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Movimenti macchina e composizione nel cinema: panoramica, travelling, zoom e disposizione, Appunti di Teoria Del Cinema

I movimenti di macchina come elemento caratteristico del cinema, descrivendo la panoramica, il travelling e il zoom. Viene inoltre discusso come le proprietà dei corpi e la disposizione contribuiscono alla costruzione di una composizione efficace. Il testo include esempi di scene famose per le loro composizioni cinematografiche.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 06/01/2020

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giada-simonetti-1 🇮🇹

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Scarica Movimenti macchina e composizione nel cinema: panoramica, travelling, zoom e disposizione e più Appunti in PDF di Teoria Del Cinema solo su Docsity! VIDEO LINGUAGGIO La scelta delle inquadrature, la scelta di cosa giriamo, deve essere fatta in funzione di quello che vogliamo raccontare. Non sempre ciò che vediamo sullo schermo è ripreso in maniera inerte. Molto spesso, anzi, la macchina da presa si muove intorno ai personaggi per mostrarli da punti di vista differenti o per inserirli in maniera particolare nell’ambiente che li circonda. Se un film è una lunga serie di inquadrature (apparentemente) slegate tra loro e connesse attraverso il montaggio, non sono comunque solamente il montaggio e i movimenti degli attori a creare il ritmo del film, ma anche i movimenti di macchina, che permettono di spostare l’attenzione verso ogni direzione e ad ogni possibile velocità per raggiungere l’oggetto d’interesse. Oltre all’effetto drammatico che portano con sé, i movimenti di macchina permettono anche di dare spessore all’ambiente ripreso, che non viene più solo osservato passivamente, ma viene anche approcciato e attraversato. Questa è una caratteristica esclusiva del cinema, perché anche se l’inquadratura esiste anche in fotografia e nei fumetti, e il movimento esiste anche nel teatro, solo nel cinema lo spettatore ha la possibilità di muoversi all’interno dello spazio scenico. MOVIMENTI DI MACCHINA - Panoramica: è il movimento di macchina che si incontra più frequentemente, consiste nella rotazione della macchina da presa lungo uno dei suoi assi orizzontali (pan), verticali (tilt) e più raramente in obliquo. È un movimento di carattere descrittivo, usato per per dare una visione totale dell’ambiente o anche per creare un attimo di tensione prima dell’azione principale. Il punto di vista della panoramica è quasi sempre oggettivo, spesso però viene utilizzata anche come soggettiva per simulare lo sguardo di un personaggio che osserva un paesaggio o una persona dalla testa ai piedi, ma può anche assumere significati più particolari a seconda del contesto in cui viene utilizzata e del modo in cui viene realizzata. Un esempio lo si ha nel finale di “The Conversation” (1974) di Francis Ford Coppola: a prima vista sembra una semplice panoramica ripetuta, assume il suo vero significato dopo diversi secondi e la può comprendere solo chi ha visto tutto il fi lm. Questo finale va a caricare ulteriormente di senso il fi lm, mostrando come la panoramica possa essere anche artistica e narrativa. - Carrellata: è un movimento effettuato montando la macchina da presa su un sostegno a ruote (= carrello) posto su delle rotaie, o su un veicolo, che ne permettono un movimento fluido. È un movimento di carattere conoscitivo, che permette di esplorare lo spazio in tutte le sue variabili. I carrelli possono essere a precedere (= quando anticipato un movimento) a seguire ( = quando mostrano la direzione verso cui il soggetto di dirige), obliqui o circolari (= per enfatizzare un momento preciso o per renderlo inquietante), misti e laterali (= per raffreddare l’inquadratura ovvero rendere lo sguardo dello spettatore oggettivo e distaccato dalla scena. Insieme alla panoramica, la carrellata è uno dei movimenti di macchina più utilizzati. Grazie al carrello la macchina da presa si può spostare e può percorrere itinerari lunghi anche semplicemente allontanandosi o avvicinandosi