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La Prima Guerra Mondiale e l'Ascesa del Totalitarismo: Austria, Italia e Germania, Appunti di Storia

La pace di vienna del 1866, la costituzione della confederazione dei statuti del nord in germania, l'espansione italiana in africa e l'inizio della prima guerra mondiale. Inoltre, vengono analizzate le tensioni tra austria, italia e germania, la nascita del totalitarismo in germania e italia, e la teoria di friedman e brzezinski sui regimi totalitari. Una panoramica storica di questi eventi e le conseguenze che hanno portato all'ascesa del totalitarismo in europa.

Tipologia: Appunti

2022/2023

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Scarica La Prima Guerra Mondiale e l'Ascesa del Totalitarismo: Austria, Italia e Germania e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA UNIFICAZIONE ITALIANA Il 17 marzo 1861, il re di Sardegna (Vittorio Emanuele II) viene proclamato primo re d’Italia per volontà della nazione e la capitale rimane Torino; nasce un nuovo soggetto politco e lo Stato già esistente si ingrandisce ancora di più (le leggi della Sardegna vengono estese a tutta la penisola italiana tranne Veneto, Trentino, Friuli e Lazio). L’italia del 1861 era molto arretrata, aveva un’economia agricola e i due terzi del sistema ferroviario si trovavano in Piemonte e Lombardia e il 70% del sistema era composto dal sistema agricolo, il 18% dall’industria e il restante dal terziario. La classe dirigente veniva dal centro nord (piemontesi, lombardi ed emiliani) e si concede il voto a coloro che avevano 25 anni, sapevano leggere/scrivere e pagavano una tassa di 40 lire annuali e solamente circa l’1,9% del paese possedeva queste caratteristiche. Un grande problema del paese era la lingua perché chi parlava italiano era una minoranza (per la maggior parte dialetti) e c’era una suddivisione tra paese legale (istituzioni) e paese reale (persone che lo compongono). PIEMONTESIZZAZIONE = l’Italia adotta la classe dirigente del Piemonte, quindi le sue leggi vengono estese a tutta l’Italia e dopo l’unificazione italiana la maggior parte dei prefetti erano provenienti dal Piemonte (c’era dunque una scarsa rappresentanza/partecipazione delle aree del sud). Nel mentre, nel sud dell’Italia si diffonde un fenomeno chiamato brigantaggio dove bande di briganti creavano problemi, in risposta a ciò l’Italia rispose con la legge “Pica” del 1863 dove viene inviato l’esercito italiano per reprimere il brigantaggio. Nonostante la repressione riuscì non verranno comunque mai risolti i problemi per il quale si crea questo fenomeno. DESTRA STORICA La classe dirigente che guidava il paese dal 1861 al 1876 era la destra storica, che si era prefissata due obiettivi principali da raggiungere: 1. Completamento dell’unità d’Italia (mancano ancora alcuni territori come il Veneto). 2. Sanare il deficit finanziario. Entrambi gli obiettivi vengono realizzati, inoltre nel 1866 promuove la terza guerra d’indipendenza prendendosi così il Veneto, mentre nel 1870 annette il Lazio e Roma (capitale). E nel 1876 si arriva al pareggio del bilancio grazie al ministro delle finanze: Trentino Sella. UNIFICAZIONE GERMANIA Gli eventi dell’unificazione italiana sono collegati a quelli dell’unificazione tedesca. A causa un conflitto tra Prussia e presidenti onorari, nel ’48 Francoforte si riunisce con un’assemblea e nascono due partiti: 1. la grande Germania: propone l'unione di territori di lingua tedesca (anche austriaci). 2. la piccola Germania: territori di sola lingua tedesca sotto la guida dei prussiani. Vince il secondo partito con il voto e l’assemblea offre la corona alla dinastia prussiana dei Hoenzollern cioè Federico IV che rifiuta perché non vuole ricevere il potere dal basso (assemblea) e non vuole accettare una guerra con l’Austria e non vuole assolutamente sapere. Nel 1861 divenne Re di Prussia GUGLIELMO I che nominò primo ministro OTTO VON di BISMARCK, fu un nobile proveniente dalla classe dei proprietari terrieri (junker), la classe dirigente del Regno. L'obbiettivo di Bismarck fu il rafforzamento militare e politico dello Stato prussiano. Bismarck era convinto che con i metodi parlamentari non sarebbe stato possibile unificare la Germania e che fosse necessario procedere ugualmente, anche senza l'approvazione parlamentare, al rafforzamento militare. Secondo Bismarck per raggiungere l'unificazione occorreva allontanare l'Austria dalla Germania e raccogliere tutti gli Stati tedeschi intorno alla Prussia. Intanto era già in atto un forte dissidio con l'Austria. Bismarck si alleò con l'Italia per sconfiggere gli austriaci; l'alleanza militare tra Prussia ed Italia venne sottoscritta nell'Aprile 1866; nel giugno dello stesso anno ebbero inizio gli scontri. Questa per l'Italia fu la 3° guerra d’indipendenza in cui le truppe italiane vennero sconfitte. La Prussia invece sconfisse l'Austria a Sadowa (Boemia meridionale). In seguito si firmò la pace di Vienna dove l'Austria cedette all'Italia il Veneto. In Germania nel 1866 venne costituita una CONFEDERAZIONE DEGLI STATI DEL NORD. All'unione di tutti gli Stati tedeschi sotto la guida prussiana mancavano gli Stati della Germania Meridionale. La conquista di questi Stati da parte della Prussia era ostacolata dalla Francia, che considerava pericoloso ogni altro ingrandimento della Prussia. Per Bismarck lo scontro con la Francia appariva necessario per unire alla Prussia anche gli Stati della Germania meridionale. La guerra tra le due potenze, Francia e Prussia, iniziò nel Luglio 1870. L'esercito francese fu accerchiato a Sedan e lo stesso Napoleone III fu fatto prigioniero. Nel Gennaio 1871 Parigi fu costretta a capitolare. Nel Maggio 1871 Parigi firmò la pace con la Prussia: la Francia dovette cedere alla Prussia l'Alsazia e la Lorena e pagare 5 miliardi di franchioro come indennità di guerra. A Varsailles i principi tedeschi proclamarono GUGLIELMO I imperatore di Germania salvando così la nascita dell'Impero Federale Germanico (REICH). L’italia, dato che non avevano più alcun vincolo con la Francia decise di prendersi il Lazio. Il 20 settembre 1870 nella “Breccia di Porta Pia” le truppe italiane entrano a Roma e la conquistarono. Nel 1876 intanto, l’Italia raggiunse il picco massimo di debito per diverse ragioni: o Le guerre costavano molto, i Savoia spesero tanto per le prime due guerre d’indipendenza ma soprattutto per la terza del 1866. o Unificando gli Stati vengono eliminate le tasse doganali e si perde un’entrata decisiva, di conseguenza calano le entrate. o Spese per investimenti infrastrutturali e ferroviari. Ci sono tante possibilità per sanare un debito, tra le quali si hanno: 1. Tassazione: un esempio la tassa sul macinato che colpì sia ricchi che poveri, e non era aggirabile. 2. Vendita dei titoli di Stato: era un prestito a interesse, ma aumentava il debito e non potevano essere venduti all’inifito e in modo continuativo. 1. Hobson (economico): dice che l’origine sta nella crisi di sovraproduzione e per ciò si ha bisogno di altri mercati con altre materie prime; tuttavia secondo lui questo processo era evitabile perché se io ho una sovraproduzione ho saturato il mercato, e se voglio allargare il mercato potevo aumentare il reddito (così le persone comprano di più). 