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Sociologia: Status e Ruolo nella Società - Prof. Lombardi, Appunti di Sociologia

Una panoramica della sociologia, con un focus sul concetto di status e ruolo nella società. Vengono esplorati i concetti di socializzazione, consenso e conflitto, positivismo, durkheim, weber, sociologia italiana e americana, parsons, merton, scuola di francoforte e teoria critica. Come il ruolo è un sistema di aspettative che influenza il nostro comportamento e come le istituzioni funzionali siano importanti per l'obiettivo principale del sistema culturale.

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 19/02/2024

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Scarica Sociologia: Status e Ruolo nella Società - Prof. Lombardi e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! LA SOCIOLOGIA È UNA SCIENZA EMPIRICA CHE CONSIDERA LE TEORIE PERCHE RENDONO PREVEDIBILE IL FUTURO. LA TEORIA SONO ANALISI DI DATI EMPIRICI (OSSERVO, CONNETTO, SVILUPPO E ALLORA RIESCO A PREVEDERE IL FUTURO). LA SOCIOLOGIA È UNO STRUMENTO PER LA COMPRENSIONE DEL MONDO SOCIALE. LA SOCIOLOGIA NASCE COME DISCIPLINA A FINE 800, IN SOCIETÀ SI PARLA ANCHE PRIMA, COME FILOSOFIA SOCIALE. LA SOCIOLOGIA NASCE IN UN PERIODO PIENO DI AVVENIMENTI, LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, PERIODO DI URBANIZZAZIONE. IL MONDO STA CAMBIANDO. DALLA SECONDA METÀ DELL’800 CI SONO TECNOLOGIE CHE RIGUARDANO LA COMUNICAZIONE CHE SI MANGIANO A VICENDA L’UNA CON L’ALTRA. I GIORNALI VENGONO INVENTATI IN QUEGLI ANNI. ERANO LA NOVITÀ DEL MOMENTO, ORA SONO PREISTORIA. GIORNALERADIOTELEVISIONEINTERNET. SONO TUTTE TECNOLOGIE CHE TRASMETTONO INFORMAZIONI, LA RELAZIONE È UNA FORMA DI COMUNICAZIONE. NELL’800 GRANDE MOMENTO DI TURBOLENZA, LE ABITUDINI SI SONO SPEZZATE, NOI VIVIAMO DI ABITUDINI, LE PERSONE CAMBIANO MOLTO, DALLA CAMPAGNA ALLA CITTÀ, CAMBIANO MODO DI VIVERE. È CAMBIATA LA SOCIETÀ PERCHÉ SONO CAMBIATE LE ABITUDINI, LE RELAZIONI PERCHÉ IO HO CAMBIATO RAGIONE DI VIVERE, LA FABBRICA MI HANNO FATTO CAMBIARE. IL TEMPO DEI CAMPI È IL TEMPO DELLA NATURA, IL TEMPO DELLA FABBRICA È IL TEMPO DELLA PRODUZIONE DEL COMMERCIO. IL TEMPO ORGANIZZA LA NOSTRA VITA. NOI IMPAREREMO A DESCRIVERE LE SITUAZIONI, LA SITUAZIONE PUÒ ESSERE UNA SORTA DI PALCOSCENICO SUL QUALE AGISCO, NOI LA DESCRIVEREMMO MOLTO CON I TEMPI, MA DOBBIAMO PROVARE A RAGIONARE SULLE VARIABILI PER DESCRIVERE LE SITUAZIONI NELLE QUALE CI TROVIAMO. QUESTO CAMBIAMENTO È STATO PORTATO DAI CITTADINI DELL’EPOCA, CHE HANNO COSTRUITO LE FABBRICHE, CHE HANNO ATTIRATO PERSONE DELLA CAMPAGNA, CHE HANNO CAMBIATO TUTTE LE CARTE IN TAVOLA. DAI PICCOLI NUCLEI DI FAMIGLIA IN CAMPAGNA ALLE CITTÀ, LE COSE SONO CAMBIATE. IL FUTURO NON SARÀ COME LO È ADESSO, LE COSE CAMBIERANNO COME LO SONO CAMBIATE A FINE 800. LA MOBILITÀ DEI RUOLI DIVENTA POSSIBILE IN QUESTA NUOVA SOCIETÀ DI OGGI, C’È UNA MOBILITÀ SIA VERTICALE CHE ORIZZONTALE. IL FIGLIO DELLO SCHIAVO NON PER FORZA È SCHIAVO, IL FIGLIO DEL COMMERCIANTE IDEM, COSÌ COME IL FIGLIO DEL SOLDATO. NON HAI IL FUTURO SCRITTO, NON PERCHÉ HAI LA FAMIGLIA POVERA RIMARRAI POVERO ANCHE TU. QUESTO SI CHIAMA MOBILITÀ ORIZZONTALE E VERTICALE. CI SONO ANCHE LE RELAZIONI CHE VANNO OLTRE GLI INDIVIDUI. LA SOCIETÀ ESISTE ANCHE SENZA INDIVIDUI? SU QUESTO TEMA, LA SOCIOLOGIA DELLE ORIGINI E DI OGGI INNESCHERÀ UN GRANDISSIMO DIBATTITO. DURKHEIM DA UNA PARTE E WEBER DALL’ALTRA. OGNI SITUAZIONE CI FA VEDERE CHE ESISTONO DELLE REGOLE CHE CI SONO STATE DATE. SIAMO NOI CHE CAMBIAMO IL MONDO, CI RENDIAMO CONTO CHE ESISTONO DELLE FORME, DELLE STRUTTURE ESTERNE A NOI CHE CI ORIENTANO NEL MODO DI AGIRE. LA SOCIOLOGIA STUDIA LE RAGIONI CHE SI APPOGGIANO SULLE RELAZIONI ESTERNE O STRUTTURALI E LE RAGIONI SOGGETTIVE. L’ESPANSIONE HA RAGGIUNTO UNA VELOCITÀ INCREDIBILE. IL MONDO IN CUI VIVIAMO È SEMPRE IN CAMBIAMENTO. IL CAMBIAMENTO NON È COSTANTE. LE TECNOLOGIE NON VANNO SU IN MANIERA COSTANTE MA AL CONTRARIO QUASI IN VERTICALE, PERCHÉ SALE MOLTO VELOCEMENTE E SARÀ SEMPRE COSÌ. È UN’ACCELERAZIONE. LA SITUAZIONE INTORNO A NOI CAMBIA SEMPRE PIÙ VELOCEMENTE, L’EVITARE LO SPAVENTO È SEMPRE PIÙ DIFFICILE E QUINDI VIVIAMO NELL’INCERTEZZA, PERCHÉ NON SAPPIAMO IN CHE MONDO VIVREMO DOMANI. NON SAPPIAMO COSA CI ASPETTA IL FUTURO E LE POSSIBILITÀ PER DOMANI SONO ESPLOSE. È UN CAMBIAMENTO POSITIVO PERCHÉ POSSIAMO FARE MOLTO PIÙ COSE E ABBIAMO MOLTE PIÙ POSSIBILITÀ DI QUELLE CHE AVEVANO I NOSTRI NONNI. POSSIAMO ARRIVARE AD UN RISULTATO ATTRAVERSO MOLTE STRADE, RISPETTO AL PASSATO. PERÒ QUESTO LO PAGHIAMO PERCHÉ VIVIAMO IN UN MONDO PIÙ INCERTO. È LA SCIENZA CHE DEVE RISPONDERE A QUESTA RISPOSTA DI QUALE STRADA PRENDO. TEORIE DELLA SOCIOLOGIA DIVENTANO PER NOI STRATEGIE MEDIALI CHE POSSIAMO USARE PER COMUNICARE UNA DETERMINATA INFORMAZIONE. SECONDA LEZIONE (3 OTTOBRE 2023) NOI PER POTERE AVERE OGNI FORMA DI COOPERAZIONE, DOBBIAMO INTENDERE NELLO STESSO MODO IL MONDO IN CUI VIVIAMO (PUB VIVIAMO DA PUB, AULA VIVIAMO DA AULA). GOVERNIAMO LA VITA GRAZIE ALLA SOCIOLOGIA, PERCHÉ RIUSCIAMO AD ORGANIZZARE, PROGETTARE ECC. NELLA SOCIOLOGIA CI SONO ALCUNI CONCETTI CHE RESTANO, VERRANNO RIPRESI DA DIVERSI SOCIOLOGI. QUESTE FORMANO ALCUNE DOMANDE DI COSA A CUI I SOCIOLOGI VOGLIONO RISPONDERE. SONO COME LA SOCIALIZZAZIONE, IL RUOLO E STATUS SOCIALE E LA POSIZIONE SOCIALE. LA SOCIALIZZAZIONE È IL TEMA CENTRALE, ESSA SIGNIFICA APPRENDERE LE REGOLE DEL GIOCO DELLA VITA. DOBBIAMO APPRENDERE LE REGOLE, SE NO NON POSSIAMO GIOCARE. ABBIAMO APPRESO UN LINGUAGGIO CHE CI FA PARLARE CON GLI ALTRI, APPRENDENDO LE REGOLE RIUSCIAMO AD AVERE UNA SOCIALITÀ CON GLI ALTRI. ESSE HANNO UN COMPITO ANCHE PER RENDERE IL MONDO MENO IMPREVEDIBILE, PERCHÉ MI ASPETTO GRAZIE AD ESSE IL COMPORTAMENTO IN UNA CERTA LOCATION. QUESTO PROCESSO DI APPRENDIMENTO SI CHIAMA SOCIALIZZAZIONE E QUINDI CI FA ESSERE SOCIALI. DA A CIASCUNO DI NOI LA POSSIBILITÀ DI APPRENDERE LE REGOLE PER STARE IN SOCIETÀ. SOCIALIZZAZIONE – TRE ASPETTI FONDAMENTALI: - LE ASPETTATIVE DI RUOLO; - LA PROPENSIONE ALLA CONFORMITÀ; - LA MODIFICA DEL COMPORTAMENTO LA SOCIALIZZAZIONE NON È UN PROCESSO STANDARDIZZATO E CHIUSO, MA PIÙ CHE ALTRO UNA NEGOZIAZIONE CONTINUA TRA SOCIALIZZATORI E SOCIALIZZATI. IL LINGUAGGIO ESISTE A NOI, AIUTA NOI, MA SIAMO NOI STESSI A CAMBIARLO. PAROLE CHE USIAMO QUOTIDIANAMENTE (STILE FORMATTARE ECC) SONO PAROLE NATE CON LE TECNOLOGIE. GLI INDIVIDUI SONO A CAMBIARE LA SOCIETÀ E NON IL CONTRARIO. QUESTO SI LEGA AL MUTAMENTO: SE NOI CONTINUASSIMO A REPLICARE, NON CI SAREBBERO CAMBIAMENTI MA INVECE IL LINGUAGGIO E I COMPORTAMENTI SON CAMBIATI NEL CORSO DEGLI ANNI. IL RAPPORTO TRA SOCIETÀ ED INDIVIDUI SI LEGA AL MUTAMENTO CHE HA A CHE FARE CON LA SOCIALIZZAZIONE. CERCHIAMO DI ANTICIPARE QUELLO CHE ACCADRÀ E QUINDI PREVEDERE IL FUTURO. LA SOCIALIZZAZIONE DEVE GARANTIRE LA RIPRODUZIONE DELLA SOCIETÀ, DEVE GARANTIRE, CHE MALGRADO AL CAMBIAMENTO CHE NESSUNO PUÒ NEGARE, SIAMO IN GRADO DI RICONOSCERE LA SOCIETÀ. IL CAMBIAMENTO CAMBIA, MA NON STRAVOLGE, È UN PROCESSO GRADUALE. IL CAMBIAMENTO APPARTIENE ALLA CULTURA. LA CULTURA CONTIENE I VALORI, LE COSE IN CUI NOI CREDIAMO, I COMPORTAMENTI CHE NOI AGIAMO IN CERTE SITUAZIONI, I MODI DI FARE, I MODI DI ESSERE, IL LINGUAGGIO. LA CULTURA È IL PATRIMONIO CONDIVISO DA CHI SI RICONOSCE APPARTENENTE IN UNA CERTA SOCIETÀ (CULTURA ITALIANA, EUROPEA ECC.). IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE GARANTISCE LA CONTINUITÀ, CI PERMETTE DI CONTINUARE A RELAZIONARMI CON GLI ALTRI. IMPARIAMO DA PICCOLI AD IMPARARE A IDENTIFICARE LE RELAZIONI. IL RUOLO DIVENTA LA MIA CAPACITÀ DI INTERPRETARE LA SITUAZIONE LOCALE. OGNUNO DI NOI È UN ATTORE SOCIALE, IN UNA SITUAZIONE SOCIALE E NOI FACCIAMO UNA PERFORMANCE CHE FACCIAMO SECONDO QUANTO ABBIAMO APPRESO SECONDO LA SOCIALIZZAZIONE. CI È STATO DATO UN CANOVACCIO PER FARCI FARE UNA PERFORMANCE DI SUCCESSO. IL RUOLO NON SI GIOCA DA SOLI: - STUDENTE NON ESISTE SENZA PROF. NON PER FORZA UNA PRESENZA FISICA. - FIGLI CON GENITORI (MENOMALE CHE NON C’È MIA MADRE CHE MI VEDE). UN ASPETTO IMPORTANTE È CHE SONO SEMPRE COMPLEMENTARI, IL CACCIATORE E IL CACCIATO. QUESTO PUÒ COMPORTARE UNA SERIE DI PROBLEMI, QUELLI CHE SONO I CONFLITTI DI RUOLO. QUANDO METTIAMO UNA GIACCHETTA