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Storia dell'Impero Romano: dalla fondazione alla fine della Repubblica, Appunti di Storia Romana

La storia dell'Impero Romano dalla sua fondazione fino alla fine della Repubblica. Dal sacco di Roma da parte dei Galli Senoni al controllo di Siracusa da parte di Pirro, dalla prima riforma agraria di Caio Flaminio alla seconda guerra punica, dalla guerra sociale alla creazione della provincia romana d'Asia, sono descritte le principali battaglie, accordi e eventi che hanno caratterizzato la storia di Roma. Il testo copre un arco temporale che va dal 509 a.C. al 31 a.C.

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 30/11/2015

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Scarica Storia dell'Impero Romano: dalla fondazione alla fine della Repubblica e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! 753 – data tradizionale di fondazione della città 753-510 periodo regio 509-31 a.C. periodo repubblicano 31 a.C. – 476 d.C. periodo imperiale REGIME MONARCHICO Secondo la tradizione, 7 re (ma probabilmente soltanto gli ultimi tre hanno connotati reali): [753] Romolo (fondatore e creatore delle istituzioni politiche); Numa Pompilio (creatore delle istituzioni religiose); Tullo Ostilio (associato a campagne di conquista), Anco Marcio (colonizzatore di Ostia); Tarquinio Prisco (il primo sovrano etrusco, associato a diverse opere pubbliche); Servio Tullio (creatore delle mura serviane e dei comizi centuriati); [510] Tarquinio il Superbo (ultimo sovrano, cacciato per i suoi comportamenti tirannici). Fonti: principalmente la tradizione annalistica, ripresa da Pittore (primo storico romano che scrive in greco), Catone il Censore (primo storico romano a scrivere in latino – III sec.), poi Livio e Dionigi di Alicarnasso, entrambi in età augustea. Vengono usate anche la tradizione familiare e orale. REGIME REPUBBLICANO 509: creazione del regime repubblicano e primo trattato tra Roma e Cartagine. 496: battaglia del lago Regillo tra Romani e Lega Latina, i cui rapporti vengono regolati dal Foedus Cassianum del 493. 494 secessione dell’Aventino da parte dei plebei, istituzione del tribunato della plebe e del concilio della plebe. Riconoscimento di queste strutture da parte del patriziato. V secolo: guerra contro Veio (poi distrutta), poi contro Sabini, Equi e Volsci. 451-450 XII tavole redatte dai decemviri con cui la plebe ottiene delle leggi scritte. Viene sventato un tentativo di appropriarsi del potere da parte dei decemviri, a cui partecipa anche la plebe, il cui apporto viene riconosciuto dalle leggi Valerie Orazie del 449. 445: legittimità dei matrimoni tra patrizi e plebei che porta all’apertura del consolato a questi ultimi. 444: istituzione dei tribuni militari con poteri consolari, aventi tutte le prerogative del consolato esclusa la possibilità di trarre auspici. La carica viene istituita principalmente per evitare che i plebei accedessero al consolato e agli auspici. La carica dura fino al 367 e tecnicamente fu aperta anche alla plebe, sebbene il primo tribuno plebeo risalga al 400. 443: viene creata la censura, la magistratura che si occupava di redigere le liste senatorie e di vegliare sui costumi romani. 390: sacco gallico di Roma da parte dei Galli Senoni, ma l’episodio non ha ripercussioni. 390-380: comincia ad essere distribuito il territorio conquistato nei dintorni di Roma e viene istituito anche il primo municipio dell’Italia Romana. 367: leggi Licinie Sestie che aprono il consolato alla plebe. 360-350: ulteriore espansione territoriale di Roma, che arriva ad un accordo con i Sanniti. 343-341: prima guerra sannitica, in seguito alle pressioni dei Sanniti sulla pianura campana. Roma conquista la Campania. 341-338: grande guerra latina che pone fine alla lega latina. Roma è alleata dei Sanniti contro le restanti popolazioni dell’Italia centrale, che vengono sconfitte. 