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Sofocle I stasimo Antigone traduzione e commento, Appunti di Letteratura Greca

Traduzione letterale e commento del primo stasimo di Antigone per esame di Letteratura Greca

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 23/03/2020

luisa.dangelo
luisa.dangelo 🇮🇹

4.3

(12)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sofocle I stasimo Antigone traduzione e commento e più Appunti in PDF di Letteratura Greca solo su Docsity! Sofocle, Antigone 332ss. (I stasimo) Χο. πολλὰ τὰ δεινὰ κοὐδὲν ἀν- στρ. αʹ θρώπου δεινότερον πέλει· τοῦτο καὶ πολιοῦ πέραν πόντου χειµερίῳ νότῳ (335) χωρεῖ, περιβρυχίοισιν περῶν ὑπ’ οἴδµασιν, θεῶν τε τὰν ὑπερτάταν, Γᾶν ἄφθιτον, ἀκαµάταν ἀποτρύεται, ἰλλοµένων ἀρότρων ἔτος εἰς ἔτος, (340) ἱππείῳ γένει πολεύων. κουφονόων τε φῦλον ὀρ- ἀντ. αʹ νίθων ἀµφιβαλὼν ἄγει καὶ θηρῶν ἀγρίων ἔθνη πόντου τ’ εἰναλίαν φύσιν (345) σπείραισι δικτυοκλώστοις, περιφραδὴς ἀνήρ· κρατεῖ (348) δὲ µηχαναῖς ἀγραύλου θηρὸς ὀρεσσιβάτα, λασιαύχενά θ’ (350) ἵππον ὀχµάζεται ἀµφὶ λόφον ζυγῷ οὔρειόν τ’ ἀκµῆτα ταῦρον. καὶ φθέγµα καὶ ἀνεµόεν φρόνηµα καὶ ἀστυνόµους στρ. βʹ ὀργὰς ἐδιδάξατο καὶ δυσαύλων πάγων ὑπαίθρεια καὶ δύσοµβρα φεύγειν βέλη παντοπόρος· ἄπορος ἐπ’ οὐδὲν ἔρχεται (360) τὸ µέλλον· Ἅιδα µόνον φεῦξιν οὐκ ἐπάξεται· νόσων δ’ ἀµηχάνων φυγὰς ξυµπέφρασται. σοφόν τι τὸ µηχανόεν τέχνας ὑπὲρ ἐλπίδ’ ἔχων ἀντ. βʹ (365) τοτὲ µὲν κακόν, ἄλλοτ’ ἐπ’ ἐσθλὸν ἕρπει. (367) νόµους παρείρων χθονὸς θεῶν τ’ ἔνορκον δίκαν ὑψίπολις· ἄπολις ὅτῳ τὸ µὴ καλὸν (370) ξύνεστι τόλµας χάριν. µήτ’ ἐµοὶ παρέστιος γένοιτο µήτ’ ἴσον φρονῶν ὃς τάδ’ ἔρδοι. (375) Molti i prodigi e nulla è più prodigioso dell'uomo. Questo essere (portentoso) anche al di là del canuto mare procede grazie a un tempestoso Noto, penetrando sotto le onde mugghianti, e delle dee la suprema, Gea imperitura, infaticabile affatica, volgendosi gli aratri anno dopo anno, con stirpe equina rivoltando. Preda la stirpe degli uccelli dall'animo lieve avendola cinta, e delle bestie selvagge le tribù e la marina progenie dell'oceano con spire tessute a rete l'uomo accorto (che tutto conosce). Domina con le sue arti la fiera che vive nei campi e vaga sui monti, e tiene stretto intorno al collo il cavallo dall'irsuta criniera sotto il giogo e l'infaticabile toro montano. E la parola e l'aereo pensiero e gli impulsi al vivere civile apprese da sé e tutto si inventa per evitare i colpi a cielo sereno degli inospitali ghiacci e di fastidiosa pioggia. Né si avvia senza espedienti verso il futuro. Solo dall'Ade non troverà scampo. Di malanni irrimediabili rimedi ha escogitato. Avendo sapiente l'inventiva dell'arte oltre ogni speranza, talvolta procede verso il male, talvolta verso il bene. Ma se mette in armonia le leggi della sua terra e la giustizia degli dèi soggetta a giuramento (sarà) molto onorato nella sua città. Ma senza patria (sia) colui al quale per orgoglio si accompagni il non bene (male). Né sia mio vicino di focolare né che pensa allo stesso modo chi compie siffatte azioni. Sophoclis Fabulae ed. H. Lloyd-Jones et N.G. Wilson, Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis, Oxonii 1990. Sofocle, Antigone, Edipo re, Edipo a Colono, a cura di F. Ferrari, BUR Milano 1994. Sofocle, Antigone, a cura di D. Arfelli, Scrittori greci Signorelli, Milano 1970. V. Ehrenberg, Sofocle e Pericle, Brescia 1958. G. Cerri, Legislazione orale e tragedia greca. Studi sull'Antigone di Sofocle e sulle Supplici di Euripide, Napoli 1979. G. Ugolini, Sofocle e Atene. Vita politica e attività teatrale nella Grecia classica, Roma 2001. A. Lesky, La poesia tragica dei Greci, trad. it. Bologna 1972, Eschilo pp. 93-247, Sofocle pp. 249-407, Euripide pp. 409-779. Coro dei vecchi tebani: 332-341 L'uomo conquista la natura inanimata - mare e terra. 