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Spedale degli Innocenti, Appunti di Architettura

vabeh raga che ve lo dico a fare mi servono i punti

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 01/01/2023

pasquale-sisinno
pasquale-sisinno 🇮🇹

3

(1)

6 documenti

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Scarica Spedale degli Innocenti e più Appunti in PDF di Architettura solo su Docsity! -LO SPEDALE DEGLI INNOCENTI. Si tratta di un complesso edilizio imponente affacciato sulla piazza della Santissima Annunziata destinato al ricovero per orfani, in cui l’organizzazione degli spazi interni suggerisce il contributo di una mente che doveva costruire qualcosa di funzionale, efficace, con una logia piuttosto moderna. Possiamo vedere ancora il contributo iniziale di Brunelleschi nel portico in facciata, che pensa in chiave sia di introduzione dell’ospedale sia come spazio urbano volto a qualificare una piazza rettangolare un po’ all’antica come un foro romano (= prendere spunto da qualcosa di antico per tradurlo in temi contemporanei). Possiamo notare all’inizio come ipotesi da verificare la possibilità da parte di Brunelleschi di creare un’architettura prospettica, in cui ogni elemento viene calcolato e pensato in virtù di una visuale precisa dell’osservatore per comunicare di sé l’essere un organismo razionale (ogni elemento calcolato secondo criteri scientifici ed è chiaramente comprensibile nella sua logica da chi lo osserva). Si tratta di un edificio a due piani, in cui il piano terra nella sua parte fondamentale è sollevato da terra da nove gradini; questi gradini sostengono uno spazio porticato (coperto ma aperto) scandito da una sequenza di nove campate (volume architettonico inquadrato nei suoi angoli da sostegni e da un sistema di copertura che lo fa sembrare distinto) *ad ogni campata corrisponde un arco a tutto sesto (archi semicircolari) impostati su colonne di ordine corinzio dotate di base. - Questo sistema di nove campante scandite da un ordine architettonico è inquadrato da un ordine che segue il sistema trilitico. Sopra i piedritti corre una trabeazione continua (caratterizzata dai tre elementi tipici della trabeazione, dal basso verso l’alto architrave, fregio e cornice). Probabilmente quello attuale è un progetto differente da quello iniziale di Brunelleschi, che non prevedeva all’esterno della gradinata ci fossero ulteriori arcate semicircolari sostenute da altre colonne che aprivano dei passaggi monumentali ma probabilmente, al di là delle campate rialzata da gradini, dovevano esserci due ali laterali che chiudevano l’edificio. Questo è un sistema che apparentemente non ha nulla di innovativo; infatti, durante la storia dell’architettura (specie in epoca medievale) non è la prima volta che si vede una facciata (esterna o interna) caratterizzata da porticati con sequenza di archi a tutto sesto su colonne. La differenza sta nella sistematicità, nel calcolo rigoroso delle proporzioni di tutti gli elementi architettonici di questo sistema, facendolo sembrare perfetto, con ogni singolo elemento messo al posto giusto. Quest’idea è data dalla scelta di Brunelleschi di evidenziare cromaticamente le parti che geometricamente organizzano la facciata: le colonne, la ghiera (cornice dell’arco osservata nel suo spessore), tutta la parasta e in maniera alternata l’architrave e la cornice della trabeazione. Questo è la soluzione con cui Brunelleschi mette in risalto le “membrature architettoniche” (le parti del corpo architettonico), che lette in sequenza ci restituiscono una geometria piuttosto rigorosa. La geometria fondamentale dell’edificio è pensata nei rapporti proporzionali: costruisce tutta la facciata secondo una logica modulare => individua un’unità di misura che deve essere il filo conduttore attraverso cui sviluppa e organizza in maniera organica l’edificio. L’unità di misura di partenza è l’intercolunnio (spazio vuoto che separa una colonna dall’altra), definito in 10 braccia fiorentine (1 braccio = poco più di mezzo metro). Questo modulo corrisponde anche all’altezza della colonna: ne deriva quindi un perfetto quadrato. *lo spazio dei piedritti crea un quadrato. Anche la distanza tra la colonna e la parte di fondo corrisponde a dieci braccia fiorentine: ne deriva che la campata è un cubo sormontato da una semisfera. Volta a vela= cupola a base circolare ritagliata sui quattro lati per essere adattata ai sostegni delle colonne messe agli angoli di un quadrato. Essendo di numero dispari, riusciamo a cogliere una simmetria nella facciata: tra le campate identifichiamo una campata centrale che corrisponde all’ingresso centrale all’edificio, sottolineato ulteriormente da porte secondarie ricavate alla seconda e penultima campate che prospetticamente sottolineano il centro. Questa logica proporzionale non viene usata solo per il porticato ma in tutto il progetto: egli fa coincidere la trabeazione di quell’ordine trilitico sorretto da paraste, con il parapetto del piano superiore: fa integrare la trabeazione non solo al primo piano ma anche al secondo (crea una compenetrazione dei due piani). Anche le finestre che fruiscono illuminazione sono collocate con attenzione geometrica rispetto al piano inferiore (sull’asse centrale degli archi), sono rettangolari sormontate da una cornice triangolare (timpano). La preoccupazione di Brunelleschi è di far percepire questa facciata come un meccanismo organico: il piano superiore e quello inferiore devono risultare integrarti, che non abbiano vita autonoma. A tale scopo fa dialogare in maniera stringente l’ordine delle paraste che reggono la trabeazione con l’ordine ad arco su colonna; sviluppa un ordine
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