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Sociologia Generale, temi, concetti, strumenti (David Croteau - William Hoynes), Sintesi del corso di Sociologia

Riassunto dettagliato del capitolo 8 e 9

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 13/06/2018

AlessioUniRoma3
AlessioUniRoma3 🇮🇹

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Scarica Sociologia Generale, temi, concetti, strumenti (David Croteau - William Hoynes) e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Le famiglie e i processi di socializzazione La famiglia come istituzione sociale 9.1 La famiglia è definita come due o più individui, uniti per nascita o tramite un vincolo sociale, che condividono le risorse, si prendono cura delle persone a loro carico e mantengono spesso un forte vincolo emotivo. La famiglia è quindi un’istituzione sociale fondamentale. La parentela è invece un vincolo creato dalle relazioni familiari. Le famiglie variano proprio perché sono costruzioni sociali, e rifletto le norme e le credenze di culture diverse in momenti storici diversi. Come avviene in tutte le istituzioni sociali, sono le azioni degli individui a preservare o modificare le strutture familiari. La famiglia viene poi influenzata da forze sociali di più vasta portata. Tutte le famiglie svolgono almeno alcune funzioni sociali primarie. La famiglia nella prospettiva funzionalista 9.1.1: Presentiamo ora la prospettiva funzionalista della famiglia. Secondo il funzionalismo la famiglia deve contribuire a mantenere l’integrazione della società. Secondo Talcott la famiglia doveva avere una struttura interna determinata, dove i ruoli venivano distinti: il marito mantiene la famiglia, mentre la moglie compete nelle attività di cura e di gestione del contesto domestico. Quest’analisi però, accentua le disuguaglianze di genere. Sono state poi messe in luce altre diverse funzioni positive, seguendo sempre il modello funzionalista. Stabilità sociale: le famiglie creano legami di parentela, i quali a livello microsociologico creano un vincolo sociale tra individui e i loro parenti, e a livello macrosociologico creano reti sociali intricate, che includono la famiglia allargata e più generazioni. Nelle società preindustriali queste reti erano fonte di stabilità sociale. Nelle società industrializzate molte delle funzioni delle tradizionali reti parentali sono state assunte da istituzioni governative ed economiche. Aiuto materiale: i membri delle famiglie si aiutano reciprocamente, lavorano per procurarsi beni primari, i salari vengono usati per il beneficio materiale dei membri della famiglia e il lavoro non pagato, ovvero svolto dalle donne per attività domestiche e di cura, contribuisce al mantenimento e al benessere della famiglia. Tipico delle famiglie è la condivisione delle risorse, e il potere in ambito familiare è quasi sempre detenuto da coloro che hanno il controllo su tali risorse. Discendenza e successione ereditaria: la discendenza è il vincolo parentale che si trasmette di generazione in generazione, mentre la successione ereditaria definisce le regole sulla riallocazione della proprietà all’interno di una famiglia dopo il decesso di uno dei suoi membri. Nelle moderne società industriali la discendenza è quasi sempre bilaterale, ascritta sia alla madre sia al padre. Nelle società tradizionali era monolineare, ascritta unicamente al padre (patrilineare) o alla madre (matrilineare). La famiglia è inoltre alla base della riproduzione della classe sociale. Quando le norme successorie favoriscono gli eredi maschi, queste pratiche possono generare disuguaglianze di genere. Cura e socializzazione delle persone a carico: la famiglie si prendono cura di varie persone, come bambini e anziani. Ai bambini insegnano competenze pratiche, a coltivare determinate credenze e valori, come ruoli di genere, moralità e religione. La cura degli anziani è importante perché sempre più persone vivono più a lungo. Regolamentazione sessuale: le norme culturali indicano quali relazioni sessuali sono socialmente accettate. Per esempio i tabù dell’incesto proibiscono rapporti con determinati membri della famiglia. Alcune società vietano inoltre la pratica del sesso nelle coppie prima del matrimonio, poiché quest’ultimo legittima automaticamente una partnership sessuale, delegittimando relazioni extraconiugali. Conforto psicologico: la famiglia moderna dovrebbero anche essere fonte di conforto psicologico e di intensi vincoli emotivi. L’amore dovrebbe avere un ruolo centrale nel matrimonio, e i membri della famiglia dovrebbero assistersi reciprocamente, per un senso naturale di responsabilità e impegno affettivo. Le teorie femministe mettono in discussione la teoria funzionalista. Si concentrano su tre tematiche: la divisione del lavoro domestico, le differenze di potere all’interno della famiglia, le attività di cura. Nelle società moderne sono emerse istituzioni che assolvono ai compiti prima eseguiti dalla famiglia: la scuola educa i bambini, il sistema sanitario si prende cura dei malati e degli anziani, il governo si occupa della nostra difesa, e la cittadinanza ci dà diritto alla protezione sociale. L’eterogeneità della famiglia in un contesto globale 9.2 Le famiglie possono variare enormemente nella forma, pur continuando ad assolvere funzioni sociali importantissime. Esempio è la tribù dei Na che vive ai piedi dell’Himalaya. Qui la discendenza era matrilineare, ovvero tramandata dalle madri alle figlie. I Na adulti, anziché sposarsi continuavano a vivere nelle casa della madre, avendo relazioni sessuali con altri membri del villaggio. I bambini erano allevati dalla madre e dalla famiglia di lei. La paternità era molte volte sconosciuta e poco importante. Varianti della famiglia e del matrimonio 9.2.1: Le famiglie possono assumere molte forme diverse, non necessariamente riconducibili al matrimonio e al modello nucleare borghese. Reti familiari. Le famiglie variano per dimensione e composizione. La famiglia nucleare è composta da genitori e dai loro figli, mentre quella estesa è composta dalla famiglia nucleare e altri parenti, come i nonni. Esistono anche le famiglie allargate o ricostituite, nelle quali uno dei due adulti ha figli nati da una precedente relazione. Le famiglie allargate affrontano diverse problematiche, come la gestione dei rapporti tra genitori divorziati nel momento in cui uno dei due si risposa: influenza maggiore di uno dei due genitori naturali sui figli, convivenza tra fratelli appartenenti a diversi nuclei familiari d’origine. Sono stati creati servizi di sostegno riservati alle famiglie allargate. Matrimonio e convivenza. La natura del vincolo sociale varia da una famiglia nucleare all’altra. Il matrimonio è una relazione sociale che crea vincoli familiari, comporta relazioni sessuali e viene formalizzata da un contratto giuridico e/o da una cerimonia religiosa. La convivenza è una relazione sociale che può creare legami familiari e comporta intimità sessuale, in cui le persone vivono insieme come partner non sposati. In alcune culture è accettata, in altre no. Eleggibilità matrimoniale. Le culture variano anche in funzione del mondo in cui le persone vengono determinate idonee al matrimonio. Alcune culture impongono l’endogamia, la limitazione al matrimonio con persone della stessa categoria sociale. Altre culture consentono l’esogamia, il matrimonio tra persone di diverse categorie sociali. Alcune culture possono poi imporre l’endogamia in certe categorie sociali e l’esogamia in altre. Matrimoni combinati. In teoria l’amore romantico dovrebbe essere alla base di un matrimonio, ma in alcune culture i matrimoni vengono combinati dalle famiglie sulla base della convenienza economia e dello status sociale. In questo caso i genitori hanno un ruolo significativo. Forme di matrimonio. La monogamia è la pratica che limita le relazioni sessuali a un solo partner, mentre la poligamia è un sistema matrimoniale in cui una persona può avere più coniugi. La poligamia si divide poi in due forme, la poliginia, matrimonio di un uomo con più donne, e la poliandria, matrimonio di una donna con più uomini. Identità di genere. In alcune culture i ruoli delle donne e degli uomini si sovrappongono: le donne lavorano fuori casa e gli uomini si prendono cura dei figli e della casa. In altre culture le distinzioni di genere all’interno della famiglia sono relativamente rigide. La netta divisione del lavoro sociale tra donne e uomini era il modello di riferimento delle società industrializzate fino agli anni 50. In alcune società la stratificazione di genere continua a favorire il predominio maschile su quello femminile riguardo il piano fisico, economico e culturale. Il mondo chiuso di un’istituzione totale è un esempio estremo di risocializzazione, il processo mediante il quale gli individui che passano da un ruolo a un altro o da una fase di vita ad un’altra sostituiscono vecchie norme e passati comportamenti con altri nuovi. Nelle istituzioni totali le persone devono sottomettersi a un regime strettamente controllato e vivono con persone nella loro stessa condizione. Queste istituzioni cercano di riprogrammare le persone affinché evitino i problemi del passato, accettino la realtà del momento, oppure si preparino a impegni futuri. Non sempre le istituzioni totali riescono a risocializzare tutti i propri membri. Cultura, potere e Sé sociale 9.4 Attraverso l’interazione sociale sviluppiamo le nostre capacità, diventiamo adulti sani, fisicamente e socialmente e, in questo processo, sviluppiamo il nostro Sé. Il senso del Sé è l’insieme di pensieri e sensazioni che si provano considerando se stessi come un oggetto. Non nasciamo con il senso del Sé, ma lo sviluppiamo nel corso del tempo come prodotto della cultura nella quale siamo socializzati, e attraverso le nostre esperienze di interazione sociale. Cooley elaborò il concetto di Sé-specchio, ovvero l’idea che il nostro senso del sé si sviluppi come riflesso del modo in cui riteniamo che gli altri ci vedano. Secondo Cooley le nostre interazioni con gli altri comportano tre fasi, che ripetute in tutte le nostre interazioni, forgiano il nostro Sé: Immaginiamo la nostra immagine negli occhi degli altri; Immaginiamo che gli altri esprimano giudizi su di noi; Proviamo una sensazione che deriva dal giudizio immaginato. Il Sé delle