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Stavinschi Domande aperte. Nuovo paniere, Panieri di Sociolinguistica

Domande aperte del nuovo paniere di linguistica e sociolinguistica. Prof.ssa Stavinschi

Tipologia: Panieri

2021/2022

In vendita dal 30/03/2022

Viola2006
Viola2006 🇮🇹

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Scarica Stavinschi Domande aperte. Nuovo paniere e più Panieri in PDF di Sociolinguistica solo su Docsity! DOMANDE APERTE LINGUISTICA E SOCIOLINGUISTICA – 6 CFU - (Prof.ssa Stavinschi ) 1. Qual è la differenza fra lessema e lemma? Un lemma è la parola che si trova nel dizionario. Un lessema è un'unità di significato e può essere più di una parola. Un lessema è l'insieme di tutte le forme che hanno lo stesso significato, mentre il lemma si riferisce alla forma particolare che viene scelta per convenzione per rappresentare il lessema. 2. Che cosa sono gli allomorfi? Gli allomorfi sono le diverse forme che un morfema assume e che non determinano cambiamenti nel suo significato. Es. plurale -i #lup+i# , -ini #uom+ini#. 3. Di che cosa si occupa la sintassi La sintassi è il livello di analisi linguistica che studia la struttura delle frasi. Si occupa delle modalità di combinazione delle parole in unità di livello superiore (Unità di analisi: sintagma, frase). In analogia con quanto accade in fonologia e morfologia, il procedimento di analisi che consente di identificare le unità minime della sintassi è basato sulla prova di commutazione: analisi in costituenti immediati. 4. Che cos’è il suppletivismo? Suppletivismo: quando, in una serie morfologicamente omogenea, si trovano radicali diversi che intrattengono evidenti rapporti semantici senza evidenti rapporti formali. Es. flessione di ‘andare’, Acqua —> idrico, Fegato —> epatico 5. Che cos’è l’allomorfia? L’allomorfia è l’affinità fonetica tra i diversi morfi che realizzano lo stesso morfema. 6. Spiegare la dicotomia langue/parole La langue è un tesoro depositato dalla pratica della parole nei soggetti appartenenti ad una stessa comunità, un sistema grammaticale esistente virtualmente in ciascun cervello o, più esattamente, nel cervello di un insieme di individui, dato che la lingua non è completa in nessun singolo individuo, ma esiste perfettamente soltanto nella massa. I due oggetti sono strettamente legati e si presuppongono a vicenda: la lingua (langue) è necessaria perché la parole sia intelligibile e produca tutti i suoi effetti; ma la parole è indispensabile perché la lingua (langue) si stabilisca. 7. Di che cosa si occupa la morfologia? La morfologia si occupa dei meccanismi che regolano la struttura interna delle parole, ovvero il modo in cui gli elementi minimi dotati di significato si combinano tra loro per formare le parole di una lingua. Si occupa dei processi che intervengono nella formazione e trasformazione delle parole. 8. Che cos’è la fonetica? La fonetica è il livello di analisi linguistica che studia la produzione e la percezione di suoni linguistici (i foni) 1. fonetica articolatoria: studia i foni in base al modo in cui vengono articolati; descrive l’anatomia dell’apparato fonatorio, ne studia la fisiologia (il processo di fonazione) e fornisce criteri e terminologia per la classificazione dei foni 2. fonetica acustica: branca della fisica classica; studia i foni in base alla loro consistenza fisica e alle modalità di trasmissione 3. fonetica uditiva e percettiva: studia i foni in base al modo in cui vengono ricevuti, percepiti; a tal fine descrive l’anatomia e la fisiologia dell’apparato uditivo. 9. Che cos’è la linguistica? La linguistica è la disciplina che studia la lingua. La linguistica si riallaccia a tre settori fondamentali: 1. La natura 2. La cultura e la storia 3. Come poche altre discipline la linguistica ha intersezioni profonde con altre scienze: alcune quasi scontate, come la pedagogia, la letteratura, la filologia, l’antropologia, ecc.; altre molto meno, come la biologia, la genetica, l’etologia, le neuroscienze, l’informatica, la sociologia, ecc. Al di là del suo indubbio valore conoscitivo, la linguistica ha potenzialmente una forte utilità sociale: essa ci rende più consapevoli del reale funzionamento della lingua e delle implicazioni