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Sono le slide complete di infermieristica geriatrica., Slide di Geriatria

L’INVECCHIAMENTO E I MODELLI DELLA SALUTE DI GORDON, IL PROCESSO DELL'INVECCHIAMENTO, LE TEORIE PSICOLOGICHE E FISIOPATOLOGICHE, I BISOGNI DELL'ASSISTENZA DELLE PERSONE ANZIANE, I DIRITTI DELLA PERSONA ANZIANA, IL PROCESSO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA, LA CRONICITA' E COMORBILITA' NELLA PERSONA ANZIANA, LA TERAPIA FARMACOLOGICA NELL'ANZIANO CON POLIPATOLOGIA, LA VALUTAZIONE INFERMIERISTICA DEL RISCHIO DI CADUTA, LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE NELL'ANZIANO, SCALE DEL DOLORE LE PIAGHE DA DECUBITO E LE FERITI DIFFICILI

Tipologia: Slide

2021/2022

Caricato il 18/08/2023

Pakka96_
Pakka96_ 🇮🇹

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Scarica Sono le slide complete di infermieristica geriatrica. e più Slide in PDF di Geriatria solo su Docsity! L’INVECCHIAMENTO E I MDDELLI DELLA SALUTE DI GORDON ASPETTI EPIDEMIOLOGICI: L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno emergente su scala globale. La popolazione mondiale over 65 supera quella dei bambini di età inferiore ai 5 anni. Il Giappone è il Paese più longevo, l’Italia è la seconda nel mondo e prima in Europa. La nostra nazione è tra i Paesi più vecchi d’Europa. Nel 2015 l’ISTAT ha certificato la presenza nel nostro paese di 13, 4 milioni di ultrasessantacinquenni, pari al 22 % dell’ intera popolazione nazionale. Risultano in diminuzione sia la popolazione in età , 15- 64 anni ( 39 milioni) sia quella fino a 14 anni ( 8,3 milioni) IL PROCESS DELL’INVECCHIAMENTO L’invecchiamento non è solo un processo attraverso il quale ci si modifica in funzione del tempo, ma in riferimento all’essere umano “indica il complesso delle modificazioni cui l’individuo va incontro, nelle sue strutture e nelle sue funzioni, in relazione al progredire con l’età” nello specifico: - Come maturazione o accrescimento è il processo attraverso il quale l’individuo aumenta quantitativamente le sue funzioni e strutture, e le differenze qualitative - Come senescenza è il processo attraverso cui l’individuo diminuisce quantitativamente le proprie strutture e perde progressivamente le proprie funzioni. Il processo di invecchiamento, come hanno dimostrato numerose ricerche non descrive un processo uniforme e omogeneo: l’invecchiamento biologico stesso non è un processo lineare, si distingue tra: - Invecchiamento primario, è cosiddetto invecchiamento normale, che riguarda tutta la popolazione e comporta modificazioni biologiche, psicologiche e sociali, in una sostanziale stabilità della struttura della personalità - Invecchiamento secondario, invecchiamento patologico, ove al quadro dell’invecchiamento primario si aggiungono malattie croniche: in questo stadio è difficile capire cosa deriva dalle malattie e cosa dalla vecchiaia. Queste modificazioni non sempre sono irreversibili e possono essere anche curate. - Invecchiamento terziario, si riferisce al declino rapido e irreversibile che caratterizza l’avvicinarsi alla morte. Questo stadio può durare mesi o anni ed è conosciuto anche come terminal drop Hypotesis Sono molteplici i fattori che influenzano il processo di invecchiamento: - Genetico: definisce il ritmo, le fasi, la durata del processo di invecchiamento - Educativo- culturale: un buon livello educativo e un ‘adeguata situazione culturale sembrano agire positivamente sull’invecchiamento, mentre una situazione opposta è spesso una condizione favorente un rapido decadimento delle funzioni della persona - Economico: la senescenza si attua molto più frequentemente con modalità esclusivamente negative fra gli appartenenti alle classi più svantaggiate - Sanitario: l’insorgenza di patologie specie, di carattere cronico progressivo, influenza negativamente il processo di invecchiamento fino a farlo precipitare. - Personalità: diversità che la senescenza assume negli individui introversi e in quelli estroversi, negli attivi e nei disimpegnati nei tenaci e nei labili e così via. - Famiglia: l’invecchiamento varia notevolmente se un individuo vive solo o in coppia o in un gruppo più numeroso. - Ambiente: l’invecchiamento è un’espressione di un’interazione continua fra l’individuo e il suo ambiente. LE TEORIE PSICOLOGICHE Le teorie psicologiche sull’invecchiamento si sviluppano su due direttive principali. - Le teorie evolutive dell’arco della vita analizzano la vecchiaia in relazione all’intero corso della vita, definendo tappe e compiti di sviluppo, per esempio, la Teoria dello sviluppo della personalità di Erikson (1997) e la teoria degli stadi dello sviluppo di Schaie - I modelli psicosociali d’invecchiamento cercano di spiegare l’influenza dei fattori socioculturali sul processo di invecchiamento, per esempio, la Teoria del disimpegno di Cumming e Herry (1961), la teoria dell’attività di Havighurst(1963) e la teoria della selezione, ottimizzazione e compensazione di Baltes(1991). LE TEORIE FISIOPATOLOGICHE l’invecchiamento può essere definito come la somma di tutti i cambiamenti fisiologici, genetici e molecolari che si verificano in un individuo con il passare del tempo, dalla fecondazione alla morte , che comporta un progressivo declino strutturale e funzionale che inizia dopo il raggiungimento della maturità sessuale (Longo et al 2012), e che può essere attribuito al naturale processo di crescita e sviluppo, a difetti genetici legati all’individuo, al rapporto tra genotipo e ambiente , allo svilupparsi di malattie e al processo temporale dell’invecchiamento stesso, che si caratterizza proprio come un complesso di mutamenti che dopo i 30 anni aumentano il rischio di malattia e morte. Le teorie più accreditate sul processo di invecchiamento sono: - La teoria della regolazione genetica della senescenza: si basa sulle modificazioni nell’espressione genica indotte dall’invecchiamento che influenzerebbero la selezione di geni che promuovono la longevità, in quanto la variabilità per mortalità e fertilità declina in età avanzata. - La teoria evoluzionistica: l’invecchiamento sarebbe dovuto a una riduzione della capacità della selezione naturale. - La teoria dei radicali liberi: ipotizza che la reattività dei RL non è ereditaria, ma è il risultato di un danno cumulativo correlato al tempo. - La teoria della senescenza cellulare: ipotizza che la lunghezza del telomero, che si accorcia con l’età, regoli la durata di vita della cellula replicativa in vivo, e contribuisca all’invecchiamento. - La teoria neuroendocrina: l’invecchiamento è una conseguenza di alcuni cambiamenti delle funzioni nervose ed endocrine che coinvolgono in modo selettivo i neuroni e gli ormoni che regolano la crescita, lo sviluppo e la sopravvivenza, attraverso meccanismi di adattamento allo stress. - La teoria immunologica: il normale processo dell’invecchiamento dell’uomo e negli animali è patogeneticamente correlato a processi immunologici non adeguati. INVECCHIARE BENE: L’invecchiamento della popolazione europea rappresenta una sfida per il mercato europeo dell’occupazione, dei sistemi dei servizi sociali e dell’assistenza sanitaria , ma anche un’opportunità economica e sociale. Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione consentiranno agli anziani di prolungare l’attività professionale, assicurando al contempo l’equilibrio tra la vita attiva e quella professionale , e di restare socialmente attivi e creativi tramite la comunicazione in rete e l’accesso ai servizi pubblici e commerciali . In tal modo si ridurrebbe l’isolamento sociale degli anziani, in particolare nelle zone rurali , e si potrebbe davvero invecchiare bene a casa: le tecnologie dell’informazione dovranno permettere di aumentare la qualità della vita e l’indipendenza. Le evidenze scientifiche per invecchiare bene - Promuovere stili di vita e comportamenti positivi: mantenere un adeguato livello di attività fisica; alimentarsi correttamente ; mantenere buna vita sociale attiva… Attualmente, per l’accertamento infermieristico, l’infermiere utilizza modelli teorici infermieristici. In questo contesto scegliamo di utilizzare per la valutazione iniziale la teoria di Marjory Gordon e i suoi 11 modelli funzionali della salute. Gli 11 modelli funzionali di M. Gordon permettono un approccio olistico di indagine tra i differenti piani della salute(fisica, emotiva , psichica, sociale, affettiva e spirituale) e la formulazione delle relazioni/correlazioni che intercorrono tra essi , determinando il livello globale della risposta a problemi di salute/ processi vitali attuali o potenziali. Questi modelli identificano i punti di forza dell’assistito, oltre a quelli di debolezza , permettono di realizzare un accertamento completo della persona e facilitano l’intero processo diagnostico infermieristico. MODELLO DI PERCEZIONE E GSTIONE DELLA SALUTE: - Storia di salute: Salute generale, anamnesi familiare , problemi di salute nella storia familiare (diabete , ipertensione , malattia tromboembolica) - Problemi di salute passati o attuali (cardiopatia, neoplasie…) - Trattamenti farmacologici e chirurgici, contatti con malattie trasmissibili - Presenza di allergie, stili di vita , screening , consumo di alcol , tabacco, uso /abuso di sostanze di farmaci - Abitudini e comportamenti relativi alla cura di sé, aspetto generale - Valutazione del rischio caduta e condizioni relative alla sicurezza della persona se appropriato (scale) - Diagnosi: Rischio di infezione, Rischio di lesione; Rischio trauma; protezione inefficacie ; gestione della salute inefficace , Non adesione , Rischio cadute, comportamento di salute rischioso; Rischio di sindrome dell’anziano fragile, sindrome dell’anziano fragile. MODELLO NUTRIZIONALE METABOLICO: - Peso e Altezza , IBM, obesità , abitudini alimentari , assunzione adeguata di nutrienti, variazione del peso negli ultimi mesi , disturbi dell’alimentazione, stato della cute , dei capelli e delle unghie, cura dei denti, problemi dentari - Disfagia, Glicemia, presenza di edemi, febbre - Diagnosi : Nutrizione squilibrata: inferiore al bisogno metabolico, rischio di temperatura corporea squilibrata, rischio di volume di liquido squilibrato, rischio di aspirazione , integrità tissutale compromessa, mucosa orale compromessa, dentizione compromessa, deglutizione compromessa , rischio di glicemia instabile, rischio di squilibrio elettrolitico MODELLO DI ELIMINAIONE: - Abituale modello di eliminazione urinaria, caratteristiche e frequenza delle minzioni, disturbi della minzione. - Abituale modello intestinale, regolarità delle evacuazioni, stipsi, - Utilizzo di integratori /farmaci lassativi / clisteri - Cure igieniche dopo le attività di eliminazione: - Diagnosi: stipsi , stipsi percepita , diarrea , incontinenza fecale , stipsi funzionale cronica , motilità gastrointestinale disfunzionale. Eliminazione urinaria compromessa, incontinenza urinaria da sforzo, incontinenza urinaria funzionale, rischio di lesione del tratto urinario. MODELLO DI ATTIVITA’ ED ESERCIZIO FISICO: - Svolgimento delle normali attività di vita ( per esempio, sul lavoro casalingo) - Modalità di utilizzo del tempo libero, esercizio fisico e frequenza - Stile/abitudini di vita /pratiche di igiene, Abitudini di igiene personali - Cura di se, pressione arteriosa, frequenza cardiaca , modello di respirazione, - Presenza di dispnea e /o affaticamento - Valutazione delle ADL e delle IADL, gestione della cassa - Diagnosi: Gittata cardiaca ridotta , scambi gassosi compromessi , liberazione delle vie aree inefficace , rischio di sindrome da immobilizzazione , mobilità compromessa, capacità di trasferimento compromessa, deficit della cura di se, rischio di perfusione tissutale periferica inefficace MODELLO DI RIPOSO SONNO: Abituale modello di sonno durata / qualità del sonno, sonnellino pomeridiano, percezioni al risveglio, presenza di periodi di riposo durante il giorno, eventuale uso di farmaci/ abitudini prima di addormentarsi, disturbi del sonno. Diagnosi: modello di sonno disturbato. MODELLO COGNITIVO PERCETTIVO: - Presenza di dolore acuto/cronico, tipo , sede , caratteristiche , in relazione con il movimento , intensità (scala), Livello di dolore tollerato - Uso di farmaci, deficit sensoriali (vista, udito) - Livello di istruzione, livello di conoscenze sulla salute , sui problemi di salute, sull’invecchiamento, modello di presa delle decisioni, presenza di conflitti - Distraibilità, livello di attenzione, memoria, attività cognitive, capacità di comprensione e comunicazione. - Diagnosi: conflitto decisionale, confusione mentale acuta , memoria compromessa, disponibilità a migliorare il benessere, processo decisionale autonomo compromesso, sindrome del dolore cronico. MODELLO DI PERCEZIONE DI SE E CONCETTO DI SE: - Stato emotivo attuale: La persona riferisce/ mostra preoccupazioni, ansia , timore rispetto a situazione personale , economica, lavorativa , affettiva, salute o a situazioni concomitanti. Presenza di depressione ( sintomo), ansia ; stress; concetto di se, - Percezione della propria immagine /del proprio corpo, atteggiamento verso sé stessa, percezione delle proprie capacità. - Diagnosi: Rischio di solitudine , disturbo dell’immagine corporea, autostima cronicamente scarsa , mancanza di speranza , ansia di morte ,rischio di senso di impotenza. MODELLO DI RUOLO E RELAZIONI: - Situazione familiare (stato maritale/ relazione significativa / presenza di bambini), presenza di relazione stabile, qualità della relazione col partner - Relazioni e modelli familiari eventuali difficoltà coniugali, relazioni di ruolo/funzioni familiare svolte, condizione socioeconomica / condizione lavorativa/ occupazione. - Sistema di supporto, rete di amicizie - Preoccupazioni rispetto alla relazione col coniuge/partner, alla famiglia /allo staff lavorativo, alla malattia, alla prognosi, all’assenza dal lavoro. - Riferisce incapacità di soddisfare le aspettative correlate al ruolo istituzionalizzazione. - Diagnosi; Comunicazione verbale compromessa, interazioni sociali compromesse, isolamento sociale, prestazioni di ruolo inefficaci, rischio di relazione inefficace. MODELLO DI SESSUALITA’ E RIPRODUZIONE: - Abituale modello di attività sessuale della persona - Età della menopausa / Andropausa. Presenza di perdite ematiche / uso della terapia ormonale , - Data dell’ultimo pap –test/ ultimo controllo ginecologico /andrologico - Pregressi interventi chirurgici sull’ apparato riproduttivo - Problemi sessuali correlati all’uso di farmaci. - Diagnosi: disfunzione sessuale, modello di sessualità inefficace MODELLO DI COPING E TOLLERANZA ALLO STRESS: - Presenza di cambiamenti nella vita di relazione, nel lavoro/ scuola, nella famiglia, nella salute . - Presenza di situazioni di stress, modelli e strategie di coping adottate - Capacità /difficoltà a gestire le situazioni. Consapevolezza del proprio livello di tolleranza allo stress. - Perdite importanti nell’ultimo anno. - La persona manifesta / riferisce: dubbi collera, apprensione, incapacità di rilassarsi , irritabilità , senso di colpa paura , depressione ,insonnia ,pianto isolamento - Diagnosi: coping inefficace, rischio di automutilazione, regolazione dell’umore compromessa, disponibilità a migliorare la resilienza. MODELLO DI VALORI E CONVINZIONI: Origine etnica , pratiche religiose, valori della famiglia , del gruppo sociale dell’etnia , presenza di conflitti sulle scelte di salute, limitazioni etiche legate alla religione o alle convinzioni personali. Diagnosi: sofferenza spirituale, sofferenza