SULL’ALTRA DIVENTIAMO ANACROMISTI SOCIALI. FIGLIO CHE HA COME PROFESSORE SUO PADRE, UN POLIZIOTTO CHE ARRESTA UNO DELLA FAMIGLIA, SI POSSONO INDOSSARE PIÙ GIACCHETTE CHE PORTANO CONFLITTI DI RUOLO E SONO CONSIDERATI DALLE LEGGI: UN PADRE CHE FA IL PROF NON PUÒ GIUDICARE SUO FIGLIO. SE LO STATUS ERA INTERESSANTE, IL RUOLO È INTERESSANTISSIMO QUANDO VOGLIO COMPRENDERE LA STRUTTURA DI UNA DETERMINATA SOCIETÀ. DENTRO I RUOLI SI CAPISCE PERCHÉ FA UNA DETERMINATA COSA UNA DETERMINATA PERSONA. LA STRUTTURA DELLA SOCIETÀ RICHIAMA A COME VIENE CONCEPITO LO STATUS ED IL RUOLO ALL’INTERNO DELLA SOCIETÀ STESSA. NON TUTTE LE SOCIETÀ HANNO LA MEDESIMA STRUTTURA. POSSONO CAMBIARE MOLTO DA SOCIETÀ A SOCIETÀ. IO DECODIFICO UN MESSAGGIO IN BASE A QUELLO CHE CREDO IO. LA CULTURA LA OSSERVIAMO SECONDO LE SUE MANIFESTAZIONI STORICHE. ASPETTATIVE DI RUOLO: NON CI CONOSCIAMO FINO A DIECI GIORNI FA PERÒ IL PROF SI ASPETTAVA UN CERTO TIPO DI COMPORTAMENTO, NOI LO STESSO. NOIGIACCHETTA DI STUDENTE, LUIGIACCHETTA DI PROFESSORE, SECONDO LA SOCIALIZZAZIONE ABBIAMO ASPETTATIVE. LE ASPETTATIVE RIDUCONO LE SORPRESE, QUANDO ENTRIAMO IN UN POSTO NUOVO CI GUARDIAMO ATTORNO PER CAPIRE DOVE SIAMO FINITI. PERCHÉ NON APPENA CAPISCO DOVE SIAMO CAPITATI HO CRITERI DI GIUDIZI. APPENA CAPIAMO METTIAMO LA GIACCHETTA GIUSTA E LA DIAMO ANCHE A TUTTI GLI ALTRI. LA SOCIALIZZAZIONE CI FA CAPIRE QUALE GIACCHETTA INDOSSARE. SE TUTTI PENSANO CHE IL RUOLO DEGLI STUDENTI SIA QUELLO, PORTA UNIFORMITÀ NELLA SOCIETÀ CHE PER DURKHEIM È ESSENZIALE. È RICONOSCIUTA UNA SOGGETTIVITÀ, PERCHÉ SIAMO DIVERSI L’UNO CON L’ALTRO. IL RUOLO HA UNA SUA AUTODEFINIZIONE, AGISCO COME IO HO DEFINITO LO STUDENTE, C’È UNA AUTO DEFINIZIONE, OVVERO UNIFORMO LE MIE ASPETTATIVE RISPETTO A QUELLO CHE PENSO DOVREBBE ESSERE, E UNA ETERO DEFINIZIONE DI RUOLO, OVVERO COME GLI ALTRI VEDONO CHE AGISCO E HANNO UN LORO PENSIERO SU COME DOVREI AGIRE IN BASE A COME LORO AVREBBERO AGITO. RIMANDA AD UNA COSTRUZIONE SOCIALE, SOLO GIUSTIFICATI DA CERTE PATOLOGIE I RUOLI SONO DEFINITI DA COME NOI LI VEDIAMO, PERCHÉ LA NOSTRA SOGGETTIVITÀ SI SCONTRA DI COME LE PERSONE PENSANO IL RUOLO. IL FEEDBACK CHE LA MADRE CI DÀ SGRIDANDOCI QUANDO FACCIAMO QUALCOSA DI BRUTTO, CI DÀ UN RITORNO NEGATIVO, IN UNO SPECCHIO SOCIALE CI VEDIAMO BRUTTI COSÌ CI CORREGGIAMO PER VEDERE UNA IMMAGINE MIGLIORE. IL RUOLO È IN CONTINUA DEFINIZIONE. NON PERCHÉ È DIVERSO, MA PERCHÉ SI BASA SU QUELLO CHE NOI LO DEFINIAMO. QUESTA È UNA NEGOZIAZIONE CHE CI PORTIAMO SEMPRE DIETRO, CHI È MOLTO RESISTENTE NELLA SUA AUTO DEFINIZIONE E CHI È MOLTO ACCONDISCENDENTE, CI SONO SITUAZIONI IN CUI SIAMO PIÙ UNA E IN ALCUNE PIÙ L’ALTRA. NELLA FILOSOFIA SOCIALE NASCE TUTTO, HOBBES E ROUSSEAU INIZIO 600/700, LA SOCIOLOGIA NON È UNA SCIENZA, MA TUTTI SI INTERROGANO SUL PERCHÉ, COME STIAMO INSIEME, IN CHE MODO RIUSCIAMO A FAVORIRE LO STARE INSIEME? TUTTO NASCE NEL 600 QUANDO HOBBES STUDIA LA MECCANICA. LE RELAZIONI SOCIALI SI DESCRIVONO COSÌ COME GLI STRUMENTI DELLA FISICA DI ALLORA, OVVERO UNA FISICA MECCANICA. SI OSSERVA IL MONDO, DI CUI FANNO PARTE ANCHE I COMPORTAMENTI. GRAZIE A HOBBES ABBIAMO UNA CONOSCENZA DEL MONDO DEL SENSO COMUNE, UNA CONOSCENZA DEI FATTI E LA FILOSOFIA VUOLE BASARSI SULLE CONOSCENZE SENSORIALI. C’È UNA CONOSCENZA EMPIRICA, E SI ARRIVA AD UNA CONOSCENZA CHE RIORGANIZZA QUELLA PER FARLA ARRIVARE AD UNA CONOSCENZA SCIENTIFICA. DA LÌ COMINCIAMO A ELABORARE UNA CONOSCENZA SCIENTIFICA ANCHE PER QUANTO RIGUARDA GLI INDIVIDUI. IL PUNTO DI INIZIO DI HOBBES: L’INDIVIDUO PER TRARRE VANTAGGIO COMPETE COSTANTEMENTE E FAREBBE COSTANTEMENTE FUORI I SUOI CONCORRENTI. PER FORTUNA SI RENDE CONTO CHE NON SI ARRIVA DA NESSUNA PARTE E COSÌ GLI INDIVIDUI PONGONO MENO LA GUERRA, PERCHÉ SE NO FAREBBE SI CHE TUTTI SI DIVORASSERO TRA DI LORO, E COSÌ NASCE CHE QUESTA CONSAPEVOLEZZA CHE PER DIMINUIRE LA GUERRA BISOGNA METTERSI D’ACCORDO, UN PATTO PER STARE INSIEME, SE NO ARRIVIAMO AD UNA GUERRA CHE CI FA FUORI DI TUTTI. IL PATTO DI UNIONE SI BASA SUL FATTO CHE BISOGNA DECIDERE DI STARE INSIEME, DOPO CHE STIAMO INSIEME SI DECIDE CHI COMANDA. DOBBIAMO ARRIVARE AD UN PATTO DI SOGGEZIONE, IN CUI TUTTI RINUNCIANO AD UNA PARTE DEI PROPRI DIRITTI, MA NON PARLA DI RINUNCIA, PARLA DI DELEGA. LA RINUNCIA DEI DIRITTI LA DELEGO AD UN SOVRANO: A LUI IL COMPITO DI RIDURRE IL CONFLITTO, GLI RICONOSCE QUESTA AUTORITÀ. NO GUERRAPATTO DI SOCIETÀCHI COMANDARINUNCIA DIRITTODELEGO AL SOVRANONASCITA STATO. C’ERANO GIÀ DITTATORI E SOVRANO MA QUALCUNO LI AVEVA INCORONATI E QUALCUNO AVEVA DATO IL POTERE, MA NON C’ERA RINUNCIA CONSAPEVOLE. HOBBES HA LE RADICI NELLA DELEGA, PER PROPRIA SCELTA RINUNCIANO LA PROPRIA LIBERTÀ, LIBERTÀDIRITTO, POTEREDELEGA. COMINCIAMO AD AVERE ALTRE MENTALITÀ. NASCONO TANTE ALTRE POSSIBILITÀ, CHE COLLOCANO IL POSSIBILE CAMBIAMENTO IN UNA DIVERSA DIREZIONE DA HOBBES IN POI. LA SOCIETÀ È IMPERSONIFICATA NEL LEVIATANO, IN CUI QUELLA È UN PO' LA PIRAMIDE CHE CI PORTIAMO DIETRO PER TRADIZIONE. STIMOLO PORTA AD UNA RISPOSTA. DETERMINISMO MECCANICISTICO, UNO STIMOLO MECCANICAMENTE CORRISPONDE AD UNA RISPOSTA. UNA SOCIETÀ È PIÙ SIMILE AL CORPO UMANO, DA LÌ SI PARLERÀ DI ORGANICISMO. OGNUNO NELLA SOCIETÀ È UNA PARTE DEL CORPO PRECISA (CAPOCERVELLO, ESERCITOMANI CHE DIFENDONO IL CORPO.) OGNI INDIVIDUO È POSIZIONATO IN UNA PARTE DEL CORPO. CORPO SOCIALE RIMANDA A QUESTA IDEA, C’È UNA SIMILITUDINE DELLA SOCIETÀ CON IL CORPO UMANO. È ORGANIZZATO NELLA STESSA MANIERA, È MOLTO RIGIDA. IL SOVRANO VIENE INNALZATO A QUESTO RUOLO DA UN CONTRATTO TRA UOMINI, UN PATTO E NON DA UNA SCINTILLA DIVINA, DA QUI NASCE LO STATO MODERNO. ROUSSEAU PARTE DALL’IDEA CHE GLI UOMINI SONO FATTI PER STARE INSIEME, NON SI AZZANNANO TRA DI LORO, SON FATTI PER VIVERE IN SOCIETÀ, CHE ALLE ORIGINI FUNZIONAVA BENE, POI PER ALCUNI FATTORI, LI HANNO CAMBIATI E ORIENTATI VERSO ALCUNI PROBLEMI. È MOLTO PEDAGOGICO, SOSTIENE L’UTILITÀ DELLA RICONOSCENZA E CONOSCENZA PERCHÉ DEVE AVERE UN VALORE MORALE E VIRTUOSA. MA QUESTO SI È PERSO NEL TEMPO. CIASCUNO DI NOI SI VUOLE BENE E NON SI VUOLE FARE MALE, AUTOCONSERVAZIONE, A MANO A MANO CHE SI PRATICA LO STARE INSIEME, QUESTO AMORE PER SÉ STESSI, DIVENTA AMOR PROPRIO, L’AMORE NASCE DAL PARAGONE TRA ME E GLI ALTRI, DALLA PAURA DI NON ESSERE CONSIDERATI DAGLI ALTRI. L’AMOR PROPRIO CI SPINGE AD AGIRE NELLA SOCIETÀ PER FAR VEDERE LA SOCIETÀ E A FARMI VOLER BENE, QUANDO GLI ALTRI STANNO MALE, O TI APPREZZANO PORTA BENE ALL’AMOR PROPRIO. L’AMOR DI SÉ STESSO E L’AMOR PROPRIO PORTA ALL’INEGUAGLIANZA. DA UGUALI DIVENTA UNA SOCIETÀ DI INEGUALI. LA TRASFORMAZIONE DI AMOR DI SÉ STESSO E L’AMOR PROPRIO GENERA LA PROPRIETÀ PRIVATA, CHE SERVE COME VALORE CHE SERVE PER OSTENTARE NEL CONFRONTO DEGLI ALTRI. ANCHE ROUSSEAU PARLA DI CONTRATTO SOCIALE, AFFERMA CHE È FONDAMENTALE, MA ATTENZIONE IL CONTRATTO C’È RISCHIO CHE SIA UN ANTEFATTO SUGGERITO DAI RICCHI E POTENTI PER CONFERMARE LA LORO RICCHEZZA E POTENZA. ROUSSEAU METTE IN GUARDIA SULLA FACCENDA DEL PATTO, DOVE DALLA PROMESSA DI NON GUERRA PORTA AL SUO POTERE A ALLA SUA PROPRIETÀ PRIVATA. ANCHE ROUSSEAU DICE CHE DOBBIAMO DELEGARE MA DICE ANCHE CHE DOBBIAMO PORTARE QUESTA FORMA CONTRATTUALE RICONOSCENDO IL POTERE NELLA VOLONTÀ DEL POPOLO. DOBBIAMO SOTTOMETTERCI ALLA VOLONTÀ DEL POPOLO, PERCHÉ PERMETTE DI FORNIRE DELLE DELEGHE CHE NON SI BASA SULLA VOLONTÀ DEL POTERE DI OGNI SINGOLO. HOBBES HA PORTATO DAL CIELO ALLA TERRA ALLA DELEGA DEL POTERE. IL PASSAGGIO È IL FATTO CHE LA DELEGA LA SI PONE AL POPOLO. I PROBLEMI PERÒ È CHE IL RE LO IDENTIFICHI; MA IL POPOLO COME LO IDENTIFICHI, COME DECIDE IL POPOLO? QUARTA LEZIONE (10 OTTOBRE 2023) Rousseau e Hobbes sono oggetto d’esame solamente in una domanda molto ampia. Sono importanti perché ci offrono quelli che sono due interpretazioni che si è voluto far scontrare tra di loro (teoria conflitto (Hobbes) vs consenso (Rousseau)). Le nostre società, o meglio stati, si fondano su un contratto che gli uomini prendono per ragioni diverse, dipende dalla prospettiva che abbiamo, se pro-Hobbes o pro-Rousseau. Questo impianto meccanicistico rimane come uno die percorsi tipici di tanti approcci sociologici. Saint-Simon e Comte sono stretti perché il secondo lavorava per il primo. Saint-Simon insiste molto sull’istruzione come strumento chiave dell’evoluzione, è un momento di crisi della rivoluzione, il momento della restaurazione, che separa le competenze tra chi viene dalla campagna e chi viene dalla città. È un’istruzione che vuole rendere obbedienti, un sociologo oggi parlerebbe di uomo ultra- socializzato (colui che ha assunto le regole della socializzazione, in maniera acritica, senza metterle in discussione). Saint-Simon sostiene che la scienza deve aiutare a ragionare, mentre la tecnica serve per ridurre la fatica. Sviluppa le sue teorie alla luce di una società che vede cambiare per i nuovi processi del lavoro che stanno entrando (urbanizzazione e società del lavoro). Saint-Simon entra nelle idee di Comte e ne assume le prospettive, approfondisce in maniera psicologica e ne da una metodologia. Comte è il padre del positivismo, propone la legge dei tre stadi che sintetizza lo sviluppo della società. 