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Stato e società nell'Italia unita, Sintesi del corso di Storia

sintesi su storia contemporanea

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 14/04/2020

Isalexia95
Isalexia95 🇮🇹

4.4

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Scarica Stato e società nell'Italia unita e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! CAPITOLO 9 – STATO E SOCIETÀ NELL’ITALIA UNITA 1. L’Italia nel 1861. AL momento dell’unità d’Italia, il paese aveva un elevato tasso di analfabetismo, si comunicava principalmente attraverso i dialetti, le principali città erano prive di attività produttive di grande rilievo (poiché le poche industrie esistenti si trovavano lontano dai grossi centri) e l’attività economica piu’ diffusa era l’agricoltura, per lo piu’ povera e caratterizzata da diversi assetti produttivi: - Aziende agricole moderne, nelle zone della Pianura Padana (con manodopera salariata) - Grandi proprietà coltivate a cereali e piccole aziende a conduzioni famigliare, nelle regioni del nord - In Italia centrale, soprattutto Toscana, Marche, Umbria, mezzadria  Contratto agrario in cui si smezzavano i prodotti ma il coltivatore era tenuto ad occuparsi delle altre spese (ostacolo a sviluppo di agricoltura moderna) - Nel Mezzogiorno e nelle isole, latifondo con tracce di ordinamento feudale  Bassissimo livello di vita della popolazione rurale, si nutrivano quasi esclusivamente di pane  Situazione nel Mezzogiorno drastica, con assenza di un efficiente sistema di comunicazioni rapide e strade per lo piu’ impraticabili, quasi sconosciuta a tutti 2. La classe dirigente: Destra e Sinistra. Alla morte di Cavour (6 giugno 1861), si perse il leader piu’ capace ma i successori mantennero una linea simile: rispetto di libertà costituzionali ma anche politica accentratrice, liberista in campo economico, e laica  Il gruppo dirigente della Destra aveva il suo nucleo centrale costituito da piemontesi (La Marmora, Serra, Lanza), a cui si univano i moderati lombardi (Jacini, Visconti-Venosta), emiliani (Farini, Minghetti) e toscani (Ricasoli, Peruzzi), poi in minoranza i meridionali  Gruppo omogeneo sia dal punto di vista sociale che economico, la “Destra storica” era piu’ che altro un centro moderato (la vera destra si era autoesclusa da nuovo Stato)  Opposizione : Sinistra democratica, costituita da vecchia sinistra piemontesi (Depretis, Valerio, Brofferio), patrioti mazziniani o garibaldini (Crispi, Cairoli)  Si appoggia a base sociale piu’ ampia e composita (da borghesi ad artigiani) e fa proprie le rivendicazioni della democrazia risorgimentale (SUFFRAGIO UNIVERSALE, DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO, COMPLETAMENTO DELL’UNITÀ)  Destra e Sinistra sono espressione di piccola parte della popolazione in quanto la legge elettorale piemontese prevedeva il SUFFRAGIO RISTRETTO: dai 25 anni in poi, non si doveva essere analfabeti, se si pagavano 40 lire d’imposte annue  Meno del 2% della popolazione ma molti non votavano nemmeno ↘ Politica con carattere oligarchico e personalistico 3. Lo Stato accentrato, Il mezzogiorno, il brigantaggio. I leader della Destra, ammiratori di esempio britannico, volevano riconoscere validità di sistema decentrato (basato su autogoverno delle comunità locali) ma prevalse il modello di Stato centralizzato, quello napoleonico  A tal proposito si ricordano le leggi unificanti varate dal ministero La Marmora, fra giugno ’59 e gennaio ’60:  Estensione di leggi piemontesi alle province appena annesse (es, legge elettorale)  Legge Casati: si crea sistema scolastico nazionale e istruzione elementare obbligatoria (attuazione ai comuni)  Legge Rattazzi su ordinamento provinciale e comunale: governo dei comuni affidato a consiglio, eletto a suffragio ristretto, e a sindaco di nomina regia + province diventano circoscrizioni amministrative sotto controllo dei prefetti (rappresentano potere esecutivo)  Poi estesa a tutto il Regno con la legge di unificazione amministrativa del secondo governo Ricasoli, 1865  Si sceglie accentramento a causa della situazione del Mezzogiorno, dove il malessere generale si andò a sommare all’ostilità nei confronti del nuovo governo (a causa di pesante fiscalità, servizio di leva obbligatorio)  Vera e propria guerriglia con il dilagante brigantaggio, dura repressione con intervento militare (legge del ’63 istituiva il regime di guerra nei territori in “stato di brigantaggio” e questo fu sventato totalmente nel 1865)  Restava irrisolto il problema della terra nel Mezzogiorno  Non si favorirono i contadini, né la divisione dei terreni demaniali, né la vendita dei beni ecclesiastici – molti non potevano acquistare) 4. La politica economica: i costi dell’unificazione. I governi della Destra dovettero provvedere anche all’unificazione economica del paese: uniformare i sistemi monetari e fiscali; rimuovere barriere doganali fra vecchi Stati preunitari; costruire efficienti strade e ferrovie  Legislazione doganale