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Sonetti Garcilaso de la Vega, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Spagnola

sonetti e opere Garcilaso de la Vega, in lingua originale con proposta di traduzione, per l'esame di Letteratura Spagnola II

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 20/03/2023

laurasurace
laurasurace 🇮🇹

4.7

(36)

44 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sonetti Garcilaso de la Vega e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! - I - Cuando me paro a contemplar mi estado y a ver los pasos por do me han traído, hallo, según por do anduve perdido, que a mayor mal pudiera haber llegado; mas cuando del camino estó olvidado, 5 a tanto mal no sé por dó he venido; sé que me acabo, y más he yo sentido ver acabar conmigo mi cuidado. Yo acabaré, que me entregué sin arte a quien sabrá perderme y acabarme 10 si ella quisiere, y aún sabrá querello; que pues mi voluntad puede matarme, la suya, que no es tanto de mi parte, pudiendo, ¿qué habrá sino hacello? Traduzione Quando mi fermo a guardare il mio stato e a vedere i passi per i quali mi hai portato scopro, nel punto in cui vagavo smarrito che a un male maggiore potrei giungere; ma quanto mi dimentico del cammino (fatto fino a qui) 5 non so tanto male da dove sia giunto; so che morirò, e ancora di più mi duole il veder morire la mia passione per lei insieme con me. Io morirò, perché mi consegnerò senza inganno a quella che saprà perdermi e vedermi morire 10 se lei lo vorrà o anche saprà volerlo. Ma dato che la mia volontà può uccidermi, la sua che non è dalla mia parte, potendo uccidermi, che cosa può mai fare senza farlo? Analisi Preferisce morire piuttosto che non sentire nulla, ma che peggio della morte c’è solo la perdita dell’amore. Riprende un topos della sua epoca “l’amata nemica”. La persona amata è la cosa che più di tutte al mondo ti può arrecare danno. In tutto il sonetto l’autore utilizza il poliptoto (parola ripetuta più volte a breve distanza in un testo). È un sonetto incentrato sul cammino del personaggio (che in chiave cristiana rappresenta il cammino verso la morte in quanto, secondo il nuovo testamento, la vera vita è quella nell’aldilà). In questo sonetto però lui fa riferimento alla cultura neoplatonica (si avvicina a questa nel periodo italiano, ed è una cultura che crede nella Dea Iside). La contemplazione dell’amore in questo sonetto lo fa arrivare ad una figura della donna come “malvagia” in quanto il personaggio sa che questo mal d’amore (derivante dal rifiuto) lo potrebbe uccidere. Ma capisce che si tratta di una volontà (intesa come istinto) in quanto la donna semplicemente non lo ama e arriva alla conclusione che, la donna di cui lui parla (Venere di Botticelli), è una donna legata alla natura in quanto si mostra come una terra arida che non riesce a dare frutti. Quindi “volontà” come esigenza fisiologica e non materiale. Altro motivo è quello del Naufragio, in quanto il personaggio non parla di andare ma di naufragare. - V - Escrito está en mi alma vuestro gesto y cuanto yo escribir de vos deseo; vos sola lo escribistes, yo lo leo tan solo, que aun de vos me guardo en esto. En esto estoy y estaré siempre puesto, 5 que aunque no cabe en mí cuanto en vos veo, de tanto bien lo que no entiendo creo, tomando ya la fe por presupuesto. Yo no nací sino para quereros; mi alma os ha cortado a su medida; 10 por hábito del alma misma os quiero. Cuanto tengo confieso yo deberos; por vos nací, por vos tengo vida, por vos he de morir, y por vos muero. Traduzione Sta scritto nel mio cuore il vostro aspetto e quanto desidero io scrivere di voi; voi solo lo scriveste, ed io da solo lo leggo, che da voi mi guardo in questo. In questo sono e sarò sempre intento; 5 che benché non entri in me quanto in voi vedo, in quel bene che non comprendo credo, usando ormai la fede per principio. Io non nacqui se non per volervi (amarvi); la mia anima vi ha tagliati a sua misura; 10 come abito dell’anima io vi amo. Quello che ho, confesso a voi dovere: per voi sono nato, per voi ho la vita, per voi dovrò morire, e per voi muoio. Analisi È un sonetto proemiale (è quello che trattò in modo esemplare il tema dell’amore). Tema principale: la sofferenza amorosa e, parla della donna che definisce “creatrice”. Altro tema è il limite dell’uomo fisico e mentale, oltre cui non si può andare. Vi è la relazione tra l’immagine dentro di sé dell’amata e la poesia stessa, che la realizza. È molto forte il senso di tale sonetto, in cui vi è rappresentata l’esperienza amorosa molto specifica. Il sonetto si riferisce a Elena de Zuñiga da cui Garcilaso ebbe tre figli e portò una grande dote per il matrimonio/amata immaginaria. Il viso dell’amata è impresso nell’anima dell’amante; natura divina dell’amata e assoluta fedeltà dell’amante. Insistenza sulla bellezza dell’amata in termini teologici; bellezza inaccessibile. Modelli: Bembo, Lentini. Poesia/lettura: l’amata non può essere presente quando il poeta contempla il suo viso perché secondo la teoria classica delle sensazioni non si poteva immaginare un oggetto sensibile