Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La fine della seconda guerra mondiale e l'inizio della Guerra Fredda in Europa: 1945-1990, Appunti di Storia Contemporanea

I principali eventi politici e economici che hanno segnato la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio della guerra fredda in europa. Il testo tratta della ricostruzione economica e politica in urss e usa, la nascita di nuove istituzioni internazionali come l'onu, la politica estera e la guerra fredda, il miracolo economico europeo e la rivoluzione culturale in cina.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 26/02/2019

Easy7
Easy7 🇮🇹

4.3

(17)

30 documenti

1 / 56

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La fine della seconda guerra mondiale e l'inizio della Guerra Fredda in Europa: 1945-1990 e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Capitolo 10- il mondo diviso La seconda guerra mondiale funge da spartiacque storico - trasformazioni della società contemporanea • Fine del nazifascismo • Nascita della democrazia • Emergono USA e URSS (potenze mondiali) • Mito americano (Stati Uniti ) unico paese con gioia di vivere, musica e spettacolo • Diritto internazionale . Dopo la guerra ci fu la riformulazione del diritto internazionale, dove venne inserito il diritto penale, che vide l’applicazione con il processo di Norimberga (processo per i criminali nazisti) e il processo di Tokio ( processo per i criminali giapponesi). Non ci fu un processo per l’Italia, altro paese aggressore, perché l’Italia aveva concluso l’armistizio sfiduciando Mussolini. Mentre il processo di questi crimini portò a imporre alle civiltà delle riflessioni su cosa avevano compiuto, la mancanza del processo all’Italia ebbe come conseguenza la minore consapevolezza tra la popolazione di ciò che era avvenuto. Eredità della guerra : • Morte (50 milioni ) • Bombardamenti • Carestia • Trauma morale : genocidio degli ebrei • Shock opinione pubblica , spinsero le potenze vincitrici a ridisegnare i rapporti internazionali : Nascono nuove istituzioni internazionali, con l’obiettivo di rendere il mondo più stabile dal punto di vista economico e politico • ONU: 1945, Organizzazione delle Nazioni Unite: obiettivo di salvare le generazioni future dal flagello della guerra. • ONU: nuovo tentativo di dare vita ad un ordine internazionale per evitare nuovi conflitti ▲ Finita la guerra fu evidente che la Società delle Nazioni non era riuscita a bloccare la guerra. Questo fatto fa crescere la debolezza della Società delle Nazioni, facendo nascere nel 1945 a San Francisco, seguendo i principi della Carta Atlantica, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). La differenza riguarda la creazione di un organismo che poteva prevedere l’intervento armato dell’ ONU. ▲ Organismi dell’ ONU • Assemblea generale -> in cui è riflesso il principio dell’universalità di rappresentanza delle nazioni. Fino a che il consiglio di sicurezza non decide la guerra non si fa. • Consiglio di sicurezza -> è un modello nuovo. Solo questo può decidere l’intervento armato. E’ composto da 15 membri, 5 dei quali sono permanenti (sono le potenze vincitrici di USA, Russia, Inghilterra, Francia e Cina), e 10 non sono permanenti. Solo quelle permanenti hanno diritto di veto. Per deliberare la guerra ci deve essere l’unanimità dei 5 stati. • Il diritto di veto fu introdotto da Stalin, perché credeva di rimanere isolato nelle decisioni. ▲ Vennero ridondati i rapporti economici con gli accordi di Bretton Wods del 1944 fondando il “Fondo monetario internazionale” e la “Banca mondiale” (prestito di soldi). Questi influirono sul piano politico. Il prestito veniva dato solo a determinate condizioni. Hanno molto peso nel corso degli anni ’50- ’60. ▲ Accordo generale sulle tariffe e sul commercio (Gatt): nato nel 1947 a Ginevra facilita gli scambi internazionali mediante l’abbassamento dei dazi. ▲ Fine della grande alleanza tra Usa e Urss : Roosvelt era convinto della possibilità di mantenere aperto il dialogo con Urss , aveva elaborato un grande disegno di cooperazione che morì con lui. ▲ Avvento di Truman (1945) non vuole continuare il disegno di R. ■ Contrasti tra Usa ed Urss: neanche era finita la guerra che subito nascono le prime controversie tra le due superpotenze. Un primo terreno di discussione sono le condizioni di pace. Gli Stati Uniti, non toccati sul proprio suolo dalla guerra, mirano alla stabilizzazione della politica e dell’economia internazionale, senza cercare punizioni troppo amare per i vinti. L’Urss, che ha conosciuto ingenti danni durante il conflitto, chiede una politica di risarcimenti come riparazioni di guerra. • L’Europa è divisa in due sfere: occidentale e orientale. La Germania dopo la fine della guerra fu divisa in quattro zone: americana, francese, inglese e sovietica. Berlino a sua volta è suddivisa in quattro zone di occupazione. LA GUERRA FREDDA Dopo la conferenza di Parigi, inizia la Lunga fase di rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica che si sviluppò con la partecipazione degli alleati delle due potenze . A partire dalla seconda guerra mondiale . Non è un guerra tradizionale , combattuta con le armi ma veniva combattuta con le armi della politica , dell’economia e della propaganda. - Secondo alcuni storici la Guerra Fredda termina con la morte di Stalin (1953). Il termine guerra fredda o cold war viene utilizzato per la prima volta nel 1945 dallo scrittore britannico George Orwell che prevedeva che “ci sarebbe stato uno stallo nucleare tra 2 o 3 mostruosi super stati ognuno in possesso di un arma tramite cui milioni di persone sarebbero potute essere spazzate via in pochi secondi.” 2 • Ma, l’Unione sovietica accolse il piano come tentativo americano si dominare l’Europa. Rifiutò gli aiuti ed obbligò i paesi a fare lo stesso • Immediata conseguenza: rilancio economico dell’economia liberista nell’Europa occidentale • Risposta Stalin: COMINFORM: tentativo di coordinare i partiti comunisti dopo 4 anni dallo scioglimento della 3 internazionale. Queste ostilità si concretizzano su due blocchi: blocco occidentale (USA) e blocco orientale (URS). Ciò fu conseguenza della presenza dei rispettivi eserciti durante la liberazione del nazifascismo. • La divisione ebbe traduzione sul piano militare perché USA e URSS crearono vari patti: USA crea il “Patto atlantico” nel 1949 che consisteva in un’alleanza difensiva tra i paesi dell’Europa occidentale (Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo e Italia), gli Stati Uniti e il Canada. Nel 1951 aderirono al Patto Atlantico anche la Grecia e la Turchia e nel 1955 anche la Germania federale. Il patto prevede un dispositivo militare integrato composto da contingenti dei diversi membri, la NATO (organizzazione del trattato del nord atlantico). • URSS fa il patto di Varsavia nel 1955, basata anch’essa su un’organizzazione militare integrata. Questa spartizione dell’Europa causa la fine dell’ eurocentrismo; la II Guerra Mondiale mostra la potenza delle grandi potenze di USA e URSS (bipolarismo). Momenti di tensione Ci furono momenti di tensione tra le due superpotenze: 1. Il Blocco sovietico alla città di Berlino 1948-’49 -> che si risolse con la repubblica federale Tedesca. L’URSS impone il blocco quando Inghilterra, Francia, e USA fondono le loro parti di Germania, che corrispondono alla parte occidentale. Inoltre, i tedeschi, preferivano stare nella parte occidentale di Berlino. Stalin quindi, isolò militarmente la città per far si che nella parte occidentale non arrivassero le provvigioni del piano Marshall. Gli altri paesi, quindi, fanno arrivare gli aiuti via aereo, con paracaduti. Stalin nella sua parte di Germania, formò la Repubblica democratici Tedesca. Questa divisione fu attuata col famoso “Muro di Berlino”, che restò fino al novembre 1989. Guerra di Corea 1950-‘53-> fu un altro momento di tensione. Una delle fasi più acute, rischio di un congflitto mondiale con l’utilizzo di bombe nucleari. Scoppia a causa dell’invasione della Corea del sud (alleata degli Usa) da parte dell’esercito della Corea del Nord ( comunista). L’invasione determinò la rispsota dell’ONU: Gli Usa intervennero militarmente nella penisola per impedire la vittoria dei comunisti (MacArthur comandante) , vinsero e invasero la Corea del Nord. A questo punto intervenne la Cina comunista mentre l’Urss inviò segretamente reparti aerei, gli Usa