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L'età di Cesare e la fine della Repubblica e Ottaviano Augusto, Dispense di Storia

Un'analisi storica dell'Italia nel primo secolo a.C. e della figura di Cesare e Ottaviano Augusto. Si parla delle campagne di Pompeo, della guerra servile, della guerra contro i Pirati e di Mitridate re del Ponto. Inoltre, si analizza l'ascesa di Cesare, la guerra civile tra Cesare e Pompeo e la fine della Repubblica. Si passa poi ad analizzare la figura di Ottaviano Augusto, la sua politica culturale e religiosa, la riforma militare e fiscale e l'organizzazione amministrativa dell'Impero.

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 26/01/2024

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antonio-flotta 🇮🇹

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Scarica L'età di Cesare e la fine della Repubblica e Ottaviano Augusto e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! Indice 1 L’età di Cesare e la fine della Repubblica 3 1.1 Le campagne di Pompeo (76 - 62 a.C.) . . . . 4 1.1.1 La riconquista della Spagna (76 a.C.) . 4 1.1.2 La guerra servile (la rivolta di Spartaco) 5 1.1.3 La guerra contro i Pirati (67 a.C.) . . . . 6 1.1.4 La guerra contro Mitridate re del Ponto (66 a.C.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 1.1.5 La congiura di Catilina . . . . . . . . . . 7 1.1.6 Il ritorno a Roma di Pompeo . . . . . . . 8 1.2 L’ascesa di Cesare . . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.2.1 Il primo triumvirato e il consolato di Cesare 9 1.2.2 La guerra gallica (De bello gallico) . . . 10 1.3 La guerra civile tra Cesare e Pompeo . . . . . 11 1.4 Cesare padrone di Roma . . . . . . . . . . . . 14 1.4.1 Il programma riformatore di Cesare . . . 14 1.4.2 La fine di Cesare . . . . . . . . . . . . . 15 1.5 La fine della Repubblica . . . . . . . . . . . . . 16 2 Ottaviano Augusto 21 2.1 Augusto garante della pace e delle istituzioni repubblicane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 1 2 INDICE 2.2 L’organizzazione amministrativa dell’Impero . . 25 2.2.1 Panem et Circenses . . . . . . . . . . . 26 2.3 La riforma militare . . . . . . . . . . . . . . . . 27 2.4 La riforma fiscale . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 2.5 Le iniziative economiche . . . . . . . . . . . . . 28 2.6 La politica culturale e religiosa . . . . . . . . . 29 2.6.1 Il richiamo ai costumi tradizionali . . . . 29 2.6.2 Progressiva emancipazione delle donne 30 2.6.3 La politica religiosa di Augusto . . . . . 31 2.6.4 La cultura al servizio del potere . . . . . 31 2.6.5 L’istruzione nell’antica Roma . . . . . . 33 Capitolo 1 L’età di Cesare e la fine della Repubblica Nel primo secolo a.C. Roma attraversa un periodo di grande instabilità e di scontri sociali dovuti soprattutto al protagoni- smo di nuove personalità politiche e militari che anteponevano le proprie ambizioni agli interessi dello Stato. Tra i principa- li protagonisti di questa epoca vi furono: Pompeo, Crasso e Cesare, Marco Antonio e Ottaviano. 1.1 Le campagne di Pompeo (76 - 62 a.C.) Gneo Pompeo era discendente di una nobile famiglia, fu uno dei principali luogotenenti di Silla e si distinse nella lotta contro Mario per le su capacità militari al punto da ricevere l’appel- lativo di "Magno". Infatti, è spesso ricordato come Pompeo 3 4CAPITOLO 1. L’ETÀ DI CESARE E LA FINE DELLA REPUBBLICA Magno, cioè, Pompeo il Grande. Il Senato si servì di Pompeo per domare alcune rivolte. Grazie alle vittorie ottenute sui ri- voltosi divenne uno dei personaggi più potenti nella Roma del I secolo a.C. 1.1.1 La riconquista della