Scarica Sortilegi, nuovo libro di Bianca Pitzorno e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Paura, superstizione, amore. Nostalgia, dolcezza. Storia, superstizione. Parallelismi tra mondo reale e mondo incantato. Tre racconti, scorrevoli, lettura piacevole, non superficiale, preziosa nelle descrizioni, capace di evocare odori, sensazioni, rendendole materiali, stile di scrittura abile e maturo, evidente la cura e la ricerca, lo studio dell’autrice. Luoghi di storia e folklore, Toscana nel seicento, negli anni delle carestia, della peste, delle superstizioni e dell’Inquisizione. Sardegna, terra di tradizioni, ancora oggi appare con un velo di misticismo, porta l’eco di qualcosa che sembra venire da molto lontano, di inafferrabile. Difficile distinguere l’incanto e l’orrore, l’attrazione per il non conosciuto, per il fantastico, il magico. Il primo racconto segue la storia di Caterina e Lorenzo, due bambini rimasti orfani a causa della grave, celebre pestilenza “manzoniana” che colpì l’intera penisola e non solo. Territorio toscano, piccoli borghi di campagna dove la memoria scorre a passo d’uomo e le notizie si fanno rapide e sottili, come la diffusione del morbo. Intere famiglie spazzate via, i campi hanno perso fertilità e non danno più i frutti del lavoro, tutto è traversato da una profonda crisi, la gente ha fame e paura. Tentativo di dare un senso a tutti i mali e le sventure attribuendo a qualcosa o qualcuno le colpe, caccia alle streghe, serve del demonio. Trovare conforto e allo stesso tempo temere e combattere ciò che non si conosce, religione e superstizione. Storia, letteratura, le fiabe e i racconti. E anche la storia, gli eventi e i personaggi realmente esistiti, l’amore per la scoperta e lo studio della natura con Galileo Galilei, l’opposizione e l’eretismo della Santa Inquisizione, i processi alla stregoneria. E’ arrivato il momento di parlarvi dell’ultima lettura che ho terminato prima di tornare dalla Puglia: “Sortilegi” è una raccolta di tre racconti dai toni incantati, frutto però di un importante lavoro di ricerca storiografica. Il racconto più lungo per numero di pagine e forse più significativo è il primo, intitolato “La Strega”. Seguiamo la storia di Caterina e Lorenzo, due bambini rimasti orfani a causa della celebre peste “manzoniana” del Seicento, che spazzò via intere comunità. Credendo di essere rimasta l’unico essere umano sulla faccia della terra, la protagonista, Caterina, rimane da sola a vivere nel suo podere di famiglia e fin dalla primissima infanzia, impara ad affrontare giorno per giorno il dolore dell’abbandono, la fame, il freddo, i pericoli e le difficoltà della solitudine. La vicenda è ambientata in un piccolo borgo delle campagne toscane, dove la crisi diffonde paura e superstizione. Si tenta a tutti i costi di dare un senso ai mali e le sventure, cercando di attribuire a qualcuno le colpe, nella disperata illusione di poter cambiare le cose. Sono gli anni dello studio della natura di Galileo Galilei, dell’opposizione e l’eretismo della Santa Inquisizione e dei processi alle donne di stregoneria. La lettura è piacevole, preziosa nella ricostruzione dei luoghi e dei costumi e nella cura degli elementi linguistici, che ci permettono di immergerci nel fascino di un mondo passato. La cosa che mi ha sicuramente colpita di più di tutto il racconto è stata l’abilità dell’autrice di parlare in maniera semplice, attraverso la metafora fiabesca, del meccanismo terribile con la quale una comunità, in un periodo difficile, arriva a creare passo dopo passo un capro espiatorio che poi nessuno sarà in grado di difendere. Ancora una volta Bianca Pitzorno dimostra di essere un’autrice estremamente capace, raccontando in maniera quanto più vicina e accessibile a tutti di una verità storica e sociale crudele e ancora profondamente attuale. accessibile a tutti, di una verità storica e sociale crudele e ancora profondamente attuale. Bianca Pitzorno, infatti, ci racconta