indietreggiarono. La guerra si arrestò sul confine (38° parallelo) dove continuò con battaglie di posizione sanguinose. Distensione della guerra fredda Coesistenza pacifica: Il 1956 è un anno di svolta e di discontinuità. E’ un anno periodizzante e di svolta perché nel 1953 muore Stalin, succede il nuovo leader Kruscev, che nel XX congresso del PCUS denuncia i crimini di Stalin (torture, gulag..). - processo di destalinizzazione : si mette in discussione il regime sovietico, ma solo Stalin. • Molti comunisti del mondo rimasero scioccati e abbandonarono il PC. Togliatti disse che era vero tutto ciò, ma gli italiani erano diversi. Conseguenze più forti ci furono nei paesi satelliti di Polonia e Ungheria, perché si potesse consentire ai paesi di introdurre la democrazia. - In Polonia ci fu Gomulka che cercò di introdurre la democrazia ma il tentativo fu sedato dalle truppe dell’ URSS e fu indolore (Ottobre Polacco) • In Ungheria ci fu Negy che cercò di instaurare la democrazia ma la repressione fu violenta. Nel 1956 Negy afferma di voler uscire dal patto di Varsavia, le potenze dell’ URSS occupano Budapest e stroncano la rivolta nel sangue, fucilando Negy. L’intervento sovietico provocò sdegno in Occidente e anche tra i comunisti di tutto il mondo. Ma, la rioccupazione dell’Ungheria rappresentava una conferma del controllo dell’Urss sui paesi satelliti. Nello stesso anno (1956) gli americani occuparono il canale di Suez perché il presidente dell’Egitto Nasser lo vuole nazionalizzare e Francia, Inghilterra e USA intervengono e per questa incursione vengono visti come simili ai sovietici. Europa unita: gli ideali della pace, della cooperazione e del reciproco aiuto fanno breccia nei governati europei del dopoguerra, senza distinzione di appartenenza politica. Favorevoli al processo di integrazione sono anche gli Stati Uniti • Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca): nasce nel 1951 ed ha tra i suoi Stati Francia, Germania Ovest, Italia, Belgio e Lussemburgo. L’obiettivo è quello di facilitare la coordinazione di produzione e prezzi della grande industria 2 • Comunità economica europea (Cee): nasce a Roma nel 1957 con la firma dei Ceca più Olanda. Obbiettivo primario è la creazione di un mercato unico mediante l’abbassamento dei dazi. Organi della Cee sono: • Commissione: organo tecnico per predisporre piano di intervento • Corte di giustizia: per le controversie tra Stati • Consiglio dei ministri: con delegati di paesi membri • Parlamento europeo: prima con delegati nazionali poi eletto DECOLONIZZAZIONE Quali furono i fattori che portarono alla decolonizzazione? Il processo di decolonizzazione fu un processo straordinariamente rapido, circa vent’anni, con la nascita di nuovi stati e l’indipendenza di vecchi. Questo processo vide il suo inizio nel primo dopoguerra, ma ebbe la sua completa realizzazione solo dopo il secondo. Fattori: - La seconda guerra mondiale influisce molto su questo processo, le potenze non sono più economicamente in grado di sostenere le varie colonie, esse infatti rappresentavano grandi entrate ma allo stesso tempo anche grandi uscite. Durante il conflitto poi vennero mossi soldati che non venivano solo dalla madre patria ma anche dalle colonie stesse, per questo i sudditi coloniali acquisiscono una loro coscienza nazionale, un concetto per loro assente nella loro storia (oltre ad un uso avanzato delle armi). - La crisi dell’eurocentrismo anche influì molto, dall’impossibilità di mantenere il controllo sulle colonie al fatto che l’Europa perde la sua centralità spostandosi sempre più verso gli USA. - Il bipolarismo, dato dai principi emanati dal wilsonismo ed in primis di indipendenza nazionale ma anche dai principi comunisti che si ispiravano alla lotta all’imperialismo ed al capitalismo. - Il diritto internazionale, (wilsonismo, carta atlantica) fra i vari punti il diritto di autodeterminazione dei popoli e nell’ipotesi di violazione di questo diritto l’ingresso di tribunali internazionali a punizione dei colpevoli. - Differenza fra ex colonie inglesi ed ex francesi, i due tipi ebbero un processo ed un finale diverso. Quelle inglesi si potevano auto amministrare, ma dovevano assicurare alla GB l’ingresso nell’esercito di un certo numero di soldati; quelle francesi invece vedevano spesso la ■ problema della ricostruzione sia materiale (molti edifici vennero bombardati) sia istituzionale ( la dittatura e la guerra avevano mostrato la fragilità della politica italiana). ■ Sul piano politico -> il 25 luglio 1943 c’è la fine del governo Mussolini e l’inizio del governo Badoglio. Dopo la liberazione di Roma c’è il Governo di Unità Nazionale con il CLN (che raccoglieva tutti i partiti antifascisti tranne quello repubblicano). Le forze politiche del governo restano le stesse. ■ Partito socialista (PS) : Nenni ■ Partito comunista (PC) p. che ha combattuto il fascismo. Nuovo partito di Togliatti che vuole essere un partito di massa, allargarsi senza rinnegare il proprio passato vicino all’Urss. ■ Democrazia Cristiana (DC) compete tra comunisti e socialisti, capeggiato da De Gasperi ■ Partito Liberale : mediazione tra destra e sinistra, personaggi illustri come Croce e Enauidi ■ Partito repubblicano ■ Partito d’azione : leader antifascisti come Parri . Formazione moderna che mira alla nazionalizzazione della grande industria, riforma agraria e allo sviluppo delle autonomie locali. Non ha una forte base popolare ■ L’uomo qualunque: portato avanti da un commediografo napoletano, Giannini, che voleva rappresentare l’uomo medio che era disinteressato e aveva come idea quella di mantenere la famiglia ; era un antipolitico. “Si stava meglio quando si stava peggio” ■ Cgil: sindacato ▲ Nel governo di unità nazionale troviamo partiti di sinistra che si rifanno ai principi sovietici e altri partiti guardavano i principi degli USA. Questi partiti discordanti all’interno del governo di unità nazionale furono in disaccordo durante tutta la Guerra Fredda. Dalla liberazione alla repubblica: il primo confronto tra i partiti avviene quando è il momento di scegliere il successore di Bonomi, al vertice di un governo Cln provvisorio. Dopo un lungo braccio di ferro tra socialisti e Dc viene scelto Ferruccio Parri, esponente di una formazione minore come il Partito d’Azione ma rispettato in quanto membro della resistenza. Si forma un nuovo governo di unità nazionale con Ferruccio Parri esponente del Partito D’azione, rispettato perché membro della resistenza, non più con Bonomi. Questo governo era in continuità con quello Bonomi. 2 Il governo Parri durerà poco perché sostiene delle riforme non condivise con il Partito popolare. Il governo Parri affrontò il problema della Epurazione -> dopo venti anni di dittatura c’era la stragrande maggioranza delle persone che si sentiva legata al fascismo; finita la guerra si dovevano allontanare (epurare) coloro che si erano legati al fascismo. Questo poneva un grande problema: stare nelle amministrazioni pubbliche obbligava la gente a essere tesserati al partito fascista (si sarebbero dovute allontanare troppe persone). Governo De Gasperi: la Dc impone la candidatura del suo leader il cui governo è sempre appoggiato dal Cln ■ L’epurazione fu risolta con l’amnistia votata all’interno del governo, che ebbe la firma del ministro della giustizia, Togliatti. Da ciò si decise ci allontanare solo coloro che erano macchiati di crimini legati al fascismo In Italia non c’erano state le elezioni, quindi c’era solo il CLN. E’ necessario ricreare una costituzione fondata su valori diversi ed è quindi necessario eleggere un’assemblea costituente. I primi governi sono solo di Unità Nazionale. Si doveva decidere se avere un’Italia con la monarchia o con la repubblica e soprattutto si doveva scrivere una costituzione. • Il referendum avvenne il 2 giugno 1946 e gli italiani (donne comprese per la prima volta) dovevano decidere se volere monarchia o costituzione e si doveva votare un’assemblea costituente. Il suffragio universale risale a questa data, quello maschile al 1912, con Giolitti. I risultati del referendum -> centro sud: favorevoli alla monarchia; centro nord: favorevoli alla repubblica. La differenza c’era perché il sud non aveva provato cosa era la monarchia, il nord invece avevano subito gli errori della monarchia, la dittatura e le alleanze con la Germania. - - Vincerà, non di moltissimo, l’idea repubblicana. De Gasperi