Spagna (76 a.C.) I seguaci di Mario sfuggiti alle persecuzioni di Silla si rifugiaro- no in Spagna e si raccolsero sotto la guida del generale Quin- to Sertorio. Grazie alla sua abilità, Sertorio riesce a mettere la Spagna sotto il suo controllo. Il Senato allora decise di in- viare in Spagna Gneo Pompeo con il compito di riportare la Spagna sotto il controllo di Roma. Pompeo riesce a riportare la Spagna sotto il controllo di Roma anche perché Sertorio fu ucciso a tradimento. Con la riconquista e la pacificazione della Spagna a Roma non finisce il periodo di instabilità. Al contrario, da questo momen- to, si succedono una serie di guerre dovute soprattutto alla mania di protagonismo di generali e politici. 1.1.2 La guerra servile (la rivolta di Spartaco) Nel 73 a.C., un gruppo di gladiatori, guidati da Spartaco, si ribellarono e diedero vita ad una pericolosa rivolta. In breve tempo, Spartaco riuscì a formare un esercito di circa 70.000 uomini, che erano soprattutto schiavi fuggitivi. Il Senato impie- gò 3 anni per sconfiggere l’esercito degli schiavi. La rivolta fu domata da Pompeo e da Marco Licinio Crasso, un ricchis- simo rappresentante dei cavalieri. Domata la rivolta, i due si accordarono e si candidarono entrambi al consolato, violando le limitazioni imposte da Silla. Il Senato si oppose, ma riusci- rono ugualmente a diventare consoli con l’aiuto dei popolari. 1.1. LE CAMPAGNE DI POMPEO (76 - 62 A.C.) 5 Anche se entrambi erano stati luogotenenti di Silla, diventati consoli si schierarono con i popolari e distrussero gran parte delle opere di Silla: restituirono autorità ai censori e ai tribuni della plebe, restituirono i tribunali sulla corruzione ed il sistema tributario al controllo dei cavalieri. 1.1.3 La guerra contro i Pirati (67 a.C.) Finito il consolato, Pompeo visse come privato cittadino. Tut- tavia, nel 67 a.C. fu nominato comandante supremo nella lotta contro i pirati. Da tempo, i pirati infestavano il Mediterraneo e addirittura erano arrivati ad assalire il porto di Ostia rendendo difficile per i Romani il rifornimento di viveri dall’Oriente. Anche se l’impresa sembrava molto difficile, Pompeo riuscì in soli 3 mesi a sconfiggere i pirati e a liberare il Mediterraneo. 1.1.4 La guerra contro Mitridate re del Ponto (66 a.C.) Quando Roma era impegnata nella riconquista della Spagna, Mitridate si impadronì della Bitinia regione che il re Nicomede III aveva lasciato in eredità al popolo romano. Dopo un inizio incerto, il comando venne affidato a Pompeo che sconfisse Mi- tridate nel giro di un anno. Con questa vittoria, Pompeo con- solidò il dominio di Roma sull’Asia Minore. Molto importante dal punto di vista economico fu la conquista della Siria dove confluivano le vie delle carovane che portavano in Occidente dall’India merci di gran valore. Alla fine del 62 a.C., dopo 6 an- ni di assenza, Pompeo tornò a Roma carico di gloria, denaro e potere. 8CAPITOLO 1. L’ETÀ DI CESARE E LA FINE DELLA REPUBBLICA Catone Uticense) che erano in grado di convincerlo a rompere il patto. 1.2.2 La guerra gallica (De bello gallico) Cesare sa bene che per essere all’altezza di Pompeo deve conquistare il prestigio militare, deve in qualche modo vincere delle campagne militari. Il pretesto gli viene offerto dagli Edui, una delle tante tribù in cui erano suddivisi i Galli. Gli Edui chie- dono l’intervento dell’esercito romano per fermare la minaccia degli Elvezi, una popolazione germanica situata nel territorio dell’attuale svizzera. Cesare intervenne e sconfisse gli Elvezi in poco tempo. La stessa sorte toccò agli Svevi, altra popola- zione germanica. Dopo