2. Lenin: l’imperialismo era inevitabile dai presupposti di Marxiani. Marx (filosofo ebreo) era stato un teorico delle crisi sistemiche (sistema) e voleva capire il motivo per cui si presentavano. Un tempo c’era il sistema produttivo e questo sistema cessa, poi arriva quello feudatario ma anche questo cessa e si arriva al capitalismo dove il borghese sfrutta il proletario. Ogni flusso si interrompe per arrivare ad un altro sistema e così via. Tutti i sistemi sono basati sullo sfruttamento, c’è un oppressore e un oppresso. Se comprendo ciò, per la prima volta si velocizza la crisi e si arriva ad un sistema senza oppressi e oppressori: comunismo. I proletari erano gli operai delle fabbriche, erano gli oppressi e se lo capiscono dovranno fare una rivoluzione e realizzare il comunismo (non è possibile farlo pacificamente). Nel Comunismo per Marx non c’è la lotta di classe ed è una società senza uno Stato, poiché lo Stato è sempre lo strumento della classe dominante. Durante la fase intermedia in cui i proletari hanno il comando, la Dittatura devono raggiungere l’obbiettivo finale cioè smantellare lo Stato. Le idee di Marx e la sua filosofia è definita Marxiana e dice che il comunismo è “una società dove ognuno darà in base alle sue capacità e riceverà in base ai suoi bisogni”. Mentre ciò che ha ispirato si definisce in Marxista, Lenin lo era e attuerà una rivoluzione comunista e legge la storia con il tentativo di ciò. Il capitalismo non era altro che una concorrenza dove tutti volevano arricchirsi e una volta ottenuto la divisione dei territori si arriva all’aggressione delle altre potenze (Prima Guerra Mondiale). L’imperialismo è la fase suprema del Comunismo, poiché il capitalismo è aggressivo e competitivo e inevitabile. La Guerra Mondiale non è altro che una guerra dove i borghesi vogliono arricchirsi e da qui c’è la rivoluzione del comunismo, ma ciò nonostante il capitalismo non crolla. Teoricamente la frase transitoria non è mai stata superata (almeno in Russia) ma i comunisti sono convinti che il capitalismo crollerà un giorno per i problemi interni che ha. 3. Fieldhouse: fino a lui tutti avevano ragioni economiche finché lui non trova un motivo politico, dicendo che non ci sono solo queste. Riteneva che si sia trasferita su scala mondiale una conflittualità già esistente nella storia europea. Su scala mondiale si creano delle occasioni: governi deboli per cercare stabilità vanno dove c’è un vuoto di potere le potenze. Europa, Stati Uniti e la prima potenza non occidentale il Giappone. 4. Wehler: legge l’imperialismo in chiave sociale, invece di affrontare le tensioni interne le trasferiscono su scala mondiale per stabilizzare un problema interno. Wehler parla di imperialismo sociale (emergono dalla società stessa) e abbiamo visto che dalla metà dell’800 ci sono rivendicazioni sociali e questi disordini sono interni all’Europa. Per esempio in Germania fa in modo che il conflitto sociale si trasferisca in una situazione estera, un nuovo problema che scaccia quello prima. Anche l’Italia fa così “imperialismo straccione” con Libia. Nell’imperialismo il nazionalismo muta e comincia a diventare una superiorità e il volersi diversificare e si diventa molto più competitivi. Gli Stati durante il colonialismo sono già creati e il nazionalismo diventa molto più aggressivo e competitivo, facendo sì che le altre potenze diventino un qualcosa da superare. INDIA E CINA Alla fine del Settecento l’India era stata quasi tutta unificata sotto il dominio britannico, dopo essere stata conquistata attraverso la compagnia privata “Compagnia Delle Indie Orientali” un organismo che godeva della concessione di esercitare in regime di monopolio il commercio internazionale dei prodotti indiani determinando un trasferimento delle ricchezze dall’India all’Inghilterra. L’economia indiana fu subordinata da quella inglese, grazie a un’economia di piantagione con coltivazioni estese su grandi latifondi funzionali alle necessità inglesi. Venivano coltivati nell’India britannica il cotone (più adatto alla meccanizzazione e importante per la rivoluzione industriale) e il tè (Boston Tea Party in cui le colonie americane voleva comprare il tè in contrabbando) che era un commercio importantissimo, infatti la Royal Society venne mandata in India per scoprire i segreti del tè. In Pakistan (conquistata nel 1818) l’Inghilterra coltivò l’Oppio, una droga che non veniva utilizzata in Europa ma circolava in forma legale come medicinale (i cinesi volevano l’oppio e gli inglese cominciarono a contrabbandarlo lì portando ad un pareggio di bilanci dei due paesi visto che la Cina aveva la seta e la porcellana e il tè). Per l’Inghilterra era un compito di civilizzazione quello in India, poiché volevano occidentalizzare il paese visto che aveva delle pratiche incivili per loro. Cominciano ad esserci delle tensioni che sfociano in rivolte (1857-1858) come quella dei Sepoy cioè dei soldati indigeni del luogo (la compagnia privata possedeva le Indie e arruolavano facendo leva fra le divisioni interne). La protesta che diede inizio alla rivolta fu quando venne istituito un nuovo fucile dove la pallottola veniva ingrassata dai bovini e dai maiali, questo diede origine a tutto e il governo dell’Inghilterra fu costretto ad intervenire (compagnia delle Indie venne sciolta). Dal 1898 ci fu il controllo diretto dell’amministrazione del paese e la colonia passò sotto la sovranità della regina che fu rappresentata da un viceré in India con un parlamento al controllo: 13 rappresentanti del Consiglio di cui 6 delle colonie (minoranza). CINA La Cina era da sempre il luogo di produzione di sete e porcellane pregiate che venivano vendute in Europa. Aveva un’istituzione con un imperatore e una classe di funzionari che acquisivano potere e venivano scelti solo tramite esami severissimi e venivano chiamati “Mandarini”. La dinastia Mancese o Manciù e la dinastia Qing venivano dal nord e furono l’ultima a governare la Cina come impero. La Compagnia delle Indie orientali considerava il mercato cinese estremamente promettente e così si diedero al contrabbando dell’oppio che arrivava a Canton illecitamente e veniva spacciato in fumerie clandestine. Con i proventi del traffico della droga, la Compagnia finanziava l’acquisto di prodotti cinesi per il mercato europeo. Il fattore scatenante della guerra dell’Oppio fu dovuto all’imperatore che non era felice del contrabbando e requisì alcune navi nel porto di Canton. La PRIMA GUERRA dell’oppio fu dal 1839 al 1842 con la sconfitta cinese poiché la superiorità militare degli inglesi era molto più elevata e i primi furono costretti ad aprire i porti e chiesero anche un’isola Hong Kong che divenne una base permanente del narcotraffico e una data in cui sarebbe stata ridata ma dopo il secondo dopoguerra la Cina divenuta potenza cambia tutto). Nel 1997-98 passa di nuovo alla Cina ma essendo soggetti all’autorità britannica con la sua influenza, la Cina ha stabilito un periodo di transazione fino al 2047 per uniformare l’isola (un’altra situazione simile è il Taiwan). Nella SECONDA GUERRA dell’oppio (1856-60) anche altre potenze europee vollero entrarci come per esempio Francia e USA che obbligarono la Cina a firmare trattati per aprire i porti poi