vigente nel Regno sardo si ispira a principi liberisti e venne estesa  Rapido sviluppo delle ferrovie permise scambi con zone piu’ progredite e vi fu una crescita dell’agricoltura (con colture specializzate)  Penalizzato il settore industriale a causa della concorrenza internazionale, soprattutto nel Mezzogiorno  Il liberismo porta a rapida integrazione del nuovo Stato nel contesto economico europeo e ad accumulazione di capitale ( maggiori entrate fiscali portarono a realizzazione delle infrastrutture)  Dopo vent’anni la situazione economica non era troppo migliorata e questo soprattutto a causa di durissima politica fiscale, necessaria per coprire i costi di unificazione: imposte dirette (tassa sui redditi) e tassazione indiretta (tassa sui prodotti o su successione, es)  Situazione piu’ grave dopo il 1866 (crisi internazionale e spese per la guerra contro l’Austria) che porta a: o Corso forzoso del 1867 (circolazione obbligatoria di carta-moneta emessa dalle banche autorizzate) o Acceleramento di operazioni di incameramento e liquidazione dell’asse ecclesiastico o Inasprimento delle tasse indirette: tassa sul macinato, 1868  1869 moti contro la tassa, repressione  Duro fiscalismo e rigore finanziario portano nel 1875, ad un pareggio del bilancio ma sempre piu’ malcontento 5. II completamento dell’Unità. Uno dei problemi maggiori che dovette affrontare la destra fu quello del completamento dell’Unità e importante era ad esempio la questione romana: la presenza del Papa ostacolava l’unificazione ma i cattolici costituivano la stragrande maggioranza della popolazione ed erano un grande punto di riferimento  Su influenza di idee cavouriane, si cerca una conciliazione con la Chiesa, già iniziata prima dell’Unità per mezzo di trattative informali (si assicurava al Papa e al clero potere spirituale in cambio di rinuncia a potere temporale e a riconoscimento del nuovo Stato) ma PIO IX SI OPPONE  Fallimento dei tentativi di conciliazione (dopo Cavour, anche il successore Ricasoli), porta i democratici alla riscossa: tentativo garibaldino del 1862 di ricreare situazione del ’60 ma INSUCCESSO poiché, quando Napoleone III si vide pronto ad intervenire per impedire l’attacco, Vittorio Emanuele II fece cessare il tutto con un proclama  Stato d’assedio in Sicilia e Mezzogiorno, volontari garibaldini sbarcano in Calabria e vengono intercettati e sconfitti sulle montagne dell’Aspromonte  Ci si preoccupa di ristabilire rapporti con la Francia e “Convenzione di Settembre” nel 1864: confini dello Stato pontificio rispettati ma non piu’ truppe francesi nel Lazio  Garanzia: capitale da Torino a Firenze  Altra occasione per unificazione: liberazione del Veneto, 1866 su proposta di Bismark di alleanza italo-prussiana contro Impero Asburgico: grazie a intervento italiano, Prussia vince a Sadowa mentre l’Italia fu sconfitta a Custoza e a Lissa  Prussia si muove per armistizio: con Pace di Vienna (3 ottobre ’66), Italia ottiene Veneto, senza Venezia Giulia e Trentino ( Bilancio deludente e malcontento)  Esito negativo di guerra contro l’Austria porta a nuovo tentativo di Garibaldi per prendere Roma, con nuovo elemento: azione dei volontari si sarebbe dovuta appoggiare a insurrezione preparata dagli stessi patrioti romani (SI EVITA INTERVENTO FRANCESE POICHÉ VOLONTÀ POPOLARE)  Calcoli errati perché grande sorveglianza della polizia e scarsa partecipazione popolare, la Francia invia corpo di spedizione nel Lazio e sconfitta garibaldina di Mentana il 3 novembre 1867  Dopo battaglia di Sedan, governo italiano invia corpo di spedizione nel Lazio e cerca di avviare negoziato con la Chiesa  Pio IX si oppone  Breccia di Porta Pia il 20 settembre 1870 e, con plebiscito, Roma e Lazio annessi ↘ 1871 capitale da Firenze a Roma, dopo la legge delle guarentigie del 13 maggio 1871: stabiliva i rapporti Stato-Chiesa e il primo si impegnava a garantire al papa le condizioni per libero svolgimento di magistero spirituale, dava prerogative simili a quelle di un capo di Stato e al papa fu offerta (ma non accettata) stessa dotazione annua per mantenere la corte papale  Nonostante grande libertà della Chiesa, Pio IX rimaneva intransigente e nel 1874, con il non expedit, vieta ai cattolici di partecipare alla vita politica  Si allargano fratture nella società 6. La Sinistra al governo. Nella prima metà degli anni ’70 molti deputati non si definivano piu’ di destra o di sinistra, bensi’ “indipendenti” o “di centro”, ci furono maggiori fratture nella Destra e buona parte della Sinistra si sposta su posizioni piu’ moderate: vecchia Sinistra piemontese (Depretis), Sinistra storica (Crispi, Cairoli, Zanardelli) e nascente Sinistra giovane (espressione di borghesia moderata, poco risorgimentale)  13 marzo 1876 la destra si presenta divisa alla Camera per discussione di progetto per passaggio a gestione statale delle ferrovie: governo Minghetti, in minoranza, si dimette e subentra Depretis, con vittoria schiacciante
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