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Stato di natura e stato civile in Locke e Rousseau, Tesine universitarie di Filosofia Politica

Tesina di 15 pagine analizzando:Giusnaturalismo e Contrattualismo - Locke & Rousseau (Concetti fondamentali,Lo stato naturale,Il patto sociale) + Raffronto finale tra i due filosofi

Tipologia: Tesine universitarie

2020/2021

In vendita dal 03/06/2023

GiorgioAnd
GiorgioAnd 🇮🇹

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Scarica Stato di natura e stato civile in Locke e Rousseau e più Tesine universitarie in PDF di Filosofia Politica solo su Docsity! CORSO DI LAUREA TRIENNALE in SCIENZE POLITICHE E DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI TESINA DI FILOSOFIA POLITICA STATO DI NATURA E STATO CIVILE IN LOCKE E ROUSSEAU STUDENTE: ANDREOLI GIORGIO MATR. USP3018328 ---------------------------------------------------------------- ANNO ACCADEMICO 2020-2021 1 Indice generale - Introduzione 3 1. Giusnaturalismo e Contrattualismo - Locke 5 1. Concetti fondamentali 2. Lo stato naturale 3. Il patto sociale - Rousseau 10 1. Concetti fondamentali 2. Lo stato naturale 3. Il patto sociale - Raffronto finale tra i due filosofi 15 1. Lo stato naturale 2. Il patto sociale 3. Forme di Stato - Bibliografia 16 2 Locke 1. Concetti fondamentali John Locke (1632-1704) è il più grande politico inglese del 1600, le sue opere si collocano intorno agli anni '90 del secolo. Egli vive durante la seconda rivoluzione inglese (1688), assistendo così alla nascita della monarchia costituzionale. È considerato il grande teorico del liberalismo, perchè intende garantire la libertà al singolo individuo più di ogni altra cosa e può essere considerato il precursore dell'Illuminismo. Locke sostiene che il potere deriva non da Dio ma dal consenso degli individui; inoltre a suo avviso la filosofia deve concretamente servire a risolvere i problemi umani di tutti i giorni. Egli interpreta il diritto di proprietà come il risultato del lavoro umano; ogni uomo infatti ha il diritto di proprietà su se stesso ed è padrone del proprio corpo. La caratteristica dell'uomo è di saper trasformare la realtà che lo circonda: in questo modo l'uomo estende il proprio diritto di proprietà; un esempio fattibile è: se l'uomo lavora un terreno, il terreno da frutti e quello che produce non è più solo un dono della natura ma è frutto del lavoro dell'uomo. Locke sostiene che ogni cittadino abbia diritto alla libertà individuale e che vi siano dei diritti individuali insormontabili addirittura per lo Stato, inoltre è convinto che lo Stato non debba intervenire nell'economia dei singoli cittadini imponendo dazi e norme che ne limitino la libertà. È anche il teorico della divisione dei poteri che rende il governo meno autoritario; poteri che si controllano l'un l'altro danno più spazio alla libertà del singolo e garantiscono un equilibrio per evitare le dittature. 5 2. La stato naturale La legge di natura è il principio filosofico su cui si fonda la teoria politica esposta nei Due Trattati sul Governo (1690), ed è la regola fondamentale alla quale tutti devono adeguarsi e che le leggi umane non devono violare. La legge di natura è un comando divino ed è la fonte del nostro dovere; la ragione non la descrive ma la scopre, perchè non è l'autrice ma l'interprete dunque la legge di natura è dichiarazione di una volontà superiore. Locke riconosce la regola generale che ciò che proviene originariamente da Dio e dalla Natura non può essere limitato dal potere inferiore dell'uomo che non può emanare leggi o regole contro i principi divini e naturali. Egli proclama la libertà ed uguaglianza naturale degli uomini. Secondo il suo pensiero la legge di natura comporta quattro diritti: vita, sicurezza, libertà e proprietà; essi servono per l'autoconservazione e per ottenere la felicità. Essendo tutti uguali, nello stato di natura non c'è nessuno che può rendere attuabile la felicità degli altri, la legge naturale si limita a fissare un divieto agli altri a negare la vita, la libertà o i beni altrui; sono ammesse solo due eccezioni: la legittima difesa e la punizione al trasgressore. Per garantire la propria sopravvivenza espressa dalla legge di natura, l'uomo è portato alla distruzione reciproca, perciò nello stato di natura chiunque sottragga ad un altro la libertà o i beni si pone in uno stato di guerra rispetto all'intera società. Il bisogno di prevenire lo stato di guerra porta gli uomini ad unirsi nello stato civile nel quale tutti sono soggetti alle leggi. Lo Stato è fondato sull'approvazione di tutta la comunità e regola mediante leggi da esso emanate; leggi che non vincolano la libertà ma ne rendono possibile il suo concreto esercizio. 