controllati dalle potenze. In Cina cominciarono ad esserci dei movimenti xenofobi come la società segreta che ritendendosi indignata dai continui cedimenti alle pressioni coloniali voleva ritornare all’antica grandezza della Cina: la protesta dei Boxers legata alle palestre delle arti marziali nel 1900. La critica verso il governo si concretizza con Sun Yat-Sen e il partito del popolo Kuomintang, infatti Yat-Sen era un medico che fece partire un movimento demo-repubblicano. Kuomintang era un partito del popolo che diceva che se la Cina non fosse in grado di sostenere le potenze straniere era perché doveva modernizzarsi (idea occidentale). Nel 1911 ci fu una ribellione che l’anno dopo portò nel sud della Cina una repubblica costituendo la fine della dinastia Mancese creando disordine (zone vicine alla Corea vogliono essere prese dal Giappone). Nelle campagne della Cina si diffuse il comunismo con il nome di Maoismo capendo che la rivoluzione doveva cominciare dai contadini (a livello ideologico non era in accordo con Yat-Sen) ma si allearono con Yat-Sen contro il Giappone. Ciò durò dagli anni trenta fino alla seconda guerra mondiale, dove nel dopoguerra cominciò una guerra civile in Cina con la vittoria di Mao. Nel 1949 nasce la repubblica popolare cinese e coloro che erano con Yat-Sen si rifugiano su un’isola pensando di far ripartire da lì l’invasione: Taiwan. Per noi europei la Cina vera era Taiwan, poi lentamente i rapporti con la Cina migliorarono e Taiwan restò solamente un paese dentro la Cina che diventò una super-potenza. Lo riconosciamo come paese indipendente ma non abbiamo comunque un’ambasciata (è protetta dagli Stati Uniti). GIAPPONE Il Giappone fu l’unico paese dell’Estremo Oriente a evitare la colonizzazione e il primo paese non Europeo a prendere una via capitalista dello sviluppo moderno. all’interno era proibito commerciare con occidentali (pena=morte) e formalmente al governo c’era l’imperatore che viveva come una divinità separata, a guidare effettivamente il paese era il Shogun che limitò di molto il potere dell’imperatore. Il Giappone si era del tutto chiuso a qualunque rapporto con paesi occidentali ma al fine di non subire l’umiliazione nazionale o la penetrazione commerciale accettarono di allacciare relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Però come in Cina, queste trasformazioni provocarono tensioni politiche fortissime. I Samurai si schierarono contro la politica del governo e non tolleravano più i vincoli feudali aprendo così una fase di guerre civili. Giolitti aveva un partito di notabili (fatto di un partito che vedeva nei rappresentanti dei leader che emergevano, contrario al partito di massa dove ci sono persone con caratteristiche che hanno un gruppo ristretto e un partito di massa che può entrare nella politica è il nazionalismo) e si conoscono tutti tra loro. Il divario fra nord e sud era dovuto a miglioramenti salariali e crescita economica sempre più in aumento al nord. Giolitti per risolvere questo squilibrio promulgò le leggi speciali 1904-1906 con provvedimenti speciali per favorire lo sviluppo industriale del sud:  Agevolazioni fiscali che finiscono per non modificare il tessuto produttivo poiché Giolitti non tocca il settore prevalenti, tanto che viene accusato e soprannominato “Ministro della malavita”. Non avendo toccato i latifondisti non voleva sradicare i rapporti arretrati che si basavano sull’infiltrazione di criminalità. In Sicilia i latifondisti che avevano tanti terreni e legami con le questure, non si occupavano manualmente dei terreni e li affidavano ad altre persone. I gabellieri gestivano cose per i loro padroni e facevano accordi e favori a loro nome. In Sicilia cominciano dunque a nascere organizzazioni criminali. Dal ’76 al 78 ci fu un’inchiesta parlamentare sulla situazione agricola del Sud sulla malavita. Giolitti quando venne criticato per la situazione del Sud diceva che il politico era come un sarto e facendo un vestito per un gobbo doveva tenermi la gobba. Accettò questa situazione per avere la maggioranza e controllare il paese. Se l’impresa libica era per i nazionalisti, quando conquistò la Libia venne criticato perché aveva spinto il paese a conquistare uno scatolone di sabbia dove non si poteva nemmeno coltivare ect (nel ’12 il petrolio non era così rilevante). BISMARK: POLITICA ESTERA Dopo la vittoria a Sedan del 1870, Bismark fu il capo con una strategia cioè essere il più forte e così ora passò ad una politica di equilibrio (ottenne la supremazia continentale sconfiggendo la Francia, invece l’Inghilterra aveva la supremazia sulle rotte e i commerci marittimi. Dunque cominciò una politica anti-francese, poiché la Francia aveva perso due regioni con le sconfitte (revanscismo = corrente di pensiero di carattere nazionalista, con un senso di vendetta dell’800 in seguito alla sconfitta subita dalla Francia). Nel 1878 convocò a Berlino un congresso per discutere delle tensioni nella penisola balcanica (la polveria d’Europa). Fu una risoluzione temporanea delle tensione e riuscì a tamponarle dove c’era l’impero ottomano in declino (perdita della Grecia e Crimea aggressione) e definito il “grande malato d’Europa”. I russi volevano inglobare i territori dell’impero ottomano e diventare una potenza europea: la Crimea era la soluzione poiché conquistandola si arriva alle coste mediterranee. I russi volevano ancora più oltre ad entrare nello scenario politico occidentale, poiché si sta diffondendo il nazionalismo. Nel ‘900 nasce il pan-slavismo cioè l’idea che tutti gli slavi devono unirsi. Nei Balcani c’erano nazioni sottomesse all’impero ottomano e quindi questi chiedono aiuto alla Russia per avere libertà ed autonomia (serbi e bulgari). L’idea che la Russia possa entrare nel cuore del mediterraneo non può essere accettata dall’Austria e Ungheria che avevano dovuto ridimensionare le loro idee politiche dopo aver perso l’Italia e il sud Europa. Quindi cominciarono a guardare i territori deboli, cioè i Balcani volendo ampliare i propri territori. Russia vs Austria, l’una non riesce ad accettare l’altra e nonostante Bismark riesca a calmare la situazione ciò non basterà. Serbi e bulgari guardano la Russia per aiuto e le tensioni sfociano in un conflitto nel 1876 dove la Russia entra a loro favore e vince contro gli ottomani. Pace di Santo Stefano dove si crea un grande stato bulgaro, riconosciuta indipendente la Serbia e autonomia della Bosnia-Erzegovina. Bismark dunque ha stabilito un ordine temporaneo: la Russia ha vinto ma comunque lo stato bulgaro limita il potere dei russi, Bulgaria è uno stato tributario agli ottomani che erano diventati troppo grandi e consolida infine il legame tra Austria e Erzegovina e da agli inglese Cipro. La Russia ricevette parte dell’Armenia per accettare ciò. Queste erano le dinamiche della PRIMA GUERRA MONDIALE, Bismark riesce ad evitarla per poco poiché il casus belli avvenne proprio nei Balcani. In sintesi nella politica estera c’è una competizione nell’area balcanica tra Austria e Russia, quest’ultima difende i paesi slavi cioè la Serbia e la Bulgaria. L’Austria invece vedeva una possibilità di espansione poiché l’impero ottomano era diventato debole ed era in crisi. Durante il Congresso di Berlino si trova un equilibrio, nel 