1. Si caratterizza per un’età teologica: il problema del positivista è quello di capire quali sono le cause che generano un fenomeno per costruire una legge generale e prevedere scenari futuri. Identifica le cause dei fenomeni che si studiano per comprendere umanità nel suo primo stadio: le cause dei fenomeni vengono attribuiti ad essere soprannaturali. Le ragioni dei fenomeni che colpiscono una umanità, hanno le proprie ragioni in qualcosa di fuori controllo. 2. Nel secondo stadio, quello metafisico, o età astratta: è una sorta di giovinezza del pensiero. Ci troviamo Mozart, Cartesio, che ci raccontavano che i fenomeni sono causati dalle forze astratte, non c’è la divinità dietro, ma la natura. C’è una geometria divina. C’è la materia che è caratterizzata dal proprio ordine. 3. Nell’ultimo stadio quello positivo, lo stadio di pienezza, dell’intelligenza umana: è qui che si sviluppa la filosofia positiva che guiderà il nostro agire. La causa ultima non è importante, studieremo i fenomeni che possiamo osservare, fermandoci a quel momento che è il nostro osservabile e misurabile, per mettere in fila le informazioni che dobbiamo governare. Cosa è positivo? Nella scienza è fondamentale, perché una disciplina scientifica si fonda perché è in grado di confinare molto bene i suoi processi. Il che significa che bisogna definire l’oggetto e un metodo scientifico. Comte deve definire cosa studiare. Ciò che è positivo è: La connessione tra le due prospettive è la libertà, se una società ha come obbiettivo quello di garantire la propria riproduzione uguale a sé stessa, la società ci impone delle regole funzionali al funzionamento della società stessa, come è possibile il cambiamento? È possibile pensare di orientare il cambiamento? È possibile il cambiamento? Il mutamento è un incidente di percorso, perché non siamo stati capaci a reprimere quella deviazione. Ma le cose cambiano, tutti i pensatori si sono posti il problema del mutamento che rilancia il problema della libertà. Il mutamento avviene per libera scelta di qualcuno o perché qualcosa è andato storto? Questo coinvolge tutta la sociologia, il ruolo della scienza è prevenire il futuro. La divisione dei ruoli solleverà alcuni temi, come la divisione del lavoro, la prospettiva conflittuale (se non c’è la società a strutturare la vita dell’individuo, essi sono destinati a fare la guerra). La società è morale, ha un valore per Durkheim, non è l’uomo, contiene i valori del buono e del bello ed è per lei riusciamo a superare le spinte individuali causati dal conflitto. Il bene è nella società non negli individui. L’osservazione di Durkheim parte come tutta la sociologia sempre, da un’osservazione empirica. La sociologia NON è filosofia sociale. La sociologia è una scienza empirica, si basa su osservazioni, vuole partire da osservazioni sul campo che creano problemi di governo. Le variabili sociologiche non sono facilmente considerabili. Durkheim osserva la società che cambia. Prima era legata all’appartenere ad una stessa famiglia. Nessuna parte è autonoma, è una sorte di dipendenza. DOMANDA D’ESAME - DURKHEIM E WEBER, BISOGNA SAPERE LE LORO BASI SESTA LEZIONE (17 OTTOBRE 2023) La società ha un ruolo d’ordine, nel coordinare il mondo in cui l’uomo vive. La società è sovra ordinante che contiene gli uomini, i quali devono adeguarsi. Il corpo non è rimandabile al cuore, ma il cuore + fegato + polmoni è il corpo che è più dei pezzi singoli, organicismo e funzionalismo. Il funzionalismo è una società organizzata in pezzi che devono rispondere ad una funzione che ha una ragione nell’insieme. Ogni organo sociale deve rispondere ad una funzione sociale. La struttura è una forma organizzata, complessa ed ordinata nella quale tutti i pezzi hanno una funzione, la società è una struttura. Il processo di socializzazione ha il compito di condividere, far penetrare nell’individualità le regole generali di una determinata società nell’olismo di Durkheim. Il ruolo primario della scuola è quello di socializzare, capire le regole che non discute più perché diventano proprie ed esse servono a garantire l’ordine nella società. Per Durkheim ha un valore positivo la società e viene messa in centro. Si lascia perdere il contributo dell’individuo alla società e questo pone un problema. Il compito delle leggi è quello di reindirizzare il deviante, se no deve essere punito nella misura in cui non si riesce a riportarlo sulla diritta via. È un carattere sociale perché fa riferimento al tuo ruolo, alla tua persona. Durkheim parte dalla prospettiva che studiamo le scienze sociali come scienze naturali, la sociologia è una scienza empirica che si studia osservando il campo. In una società pre-moderna c’erano grandi contenitori dove si mettevano ogni ruolo della società, oggi c’è una frammentazione che sta generando una società sempre più complessa che è sempre più evidente. L’urbanizzazione è un altro motivo fondamentale. Si passa da una solidarietà meccanica (siamo tutti uguali, siamo in un organismo, mi sento una rotella di un meccanismo) a organica (non è più così, ognuno ha una funzione diversa che risponde a richieste funzionali). Il lavoro, specializzandoci, ci fa sentire in relazione. La società frammentandoci diventa più complicata e ci unisce insieme agli altri, aumentano le relazioni e si diversificano perché non sono più con uno che tende a tutti ma con tanti tipi diversi. In queste società la frammentazione porta a risultati ancora più profondi. Si tratta di rendersi conto che la frammentazione entra nella profondità della società, la coscienza. La coscienza è il serbatoio comune all’intera società dove ci sono i valori, le credenze, le norme, i comportamenti, il profondo delle caratteristiche culturali dati da una certa società. È l’insieme delle credenze comune. La coscienza collettiva è un aggregato di tante cose, non è determinata dal pensiero individuale ma è un sistema complesso che è in relazione ad altri sistemi che anche loro aumentano, il lavoro si spezzetta e di seguito aumentano i ruoli nel lavoro. Tutti i lavori contengono delle norme che vengono chiamate etica professionale (medicogiuramento). C’è meno condivisione dei valori e di conseguenza abbiamo bisogno di corpi molto specializzati. Oggi ci servono molte più regole scritte in migliaia di pagine per regolare un mondo molto più complicato. I sentimenti comuni che si riducono nella società moderna che si frammenta anche nei modi di pensare e nelle visioni che aspirano a modi di essere. È una società problematica perché è una società che rischia grosso, perché è priva di un sistema di regole adeguato. C’è stato uno sviluppo troppo largo e di conseguenza non ha adeguato all’uso di nuovi strumenti ecc. un sistema regolatore che ci permetti di regolare quegli obbiettivi scelti. Ci troviamo dispersi e siamo succubi dell’anomia (assenza di legge). Il cambiamento in vent’anni che vede Durkheim è molto più veloce di quello dei 500 anni prima. Osservando la sociologia, vede il problema e suggerisce delle soluzioni. L’uomo senza regole è perduto, ha paura di uno spazio aperto, Durkheim dice che possiamo assistere ad un suicidio anomico, senza regole non può vivere, preferisco uscire da un mondo aperto. La funzione della società è quella di imporre le regole. Le regole hanno una