questi successi decise di conquistare tutta la Gallia che venne allora romanizzata. Dopo la conqui- sta della Gallia, organizzò una spedizione al di là del canale della Manica e conquistò anche la Britannia. Nel frattempo i Galli, guidati dal giovane Vercingetorige, si ribellano e scon- figgono Cesare a Georgovia. La situazione per Cesare era diventata difficile, ma riuscì comunque ad accerchiare il nemi- co ad Alesia e a costringerlo alla resa. Dopo questa vittoria, la Gallia passò definitivamente sotto il controllo di Roma. 1.3 La guerra civile tra Cesare e Pom- peo Mentre Cesare trionfava nelle sue campagne militari contro i Galli, a Roma c’erano malumori e non mancavano le critiche nei suoi confronti e nei confronti del triumvirato. Cesare, te- mendo di perdere le sue province, decise di rafforzare il trium- virato. Cosi, nel 56 a.C. si incontrò con Pompeo e Crasso a 1.3. LA GUERRA CIVILE TRA CESARE E POMPEO 9 Lucca. I tre decisero di farsi attribuire dai comizi il governo di alcune province per 5 anni: • a Pompeo quello dell’Africa e della Spagna; • a Crasso quello della Siria; • a Cesare la proroga del controllo della Gallia. Quanto avevano pattuito venne approvato con un plebiscito. Questo era la dimostrazione che i triumviri avevano il comple- to controllo politico di Roma. Tuttavia, il triumvirato non dura molto. Infatti, Crasso, deside- roso di ottenere il prestigio militare, intraprende una campagna militare contro i Parti. Ma la spedizione fu un clamoroso disa- stro e lo stesso Crasso venne ucciso in battaglia. Il triumvirato perde cosi uno dei suoi componenti. Inoltre, muore Giulia, fi- glia di Cesare e moglie di Pompeo. Con la morte di Giulia, della moglie, Pompeo non si sente più vincolato a Cesare e cosi poco dopo passa con il Senato dal quale riceve la carica di console senza collega, una specie di dittatura, con il com- pito di riportare l’ordine a Roma. Pompeo allora, approfittando del suo enorme potere, decide di togliere la Gallia al control- lo di Cesare. Cesare non ubbidisce e la guerra civile diventa inevitabile: al comando di una sola legione, Cesare scende in Italia, attraversa il Rubicone, il fiume che delimitava il confine del pomerio, e marcia verso Roma. Pompeo, preso alla sprov- vista dalla mossa di Cesare, si rifugiò prima a Brindisi e poi in Grecia, dove allestì un esercito di 11 legioni e una flotta di 600 unità. Cesare, ormai padrone di Roma, convinse i pochi se- natori rimasti a passare dalla sua parte e fece costruire una nuova flotta. Quindi, attaccò i pompeiani in Spagna (49 a.C.) e in Grecia dove li sconfisse a Farsàlo (48 a.C.). Pompeo si rifugiò in Egitto, ma qui il giovane faraone Tolomeo XIII lo fe- ce uccidere. Cesare non apprezzò affatto questo gesto e cosi 10CAPITOLO 1. L’ETÀ DI CESARE E LA FINE DELLA REPUBBLICA tolse l’Egitto a Tolomeo e lo affidò alla sorella Cleopatra. Re- stava ancora un forte nucleo di pompeiani in Numidia, Cesare li affrontò e li sconfisse a Tapso (46 a.C.). I capi sopravvis- suti si suicidarono pur di non finire nella mani del loro nemico. Cesare unì la Numidia all’Africa e formò una nuova provincia La Nuova Africa. A questo punto, Cesare torna a Roma dove celebra il trionfo delle sue vittorie, ma subito dopo partì per la Spagna dove erano rimasti gli ultimi pompeiani che sconfisse a Munda. Cesare è ormai padrone incontrastato di Roma. 1.4 Cesare padrone di Roma 1.4.1 Il programma riformatore di Cesare Ritornato a Roma da padrone assoluto, Cesare mostrò cle- menza nei confronti dei suoi avversari. Non creò liste di pro- scrizione né confiscò beni, ma volle subito realizzare alcune