6 3. Il patto sociale La società sorge perchè gli uomini materialmente non sono in condizioni di vivere da soli, sono gli uomini che decidono di abbandonare lo stato di natura e accosentono a diventare membri della società politica; il governo civile nasce cosi da un patto che richiede un accordo vincolante per tutti gli individui. Il contratto che dà origine alla comunità civile non può in alcun modo favorire un potere assoluto. L'uomo non deve, tramite un contratto rendersi schiavo di un altro. Questo patto non deve convalidare l'assoggettamento dell'uomo all'inconstante, incerta e arbitraria volontà di un altro uomo. Vità, libertà, proprietà (diritti naturali) devono essere sempre garantiti. Il patto impone al cittadino una sola rinuncia: quella di farsi giustizia da solo. Per quanto riguarda la proprietà Locke la definisce un diritto fondamentale di ogni uomo e come tale nessuno deve esserne privato. La proprietà, però, non è uguale per tutti; ma dato che è un diritto essa lo è a condizione che l'uomo consideri tra i propri beni non solo la terra, ma soprattutto qualcosa di suo. Dato che un uomo possiede fondamentalmente se stesso, ciò che egli deve ritenere come sua proprietà è dunque il suo lavoro, in quanto è prodotto da egli stesso con le sue forze e la sua intelligenza. Prima di Locke non era stato riconosciuto questo fondamentale valore al lavoro umano, che comporta il diritto ad un compenso per ciò che ognuno fa. Il frutto del lavoro di un individuo è sua proprietà e nessuno può sottrarglielo se non liquidandolo. Per Locke, inoltre, deve esserci un limite a ciò che un uomo dichiara suo; ognuno dovrà possedere solo ciò che è necessario alla sua sussistenza. 7 La visione di Rousseau 1. Concetti fondamentali Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) è un filosofo politico e sociale svizzero. Viene considerato un esponente della cultura illuminista, nonostante le sue posizioni critiche contro la fiducia nel progresso economico. Egli muove un'aspra critica alla civiltà come causa di tutti i mali e le infelicità della vita dell'uomo, con il corrispondente elogio della natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone. Il tema del ritorno alla natura attraversa e sostiene tutti gli scritti del filosofo ginevrino. Su questo orientamento di pensiero è evidente l'influsso del mito del "buon selvaggio", diffuso nella letteratura francese quando, in seguito alle grandi scoperte geografiche, comincia l'idealizzazione dei popoli primitivi e della "vita selvaggia". Rousseau studiò con fervore questi documenti e le sue analisi risultarono immediatamente di notevole interesse. La visione di Rousseau nei confronti della storia, del suo corso e dei suoi prodotti culturali è pessimistica; l'uomo, a suo avviso, nel corso della storia è diventato malvagio ed ipocrita. 10 2. Lo stato naturale Per Rousseau lo stato di natura è l'espressione di una iniziale condizione di innocenza e felicità; è uno stato di uguaglianza indiscutibilmente sereno, tranquillo e fortemente positivo. Il filosofo svizzero ritiene che la legge naturale spinga gli uomini alla conservazione senza la necessità di nuocere minimamente all'altro, nonché allo sviluppo della benevolenza e dell'amor di sé(5). L'uomo di natura, descritto da Rousseau, è originariamente integro, biologicamente sano e moralmente retto, dunque essenzialmente giusto. In tal modo il filosofo mette in guardia sul fatto che la disuguaglianza non è inscritta nello stato di natura. Questo stato naturale di positiva autoconservazione è possibile solamente in uno stato primigenio nel quale gli uomini, in isolamento e uguaglianza, «perseguono i loro bisogni immediati e necessari senza alcuna complicazione cognitiva o sociale»(6). L'unica diseguaglianza è quella naturale e fisica, che consiste nella differenza delle età, delle sanità, delle forze del corpo e delle qualità dello spirito e dell'anima. 