dominante, subculture e sottoculture 3.4 Una società è costituita da persone che condividono alcune caratteristiche basilari. Tuttavia le società sono organizzazioni complesse che presentano delle differenze interne. La maggior parte delle società include una cultura dominante che presenta le idee di coloro che sono nelle posizioni di potere. Ci sono poi le subculture, ovvero piccoli gruppi della società, aventi norme e stili di vita diversi, che li distaccano dalla cultura dominante. Le subculture spesso rimarcano le differenze dalla cultura dominante e spesso i loro membri accettano il proprio status di devianti apprezzandolo. Ci sono poi subculture che si oppongono alla cultura dominante. Queste prendono il nome di controculture. I loro membri sfidano valori e atteggiamenti ampiamente condivisi e rifiutano le norme culturali convenzionali. Possiamo poi fare una distinzione tra le varietà di espressioni culturali che, correlate alla posizione delle persone della società, compongono una società. Con alta cultura identifichiamo le forme culturali associate alle élite e diffusamente riconosciute come valide e legittime. Vari esempi sono le gallerie d’arte, l’opera, la letteratura. Di contro la cultura popolare si riferisce a forme culturali diffuse e comunemente accettate in una società. Comprende forme come i programmi televisivi, i concerti rock, gli eventi sportivi. La resistenza al cambiamento dei fondamentalisti 3.6.4 Parlando di resistenza al cambiamento si può parlare del fondamentalismo, un movimento religioso che predica una stretta adesione ai principi tradizionali in tutti gli aspetti della vita sociale, basandosi quasi sempre sull’interpretazione letterale dei testi sacri di una religione, considerati infallibili. Esistono tante forme di fondamentalismo, dalla cristiana all’islamica, le quali hanno in comune la resistenza ai cambiamenti che si accompagnano alla vita moderna, in particolare la secolarizzazione, e il tentativo di riportare i testi sacri al centro della dottrina sociale. La cultura Si possono distinguere 2 concezioni diverse di cultura: Umanistica-spirituale più restrittiva Antropologica più ampia (sociologia) In sociologia prevale la seconda concezione. Cultura insieme di valori, definizioni di realtà, codici di comportamento, condivisi da tutti coloro che hanno in comune uno specifico stile di vita. Nell’ambito delle scienze sociali la cultura diventa quell’insieme di condizioni, valori condivisi, simboli espressivi di una società. La cultura diventa un elemento importante per la società. La cultura, diventa un elemento che struttura la vita umana. Il riferimento è d’obbligo a Taylor, che, nel suo libro Primitive culture arriva a definire la cultura come quell’insieme complesso che comprende conoscenze, credenze, arte, morale, diritto, costume e qualsiasi capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società. Si enucleano 3 componenti principali: Ciò che gli individui pensano il riferimento è alla religione, alla morale, al diritto, a quell’insieme di norme e di credenze elaborate all’interno di un gruppo, società Ciò che gli individui fanno costumi, abitudini acquisite dall’essere umano per il semplice fatto di essere parte di una comunità (così vengono ricomprese anche le azioni ordinarie che un individuo compie durante la sua vita; es. come preparare cibo, come spostarsi ecc.) Ciò che gli individui producono gli artefatti, i prodotti oggettivati dal lavoro umano, (non più ristretti nell’ambito di opere d’arte, ma anche elementi quotidiani; es. archi, frecce, ornamenti ecc.) La prima caratteristica della cultura, innanzitutto, è che la cultura è appresa, non deriva all’uomo dalla sua natura biologica. la cultura è specificatamente umana, elemento, dunque, che distingue l’uomo dagli animali. 3 caratteri fondamentali della cultura Cultura è tutto ciò che resta in noi, di tutto ciò che gli altri ci hanno dato. attraverso un processo di apprendimento sociale. La cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale e fisico che è opera dell’uomo Carattere della condivisione un fenomeno per essere definito culturale deve essere condiviso da un gruppo. Questa definizione di Tylor è valida tutt’oggi, anche se alcuni antropologi hanno rivisto questa definizione, arrivando a trovarne addirittura 160. La concezione umanistica-spirituale è più ristretta. Secondo questa, solo alcune opere appartengono alla cultura. L’esigenza di creare una concezione più ampia della cultura nasce dall’antropologia, la quale si trova a confrontarsi con sistemi culturali e sociali diversi, quindi si sente il bisogno di non tralasciare nulla di ciò che fosse espressione di queste società. Il contributo fondamentale dell’antropologia, fu quello di dimostrare che anche le società primitive erano provviste di cultura. Si cominciano a porre le basi della diffusa percezione, ormai affermata nel corso del xx secolo, del relativismo culturale. Relativismo culturale riconoscimento che ogni cultura la sua propria validità e la sua propria coerenza e che ciascuna cultura non può