1912-13 però ci sono altre due guerre balcaniche e a seguito di queste l’impero ottomano perde quasi tutti i suoi possedimenti nei Balcani. La Serbia diviene la maggiore potenza regionale nonostante deve limitarsi alla Bosnia degli austriaci. POLITICA INTERNA Bismark si dedica a un attacco ai cattolici che sono collocati nella Germania del sud (Baviera) e alcune zone polacche poiché teme sia un partito che spinge all’autonovismo filo austriaco. Contrasta l’influenza cattolica con il kulturkampf cioè una battaglia per la cultura dove scioglie l’ordine dei gesuiti, obbliga il matrimonio civile, controllo dello stato sulla chiesa cattolica e interrompe i rapporti diplomatici con la Santa Fede nel ’72. Nel 1875 nasce l’SPD il partito socialista tedesco, uno dei più forti di tutta Europa. Per questo nel 1878 Bismark emana delle leggi eccezionali: proibisce le assemblee, le attività pubbliche del partito e dei sindacati e sopprime i giornali di tutti i movimenti operai. La repressione è durissima e Bismark non può continuare la lotta con i cattolici ma con i socialisti. Bismark, inoltre, avvia il socialismo dalla cattedra dove attua riforme di carattere sociale cercando di svuotare il senso alla lotta operaia. E’ una concessione con lo scopo di contrastare i movimenti che potevano arrivare a moti rivoluzionari, una forma di paternalismo. Nel 1890 fu costretto alle dimissione perché due anni prima era divenuto kaiser (imperatore del reich) e avendo raggiunto la leadership in Europa non voleva sconvolgimenti, ma la sua politica non si accordava con le mire espansionistiche di Guglielmo II che voleva che la Germania diventasse una super-potenza al pari delle altre grandi, costituendo anche una flotta che potesse intimorire l’Inghilterra, facendo arrivare la Germania nell’arco di pochi anni a produrre più navi degli inglesi. Ciò causò la nascita di frizioni. PRIMA GUERRA MONDIALE L’Area fondamentale in cui si concentrano le tensioni sono i Balcani, in particolare tra Russia e Austria e Germania e Inghilterra. L’Austria e la Germania erano unite dalla triplice alleanza, in contrasto con Russia e Inghilterra a cui si allea anche la Francia. Nel 1882 con la triplice alleanza di Depretis si erano costruite alleanze incrociate, la Francia per evitare l’isolamento aveva costruito intese con altri paesi: prima con la Russia, poi Inghilterra creando una triplice intesa. L’Italia in quel momento si dichiarò neutrale poiché non vide obbiettivi. Il Casus Bellis avvenne il 28 giugno 1914 a Sarajevo, territorio nel quale l’Austria aveva un protettorato, dove l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando fu assassinato. Fu ucciso da Princip, un terrorista slavo legato a un’associazione filo-serba che voleva sollevare la Bosnia affinché gli slavi potessero rendersi indipendenti. L’Austria arrestò il colpevole e volle indagare direttamente sul territorio serbo, altrimenti sarebbero entrati in guerra (l’Austria consultò la Germania, ma non l’Italia). Di fronte al rifiuto ottenuto, cominciò la prima guerra mondiale. Gli austriaci attaccarono i serbi, i russi dichiararono guerra portando a conflitti. La Germania non poteva fare guerra su entrambi i fronti: la parte orientale con nemica la Russia, quella occidentale con Francia ed Inghilterra. Attuò il piano Schlieffen, entrò in guerra in un fronte per chiuderlo rapidamente e dedicarsi altro. Ciò poteva avvenire solamente cogliendo di sorpresa l’uno, e così succede invadendo Lussemburgo e Belgio puntando alla capitale ma incontrano una forte difesa da parte della Francia e degli inglesi che insieme reggono l’urto e creano un fronte occidentale. Quella che doveva essere una guerra lampo diventa ben presto una guerra di trincea. L’Italia venne corteggiata da tutti i fronti, poiché da una parte la Francia avrebbe potuto creare un fronte meridionale ma comunque era legata all’alleanza. All’Austria e Germania si allea la Turchia e i Bulgari in funzione anti-russa. Mentre con Russia, Francia e Inghilterra si alleano il Giappone, la Grecia e dal 1917 gli Stati Uniti. L’Italia non venne consultata prima dell’attacco e poiché la triplice alleanza aveva uno scopo difensivo nel 1914 si dichiarò neutrale. In Italia il parlamento si divise in due schieramenti: interventisti e neutralisti, pur essendo la maggioranza neutrale l’Italia entrerà comunque in guerra (Neutralisti: giolittiani, socialisti e cattolici). Giolitti sosteneva che l’Italia non fosse pronta alla guerra e si poteva trarre vantaggio contrattando la neutralità. I Socialisti ritenevano che lo Stato fosse in mano alla classe dominante, pertanto i lavoratori non doveva allearsi tra di loro ed evitare in entrare in guerra per ragioni che non sarebbe state a loro vantaggio. I Cattolici per principi cristiani tendevano alla neutralità siccome questa guerra fosse espressione di una società materialista che voleva acquisire potere e forza. Nonostante questi forti gruppi, avranno la meglio gli interventisti: re e la corte (governo). I rappresentanti del governo (presidente del consiglio e ministro degli esteri) mandano il sovrano a intrattenere rapporti segreti con le potenze dell’intesa (Francia Inghilterra). L’apertura di un fronte meridionale avrebbe potuto cambiare le sorti del conflitto. Gli italiani potevano entrare in guerra contro l’Austria perché vi erano territori sottomessi agli austriaci dove vivevano italiani, dunque diventano irredentisti (ritenevano che bisognasse redimere le terre che mancavano ancora all’Italia). Keynes rileva come la diplomazia non si era preoccupata delle scelte economiche imponendo alla Germania un pagamento che l’avrebbe portata all’impoverimento, creando così instabilità in Europa (impoverire un paese così grande avrebbe provocato instabilità in quelle aree ed è anche per questo che Hitler ottiene successo). Gli Stati Uniti sceglieranno nel ’24 di aiutarla per risollevarla (piano Dawes) ma nel ’29 andranno incontro ad una crisi economica talmente grande che avrà ricadute su molti paesi. NAZIONALISMO Uno dei più grandi storici italiani Federico Chabod scrive un’opera chiamata “L’idea di nazione”, un testo che propone un corso accademico tenuto da lui a Milano tra il 1943-44, nel pieno della seconda guerra mondiale. Nel 1943 il re e un gruppo di fascisti avevano deciso di sfiduciare Mussolini, iniziando ad organizZare movimenti politici e Chabod in un corso universitario si interroga sulle origini del nazionalismo che ha portato l’Europa alla disfatta. Dire senso di nazionalità significare dire senso di individualità storica . Il trionfo della nazione è un aspetto culturale del Romanticismo, che valorizzava il senso dell’individualità storica (reazione anti illuministica che esaltava invece l’unità della ragione, la fratellanza). L’individualità storica intesa come italiano, tedesco ect.. Un filosofo che nei primi dell’800 sottolinea questo aspetto fu Hegel quando dice che il singolo non esiste ma ad agire è lo Stato che al suo interno ha la nazione. Carattere nazionale: l’individualità che ci distingue da tutti gli altri, il nazionalismo non è altro che l’aspetto politico di ciò che sottolinea il romanticismo. Nel ‘500 il termine nazione indicava un riferimento geografico, etnografico, non un’entità spirituale che