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spiritualismo e bergson, Appunti di Filosofia

coscienza, tempo e durata, slancio vitale

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 12/06/2019

davide_stratta
davide_stratta 🇮🇹

4.6

(9)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica spiritualismo e bergson e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Spiritualismo È la prima reazione al posi�vismo, composta da interessi religiosi e morali U�lizza un elemento completamente inusuale per i posi�vis�: la coscienza A�eggiamento cri�co nei confron� delle scienze matema�che e si concentra solamente sulla psicologia (strumento per lo studio dell’uomo e della realtà) Coscienza come fonte di ogni verità: Nella coscienza si risolve tu�a la vita spirituale dell’uomo Ogni giudizio sul mondo esterno si basa sulla coscienza Lo spiritualismo ha radici an�che: Plo�no, Cartesio, roman�cismo, empirismo. Viene ripreso l’a�eggiamento mediante il quale l’uomo assume come ogge�o di indagine la sua stessa interiorità. In polemica con la scienza, individuano il compito proprio e specifico della filosofia: descrizione e spiegazione delle a�vità della coscienza Coscienza: esperienza interna, riflessione, esigenze del cuore e del sen�mento, ideali morali o religiosi tradizionali (libertà, trascendenza dei valori, manifestazione del divino) Polemica contro: materialismo, sensismo, illuminismo, razionalismo Ritorno alla tradizione: campo poli�co, dove si esaltano i rappor� di fedeltà, la sacralità del potere, le gerarchie sociali, la subordinazione del trono all’altare ecc.; campo culturale, dove da un lato si svalutano le capacità dell’intelle�o umano per esaltare la fede e dall’altro si me�e in guardia contro il progresso che altera il rapporto organico dell’uomo con il suo passato; campo religioso perché la ripresa della riflessione sull’interiorità avrebbe fa�o emergere quei contenu� della coscienza che ne rivelerebbero l’in�mo legame con Dio. • Spiritualismo: • primo momento si insiste maggiormente sull’originalità della coscienza, che intende l’io come principio a�vo che illumina la realtà invece di esserne passivamente condizionato • secondo momento si tende a me�ere in evidenza e a cri�care i presuppos� metafisici laten� della scienza, con il fine di cogliere l’esperienza nel suo reale spessore qualita�vo, che si rivela solo nell’interiorità della coscienza. • Comunque in entrambi i momen�, il proposito dello spiritualismo è quello di riscoprire la dimensione spirituale dell’uomo come via per giungere all’Assoluto, alla trascendenza di Dio. Henri Bergson Vita e opere Nasce a Parigi nel 1859 (famiglia ebrea) e muore nel 1941 Studia matema�ca, filosofia e scienze naturali “Saggio sui da� immedia� della coscienza” Premio Nobel per la le�eratura nel 1928 “L’evoluzione creatrice”, “L’energia spirituale”, “Durata e simultaneità” Il cara�ere qualita�vo dei da� della coscienza Bergson vuole ricercare ed elaborare degli strumen� per la conoscenza metafisica La scienza negli ul�mi anni ha saputo svilupparsi creandosi un ideale di sapere controllabile ed estendibile Questo non avviene nella metafisica, in quanto non vi è mai stato un accrescimento come per le scienze Egli vuole o�enere una “previsione”, trovando così una nuova strada per la metafisica Si o�ene mediante indagini mirate e parziali i quali risulta� possono essere somma� a quelli di altre indagini Elaborare un metodo per la precisione filosofica e u�lizzabile dagli studiosi come avviene per le scoperte scien�fiche Il punto di partenza è la coscienza, in quanto racchiude tu�a la nostra conoscenza Il problema che si pone alla filosofia è il fa�o che l’uomo è chiuso nella sua coscienza in quanto ogni informazione viene filtrata da essa, pertanto non è possibile alcuna analisi e forma di conoscenza della realtà in sé, se non si è preven�vamente chiarito il ruolo e la natura della coscienza, perché è in essa, e non altrove, che si conosce. Per prima cosa bisogna capire ciò che si intende per coscienza e quali confini e iden�tà le si debbano a�ribuire Disapprova la coscienza dei posi�vis� in quanto la coscienza non si può ridurre ad una serie di da� osservabili e definibili quan�ta�vamente Se ascol�amo un brano musicale, non è possibile intendere l’insieme dei fenomeni psichici che esso suscita semplicemente isolando i singoli suoni percepi� e poi ricomponendoli nel loro insieme → la coscienza