funzione importante, è quella di rendere prevedibile le forme di agire. La mancanza di regole mette l’uomo nudo in un tempo che cambia e che preferirebbe rinunciare in un mondo senza regole. La devianza scardina il sistema. Le regole sono fondate sui valori, sulla coscienza collettiva e quando vado contro le regole sto tradendo la società. Non sempre è così, ma in teoria dovrebbe essere sempre così, le regole cambiano adeguandosi all’evolversi della coscienza collettiva, le regole sono legittimate che regolano i valori che utilizzano nei giorni quotidiani, dal momento che non li condivide più, le regole diventano un’opposizione e questo accade quando cambia la cultura prima di quanto cambino i sistemi. Questo avviene raramente, perché il mutamento è lento. Bisogna ristabilire attraverso le regole, lo stato precedente. La devianza e il deviante devono essere ricondotti alla buona ragione del percorso legittimo e quindi ricostruire lo stato precedente in cui si ritrovava la società. Utilitarismo è una delle caratteristiche del pensiero di Durkheim perché è utile, prima di perderlo proviamo a ripararlo, proviamo a riparare il sistema prima di buttarlo via. La densità materiale è il risultato dell’urbanizzazione (ci sono più singolarità nella stessa unità di superficie, è più denso) ma anche densità morale (identifica la quantità di relazioni, cambia per quantità e qualità, ci costringe delle relazioni e a sperimentarle altre). Attribuisce materiale e morale alle relazioni, sono esplicitazioni del sistema che è più di una somma delle altre. La densità materiale corrisponde alla somma delle parti, mentre il software sono le relazioni. Parti = densità materiale, software = densità morale, insieme posso valutare il volume della società. SETTIMA LEZIONE (23 OTTOBRE 2023) Ciascuno per Durkheim è un organismo meccanico in funzione della società. Le solidarietà trovano consistenza nella coscienza collettiva che è quel serbatoio di valori e modelli di riferimento. Le regole sono importanti perché fanno prevedere il futuro. Ciò che non funziona è disfunzionale. La differenziazione social ed è una conseguenza della modifica della società che si è modificata in termini di volume e densità morale e materiale (numero di individui superiore per superficie e si sono implementati le relazioni. Chi viene prima nella catena di montaggio e sbaglia, fa sbagliare tutti gli altri. Ogni scienza definisce con cura l’unità di analisi di ogni lavoro. Per Durkheim l’unità d’analisi è il fatto sociale. Per tutti i sociologhi si sintetizza con i fenomeni sociali, Durkheim specifica il fatto sociale. Il fatto sociale è l’unità d’analisi che “consiste in ogni modo di fare, più o meno fissato, capace di esercitare sull’individuo una costrizione esterna – oppure un modo di fare che è generale nella estensione di una società data, pur avendo esistenza propria indipendente dalle sue manifestazioni individuali”, è qualcosa di concreto che osservo e posso misurare. Ha degli effetti sull’individuo, è costretto da un fatto sociale (fuori di lui) a fare cose che se no non avrebbe fatto. Lo spostarsi, l’educazione, la famiglia, il codice della strada. I diritti sono esplicitazioni di funzioni sociali fondamentali che sono alla base di oggi società. Emerge una nota relativista. Durkheim delimita la società, le abitudini che attraverso il processo di socializzazione ho acquisito che determinano dei fatti sociali anche se non ce ne rendiamo conto. Queste regole continuano ad esistere, hanno esistenza propria, anche se io non la rispetto, continuano ad esistere (se nessuno parla italiano, continua ad esistere). I fatti sociali hanno esistenza propria, vivono per i fatti loro, il fatto che noi siamo costretti a certi comportamenti e che questi manifestano il nostro comportamento, non è necessario al fatto sociale che continueranno ad esistere. Il processo di socializzazione continua sempre in maniera anche inconsapevole. Le istituzioni sono un sistema di regole coerenti. La famiglia è un’istituzione caratterizzato da un sistema di regole che permette la sua funzione. I modi di fare diventano abitudini che diventano le regole che annunciano quei modi di fare che sono correlati ad un bisogno. Le regole esplicitano un’abitudine, idem nella lingua. L’oggetto del mio studio è fuori di me, il fatto sociale è indipendente dall’osservatore. A parità di regole, il risultato deve sempre essere uguale. Le caratteristiche del fatto sociale sono: 1. Esteriore all’individuo, non dipende da noi, non abbiamo nessun effetto; 2. Coercitivo perché impone un potere attraverso le regole all’individuo; 3. Generale che riguarda la maggior parte; Un fatto sociale ha origine da un fatto sociale precedente, noi siamo oggetti del fatto sociale. Il ricercatore, come Durkheim, rispetto ad un burattino ha un dato in più, Durkheim non ci sta dicendo che il ricercatore cambia il fatto sociale ma ha consapevolezza di questo sistema di regole che gli impone. Il burattino può muoversi sicuro della massima libertà perché non ha conoscenza dei fili che lo muovono. Ogni fenomeno che noi osserviamo deve avere una sua utilità, se non la ha significa che è disfunzionale e se lo è per averne la conferma devo andare a cercare tra le norme di diritto in quella società se ci sono norme che puniscono quello che ho osservato (per essere disfunzionale deve avere un sistema di norme che cerca di impedirlo, in caso contrario la domanda è sono io che non l’ho capito bene oppure quel fenomeno anticipa un cambiamento che non è ancora avvenuto e quindi non è cristallizzato nelle norme?). Il tema principale per Durkheim e compagni è la devianza, la criminalità. Se facciamo coincidere il bene e il male con le cose funzionali e disfunzionali, coincide funzionale = bene o giusto. La ragione sta nell’ambiente sociale. L’individuo nasce nella società e non il contrario. C’è una priorità storica della società collettivista a solidarietà meccanica  priorità della spiegazione dei fenomeni sociali. Studiamo i fatti sociali con il metodo della natura. Dobbiamo studiare elementi semplici e metterli in relazione attraverso le regole. A me interessa capire cosa è normale, normale in statistica è qualcosa di diffuso. Tutti i sociologi e non, sono interessati di capire ciò che avverrà. Stanno cercando di comprenderlo nel mondo della scienza, è una fase di spinta delle scienze. Le scienze naturali rispetto a quello degli spiriti comprendevano fasi diverse. Non tutti i fenomeni sono compresi nelle leggi, alcuni sono unici; da lì si poteva comprendere che la mancanza comprensione di quel fenomeno era la mancanza di una legge. Weber, tutto lo studio sulla natura e sullo spirito, ordina questa conoscenza che viaggia di per sé, che come il linguaggio ha una sua autonomia (dice Durkheim). C’era un forte dibattito sui valori universali, si cominciava a parlare ai primi anni del 900 di diritti dei cittadini, diritti sul lavoro, diritti delle donne, diritti universali dell’uomo. un’altra cosa. Non si basa sulla persona ma su un dovere, è impersonale. C’è una legge che gli da questo potere che viene chiamato legale. 2. Tradizionale: si esercita avendolo ereditato da chi lo aveva prima, di padre in figlio, famiglie potenti significa che sono famiglie che sono in grado di esercitare un potere su persone importanti e si tramanda. 3.Carismatico: si esercita in una situazione molto dinamica, come l’entusiasmo di una rivoluzione che fa seguire il popolo una determinata persona. Si comprende meno perché riguarda il valore, l’entusiasmo (seguitemi siamo tutti arrabbiati contro lo stato). Una norma è un insieme di risorse per raggiungere un obbiettivo che ci fa prevedere il futuro. È un percorso razionale: NORMAOBBIETTIVO. Weber è un politologo, un’economista, un sociologo. Il tema di Weber è capire come spiegare la tensione che abbiamo ad accumulare i beni. È un impulso che abbiamo da sempre che ha prodotto conflitti, la spinta è quella di arricchirsi sempre di più. In questo senso, il capitalismo è un freno razionale a questo impulso, mette delle regole, è un sistema di regole che razionalizza l’impulso ad arricchirsi. Cerca di incanalare l’impulso dell’arricchimento che ciascuno di noi ha. Questo caratterizza il capitalismo secondo Weber, nel senso che deve essere razionale, un’attività organizzata ai fini di guadagno, per aumentare il capitale di ricchezza che io posseggo. È un lavoro quello dall’arricchirsi. Questa espressione razionale al massimo di arricchimento si mostra trasparente nella necessità di tenere libri contabili che registrino ogni modalità di pagamento. Un’attività incentrata al guadagnare, un’attività che è un’attività, non è domestica (che lavoro fai? Il capitalista, per Weber è un’attività razionale per aumentare il capitale, come tutto bisogna seguire un codice e seguire i libri contabili). Tutto questo non ci deve essere nessuna proibizione, deve essere una situazione di libera concorrenza. Non c’è niente di male ad arricchirsi perché è un segno di vita migliore che ci aspetta. La risposta fu nell’applicazione radica del metodo dell’agire sociale sulla razionalità perfetto agire razionale che arricchimento ha in una situazione di reciproca libertà e libera concorrenza, di trasparenza dell’agire e distinzione tra un’attività e altre quotidiane. Entrambi Weber e Durkheim stanno sviluppando teorie generali che le sviluppano osservando ciò che c’è intorno: Weber prova a spiegare perché ci sono questi percorsi di arricchimento. Sia il potere sia la logica che spiega il capitalismo promuovono differenziazione: Weber si differenzierà nell’idea di classe, dandoci l’idea di ceto, parlando di cetalizzazione (organizzazione della società in ceti differenti). La classe ha origine Marxista che rimanda a gruppi omogenei di individui in una certa condizione di mercato. Weber fa un capovolgimento: il ceto riguarda il consumo, appartenere lo stesso ceto si parla di avere lo stesso stile di vita. Questo non cancella l’idea di classe, sono solamente due punti di vista differenti. Weber approfondisce anche l’idea di classe che per lui è possidente o acquisitiva. Il tema di classe che cambia rispetto allo stato: acquisizione intesa come la possibilità di cambiarsi di classe e modificare i propri comportamenti è una caratteristica della mobilità sociale che è una possibilità dell’individuo che si sposta nella piramide. CONFRONTO OLISMO/INDIVIDUALISMO: INDIVIDUALISMO - WEBER Studia i comportamenti individuali ma interconnessi. I fenomeni sociali sono il risultato dell’agire interconnesso degli individui. Il tutto nasce dall’agire interconnesso di tanti (da qui nasce la sociologia dell’Azione  AGIRE SOCIALE). C’è fiducia nell’individuo, l’uomo non deve essere regolato, perché riesce a farlo da solo. OLISMO - DURKHEIM Studia la totalità, ovvero le strutture, i sistemi e i gruppi. I fenomeni sociali non sono solo la somma delle parti. Il tutto trascende dalle parti (da qui nasce la sociologia dei sistemi) Non c’è fiducia nell’individuo, perché se manca La teoria degli elisti è uno dei pochi approcci italiani Nel 1923 c’è il centenario della morte di Pareto, uno dei più importanti sociologi italiani che ha lavorato in parallelo a Durkheim. Lui ha lavorato in ambiti specifici: dal punto di vista politica, hanno assistito la rivoluzione dall’analogico al digitale. Hanno preso una via che verrà considerata un’élite perché è una visione comune di approccio italiano è quello di avere visione pessimista. L’idea è che il potere sia gestito da pochi. Le elezioni non servono perché sono i rappresentanti che si fanno eleggere dai cittadini e non il contrario, sono i deputati che si organizzano in modo tale da ottenere il consenso dei cittadini. Una minoranza organizzata trionferà sempre su una maggioranza disorganizzata – Michels (sociologo italiano) Chi è al potere si organizza avendo la capacità di razionalizzare le ragioni per cui sta al potere. Le formula politica è un assunto che viene costruito come obiettivo: le varie forme di governo non rappresentano altro che i principi in base ai quali coloro che detengono il potere lo legittimano e lo esercitano. Le derive portano a giustifica abbandono della democrazia (meno peggiore di altri INDIVIDUALISMO - WEBER Studia i comportamenti individuali ma interconnessi. I fenomeni sociali sono il risultato dell’agire interconnesso degli individui. Il tutto nasce dall’agire interconnesso di tanti (da qui nasce la sociologia dell’Azione  AGIRE SOCIALE). C’è fiducia nell’individuo, l’uomo non deve essere regolato, perché riesce a farlo da solo. OLISMO - DURKHEIM Studia la totalità, ovvero le strutture, i sistemi e i gruppi. I fenomeni sociali non sono solo la somma delle parti. Il tutto trascende dalle parti (da qui nasce la sociologia dei sistemi) Non c’è fiducia nell’individuo, perché se manca perché definizione acquisita per il disincanto di questo formula politica). Le idee di elitisti portarono e sostennero, dal punto di vista intellettuale, restano molto importanti. Mosca infatti afferma di provare ad indagare su quali sono le norme, chi rappresenta il popolo per guardare l’attività parlamentare (quali sono le modalità interne). Il presupposto della formula politica non riguarda ideologia ma riguarda élite, il parlamento è interessato a legittimare formula politica perché garantisca a quell’élite di detenere il potere. La maggioranza e la minoranza con ruoli complementari diversi, detiene il potere e quindi è interessata a giustificare le buone ragioni perché continui a mantenerlo. Michels dice che le masse non sono in grado di gestire il potere. La massa che si rivolta nelle strade quando perde l’entusiasmo della conquista del potere, deve trovare al suo interno qualcuno a cui delegare il potere. Per Michels è inevitabile che il potere sia specifico di un èlite, di poche persone perché la struttura si deve concentrare su pochi concetti. DECIMA LEZIONE (31 OTTOBRE 2023) La legittimità del potere non sta nel potere, ma nella strategia di chi ha legittimato il potere. Se pure le masse sono all’origine, possono essere le rivoluzioni ma è necessario che si organizzino, in modo tale che il potere si concentri in un’oligarchia. Pareto è un pessimista sull’umanità, è ottimista sulla scienza che per Pareto adotta il metodo sperimentale che ci porta ad agire logicamente nel complesso, perché per lui non agiamo in maniera logica. Noi viviamo di azioni non logiche, le azioni logiche sono quelle che mettono insieme mezzi e fini, un fine oggettivo dell’azione logica. La consapevolezza di chi agisce che deve usare questo tipo di strategia, che è consapevole che sta usando una strategia logica ottimale. Questa consapevolezza è un dato in più. L’agire sociale per essere tale è un agire che ha senso per chi lo compie per Weber, le azioni logiche e razionali per Pareto possiamo trovarle in Weber. Pareto non fa una classificazione tra azioni logiche e illogiche. Pareto afferma che questa coincidenza tra fine e mezzo sia molto rara, noi possiamo agire anche in base a fine e mezzi ma manca la consapevolezza di star usando nel loro rapporto mezzi e fini. L’agire dell’uomo è mosso da impulsi NON RAZIONALI, lui li chiama residui. Agiamo in maniera non logica perché siamo spinti da impulsi che non sono razionali e siamo in grado di spiegare (spiegazioni che ci siamo inventati) per raccontare la razionalità. Rischiamo di essere intrappolati in questo fine-mezzo. Queste spiegazioni per Pareto sono le derivazioni. I residui lui li organizza in sei classi: 1.L’istinto delle combinazioni: noi agiamo per similitudine. Cerchiamo qualche cosa che si può comparare a qualche cosa che viviamo. Più siamo in difficoltà, più ci accontentiamo di un’adeguatezza senza essere più oggettivi. Queste combinazioni persistono. Una volta che ho creato queste similitudini, esse tendono a ripetersi. Abbiamo bisogno di manifestare le nostre emozioni, ciò che proviamo. Quante volte ciò che facciamo è spinto dallo stare in società. Quante volte agiamo per garantire la nostra priorità, la nostra integrità. Noi ci inventiamo le derivazioni, delle giustificazioni, che sostengono il modo di agire che ho espresso attraverso i residui. Gli individui si esprimono attraverso azioni illogiche, qualcuno si pone il problema ma sono una minoranza, un’élite. Poche persone che si assumono il coraggio di rispondere alla domanda: perché hai fatto così? riescono a farlo solamente attraverso il metodo scientifico. I nostri tre sono quelli che sono stati i primi ad aver affrontato questi temi ad inizio 900. La sociologia è mossa dalla necessità di risolvere problemi che si manifestano in un certo momento storico. La società si costituisce in forma contrattuale quando ciascuno si mette in relazione con l’altro per un rapporto economico che caratterizza la relazione con l’altro per avere un profitto. Questa è l’idea di Tonnies che è molto simile a quella di Durkheim. Parsons inizia a ragionare sulla struttura dell’azione sociale. Questo atto ha un fine per definizione, l’atto ha un inizio in una situazione diversa da quella a cui tende. Ciascuno di noi agisce in vista di un obbiettivo e in una situazione diversa dal momento in cui finisce. Le condizioni e i mezzi che abbiamo a disposizione sono degli strumenti che ci sono utili per arrivare al fine e le condizioni che ci sono date che dobbiamo rispettare e che non possiamo modificare. Ogni situazione è caratterizzata da questi due aspetti. Aspetto che rimanda alla possibilità strategica e di scelta di chi agisce e un aspetto che rimanda alla necessità di adeguarsi. Nella situazione in cui ci troviamo avendo tutte queste caratteristiche, la sociologia ha definito questi due aspetti come opzioni e legature (legature mi costringono verso una certa direzione). L’individuo tende volontariamente ad adeguarsi alle norme, non mette in contraddizione le legature. L’attore compie un atto che ha un fine e fine ha una forma implicita dell’intenzionalità dell’individuo. Parsons si cimenta per capire com’è cambiata e come sta cambiando la società, identifica nelle variabili strutturali quelli che sono i caratteri che caratterizzano la cultura delle varie società. Queste variabili si giocano su due opposti, una cultura può essere universalista o specifica. Acquisizione= caratterizzata da mobilità sociale, potersi spostare nella piramide, la società sta cambiando e diventa una società che si astrae rispetto a esperienze affettive e che deve cercare nuovi sistemi per stare insieme Il ruolo come sistema di aspettative→ mi aspetto qualcosa che ha a che fare con reciprocità del nostro ruolo ed è qui che nascono idee di stato e di ruolo→ parla di aspettative complementari doppia contingenza: abbiamo degli obblighi reciproci, implica il fatto che la nostra relazione sia fatta da obblighi Parsons ragionerà in termini di sistemi quindi sottolinea l’orientamento funzionalista, esiste sistema culturale che attiva due processi:  sistema della personalità  sistema sociale fatto da istituzioni Interiorizzare norma tanto da non farci più caso, sente che quei valori appartengono a sé stesso e non ad altro che sta fuori Lo stesso sistema culturale costituisce le istituzioni, aver imparato l’essere padre o figlio, sistema di regole coerenti, modello normativo che costituisce il codice di famiglia La formalizzazione è quello che si chiama processo di istitualizzazione Istituzioni funzionali all'obiettivo primo che è quello del sistema culturale Attribuito autonomia all’individuo ma ha blindato l’espressione della volontà del singolo La volontarietà delle regole si ritrova nel successo di processo di socializzazione e interiorizzazione Va oltre in termini di generalizzazione del modello nel proporre una grande teoria dei sistemi che potrebbe andare oltre la dimensione sociologica e occuparsi di essere una teoria valida per più scienze TREDICESIMA LEZIONE (13 NOVEMBRE 2023) Secondo Parsons sostiene la volontarietà da parte nostra di adeguarsi alle norme. Il sistema culturale ha due azioni: 1. Verso il sistema delle personalità attraverso il processo di interiorizzazione penetra nel sistema della personalità. Noi interiorizziamo le norme che sono della cultura. 2. Istituzionalizzazione: le istituzioni sono definite da un sistema di norme coerenti. La nostra cultura, o di una certa società, propone la famiglia come un valore in sé. Chi è più importante se non mio padre o mia madre. Lo stesso sistema culturale perché la famiglia la istitualizza, costruisce un sistema di norme coerenti. Diventa un istituto. Il diritto di famiglia è tipico di un certo sistema sociale che ha costruito delle norme sociali per proteggere quel valore. Relazione tra sistema sociale e personale. Questo è il meccanismo che porta all’organizzazione della società e alla sua socializzazione. Se io credo nella famiglia, mi adeguo alla norma. Dal momento che non credo alla socializzazione, allora mi trovo in conflitto con le istituzioni che la società ha messo in piedi. C’è una dimensione volontarista ma funzionale al processo di socializzazione. L’individuo ultra socializzato non mette mai in discussione, non a consapevolezza che il risultato a cui si arriva sia il risultato diverso di una perfetta autonomia delle mie scelte. Le scelte che facciamo appartengono ad una possibilità che non ho determinato io. Parsons pensa in grande e la sua idea è quella che si debba arrivare a formulazione di teorie generali al punto che il medesimo quadro teorico e prospettico posso applicarlo in discipline diverse. La linea metodologica è la stessa, cambia l’unità di analisi. Quando si discute dalla teoria generale dei sistemi (TGS) lascia il segno nelle scienze perché è un’idea generale che vede ogni oggetto di studio come sistema complesso e ha avuto il privilegio di far parlare scienziati di tanti ambiti diversi. Tutto è organizzazione. Parsons generalizza l’AGIL (Adattamento Gol Integrazione e Latenza), nasce da una tabella a doppia entrata. I mezzi che posso usare per arrivare all’obbiettivo sono quelli dall’esterno (quelli dell’ambiente), ogni ambiente mette a disposizione delle risorse, ovvero dei mezzi. Un sistema deve acquisire energia per sopravvivere. Per le risorse che sono interne al sistema, devo provvedere al fatto che siano motivate. Ho bisogno di quella che viene chiamata latenza, le risorse interne del sistema devono essere motivate per raggiungere quello scopo. Le risorse esterne mi sono date e mi adatto mentre quelle interne le gestisco io, l’obbiettivo di questa motivazione a livello interno è quello di far sì che le parti del sistema lavorino in modo integrato tra di loro. Il Gol si proietta al di fuori di me, attraverso un’azione che ha a che fare con l’ambiente circostante. Ogni sistema ha la necessità di porsi un obbiettivo e per raggiungerlo deve adattarsi in base ai mezzi che ci sono nell’ambiente, deve governarsi in modo tale da promuovere la motivazione alla collaborazione. Deve lavorare per in modo tale da garantire la latenza. Non è un’opzione nella teoria di Parsons, sono gli imperativi funzionali, ogni sistema per sopravvivere deve organizzarsi per rispondere ad adattamento, goal, latenza e integrazione. È una teoria generale che ciascun scienziato applica alla teoria di analisi per ogni sistema. Un sociologo che studia le relazioni per le quali stiamo insieme, Parsons dice di osservare le parti che rispondono a questi imperativi funzionali (quali sono le parti che aiutano a far stare insieme un sistema). Attraverso lo scambio di bene, ci adattiamo alle situazioni e attraverso questo ci procuriamo i beni. Gli obbiettivi li da il sottosistema politico (i partiti, la burocrazia sono che esercitano potere che si sono presi o è stato delegato a loro; orienta una comunità, un sistema di relazioni sociali verso certi obbiettivi), le norme ci impongono di lavorare insieme, usati dal sottosistema sociale per garantire che tutti lavorino insieme. Identifica quattro sottosistemi che garantiscono la sopravvivenza dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale. C’è una perfetta coerenza nel suo pensiero e non ci sono sbavature nello sviluppo logico del suo pensiero. Il suo pensiero non è autonomo, ma passa attraverso ad ogni punto. Non perde mai la logica del suo pensiero che arriva alla proposta di teoria generale che, come tutte le teorie generali, offre il fianco a tante critiche, Merton lo critica, è il suo allievo perché pensa che le teorie generali non permetta di togliere i problemi. Applicò l’idea di Parsons tramite gli economisti, uno specifico sottosistema che ha una funzionalità specifica. Per un economista non è un sottosistema, ma è il sistema di osservazione. Parsons ci dice che siamo all’interno di un grandissimo sistema, il sottosistema può essere a sua volta un sistema che possiede sottosistema, uno dentro l’altro. Merton mette in discussione, inizia a lavorare sull’idea di funzionalità e disfunzionalità (il senso è il tema antitetico della sociologia, la funzione è qualche cosa che è problematico, il mutamento non è possibile in un sistema ordinario perfetto. Il mutamento è il risultato di un mancato rispetto dell’ordine, il mutamento è sempre frutto di un errore. La disfunzionalità non è sempre una cosa negativa. Merton lavora sui tre presupposti postulati, ogni funzione di sistema sono funzionali. Ogni elemento funziona in maniera integrata, di ogni elemento non possiamo fare a meno. Questa è la macchina perfetta, tutte le cose servono (non c’è nulla di più o di meno), lavorano in maniera ordinata (l’olio è perfetto) e ciascuno fa ciò che è stato previsto. Questi tre presupposti postulati sono: 1. Postulato dell’unità funzionale: tutti gli elementi sono funzionali all’interno del sistema. 