essere giudicata a partire dai criteri prevalenti nella cultura a noi familiare. Un presupposto chiave della sociologia è che ogni cultura deve essere analizzata sulla base dei valori che le sono propri. Etnocentrismo atteggiamento di chi tende a giudicare le culture altre (di altre epoche, popoli) a partire dai valori vigenti nella propria società di appartenenza. i sociologi devono evitarlo. I primi antropologi (come Tylor) furono i cosiddetti antropologi evoluzionisti furono loro a definire primitivi quelli che fino a prima erano definiti selvaggi. Primitivi perché avevano modi di vivere simili ai nostri progenitori, coloro i quali in una scala di sviluppo venivano prima. Erano semplicemente in una posizione arretrata, non avendo avuto modo di partecipare al processo di sviluppo dell’uomo. Anche loro erano dotati di organizzazioni sociali, sistemi familiari, le proprie conoscenze, le proprie tecnologie, seppur arretrate (furono mosse alcune critiche sul fatto di chi stabilisse chi veniva prima e dopo e in che modo). La originalità della definizione di Tylor sta nel fatto di essere una definizione aperta, estesa, include nella lista qualsiasi capacità e abitudine acquisita dall’uomo. Quindi la cultura è qualcosa di dinamico, in continuo divenire. La cultura è anche comunicazione. (Levi-strauss) Dunque è qualcosa di mobile, indefinito, mutevole, soggetto a continui aggiustamenti. Cultura concetto multidimensionale Dimensione soggettiva riguarda i modi di sentire, di pensare, di credere di un individuo; è compreso anche il processo di crescita, di formazione, di coltivazione dello spirito Dimensione oggettiva l’idea che la cultura esista al di là dell’individuo, la cultura lo precede e lo supera. Come maniera d’essere collettiva, come eredità sociale, come memoria, come tradizione accumulate nel corso del tempo. Cultura come qualcosa di costrittivo e autonomo nei confronti dell’individuo Dimensione della riduzione della complessità molto importante, vi diventa importante la definizione di Max Weber. Cultura come una sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo alla quale è attribuito senso e significato dal punto di vista dell’uomo. Di fronte all’infinita complessità e indeterminatezza della realtà, la cultura ci offre le risorse necessarie a dare senso alle cose che ci circondano. Rappresenta una selezione delle cose a cui andiamo incontro. Abbiamo bisogno della cultura per dare ordine all’infinita indeterminatezza di ciò che ci circonda Dimensione cognitiva la cultura definisce, ma anche spiega la realtà, ci consente di acquisire conoscenze, raccogliere informazioni. Offre gli schemi interpretativi che servono a un determinato gruppo Dimensione prescrittiva la cultura assolve al compito di regolazione di rapporti tra i membri di una determinata società, di una determinata collettività. Perché l’uomo a differenza degli animali produce cultura? E’ la paura nei confronti della natura, dell’altro, del futuro che porta l’uomo a compiere tutta una serie di sforzi per creare una situazione di stabilità, secondo Guglielmo Ferrero. Tutta la civiltà, non è altro che un gigantesco sforzo dell’uomo per uscire dallo stato di precarietà di natura. Ma non è tutto. L’uomo, inoltre, si sente portatore di un’istanza superiore, perciò si sente legittimato ad incanalare gli accadimenti la natura per creare qualcosa di stabile. Crede di avere il potere di incanalare, controllare, modificare, perfino violentare la natura. E’ da questa ribellione che l’uomo ha con la natura che nasce la cultura che (è) l’insieme di adattamenti tra le pulsioni dell’uomo e il mondo esterno. La cultura tuttavia non riesce a circoscrivere l’uomo, perché non è mai omogenea. La socialità dell’uomo non può essere racchiusa nelle forme culturali in maniera definitiva la natura finisce per prevalere dimostrando l’incapacità dell’uomo a dominarle. La cultura è stata considerata come una seconda natura dell’uomo, che in qualche modo lo vincola, lo limita. L’uomo in parte si riconosce nelle parti culturali, in parte vi si contrappone. Questo atteggiamento è lo stesso dell’individuo nei confronti del potere. Infatti, l’atteggiamento del subordinato è ambivalente: da una parte invoca il potere, perché gli dà certezza, sicurezza dall’altra lotta contro il potere, perché lo vede come una sopraffazione. Ciò crea nell’uomo uno stato costante di tensione e sofferenza per l’uomo. Il mutamento sociale attraversa tutte le società. Concetto di cultura di Malinowski per lui la cultura è una realtà a sui generis e va studiata come tale. Cultura non solo costituita da comportamenti, ma anche da un apparato complesso di simboli e valori, la rete invisibile su cui si tiene insieme tutta la vita collettiva. Elementi costitutivi della cultura: Attività simbolical’uomo è un animale simbolico. Attraverso questa, l’uomo cerca di riappropriarsi della realtà esterna. i simboli hanno funzione di coesione sociale. Il simbolo si crea quando tutti attribuiscono un certo valore a un oggetto.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved