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La Costruzione dell'Identità Sociale: Ruoli, Senso di Sé e Socializzazione - Prof. Boccaci, Sintesi del corso di Sociologia Dei Processi Culturali

La distinzione tra identità personale e ruolo sociale, il processo di acquisizione di ruoli sociali e la relazione tra identità personale e sociale. concetti come senso di sé, status ruolo e socializzazione, e discute le implicazioni di questi concetti nella società moderna e post-moderna.

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016

Caricato il 02/02/2016

silvia8728
silvia8728 🇮🇹

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Scarica La Costruzione dell'Identità Sociale: Ruoli, Senso di Sé e Socializzazione - Prof. Boccaci e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! 1 G. ROSSI- IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE  TRA SOCIALIZZAZIONE ED EDUCAZIONE pp.63-72 Socializzazione ed educazione fanno parte di un’unica relazione, ql socio-educativa, seppur con diversi significati. Secondo Maccarini si possono effettuare 4 distinzioni: (l’ultima è ql sostenuta in qst libro!) di cui le prime 3 sono una distribuzione graduale di un’unica componente, l’intenzionalità. a) INTENZIONALITA’- polarizzazione di educazione e socializzazione lungo una linea orizzontale che va da un massimo ad un minimo di intenzionalità; l’educazione richiede una relazione tra due soggetti in cui vengono volutamente trasmessi dei contenuti; diversamente la socializzazione caratterizza ogni situazione relazionale in quanto la trasmissione di contenuti simbolici potrebbe essere anche del tutto inintenzionale. b) FORMALIZZAZIONE- i due concetti vengono distinti in base al grado di formalizzazione, ovvero dove c’è un’intenzionalità educativa è probabile che ci si trovi anche in un contesto istituzionale formale (famiglia, scuola ). Al contrario, se una qualsiasi relazione è in fondo socializzativa ciò significa che la trasmissione di contenuti normativi e di valore avviene ovunque anche con carattere informale ( “gruppo dei pari” x bambini e/o adolescenti). c) SIMMETRIA/ASIMMETRIA- educazione e socializzazione vengono contrapposte secondo tale antitesi: intenzionalità educativa che si coniuga prevalentemente con la formalità del contesto è più probabile che si verifichi in un rapporto asimmetrico, dove c’è una distinzione evidente tra il ruolo di educatore e di educando; diversamente nelle relazioni tra pari simmetriche troviamo inintenzionalità e informalità. d) componenti ETICHE/COGNITIVE/AFFETTIVE- sn fondamentali all’interno del processo socio educativo. All’interno vi sn due differenti posizioni: da una parte troviamo chi ritiene più consono alla dopo-modernità che la socializzazione si configuri come un processo in cui s’impara a comunicare; dall’altra troviamo chi, rispetto ad una società eticamente neutra, preferisce recuperare la valenza etica nella relazione socializzativa, ovvero ritornare al concetto di educazione con il fine cognitivo, affettivo e morale. Numerose sono le critiche che si potrebbero presentare a qst nette distinzioni e l’obiezione principale è che nei primi 3 casi non appare giustificato l’uso di termini e di concetti diversi per identificare un’azione intenzionale, formale e simmetrica in quanto nella realtà gli atti intenzionalmente educativi pox contenere a loro volta messaggi non intenzionali che tuttavia educano a loro volta. Nell’ultima distinzione, secondo gli approcci post-moderni, è prevalente l’idea che essendo l’educazione associata alla trasmissione dei valori umani profondi essa appare disfunzionale rispetto alle esigenze di massima adattabilità e flessibilità tipici della società complessa. Conseguentemente esiste una massima distinzione tra socializzazione ed educazione in cui qst’ultima appare come un retaggio del passato xché nn modificabile x la forte valenza etica. Diversamente non esiste nessuna socializzazione avalutativa. Non si può porre una distinzione netta tra socializzazione ed educazione ma semmai un’immagine multidimensionale in cui la loro distinzione è solamente analitica. La loro relazione è finalizzata a far nascere un cosiddetto cristallo di competenze che fanno a capo all’identità individuale ed esse corrispondono a 4 finalità diverse: 2 1. costruire la personalità sociale competente a vivere in un determinato contesto sociale in quanto ne conosce le riconosce le regole di appartenenza. 2. dare al sé la facoltà di eccedere sempre le relazioni sociali in cui è inserito, grazie al suo mondo emozionale e alla riflessività e capacità critica. 