326-304: seconda guerra sannitica, in seguito a divisioni interne a Napoli. Nel 321 i Romani sono sconfitti alle Forche Caudine, tregua nella guerra che riprenderà nel 316, stavolta anche contro gli Etruschi. Gli Etruschi vengono velocemente sconfitti, i Sanniti capitolano nel 304 in seguito alla presa di Boviano. Le popolazioni dell’Appennino centrale si arrendono tutte a Roma. 300: viene riconosciuto il diritto di provocatio ad populum, secondo il quale un cittadino poteva contestare la decisione di un magistrato rivolgendosi direttamente al popolo nelle assemblee (lex Valeria). 298-290: terza guerra sannitica, con i Romani in difesa dei Lucani. Sanniti, Galli, Umbri ed Etruschi si alleano contro Roma, ma vengono sconfitti a Sentino (295). La guerra prosegue fino al 290 quando si ha la sottomissione dei Sanniti. 287: lex Hortensia, i plebisciti votati dall’assemblea della plebe hanno ora valenza di legge per tutta la popolazione. Fine della lotta tra patrizi e plebei e avvento della nobilitas patrizio-plebea. 282-272: guerra contro Taranto e Pirro in cui i Romani vengono inizialmente sconfitti a più riprese, senza però porre fine alla guerra. Pirro accorre in Sicilia in difesa di Siracusa contro Cartagine, che nel frattempo conclude accordi con Roma (279). 275: ritorno di Pirro in Italia e sua sconfitta a Maleventum (Benevento). Con la sua morte nel 272 Taranto si arrende a Roma. IV / III sec: prosegue la fondazione di colonie sia latine che romane in tutto il territorio italiano. 264-241: prima guerra punica. I mamertini chiedono aiuto a Roma contro Cartagine. Siracusa si allea coi romani. Prime vittorie romane (260: Milazzo), ma nel 255 l’esercito romano è battuto in Africa. Momento difficile per i romani che continuano a perdere posizioni fino al 249. Nel 241 viene allestita una nuova flotta che sconfigge quella cartaginese al largo della Sicilia. Cartagine è costretta alla resa. 242: viene creata la pretura peregrina, che si affianca alla pretura urbana e si occupa dei contenziosi tra cittadini romani e peregrini, ovvero stranieri. 241: viene creata la provincia di Sicilia dopo la vittoria su Cartagine. In questo anno viene raggiunto il numero massimo di tribù (35, 31 rustiche e 4 urbane) che non aumenterà più. 237: tentativo cartaginese di recuperare la Sardegna, controllata adesso da Roma. Il tentativo fallisce e Roma crea una nuova provincia comprendente Sardegna e Corsica. Nel 227 vengono poi create delle nuove magistrature preposte al governo delle province. 232: viene proposta una prima riforma agraria da parte di Caio Flaminio, che prevede la redistribuzione dell’ager gallicus, strappato nel corso del secolo ai Galli Senoni. Le popolazioni dei Boi e degli Insubri si allarmano, ma vengono sconfitte. Nel 222 viene presa anche Milano. 229: intervento romano nell’Adriatico, in seguito alle scorrerie di pirati illiri. Guerra illirica contro la regina Teuta e instaurazione di un protettorato romano sulle città greche della costa adriatica. 218-202: seconda guerra punica Annibale attacca Sagunto, alleata di Roma, e provoca lo scoppio della seconda guerra punica. Annibale penetra facilmente in Italia prendendo controllo della pianura Padana appena sottomessa da Roma. 217: Annibale arriva in Italia Centrale e a Roma viene nominato dittatore Q. Fabio Massimo, che propone una tecnica attendista. 216: sconfitta di Canne ad opera di Annibale. 215: prima guerra macedonica contro Filippo V, in realtà mai combattuta (si arriva ad una pace nel 205). 212: i Romani riescono a riconquistare, dopo diverse defezioni, la Sicilia. Le sorti della guerra cambiano in seguito alla nomina di un nuovo comandante romano, Publio Cornelio Scipione, che sconfigge Asdrubale mentre tenta di portare rinforzi al fratello Annibale (209-208). 