riforme. In campo economico: • incoraggiò lo sviluppo dell’agricoltura, dell’industria e del commercio; • risanò le casse dello Stato. In campo sociale: • distribuì terre ai veterani e ai poveri, secondo il program- ma dei Gracchi; • protesse il lavoro libero contro quello degli schiavi e la piccola proprietà contro il latifondo; • diede lavoro alla massa dei disoccupati facendo realiz- zare grandi opere pubbliche; 1.5. LA FINE DELLA REPUBBLICA 13 anch’egli un generale di Cesare. Nasceva cosi, il secondo triumvirato che, a differenza del primo, non era un accordo tra privati, ma era una vera magistratura al di sopra di tutte le altre. Infatti, il popolo romano assegnò ai triumviri poteri straordinari per 5 anni. Per prima cosa, i triumviri si vollero li- berare dei loro nemici, furono create nuove liste di proscrizione e furono uccisi più di 300 senatori e più di 3000 cavalieri. Poi decisero di affrontare Bruto e Cassio che avevano organizzato un esercito in Grecia. I triumviri li sconfissero definitivamen- te nella pianura di Filippi, ai confini orientali della Macedonia. Bruto e Cassio si suicidarono. A questo punto, i tre decisero di spartirsi le province: Antonio prese quelle orientali, Lepido l’Africa, Ottaviano l’Italia e le province occidentali. In seguito alla spartizione delle province, Antonio si stabilì ad Alessandria d’Egitto, si legò alla regina Cleopatra anche se era sposato con Ottavia, sorella di Augusto, e si comportava come un sovrano orientale. Questo stile di vita fece apparire Antonio come un traditore; Ottaviano ne approfittò e si impose come l’unico difensore degli interessi di Roma. Allora, Otta- viano tolse l’Africa a Lepido e lo costrinse ad accettare solo la carica di pontefice massimo, poi dichiarò guerra a Cleopatra e all’Egitto (32 a.C.). Lo scontro fu breve e si concluse con la vittoria di Ottaviano nella battaglia di Azio, vicino alle coste greche, nel 31 a.C. Antonio e Cleopatra riuscirono a scappare in Egitto, ma inseguiti dalle truppe di Ottaviano, si suicidarono insieme l’anno dopo (30 a.C.). 14CAPITOLO 1. L’ETÀ DI CESARE E LA FINE DELLA REPUBBLICA Capitolo 2 Ottaviano Augusto 2.1 Augusto garante della pace e delle istituzioni repubblicane Con la vittoria nella battaglia di Azio, vinta da Ottaviano con- tro Antonio e Cleopatra, finisce il periodo delle guerre civili ed inizia un lungo periodo di pace, durato circa 45 anni, noto co- me pax Augusta. Durante questo periodo fu chiuso il tempio di Giano, tempio che rimaneva aperto solo nei periodi di guerra e che era rimasto aperto fin dai tempi della prima guerra punica. Per commemorare questo lungo periodo di pace fu eretta, nel Campo Marzio, l’Ara Pacis, Ara della Pace, un altare decorato con scene che rappresentano la pace e la prosperità conqui- state. Ottaviano si presenta come il restauratore dell’ordine e del- la pace, ma per governare in modo efficiente un territorio cosi vasto ha bisogno di una nuova forma di governo. Introduce 15 18 CAPITOLO 2. OTTAVIANO AUGUSTO provincia senatoria era guidata da un proconsole nominato dal senato. Le province imperiali, invece, comprendevano territori che non erano stati definitivamente pacificati. Erano ammini- strate da legati legati, governatori scelti direttamente dall’im- peratore prevalentemente dall’ordine dei cavalieri. L’Egitto, invece, fu trasformato in un dominio personale del- l’imperatore governato da un suo diretto rappresentante il pre- fetto dell’Egitto. Tra l’altro, Augusto aveva vietato ai senatori di entrare in Egitto senza autorizzazione. 