sociali delle nostre scelte linguistiche costituisce un ponte privilegiato per avvicinarci alla diversità non solo delle lingue, ma delle culture; aiuta a superare pericolosi pregiudizi e a elaborare politiche linguistiche consapevoli offre strumenti preziosi per migliorare lo studio è il trattamento delle patologie del linguaggio. Non solo: la linguistica ha numerose applicazioni pratiche con cui ci confrontiamo ogni giorno: quando apriamo un vocabolario; quando Word ci suggerisce errori o sinonimi; quando facciamo una ricerca su Google; quando Facebook ci chiede se vogliamo tradurre un post in una lingua diversa da quella che abbiamo impostato; quando dettiamo al cellulare un messaggio vocale; ecc. 18.Quali sono le differenze e le analogie fra deissi e anafora? Mentre la deissi fa riferimento a un’entità del co-testo che non è ancora stata menzionata nel testo, l’anafora rinvia a un referente del co-testo che è necessariamente già stato evocato prima nel testo. La differenza tra deissi e anafora può essere colta sulla base degli esempi seguenti: 1. nel capitolo 2 abbiamo presentato i mammiferi. In questo capitolo parleremo dei rettili (deittico: questo = il capitolo che stiamo leggendo, ovvero il capitolo 3) 2. nel capitolo 2 abbiamo presentato i mammiferi. In questo capitolo, in particolare, abbiamo presentato le caratteristiche dell’uomo (anafora: questo = il capitolo 2) 19.Quali sono le principali differenze fra analisi del discorso e analisi della conversazione? I due metodi sono molto diversi tra loro. In particolare l’analisi del discorso si rifà ai concetti e alla metodologia tipici della linguistica. Le procedure consistono nell’individuazione di un insieme di categorie di base o unità del discorso e nella formulazione di un insieme di regole di concatenazione, riferite alle categorie di base, che permettano di distinguere le categorie ben formate da quelle male strutturate; per stabilire quali discorsi siano coerenti si ricorre all’intuizione. Al contrario l’analisi della conversazione consiste in un modo rigorosamente empirico di affrontare i dati, evitando la costruzione di una teoria predefinita. I metodi sono induttivi, in contrapposizione a quelli deduttivi dell’analisi del discorso; si ricercano schemi ricorrenti in un gran numero di conversazioni spontanee, piuttosto che procedere all’immediata categorizzazione dei dati tipici dei primi lavori dell’analisi del discorso; si considerano le conseguenze interazionali ed inferenziali della scelta di un enunciato tra le varie alternative, invece di limitarsi ad un’ontologia teorica delle regole; infine si tende ad esaminare il maggior numero possibile di istanze di un fenomeno particolare all’interno di più testi al fine di definire le proprietà di un’organizzazione sequenziale del discorso e il modo in cui gli enunciati si dispongono per formare tali sequenze. 20.In che cosa consiste l’ipotesi di Sapir-Whorf? L’ipotesi Sapir-Whorf, dal nome degli studiosi che la proposero circa cent’anni fa, riprendendo le idee di pensatori ottocenteschi (come Herder o von Humboldt), è l’ipotesi più nota della relatività linguistica. Essa afferma che lo sviluppo cognitivo è individualmente influenzato dalla lingua che uno parla. Ricevette numerose critiche dai seguaci di Chomsky e della grammatica universale (p.es. Steven Pinker), ma fu ripresa dagli studiosi interessati alla linguistica cognitiva come George Lakoff. Si tratta di un dibattito complesso che resta ancora aperto. 21.Che cos’è l’origo? L’origo è il centro del campo indicale, vale a dire il punto di partenza nell’interpretazione del fenomeno deittico. L’origo corrisponde al parlante ed è l’elemento fondamentale pe far sì che il fenomeno deittico si realizzi. 22.Che cos’è la deissi? Quali sono i principali tipi di deissi? La deissi è il ricorso, da parte del parlante, a particolari elementi linguistici, come i pronomi personali, gli aggettivi dimostrativi (questo, quello, ecc.), gli avverbî di luogo e di tempo (qui, adesso, ecc.), detti elementi o fattori deittici, necessarî per precisare chi sia il soggetto parlante e chi il suo interlocutore, e per situare l’enunciato nello spazio e nel tempo. Si distinguono tre tipi principali di deissi: 1.deissi personale comprende le espressioni che fanno riferimento alle persone che partecipano alla comunicazione, innanzitutto al parlante e all’interlocutore 2.deissi spaziale si manifesta attraverso le espressioni che fanno riferimento al luogo in cui si trova il parlante nell’atto di comunicare. La deissi spaziale espressa dalla lingua è caratteristicamente anche accompagnata da gesti 3.deissi temporale riguarda le espressioni che fanno riferimento al momento dell’enunciazione. 