come lo si contempla direttamente tramite i sensi. Il poeta legge e contempla in solitudine per non lasciarla svanire. Lettura = sensazioni scritte nell’anima. Anafore frequenti. - VII - No pierda más quien ha tanto perdido; bástate, amor, lo que ha por mí pasado; válgame ora jamás haber probado a defenderme de lo que has querido. Tu templo y sus paredes he vestido 5 de mis mojadas ropas, y adornado, como acontece a quien ha ya escapado libre de la tormenta en que se vido. Yo había jurado nunca más meterme, a poder mío y a mi consentimiento, 10 en otro tal peligro como vano. tanto, que cuanto quiere le consiento, olvidando su muerte y aun la mía. Traduzione Come tenera madre, cui l’inferno figliolo sta con le lacrime chiedendo qualche cosa, mangiando della quale, sa che sarebbe doppio quel suo male. E quel pietoso amore non gli permette 5 di valutare il danno che, facendo quel che le chiede fa, lei va correndo e calma il pianto e i sintomi raddoppia, così l’infermo e folle mio pensiero che a suo danno mi chiede voi, vorrei 10 distoglierlo da questo mortale cibo. Ma me lo chiede e piange tutti i giorni tanto che gli concedo quel che vuole, obliando la sua morte e anche la mia. Analisi Come una madre irresponsabile dà al figlio che piange da mangiare ciò che è causa della sua malattia, così il poeta vorrebbe liberarsi del figurarsi l’amata nella mente, ma non riesce a farlo perché quando smette la mente piange e non riesce a distaccarsi, dimenticando ciò che provoca pazzia o morte. Secondo la medicina dell’epoca, la continua rappresentazione dell’amata nella mente del malato poteva causare pazzia fino anche alla morte. Il sonetto si incentra sulla sofferenza dell’uomo per la donna che sa che non dovrebbe alimentare questa sofferenza, ma cede al dolore e lo alimenta (fa un paragone con una madre che soddisfa la golosità del proprio bambino anche se sbagliato). EGLOGA 1 Dedicata di viceré di Napoli, don Pedro de Toledo, composta nel 1534. I nomi assegnati ai due pastori ed alle ninfe sono tutti d’origine classica, tranne Galatea. Salicio = anagramma di Garcilaso. Ha una breve introduzione, dedica e due estesi interventi, ciascuno a carico di un pastore. Inizia con l’argomento ed i nomi dei pastori, va avanti con i temi ed i termini che torneranno in corso d’opera, come la caccia e l’edera. I due lamenti hanno stessa lunghezza e numero di strofe, ma si differenziano per finalità: Salicio vuole abbandonare il mondo perché Galatea non è più sua (è scappata con un altro), Nemoroso vuole morire per raggiungere Elisa (morta). Galatea è solo nominata all’inizio e basta, se non attraverso aggettivi e attributi. Salicio ripercorre la sua storia come presa di coscienza negativa: Galatea è perfida ma ciò è nascosto dalla bellezza e dalla passione della donna che lo ha tradito. Salicio: parte dalla donna per concludersi con il lugar. Nemoroso: il contrario. Le ultime strofe dei due lamenti si concludono con la decisione di lasciare il lugar. I due pastori, con tono dolce ed armonioso, “dulce lamentar”, cantano il tema della solitudine amorosa. Per Nemoroso la vita è un peso, la morte è la conclusione del suo dolore. Nel lamento di Salicio ci sono solo i due amanti posti frontalmente (anche se idealmente perché Galatea non c’è), in quello di Nemoroso ci sono altri attori come se Nemoroso avesse bisogno di incolpare degli estranei. (collegamento a Petrarca: chiare, fresche et dolci acque – corrientas aguas puras, cristalinas). Il lugar è il loro posto nel mondo. Vi è quattro volte: due volte per raccontare del momento felice in cui Salicio aveva Galatea ed Elisa era ancora viva; le altre due per la soluzione. Nemoroso invoca l’amata morta e le chiede di accellerare i tempi per morire dopo un “largo apartamiento”. Presenta 421 versi, in 30 strofe di 10 endecasillabi intercalati da 4 settenari. Le 4 strofe iniziali sono di prologo e sono un elogio al destinatario, dopo si apre il canto dei due pastori Salicio e Nemoroso, ai quali vengono dai 13 strofe ciascuno, e l’ultima è di epilogo. Salicio canta l’assente Galatea, amata e perduta. Ritratto di una devozione che accarezza un sogno impossibile. Tra metafore naturalistiche e descrizioni campestri, Salicio confessa la solitudine, il necessario abbandono dei luoghi di un passato illuso che adesso sono deserto. Il ritorno di lei è nell’area della speranza che è impossibile, perché nel caso ella dovesse ritorno la partenza di lui sarebbe inevitabile. L’assenza di Nemoroso è simile, l’amata Elisa (Isabel) è assente poiché defunta. Il dolore in morte presenta la stessa afflizione inafferrabile accettata con la medesima malinconia invincibile. L’assenza si presenta sotto due aspetti che si uniscono e danno luogo alla medesima sofferenza, facendo si che il testo si presenti saldamente unito. Garcilaso è stato in grado di dare vita a un componimento in vita e in morte di Isabel, come di ispirazione petrarchesca. La maschera bucolica non vieta all’opera di apparire come manifestazione lirica, grazie al linguaggio diretto e confessione non mediata.
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