percepisce la musica non come somma di suoni, così come la parola non è la somma di semplici le�ere → non vi è solo una differenza quan�ta�va ma bensì una differenza qualita�va → la coscienza va studiata per ciò che è, cara�erizzata da un flusso, il quale preso nelle sue singole par�, mostra delle realtà la cui somma non è mai uguale qualita�vamente Nessuno stato di coscienza può essere o�enuto sommando singole esperienze, perché la coscienza è un movimento con�nuo e non la somma di movimen� singoli → La coscienza dunque è un flusso psichico che perdura mutando e muta perdurando, essa si cara�erizza per essere una con�nuità in costante divenire. Sta� di coscienza vengono dis�n� non in maniera quan�ta�va, ma solo qualita�va, perciò è inu�le la misurazione Non è possibile scomporli per stabilire la fine di uno e l’inizio dell’altro in quanto cos�tuiscono un unico flusso → sviluppo progressivo del flusso che determina imprevedibilità Per poter studiare la coscienza serve un metodo che si basa sulle sue cara�eris�che come per esempio il tempo, in quanto la coscienza è duratura Slancio vitale Realtà dello spirito e della materia interpretabili a�raverso la “durata” La vita è creazione e imprevedibilità ma anche conservazione del passato; la vita dell’uomo e quella della natura sono uguali anche se le sor� sono diverse L’uomo vive una sola vita perciò si trova di fronte a delle scelte, mentre la natura per ogni sua scelta crea due diverse specie che crescono entrambe separatamente e autonomamente Slancio vitale: forza creatrice che anima tu�a la realtà che l’uomo può conoscere La vita è slancio vitale (sviluppo incessante) La materia invece è la creazione di questa forza → al terminare di questo slancio si giunge di fronte alla materia che ne produce uno nuovo Lo slancio è la causa delle trasformazioni della natura → “Se l’azione dello slancio è rappresentata da una mano affondata in una grande quan�tà di limatura di ferro: quest’ul�ma si comprime e resiste mentre la mano avanza, finché all’arrestarsi di essa, i grani di limatura si dispongono dando origine ad una forma determinata, quella della stessa mano oramai immobile e di una parte del braccio che è penetrato nella limatura di ferro” → l’azione dello slancio vitale è rappresentata dl movimento della mano, la posizione assunta dai grani di limatura di ferro rappresenta il suddividersi dello slancio della vita in individui e specie; le posizioni che i grani di limatura di ferro assumono, e quindi le cara�eris�che delle varie specie, sono dovu� alla resistenza della limatura nei confron� del movimento della mano e questa resistenza rappresenta la stessa resistenza della materia nei confron� della forza della vita Prima divisione dello slancio: pienate e animali → gli animali si dividono in artropodi (culmine negli inse�) e vertebra� (culmine nell’uomo), hanno mobilità e coscienza, echinodermi e molluschi, conclusione triste (sono “inu�li”) Nelle piante lo slancio si sviluppava più lentamente, mentre invece negli animali è stato più rapido perché a differenza delle piante, essi devono cercare il cibo e quindi hanno una coscienza più a�va La vita animale è rimasta chiusa in un vicolo cieco per echinodermi e molluschi perché essa si è fermata all’is�nto, mentre nei vertebra� ha raggiunto l’intelligenza L’is�nto è la tendenza di u�lizzare e costruire strumen� organici, cioè l’is�nto possiede la materia L’intelligenza è la tendenza a fabbricare ed impegnare strumen� inorganici, cioè ar�ficiali Mentre l’is�nto conosce la materia, l’intelligenza conosce le forme ma entrambe derivano dall’intuizione (esperienza della durata e dello slancio) • Non bisogna confondere la do�rina di bergson con l’evoluzionismo posi�vista, che spiegava la realtà a�raverso il conce�o dell’evoluzione. Errore!!! Usavano un conce�o per comprendere la realtà, quindi la si concepisce in termini astra�, smarrendo il senso metafisico dell’evoluzione (=la realtà è vita) • Il posi�vismo considerava la scienza come lo strumento più idoneo per cogliere la stru�ura della realtà, per Bergson invece la scienza, prodo�o dell’intelle�o, si preclude ogni possibilità di cogliere l’auten�ca natura del reale. • La do�rina dello slancio vitale di Bergson non può essere riportata agli schemi classici del meccanicismo o del finalismo, infa� egli esclude il primo in quanto ri�ene che il meccanicismo non possa spiegare la formazione di organi che, pur