2.2.1 Panem et Circenses Augusto si assicurò il consenso della plebe con regolari distri- buzioni gratuite di grano (panem dette anche frumentazioni) e con l’organizzazione di grandiosi spettacoli pubblici (circen- ses), come le lotte tra gladiatori, i combattimenti con gli animali e le corse dei carri tirati da cavalli. Le frumentazioni, quindi, ebbero una duplice funzione: da un lato era una misura as- sistenziale con la quale si forniva cibo alle masse popolari, dall’altra fu una misura politica con la quale si otteneva il con- senso popolare. Le frumentazioni erano già state introdotte all’epoca della Re- pubblica, ma si amplificarono sotto l’impero grazie alla gran- de disponibilità di grano che proveniva dall’Egitto. Quindi, l’e- spressione panem et circenses si riferiva ad un meccanismo di potere che aveva una grande influenza sul popolo romano, uno strumento in mano al potere per far cessare i malumori delle masse, malumori che spesso venivano espressi durante gli spettacoli (circenses). 2.3. LA RIFORMA MILITARE 19 2.3 La riforma militare In campo militare, Ottaviano congedò oltre 150.000 veterani e ridusse il numero delle legioni da 60 a 25. Inoltre, introdusse: • 9 coorti di guardie imperiali, i pretoriani, guidate da un prefetto del pretorio; • 4 coorti urbane per difendere la capitale; • 8 coorti di vigili, che avevano il compito di spegnere gli incendi, tenere d’occhio i ladri e domare qualsiasi disor- dine. La flotta venne riorganizzata e dislocata in diverse basi navali, due delle quali permanenti: quella di Miseno presso Napoli per controllare il Tirreno e quella di Ravenna per controllare l’Adriatico. 2.4 La riforma fiscale In campo fiscale, la principale novità fu l’introduzione di tre tasse a carico dei ceti più abbienti, che fino a quel momen- to erano stati esenti dal pagamento delle tasse: la tassa di successione per patrimoni di una certa entità, la tassa sulla liberazione degli schiavi e la tassa sulle compravendite. Con i ricavati da queste tasse fu creato l’erario militare con il quale venivano pagate delle somme premio ai militari con- gedati, somme che assicuravano loro la possibilità di avviare una attività economica nella vita civile. Il resto rimase sostanzialmente inalterato: l’economia roma- na continuava a reggersi sulle tasse pagate dalle province e 20 CAPITOLO 2. OTTAVIANO AUGUSTO il denaro che arrivava dalle province alimentava sia il patrimo- nio personale dell’imperatore (fiscus) sia le casse dello stato (aerarium). 2.5 Le iniziative economiche In campo economico, Augusto cercò di valorizzare l’agricoltu- ra mediante il ritorno alla vita dei campi dei veterani congedati. Notevole fu anche lo sviluppo dei commerci grazie alla realiz- zazione di una ampia rete stradale che garantiva facili sposta- menti da una parte all’altra dell’impero. Lo sviluppo commer- ciale fu favorito anche dalla diffusione della lingua latina: la possibilità di essere capiti in ogni angolo dell’impero favorì lo spostamento delle merci. Realizzò anche un servizio posta- le efficiente che tramite dei corrieri garantiva collegamenti tra Roma e le altre città dell’impero. 2.6 La politica culturale e religiosa 2.6.1 Il richiamo ai costumi tradizionali Augusto cercò moralizzare la società e, quindi, di recupera- re il mos maiorum, le buone abitudini degli antichi. A tal proposito introdusse: • le leggi suntuarie che punivano il lusso eccessivo; • le leggi Giulie, per favorire il matrimonio, aumentare la natalità e ridurre i divorzi. Questi provvedimenti ebbero, tuttavia, effetti modesti perché la società romana era troppo cambiata ed era poco propensa,
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