riconosce le caratteristiche comuni, spirituali alle persone che provengono da un determinato luogo. Nella cultura romantica, che affermò verso la fine del ‘700 e fondamentale per tutto l’800, la nazionalità indicava un’unità spirituale, non solo un origine. Costruire un’identità significa darci delle caratteristiche sottolineando anche le differenze con gli altri. Hegel diceva che c’era corrispondenza tra idee e realtà, Marx pensava che fossero le condizioni materiali la base da cui derivavano le idee. Chabod venne influenzato molto dalle filosofie idealistiche, quindi la sua interpretazione tendeva a caratteri idealisti, partendo dalle idee per studiare le ricadute storiche. HARDER: teorico tedesco, affermò che ciò che identifica la nazione era la lingua, come farà Fichte successivamente. Sosteneva che il nazionalismo fosse una forma di autarchia spirituale, quindi un’individualità sempre più accentuata che fonda il sentimento nazionale. Quindi molto forte era l’autonomia della nazione, senza mescolanza con le altre. Questo sentimento nazionale per Herder si può anche chiamare pregiudizio o volgarità, ma c’è una matrice nazionale. Chabod sottolineò che il nazionalismo romantico consegue poi un’identità politica alla nazione, che spesso nella storia ha portato all’indipendenza, quindi da un sentimento nazionale si passa ad uno Stato nazionale libero. Per gli italiani l’indipendenza andava conquistata, per i tedeschi invece la libertà era sempre appartenuta a loro, si trattava solo di unificarsi. Se io mi sento unito ad un gruppo, desidero poi che il gruppo abbia uno Stato, il riconoscimento politico è la sacrarizzazione della nazione e la inevitabile conseguenza al nazionalismo. Il nazionalismo culturale come movimento parte con lo scopo di unificare per arrivare ad essere competitivo ed aggressivo. Nell’europea mediterranea si diffonde anche il cattolicesimo, la chiesa di fronte ad uno Stato italiano era contro poiché lo Stato della Chiesa venne ridotto ulteriormente e solo nel ’29 questo problema sarà sanato. Papa Pio IX pubblica nel 1864 un’enciclopedia “Quanta Cura” dove insieme ad un elenco sillabo c’è un attacco frontale al pensiero moderno. Sillabo era l’elenco di tutte le opposizioni di cui la Chiesa si riteneva contraria (libertà di pensiero) riguardante il pensiero moderno (separazione chiesa-stato). Successivamente nel 1891 Papa Leone XIII pubblica l’enciclopedia “Rerum Novarum” dove afferma nuove cose: la chiesa decide di prendere posizioni sui pensieri nuovi (socialismo) e non li approva perché non poteva accettare una lotta di classe. Ragionavano in termini di comunità, la società aveva una sua struttura dove si doveva lavorare per farvi parte. Non si poteva pensare solamente al guadagno (no capitalismo) e quindi era contro anche la Destra. Bisognava vivere avendo cura del prossimo (Atomismo sociale dove ognuno pensa per sé NO). PRIMA E SECONDA INTERNAZIONALE Marx pensava che solamente un partito politco potesse fare la rivoluzione, riteneva infatti che i filosofi avevano interpretato l’universo male. A Londra nel 1894 diede vita alla Prima Internazionale, un’associazione internazionale di intellettuali e lavoratori che volevano promuovere una strategia unitaria di lotta politica contro il capitalismo. Questo movimento fu in aperta opposizione al nazionalismo e ci furono rappresentanti di tutti i tipi (anche mazziniani) che discussero ma non arrivano mai a nessuna decisione. La Prima Internazionale era una forma primaria che Marx lasciò stare. Ci fu uno scontro significativo fra Marx e Bakunin, il più importante teorico dell’anarchismo (anarchia = negare principio di comando, rifiuta chi c’è al comando) che voleva una società dove si decideva insieme direttamente (non così in disaccordo col comunismo). Il contrasto tra i due stava nel come si arrivava al risultato e Marx fu considerato un ingenuo. L’anarchico rifiutava che ci fosse una dittatura poiché il potere era qualcosa di negativo ed era impossible passare poi ad una società libera e per l’anarchico la società doveva insorgere autonomamente e con insurrezioni autonome. Marx alla fine riuscì a fargli cacciare e l’associazione perse forza, nel 1876 finì la Prima Internazionale. La Nuova Internazionale nacque nel 1891 e lo scontro più importante fu tra riformisti e massimalisti (coloro che ritenevano che l’associazione doveva lavorare per l’obiettivo massimo ovvero la rivoluzione). Il teorico più importante fu Eduard Bernstein (tedesco) che diceva che l’obiettivo politco che ha un comunista è prendere il controllo dello Stato e si chiede come mai non possa essere raggiunto tramite elezioni e con riforme per creare condizioni in cui il socialismo possa realizzarsi (massimalisti volevano la rivoluzione immediatamente). La prima guerra mondiale finisce e i socialisti in Germania votarono a favore della guerra, la logica di fratellanza non era maggioritaria e la Seconda Internazionale fallì (terza nasce in Russia 1919 Lenin). Nacque anche una Terza Internazionale in Russia con la rivoluzione nel 1919 di Lenin. RIVOLUZIONE RUSSA La rivoluzione scoppiò a San Pietroburgo nel marzo del ’17 con scioperi e manifestazioni e con la rinascita dei Soviet, consigli dove parteciparono anche soldati. Il governo zarista cadde e Nicola II abdicò in favore del fratello poiché temeva i disordini sociali e quindi nel periodo in cui abdicò si instaurò un governo provvisorio. Ci furono diverse proteste perché il paese era ancora in guerra, c’erano gli operai che protestava (limitazioni dei beni di prima necessità). C’erano diversi partiti nella realtà politica russa:  Costituzionale democratico russo: le iniziali diedero via all’acronimo KD o partito cadetto, fu fondato nel 1905 facendo riferimento alla borghesia russa con posizioni monarchico- costituzionali (voleva più poteri alla camera russa Duma).  Partito operaio social-democratico russo: con sigla POSVR, era diviso in due correnti: Menscevichi (significava minoritario) e Bolscevichi (maggioritario). Quando venne fondato la corrente bolscevica era maggioritaria ma in questo momento storico era il contrario. Sostenevano l’organizzazione del partito (menscevichi volevano che il partito fosse un partito di massa, i bolscevichi non condividevano ciò e dicevano che a guidare il partito doveva essere la minoranza che conosceva meglio la storia del paese) e azioni per sostenere obiettivi progettuali (menscevichi erano convinti che per arrivare alla soluzione si doveva passare per il capitalismo, mentre i bolscevichi no). Lenin era il leader e figura riferimento del partito bolscevica.  