206: Scipione è in Spagna, dove annienta ogni resistenza cartaginese. 203: invasione dell’Africa da parte di Scipione, che con l’alleato Massinissa sconfigge i Cartaginesi. 202: conclusione della guerra con la battaglia di Zama, con la sconfitta di Annibale. 201: Cartagine conclude la pace e cede la Spagna ai Romani. 201: nel frattempo Filippo V riapre le ostilità attaccando Pergamo e Rodi, che chiedono aiuto a Roma. 200-197: seconda guerra macedonica, decisa dalla battaglia di Cinocefale ad opera di Flaminino. Filippo V, sconfitto, è costretto a sgombrare tutti i suoi presidi in Grecia. 197: creazione delle due province spagnole di Spagna Ulteriore e Citeriore. 196-194: Flaminino proclama la libertà delle poleis greche, ritirando l’esercito . 192-188: guerra siriaca; Antioco III , re di Siria, fa fronte comune con la lega etolica contro i romani, accusati di essere falsi liberatori della Grecia. Antioco viene sconfitto alle Termopili nel 191, la guerra procede con ulteriori defezioni siriane (ad opera del comandante Lucio Cornelio Scipione) fino al 188. Antioco è costretto a cedere l’Asia minore, che non viene però inglobata dai romani ma ceduta agli alleati Pergamo e Rodi. 186: senatus consultum de Bacchanalibus, che regolamenta in tutta Italia il culto di Bacco, ritenuto particolarmente eversivo e pericoloso per l’ordine pubblico. 187-183: Gli Scipioni sono accusati con vari capi di imputazione, dietro a questi processi c’è il tentativo di Catone di indebolire il potere personale di questa famiglia in enorme ascesa dopo la guerra annibalica e quella antiochica. 53: disfatta di Carre, Crasso e l’esercito vengono sconfitti dai Parti, Crasso rimane ucciso. 52: rivolta di Vercingetorige in Gallia. Assedio e battaglia di Alesia che vede Cesare vincitore. Guerriglia a Roma tra le bande di Clodio e Milone, candidati rispettivamente a pretura e consolato. Clodio rimane ucciso, Pompeo viene nominato consule sine collega e fa sedare le rivolte. Cesare ottiene il privilegio di poter presentare la candidatura al consolato in assenza. 51: a Roma cresce il partito dei contrari a Cesare. 50: in senato la mozione che proponeva di deporre tutti i comandi speciali viene votata a maggioranza. 49: Cesare viene invitato a deporre il proprio imperium, risponde varcando il Rubicone e iniziando la guerra civile. Pompeo scappa in Grecia. Cesare conquista l’intera Italia in poco tempo, poi si occupa di sconfiggere le truppe pompeiane in Spagna. 48: Cesare, console, sbarca in Grecia. Vittoria di Farsalo. Pompeo fugge in Egitto dove però viene assassinato. Cesare arriva in Egitto e favorisce Cleopatra nella contesa dinastica per il regno. Assume la dittatura per un anno. 47-46: Cesare sconfigge gli ultimi pompeiani in Africa e trasforma la Numidia in provincia. Successivamente si reca in Spagna dove affronta i figli di Pompeo. 45: battaglia decisiva a Munda, i pompeiani vengono sconfitti. 44: Cesare dittatore a vita. Congiura delle idi di marzo in cui perde la vita alla vigilia della sua partenza per la Partia. Marco Antonio prende le redini della situazione e punta a diventare il suo erede politico, ma giunge a Roma il vero erede di Cesare, Caio Ottavio. 43: battaglia di Modena in cui Antonio cerca di strappare il possesso della Cisalpina a Bruto, uno dei cesaricidi. L’insurrezione non riesce data la difesa inviata a Bruto dal senato (i due consoli e Ottavio). Antonio unisce le sue truppe a quelle di Lepido. Ottavio torna vincitore a Roma e si fa assegnare il consolato, assumendo il nome di C. Giulio Cesare Ottaviano. Nello stesso anno forma con Antonio e Lepido il secondo triumvirato, questa volta con una valenza legale di magistratura. Cicerone viene inserito nelle liste di proscrizione e perde la vita. 42: battaglia di Filippi in cui Antonio e Ottaviano hanno la meglio sui cesaricidi, padroni dell’Oriente. Spartizione dell’impero tra i tre triumviri. 