fu colui che spinse affinché ci fosse un referendum per due motivazioni: Democratica -> la decisione era importante e andava presa da tutti Tattica -> la santa sede era filomonarchica e se avesse scelto l’assemblea costituente i voti sarebbero stati palesi, nelle urne invece i voti sarebbero stati segreti. Dal 1° gennaio 1948 entra in vigore la nuova costituzione. Enrico De Nicola venne eletto Presidente della Repubblica e De Gasperi si fa garante dell’ordine nazionale. Le culture politiche che influenzarono la costituzione furono: • Liberale -> introducendo i diritti che guardano la libertà. • Cattolici -> introducono l’ idea che non è l’individuo finalizzato allo stato, la persona non si deve rifare sempre allo stato. ( Nell’ Art. 7 vengono inclusi nella costituzione i Patti Lateranensi; l’ Art11 rifiuta la guerra come mezzo di risoluzione nazionale). • Comunisti -> introducono i diritti sociali inseriti nella costituzione (diritto al lavoro, istruzione, salute) Elezioni del 1948: in un clima di grande scontro ideologico si tengono queste nuove elezioni. I due schieramenti sono nettamente contrapposti, come dimostra la propaganda politica del tempo. Da una parte la Dc, forte dell’appoggio del Papa e del piano Marshall, e dall’altra il fronte popolare Pci- Psi che soffrono, però, del legame con l’Urss in un momento in cui i sovietici invadevano la Cecoslovacchia. La Dc ottiene il 48% dei voti e il fronte popolare il 31%. Dc, socialisti e comunisti continuano a governare insieme, De Nicola viene eletto Presidente della Repubblica e viene confermato De Gasperi al governo. Ma i rapporti tra Dc e sinistre non è facile. De Gasperi si pone alla testa di un partito che si fa garante dell’ordine nazionale e mira a mantenere il paese nella sfera occidentale. Le sinistre si mettono alla testa di lotte operaie e contadine guardando invece alla Russia. • Scissione socialista: fa le spese di questa situazione con una scissione al suo interno. Da una parte Nenni (Psi) favorevole ad una alleanza con il Pci e fautore di un partito classista e rivoluzionario, e dall’altra Saragat (Psli) che vuole allentare i legami con il Pci e con l’Urss. È la scissione di Palazzo Barberini che provoca anche una crisi di governo per l’abbandono del Psli. Nasce un nuovo governo con Dc, Psi e Pci sempre con De Gasperi • Attentato a Togliatti: poco dopo le elezioni un fanatico di destra ferisce a colpi di arma da fuoco Togliatti. Operai e militati del partito scendono in piazza. Ricompaiono armi e barricate e molte fabbriche vengono occupate. Il paese, anche e soprattutto dopo le elezioni, sembra sull’orlo di una guerra civile ma in pochi giorni la situazione torna alla normalità anche grazie alla prudenza di sindacati e Pci. • Rottura della Cgil: la parte comunista del sindacato indice uno sciopero generale dopo l’attentato a Togliatti. La parte cattolica, contraria a questa decisione, si scinde formando la Cisl. Poco dopo anche la parte repubblicana e socialdemocratica si separa formando la Uil. • Fine delle sinistre al governo: ma De Gasperi, sempre più insofferente alle sinistre, dà poco dopo le dimissioni e forma un nuovo esecutivo senza sinistre e col solo appoggio della Dc Dopo le elezioni: con le elezioni del ’48 gli italiani scelgono un partito ma soprattutto scelgono una collocazione nello scacchiere internazionale. 1. Economia: Einaudi è il ministro del bilancio. Mentre le sinistre si battono in una campagna impopolare contro il piano Marshall, Einaudi avvia una politica economica che ha come obiettivi: fermare 2 Tra gli anni ’50 e ’60 l’economia dei paesi occidentali conosce uno sviluppo senza precedenti. È l’età dell’oro del capitalismo industriale. Giappone ed Europa occidentale, trascinati dalla locomotiva Usa, conoscono una crescita che supera quella Americana. Boom economico, cause: • Aumento demografico -> con aumento della domanda, di beni di consumo , strutture e abitazioni • Progressi nel campo farmaceutico , aumento della vita media degli uomini. • Espansione mondiale del mercato -> non solo italiano ma anche rispetto ad altri paesi. In Italia c’erano i salari bassi, ma anche le cose costavano poco • Nascita delle multinazionali • Intervento dello Stato nell’economia -> con innovazioni tecnologiche e con produzioni di elettrodomestici come lavatrici e televisioni Nuove frontiere • fondi riservati alla ricerca scientifica • Settore chimico: fibre come il Nylon • Medicinali: antibiotici e ormoni come il cortisone, anticoncezionali e psicofarmaci • Trapianti di organi in chirurgia • Boom nei trasporti: automobili private • Mito della conquista dello spazio, missili, navette spaziali e sbarco di uomini sulla luna: Armstrong con Apollo 11 • Nascita dei mass media , cultura di massa • Musica leggera Società de benessere , espansione dei consumi privati • Consumismo , società dei consumi, alimentata dalla pubblicità • Scienze umane, per capire i cambiamenti della società come la teoria marxiana • Contestazione giovanile: generazione del Baby boom Baby boom; i paesi industrializzati conobbero una fase di slancio demografico dopo la fine della guerra. Ma dopo la metà degli anni 50 Ci fu un calo della natalità . Fenomeno che si accompagna ai processi di modernizzazione legato alla mentalità : incremento del lavoro femminile , costi alti per L educazione e il mantenimento dei figli. • la tendenza alla pianificazione familiare , dunque al contro delle nascite fu favorita dalla diffusione degli anticoncezionali come la pillola. La generazione del baby boom sarà la protagonista della protesta del ’68 contro la società del benessere. - rifiuto delle convenzioni di una società industrializzata. • Hippies: comunità che si diffusero prima negli Usa, creazione di una cultura alternativa, non violenza, religioni orientali come buddismo e induismo, consumo di droghe leggere e messaggi della nuova musica, sesso libero • Fenomeno che prese piede in Usa , protesta contro la Guerra del Vietnam. Si tratta inizialmente di una manifestazione studentesca, con l’occupazione dell’università attraverso sit-in, (pacifica, appoggiata anche da Martin Luther King) successivamente sfociò in una serie di atti violenti, all’interno dei ghetti, ispirati all’ideologia del black power. • Episodio clamoroso: quartiere latino di Parigi, studenti e forze politiche • Mao e il terzo mondo , esempio rivoluzionario da seguire Negli stessi anni si sviluppa un nuovo femminismo che criticava la divisione dei ruoli tra uomo e donna nella famiglia e nel lavoro ma più in generale rifiutava i valori maschilisti dominanti nelle società industrializzate. ( legalizzazione dell’aborto volontario ) Anche per la chiesa sono anni di rinnovazione; per Pio XII la società moderna è vista come l’emblema del male. Il successore, Giovanni XXIII, con due encicliche fa vedere il cambiamento, che è ancora più visibile con il Concilio Vaticano II (1962-’65), che si conclude con Papa Paolo VI. Cambia la concezione di fondo: l’atteggiamento del cristiano verso la società è di apertura e dialogo. I segni dei tempi sono l’emancipazione della donna dei paesi poveri e lo sviluppo economico. Avviene la riforma della liturgia, che non è più in latino ma in italiano, la lingua nazionale. C’è , inoltre, l’apertura verso i partiti politici, del sacerdozio. C’è una posizione diversa per quanto riguarda la guerra che è esposta nelle due encicliche, “Pace in Terris”, 1963; che dice che la guerra è solo di difesa e non deve essere sproporzionata (come per bombe atomiche o armi chimiche). Per la prima volta nell’enciclica la guerra è estranea alla ragione. Il Sessantotto ‘68 Parole chiavi • Evento globale (evento di storia globale, primo della storia umana ad accadere simultaneamente ai 4 punti cardinali del mondo, di qua e di la della cortina di ferro, nel sud del sottosviluppo e nel nord dell’opulenza) • Giovani ( protagonisti dei movimenti di protesta i giovani ) • Liberazione • Evento globale Si parla di Età dell’oro: fine anni sessanta, dopo i 30 anni drammatici della Guerra. Età di sviluppo generalizzato dell’economia mondiale. Indici di sviluppo senza precedenti, protagonista : è l’ Occidente ■ In Italia assistiamo al “Miracolo economico” – il sessantotto è definito lungo Uno spazio nuovo globale dove c’è la pace ma anche la minaccia atomica, il boom economico ma anche la percezione delle ineguaglianze su scala mondiale, la prima mondovisione televisiva ma anche il senso di finitezza e precarietà che suscita la Terra vista dallo spazio. 