Partito socialista rivoluzionario russo: fondato nel 1901 ed era dal ’17 il partito con maggiore seguito popolare perché sosteneva una riforma agraria, cioè una redistribuzione delle terre e accettavano anche il terrorismo (agitatori politici che come strumento politico usavano la violenza). Quando cade lo zarismo il governo provvisorio fu guidato dal’VOV, referente più importante del partito cadetto e non fu l’unico poiché nelle fabbriche cominciarono a crearsi delle auto-gestioni con consigli, i cosiddetti SOVIET ovvero un consiglio. I Soviet riguardavano sia gli operai che i soldati, diventano un altro centro di potere. Il fronte orientale intanto stava cedendo ma il governo l’VOV non voleva uscire dalla guerra, rassicurava gli alleati e continuava il conflitto. Durante questa situazione ritornò in Russia Lenin (fu esiliato in Svizzera) aiutato dalla Germania (nemico che voleva creare altri disordini) e tenne un discorso con punti molto importanti: Le tesi di Aprile (aprile ’17). Le Tesi di Aprile erano il suo progetto politico senza collaborazioni con il governo VOV ed era una denuncia alla guerra che si stava combattendo, a suo parere aveva caratteri borghesi-imperialistici quindi si poteva saltare direttamente da quella condizione fino al socialismo, quindi bisognava nazionalizzare le terre e poi distribuirle. Tutto il potere doveva essere riconosciuto ai Soviet, poiché il governo provvisorio era instabile. Nel luglio del ’17 il governo cadde e lo sostituì il governo Kerenskij a cui fu affidata la guida di un nuovo governo di coalizione. Il governo Kerenskij era un governo che si spostava verso sinistra e non intendeva uscire dalla guerra ma era impossibile ormai che potesse mettere fine ad una rivoluzione talmente grande e che si stava ormai ampliando nelle campagne. Un generale, Kornilov, tentò un colpo di Stato per ripristinare lo zarismo ma i bolscevichi riuscirono a reprimere il suo tentativo. Il crollo fu dovuto anche dallo squilibrio tra domanda ed offerta, infatti arriva ad avere una diminuzione tra i consumi e ciò porta ad una crisi di sovrapproduzione. La reazione fu una crisi devastante e gli effetti avranno ricadute su diversi paesi europei (tra i quali la Germania). La crisi del ’29 fu devastante e gli effetti furono vari che ebbero conseguenze anche nelle successive elezioni presidenziali; divenne presidente Roosevelt nel 1932 e applicò il NEW DEAL che a suo parere avrebbe portato alla risoluzione della crisi e ispirò al modello di Keynes. Il New Deal voleva agire sul risanamento finanziario, ripristinando le finanze statali attraverso:  Svalutazione del dollaro (comportava una capacità maggiore di commercio, ma anche gli altri dovevano svalutare la loro moneta per rimanere competitivi), niente aiuti alle banche ma bisognava controllarle.  Avvio dei lavori pubblici, si voleva riassorbire la disoccupazione creando nuovi posti di lavoro, per farlo costitusce la Tennessee Valley authority (investimenti su dighe con grandi opere pubbliche).  Riorganizzazione del settore agricolo evitando così la sovrapproduzione e il calo dei prezzi, attraverso incentivi e indennizzi ai contadini.  Riorganizzazione del sistema industriale, per favorire la concentrazione tra Stato, impese, sindacati e limitare la concorrenza.  Volevano migliorare le condizioni di vita delle classi poveri per riattivare i consumi, attraverso l’assicurazione per disoccupati, vecchi e invalidi; riducono l’orario di lavoro a otto ore lavorative e fissano il minimo salario. Il modello keynesiano è un modello che supera il liberismo, poiché non pensava che il mercato potesse autoregolarsi. Al liberismo si contrapponeva il comunismo, che pensava l’economia doveva essere diretta dall’alto. Keynes era una via di mezzo: non accettava che il mercato si autoregolasse perché diceva che era falso, quindi c’era un interventismo dello Stato in economia ma non c’era l’eliminazione del libero mercato. GERMANIA Nel 1929 comincia ad avere peso il partito di Adolf Hilter (SDAP). Lui aveva già fondato il partito nel ’20 e tre anni dopo aveva tentato un colpo di stato a Monaco, ma venne arrestato e incarcerato. Hitler scrisse un’opera che sarà il manifesto della sua visione politica “mein kampf”, le sue posizioni bellicisiste e il suo anti-semitismo erano chiare all’interno. Hilter si convinse che la via per prendere il potere era una via legalitaria cioè tramite elezioni -come aveva fatto Mussolini in Italia-. Il partito nazista aveva delle organizzazioni interne paramilitari che si suddividevano in SA, squadre d’assalto e SS, squadre di protezione ovvero il corpo più fedele che protegge Hitler e costituito dai membri più importanti del partito (anche in Italia organizzazioni paramilitari come le camicie nere). L’idea era quella di difesa, perché sono movimenti nazionalistici di destra che si contrappongono all’internazionalismo comunista. La violenza era uno strumento politico usato, quindi una società di violente tensioni. Alle elezioni del ’30 i nazisti ottennero 6 milioni di voti (2 anni fa solo 800mila). Nella repubblica di Weimar oltre a votare per la camera si votava anche direttamente per il Presidente della repubblica, che aveva il controllo anche sulle forze armate. Si presentarono due candidati alle elezoni: Hilter e Hindenburg e vincerà lui, un ex militare prussiano che rappresentava la destra militarista ovvero quella più tradizionale (Hitler destra nuova). Nel gennaio del 1933 nacque il primo governo che aveva come cancelliere Hitler, ma a lui non bastava guidare un governo poiché voleva conquistare tutto il potere. Mostra già la violenza con cui questo partito riuscirà a prendere il controllo della Germania. Curata l’instabilità del paese si promuovono nuove elezioni ma nel febbraio scoppia un incendio nel Parlamento, e l’accusa è nei confronti di un appartenente al partito comunista. Questo evento da a Hitler la possibilità poco prima delle elezioni di scatenare le violenze su tutto il paese dei suoi gruppi paramilitari per intimidire, reprimere ed attaccare i comunisti e le sinistre. Si arrivano quindi a delle elezioni libere ma segnate da violenza, così grazie all’alleanza dei nazionalisti i nazisti arrivano alla maggioranza. Con i pieni poteri Hitler ottiene la facoltà di legiferare autonomamente, di modificare la costituzione e di modificare i trattati, nel luglio il partito nazista è l’unico partito leggittimo esistente e gli altri vengono sciolti e a novembre si arriva ad un’elezione a lista unica (solo il suo partito che ottiene il 92%). Però Hitler non aveva ancora finito il suo processo di accentramento del potere, infatti gli mancava il controllo completo sulla sua organizzazione paramilitare. Le SA hanno posizioni molto radicali perché nell’atto di nascita del partito nazional-socialista c’erano venatura fortemente anticapitalistiche all’interno delle SA, questo impediva che l’altra borghesia tedesca potesse identificarsi in questo partito. Hitler voleva eliminare quei capi delle SA che in qualche modo potessero metterlo in discussione e il modo in cui lo fa chiarisce quali sono le sue posizioni politiche: la notte del 30 giugno 1934 da il compito alle squadre di protezione (SS) di uccidere tutti i capi dell’ala estremista del suo partito (SA), con questo passaggio si assicura il controllo totale del suo partito rassicurando anche la borghesia. Alla morte di Hindenburg nell’estate del ’34 Hitler si presenta nuovamente alle elezioni e le vince, diventando così cancelliere. Dal gennaio del 33 fino all’agosto del 34 aveva già riassunto tutte le cariche più importanti dello Stato ed era ormai l’unico partito esistente in Germania. TOTALITARISMO NEL ‘900 I totalitarismi del ‘900 furono la Germania nazista, la Russia comunista di Stalin e a seconda dei teorici l’Italia fascista. I primi a teorizzare il totalitarismo con le loro interpretazioni classiche ed elaborando una teoria erano Hannah Arendt, Friedrich e Brzezinski. 