morale. LA PERSONA ANZIANA FRAGILE Le modificazioni che l’invecchiamento produce su qualsiasi essere vivente lo rendono più fragile, sia sotto il profilo funzionale sia rispetto alla capacità di difendersi nei confronti dell’ambiente in cui vive. La fragilità della persona anziana determina una maggiore vulnerabilità allo stress e alle malattie. Indicatori di fragilità: Età avanzata, dipendenza da altre persone per attività di vita quotidiana, difficoltà a muoversi, maggior predisposizione a cadere e a riportare fratture. Istituzionalizzazione, comorbilità e malattie croniche, malnutrizione, declino cognitivo, poli farmacoterapia, disidratazione. La fragilità può essere riconosciuta ricercando fra cinque elementi caratteristici la presenza di almeno di tre: Perdita di peso, affaticamento, riduzione della forza muscolare, ridotta attività fisica, riduzione della velocità del cammino. Possibili problemi indotti dalla fragilità: - Aumentata vulnerabilità per eventi avversi, - Disabilità transitoria, - Involuzione - multi-sistemica, - riduzione delle capacità adattive, - presentazione atipiche delle malattie - transitori declini ADL, IADL, - elevato rischio di deterioramento fisico e cognitivo. LA CRONICITA’ E LE COMORBILITA’ NELLA PERSONA ANZIANA: L’invecchiamento della popolazione, oltre ad aumentare la prevalenza di molte singole patologie, incrementa notevolmente la comorbilità, ossia la presenza di due o più malattie nello stesso soggetto, caratteristica clinica tipica della persona anziana. La maggiora delle persone tra i 65 e i 79 anni presenta in media 4, 9 malattie, mentre nei soggetti con più di 80’anni il numero delle patologie è 5,4. La mortalità si correla in maniera significativa con la comorbilità, con un incremento che è proporzionale al numero di patologie presenti. LA GESTIONE DEI FARMACI E LA PERSONA ANSIANA: La gestione dei farmaci nel caso di assistenza in una persona anziana è complicata dal fatto che nella stragrande maggioranza dei casi le persone anziane assumono più farmaci, prescritti per curare molteplici patologie differenti. La poli farmacoterapia, condizione spesso riscontrabile nella persona anziana, a causa di diversi fattori, prima fra tutti la maggior prevalenza tra gli ultrasessantacinquenni di più malattie croniche. Altri fattori concorrenti sono rappresentati da una maggior predisposizione nell’anziano a ricorrere all’ automedicazione per i numerosi disturbi età-correlati e il rivolgersi a più specialisti per le diverse patologie che presenta, con il conseguente sommarsi dei farmaci da assumere. Le evidenze scientifiche propongono inoltre l’accento sulla maggior esposizione, per effetto dell’età e in conseguenza alla frequenta comorbilità, agli effetti iatrogeni dei molteplici farmaci assunti dalla persona anziana. Una diminuzione della funzionalità di organi e di apparati si rifletterebbe sia sulla farmacocinetica sia sulla farmacodinamica stessa dei farmaci prescritti. Queste caratteristiche, associate all’elevato numero di farmaci assunti, comporterebbero un significativo aumento del rischio di interazioni farmacologiche indesiderate e impreviste, e di reazioni avverse spesso anche pericolose. I farmaci cardiovascolari e antipertensivi, seguiti da analgesici, antinfiammatori, sedativi e gastroprotettori, sono i farmaci prescritti con maggior frequenza alle persone in età avanzata, e tra quelle istituzionalizzate si osserva anche un massiccio ricorso all’impiego di lassativi. REAZIONI AVVERSE CAUSATE DALL’ASSUNZIONE DI FARMACI (ADR) Una reazione avversa consiste nel manifestarsi di conseguenze indesiderabili e negative connesse all’uso di farmaci. Secondo tutte le evidenze scientifiche, le ADR aumentano con il crescere del numero di farmaci assunti, si presentano con maggior frequenza nelle persone anziane ospedalizzate e istituzionalizzate rispetto a quelli residenti al proprio domicilio e sarebbero la causa del 5-30% dei ricoveri ospedalieri di persone superiori a 65 anni. Da uno studio biennale condotto negli USA è emerso che le reazioni avverse da farmaci interessano 700.000 assistiti l’anno, che si recano in pronto soccorso in seguito a un uso inadeguato del farmaco, un’overdose non intenzionale, effetti tossici e reazioni di diversa natura e gravità della terapia farmacologica. Le reazioni avverse da farmaci aumentano in maniera lineare con l’avanzare dell’età. LE INTERAZIONI FARMACOLOGICHE: Sono una diversa azione qualitativa o quantitativa degli effetti di un farmaco rispetto a quella desiderata e per la quale il farmaco è stato prescritto, causata dalla precedente o contemporanea somministrazione di altri farmaci. Il rischio di sviluppare interazioni farmacologiche per la persona anziana che assume più farmaci riguarda alcuni fattori propri della persona anziana , quali l’età, la comorbilità, la compliance e l’adesione al regime terapeutico, e altri fattori legati più propriamente al farmaco, quali il numero e il tipo di farmaci assunti e la loro farmacodinamica e farmacocinetica. NON ADESIONE ALREGIME TERAPEUTICO: Con l’accezione non adesione al regime terapeutico si identificano tutti quei comportamenti, intenzionali e non intenzionali, che inducono inosservanze delle indicazioni prescritte di un farmaco, quali, per esempio, la posologia, la frequenza, la dose o gli orari di assunzione. La non adesione al regime terapeutico riguarderebbe in Europa il 12, 5 delle persone anziane che assumono farmaci. I fattori predettivi di non adesione a un regime terapeutico nell’anziano sono: - problemi psicologici, - deficit cognitivo, - trattamento di malattie asintomatiche, - scarsa consapevolezza della malattia, - complessità del trattamento…. Questi fattori devono indurre nel medico di medicina generale negli eventuali specialisti consultati per le cure di malattie croniche e nelle persone che assistono l’anziano (caregiver) particolari strategie per ottimizzare l’adesione della stessa al regime terapeutico. INAPPROPRIATA ASSUNZIONE DI FARMACI: Nelle residenze sanitarie assistenziali le prescrizioni di farmaci inappropriati rappresenterebbero secondo alcuni studi dal 15 al 55% dei farmaci prescritti alle persone anziane residenti. L’ampia prevalenza della prescrizione di farmaci inappropriati costituisce un’evidente cattiva pratica sulla quale gli organi deputati alla farmaco vigilanza stanno sempre più intervenendo. Questa malpractice comporta due ordini di problemi, entrambi importanti e rilevanti. Il primo riguarda la salute e la sicurezza della persona anziana in quanto l’utilizzo di farmaci inappropriati aumenta il rischio di generare eventi avversi anche gravi con il ricorso a ricoveri ospedalieri. Il secondo la prescrizione di farmaci inappropriati comporta un aumento significativo e ingiustificato della spesa sanitaria. INDICAZIONI PER UNA POLIFARMACOTERAPIA SICURA: Gli errori nella somministrazione e nell’autosomministrazione di farmaci sono conseguenti a tre principali ordini di fattori: - Errori umani, commessi da chi somministra il farmaco, per distrazione, dimenticanza, inabilità o incompetenza tecnica, inosservanza o inesistenza di linee guida o adeguate procedure; - Errori attribuibili a una cattiva organizzazione del processo - Errori conseguenti a una violazione o deviazione da regole, procedure e standard LA VALUTAZIONE INFERMIERISTICA DEL RISCHIOI CADUTA. ASSISTENZA ALLA FRATTURA Introduzione: Il ministero della salute definisce caduta un “improvviso, non intenzionale, inaspettato spostamento verso il basso dalla posizione ortostatica, assisa o clinostatica. La testimonianza delle cadute è basata sul ricordo dell’assistito e/o sulla descrizione della caduta da parte dei testimoni. Questa definizione include gli assistiti che dormendo sulla sedia cadono per terra, gli