5 Con “l'amor di sé” si intende un sentimento naturale e positivo in opposizione all'amor proprio. 6 J.J. ROUSSEAU, Il Contratto Sociale, a cura di M. Garin, Bari, Laterza, 2003, p. X. 11 3. Il patto sociale Con il Contratto Sociale, trattato filosofico politico del 1762, l'obiettivo di Rousseau è quello di definire un modello politico di società che garantisca la costituzione di uno Stato democratico e assicuri la tutela della libertà individuale di ciascuno, in quanto ritiene impossibile il ritornare allo stato di natura primigenio(7) constatando la crisi in cui versa l'uomo moderno(8). Il discorso di Rousseau si sviluppa intorno a due poli: l'individualismo dei cittadini da cui deriva l'origine del potere politico e il contrattualismo; l'idea che alla base dell'associazionismo politico vi sia un accordo razionale e convenzionale che permette di superare la semplice legge del più forte, che lo stesso Rousseau definisce patto leonino(9). Rousseau presuppone che l'individuo non abbia alcun diritto se non come cittadino dello Stato e che tale appartenenza si deve e si può realizzare solo sul piano di un'associazione di persone, che sono poste a livello di uguaglianza piena e completa. L'individuo è un membro di un corpo politico che si fa garante dei diritti e delle libertà individuali. Tale natura associativa del contratto mira a risolvere la condizione di ineguaglianza che si è instaurata tra gli uomini(10) e quindi la possiibilità di raggiungere un ordine sociale è in Rousseau strettamente connessa alla giustizia politica e ha un valore spiccatamente morale. 7 Lo stato di natura è usato da Rousseau per criticare la corrente del giusnaturalismo. 8 L'uomo moderno è un “uomo scisso”, ha maggiori risorse rispetto all'uomo di natura ma allo stesso tempo è vittima di soprusi sulla propria libertà. 9 Patto basato sulla forza e non sul diritto; non veniva istituito uno Stato che, con le sue leggi, garantisse i diritti naturali di ciascuno: l'unica legge vigente era quella del più forte. 10 Il Contratto Sociale esorta con: «l'uomo è nato libero e ovunque si trova in catene» J.J. ROUSSEAU, Il Contratto Sociale, a cura di M. GARIN, Bari, Laterza, 2003, p. 5. 12 Raffronto finale tra i due filosofi 1. Stato di natura Per Locke esiste una legge di natura, ma i diritti naturali non sono garantiti per l'assenza di un arbitro che gestisce i conflitti. Per Rousseau si parte da un'iniziale condizione di perfetta autosufficienza, libertà e uguaglianza e si arriva alla disuguaglianza a causa dell'introduzione della proprietà privata. 2. Patto sociale Per Locke i cittadini conservano i diritti naturali fondamentali ma rinunciano al diritto di farsi giustizia da sé. Potere legislativo e potere esecutivo devono essere separati. Le leggi non ostacolano la libertà di nessuno (liberismo) e devono mirare al bene comune. Per Rousseau tutti i diritti naturali sono ceduti all'intera comunità; la volontà individuale è sostituita dalla volontà generale. Il potere di emanare le leggi è custodito dall'intero corpo sociale dei cittadini. 3. Forme di Stato Locke parla di Stato liberale (libertà dallo Stato), ovvero facoltà di agire senza essere ostacolato dagli altri. Lo Stato è tanto più vicino al suo ideale quanto più i suoi poteri sono limitati. Rousseau parla di Stato democratico (libertà nello Stato), in quanto i cittadini godono della libertà civile e sono soggetti a leggi scelte consapevolmente. Lo Stato è tanto più perfetto quanto più i suoi comandi sono l'espressione della volontà generale. 15 Bibliografia . LOCKE J., Saggi sulla legge naturale, in CRISTIANI M. (a cura di), Roma-Bari, Laterza, 2019. . LOCKE J., Due Trattati sul governo e altri scritti politici, in PAREYSON L. (a cura di), Torino, Utet, 2010. . LOTTI B., La legge di natura in Locke: una questione teologico- politica, in LOTTI B. (a cura di), Etica & Politica / Ethics & Politics XVIII/ 2, Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2016. . ROMANO R., Filosofia, Ariano Irpino (AV), Suntini, ebook 2011. . ROUSSEAU J.J., Il Contratto Sociale, Bari, Laterza, 2003 .ROUSSEAU J.J., Discorso sull'origine e i fondamenti della ineguaglianza fra gli uomini, Venezia, tipografia Antonio Curti, Ia edizione italiana 1797, ed. ebook. . TRECCANI enciclopedia online 16
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