23.Quali sono le massime di Grice? Grice faceva derivare da un principio di cooperazione 4 tipi di massime: 1) quantità, che afferma che chi parla deve dare un contributo tanto informativo quanto è richiesto; 2) qualità, che afferma che chi parla deve cercare di dare un contributo vero, nel senso che non deve dire falsità o cose di cui non ha prove; 3) relazione, che afferma che chi parla deve farlo in modo pertinente all’argomento della conversazione; 4) modo, che afferma che chi parla deve essere ordinato nell’esposizione, evitando l’ambiguità o la prolissità. 24.Descrivere la storia della sociolinguistica Il termine cominciò a essere usato negli anni 1950 (sporadicamente anche prima). La nuova disciplina cominciò ad affermarsi con potenza negli Stati Uniti negli anni 1960. Fra i padri fondatori: Labov (soprattutto), Fishman, Dell Hymes. In Italia: Cardona. Ragioni: mescolanza etnica e culturale (melting pot) e dimensione antropologica della ricerca linguistica. I problemi di pianificazione linguistica, alfabetizzazione, standardizzazione e insegnamento della lingua materna sorti nel secondo dopoguerra (terzo mondo e via di sviluppo) non potevano far passare inosservate le varietà linguistiche e i problemi connessi agli usi linguistici più svariati. Inoltre, grazie allo sviluppo della tecnologia, tantissimi fenomeni linguistici prima sfuggenti perché confinati alla lingua parlata, si possono finalmente registrare e quindi studiare in maniera sistematica e approfondita. 25.Descrivere la storia della pragmatica La pragmatica ha origine nella filosofia del linguaggio. Vi hanno contribuito Charles Morris, Rudolf Carnap, Charles Peirce. Le riflessioni risalgono agli anni 1930, anche se la pragmatica si affermerà nei decenni successivi. Negli anni 1950 assistiamo a un ampliamento di prospettive: dalla filosofia analitica si diramano la filosofia del linguaggio ma anche la filosofia del linguaggio ordinario. Negli anni 1950-1960: a Oxford si sviluppa la scuola incentrata appunto sulla filosofia del linguaggio ordinario. Anni 1960 – inizio 1970: alcuni allievi di Chomsky, si prefissero di svuotare la famigerata pattumiera pragmatica della linguistica e misero in discussione la concezione chomskyana che vedeva la lingua come uno strumento astratto, mentale, indipendente dai suoi usi e funzioni. Nel 1983 venne pubblicato il famoso manuale Pragmatics, ad opera di Stephen Levinson, che consacrò definitivamente la Pragmatica come una importante disciplina accademica. In seguito Due scuole di pensiero: la scuola Anglo-Americana vs Scuola Continentale Europea: 1. Scuola Anglo-Americana: lo studio sistematico del significato in funzione dell’uso. La pragmatica rifletterebbe una concezione modulare della mente umana. 2. Tradizione Continentale: la pragmatica NON fa parte del nucleo della teoria linguistica; presenterebbe una prospettiva funzionale di tutti i componenti fondamentali e non fondamentali. Sarebbe quindi trasversale, inglobando anche ambiti non centrali, come la linguistica educazionale, l’analisi del discorso e la sociolinguistica. 26.Che cos’è un dialetto? Il dialetto è quel sistema linguistico subordinato ad una lingua standard con la quale è strettamente imparentato e in confronto alla quale ha una diffusione più limitata. Un dialetto ha una propria storia e una propria struttura diversa dalla lingua standard, ad esempio i dialetti italiani come il campano o i dialetti italo-romanzi sono subordinati all’italiano nel senso che il dialetto copre gli usi bassi cioè quelle di lavoro o di commercio oppure dettati da questioni di sopravvivenza. Un pidgin è un sistema linguistico semplificato che presenta fenomeni di semplificazione che rendono la grammatica autonoma e ben diversa da quella delle lingue di partenza. Un pidgin non ha parlanti nativi perché non è di per sé lingua materna di un gruppo di parlanti. Col tempo però tuttavia il pidgin può essere trasmesso come lingua materna presso una comunità di parlanti: quando ciò accade, un pidgin si sviluppa in creolo. Il CREOLO nasce come lingua materna, e quindi come strumento di comunicazione principale, di una comunità, un creolo è quindi utilizzato non solo per i bisogni comunicativi essenziali ma viene usato in domini di impiego diversificati e sviluppa un lessico e una grammatica più elaborati di quelli del pidgin da cui ha origine. 