assistiti trovati sdraiati sul pavimento e le cadute avvenute la presenza di un supporto. In letteratura si distinguono tre tipologie di caduta: - Cadute accidentali: la persona cade involontariamente, per esempio, inciampando o scivolando sul pavimento bagnato - Cadute fisiologiche imprevedibili: determinate da eventi fisiopatologici non prevedibili fino al momento della caduta, per esempio, a causa di una crisi lipotimica o di un attacco ischemico transitorio - Cadute fisiologiche prevedibili: avvengono nei soggetti esposti a fattori di rischio identificabili, per esempio, a causa di uno stato di agitazione psicomotoria, di una riduzione della vista o di una deambulazione precaria. L’ età è uno dei principali fattori di rischio per cadute. Le persone di età > 65 anni sono quelle a maggior rischio di cadute. Questo livello di rischio può essere in parte causato dai cambiamenti fisici, sensoriali e cognitivi associato all’invecchiamento, in combinazione con l’ambiente che può non essere adatto per una popolazione che invecchia. Le cadute e le lesioni a esse correlate sono un problema comune e grave per le persone anziane. La caduta dell’anziano costituisce un problema rilevante, infatti essa ha un forte impatto sulle condizioni psicofisiche e sulla qualità della vita di una persona anziana , e rappresenta una delle maggiori cause di declino funzionale e ricorso alle cure sanitarie. Il 60% delle persone anziane che cade riporta danni permanenti, anche se lievi , alla propria capacità e volontà di muoversi ,e, una su quattro , subisce una diminuzione permanente della propria autonomia. Indipendentemente dalle conseguenze e dai traumi derivanti dalla caduta, essa compromette l’immagine di sé della persona anziana, la sua percezione di sicurezza negli spostamenti e la sua autonomia nello svolgere le attività di vita quotidiana, oltre ad agire spesso da disincentivo a una vita attiva. La caduta causa angoscia, dolor, lesioni, riduzione della fiducia in se stessi, perdita di autonomia e aumentata mortalità. LA PREVENZIONE DELLE CADUTE NELLA PERSONA ANZIANA La prevenzione delle cadute richiede per prima cosa l’identificazione dei possibili fattori di rischio, in relazione alle caratteristiche dell’assistito e a quelle dell’ambiente e della struttura che lo ospita, in termini di sicurezza, organizzazione e adeguatezza del processo assistenziale. I fattori di rischio per le cadute si possono distinguere in: - Intrinseci: cioè connessi alle caratteristiche individuali della persona, che comprendono sia i dati anagrafici sia i problemi di salute presentati dalla persona sia la patologia motivo del ricovero, le comorbilità e le terapie farmacologiche. - Estrinseci: rappresentati da quelli esterni, indipendenti dalle caratteristiche proprie delle persone e relativi agli aspetti organizzativi, alle caratteristiche ambientali ed ergonomiche della struttura, e dei presidi sanitari impiegati. LE CAUSE DI CADUTA: - Fattori intrinseci: Età superiori a 65 anni, Storia di precedenti cadute, - Deterioramento dello stato mentale, - Deficit cognitivo, Deterioramento del sistema scheletrico e neuromuscolare, - Dipendenza funzione nell’esecuzione delle attività di vita quotidiana, Riduzione del visus e dell’udito, - Deformazione o patologie del piede (per es. alluce valgo), Incontinenza o urgenza per l’eliminazione, Paura di cadere, Instabilità Posturale , Sincope. - Patologie che possono: compromettere la stabilità posturale e la deambulazione, causare episodi ipotensivi, aumentare la frequenza minzionale, - Trattamenti farmacologici che: influenzano particolarmente lo stato di vigilanza, l’equilibrio o la pressione arteriosa, - Poli terapia in cui gli assistiti assumono 4 o più farmaci - Assistiti tra i 50 e i 64 anni valutati da un professionista esperto ad alto rischio di caduta a causa di una condizione clinica preesistente. - Fattori estrinseci : Dimensionamento inadeguato delle stanze di degenza e dei bagni, pavimenti e scale scivolosi , percorsi a “ostacoli” per raggiungere il bagno, Illuminazione carente in alcune aree, letti o barelle non regolabili in altezza , bagni privi dei supporti per sollevarsi dal wc o fare la doccia, uso di calzature inadeguate e loro assenza , ausili e arredi ad altezze inappropriate, uso di ausili per la deambulazione, lontananza dei servizi igienici, impiego di ausili per la contenzione. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CADUTE: Il rischio di caduta individuale nella persona anziana si determina in base a un’approfondita valutazione multifattoriale comprensiva di strumenti specifici quali le scale. Tramite la valutazione multidimensionale del rischio , è possibile individuare i soggetti a maggiore rischio caduta e pianificare specifici interventi finalizzati alla prevenzione delle cadute e dei possibili conseguenti danni . All’ analisi dei fattori di rischio - Allertare il medico in caso di peggioramento del quadro clinico - Valutare e modificare il programma di prevenzione delle cadute attuando interventi volti a ridurre i fattori di rischio modificabili, in quanto la persona anziana caduta è da ritenere a rischio cadute. Il rischio caduta della persona anziana è spesso sottovalutato e viene considerato quasi alla stregua di un’evitabile e fastidiosa evenienza legata all’età, ma le cadute sono fonte di gravi traumi e accelerano il declino funzionale della persona anziana. In caso di caduta e di conseguente frattura: - Gli interventi infermieristici possono variare a seconda che il paziente anziano abbia una riduzione aperta /fissazione interna di frattura o un’artroplastica totale dell’anca - Mantenere una postura postoperatoria adatta al trattamento da applicare - Fornire un controllo adeguato del dolore prima di iniziare la fisioterapia e su base continua durante la fase di recupero. - Prevenire le complicanze come conseguenza fisica dell’immobilità: l’alterazione dell’integrità cutanea, stipsi, fecaloma, infezione del tratto urinario, trombosi venosa , polmonite. - Prevenire le complicanze come le infezioni del sito chirurgico e la dislocazione della protesi o del dispositivo di fissaggio interno - Per ridurre il rischio di embolia polmonare: facilitare e controllare l’uso costante delle calze elastiche antirombo come prescritto, la gestione dei farmaci anticoagulanti e il relativo controllo dei valori di laboratorio, effettuare valutazioni globali della circolazione periferica(per esempio , controllare i polsi periferici, l’edema , il rifornimento capillare, il colore, la presenza di dolore nell’arto colpito, la temperatura dell’estremità) - Promuovere il benessere e la sicurezza della persona allettata ad esempio aiutare la persona nelle attività di vita quotidiana, aiutare la persona con misure di igiene, insegnare esercizi da fare a letto se appropriato… - Facilitare il sonno e i cicli di veglia regolari - Promuovere la meccanica corporea: collaborare con il fisioterapista allo sviluppo di un piano per la promozione della meccanica corporea se indicato - Educare il paziente alla prevenzione delle cadute. LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE NELL’ANZINO Introduzione In geriatria si riconosce la “sindrome da disadattamento psicomotorio”, considerata un’alterazione dei sistemi implicati negli automatismi posturali e del cammino che può apparire improvvisamente per effetto di un fattore precipitante, come una caduta, e si delinea come una sindrome post caduta, o, in maniera più subdola , come una restrizione progressiva della attività. Questa sindrome associa una componente motoria , segni neurologici e una componente psicologica, dinnanzi alla persona anziana con questi problemi , oltre a un approccio di tipo clinico per ricercare la causa della malattia, è efficace