41: le operazioni portate avanti da Ottaviano per garantire terre ai veterani suscitano malcontento, capeggiato dai parenti di Antonio, che nel frattempo in Egitto allaccia una relazione con Cleopatra. 40: a Perugia Ottaviano seda definitivamente il malcontento assediando la città. Nuova intesa tra Antonio e Ottaviano a Brindisi, Lepido comincia ad assumere un ruolo marginale. 39: Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno, blocca i rifornimenti a Roma. Accordi di Miseno in cui gli vengono riconosciuti il governo su Sicilia, Sardegna, Corsica e Peloponeso. 38: non soddisfatto, Sesto Pompeo riprende le sue attività contro Roma. 37: accordi di Taranto con cui viene rinnovato il triumvirato. Ottaviano ottiene da Antonio rinforzi navali. 36: Agrippa sconfigge definitivamente Sesto Pompeo, riportando per Ottaviano il controllo sulla Sicilia. Lepido viene accantonato dal triumvirato e Ottaviano si impadronisce anche dell’Africa che era stata ad egli assegnata. Prima spedizione di Antonio contro i Parti, dall’esito fallimentare. 35: come da accordi, Ottaviano avrebbe dovuto inviare ad Antonio rinforzi per la campagna partica, ma ne invia un numero nettamente inferiore a quelli pattuiti. 35-34: Ottaviano conquista Pannonia e Dalmazia, Antonio l’Armenia. 32: i due consoli antoniani chiedono la ratifica dell’operato di Antonio in Oriente ma Ottaviano si oppone il senato, prendendo a pretesto la relazione di Antonio con Cleopatra quale degenerazione orientaleggiante del rivale. Antonio viene privato dei suoi poteri e Ottaviano fa dichiarare guerra a Cleopatra. 31-30: battaglia di Azio, in cui Antonio viene sconfitto da Agrippa. Antonio e Cleopatra scappano in Egitto dove nel 30 si suicidano. L’Egitto diventa provincia romana e formalmente si pone nel 31 la fine dell’era repubblicana di Roma. REGIME IMPERIALE AUGUSTO (31 a.C. – 14 d.C.) Due date fondamentali: 27, restaurazione della Repubblica. Il senato accetta che Ottaviano restituisca le province senatorie, pacificate, allo stato, assegnandogli le province non ancora pacificate, quelle imperiali, su cui il nuovo princeps avrebbe esercitato un imperium per dieci anni. Gli viene conferito il cognomen Augustus. 23, dopo una grave malattia Augusto depone il consolato, ininterrottamente rivestito dal 31, ma ottiene un imperium proconsolare sulle province assegnateli nel 27, così come la potestà tribunizia. Vengono assegnate le stesse prerogative anche ad Agrippa per prepararlo alla successione. Augusto si riprende dalla malattia e nel 22 si occupa della cura annonaria di Roma, colpita da una carestia. Negli stessi anni (22-19) si occupa di trattative diplomatiche per ottenere le insegne delle legioni di Crasso e Antonio catturate dai Parti. Nel 17 Augusto adotta i suoi nipoti, Caio e Giulio Cesare, in vista della successione, ma entrambi muoiono giovanissimi. Nel 12 con la morte di Lepido ad Augusto viene assegnato anche il titolo di pontificato massimo; morte di Agrippa. Tiberio viene investito dei medesimi poteri di Agrippa ma si ritira a vita privata dopo la preferenza mostrata da Augusto ai due Cesari. In seguito alla morte dei due cesari (2 d.C. e 4 d.C.) Tiberio viene richiamato e designato come successore. 9 d.C. massacro della selva di Teutoburgo, con arretramento della frontiera romana al Reno. Augusto muore nel 14 d.C. TIBERIO (14-37) Tiberio succede ad Augusto nel 14 d.C. e il suo principato è un proseguimento di quello augusteo. Nel 19 si ha la morte del successore Germanico, di cui viene accusato Cn. Pisone (ne abbiamo notizia dal senatoconsulto di Cn. Pisone). Dal 23 il prefetto del pretorio Seiano comincia a costruirsi un forte potere personale a Roma, che accresce notevolmente con la decisione di Tiberio di allontanarsi dall’Urbe nel 26. Seiano, aspirando al potere personale, fa