3. consentire al soggetto, grazie a competenze cognitive e pratiche, di adattarsi al proprio ambiente sociale accettando alcune norme di comportamento-azione socializzativa. 4. permettere all’individuo di elaborare le esperienze personali in forma sia etica (simbolica) sia affettiva estetica- azione educativa.  L’IDENTITA’ PERSONALE E SOCIALE pp72-81 L’identità personale costituisce una parte eccedente che l’identità sociale non può mai esaurire nella quale le esperienze sociali vengono reinterpretate e rielaborate a livello affettivo e simbolico. La loro distinzione rimanda alla classica partizione tra identità personale e ruolo, ovvero mentre la prima è l’insieme dei caratteri fisici e psicologici che rendono una persona ql che è (ma che mi auguro che tu possa cambiare..col tempo), il ruolo dipende dalla posizione che l’individuo occupa nella stratificazione sociale dalla sua funzionalità all’organizzazione e alla struttura della società dalle appartenenze ai diversi cerchi della vita sociale. Il ruolo, acquisito attraverso la socializzazione è l’adozione di una serie di comportamenti che permettono all’individuo di adottare una posizione, il suo status, nella società- da ciò deriva il concetto di status ruolo. Ogni ruolo è significativo rispetto all’organizzazione nella quale funziona mentre al di fuori di essa e rispetto ad altre informazioni sociali è privo di senso. La relazione tra la persona e il suo ruolo/i sociale/i può essere spiegata con il concetto di eccedenza che impedisce di ridurre tt l’umano al sociale al sociale e viceversa. Secondo Archer l’esistenza umana è caratterizzata dall’individuo in base all’ordine temporale e gerarchico, secondo personalità umana, in quanto agente sociale ed in ultimo come attore sociale. La personalità umana è caratterizzata dal senso di sé- in quanto è un distanziamento referenziale tra noi e gli ogg; capacità di sentire di essere lo stesso agente nel tempo; si riferisce allo stesso sogg le reazioni diverse, derivanti dalle relazioni con il mondo. Senso di sé è quindi il pre- requisito dell’identità personale, ciò che noi siamo. Qst’ultima dipende da ciò di cui ci prendiamo maggiormente cura, ovvero ciò che ci rende essere morali, le nostre premure fondamentali. Esse nascono da un processo attivo di riflessione che avviene in un dialogo interiore, incessante, noi instauriamo in nostro modus vivendi. Qst è la relazione tra elaborazione affettivo - estetica ed etico - simbolica del cristallo delle competenze. Tali premure fondamentali però nascono dall’interazione tra il sé e la realtà sociale: autocoscienza deriva dalle nostre pratiche incarnate e l’essere radicati nel mondo e nelle relazioni sociali è una parte imprescindibile del nostro essere umani. Il posizionamento nella società è indipendente dalla ns volontà è una condizione determinata dalla nascita e dunque ascritta: ecco xché siamo agenti sociali. Dalla relazione tra l’identità personale e la posizione di agente sociale emerge l’identità sociale: solo attraverso la realizzazione in ruoli sociali, adeguati alle ns premure possiamo diventare attori sociali; tale processo è di progressiva individuazione che emerge nel primato della pratica, ovvero nella necessità di attuare in primis ciò che ci preme fino ad assumere un carattere individuato. 5 Cristallo delle competenze socio-educative e il rischio sociale: - percorso diretto da agente ad attore sociale: abbiamo solo gli input (risorse del contesto in cui l’individuo è inserito) e gli output, l’identità sociale e i ruoli che l’individuo incarna. Tale asse è ql proprio della socializzazione. - Tale processo nn assorbe completamente la persona, la quale lo eccede e lo indirizza attraverso un’elaborazione affettiva ed estetica. Qst indirizza l’asse di socializzazione. Negli ultimi anni ogg di studio della relazione genitoriale è stato anche la valenza affettiva nel processo di socializzazione che va stimolata. Qst è frutto della dopo-modernità che raccomanda uno stile genitoriale autorevole (genitore: atteggiamento di fiducia nei confronti del bambino, facendo ricorso alle ricompense e incoraggiamento, piuttosto che alle punizioni-oggi anche permissivismo con piena autonomia). Diversamente nella modernità, lo stile era autoritario e l’affettività solo un corollario, quasi un ostacolo all’acquisizione delle norme e dei valori sociali. Permissivismo e autorevolezza è la perfetta contrapposizione tra i due modelli socio- educativi, ql dopo-moderno e quello relazionale. Nel caso del permissivismo e modello post-moderno le emozioni e la dimensione