332 deina; ... deinovteron: Arist., Eth. Nicom. 1144a23 "C'è una forza che chiamano abilità (deinovth~); questa è tale per cui si è in grado di compiere le azioni che si ci prefiggeva.". Ma deinov~ può significare "terribile, tremendo" (negativo). Uomo essere ambiguo, può volgersi al bene o al male (libero arbitrio). Uomo essere imperfetto. Ma si riscatta se rispetta le leggi, ma è bandito dalla polis, se dedito al male. - Cicer., De natura deorum 151s. "Quam vero aptas quamque multarum artium ministras manus natura homini dedit. (pittura, scultura, musica, agricoltura, costruzione di case, abiti, lavori in bronzo e ferro) Terrenorum item commodorum omnis est in homine dominatus: nos campis, nos montibus fruimur, nostri sunt amnes, nostri lacus, nos fruges serimus, nos arbores; nos aquarum inductionibus terris fecunditatem damus, nos flumina arcemus, derigimus, avertimus ...". 334s. il mare è canuto come in Omero, stilema epico Il. IV 248, XX 229. 336 peribrucivoisin ... uJp joi[dmasin, fa riferimento al fatto che onde risuonano (βρυχάοµαι) e coprono le navi. Vd. Schol. ad l. τοῖς καλύπτουσι τὴν ναῦν. Anche οἶδµα è epico. -- Il participio ... πολεύων maschile dipend. da τοῦτο. Ma alcuni vedono sottinteso ἄνθρωπος. 337ss. la dea Terra: Esiodo, Teogonia 45 Gea ed Urano, 117 Dunque primo fu Chaos e poi Gaia dall'ampio petto, sede sicura eterna di tutti gli immortali, che tengono la vetta nevosa dell'Olimpo, 126, 158 etc. Terra eterna perché offre in eterno i suoi frutti. Il dio la rese custode e creatrice della notte e del giorno, prima e più antica fra le divinità create all'interno del cielo. 339 ἄφθιτον, ἀκαµάταν ἀποτρύεται: ἀκαµάταν dorico. Notare due attributi con ἀ- privativo. Schol. ad l. ἀποτρύεται· γεωπονεῖ ἢ ἀποσχίζει τὴν γῆν. 341: con prole equina. Ma viene inteso 'con muli o con buoi', di uso più comune che non i cavalli. 342 κουφονόων τε φῦλον ... Leopardi, Elogio degli uccelli, Operette morali: 'Sono gli uccelli naturalmente le più liete creature del mondo. Non dico ciò in quanto se tu li vedi o gli odi, sempre ti rallegrano; ma intendo di essi medesimi in sé, volendo dire che sentono giocondità e letizia più che alcun altro animale". 343ss. L'uomo conquista la natura animata - caccia, pesca, addomesticamento di animali. - ἀµφιβαλὼν ἄγει: Schol. ad l. ἀγρεύει. 342ss. nota τε ... καὶ ... τε ... . 345 πόντου τ’ εἰναλίαν φύσιν: non c'è pleonasmo, poiché ponto è come mare aperto ed oceano immenso. Natura marina. - speivraisi diktuoklwvstoi~: divktuon rete klwvqein filare. Schol. ad l. τοῖς σχοινίοις τοῖς εἰς δίκτυον κεκλωσµένοις, ἢ συγκλείουσι τὰ δίκτυα, «con le corde tessute nella rete o che chiudono la rete». Fr. Ellendt - H. Genthe, Lexicon Sophocleum, Berolini 1872, 195: collega φῦλον con le usanze della "Civitas Atheniensium". 346 περιφραδὴς ἀνήρ: posto alla fine. Termine omerico. 349 ἀγραύλου: attributo omerico. ἀγρός αὐλή. 350 ὀρεσσιβάτα abitator dei monti. Dorismo. - λασιαύχενά θ’ ... ἵππον: è epiteto omerico. 351 ὀχµάζεται: chiosato così nei lessici συνέχεται, χειροῦται. 351s. ἀµφὶ λόφον ζυγῷ οὔρειόν τ’ ἀκµῆτα ταῦρον: -- 354ss. Sviluppo intellettuale dell'uomo: linguaggio (fqevgma), pensiero (veloce = rapido come il vento), a[stu + novmoi regole nell'amministrazione della città, ojrghv impulso. (Ma era anche una carica pubblica.) Tucidide, II 37, 3 (epitafio di Pericle) "diamo ascolto alle leggi e specialmente a quelle che sono stabilite in aiuto di chi subisce ingiustizia e quelle, che senza essere scritte portano una vergogna comunemente ammessa a chi le viola". 356 ejdidavxato apprese da sé: la civiltà come lenta e faticosa conquista dell'uomo. - dus/auvlwn pavgwn inospitali
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