2 • Giovani Il mondo entra nelle proteste studentesche. Diventa protagonista la baby boom generation, che non ha esperienza diretta della guerra ma ha un ispirazione a vivere in migliori condizioni. Non si riconoscono nel sistema rigido dell’università. • In occidente i figli del baby boom postbellico, affluiti in massa all’università, rivendicano diritti, affermano istanze di libertà nella sfera personale come in quella sociale, inaugurano nuovi costumi e consumi. • Nei paesi del blocco sovietico chiedono democrazia, maggiore libertà, migliori condizioni di vita • Nei paesi in via di sviluppo protestano contro la corruzione dei governanti contro le .. Tutte le autorità istituzionali (scuola, religione ..) vengono contraddette L’ispirazione è quella di creare un nuovo mondo. Varie rivolte: In Cecoslovacchia: la primavera di Praga In Africa: protesta contro il proprio regime Cina: giovani protagonisti della rivoluzione cultura, lanciata da Mao. Il libretto rosso è la loro guida, il tazebao il loro strumento di denuncia dei dirigenti ritenuti reazionari. – risvolti tragici , terrore interno . America latina: fatti imponenti, in Messico sfocia in tragedia: massacro in una piazza di città del Messico in ottobre. Simboli: • Che Guevara • Musica Rock’n Roll (Bob Dylan) • Slogan (immaginazione al potere, vietato vietare) • Jeans • Capelloni Elemento del CONFORMISMO: tratto identitario che caratterizza una generazione ma che attribuisce un valore politico. • Liberazione ■ Liberazione dalla dipendenza Categorie massa a punto da alcuni economisti: alcune teorie economiche erano quelle dello sviluppo, sviluppismo, che viene messa in discussione e si elabora la teoria della dipendenza portata avanti da Andrè Frank – Samir Amin. Distensione Oltre al Boom economico, dalla fine degli anni ’50 all’inizio degli anni ’70 si assiste ad una serie di tensioni globali, anche interne ai singoli stati (rivendicazioni razziali coni Black Power) • Equilibrio del terrore: si mantiene la divisione in due blocchi. L’equilibrio degli armamenti, soprattutto quelli nucleari, imponeva una politica di non aggressività basata sul terrore, sul timore che l’altro potesse utilizzare armi micidiali. • Kennedy : viene eletto nel 1960. Il suo programma si basa sulle idee di Wilson e apre una nuova frontiera: ricerca e scoperte scientifiche. Kennedy investe molto denaro pubblico in aiuti sociali e nella ricerca spaziale. Tenta anche una politica di integrazione razziale. In politica estera il suo atteggiamento è ambivalente difensione della libertà e fautore del dialogo con l’Est, muore in un attentato • Krsucev: negli anni di Kennedy , Kruscev sostiene che la competizione debba spostarsi dalla corsa agli armamenti ad una sfida economica: sarebbe risultato vincitore il paese ceh avrebbe garantito maggior benessere, ma paga questo eccessivo ottimismo e viene estromesso dalle sue cariche nel 1964. • Distensione e tensione Kennedy-Kruscev : il primo incontro tra i due avviene a Vienna per risolvere la questione di Berlino Ovest. Kruscev risponde con il Muro di Berlino per rendere impossibili le fughe verso ovest. Sempre nel 1949 Kennedy cerca di rovesciare Castro con una spedizione di cubani sull’isola che sbarcano nella Baia dei Porci, ma la spedizione di rivela un fallimento e nella tensione si inserisce l’Urss che propone ai cubani assistenza economica e militare in cambio di installazioni missilistiche sull’isola per il lancio di testate nucleari. Quando nel 1962 Kennedy scopre queste costruzioni impone il blocco navale intorno all’isola. Dopo 6 giorni di tensione Kruscev acconsente allo smantellamento delle postazioni, Kennedy ci guadagna in immagine. Nel 1963, le due potenze firmano un trattato per mettere al bando gli esperimenti nucleari nell’atmosfera. Nello stesso periodo, Usa e Urss si accordano su una linea diretta, il telefono rosso, fra Casa Bianca e Cremlino. Cina: In Cina c’è la guerra col Giappone nella II Guerra Mondiale. Dal 1949 c’è la progressiva vittoria dei comunisti con Mao Tse-Tung. Questo comunismo è simile a quello di Stalin perchè si punta a una modernizzazione della Cina. La modernizzazione però ha delle tappe diverse. Collettivazione dell’agricoltura Il Balzo in avanti -> controllo dei mezzi di produzione e anche della popolazione, vita privata. L’esperimento risulta un fallimento, la produzione crolla e il governo è costretto ad importare grandi quantità di frano e si consuma la rottura con l’Urss da sempre critica nei confronti del grande balzo in avanti Rivoluzione culturale: il fallimento del grande balzo in avanti si stente anche all’interno della politica. Mao, che disponeva di mezzi per mettere in atto un epurazione, mobilita i più giovani contro quelli che sono considerati dei dirigenti sospettati con il capitalismo. È una rivoluzione condotta dalle guardie rosse, studenti,. -> vengono cacciati e torturati gli intellettuali e i testi troppo vecchi sono bruciati, perché si punta alla modernità. 2 Ciò è simile alla dittatura comunista dell’ URSS, che portò morti e paradossalmente anche la modernizzazione del paese. Culturale perché doveva cambiare la mentalità della nazione Politica estera: all’inizio degli anni ’70 Mao apre all’occidente per aggirare l’isolamento imposto dalla fine dei rapporti con l’Urss. Nel 1972 Nixon si reca così a Pechino e l’Onu riconosce la Cina. Guerra in Vietnam: dopo gli accordi di Ginevra del 1954 il Vietnam è diviso in Nord, retta dai comunismi di Ho Chi-Minh, e Sud, dove c’è un governo semidittatoriale appoggiato dagli americani. • Vietcong: è un movimento di guerriglia, appoggiato dal Nord, che nasce nel Sud e cerca di rovesciare il governo fantoccio. • Kennedy: spaventato da una Indocina comunista Kennedy invia circa 30mila consiglieri americani e nel 1963 depone il vecchio governo per instaurarne uno che però si rivela ancora più corrotto ed inefficiente. • Johnson: in risposta ad un attacco subito dalle forze navali statunitensi, il nuovo presidente ordina bombardamenti contro postazioni strategiche nel Nord. Nel frattempo aumenta anche la presenza militare nella zona. Ormai gli Stati Uniti sono in guerra ma la superiorità tecnica e militare può ben poco contro la guerriglia dei Vietcong. Intanto, l’opinione pubblica americana ed occidentale si mobilita contro quella che viene ribattezzata la sporca guerra. E il mondo scopre che anche una superpotenza può essere tenuta in scacco da uno sparuto gruppo di guerriglieri. • Offensiva del Tet: durante il capodanno buddista, all’inizio del 1968, i Vietcong scagliano una offensiva che pur non ottenendo grandi risultati militari fa capire agli americani che la guerra è ormai persa. Nixon riduce così l’impegno americano nella zona • Armistizio di Parigi ed Indocina: l’armistizio viene firmato nel 1973 a Parigi e nel 1975 i Vietcong e le truppe del Nord entrano a Saigon. Intanto anche Cambogia, con i khmer rossi, e Laos sono in mano comunista. Breznev: dopo l’allontanamento di Kruscev prende il controllo una direzione collegiale da dove emerger il nuovo segretario del partito Breznev. Il nuovo corso non cambia sostanzialmente la politica estera di Kruscev (rapporti con Cina ed con occidente) anche se si accentua la repressione e si apre ad un certo liberismo in economia anche se i risultati non sono appezzabili e la forbice con l’occidente aumenta 1. Romania: con Ceausescu il paese conosce una certa autonomia sia politica che economica rimanendo però fedele all’Urss 2. Cecoslovacchia e Primavera di Praga: nel maggio del 1968 il segretario del partito, un superstite dell’età staliniana, viene rimosso per Dubcek esponente dell’area innovatrice. Intellettuali, studenti, operai ed opinione pubblica appoggiano entusiasti il nuovo corso con Dubcek che prevede un certo pluralismo economico e addirittura politico, con la presenza di diversi partiti, oltre che una maggiore libertà di stampa ed opinione. Questo socialismo dal volo umano, a differenza dell’Ungheria nel 1956, non mette mai in discussione 3. il comunismo e l’adesione al blocco orientale. Ma l’Urss non può tollerare questa primavera cecoslovacca a fine agosto entra con i carri armati a Praga. Dubcek viene arrestato e viene formato un governo filo-sovietico. Ma una riunione clandestina del locale partito comunista conferma la fiducia a Dubcek che viene riportato al governo dai russi ma sotto lo stretto controllo di Mosca che in poco tempo riesce ad isolare gli esponenti liberali nel partito. Dubcek perde ogni incarico nel 1969. Capitolo 15 : anni di crisi Due avvenimenti che scuotono l’economia: gli anni ’70 si aprono con: 1. Sospensione della convertibilità del dollaro: gli Stati Uniti, oppressi dai crescenti costi militari a seguito ad esempio della guerra in Vietnam, sospendono la conversione del dollaro in oro. È l’inizio di una fase di instabilità e disordine internazionale a livello monetario. 