estetica vengono considerate un valore assoluto il fine stesso della socializzazione. Nel caso dell’autorevolezza e modello relazionale, il contesto emotivo positivo serve a creare un ambiente ideale x lo sviluppo di una riflessività efficace, senza la quale si instaurerebbe un regime di migrazione continua da una premura all’altra, secondo un criterio estetico/affettivo. Lo stile autorevole educa le emozioni e le trasforma in simboli con valenza etica attraverso lo sviluppo del modus vivendi. In tale spazio avviene la rielaborazione continua delle proprietà culturali e strutturali che secondo la Archer è alla base della morfogenesi della società in cui influisce nn tanto l’azione di un singolo ma la cooperazione di più sogg. L’asse educativo prevale per poi riallacciarsi all’asse socializzativo nel momento dell’assunzione dei ruoli sociali. L’azione socio-educativa nello schema AGIL: A- risorse strutturali e culturali delle quali ci si appropria cn lo sviluppo delle competenze cognitive; G- finali specifiche della persona, determinate dalle premure fondamentali che nascono nell’area emozionale e dal primato della pratica; I- ruoli sociali ai quali sono associate regole e norme specifiche di comportamento, L- modus vivendi, progetto entro il quale le premure assumono una valenza etica e simbolica trasformandole in valori relazionali.  I MODELLI DELLA RELAZIONE SOCIO-EDUCATIVA pp87-94 Nella modernità 2 grandi paradigmi: - integrazionalista: processo meccanico d’inserimento del singolo nell’ordine sociale e x suo mantenimento socializzazione; - conflittualista: socializzazione è lo strumento x esercitare una coercizione sulla libertà del singolo e quindi è un campo di battaglia, un conflitto tra interessi e culture diverse. Nella post-modernità: - interazionista e costruzionista: individuo ha un ruolo attivo nella rielaborazione delle risorse cognitive e normative in relazione al contesto in cui è inserito di relazioni sociali. 6 La relazione sociale ha una maggiore libertà e una minore capacità d’influenzare in modo deterministico l’identità soggettiva. La socializzazione, nella post-modernità, assume il ruolo d’insegnamento all’individuo di negoziazione con altri sogg, portatori di valori e norme, differenti dai suoi e nell’ambito degli approcci comunicativi s’individuano: -approccio comunicativo: comunicazione rappresenta l’unica pox di ancoraggio da parte del sogg ad un insieme di contenuti simbolici condivisi, costruiti nell’ambito di un processo di mediazione basato su una comunicazione appropriata e finalizzata a costruire significati comuni; - approccio comunicazionale di Luhmann: no identificazione di valori e norme comuni x sopravvivenza dei sistemi sociali. Entrambi gli orientamenti possono essere inscritti nel modello di costruzione del sé in cui prevale l’identità sociale – estetica. Il modello relazionale riconosce la prevalenza dell’identità personale cm proprietà emergente che eccede ql sociale, generando di continuo la relazione con essa e con la società. TRATTI SALIENTI DEI MODELLI MODERNI, POST-MODERNI E RELAZIONALE DELLA RELAZIONE SOCIO-EDUCATIVA - Modelli moderni: socializzazione unidirezionale fondata su valori e norme pre-dati che il sogg deve far suoi; tali valori sn semplicemente trasmessi e riprodotti; c’è un forte ancoraggio da parte del sogg, che semplicemente si adatta al contesto e s’integra nel ruolo in quanto qst’ultimo coincide con la realizzazione personale. La sua identità diventa così forte in relazione ad una cultura che considera come il migliore dei mondi pox, e il suo processo di socializzazione è articolato in fasi temporali successive affidate a sogg differenti: famiglia che costruisce la fiducia di base; seconda fase: istituzioni formative che indirizzano verso il ruolo sociale e in ultimo ql che avviene nell’ambito lavorativo, il riconoscimento di un ruolo. -post-moderni: autosocializzazione, i valori condivisi nascono dall’interazione e sn a volte orientati dalle emozioni; la formazione personale si traduce in un sax fare coniugato nella situazione che si presenta. Ne nasce un sogg che migra da un mondo all’altro nelle varie forme di cultura e con una relazione etica solo a livello cognitivo/emotivo che non restituisce alla socializzazione un significato progettuale e teleologico. Si enfatizza cos’ un’auto-realizzazione, improntata solo sul benessere dell’individuo che soddisfa i propri bisogni estetico/affettivi, quindi un orientamento individualista. Il sogg è frammentato nella sua identità e continuamente a mediare, fin dall’infanzia, tra de-socializzazioni e