33.Che cosa si intende per koinè e koneizzazione? La koineizzazione è un esempio di fenomeno di convergenza orizzontale: si tratta di un processo diviso in 2 fasi: la prima fase è caratterizzata dalla mescolanza caotica di tratti linguistici provenienti da varietà differenti e la seconda fase è una fase di livellamento delle differenze vernacolari più marcate. Un processo di koineizzazione può anche sfociare nell’emergenza di una nuova varietà di lingua portando alla formazione di una koinè cioè una varietà di contatto costituita da tratti linguistici di più varietà. Un esempio di koineizzazione è in Ticino dove la comunicazione tra parlanti di dialetti ticinesi diversi, in contatto quotidiano ad esempio per lavoro, si caratterizza per la rinuncia di tratti vernacolari più marcati. 34.Come si può definire la pianificazione linguistica? La posizione sociale di una lingua può essere soggetta ad interventi programmati a modificarla, e l’insieme di questi provvedimenti linguistici, politici e legislativi per conferire lo status alla lingua e per migliorare la posizione sociale delle lingue svantaggiate va sotto il nome di pianificazione linguistica. 35.In sociolinguistica, qual è la differenza fra una variabile e una variante? In sociolinguistica una delle nozioni importanti è quella di variabile, cioè un insieme di modi diversi di dire la stessa cosa, ognuno dei quali è correlato a qualche tratto extralinguistico. Ciascuno di questi modi diversi è una variante. Una delle varianti di una variabile è sempre la variante standard. Tra i diversi fattori extralinguistici che entrano in correlazione con varianti di variabili ci sono la provenienza geografica e il livello di istruzione del parlante. 36.Che cosa sono l’essenzialismo e il costruttivismo in sociolinguistica? Da un punto di vista teorico per quanto riguarda il concetto di identità sociale si contrappongono in sociolinguistica due posizioni: 1) Essenzialismo: esiste una struttura sociale che agisce sulla lingua e fornisce l’etichetta dell’identità. Questa posizione presuppone che le categorie della struttura sociale esistano di per sé indipendentemente dai parlanti e dal loro lavoro di rappresentazione della loro identità; 2) Costruttivismo sociale = la struttura sociale è creata e mantenuta dalla lingua poiché è il parlante che con il suo agire linguistico e attraverso il suo stile sociale a fornire le categorie interne di riferimento. Nella prospettiva essenzialista è la struttura sociale a fornire il significato sociale delle variabili sociolinguistiche, mentre nella prospettiva costruttivista il significato sociale delle variabili è attribuito e prodotto dai parlanti stessi riconosciuti come attori della comunicazione. 37.Che cosa hanno in comune la linguistica femminista e la questione del politically correct? La lingua è uno strumento essenziale di azione politica; infatti il linguaggio verbale permette la propaganda politica, la persuasione e l’ottenimento del consenso. Circa il far politica con la lingua, due dimensioni molto sviluppate in anni relativamente recenti sono la questione del cosiddetto politically correct (politicamente corretto) e quella della linguistica femmininista. Entrambe le questioni hanno la consapevolezza che la lingua sia un potente veicolo di svantaggi e discriminazioni sociali che possono concernere aspetti razziali, etnici, religiosi… Di qui la critica a tutti gli impieghi della lingua che diano forma a tali discriminazioni (politically correct). 