un approccio di tipo funzionale mirato a valutare, conservare e/ o recuperare le capacità residue, e un approccio sociale teso a valutare gli influssi e le risorse, fisiche, economiche, relazionali e psicologiche dell’ambiente di vita della persona anziana sulla possibile insorgenza della sindrome da disadattamento psicomotorio. LA COMPROMISSIONE DELLA MOBILITA’ NELL’INVECCHIAMENTO L’assenza di movimento è la principale causa di una rapida riduzione del tono muscolare , dell’aumentata fragilità ossea , di un incremento del rischio di incorrere in patologie cardiovascolari, dell’aggravarsi di situazione di dipendenza e perdita di autonomia e dell’insorgenza di stati depressivi. Secondo l’OMS, l’inattività fisica causa annualmente nel mondo 1,9 milioni di morti. L’inattività fisica è uno dei 10 principali fattori di rischio che causa l’ incremento di morte “ evitabili “ nel mondo ed è un fattore chiave per l’insorgenza di malattie croniche come diabete, tumori, L’OMS (2016) definisce l’attività fisica come qualsiasi movimento corporeo prodotto da muscoli scheletrici che richiede dispendio energetico- comprese le attività svolte durante il gioco, il lavoro, le faccende domestiche ecc.. Alcune stime affermano che l’eliminazione del fattore di rischio sedentarietà può portare a una riduzione del 18% di fratture ossee secondarie a osteoporosi, del 33% di ictus e del 15-39% di malattie cardiovascolari. È altrettanto documentato che la sedentarietà aumenta il rischio di obesità, ipertensione arteriose e iperlipidemie oltre a contribuire al peggioramento del tono neurodegenerativo. LE CAUSE DELLA RIDUZIONE DELLA MOBILITA’ DELLA PERSONA ANZIANA Le principali causa che portano dapprima a una riduzione della mobilità e poi gradualmente, all’immobilità della persona anziana si possono distinguere in biologiche, psicologiche e socio-ambientali. Tra le cause biologiche si riconoscono: - Le patologie croniche a carico dell’apparato circolatorio e respiratorio quali lo scompenso cardiaco, le BPCO ecc - Le patologie croniche degenerative a carico dell’apparato locomotore e muscolo- scheletrico, l’artosi , l’ osteoporosi ecc - Condizione di forte riduzione della vista - La presenza di gravi patologie debilitanti, quali ad esempio, un tumore - Le conseguenze di patologie acute fortemente invalidanti quali ictus ecc Anche alcuni fattori psicologici possono portare la persona anziana a diminuire la propria mobilità fino a confinarsi prima in casa e poi tra letto e la poltrona. Tra le cause socio – ambientali ritroviamo: la malnutrizione, la solitudine, mancanza di supporti ecc Conseguenze della riduzione della mobilità sulla persona anziana: riduzione della mobilità per cause biologiche, psicologiche, socio-ambientali graduale indebolimento, perdita delle forze, affaticamento, dolore compromissione degli organi e apparati, maggiore rischio di cadute e fratture, ansia e paura di muoversi CONDEGUENZE DELLA RIDUZIONE DELLA MOBILITA’: APPARATO CIRCOLATORIO Fisiopatologia: Aumento del lavoro e della frequenza cardiaca per sforzi sempre più modesti, stasi circolatoria con maggiore predisposizione a fenomeni tromboembolici, insufficienza cardiaca, scompenso cardiaco Effetti sulla qualità di vita della persona: Affaticamento per minimo sforzo, dispnea, diminuzione della resistenza all’attività fisica CONDEGUENZE DELLA RIDUZIONE DELLA MOBILITA’: APPARATO LOCOMOTORE Fisiopatologia: riduzione del tessuto muscolare(ipotrofia/atrofia) formazione di tessuto fibroso che riduce la mobilità articolare, demineralizzazione ossea, osteoporosi, aumento della fragilità ossea Effetti sulla qualità di vita della persona: insorgenza di contratture, blocchi e dolori articolari, aumentato rischio di fratture patologiche. CONSEGUENZE DELLA RIDUIZIONE DELLA MOBILITA’: APPARATO RESPIRATORIO Fisiopatologia: riduzione dei volumi e capacità respiratoria, diminuzione della capacità di eliminare le secrezioni, aumento della stasi polmonare, aumento di contrarre infezioni respiratorie , diminuzione della saturazione dell’emoglobina Effetti sulla qualità di vita della persona: Comparsa di dispnea da sforzo per attività sempre più modeste, comparsa di senso di affaticamento durante l’attività fisica, maggiore predisposizione alle infezioni respiratorie CONSEGUENZE DELLA RIDUZIONE DELLA MOBILITA’: ALTERAZIONE DEL METABOLISMO Fisiopatologia: negativizzazione del bilancio azotato Effetti sulla qualità di vita della persona: aumentata debolezza e affaticamento della persona anziana, riduzione della capacità di svolgere attività che richiedono un impegno intellettivo, diminuzione delle difese immunitarie CONSEGUENZE DELLA RIDUZIONE ELLA MOBILITA’: ELIMINAZIONE Fisiopatologia: rallentamento dei processi digestivi, stipsi, stati urinaria, aumento del rischio di infezioni delle vie urinarie Effetti sulla qualità di vita della persona: senso di malessere generale, dolori addominali, incontinenza urinaria e fecale CONSEGUENZE DELLA RIDUZINE DELLA MOBILITA’: SISTEMA TEGUMENTARIO Fisiopatologia: la cute diventa meno elastica e disidratata, aumenta la pressione esercitata dalla postura Effetti sulla qualità di vita della persona: maggiore predisposizione alle lesioni da pressione, dolore CONSEGUENZE DELLA MOBILITA’: ALIMENTAZIONE Fisiopatologia: si possono instaurare deficit nutrizionali, inappetenza, anoressia, disidratazione Effetti sulla qualità di vita della persona: aumento della debolezza, diminuzione della resistenza agli sforzi fisici CONSEGUENZA DELLA RIDUZIONE DELLA MOBILITA’: RELAZIONI Fisiopatologia: alterazione della percezione di se, diminuzione dell’autostima, comparsa di alterazioni cognitive e della percezione, depressione, isolamento sociale. Effetti sulla qualità di vita della persona: diviene sempre meno capace e affidabile in ADL e IADL, tende a evitare qualsiasi relazione con il prossimo, abbandona gli interessi fin qui coltivati CONSEGUENZE DELLA RIDUZIONE DELLA MOBILITA’: ALTERAZIONI DEL SONNO Fisiopatologia: insonnia, alterazione ritmo sonno-veglia PREVENIRE LA STIPSI E VALUTARE LA FUNZIONE URINARIA Stipsi causata da ridotta o nulla mobilità nell’anziano allettato da ridotto apporto di alimenti\bevande tempi di transito più lunghi. Formazione di fecalomi, stasi fecale e modificazione della flora batterica portano a meteorismo e incontinenza fecale. Interventi: - Registrare alvo - Rispettare i tempi e le abitudini della persona - Accompagnarlo tutti i giorni, ad orari fissi - Curare alimentazione e idratazione - Valutare per utilizzo di lassativi e microclismi Funzione urinaria: - Incontinenza dovuta alla prolungata posizione supina che non permette un controllo degli sfinteri urinari - Osservazione delle urine, caratteristiche e quantità - Comparsa di disturbi durante la minzione - Valutare per utilizzo di presidi MANTENERE L’ANZIANO VIGILE E COSCIENTE - Compromissione della percezione della realtà da parte dell’anziano - Si manifesta con agitazione psicomotoria o di assoluta passività - Per prevenire il DELIRIUM si interviene sia con la ridefinizione dell’assetto terapeutico, sia con metodi assistenziali: - Mantenere una corretta idratazione - Interventi sull’ambiente di vita (illuminazione, rumorosità, temperatura) PREVENZIONE LDP Definizione: Area localizzata di danno alla cute e dei tessuti sottocutanei che si sviluppa quando i tessuti molli vengono compressi tra una sporgenza ossea e una superficie dura per un periodo di tempo prolungato. SI PUO’ AVERE DANNO TISSUTALE PERMANENTE IN MENO DI DUE ORE! GESTIONE DEL DOLORE - Condividere con il medico la somm.ne di analgesici - Spiegare al paziente il nostro operato - Posizionare comodamente il paziente durante la medicazione - Coinvolgere il paziente, offrirgli delle pause - Ricordare che il nostro agire può provocare