persone è determinato dalle loro interazioni con gli altri, e quindi varia in funzione delle persone con le quali interagiscono. Può capitare che alcuni sia molto preoccupati del giudizio altrui così che il loro comportamento ne venga inibito, mentre altri sembrano preoccuparsene meno così da accentuare di più l’individualizzazione. Orientarsi senza problemi nella vita sociale richiede in genere una reazione bilanciata: tener conto delle reazioni degli altri, ma senza lasciare che siano loro a dettare le vostre azioni. Spontaneità versus norme sociali: L’”io” e il “me” di Mead 9.4.3 Secondo Mead, il Sé è costituito da due parti, “io” e “me”. L’”io” di Mead è la parte del Sé spontanea, impulsiva, creativa e imprevedibile. Non è riflessiva ed esiste solo nel presente: nello stesso istante in cui iniziate a rifletterci, perdete quel Sé spontaneo. Il “me” di Mead è il senso del sé appreso dall’interazione con gli altri. Quando aderite alle norme sociali il “me” domina sull’”io”; quando riflettere sull’”io”, questo diviene parte del “me”. La socializzazione comporta la ricerca di un equilibrio fra l’”io” e il “me”. Interazione sociale:sviluppare il Sé 9.4.4: Il Sé viene costruito attraverso l’interazione sociale nel corso della maturazione biologica e sociale, come per esempio la capacità di assumere la prospettiva degli altri. Mead riteneva che i bambini avanzassero attraverso quattro fasi di sviluppo sociale. Fase pre-gioco. Fino ai due anni i bambini non sono in grado di uscire del tutto da se stessi e di vedersi dall’esterno, non riescono ad assumere completamente la prospettiva altrui. Possono imitare, però con atti privi di significato. Non comprendono appieno quello che fanno. Fase del gioco. Intorno ai tre anni cominciano a essere in grado di assumere il ruolo di un’altra persona in modo significativo. Riescono ad interpretare i ruoli altrui, riuscendo ad uscire fuori da se stessi. Fase del gioco di squadra. Intorno ai sei, sette anni, imparano ad interpretare un ruolo e a collegarlo ai ruoli degli altri. È il caso dei giochi di squadra. In questa fase i bambini possono immaginare a tutto tondo come appare agli altri il mondo sociale. Fase dell’altro generalizzato. Quando le parsone maturano sviluppano la capacità di considerare l’altro generalizzato, ovvero i valori e gli orientamenti di una comunità in generale e non dei suoi singoli componenti. Vuol dire, interiorizzare i valori e le credenze della propria cultura. L’altro generalizzato dipende dal contesto sociale: varia enormemente da una cultura all’altra. Processo di socializzazione Corteo metafora società che rinnova i propri membri (Alessandro Cavalli) La società esiste già prima degli individui. Ogni società deve garantire la propria continuità nel tempo. E’ necessario che la società disponga di istituzioni, pratiche che trasmettano ai nuovi membri il patrimonio culturale accumulato. Percorso per cui due individui diventano nuovi membri processo di socializzazione Il processo di socializzazione è il canale primario di trasmissione della cultura tra le generazioni. La socializzazione non va letta come una programmazione culturale. Infatti anche il neonato esprime richieste che condizionano i genitori. La socializzazione non va letta come un’esperienza limitata nel tempo è un continuum che dura quanto la vita stessa del singolo. Vi si distinguono 2 momenti con agenti diversi: Socializzazione primaria: si ha durante l’infanzia, periodo importante perché l’apprendimento culturale è più intenso. L’agente che agisce è la famiglia Socializzazione secondaria: si ha dopo l’infanzia, va fino alla maturità e va oltre. Gli agenti sono di più scuola-lavoro, amici, organizzazioni ecc. Queste due fasi sono distinte solo dal punto di vista concettuale. Il processo di socializzazione dura tutta la vita e inizia nel momento in cui gli altri ci ascrivono una determinata identità sociale e hanno delle aspettative su di noi. Il processo di socializzazione è caratterizzato da 2 momenti: Apprendimento acquisizione conoscenze, norme, valori ecc. Interiorizzazioneadesione sena riserve a valori, regole del gruppo. Il gruppo esercita pressioni sugli individui attraverso gli agenti di socializzazione che hanno il compito di far apprendere e interiorizzare. Pressione e controllo costante per permettere l’identificazione totale del singolo nella società, la pressione è costante perché non si riesce mai a raggiungere il suddetto obiettivo (es. sistema di giustificazione e sanzione); giustificazione = comportamento conforme, sanzione=comportamento deviante. Affinchè il processo di socializzazione possa realizzarsi devono esserci delle premesse Apertura dell’individuo, tendenza alla socialità dell’uomo Plasticità, ovvero, la capacità dell’uomo di inserirsi potenzialmente in ogni ambiente culturale (differenzia l’uomo dagli animali) Capacità di assumere una posizione eccentrica capacità di operare delle scelte consapevoli, anche se queste sono contrarie alle norme vigenti per far valere la propria libertà conferma che la socializzazione non è una programmazione culturale Teorie socializzazione
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