1. HANNAH ARENDT: scrive un’opera “le origini del totalitarismo” nel 1951, fu la prima ad interpretare il totalitarismo. La lettura della Arendt era finalistica, poiché secondo lei il totalitarismo aveva l’obiettivo di modificare la natura umana. Per Hitler l’obiettivo era quello di creare l’ariano, la razza superiore e per Stalin l’uomo comunista che lavora per la forza proletaria arrivando alla rivoluzione. Il regime totalitario si occupa e invade tutti gli aspetti della vita dell’uomo e della società umana (non si limitava solamente agli aspetti politici come accadeva nei regimi autoritari), nel momento in cui qualcuno si oppone a questo sistema è fuori dalla società. L’interpretazione dell’Arendt è che il totalitarismo è tale se vado a destrutturare tutti i tipi di relazioni e gruppi sociali, estraniandolo dalla società fino a privarlo del proprio io. 2. FRIEDRICH E BRZEZINSKI: la loro teoria viene spiegata in un’opera del 1956 ed è un analisi tassonomica, cioè un regime è totalitario se corrisponde a determinate condizioni: ha un’ideologia ufficiale, dev’esserci un partito unico (gli altri non devono essere accettati), polizia segreta (perseguono chi la pensa in modo diverso, Gestapo Germania e Ovra Italia), monopolio assoluto (controllo di tutti i mezzi di comunicazione di massa come cinema, giornali), tutto ciò che riguarda guerra e armamenti sotto il controllo dello Stato e controllo dell’economia dall’alto. Se seguiamo la teoria dell’Arendt l’Italia è un totalitarismo definito imperfetto, non corrisponde pienamente al modello mentre in quella dei due teorici l’Italia per un momento avrà tutte e 6 le caratteristiche. L’Italia ha un totalitarismo imperfetto perché se il totalitarismo deve inserirsi in ogni aspetto relazionale dei gruppi, Mussolini non riesce ad attuare il suo piano completamente poiché non coinvolge perfettamente tutta la società italiana perché rimangono due istituzioni importanti: il re che rappresenta l’unione di tutta la nazione e la chiesa cattolica che avrà diverse forme di resistenza. GERMANIA NAZISTA Hitler riteneva che liberare il nuovo Reich dagli ebrei era fondamentale ma aveva anche un’economia accollo da risollevare e per farlo fa scelte contrastanti al patto di Versailles: attua un controllo sull’economia di guerra con la ri-militarizzazione e promuove armi, carri armati e creare tensioni internazionali e fa un intervento pubblico dove promuove la rete auto-stradale e il piano di espansione (costruire la Grande Germania e riprendersi tutti i territori di lingua germanica). La comprensione di ciò la si vede quando un partito filo nazista-austriaco promuove un atto terroristico con l’assasinio del cancelliere Dollfuss nel 1934 ma si contrappone l’Italia di Mussolini tra Austria e Germania poiché voleva evitare di confinare con una Germania aggressiva e quindi manda a Brennero dei militari dichiarando che se la Germania fosse intervenuta lui avrebbe attaccato. Nel 1935 durante la Conferenza a Stresa si proclama arbitro dell’equilibrio ma ciò cambia quando l’Italia voleva sufficiente credito all’estero e una propria politica coloniale, dunque nel ’36 decide che anche l’Italia doveva avere un impero coloniale e invade l’Etiopia. La Società delle Nazioni decide di sanzionare escludendola con dei vincoli e questo fa modo che si appoggi all’altro escluso, ovvero Hitler stringendo un’alleanza. Nel 1938 dunque Hitler unirà l’Austria alla Germania senza proteste o conflitti e questo faciliterà la sua espansione. Nel 1936 in Spagna scoppia una guerra civile, infatti alle elezioni vincono le sinistre e Francisco Franco, un generale, si mette a capo di un fronte che attua un colpo di Stato. La guerra tra sinistre e destre conservatrici è talmente cruenta che partecipano anche altre potenze, Mussolini e Hitler sono con la destra e porteranno alla sua vittoria e dittatura lunghissima (non partecipano alla seconda guerra mondiale proprio per questo) che durerà fino agli anni ’70. Mussolini agisce per creare l'autarchia, ovvero avere tutti i settori sviluppati per bastare a sé stessi = politica di autosufficienza, per contrastare la disoccupazione. per contrastare la disoccupazione vengono avviate grandi costruzioni di opere pubbliche come la bonifica dell'agro pontino, a sud di Roma, questo è stato anche un esempio di propaganda del fascismo perché viene propagandata a livello nazionale, con i manifesti ecc... Vengono create due enti statali: 1. IMI (istituto mobiliare italiano) nel 1931, che aveva il compito di finanziare a lungo termine le imprese. 2. IRI (istituto per la ricostruzione industriale) 1933. cerca di assumere il controllo della maggioranza delle banche in crisi e anche il controllo delle industrie collegate a quelle banche, in particolare quelle siderurgiche e cantieristiche. il suo compito era quello di risanare questi istituti per poi immetterli nel mercato, ma non lo farà, e nel 1937 verrà trasformato in un ente permanente e lo stato si troverà controllare la maggioranza delle banche e delle industrie pesanti. SECONDA GUERRA MONDIALE Il 1° settembre del 1939 Hitler invade il corridoio di Danzica, ma la Russia non entra subito in conflitto perché aveva firmato il patto segreto di spartizione della Polonia, La Polonia in brevissimo tempo crolla perché viene attaccata da due potenze diverse su due fianchi diversi, ovvero viene attaccata da Inghilterra e Francia. i francesi entrarono in guerra ma si trattava di una guerra strana perché la guerra viene dichiarata ma per un po' non accade nulla. La Germania sta preparando un'invasione lampo per la Francia, che preceduta dall'attacco della Norvegia e della Danimarca. La Germania prende sotto il controllo la Danimarca, mentre in Norvegia viene creato un governo collaborazionista, ovvero che esiste solo perché collabora e valorizza l'estrema destra del paese; perciò, i Hitler sostiene questi gruppi creando questo governo. Nel maggio del 1940 parte l'attacco verso la Francia, non valendo Belgio Francia e Lussemburgo. In pochissimo tempo la Francia cade, e il 14 giugno del 1940 Hitler entra a Parigi. La Francia si divide in due, Hitler fa nascere un governo collaborazionista e nasce la Francia di Vichy, Ci sarà poi un'organizzazione “Francia libera” guidata da Charles de Gaulle che non si riconosceva nella Francia collaborazionista. L'Italia non entra subito nel 39 in guerra ma nel luglio del 1940 con l'operazione “Leone Marino” verso l'Inghilterra, Hitler incontrerà grandi difficoltà. Hitler decide di colpire l'unione sovietica con l'operazione Barbarossa pensando che Stalin non fosse pronto (Non rispetta l'accordo) e il 22 giugno del 1941 inizia l'operazione Barbarossa, ovvero occupare zone petrolifere, invasioni di massa dove ci sono anche gli italiani perché esisteva un accordo internazionale ma Mussolini sapeva che l'Italia non era pronta. un accordo internazionale prevedeva che gli italiani entrassero in guerra a fianco agli alleati, ma Mussolini riteneva l'Italia non pronta per questa guerra. Mussolini è sempre stato sorpreso dalle vittorie di Hitler, e poco prima della resa della Francia (14 giugno del 1940), L'Italia entra ufficialmente in guerra ma decide di farlo nel maggio. Mussolini entra in guerra perché si convince che