dolore SCALE VALUTAZIONE DEL DOLORE: - VAS (SCALA VISIVA ANALOGICA) Una linea di 10 cm. con 2 punti di inizio e fine contrassegnati da “assenza di dolore” e “dolore peggiore mai provato”, il paziente deve mettere un punto nel livello di intensità che prova. Semplice e breve. - NRS (SCALA DI INTENSITA’ NUMERICA) Serie di numeri da 0 a 10 o da 0 a 100 il cui punto d’inizio e di fine rappresentano gli estremi del dolore. Il paziente sceglie un numero. Semplice ed affidabile. - VRS (SCALA VERBALE DESCRITTIVA) Serie di descrittori dal più debole al più intenso, il paziente sceglie il descrittore che più lo rappresenta, l’ordinamento casuale impedisce una scelta preferenziale dovuta alla posizione (nessun dolore, dolore moderato, dolore intenso, dolore molto intenso, dolore lieve) SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE EDUCAZIONE: Condividere con la persona gli obiettivi dell’assistenza per avere una partecipazione attiva. Insegnare anziano ad essere sempre attivo, utilizzando se previsti i giusti ausili per ogni spostamento. Prevenzione delle principali complicanze: - Prevenire la perdita del tessuto muscolare con esercizi fisici passivi - Prevenire le complicanze dell’allettamento prolungato - Prevenire le cadute - Prevenire l’isolamento e la solitudine L’EQUIPE MULTIPROFESSIONALE E GLI STRUMENTI DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALI Il lavoro di equipe è uno strumento per facilitare l’integrazione di competenze, sostenere processi di condivisioni delle decisioni. La necessità di costruire contesti collaborativi nasce dalla complessità dei bisogni espressi dalla persona assistita. L’equipe multiprofessionale si trova a svolgere le sue funzioni in diversi contesti operativi e territoriali. Il lavoro di equipe significa che la cura viene effettuata da un gruppo “integrato” cioè da persone che lavorano in modo armonico tra loro. Esso richiede flessibilità e capacità di apertura al confronto con altri. Il Lavoro di equipe permette di garantire un ‘assistenza personalizzata realmente rispondente ai bisogni dell’assistito. Quindi lavorare in equipe significa: “Camminare accanto all’altro non è camminare con l’altro. L’incontro tra operatori che svolgono la loro dedizione verso le stesse persone, negli stessi spazi, va orientato a una comunicazione e una comprensione che non sia puro scambio formale di informazioni, ma compartecipazione dei vissuti e valorizzazione delle competenze di ciascuno”. LE FIGURE PROFESSIONALI DELL’EQUIPE - L’infermiere: è il professionista sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica generale, preventiva curativa, riabilitativa, di natura tecnica, relazionale e educativa. Identifica i bisogni di assistenza infermieristica, formula gli obiettivi assistenziali, pianifica le attività, pianifica, gestisce e valuta l’intervento. - Fisioterapista - Educatore professionale - Assistenze sociale - Medico di medicina generale - Medico specialista in geriatria - Operatore sociosanitario. VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DELLA PERSONA ANZIANA La valutazione multidimensionale della persona anziana (VMD) è un processo multidisciplinare e dinamico teso a identificare e descrivere la natura e l’entità dei problemi di salute fisica psichica e funzionale di una persona non autosufficiente e a definire le sue risorse e potenzialità. La VMD è un approccio diagnostico globale verso un assistito complesso, la persona anziana, finalizzata a una personalizzazione dell’intervento che richiede una compartecipazione attiva di una serie di professionisti (equipe multiprofessionale). Si avvale di strumenti di rilevazione e classificazione(scale) validi, e consente di costruire un piano di assistenza sociosanitario integrato e centrato sulla persona. La VMD è una pratica definita nel 1987 dal National Institute of Health: “…. Una valutazione nella quale i numerosi problemi della persona anziana vengono riconosciuti, descritti e spiegati. Inoltre, vengono inquadrate le risorse assistenziali e le potenzialità residue, viene definito il bisogno di servizi e messo a punto un piano coordinato di cura specifico e orientato dei problemi…” In concreto rappresenta un approccio interdisciplinare e multiprofessionale che prende in considerazione lo stato funzionale della persona, il suo stato di salute fisica e psichica, la sfera sociale e l’ambiente in cui vive, e le risorse e gli aiuti di cui può disporre, sia informali sia formali, e da questa analisi fa discendere una concreta pianificazione dell’assistenza a breve, medio e lungo termine. La VMD è effettuata da equipe multidisciplinari che, quasi in tutto il Paese, con diverse denominazioni, sono rappresentate dalle unità di valutazione Geriatrica (UVG) o Unità di Valutazione multidimensionale (UVM). UNITA’ DI VALUTAZIONE GERIATRICA (UVG) E MULTIDIMENSIONALE (UVM) Le Unità di Valutazione Geriatrica e Multidimensionale sono composte “da un’equipe professionale con competenze multidisciplinari in grado di leggere le esigenze di assistiti con bisogni sanitari e sociali complessi, con il compito di rilevare e classificare le condizioni del bisogno, per poter disegnare il percorso assistenziale ideale di trattamento dell’utente, da attuarsi con il consenso della persona interessata e della sua famiglia. In sostanza, l’UVG/UVM ha il compito di filtrare la domanda e quindi di identificare per ciascun soggetto la soluzione assistenziale più adatta tra quelle disponibili, o di indicare altri percorsi disponibili. Tra i professionisti che compongono queste equipe, la presenza di un infermiere, un ‘assistenza sociale e un medico è in genere fissa, integrata poi, in funzione alle criticità della persona da esaminare, da altri professionisti della riabilitazione piuttosto che della medicina specialistica. FUNZIONI DELLE UVG/UVM - Effettuare la valutazione Multidimensionale attraverso l’impiego di strumenti specifici. - Elaborare i piani assistenziali individualizzati o i progetti assistenziali relativi ai soggetti da ammettere a un percorso assistenziale. - Stabilire l’accesso ad almeno alcune delle prestazioni domiciliari, semiresidenziali o residenziali , e agli assegni di cura. - Promuovere l’integrazione tra servizi sociali e quelli sanitari - Individuare il case Manager. Con la VMD si sta affermando la figura del case manager Il case Manager è il professionista che coordina il percorso e il processo di pianificazione e attuazione dell’assistenza sociosanitaria di persone con molteplici bisogni di diversa natura, sociale, sanitaria o Punteggio medio negli uomini tra i 65-79 anni = 26,21 Punteggio medio nelle donne tra i 65-79 anni = 25,16 Punteggio medio negli uomini oltre gli 80 anni = 23,29 Punteggio medio nelle donne oltre gli 80 anni = 17,20 - GDS – Geriatric Depression Scale : utilizzata per individuare e discriminare i sintomi depressivi eventualmente presenti nella popolazione anziana. Assegnare: 1 punto per aver risposto NO alle domande 1,5,7,11,13; 1 punto per aver risposto SI alle altre domane. Risultato:………./15 Profilo risultante: NORMALE: se risultato = 3 +/- 2 LIEVEMENTE DEPRESSO: se risultato = 7 +/- 3 MOLTO DEPRESSO: se risultato =12 +/- 2 - Indice di comorbidità CIRCS: la scala valuta la presenza di patologie a carico dei vari sistemi, respiratorio... Regole generali per la valutazione della gravità: 0 – Il sistema non è interessato da alcuna patologia, o problemi medici precedenti senza rilevanza clinica. 1 – Problema attuale lieve o problema precedente rilevante. 2 – Disabilità o morbilità moderata e/o necessità di terapia di prima linea. 3 – Patologia grave e/o disabilità costante e rilevante e/o problemi cronici difficili da controllare (regime terapeutico complesso). 