deputa� a svolgere una funzione assai semplice, risul�no tu�avia complica�ssimi (l’occhio), quindi esclude il finalismo negando che l’unità della natura significhi coordinazione o convergenza come se la vita realizzasse un disegno preformato in quanto la vita è creazione libera e imprevedibile. A tale proposito ritorna ancora una volta u�le la metafora della mano nella limatura di ferro: egli suppone che la stessa mano e il braccio alla fine della loro opera siano invisibili e quindi procede affermando che se così fosse i meccanicis� spiegherebbero la posizione della limatura di ferro con l’azione esercitata su ciascuno di essi dai grani a loro vicini, invece i finalis� ipo�zzerebbero l’esistenza di un piano d’insieme responsabile dell’asse�o raggiunto; ma la verità, come noi sappiamo, che è all’origine del tu�o è l’indivisibile e posi�va azione della mano che ha a�raversato la limatura, e tale azione non viene espressa adeguatamente né dall’inesauribile de�aglio dei movimen� dei grani, né dal loro ordine finale. Società, morale e religione • Nell’opera “Le due fonti della morale e della religione” afferma che se la libertà umana è manifestazione dello slancio vitale allora la vita politica sociale e morale deve essere spiegata in questo contesto. • Per quanto riguarda la società egli afferma che essa abbia avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione umana, in quanto ha permesso il passaggio da una società primitiva ad uno stadio sempre più civilizzato. Egli fa corrispondere il modello di società al modello morale e alla religione di una comunità e quindi distingue tra: ■ Società chiusa: l’individuo agisce come parte del tutto e il margine lasciato all’iniziativa e alle libertà individuale è minimo, in essa domina la morale dell’obbligazione che è tipica di un gruppo sociale che si ripiega su sé stesso, preoccupato unicamente di difendere la propria concezione della vita e se possibile imporla anche agli altri. In questa società prevalgono i doveri e i divieti e in coloro che praticano questo tipo di morale si determina una sorta di “calcificazione” delle abitudini. Non l’intuizione ma l’intelligenza è alla base di una tale concezione del mondo. Alla morale chiusa corrisponde la religione statica, la quale nasce dalla capacità fabulatrice dell’uomo, il cui scopo è mitopoietico, quello cioè di creare miti. Tali miti sono necessari ad impedire la dissoluzione della società e l’involuzione dell’individuo su stesso. La religione statica dunque è una reazione difensiva della natura contro ciò che di deprimente vi potrebbe essere per l’individuo e di dissolvente per la società, nell’esercizio della ragione. ■ Società aperta: lo sforzo creatore della vita prosegue il proprio cammino alla ricerca di nuove manifestazioni, in essa domina la morale assoluta. Essa sgorga direttamente dallo slancio vitale inteso come amore e non deve essere intesa come sviluppo della morale dell’obbligazione, ma come rifiuto di questa. Tra le due concezioni etiche dunque non c’è differenza quantitativa ma salto qualitativo. Gli eroi e i santi incarnano la morale aperta e ad essa non necessitano precetti e proibizioni ma solo esempi di comportamento. Alla morale aperta corrisponde la religione dinamica, la quale nasce non dall’intelligenza ma dall’adesione al principio della vita che è Dio. Solo poche persone giungono davvero a questa completa immedesimazione con l’Amore. Attraverso il misticismo l’uomo si inserisce nello slancio creatore della vita o nella stessa creazione divina e la continua per proprio conto. Il fatto che tutte le religioni convergano verso una medesima esperienza mistica costituisce l’unica prova possibile dell’esistenza di Dio, giacché questa convergenza non si spiegherebbe se non si ammettesse che il misticismo, a qualsiasi religione appartenga, è l’esperienza diretta di un oggetto reale, ovvero di Dio e del suo slancio creatore. Il Dio di Bergson non è “Colui che è”, l’Essere per eccellenza, esso è soltanto slancio vitale, lo stesso Bergson afferma “Dio è il centro da cui i mondi zampillerebbero come i razzi di un fascio immenso, purché tuttavia, io non ponga questo centro come una cosa, ma come un eterno zampillo”. • Bergson ritiene che l’umanità del suo tempo debba operare per creare una società aperta e compito della cultura e della filosofia è quello di indicare la strada corretta.
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