2. Shock petrolifero: dopo la guerra del Kippur i paesi esportatori di petrolio decidono di bloccare le forniture ai paesi occidentali. È il 1973 ed il prezzo della materia prima quadruplica colpendo soprattutto paesi come Giappone ed Italia. La produzione subisce un brusco calo e le conseguenze sono molte: 2.a. Stagflazione: è un fenomeno nuovo, ovvero la crescita dei prezzi (l’inflazione) in un momento di stagnazione. Le cause vanno ricercate sia nell’aumento del petrolio ma anche nella scala mobile introdotta nel decennio precedente e che faceva aumentare automaticamente i salari in base all’inflazione. 2 Rispetto ai crimini di Stalin, ci fu lo sconcerto dei militanti dei paesi europei. Il PC non poteva negarlo, Togliatti lo sapeva ma disse che gli italiani erano diversi. Il PS, che aveva grandi appoggi, nel corso degli anni ’50 si rimpicciolisce e il vero partito di sinistra rimane il PC. Il PS è subordinato nella politica estera (filosovietica). Il PSI , con Nenni, dopo ciò che dice Kruscev, rimane legato al PC. Dopo i fatti avvenuti in Ungheria, per la prima volta si rompe l’alleanza tra il PC e il PS che si era formata nel 1935-’36, contro i fascisti a Parigi, durante il Comintern. Il PC giustifica la repressione in Ungheria, il PS lo Condanna e ciò produce la fine del patto d’ Unità Nazionale. Da questo momento in poi, il PS guarderà alla DC di Fanfani; queste sono le premesse per il primo centro sinistra -> alleanze tra DC e partito socialista. Il primo centro sinistra organico si avrà nel 1963 con Aldo Moro. Dal 1960- ’63 ci sono gli accordi informali, poi quando le leggi arrivano in parlamento, le poteranno anche i socialisti. Il centrosinistra è possibile: Dall’allentamento del clima della Guerra Fredda Dalla venuta, come presidente americano, di Kennedy Dal Concilio Vaticano II -> si allenta la direttrice anticomunista tramite Giovanni XXIII e al Concilio Miracolo economico: tra il 1958 ed il 1963 l’Italia vive il suo periodo di massima crescita economica diminuendo il divario con le altre nazioni occidentali. Il settore che più di ogni altro aumenta la produzione è quello manifatturiero ma anche quello chimico e meccanico conoscono una grande crescita. Aumentano le esportazioni, specialmente di capi d’abbigliamento ed elettrodomestici. Il paese nel 1960 organizza le Olimpiadi. Solo il settore agricolo non conosce una crescita così ampia 1. Cause: congiuntura economica mondiale favorevole, libero scambio nella Cee, modesto prelievo fiscale e basso costo della manodopera a causa di un tasso di disoccupazione abbastanza elevato e di un alto tasso di migrazione dalle zone meno progredite a quelle più progredite. Alla fine degli anni ’50 aumentano le retribuzioni generali che favoriscono l’aumento degli acquisti non impedendo, però, un balzo in avanti dell’inflazione. 2. Trasformazioni sociali: con la crescita economica l’Italia si lascia alle spalle tutta una serie di strutture sociali tradizionali. Ma il paese entra nella società dei consumi e del benessere all’improvviso, senza tappe intermedie. 2.a. Migrazioni interne: dal sud verso al nord e dalle campagne verso le città 2.b. Urbanizzazione: le città industriali del nord crescono a dismisura ma senza un controllo dei poteri pubblici per quanto riguarda il piano regolatore e l’edilizia popolare. Ecco allora l’abusivismo, il disordine urbano, una mancata crescita dei servizi 2.c. Integrazione: le persone del sud emigrate al nord trovano delle iniziali difficoltà nel processo integrativo. Difficoltà che si superano comunque velocemente anche grazie alla condivisione degli stessi spazi lavorativi e degli stessi problemi. 2.d. Televisione ed automobile: sono i simboli sia del cambiamento economico sia del cambiamento sociale in Italia. Dalla metà degli anni ’50 la Rai comincia le trasmissioni e il nuovo media favorisce la diffusione della lingua comune al danno dei dialetti. L’automobile diventa il simbolo della parificazione sociale e della libertà di movimento. In questo periodo nascono le utilitarie Politica anni ‘60: all’inizio degli anni ’60 i socialisti entrano nel governo retto dalla Dc. È un primo grande cambiamento dopo la rottura della coalizione Pci-Psi-Dc del 1947 e le elezioni del 1948 con la vittoria della Dc. È un cambiamento non votato dagli elettori ma scelto dai dirigenti dei due partiti ma ugualmente in Italia si assiste ad una nuova speranza per una serie di riforme sociali ma anche timori nell’elettorato moderato. 1. Governo Tambroni: Tambori nella primavera del 1960 non riuscendo a trovare un accordo con socialdemocratici e liberali forma un nuovo governo formato solo dalla Dc con l’appoggio determinante dell’Msi. (moncoolore) A giugno il governo autorizza il congresso nazionale dell’Msi a Genova suscitando una vera e propria rivolta popolare. Alla fine il governo è costretto ad annullare il congresso ma non cessarono le manifestazioni e a Reggio Emilia i morti tra i manifestanti sono una decina. Tambroni è costretto alle dimissioni dal suo stesso partito 2. Governo Fanfani: il nuovo governo Fanfani, grazie anche alla sapiente mediazione di Aldo Moro all’intero dello stesso partito, si avvale dell’appoggio del Psi. Il nuovo governo del 1962 si presenta con una coalizione tra Dc-Pri- Psdi con un programma appoggiato anche dal Psi che ha ottenuto, soprattutto, la nazionalizzazione l’industria elettrica. È la condizione posta dal Psi per entrare nella maggioranza. Nasce così l’Enel ed anche la scuola media unica, altro punto fortemente voluto dal Psi. 2 2.a. Elezioni del 1963: i contrasti nella maggioranza vengono esasperati dalle elezioni del ’63 con il netto calo sia di Dc che di Psi. Crescono invece comunisti e soprattutto liberali da sempre avversi a governi di centro- sinistra con il Psi. Il nuovo governo nasce sotto la presidenza di Moro. 3. Governo Moro: a partire dal ’63 la stagione delle riforme viene bloccata. La Dc ha la necessità di non perdere la base del suo consenso dopo le elezioni. Moro cerca di risolvere i contrasti all’interno del partito e ci riesce. Si dividono invece i socialisti con la minoranza di sinistra che si stacca e forma il Partito socialista di unità proletaria (Psiup). Ed anche dentro il Psi non mancano forti correnti opposte. Il Pci con il 25% restava ancora isolato. Politica anni ‘70 1. Governo Andreotti e governo Rumor: nei primi anni ’70 i governi guidati dalla Dc vivono una stagione di grandi scontri soprattutto con la componente socialista che cercava con insistenza una maggiore partecipazione del Pci al governo. Questi governi non riescono a realizzare le riforme utili al paese ed allo stesso tempo devono affrontare due difficoltà: la crisi petrolifera del 1973 e i crescenti scandali finanziari e di corruzione che coinvolgono esponenti dei maggiori partiti. Serve a poco la legge del 1974 sul finanziamento pubblico dei partiti. L’opinione pubblica italiana è sempre più sfiduciata 2. Berlinguer, eurocomunismo e compromesso storico: sull’onda delle conquiste civili (divorzio, aborto) e della crescente sfiducia nel governo corrotto il Pci registra una serie di consensi. È un partito diverso da quello tradizionale, un partito che con Berlinguer non esita a criticare l’azione dell’Urss in Cecoslovacchia e con i partiti comunisti di Spagna e Francia cerca una via europea al comunismo, il cosiddetto eurocomunismo. Nel 1973 Berlinguer propone il compromesso storico ovvero un patto di lungo termine con Dc e Psi per allontanare il pericolo autoritario ed antidemocratico e per portare avanti una serie di riforme condivise. Il Pci ottiene adesso una serie di successi elettorali soprattutto nelle elezioni regionali nel 1975 e nelle elezioni anticipate del 1976 con il massimo consenso raggiunto (34%) 3. Fine del centro-sinistra: i successi elettorali del Pci incrina i rapporti tra Dc e Psi. Nel 1975 i socialisti abbandonano il governo e finisce l’esperienza dei governi di centro-sinistra. 