4 – Patologia molto grave e/o necessità di trattamento urgente e/o insufficienza di un organo e/o disabilità funzionale grave. - Metodo RUG (resource utilization groups): esso consente la classificazione e la valutazione del carico assistenziale delle persone anziane non autosufficienti assistite presso le strutture sanitarie e sociosanitarie. - Metodo SOSIA (scheda di osservazione intermedia assistenza): nasce per rappresentare sinteticamente il fascicolo sanitario e sociale degli ospiti in Residenza Sanitaria Assistenziale. Questo metodo, oltre a classificare il livello di fragilità degli utenti, è utilizzato anche con funzione di verifica e controllo. - Metodo SVaMA (Valutazione multidimensionale dell’adulto e della persona anziana): esso analizza tutti gli aspetti della vita della persona anziana che s’intende esaminare (salute, autosufficienza , rapporti sociali, situazione economica) - Scheda BINA (breve Indice di Non Autosufficienza) La scala Bina analizza 10 Item: medicazioni, necessità di prestazioni sanitarie, controllo sfinterico, disturbi comportamentali, comunicazioni, deficit sensoriali, mobilità, attività della vita quotidiana, stato della rete sociale, fattori abitativi e ambientali. Ciascuno degli item considerati comprende quattro profili cui attribuire un punteggio compreso tra 10 e 100 in funzione alla gravità delle disabilità rilevate. La scala BINA, utilizzata in Emilia Romagna, ha dimostrato di essere particolarmente adatta alla popolazione anziana , poiché mette in relazione le disabilità, il sistema di relazione della persona assistita e le possibilità della stessa di ricevere aiuti dalla famiglia e/o dalla cosiddetta rete informale, ed evidenzia alcune necessità di tipo sanitario non presenti in altre scale. RUOLO DEI PROFESSIONISTI NELLA VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DELLA PERSONA ANZIANA Le fasi della valutazione multidimensionale della persona anziana possono essere schematicamente riassunte come segue: - Identificazione e rilevazione dei bisogni e dei problemi della persona anziana - Definizione e motorizzazione delle sue capacità funzionale - Definizione dei suoi bisogni di assistenza - Definizione di un piano di cure percorribile, personalizzato e dinamico. La valutazione multidimensionale non può che essere eseguita da un’equipe multiprofessionale che di base si compone di tre profili professionali: il geriatra, l’infermiere e l’assistente sociale, e che, all’ occorrenza, si estende ad altre professionalità quale quella del fisioterapista. Il medico geriatra svolge la funzione di coordinamento e sintesi della valutazione. Al geriatra compete specificatamente la valutazione clinica della persona anziana, del suo stato di salute presente e passato, la diagnosi di disabilità sia fisiche sia psichiche, l’elaborazione del piano di assistenza individualizzato ( PAI) ecc. ESSUDATO È una miscela di liquidi plasmatici ricca di proteine, leucociti e materiale devitalizzato, fuoriuscita dai vasi per l’aumento della permeabilità capillare; l’essudato non è in sé negativo perché ha il compito di trasportare i mediatori chimici della flogosi nella sede del danno. Nelle ferite croniche però, la composizione dell’essudato cambia e, a differenza di quello delle acute, è tale da rallentare e bloccare la proliferazione di cellule chiave per il processo di riparazione tessutale. L’eccessivo aumento della produzione di liquido all’interno della lesione, essudato (di origine infiammatoria) ma anche di Trasudato (da stasi), può causare macerazione: la cute perilesionale si presenta biancastra, con aree di disepitelizzazione, eccessivamente umida e molle. In presenza di macerazione della cute perilesionale andranno considerati il tipo di essudato, la qualità (lieve, medio, abbondante) e le cause di una produzione elevata di liquidi. Anche l’utilizzo di medicazioni non appropriate nell’assorbimento dell’essudato può essere causa di macerazione della cute. L’eccesso di produzione di fluido nel letto della ferita o la non corretta gestione dell’essudato può ritardare la guarigione e danneggiare i tessuti perilesionali, riducendo l’integrità fisica e chimica dello strato corneo della cute, predisponendola alle infezioni, con produzione di odore sgradevole e aumento del dolore. Anche la scarsa produzione di liquidi all’interno della ferita può ritardare i processi di guarigione, dall’esterno verso l’interno della ferita, delle cellule epiteliali deputate alla riparazione cutanea. FIBRINA Proteina filamentosa che si forma nel processo di coagulazione del sangue, per azione della trombina sul fibrinogeno. È una proteina fibrillare che è polimerizzata per formare una “maglia”, insieme con le piastrine, sopra il fondo delle ferite. Non va confuso con il tessuto necrotico colliquato o slough (tessuto necrotico). FLITTENE È un rilievo della cute di contenuto liquido di grandezza, nell’asse maggiore, superiore a 0.5 cm. Il contenuto può essere sieroso-limpido, siero-ematico o siero-purulento. IDRATAZIONE DELLA CUTE Si definisce idratazione della cute il contenuto di acqua dei tessuti cutanei, che è importante mantenere ad un giusto livello, mediante una corretta alimentazione e un giusto apporto di liquidi e con l’eventuale ausilio di sostanze cosmetiche applicate estremamente, per prevenire l’invecchiamento precoce ed altri disturbi della pelle che la rendono più vulnerabile. INFEZIONE Tutte le ferite contengono microrganismi. La ferita è CONTAMINATA quando i batteri non aumentano di numero, né causano problemi clinici, o COLONIZZATA, quando i batteri si moltiplicano, ma i tessuti della lesione non sono danneggiati. C’è INFEZIONE invece, quando all’interno della lesione, i batteri si moltiplicano (105 – 106 per grammo). In questo caso la guarigione è compromessa e i tessuti della lesione vengono danneggiati (infezione locale). I batteri possono provocare problemi nelle zone adiacenti (propagazione dell’infezione) oppure causare malattie sistemiche (infezione sistemica). L’infezione si manifesta attraverso segni locali quali: - Cambiamento di colore del letto della ferita - Eritema che si estende per oltre 1-2 cm oltre il margine della lesione - Edema perilesionale e dei tessuti molli - Calore cutaneo - Peggioramento del dolore - Aumento della quantità di essudato (sieroso o purulento) - Odore sgradevole - Tessuto di granulazione friabile rosso brillante - Comparsa di fistole - Crepitazione E segni sistemici quali: - Febbre - Tachicardia ecc… INFEZIONE MICOTICA È quasi sempre da Candida Albicans, un fungo che vive normalmente nell’intestino, nel cavo orale e nella vagina. In particolari circostanze (uso di antibiotici e cortisonici, umidità, macerazione cutanea, malattie debilitanti, diabete mellito ecc…) la sovracrescita assume significato patologico, provocando un’ affezione che può colpire la vagina (vulvo-vaginite), il cavo orale (mughetto), le unghie o la pelle, specie nelle pieghe cutanee. Nella zona perineale e sacrale, l’aspetto classico è rappresentato dalle chiazze satelliti alla lesione principale, dette “a cielo stellato”. Nei pazienti immunodepressi può avvenire una diffusione ematica con complicanze potenzialmente molto gravi. INFIAMMAZIONE (o flogosi) è una risposta fisiologica, un meccanismo di difesa non specifico che l’organismo mette in atto per eliminare la causa di un danno cellulare o tissutale; serve quindi a distruggere, diluire e bloccare l’agente lesivo, e allo stesso tempo, mette in moto una serie di meccanismi che favoriscono la riparazione tissutale. IPERCOAGULAZIONE Consiste nell’esubero del tessuto di granulazione che si sviluppa oltre la misura, oltrepassando in altezza la cute perilesionale. Questo può inibire la migrazione delle cellule epiteliali rallentando il processo di guarigione. MEDICAZIONE PRIMARIA È quella