ri-socializzazioni in cui acquista valore solo l’abilità cognitiva di socializzare e non il contenuto di valore che passano. Estrema discontinuità tra le varie agenzie che spesso sembrano nn avere nessun fine comune e quindi affidano il compito di insegnare e gestire alla socializzazione. - modello relazionale: riconosce la struttura relazionale dei valori comuni (ma necessitano di una continua declinazione nell’ambito delle relazioni storicamente date) e li trasforma nel progetto interpretativo. Il sogg attraverso una continua riflessione instaura delle relazioni con alla base un riconoscimento dei rispettivi ruoli e quindi sfugge alla logica individualista ponendo la propria libertà come risorsa anche altrui. Il benessere dipende dalle relazioni in cui le persone sono inserite. L’identità è autoriflessiva e il criterio nella scelta culturale è la 7 distinzione tra umano e nn. In tale relazione vi è la necessità di acquisire una notevole competenza comunicativa con una socializzazione come guida relazionale. Chi educa deve sviluppare una competenza: cognitiva, affettiva e morale attraverso una strategia di capacitazione dell’educando che assume così anch’egli un ruolo attivo nella relazione socializzativa. Strettamente necessarie sono le reti di agenzie (famiglia- gratuità relazioni in quanto dono e solidarietà, scuola-valori universali e relazioni educatori/insegnanti=relazione di prestazione e compagni scuola= collaborazione/competizione, gruppo dei pari) che cooperino x il bene comune relazionale. La famiglia, in accordo con Luhmann, è l’unico luogo capace di prendersi cura della persona nella sua totalità. Esso è il luogo di mediazione tra i sessi e le generazioni e della ricomposizione tra i diversi ruoli sociali ricoperti dai suoi membri, tra i valori e le aspettative, sopratt di fronte alla neutralità etica che tende ad annullare il suo potere normativo. Nella modernità: valori condivisi e dunque prevaleva tra le agenzie senso di coesione e di coerenza dei progetti educativi, scanditi dalla precisa temporalizzazione delle fasi socializzative. Oggi qst discorso nn tiene più in quanto i tempi si sono dilatati e conseguentemente anche i ruoli; unico che permane è la famiglia. Bisogna orientare la socializzazione all’integrità della persona, in quanto è frammentata in 4 dominii: cognitivo, affettivo, etico-simbolico e delle norme sociali. A qst unità deve tendere la relazione socio- educativa; ecco che ritorna il primato della famiglia che deve stipulare un patto educativo con le altre agenzie, in modo che ognuna porti uno specifico valore aggiunto. La famiglia deve evitare il mondo autoreferenziale ed aprirsi in quanto educazione è un fatto corale, formato da una comunità educante, secondo un patto basato tra le varie agenzie di sussidiarietà.  CULTURA E COMUNICAZIONE CULTURA ALCUNE QUESTIONI CRUCIALI pp 105-107 Nello schema AGIL, occupa la L (latency) e costituisce l’ago della bussola rispetto alla quale si articolano i mezzi, obiettivi e regole relazionali. Essa è ciò che caratterizza l’umano e attorno alla sua origine si sviluppano alcune questioni: -dove finisce la natura e inizia la cultura? Non esiste una netta separazione xché cultura è tt ciò che scaturisce dalla relazione uomo-ambiente nel quale è inscritto. Tuttavia la distinzione sopravvive in Quanto nel momento in cui l’uomo costruisce il suo rapporto coi fenomeni naturali, produce ogg culturali (sopratt grazie alla diffusione dei media) che in quanto prodotti si estraniano dal produttore diventando seconda natura e in qst sta il paradosso della cultura. -quanto le attività tecniche minaccia le attività legate alla cultura? Tale seconda natura ha effetti alienanti. Pessimismo culturale che trova fondamento proprio nella scuola di Francoforte; negazione della cultura, del suo atteggiamento autonomo e spontaneo. Tecnica da mezzo si trasforma in fine del progresso umano se considerato in maniera assoluta. - Valori eticamente condivisi pox ancora funzionare da guida in una società che tende alla neutralità etica? La ns società secondo donati è eticamente neutra xchè c’è reticenza nel confermare valori condivisi in origine. Archer: sogg condizione di pox della ns società: no sogg , no società. Sogg attraverso il linguaggio, condizione di pox delle riflessioni umane, rielabora continuamente gli argomenti offerti dal suo vivere sociale e li rigenera costruendo il proprio modus vivendi orientato dalle premure fondamentali peculiari di ciascun individuo. Archer chiama qst modo di mediazione tra PEP
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