4. Governo Andreotti (’76 e ’78): visto che il Psi aveva chiuso la stagione del centro-sinistra alla Dc non rimaneva che cercare l’appoggio del Pci. Il governo che esce dalle urne dopo il giugno del 1976 è presieduto da Andreotti e viene appoggiato da tutto il parlamento con l’esclusione di Msi e radicali. La politica risponde compatta alla crisi economica post-’73 e al fenomeno terroristico. Il successivo governo Andreotti del 1978 viene scosso dall’uccisione di Moro e risponde con un governo di solidarietà nazionale con l’appoggio anche del Pci. 5. Diritti civili: gli anni ’70 sono anche e soprattutto gli anni, oltre che della crisi petrolifera e della crescente corruzione, di una serie di conquiste civili: il divorzio, l’aborto, l’abbassamento a 18 anni della maggiore età e la parificazione tra i coniugi 6. ’77: in quest’anno riesplode la contestazione giovanile a causa delle difficoltà economiche, soprattutto l’alto tasso di disoccupazione giovanile. Cominciano a comparire le armi da fuoco durante le manifestazioni. Il movimento non ha l’ottimismo rivoluzionario di quello del ’68 ed appare come un momento isolato, violento ed avverso soprattutto alla politica del Pci e dei sindacati Terrorismo: gli anni ’70 sono anche gli anni del radicalizzarsi dell’ideologia politica che porta ad una serie di azioni terroristiche. Il terrorismo ha due matrici: una nera ed una rossa 1. Terrorismo nero: compie azioni clamorose in luoghi pubblici. L’obiettivo è quello di facilitare una svolta autoritaria. Quasi mai le autorità giudiziarie giungono alla conclusione delle indagini e le responsabilità del governo che non è riuscito a controllare e porre fine a gruppi deviati nei servizi segreti è evidente. Ecco le stragi a Piazza Fontana, a Piazza della Loggia ed alla stazione di Bologna 2. Terrorismo rosso: la psicosi di un colpo di Stato, il dilagare del terrorismo di destra, la lotta contro uno Stato corrotto ed inefficace sono le cause del terrorismo di sinistra. Molto diverso da quello di destra perché portato avanti da gruppi clandestini che compiono singoli attentati contro figure simbolo dello Stato che si vuole combattere. Il gruppo che emerge è quello delle Brigate Rosse che cerca, invano, l’appoggio della classe operaia. Questo terrorismo si impenna alla fine degli anni ’70 e culmina con il sequestro e l’uccisione di Moro nel 1978. Capitolo 17. Società globalizzzata 1. Ecologia: la crisi petrolifera del ’73 dimostra come le risorse naturali non sono eterne e che ciò pregiudica una crescita illimitata. Inoltre, si acquista coscienza che lo sfruttamento delle risorse energetiche comporta danni ambientali, causati anche dal crescente inquinamento come quello delle automobili. Nascono così movimenti e partiti che si battono sul fronte dell’ecologia. 2. Sviluppo sostenibile: i governi attuano una serie di politiche rivolte al risparmio energetico per limitare la dipendenza dal petrolio. Ecco allora riduzioni del traffico privato e del consumo di petrolio. Si cercano così fonti alternative prima di tutto quella nucleare e in seconda battuta eolica e solare. Si diffonde l’idea dello sviluppo sostenibile ovvero uno sviluppo che tiene comunque conto delle natura e della sua indispensabile integrità. Si susseguono vertici internazionali. Il più importante incontro mondiale ambientalistico è avvenuto nel 1992 a Rio de Janeiro dove è stata formulata l’Agenda 21 che indicava gli obiettivi concreti di uno sviluppo sostenibile. La conferenza del 2022 di Johannesburg è stata dedicata allo sviluppo sostenibile. Nel 2005 è entrato in vigore il protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra, non firmato però da Usa, Cina ed India. 3. Informatica e internet: gli ultimi decenni del ‘900 sono caratterizzati soprattutto dallo sviluppo dell’industria elettronica in generale e dell’informatica in particolare. Si diffondono sempre più velocemente i computer, macchine di calcolo infinitamente più veloci dell’uomo e che possono immagazzinare dati da utilizzare all’occorrenza. Le industrie di hardware e soprattutto software fanno affari d’oro. Si sviluppa anche il settore della robotica e della telematica ovvero l’applicazione dell’informatica nelle comunicazioni. E gli ultimi decenni del ‘900 sono anche la diffusione capillare di internet che avvicina ancora di più gli angoli del pianeta rafforzando il villaggio globale e le industrie che operano in questo settore. 4. Società postindustriale: nei paesi occidentali il settore terziario e dei servizi conosce un grande aumento di impiegati ai danni del settore secondario. La fabbrica perde in questo modo la sua centralità nella produzione e nei rapporti sociali. Cambia anche il lavoro stesso all’interno delle industrie con l’affermazione del modello Toyota ai danni di quello di Ford. Adesso si passa dalla catena di montaggio ad una serie di gruppi coordinati dall’alto che in maniera più autonoma e flessibile cercano di cavalcare i cambiamenti di mercato. 5. Globalizzazione: le tecnologie informatiche e la lingua inglese comune facilitano gli scambi a livello globale. Si arriva così ad una integrazione economica che prende il nome di globalizzazione: uso di manodopera globale, multinazionali e strategie di mercato più ampie. Nascono anche fenomeni come lo sfruttamento del lavoro minorile ed una serie di bolle finanziarie, come quella delle industrie informatiche, a causa di una serie di speculazioni che però adesso assumono una portata globale. a. G8: in un’ottica globale si sente l’esigenza di coordinare l’economia. Nasce così il G8, su iniziativa del presidente francese d’Estaing nel 1975. Si comincia così a convocare una serie di vertici annuali tra le maggiori potenze industrializzate. b. No global: alla fine degli anni ’90, durante il Wto di Seattle, esplode la protesta del movimento internazionale ribattezzato no global. Ne fanno parte una serie di gruppi eterogenei e non sempre di sinistra che si battono per la distribuzione equa delle ricchezza, per l’abolizione del debito e contro il potere enorme delle multinazionali e dei paesi industrializzati. 6. Tendenze demografiche: il tasso di crescita demografica globale è in costante aumento anche se i paesi industrializzati presentano una crescita vicino alle zero mentre nei paesi del terzo mondo l’alto numero di nascite è accompagnato da una forte calo della mortalità soprattutto infantile. Paesi come l’Italia invecchiano precocemente e ciò solleva una serie di problemi derivanti dal fatto che la popolazione pensionata aumenta mentre diminuisce quella che lavora. 7. Migrazioni e società multietnica: alla fine del millennio i intensificano anche le migrazioni, generalmente dalle zone più povere del mondo verso quelle ricche. È un fenomeno massiccio ma non quantificabile perché soprattutto clandestino. Le migrazioni aprono comunque un dibattito all’interno dei paesi a maggiore immigrazione. Da una parte abbiamo gli schieramenti di sinistra e la Chiesa che si fanno promotori dell’accoglienza e della società multietnica dove le differenze sono una ricchezza sia per l’economia che per la cultura del paese. Dall’altro lato si sviluppano fenomeni di ansia che sfociano anche nel razzismo. Entra in crisi anche l’idea ottocentesca di Stato nazionale formato da una comunità compatta che adesso diventa multietnica. Da un lato, poi, si rafforzano strutture sovrannazionali come l’Ue e dall’altra localismo e nazionalismi Donne: negli anni ’80 si sancisce anche per legge la parità tra i due sessi. Le donne partecipano sempre di più alla vita lavorativa aumentando il loro grado di emancipazione anche economica. Comincia a ridursi anche la differenza salariale tra i due sessi ma rimangono una serie di problemi. Le donne, infatti, hanno uno scarso accesso alle posizioni di maggiore responsabilità ed allo stesso tempo su di loro grava ancora quasi tutto il peso del mantenimento della famiglia. Senza dimenticare che questa emancipazione riguarda soprattutto i paesi occidentali mentre in molte altre parti del mondo il ruolo della donna è ancora nettamente subalterno a quello dell’uomo 1. Golpe fallito: nell’agosto del 1991 un gruppo di comunisti e delle forze armate sequestra Gorbacev nella sua residenza in Crimea. I golpisti erano convinti di poter contare sull’appoggio della popolazione, provata dalla crisi economica, cosa che invece non avvenne. Anzi, la popolazione reagì con manifestazioni di solidarietà verso Gorbacev. Ma questa azione accelera i problemi interni: la riforma economica non dà risultati e Georgia, Armenia, Ucraina e Moldavia proclamano unilateralmente la loro indipendenza. 