esiliare Agrippina (vedova di Germanico) e i suoi due figli. Nel 31 Tiberio si ravvede e mette a morte Seiano, che stava ordendo una congiura, mettendo fine al suo potere. Tiberio muore nel 37. CALIGOLA (37-41) Il breve regno di Caligola è contraddistinto da stravaganze e dal suo essere particolarmente inviso all’ordine senatorio. Viene rappresentato dalle fonti come un tiranno scarsamente interessato al governo dell’impero e interessato solo al potere personale. Caligola cade in disgrazia quando, dopo aver suscitato notevoli proteste degli ebrei per la sua decisione di porre una propria statua a Gerusalemme, viene ucciso nel 41 da una congiura organizzata dai pretoriani per evitare lo scoppio della guerra. CLAUDIO (41-54) Spesso presentato come una persona debole e con poco carisma, il principato di Claudio fu invece molto positivo soprattutto per le riforme amministrative che vi apportò, in particolar modo quella relativa all’amministrazione centrale che fu affidata a liberti. Costruì il porto di Ostia per risolvere in parte i problemi di rifornimento di Roma. È autore di una politica di integrazione delle province e nella fondazione di nuove colonie. Claudio venne eliminato in una congiura di palazzo dalla madre di Nerone, Agrippina, che voleva favorire la successione al trono del figlio. NERONE (54-68) Il principato di Nerone è divisibile in due periodi ben distinti, un primo periodo in cui si mostra molto collaborativo con il senato, assecondando l’influenza che avevano su di lui Seneca e Afranio Burro. Successivamente però il suo comportamento muta totalmente, trasformando il suo principato in senso assolutistico molto orientaleggiante, che gli valse l’inimicizia del senato. Il dispotismo di Nerone culmina con l’incendio di Roma del 64, che comportò ingenti danni e notevoli spese di ricostruzione. Poco a poco nelle province cominciarono le ribellioni verso il principe, che giunsero al culmine nel 67/68 in Giudea, poi in Spagna e in Africa. Il senato abbandonò dunque Nerone, dichiarandolo nemico pubblico e favorendo invece Servio Sulpicio Galba come nuovo imperatore. 69: anno dei quattro imperatori, in successione Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano si contesero il titolo di princeps sostenuti ognuno dalla propria fazione. Galba aveva il sostegno del senato e delle truppe spagnole, Otone era sostenuto dai pretoriani, mentre Vitellio e Vespasiano ebbero dalla loro il sostegno dell’esercito. Alla fine prevalse Vespasiano, con cui inizia la dinastia flavia. VESPASIANO (69-79) Si sottolinea nel principato di Vespasiano un rigido impegno nell’amministrazione imperiale. Con la lex de imperio Vespasiani viene a configurarsi definitivamente l’Impero come istituzione. Nel 71 Vespasiano associa il figlio Tito al potere, nominandolo anche prefetto del pretorio. Vespasiano si trova a dover fronteggiare il grave deficit di bilancio provocato dalla politica di Nerone e dalla guerra civile. Ottimo amministratore, estese ai cavalieri la responsabilità di alcuni uffici togliendoli ai liberti. Si segnala anche per una politica di integrazione delle province. Vespasiano ristabilì inoltre l’ordine nelle zone di confine, specialmente in Germania. TITO (79-81) Il breve regno di Tito è contraddistinto da eventi molto sfortunati quali l’eruzione del Vesuvio (79). Fu un imperatore molto popolare. DOMIZIANO (81-96) Il fratello Domiziano invece non fu particolarmente apprezzato dalla tradizione storiografica. Il suo stile di governo fu molto autocratico (arrivò a farsi proclamare “dominus et deus”) ma fu un buon amministratore, come i suoi due predecessori. Si occupò di consolidare le frontiere a scapito di nuove conquiste militari. Sono a lui attribuibili i limes fortificati in Germania e in Africa. Nell’85 fu costretto a una pace poco onorevole con il sovrano dacico decebalo, data