di qualche metro al personaggio. Un esempio lo si ha in “Orizzonti di gloria” (1957) di Stanley Kubrick, che per spostarsi lungo una trincea ha usato dei movimenti in carrellata per precedere il personaggio, alternandoli con il movimento in soggettiva. - Travelling: è simile al carrello, ma indica movimenti decisamente più complessi che uniscono panoramiche e carrelli. Talvolta necessitano l’uso di macchine specifiche come il dolly (veicolo a ruote su cui è posizionata la macchina da presa) o la gru (braccio mobile ed estendibile collocato su una piattaforma, alla cima del quale è posizionata la macchina). Tuttavia questi movimenti sono abbastanza rari ma aumentano l’ampiezza del movimento e la spettacolarizzazione della scena. - Zoom: non si tratta di un vero e proprio movimento di macchina ma di un processo ottico che ottiene quasi lo stesso effetto di una carrellata in avanti o indietro. Lo si può anche definite “carrellata ottica”, si tratta quindi di un ingrandimento o rimpicciolimento dell’immagine ottenuto cambiando la lunghezza focale dell’obiettivo. Un esempio lo si ha nel fi lm “C’era una volta il West” (1968) di Sergio Leone, in cui la scena del duello è costruita attorno all’uso dello zoom (sia in avanti che indietro). - Effetto Vertigo (dolly zoom): è l’unione di due diversi movimenti di macchina, vengono eseguiti contemporaneamente una carrellata in un senso e uno zoom in un altro (se si è in grado di distinguere la carrellata dalla zoomata, si può capire in quale direzione sono stati fatti i 2 movimenti). Questo movimento prende il nome dal fi lm che per cui è stato inventato: “Vertigo, la donna che visse due volte” (1959) di Alfred Hitchcock. Steadycam: inventata nella prima metà degli anni 70, consiste in un’imbracatura munita di ammortizzatori, giroscopi e contrappesi che permettono all’operatore di camminare eliminando quasi totalmente i sobbalzi e di spostare la macchina da presa con movimenti fluidi e continui. Il risultato è l’unione di un’inquadratura fissa con il movimento di un carrello, mantenendo però un’unicità di risultato che rende la steadycam particolarmente riconoscibile. In Italia è stata utilizzata soprattutto negli spettacoli televisivi, visto che permette all’operatore di muoversi facilmente tra gli ospiti. Nel cinema invece viene spesso ??? Mezzi di trasporto: spesso capita anche di vedere dei movimenti di macchina ottenuti fissando la macchina dal presa ad automobili, aerei, elicotteri, droni etc. Macchina a mano o a spalla: il movimento di macchina è garantito senza né fluidità né stabilità, creato dai movimenti stessi dell’operatore che impugna la macchina da presa. Il risultato può essere sia oggettivo che soggettivo, lo si può utilizzare per nascondere informazioni allo spettatore, trasmettere ansia o per rendere concitata una sequenza al fine di non permettere a chi vede di comprendere pienamente l’accaduto. COMPOSIZIONE La composizione è la consapevole disposizione degli elementi artistici relativi alla forma d’arte che stiamo esercitando (noi esercitiamo con il cinema). Non solo occorre sapere dove comporre (dove mettere la faccia di uno su un primo piano) ma anche perché la mettiamo in un punto piuttosto che un altro. Bisogna conoscere il soggetto che si riprende per decidere come riprenderlo. Questo è il lavoro del regista e del direttore della fotografia: la scelta di un’inquadratura, il piano o il campo, la scelta dell’illuminazione e della composizione. La composizione è una cosa naturale, con la quale abbiamo avuto a che fare tutti perché tutti nella vita hanno scattato almeno una fotografia. La composizione in ambito cinematografico costituisce l’insieme degli accorgimenti che consentono di guidare lo sguardo del pubblico verso alcuni elementi visivi dell’immagine. Gli elementi con cui si costruisce qualsiasi composizione sono: i corpi (tutto ciò che si distingue dallo sfondo), lo sfondo (l’insieme degli elementi non distinguibili), il vuoto (la parte dell’immagine omogenea e priva di elementi) e la cornice (i limiti del quadro).
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