2. Csi: Gorbacev cerca di fermare questo processo ma anche la Bielorussia appoggia la formazione della Csi, ovvero la comunità degli stati indipendenti che nasce ufficialmente il 21 dicembre 1991 in Kazakhstan e vede la partecipazione di undici repubbliche. 3. Fine dell’Urss: il 25 dicembre Gorbacev si dimette. Lo stesso giorno la bandiera comunista sul Cremlino viene ammainata e viene issata quella russa. Crisi in Jugoslavia: nel 1990 e nel 1991 Croazia e Slovenia a seguito di referendum popolari proclamano la loro indipendenza. Lo stesso fa la Macedonia. La Serbia accetta l’indipendenza di Slovenia e Macedonia ma non della Croazia che ha al suo interno una numerosa comunità serba. Truppe regolari e non serbe vengono schierate al confine. ulizia etnica con deportazioni e massacri della popolazione bosniaca. Anche le iniziative umanitarie sono ostacolate dalla Serbia. Intervento degli Usa: tra maggio e settembre del 1995 la Nato compie una serie di raid aerei contro le postazioni serbe. ne proclamato il cessate il fuoco e cominciano le trattative che si concludono con la pace di Dayton di novembre tra croati, serbi e bosniaci. Ma i problemi non sono affatto finiti. In Serbia numerose manifestazioni sono rivolte contro il potere di Milosevic. In Croazia non mancano contestazioni contro il presidente autoritario Tudjman. Solo alla sua morte nel 1999 il paese si avvia alla democrazia con l’elezione di Mesic. onia ed Albania 500mila albanesi-kosovari. La situazione si risolve nel giugno del 1999 con il ritiro delle truppe serbe dal Kosovo. 5. Elezioni in Serbia: nel 2000 si impone Kostunica ai danni di Milosevic che prima rifiuta di riconoscere il risultato elettorale ma poi è costretto ad abbandonare il potere dopo una serie di proteste. Arrestato e giudicato dal tribunale dell’Aja morirà nel 2006 in carcere. Intanto, nel 2006 il Montenegro proclama la sua indipendenza e nel 2008 anche il Kosovo fa lo stesso anche se la Serbia non riconosce il nuovo Stato. chia e solo l’intervento dell’Onu e di un contingente di pace evita il peggio. Berisha indice nuove elezioni dove trionfano i socialisti. Capitolo 19 . nodo del mediorente Importanza del Medio Oriente: negli ultimi decenni del ‘900 questa zona del mondo ha assunto una importanza sempre più crescente nello scacchiere internazionale. La crisi petrolifera, la questione arabo-israeliana e l’aumento del fondamentalismo islamico rendono ancora più incandescente questa zona del mondo 1. Pace tra Egitto ed Israele: dopo la guerra del Kippur il nuovo presidente egiziano Sadat cerca di far uscire il suo paese da un perenne stato di guerra con Israele. A metà degli anni ’70 Sadat rovescia le alleanze del suo paese: si allontana dall’Urss e si avvicina agli Usa. Nel 1977 propone la pace ad Israele, guidato dal nazionalista Begin che comunque accetta. Si arriva così grazie anche alla mediazione del presidente Carter agli accordi di Camp David del 1978: l’Egitto ottiene il Sinai e i due paesi firmano un accordo di pace. Ma la maggior parte dei paesi arabi condanna questa politica di Sadat che viene ucciso nel 1981 per mano di un gruppo integralista. 2. Rivoluzione iraniana: dopo un primo esperimento rinnovatore con il governo di Mossadeq ritorna al potere nel 1953 lo scià Rheza Palhavi che attraverso una politica autoritaria cerca di trasformare il paese in una grande potenza militare senza però migliorare le condizioni di vita generali nel paese. Lo scià viene sollevato nel 1978 da un movimento popolare guidato dal clero islamico tradizionalista e sciita. Lo scià è costretto nel 1979 a lasciare il paese e vola negli Stati Uniti. In Iran si instaura una repubblica islamica integralista sotto la guida dello ayatollah Khomeini. Il nuovo potere si schiera subito contro gli Stati Uniti rei di aver dato protezione allo scià e per un anno l’ambasciata americana a Teheran è tenuta sotto ostaggio. Approfittando della situazione di grave confusione, l’Iraq attacca l’Iran per risolvere un vecchia disputa territoriale. La guerra dura, a fasi alterne, per 8 anni e alla fine la carneficina sarà del tutto inutile perché i confini rimarranno praticamente gli stessi. 3. Palestina: dopo gli accordi di Camp David sia gli stati arabi che l’Olp accusano l’Egitto di tradimento e rifiutano ogni mediazione con Israele. A partire dalla metà degli anni ’80, però, alcuni stati arabi moderati come Giordania ed Arabia Saudita e la stessa dirigenza dell’Olp abbandona queste rigide posizioni. Con Israele si arriva ad un primo accordo: il riconoscimento di Israele in cambio del ritiro delle truppe dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza dove dovrebbe sorgere lo stato palestinese. Adesso sono però gli israeliani a rifiutare ogni mediazione con l’Olp in quanto uno Stato palestinese viene visto come una minaccia costante ad Israele. A partire dal 1987 i palestinesi danno vita all’intifada, una diffusa e violenta rivolta contro gli israeliani in Cisgiordania e Striscia di Gaza. Gli israeliani reagiscono con la forza 122 4. Libano: il piccolo Stato multi confessionale subisce la presenza dei molti palestinesi nel suo territorio. Nascono così gruppi militari che minano l’equilibrio nel paese che vive una situazione di cronica e sanguinosa instabilità. La situazione degenera nel 1982 quando l’esercito israeliano nel tentativo di stanare le basi Olp in Libano penetra fino a Beirut. Ma la situazione non cambia 5. Guerra del Golfo: nel 1990 Saddam Hussein invade il Kuwait, paese filo- occidentale e ricco di petrolio. Le Nazioni Unite votano subito l’embargo all’Iraq e gli Stati Uniti inviano in Arabia Saudita un contingente di 400mila uomini per mettere pressione a Saddam. L’Urss di Gorbacev non interviene, come avrebbe fatto in passato, al fianco dell’Iraq. Dopo i numerosi inviti a lasciare il Kuwait scatta l’offensiva americana. Tra il 16 e il 17 gennaio 1991 le forze Nato attaccano l’Iraq e a fine febbraio comincia l’avanzata via terra. Hussein abbandona il Kuwait e Bush decide di non spingersi oltre per non invischiare il paese in una lunga guerra. 6. Conferenza di pace sul Medio Oriente, da Rabin a Netanyahu: Bush, forte dei risultati in Iraq, si pone come principale artefice dei tentativi di pace nella regione. A Madrid, nel 1991, il governo israeliano incontra rappresentati palestinesi e delle nazioni arabe vicine. Nel 1992 in Israele si afferma il partito laburista di Rabin che si mostra subito ben disposto a trattare con i palestinesi bloccando nuove colonie nei territori occupati di Cisgiordania e Striscia di Gaza. Rabin comincia così a dialogare con Arafat, prima ad Oslo poi a Washington con Clinton. I due rappresentanti erano d’accordo sul reciproco riconoscimento e sulla necessità di uno Stato palestinese. Ma l’ostilità di Siria e Iran, della destra israeliana, di alcune fazioni dell’Olp e degli integralisti islamici rendono il dialogo difficile ed instabile. Numerosi attacchi suicidi colpiscono la popolazione israeliana e nel 1995 per mano di un esponente della destra israeliana viene ucciso Rabin. Alle elezioni del 1996 si impone la destra di Netanyahu. 7. Netanyahu e seconda intifada: la vittoria della destra non ferma il processo di pace. Nei 1998 con Arafat vengono firmati accordi che prevedono il ritiro israeliano dai territori occupati in cambio di una maggiore attenzione di Arafat nella repressione del terrorismo palestinese. Nel 2000 Clinton cerca di raggiungere un nuovo accordo di pace, ancora una volta a Camp David, con Israele disposto a parlare anche della sovranità di Gerusalemme e del ritorno dei profughi palestinesi. Ma le trattative si arenano proprio sulla sovranità dei luoghi sacri di Gerusalemme. Nel 2000 una visita del leader della destra Sharon nella spianata delle moschee a Gerusalemme viene letta come una provocazione che sfocia in una seconda, e più violenta anche per quanto riguarda la repressione, intifada che non coinvolge solo le colonie israeliane Cisgiordania e annessione come la Polonia. Il nuovo trattato scritto a Lisbona, che prevede un allargamento delle competenze europee in materia di energia, sicurezza ed immigrazione, viene respinto da un referendum in Irlanda nel 2008. Conseguenze politiche dell’Euro: l’adozione dei parametri di Maastricht e il dibattito sulla moneta unica catalizzano l’attenzione dei diversi governi nazionali. Inizialmente si ha una affermazione del centro-destra un po’ in tutto il continente a cui segue una fase di governi di centro-sinistra. Infine, i primi anni del nuovo millennio sono caratterizzati da una alternanza di governi: 1. Francia: scaduto il secondo mandato di Mitterrand la presidenza viene conquistata nel 1995 da una coalizione di centro-destra capitanata da Chirac. Ma nelle elezioni del 1997 si impone la coalizione di centro-sinistra capitanata da Jospin. Nel 2002 si afferma Sarkozy. 