basterà gettare qualche cadavere sul tavolo delle trattative per sedersi tra i vincitori, ovvero che basterà dire di aver partecipato a qualche battaglia (perché gli italiani erano alleati con i tedeschi) per sedersi tra i vincitori. Dopo il crollo della Francia e la nascita del governo collaborazionista, Mussolini si convince di poter condurre una guerra parallela e di non dover sottostare ad Hitler perseguire gli obiettivi italiani. negli obiettivi italiani c'erano le colonie africane, perché possedevano già la Libia e l'Etiopia che erano degli inglesi, e la Grecia. un'altra area di nostra possibile espansione erano i Balcani, in particolare, Mussolini dall'Albania vuole espandersi nel Giappone. I soldati italiani partono ma non erano pronti al freddo delle montagne e subiscono delle sconfitte. Hitler per aiutarli anticipa l'occupazione dei Balcani per evitare un fronte contro l'alleanza. Le forze inglesi, invece, vengono raggirate e si ammassano sulla spiaggia, ritirandosi (la vicenda di Dunkerque). La Francia si dividerà in due, Hitler controllerà tutta la parte del Nord (Parigi, la capitale della Normandia). Con questo Hitler ha accerchiato tutta la Gran Bretagna, ma non controlla direttamente tutto il paese, perché fa nascere un governo collaborazionista nel sud della Francia, la sede di questo governo è VICHY (destra filonazista). Non tutti si riconosceranno nella Francia collaborazionista, perciò nasce un’associazione chiamata “France Libre”, e il rappresentante massimo è Charles de Gaulle, che dopo la guerra diventerà presidente della Repubblica Francese. Nel luglio del 40 inizia la battaglia d'Inghilterra con “l’operazione leone marino”, che guida l’invasione verso l’Inghilterra. Hitler incontra alcune difficoltà, perché la struttura militare era diversa, e l’Inghilterra possedeva i radar, ovvero una tecnologia che i tedeschi non conoscevano. 1. Hitler nel momento in cui capisce che l'invasione avrebbe richiesto più tempo e che l’Inghilterra non avrebbe ceduto rapidamente, perciò, decide di colpire l'Unione Sovietica di sorpresa con “l’operazione barbarossa”, pensando che Stalin non fosse pronto. Tutti e due sapevano che prima o poi si sarebbero scontrati, perché ideologicamente erano avversari (nazionalismo contro il comunismo, ma anche il progetto di politica razziale presente nel Main Kampf, che prevede che gli ebrei andassero eliminati e gli slavi andassero sottomessi), ma Stalin in questo momento non crede all’attacco di Hitler. Anche con “l’operazione barbarossa” c’è l’idea di una guerra lampo, che inizia il 22 giugno 1941. L’idea era quella di occupare zone con maggiore importanza petrolifera. L’operazione viene condotta con un’invasione di massa e sono presenti anche gli italiani, perché vengono inviati alcuni militari (perciò l'Italia non entra subito in guerra nel 39). In questo momento, nelle retrovie, agiscono a gruppi speciali che devono uccidere tutti i rappresentanti del Partito Comunista e gli ebrei. Inizialmente questi gruppi uccidevano direttamente con un colpo alla testa. Questo però porta ad una grande sofferenza emotiva da parte di coloro che uccidevano (da qui si inizia ad elaborare l'idea delle camere a gas, per un'uccisione più pulita). 2. Nel frattempo, in Oriente, si apre un fronte perché i giapponesi stanno progettando un dominio nel Pacifico sottomettendo tutte le potenze che incontravano; quindi, si scontra con gli Stati Uniti, che aveva forzato l'apertura dei porti giapponesi. Nel dicembre del 1941, i giapponesi attaccarono la flotta statunitense ancora attaccata al porto. Da qui gli Stati Uniti entrano in guerra. 3. Viene anche aperto un fronte in Africa, perché ci sono gli italiani che combattono per le proprie colonie contro i britannici e gli statunitensi. In Africa viene mandato il generale Rohm, soprannominato anche “la volpe del deserto”, perché va a sostegno degli italiani e contro gli inglesi in quelle aree. A ribaltare questi tre scenari bellici sono stati tre eventi importanti: o Nel Pacifico, gli Stati Uniti (Roosevelt muore e gli succede Truman, che sgancerà le atomiche) ribaltano il primo scenario bellico con la battaglia delle Midway, dove nel giugno del 1942 ne usciranno vincitori. Questo è il primo fronte che si apre, ma anche l'ultimo a chiudersi, perché la resistenza dei giapponesi è durissima. Per ottenere la resa definitiva dei giapponesi, vengono sganciate le due bombe atomiche nell'agosto del 1945. o Nel 1942, con la battaglia El Alamein, dove il generale inglese Montgomery sconfigge il generale tedesco Rommel. Questa battaglia è importante perché dal controllo Nord africano si passa all'Italia, perché nel luglio del 1943 gli alleati sbarcheranno in Sicilia. o La battaglia più importante e più lunga, è stata la battaglia di Stalingrado (inizia nel 42 e viene vinta nel 43), sul fronte orientale, dove l'Armata Rossa dell'Unione Sovietica si contrappone alla Germania nazista e ai suoi alleati. La città di Stalingrado cambia nome, perché Stalin verrà messo in discussione dopo la sua morte. In particolare, nel 1956, in un congresso, alcuni leader sovietici affermano che tutto quello che è avvenuto con Stalin è stata una degenerazione molto forte, per questo il paese si destalinizzerà. Le potenze vincitrici saranno poi gli Stati Uniti, con il capitalismo e l'Unione Sovietica, con il comunismo. A est abbiamo l'Unione Sovietica, a sud gli alleati, che decidono di sbarcare in Italia. Nel momento in cui l'Italia è invasa e in difficoltà su tutti i fronti, il re decide di volerla aiutare siglando un accordo e uscendo dalla guerra. Tra il 24 e il 25 luglio del 1943, in una seduta del Gran Consiglio fascista, si vota la sfiducia di Mussolini. Mussolini viene sfiduciato e trasferito in carcere, a Campo Imperatore (Gran Sasso). In questo momento il governo va in mano al Maresciallo Badoglio ed iniziano segrete trattative. I primi di settembre viene firmato in modo segreto un armistizio con le potenze alleate. L'8 settembre del 1943 viene reso pubblico l'armistizio, a radio Badoglio legge un comunicato, dove dice che l’Italia pone fine alle ostilità con le forze alleate, però reagirà ad ogni offesa proveniente da altre parti (=Germania, perché cerca di disarmare l'Italia). E intanto Hitler, il 12 settembre libera Mussolini grazie ad una squadra di paracadutisti. Viene creato un governo fantoccio a Salò e subito dopo, Viene creata una repubblica, “La Repubblica Sociale Italiana” (RSI), che porta l'Italia nel caos totale perché appoggiava la Germania nazista. Alcuni italiani per ribellarsi formano dei partiti e i comunisti sono quelli più organizzati. La resistenza tedesca si afferma prima sotto Roma (linea Gustav) e poi sulla linea gotica. Sbarco in Normandia: Churchill, Roosevelt e Stalin attuano lo sbarco in Normandia, per velocizzare l'attacco alla Germania e chiuderla in una sola mossa. Fu un’operazione straordinaria dal punto di vista militare, a causa delle alte delle basse maree. Nonostante tutto, lo sbarco riesce e la Germania verrà bombardata e distrutta, infatti nell'aprile del 1945 Hitler si suicida. Dopo il 1945 la Germania verrà divisa, a ovest era occupata dalle forze occidentali mentre ad est era controllata dai sovietici.
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