2. Postulato del funzionalismo universale: ogni aspetto del sistema ha una funzione positiva per l’integrazione. 3. Postulato dell’indispensabilità: ogni elemento è indispensabile allo svolgimento di una specifica funzione I punti di partenza erano Hobbes, gli studi della relazione umana arrivavano dalla fisica. Merton è conosciuto perché è il primo che studia la devianza, ovvero la deviazione dalle norme. La deviazione significa comportamento disfunzionale e deve essere punito e portato al suo ordine. La devianza è una violazione delle regole e anche un comportamento inatteso. Senza regole avremmo un mondo imprevedibile. La devianza ha delle funzioni, qualche volta vogliamo sfuggire al controllo sociale, sentiamo su di noi il peso della rottura delle regole. La devianza è relativa nel tempo e nello spazio perché se i sistemi cambiano, se le situazioni cambiano non è detto che ciò che era deviante lo è ancora. La devianza è tale perché devi dalle regole, perché non ti attieni a dei comportamenti che gli altri si aspettano. La deviazione si basa sempre sulla società, non è un risultato di un confronto astratto, ma la devianza è il contro di un agire storico in un contesto storico, in cui l’uomo decide ciò che è accettabile e cosa no. La devianza è una cosa soggettiva ma oggettiva. La consapevolezza della devianza socialmente costruita è importante, essa disturba perché noi siamo degli abitudinari ed essere sorpresi ci dà fastidio. Abitudine è uno dei pochi concetti che gode di questi attributi di buone, sane e vecchie. Sottolineano come siamo degli abitudinari perché significa vivere in un mondo prevedibile. Il problema della devianza è che mette a discussione la quotidianità e richiede il rispetto delle norme. Deviante rispetto ad una norma che tutti gli altri stanno rispettando, pone in discussione l’uguaglianza di tutti. La devianza è di una fastidiosità perché mette in discussione i presupposti delle nostre abitudini. In questi termini è importante per un sociologo, perché è un grimaldello per capire le spie della società. La devianza è sempre stata affrontate. Tutta l’idea della devianza fa riflettere a lungo la sociologia su come il deviante sia il risultato della non applicazione delle norme. Questa è la Labeling Theory (La Teoria dell’Etichetta), ovvero che la devianza perde di valore nella sua dimensione oggettiva ma acquista valore nella sua dimensione soggettiva. È evidente ciò che io reputo che non sia conforme alle norme. Anche lui crea una tabella a doppia entrata: noi abbiamo a disposizione dei mezzi per raggiungere dei fini. I fini ci sono dati dal sistema culturale. I mezzi ci sono dati dalle istituzioni. Ciascuno di noi si pone degli obbiettivi che centrano con la nostra cultura. Il sistema culturale ci dà degli obbiettivi. Le istituzioni ci danno le risorse per raggiungerli. Ciascuno di noi può accettare gli obbiettivi oppure rifiutarli. Possiamo raggiungerli con i mezzi oppure farli in maniera individuale, accettazione o rifiuto dei gol e dei mezzi. Merton non ci inserisce il comportamento deviante ma il nostro comportamento in ogni situazione. Il modo con cui fare le cose lo decidi in base ai tuoi mezzi come gestirti. La ritualità per Merton è un’accettazione della pratica senza la condivisione del GOL. C’è qualcuno che prova strade diverse, accettando l’obbiettivo dato ma devia rispetto a ciò che sono i mezzi messi a disposizione (tipo il rapinatore, diventare ricchi l’obbiettivo, rapina in banca). Presuppone quello che Merton aveva messo in discussione, tutte le parti servono per fare qualcosa di specifico. Il ribelle diventa o il cambiamento o viene impiccato. O è colui che conduce e vince la difficile, io riesco ad interpretare l’azione nel momento in cui mi immedesimo in te a paragonare quello che vivi alla mia esperienza precedente. Lo riporto al senso che avevo dato all’esperienza precedente, c’è il senso soggettivo (entrano in gioco i fattori personali) che si scontra contro quello oggettivo (comprensibile a posteriori). La dimensione soggettiva ci permette di cogliere aspetti parziali della realtà, la realtà è caratterizzata da una molteplicità di interpretazioni che dipendono da conoscenze ed esperienze, nell’intero significato vale per tutti. I significati sono confinati. È come se ognuno di noi vivessi in province cognitive, ognuno di noi è diverso. Le tipificazioni sono le vie rapide per comprendere meglio cosa fare, noi abbiamo bisogno di interpretare per dare senso altrimenti siamo bloccati in una situazione. Elabora le tipificazioni: ciascuno di noi ha dei tipi ideali, sedimentano nella nostra mente, cambiano ed evolvono. Se abbiamo comportamenti simili in uno stesso contesto, significa che abbiamo avuto le stesse esperienze. Le tipificazioni possono anche diventare abitudini e vengono condivise dai partecipanti alla stessa situazione. Le tipificazioni si allontanano quando noi ci allontaniamo dalle esperienze fatte sul campo. Quello che è reale è ciò che sperimento e non quello che mi viene raccontato. Alcuni aspetti problematici:  Noi lavoriamo per tipi ideali: quindi sono tutti frutto del nostro ragionamento che si basa sulla lettura del fato, dei tipi ideali non esistono, sono astrazioni.  Costruiamo modelli tipici: che si basano sulla società oppure sui singoli individui. È un approccio scientifico e quindi che deve essere logico al suo interno consapevolezza del processo, coerenza logica e adeguatezza delle nostre teorie alla realtà che si studia il tema della costruzione della realtà prende piede in un certo periodo. Una realtà che fa effetti sulla società, ha un effetto, il modo in cui noi pensiamo la realtà ha effetti sui nostri comportamenti e relazioni. Berger e Luckmann lavorano sulla realtà come costruzione sociale, è vero che c’è una realtà che è soggettiva, ma lo stesso Schultz ha detto che in un contesto c’è lo stesso comportamento perché si ha un modello condiviso e allora se all’inizio è tutto un contesto soggettivo poi si possono avere dei modelli. C’è una progressiva stabilizzazione che è utile a tutti, c’è un’interpretazione simile di una stessa situazione a tal punto che quel modello cognitivo mi viene passato e condiviso nelle relazioni, la condivisione non fa altro che cristallizzarlo sempre di più e tramite le relazioni si insegna anche agli altri. Diventa una via rapida per l’interpretazione di una situazione che per me sarebbe nuova ma tramite il ricordo di qualcun altro riesco a comportarmi (se ti capita questo, ti consiglio di fare questo). Non solo accadrà questo, ma i modelli diventeranno istitualizzati. Questo accade per molte ragioni, il mondo è complesso, la nostra esperienza è limitata, la nostra vita quotidiana è declinabile in certi confini, il mondo è più complesso della nostra esperienza. Con loro si inizia a pensare ad una socializzazione primaria e secondaria:  Primaria: famiglia che ci aiuta a posizionarci nel sistema relazionale, è una socializzazione che mira a stabilizzare le relazioni di ruolo (bambino stai al tuo posto)  Secondaria: amici, lavoro, media… ci sono tanti valori a cui posso far riferimento, le norme professionali e generali del genere umano, una socializzazione primaria ad apprendere operativamente le mie conoscenze del ruolo che fonda l’esperienza (cosa che ci fa capire la situazione), mentre la secondaria basata sulle conoscenze generali che fonda la conoscenza. Capiamo cosa è normale e cosa no, ci rende prevedibile il mondo, la società riesce a orientare ciò che è atteso e normale. Si rende prevedibile il mondo, non solo in cui riesco a costruire il mio percorso, ma so anche come si comporteranno gli altri in una determinata situazione. DICIASETTESIMA LEZIONE (27 NOVEMBRE 2023) L’approccio di Boudon viene individuato come quello dell’individualismo metodologico, molto simile a quello di Weber, il problema oggi è quello di espellere il contributo che la società ha nell’orientare l’individuo. C’è un nuovo metodo che possiamo applicare a situazioni sociali complesse, entrano in gioco diversi fattori che sono risultati dell’effetto di agire in un determinato modo. Le disuguaglianze sono costruite socialmente, sono il risultato negli anni 70 dell’avere opportunità diverse, uomini ≠ donne: nel lavoro e nella vita, la disuguaglianza è il risultato della società. Ci si chiede le responsabilità che la collettività ha nelle disuguaglianze, nel non dare a tutti le stesse opportunità. L’azione è sociale secondo le caratteristiche di Weber. Ciascuno ha sempre delle buone ragioni per cui agisce, basta interrogarsi e si capisce perché ha reagito così. Il senso comune è quello che ci aiuta a comprendere ciò che accade che è nella comprensione dei fatti. Idee e fatti sono cose diversi, la conoscenza fattuale si basa sui fatti, mentre un’altra parte si basa sulle idee. Sottolinea come ogni modo di agire sia razionale perché contiene un progetto: se ciascuno di noi ha delle buone ragioni per agire in un modo piuttosto che in un altro, è evidente che costui ha un progetto e una visione del futuro. Le mie ragioni si spiegano alla luce dello scenario futuro che mi sto ponendo, nel raggio d’azione c’è sempre un progetto. Non sempre, però, si ottiene il risultato atteso, che è previsto dal progetto, si ottengono risultati che non si pensava di ottenere. È vero che c’è una progettualità che si estende su una metodologia, ma si hanno risultato non intenzionali e hanno delle manifestazioni. Il tema dell’indagine è proprio quello che si possono ottenere anche risultati inattesi. Negli anni 70 si abbandona l’idea che il mondo sociale sia descritto come scienze naturale con la prospettiva positivista e il concetto del determinismo sempre valido. Agiamo sempre perché abbiamo un’intenzione quindi le nostre azioni sono intenzionali e razionali. Le nostre buone ragioni collegano tra loro gli attori con le situazioni che presentano dei condizionamenti. Non c’è mai irrazionalità, l’azione è sempre razionale per chi agisce, se c’è irrazionalità è perché noi che la leggiamo non la stiamo guardando con la stessa comprensione di chi sta agendo, quando non capiamo una situazione che stiamo assistendo, chiediamoci se “ci stiamo mettendo nei panni” di chi agisce o meno, è la mancata comprensione di chi sta agendo. Agiamo con rispetto ad una doppia funzione strutturale:  C’è una dimensione macro definita da una dimensione strutturale, una dimensione che ci viene imposta.  Ma anche una dimensione micro tipica dell’interazione, una micro relazione. Una micro relazione, ad esempio con i nostri genitori, in base ai nostri ruoli. C’è una penetrazione della struttura sociale, ma anche per le caratteristiche e la relazione specifica di una determinata famiglia, che è la nostra. È prettamente personale in base alle nostre relazioni con i nostri genitori. Quando agiamo e interagiamo abbiamo queste due spinte di due dimensioni. Queste due strutture ci permettono di agire in maniera consapevole, intenzionale e razionale. Non per forza tutto va come previsto, ci sono degli effetti che non sono l’obbiettivo del mio modo di agire. L’agire può avere un effetto di aggregazione (si guarda una persona e si pensa “guarda che furbo, lo faccio anche io), si copia ciò che qualcuno altro fa. Questo tende a generalizzarsi e così ha un effetto emergente, ovvero che non era previsto. L’effetto di aggregazione tende ad essere individuale, dall’obbiettivo individuale nasce un risultato collettivo. In questa maniera nascono le istituzioni. Dall’obbiettivo micro, diventa un obbiettivo macro, da una dimensione individuale c’è una collettiva che è collegata. Boudon recupera il fenomeno sociale micro sociologico in relazione ad altri eventi macro sociali. La prospettiva di Boudon è chiara, arriva ad una formula tenendo in considerazione prospettive che portano ad un certo obbiettivo. Io agisco insieme in maniera interconnessa in un sistema di interdipendenza che è fatto dalla particolare relazione che io ho con loro e loro con me. Questo viene riproposto in un fenomeno sociale e non fatto sociale perché ci qualificherebbe nella prospettiva durkheimiana. Gli anni 70 sono anni di cambiamento e Boudon si rende conto che l’interazione è forte tra dimensione individuale e strutturale. I movimenti collettivi sono per la sociologia un movimento che comprende un numero grande di persone ma anche un movimento in cui si sono una pluralità ma che hanno l’obbiettivo di cambiare l’ordine dato, vogliono cambiare la struttura sociale in cui ci si trova. Le routine sono delle azioni strutturate in base a degli stimoli che richiamano quel modello d’azione. Smeilser afferma che noi viviamo di azioni perfettamente integrate in un’organizzazione sociale ma non sempre la struttura è una struttura pacifica perché dice che entrano in tensione tra di loro, tra le sue parti. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEGLI EFFETTI EMERGENTI – DOMANDA D’ESAME DICIOTTESIMA LEZIONE (28 NOVEMBRE 2023) Smelser, Touraine, Alberoni Alberoni fonda istituto di sociologia in Cattolica I movimenti collettivi sono movimenti i cui soggetti sono una pluralità che hanno obbiettivo di cambiare l’ordine dato Smelser> Noi viviamo di azioni perfettamente integrate in un'organizzazione sociale ma non sempre la struttura è una struttura pacifica, entrano in tensione tra loro perché i mezzi non funzionano, si tirano i legami I mezzi istituzionalizzati per governare tensione iniziano a non esiste più: movimento collettivo→ qualcuno che cerca di fare qualcosa di diverso, nasce sulla tensione strutturale, qualche cosa che non funziona e al posto di reintegrare le risorse, cambio la struttura con obiettivi diversi Cambiare la struttura vuol dire cambiare informazione, denaro e potere Nascono i movimenti collettivi che Smelser li definisce per primo che devono rappresentare un’azione di rottura, più di uno fanno un’azione non attesa perché vogliono cambiare la struttura che è sotto tensione e dare una nuova forma organizzativa Si lavora insieme per cambiare qualcosa che non va→ così che nasce la spinta che fa superare i limiti dati dalla struttura Alberoni> manifestiamo il disagio e la voglia di cambiamento non rispettando le regole istituzionalizzati e per fare questo bisogna essere solidali: condivisione della responsabilità ed effetti dell’azione collettiva M = Mm SM’  un fenomeno sociale è uguale al fenomeno poesia le per un elemento microsociologico all’interno di una situazione in relazione ad altri elementi macro sociali. M = fenomeno sociale m = elemento micro - sociale S = situazione M’ = elemento macro - sociale (tanti m formano M’ portando alla sua regolamentazione) Il fenomeno sociale è l’istituzione che nasce perch all’interno di una situazione degli interessi é́ individuali si moltiplicano fino a raggiungere una massa critica che interessa un numero di persone ormai diventati societ .à̀ Le istituzioni nascono attraverso il percorso imitativo di comportamenti virtuosi che si moltiplicano perch vantaggiosi sulle singolarit . é̀ à̀ La densit delle relazioni delle relazionià̀ (Durkheim) aumenta perchè esistono comportamenti imitativi che servono a massimizzare le strategie individuali legate alle relazioni.
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