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Innocenzo III e Federico II: la crisi dell'Impero e del Papato, Appunti di Storia

La crisi dell'impero e del papato nel xiii secolo, con un particolare focus su innocenzo iii e federico ii di svevia. Innocenzo iii, eletto papa nel 1198, cerca di affermare la teocrazia, guidare l'europa e creare uno stato forte e centrato governato unicamente dalla chiesa. Federico ii, figlio di federico barbarossa, viene educato da innocenzo iii e diventa re di sicilia e poi imperatore, ma i loro obiettivi politici si scontrano. Anche informazioni sulle signorie in italia, con un focus particolare su venezia e firenze.

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 19/02/2024

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martina-punzo-2 🇮🇹

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Scarica Innocenzo III e Federico II: la crisi dell'Impero e del Papato e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! INGHILTERRA, FRANCIA, SPAGNA, ITALIA MERIDIONALE Tra la metà del 12* secolo e l’inzio del 13* sul profilarsi dell’europa tendono ad affermarsi due entità universali. Una caratterizzata dal papato e dall’impero, l’altra caratterizzata dalla nascita di movimenti nazionali (cioè nasce uno stato autonomo, libero, slegato e indipendente dai due poteri forti) La religiosità (mezzo della chiesa) assume un ruolo fondamentale poiché va ad ingerire sulle singole scelte dei cittadini. Quindi il popolo è formato da un cittadino che non è ancora libero ma è soggetto a uno stato di prevaricazione e di superiorità esercitata dalla chiesa. (la chiesa con la religione assume un ruolo di controllo su questi stati perché ha paura di perdere I suoi privilegi e le certezze su cui si è fondata, perché se il popolo inizia ad essere cives, garante dei propri diritti e doveri e inizia ad essere autonomo, cioè a pensare con la propria testa, non può essere più dominato attraverso la paura o l’ignoranza Nel 13* secolo avvenne un lento passaggio da un mondo politico ancora basato sugli ideali medievali di primato delle forze sovranazionali, cone Papato e Impero, e sul prevalere della religione su ogni altro istituto terreno; a un nuovo sistema incentrato sull’autonomia e sull’indipendenza degli stati, su dottrine e concezioni che affidavano sia al sovrano che alle assemblee dei cittadini, facoltà di governo e controllo. Assistiamo quindi a una crisi dell’impero e del papato. Un Impero sregolato da lotte interne e da vari rivolgimenti sociali, politici e economici e una chiesa che ha perso di vista il suo ideale spirituale/caritatevole: assistenza verso il prossimo. Ci sono due signori che emergono negli inizi del secolo: Federico II di Svevia e l’altro è un pontefice intransigente Innocenzo III (papa dal 1198/1216). Nel 1198 Innocenzo III venne eletto papa ed è il continuatore se non fondatore della politica teocratica inziata da Gregorio VII (teos: divino, kraítos: potere). Con Gregorio VII infatti il DICTATUS PAPAE porta avanti una politica che prende il nome di TEOCRAZIA dove si afferma che la superiorità del potere è diretta espressione del pontefice e non può essere sub-alterna/subordinata a quella dell’impero. (La differenza tra innocenzo e Gregorio è che Innocenzo è più un uomo politico che di chiesa che cerca di accentrare nelle sue mani il POTERE TEMPORALE). dopo il concordato di Worms del 1222, Innocenzo III cerca di far tornare la chiesa agli arbori, una chiesa ora intransigente, forte, che usa la violenza. Tutto questo per affermare la sua superiorità. Tre sono le linee di indirizzo del suo pontificio:  Affermare la teocrazia (assoluta convinzione della Chiesa di Roma superiore ad ogni altra dottrina terrena)  Guidare l’Europa e far si che l’Europa non cada in mano degli infedeli e degli eretici che vanno a minare la certezza e la stabilità. Ciò fu contribuito dall’indebolimento della corona inglese e dell’impero tedesco dopo la morte di Francesco Barbarossa.  