la contemporanea ribellione di Saturnino, governatore della Germania. Domiziano inizia da questo momento a operare persecuzioni verso i propri detrattori, fatto che lo porterà a trovare la morte nel 96 e alla damnatio memoriae. NERVA (96-98) Esponente del senato, Nerva si occupò del riassetto degli equilibri istituzionali interni. Inizia con lui il II secolo, il periodo ritenuto tradizionalmente come più prospero per l’impero romano. Nerva si preoccupò di abolire le misure più restrittive e impopolari del predecessore Domiziano e di assicurare all’impero un ordine interno e una buona successione. TRAIANO (98-117) Primo imperatore provinciale, Traiano vene scelto in quanto uomo di grande esperienza politica e militare, in grado di tenere a bada i pretoriani e di procurarsi il favore del senato. Viene spesso definito l’”optimus princeps” e godeva di ampia popolarità presso la classe senatoria. Traiano si occupa di espansioni territoriali, determinate dalla volontà di impostare una soluzione militare ai problemi finanziari. Risolse la questione dacica, che venne ridotta a provincia, si interessò anche della frontiera orientale con la Partia. Marcato interesse per i bisogni dell’impero e dell’Italia. Traiano fu un imperatore molto liberale che capì le difficoltà che stavano per giungere all’interno dell’impero, in particolare quelle agricole. ADRIANO (117-138) Il suo successore Adriano, già da tempo al fianco di Traiano, si aprì con la decisione di affidare le province orientali, assoggettate da Traiano, a regni clienti. Scelse di abbandonare la politica espansionistica e si concentrò sui problemi di carattere economico, alleviando la pressione dei debiti e amministrando con attenzione l’impero. Fu autore di una riforma militare che favorì il reclutamento di provinciali. Favorì anche cultura ed arte, letteratura ed edilizia, prediligendo in particolare le poleis greche. Adriano passò la maggior parte del suo regno viaggiando attraverso le province, che visitò tutte, in modo da avere un quadro completo e chiaro dei meccanismi di funzionamento dell’impero. Introdusse una distinzione tra carriera civile e militare. ANTONINO PIO (131-161) Antonino Pio fu un attento amministratore in un periodo privo di grandi avvenimenti e in cui i confini dell’impero furono relativamente stabili. Preferì trascorrere la sua esistenza a Roma rispetto al suo predecessore, grande viaggiatore. MARCO AURELIO (161-180) Nella prima fase del suo principato, Marco Aurelio divise il potere col fratello LUCIO VERO, primo caso di piena condivisione collegiale del potere da parte di due imperatori. Fu impegnato in una guerra con i Parti, che risolse vittoriosamente nel 166 Lucio Vero, portando indietro però la peste. La frontiera settentrionale viene in questo periodo insidiata da popolazioni barbare (Quadi e Marcomanni) che arrivarono a minacciare l’impero fino ad Aquileia. Marco Aurelio e Lucio Vero si occuparono allora della difesa della frontiera danubiana. I barbari vennero respinti a nord nel 175 dal solo Marco Aurelio, essendo morto Vero già nel 169. Marco Aurelio viene ricordato anche come l’imperatore filosofo, con un’alta concezione del proprio dovere verso i sudditi. COMMODO (180-192) A interrompere il felice periodo del principato adottivo fu il figlio naturale di Marco Aurelio, Commodo, noto per le sue inclinazioni dispotiche e la sua stravaganza. In seguito a molteplici rotture col senato, ne perseguitò numerosi membri. Commodo per gran parte del suo regno si disinteressò del potere, che fu in mano a suoi subordinati, favorendo la carriera di diversi liberti che approfittarono della situazione per dissestare le finanze e vendere titoli di magistrature. Sotto il suo principato si segnalano importanti fenomeni di integrazione della cultura provinciale.
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