che entra a contatto diretto con la superficie della lesione MEDICAZIONE SECONDARIA È quella che fissa la medicazione primaria alla cute e, spesso, contribuisce alla gestione di un essudato abbondante. TESSUTO NECROTICO Per necrosi si intende la morte del tessuto organico, determinata da fattori ischemici circolatori. Può avere una consistenza che varia dal cuoio (necrosi secca o escara nera) al secco umido fino al molle (tessuto colliquato o slough, di colore giallo/grigiastro). Il tessuto necrotico (e/o devitalizzato) ostacola la guarigione, prolunga la fase infiammatoria, ostacola meccanicamente il processo di riepitelizzazione ed è focolaio di infezione. Inoltre, impedisce la valutazione delle dimensioni, della profondità della lesione e delle strutture interessate al processo ulcerativo. Viene definito anche tessuto non attivo per differenziarlo da quello detto tessuto attivo o granuleggiante presente nel caso in cui la ferita sia in fase di riempimento ed avviata verso la guarigione. TIME Acronimo che guida nella valutazione della ferita. Da questa valutazione scaturiscono azioni, procedurali e gestionali coerenti, che devono portare alla guarigione la lesione in un tempo ragionevole. Il TIME prende in esame i seguenti parametri: - TESSUTO: deve essere presa in esame la presenza sia di tessuto non attivo (di vario tipo) che di tessuto attivo. La scelta della medicazione deve favorire la rimozione del tessuto necrotico o non attivo e proteggere il tessuto attivo o granuleggiante - INFEZIONE - MACERAZIONE O SECCHEZZA: squilibrio dei fluidi - EPIDERMIDE PERILESIONALE Breve doscrizione secondo Il TIME T: tessuto sottocutaneo con infiltrato ema- tico; cute xerotica; presenza di fibrina sulle lesioni : assonza di sogni di infezione M assenza di segni di macerazione E: CUTE PERILESIONALE: sofferente BORDO :/ i MARGINE: sfumato CLASSIFICAZIONE NPUAP/ EPUAP: stadio 2° Altri parametri descrittivi In questo tipo di lesione potremmo avere: Odore: non maleodorante Dolore: da assente ad intenso Altri parametri da valutare: e' importante va- lutare la presenza di infezione micotica nella zona circostante la cute perilesional Trattamento e Medicazione indicata DETERSIONE - soluzione fisiologica TIEPIDA DEBRIDEMENT — non indicato MEDICAZIONE PRIMARIA - indicata appli- cazione di film di poliuretano 0 placca idro- colloidale MEDICAZIONE SECONDARIA - cerotto mi- croporoso sui bordi della placca di idrocol- loide per impedire il distacco in caso di frizione Permanenza della medicazione in situ 2/8 99. = 4 Breve descrizione secondo ll TIME T: presenza di fibrina e tessuto attivo, presenza di segni di colonizzazione batte- ica M presenza di essudato medio. E: CUTE PERILESIONALE: sofferente con soffusione ematica lieve macerazione BORDO : arrotondato verso l'interno MARGINE: frastagliato ed irregolare CLASSIFICAZIONE NPUAP/ EPUAP: stadio 3' Altri parametri descrittivi In questo tipo di lesione potremmo avere: Odore: probabilmente presente Dolore: da moderato ad intenso Altri parametri da valutare; 0'1 ant lutare la presenza di infezione micotica n zona circostante la cute perilesionale. Trattamento e Me dicazione indicata » DETERSIONE - soluzione fisiologica TIEPIDA DEBRIDEMENT - autolitico. i MEDICAZIONE PRIMARIA - idroge! + medi- cazione cavilaria antbarterica. AZIONE SECONDARIA - schiuma di Bollursiano fesata con pellicola di polurs: Eno scorie ‘o 3, VALUTARE IL PAZIENTE DAL PUNTO DI VISTA NUTRIZIONALE È coRREG- GERE TEMPESTIVAMENTE LE CARI Permanenza della medicazione in situ = 1/2 gg. e Prove doscrizione secondo Il TIME TI presenza di Slugh; fibrina; tossuto attivo |: presenza di segni di infozione M prosenza di vemente macerata. BORDO : arrotondato ri ro tominag,: S‘Tolondato verso l'interno @ sot. MARGINE: frastagliato ed irregolare. SLASSIFICAZIONE NPUAP/ i Grass IAP/ EPUAP: Atri paramotri descrittivi “n questo tipo di lesione potremmo avere: Odore: presente Dolore: da moderato ad intenso (dit parametri da valutare: è importante va- Jutare la presenza di infezione micotica noli zona circostante la cute perilesionale. Trattamento e Medicazione Indicata DETERSIONE - soluzione fisiologica TIEPIDA DESRIDEMENT - autolitico, MEDICAZIONE PRIMARIA - idrogel + medi- cazione cavitaria antibatterica. MEDICAZIONE SECONDARIA - schiuma di poliuretano fissata con pellicola di poliure: tano a cornice Yalutare con l'esperto l'opportunità di appii- care una Terapia a Pressione Negativa NB - VALUTARE IL PAZIENTE DAL PUNTO DI VISTA NUTRIZIONALE E CORREG. GERE TEMPESTIVAMENTE LE CARENZE Permanenza della medicazione în situ 2/3 gg. 0 a saturazione > Ò Breve descrizione secondo il TIME T: presenza di tessuto necrotico secco l: assenza di segni di infezione M: assenza di segni di macerazione E: CUTE PERILESIONALE: sofferente BORDO :/ MARGINE: sofferente: ben delimitato CLASSIFICAZIONE NPUAP/ EPUAP. non stadiabile Atri parametri descrittivi in questo ti si rtante va. di infezione mmicotico Nella zona circostante la GUIS perllesionale Trattamento e Medicazione indicata DETERSIONE - soluzione Rec TIEPIDA DEBRIDEMENT - come prima Scelta, se le condizioni generali del paziente lo permettono, debridement chirurgico. MEDICAZIONE PRIMARIA - prima del di bridment Indicata applicazione di film di po- liuretano; dopo il debridment indicata applicazione di zaffo di alginato MEDICAZIONE SECONDARIA - applica di schiuma di poliuretano NB - VALUTARE IL PAZIENTE DAL PUNTO DI VISTA NUTRIZIONALE E CORREG- GERE TEMPESTIVAMENTE LE CARENZE medicazione in situ Permanenza del 1/2 go. fat, di ioeputo, necrolico già in parto ‘a doma fina SsImità delia Guia nemesi halo. Si pin iaia put parli ANI di probabile colonizza- I: prosenza di Zione battorian® N presenza di ossudato scarso In assonza segni di macorazior E: CUTE PERILESIONALE: sofforonto BORDO : in parte degradanto MARGINE: Foazione Inflammatoria dei tossuti adiacenti SLASSIFICAZIONE NPUAP/ EPUAP: non stadiabile filtri parametri descrittivi fn questo ipo di issieni Idiremmo avere: Dolore: da moderato ad intenso fili parametri da valutare: e' importante va tare la presenza di infezione ‘nicola Nella Pro perilesionale. Trattamento e Medicazione indicata DETERSIONE - soluzione fabioaica aria DEBRIDEMENT — indicato, com scelta. debridement enzimatico o. atiditico. Successivamente, se necessario, debride: ment chirui MEDICAZIONE PRIMARIA - applicazione collagenasi o idrogeli; MEDICAZIONE SECONDARIA - applica- zione di film o schiuma di poliuretano NB: VALUTARE IL PAZIENTE DAL PUNTO BI VISTA NUTRIZIONALE È CORREG GERE TEMPESTIVAMENTE LE CARENZE Permanenza della medicazione in situ in caso di debridement onzimatlco cambiare ne in caso di da Lori mont ca 'aitolitico cambiare la medicazione ogni iene se tocchi il piano del letto sab Breve descrizione secondo il TIME T: presenza di escara nera secca, l: non presenza di segni di infezione M assenza di essudato È CUTE PERILESIONALE: xerotica BORDO I MARGINE: secco CLASSIFICAZIONE NPUAP/ EPUAP: ‘non stadiabile Altri parametri descrittivi n questo tipo di lesione potremmo avere: ODORE - assenza di odore ‘sgradevole DOLORE — assenza dolore Trattamento e Medicazione indicata DETERSIONE = soluzione fisiologica TIEPIDA DEBRIDEMENT - È ASSOLUTAMENTE CONTROINDICATO | MEDICAZIONE PRIMARIA — ‘garze imbevute di lodiopovidone MEDICAZIONE SECONDARIA — garze e ce- rotto. In presenza di cute perilesionale fragile è possibile fissare la medicazione mediante bendaggio. Mantenere idratata la cute di tutto il piede e posture li pazione anandia edo © chi il piano del letto. In caso la lesione presenti segni di infezione valutare INSIEME ALL'ESPERTO la necessità di eseguire debridement autolitico 0 enzima- tico. Permanenza della medicazione in situ 24 gg.
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