38.Che cosa si intende per segnali discorsivi? Esempi? I segnali discorsivi (detti anche marcatori discorsivi) sono elementi linguistici (parole, espressioni, frasi), di natura tipicamente pragmatica, diffusi in specie nella lingua parlata, che, a partire dal significato originario, assumono ulteriori funzioni nel discorso a seconda del contesto: sottolineano la strutturazione del testo, connettono elementi nella frase e tra le frasi, esplicitano la posizione dell’enunciato nella dimensione interpersonale, evidenziano processi cognitivi in atto. I segnali discorsivi costituiscono una classe non morfologica o lessicale ma funzionale. Appartengono infatti a varie categorie: congiunzioni (per es., ma), avverbi (per es., praticamente), forme verbali (per es., diciamo, dai), clausole intere (per es., per così dire). Esempi: (1) ma non dire stupidaggini! (2) praticamente sei un drago (3) un filo invadente, diciamo. 39.Che cosa si intende per dominio? Ogni situazione comunicativa è irripetibile e illimitatamente variabile e per essere messa in correlazione con altre situazioni comunicative si ricorre al concetto di dominio, cioè un insieme di situazioni sociali riferite ad una medesima sfera di esperienza e di attività, con la presenza comune di determinati ruoli, scopi e norme che definiscono un ambito specifico della vita sociale degli individui; i tipici domini sono la famiglia, la scuola, la religione, il lavoro e il giro di amicizie. 40.Che differenza c’è fra punto linguistico e spazio linguistico? Il punto linguistico è l’unità minima socio-geograficamente rilevante dal punto di vista della geografia linguistica e della sociolinguistica. Lo spazio linguistico è l’ambito entro il quale un locutore può collocarsi variamente aderendo alle esigenze di immediatezza espressiva o di formalità, di adesione a usi e a forme più tipicamente locali o, invece, di circolazione più vasta e generale. 41.Qual è il grande paradox formulato da Labov? A livello pragmatico, è stata sottolineata la tendenza delle donne ad adottare un modello di interazione verbale basato sulla politeness (cortesia) e sull’espressione delle proprie emozioni e dei sentimenti; al contrario gli uomini comunicano in modo pratico e diretto e questo causa facilmente delle incomprensioni nella comunicazione tra uomo e donna, ragion per la quale essi molte volte non si capiscono portando allo sviluppo di quello che Labov chiama “paradosso del genere” che consiste nel fatto che le donne mostrano meno deviazioni dalla norma linguistica quando le deviazioni sono apertamente censurate, mentre deviano più degli uomini quando le innovazioni non sono censurate. 42.Che cosa si intende per pragmalinguistica? La pragmalinguistica è una teoria della comunicazione linguistica, anche come influenzare le persone attraverso i messaggi verbali = propaganda politica. 43.Che cosa si intende per sociopragmatica? La sociopragmatica chiama in causa un uso della lingua vincolato da fattori sociali. Da quest'ultima definizione è possibile tracciare un profilo della competenza sociopragmatica come abilità di adattare le strategie linguistiche, ossia la scelta di determinate forme linguistiche in modo appropriato alle diverse variabili sociali in gioco. 44.Che cos’è la linguistica dei corpora? 52. La sociolinguistica nella sua dimensione variazionista è 53. caratterizzata dall'analisi delle correlazioni tra le variabili linguistiche, in particolare fonetiche e 54. morfosintattiche, e le varianti non linguistiche (ad esempio classi sociali dei parlanti, età e sesso). 55. Questo tipo di correlazione è un ambito principale della ricerca sociolinguistica. La disciplina, oltre 56. a questa dimensione definita variazionista, ha riguardato successivamente anche altri aspetti, temi 57. e problemi, come i rapporti tra gli usi della lingua e le classi sociali, l'analisi del discorso e della 58. conversazione, il riflesso delle ideologie nel linguaggio, ecc. 59. La sociolinguistica percorre due strade principali: un indirizzo variazionistico che tiene conto dei 60. parametri della diatopia (luogo), diastratia (classi sociali), diafasia (registro), analizzando repertori 61. del parlato, per cui si parte dall'analisi dei fatti sociali per arrivare a quelli linguistici, e questi 62. vengono descritti e spiegati in termini di
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