Creare, all’interno dello stato, uno stato forte e centrato governato unicamente dalla chiesa che non sia subordinato allo stato stesso. Attraverso queste tre obiettivi, il pontefice incarnava/otteneva la funzione civile,militare, sociale, politica, economica e culturale. Per capire come Innocenzo III porta avanti il suo disegno ambizioso, universalistico della superiorità del potere spirituale su quello temporale (o imperiale ?) occorre fare un passo indietro e partire da ENRICO VI, figlio di Federico Barbarossa, che aveva sposato Costanza D’Altavilla, erede al trono normanno di Sicilia. In questo modo l’impero compendeva sia le terre tedesche che quelle siciliane. Infatti il compito ambizioso dell’impero era quello di mettere insieme le terre tedesche e quelle siciliane. In tal senso l’impero doveva essere:  Forte  Accentratorerigoroso nella propria fisionomia  Burocratizzato organizzato in sistemi di tipo burocratico (società classicista?)  amministrato Attraverso tali caratteristica non poteva essere preda di attacchi esterni. Se l’impero fosse stato fragile allora si sarebbero creati dei dissidi e dei contrasti al suo interno. Doveva invece detenere il potere legislativo, esecutivo e, giudiziario (chi?). Quasi come se fosse un governo assoluto e doveva mettere insieme le terre siciliana e le terre tedesche. Nel 1197, con la morte improvvisa di Enrico VI, in Germania sorse un problema: ovvero la mancanza di un sovrano in grado d igovernare in quanto Federico, suo figlio aveva solo 3 anni. Quindi ci voleva qualcuno che facesse da tutore a Federico (Innocenzo III). Innocnenzo III ebbe dei vantaggi: controllando Federico, aveva ingerenza sull’impero e quindi affermava la TEOCRAZIA (superiorità del potere spirituale su quello imperiale). Innocenzo istruì Federico alle arti, alla cultura, all’astronomia, alla filosofia ecc.. lo fece diventare un uomo di cultura e lo potè usare come una pedina. Quando però si rese conto che Federico aveva spinte autonomistiche, cioè che voleva distaccarsi dalla sua politica, ebbe inizio lo scontro tra Impero e Papato. Innocenzo III fece da tutore a Federico, si offrì di aiutare la madre, Costanza D’Altavilla, in modo da avere un’ingerenza più vasta sul suo potere. Poi nel 1198 a quattro anni Federico divenne re di Sicilia e quindi Innocenzo si interessava della Germania (terre tedesche) perché non c’era un successore; della sicilia e della madre di Federico. Quindi l’ingenrenza di Innocenzo III si divideva in diversi ambiti. Federico, dopo essere stato eletto re di Sicilia, venne eletto nel 1214 re di Germania, poi venne eletto Imperatore e nel frattempo si preparava a condurre, insieme a Innocenzo III, la crociata in terra santa per liberare la terra santa dagli infedeli e la crociata contro catari (quelle popolazioni che rivendicavano …). Fu per questo che nacquero I Francescani, I Domenicani che dovevano far ritornare la chiesa agli arbori. Nacquero anche I cavalieri teutonici che dovevano ripristinare l’assoluta preminenza della chiesa su tutte quelle popolazioni che avevano una fede ortodossa o pagana. La crociata in terra santa e la crociata contro I catari (guerra contro le eresie) ebbe una sconfitta: il fallimento della quarta crociata; e una vittoria: lo sterminio dei catari. Tra il 1205 e il 1215 Innocenzo III ricevette l’omaggio di fedeltà/beneplacito (sostegno?) dei re d’Aragona, Portogallo, Bulgaria, Servia e Inghilterra. Il IV Concilio laterarense, grande assemblea ecumenica convocata nel 1215 a Roma, segnò il culmine della potenza papale. Quindi la chiesa diventò l’unico organo ingerente che aveva una superiorità su tutte le altre forme di stato. Ma questo disegno terminò a causa della sua stessa morte nel 1216. A differenza di Gregorio VII, Innocenzo III era un politico, intransgiente e conservatore. DAI COMUNI ALLE SIGNORIE L’italia tra il mille e il 1250 mostra 3 organismi di potere:.  A nord I comuni che rivendicano la propria autonomia e vogliono essere svincolati sia dallo stato della chiesa che dell’impero. Erano infatti solo formalmente ancora parte del sacro romano impero germanico.  Al centro lo stato della chiesa con il pontefice al suo vertice che voleva affermare la dottrina teocratica (la superiorità del potere spirituale su quello temporale)  A sud, dalla campania alla sicilia, con il regno svevo di Federico II, con una monarchia con poteri fortemente accentrati nelle mani del sovrano (inoltre Federico aveva una parte dell’impero tedesco in quanto l’altra si era frantumata con la guerra delle eresie con Innocenzo III) Sia Federico Barbarossa che Federuco II poi avevano tentato di sottomettere e frenare l’ingerenza dei Comuni ma entrambe le politiche si erano risolte con un fallimento. Poi altri due grandi imperatori: Enrico VII di Lussemburgo nel 1312, l’altro Ludovico Il Bavaro, nel 1328 che avevano tentato di
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