2. Spagna: i socialisti vengono sconfitti dal conservatore Aznar nel 1996. Nel 2004 però ritornano al potere i socialisti con Zapatero. 3. Germania: nelle elezioni del 1994 si impone per la quarta volta consecutiva il cristiano-democratico Kohl. Ma nel 1998 finisce la lunga stagione di Kohl con la vittoria dei socialdemocratici di Schroder. Nel 2005 dopo il sostanziale equilibrio alle elezioni viene formato una grande coalizione di governo retta dalla cristiano- democratica Merkel. 4. Inghilterra: qui invece i laburisti di Blair nel 1997 ottengono il successo elettorale. Nel 2007 finisce la stagione di Blair che cede il potere a Brown. 8. CAPITOLO 21. SVILUPPO E DISUGUAGLIANZA Rapporto tra sud e nord del mondo: a partire dagli anni ’70 si assiste ad un cambiamento dei rapporti economici globali. Irrompono sulla scena i paesi del medio oriente esportatori di petrolio, crescono le tigri asiatiche (Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Malaysia) ma allo stesso tempo ampie zone del mondo, a partire dall’Africa subsahariana, vivono una condizione di cronica povertà a causa di modernizzazioni fallite, dell’eccessivo tasso sia di emigrazione, di crescita demografica e di urbanizzazione. Senza dimenticare l’instabilità politiche, i colpi di Stato e le guerre civili 1. Fame e debito con l’estero: molti paesi vivono quotidianamente il dramma della fame che fa centinaia di migliaia di vittime l’anno. È un fenomeno non nuovo nella storia dell’umanità ma che adesso entra, grazie ai mass media, nelle case del mondo occidentale generando una forte reazione nell’opinione pubblica occidentale. Ecco allora una serie di campagne umanitarie e politiche come quella che si batte contro l’estinzione del debito verso i paesi occidentali. I soldi prestati da una parte, a causa della corruzione e della impreparazione, sono stati sperperati e dall’altra i tassi di interesse aumentano di anno in anno. 2. Asia: alla fine del XX secolo è il continente che conosce la maggior crescita economica. Una crescita costante e fortissima, ben più alta di quella del’occidente industrializzato. 2.a.Giappone: il paese è incredibilmente una accezione. L’economia nipponica conosce una brusca battuta d’arresto a metà degli anni ’90 a causa delle difficoltà del sistema bancario e l’instabilità politica a seguito del declino del partito liberale che non viene sostituito da altre forze. 2.b.Cina: dopo la morte di Xiaoping i successori proseguono su quella linea: liberalizzazioni controllate dallo Stato, regime autoritario e partito unico. La Cina cresce in maniera elevata ma ha ancora un ruolo subalterno nell’economia mondiale. Nel 1997 viene ristabilita la sovranità su Hong Kong, uno dei centri dell’economia mondiale che mantiene comunque una sua autonomia, e nel 1999 avviene la stessa cosa con Macao. Le democrazie occidentali chiudono un occhio sulla sistematica violazione dei diritti umani, sui lavoratori ridotti in semi- schiavitù e sulla questione tibetana sia per esigenze economiche che per paura che una eccessiva democratizzazione potesse far implodere la Cina come successo per l’Urss. c. India: il paese mantiene un forte assetto democratico e nonostante gli squilibri interni e sacche troppo ampie di povertà si avviano verso una efficace modernizzazione che punta anche e soprattutto sull’industria informatica. d. Modello asiatico: l’Asia si presenta come una costellazione di democrazie fragili (Indonesia, Filippine), una serie di regimi (Pakistan, Corea del Nord, Cina, Vietnam, Cambogia) che conoscono comunque una grande crescita economica ed aggressività commerciale grazie alla flessibilità ed i salari bassi. E’ il caso soprattutto di piccoli Stati come Corea del Sud, Singapore, Malaysia, Taiwan. In ogni caso questo modello subisce una flessione tra il 1997 ed il 1998 dove il peggio viene scongiurato solo dall’intervento del Fondo monetario internazionale. Africa: il continente non riesce a superare i suoi cronici problemi. Debolezza delle strutture statali, povertà diffusa, fame, inefficienza del sistema sanitario, eccessiva natalità, urbanizzazione selvaggia, guerre civili e colpi di Stato 1. Sud Africa: alla fine degli anni ’80 il governo comincia a smantellare il regime di discriminazione razziale e viene tesa la mano a Nelson Mandela. Nel 1994 si svolgono le prime elezioni che vedono il trionfo proprio di Mandela. 2. Somalia: abbattuta nel 1991 una dittatura, il paese diventa teatro di guerra di bande rivali che provoca il blocco dell’economia e migliaia di morti tra i civili. L’Onu e gli Stati Uniti decidono di intervenire ma la situazione non migliora. In questo clima si inserisce il fondamentalismo islamico. 3. Sudan: la convivenza tra la maggioranza islamica e le minoranze cristiane sfocia in una vera e propria guerra civile 4. Ruanda: guerra civile anche a metà degli anni ’90 quando gli hutu compiono massacri contro i tutsi provocando la morte di quasi 1 milione di persone. America latina: gli anni ’90 sono all’insegna del ritorno delle democrazia ma anche della instabilità economica. Nascono così una serie di strutture sovrannazionali per facilitare il commercio. È il caso della Nafta e del Mercosur. 1. Brasile: un rallentamento dell’economia, soprattutto a causa delle inadempienze della Russia, ha degli effetti che vengono contenuti dal governo. Dal 2002 alla guida del paese c’è il socialista Lula. Argentina: l’Argentina del radicale La Rua per cercare di frenare l’inflazione ancora la moneta nazionale al dollaro. È un scelta suicida: crollano le esportazioni, il paese non può più pagare il 2. Russia post-comunista, Eltsin: la Russia ora deve affrontare prima di tutto il problema degli arsenali nucleari dislocati nei paesi satelliti, in paesi come Ucraina che rifiutano di cedere le armi nel proprio territorio. 2.a.Esteri e Cecenia: in politica estera, la Csi non riesce a darsi una struttura organizzata e conflitti etnici scoppiano tra gli Stati e all’interno degli stessi. Nel 1994, dopo la sconfitta elettorale e in piena difficoltà economica, Eltsin decide di intervenire nella repubblica autonoma della Cecenia che aveva proclamato la sua indipendenza. Con un esercito da riorganizzare, la Russia viene invischiata in una guerra lunga e logorante. Con gli indipendentisti un accordo si raggiunge solo nel ’96. 2.b.Economia: a livello economico Eltsin cerca una accelerata liberalizzazione ed un ingresso nell’economia di mercato. operazione difficile in un paese che esce da 70 anni di comunismo, senza un ceto imprenditoriale ed un tessuto sociale pronto al cambiamento. Ecco allora che le riforme economiche non si traducono in maggior benessere per la popolazione ma causano la svalutazione del rublo, la crescita dell’inflazione, degli speculatori e della criminalità organizzata. Senza contare che lo Stato, non potendo contare su un efficace sistema di prelievo fiscale, faticava a pagare con puntualità gli stipendi ai dipendenti. 2.c.Interni: il fronte degli avversi alle riforme, ed anche i nostalgici del comunismo, trovano un punto di aggregazione in parlamento. In un paese dove non sono chiari i poteri del parlamento e del presidente è inevitabile lo scontro che esplode nel 1993 quando Eltsin non riuscendo a superare l’ostruzionismo del Parlamento scioglie le camere ed indice nuove elezioni. Il Parlamento risponde destituendo Eltsin. Dopo giorni di protesta, con i simpatizzanti del Parlamento che occupano la televisione ed il Municipio di Mosca, Eltsin riprende in mano la situazione decretando lo stato di emergenza e le forze speciali fanno una sanguinosa irruzione in Parlamento. Alle elezioni sempre del 1993 gli ex-comunisti e gli ultranazionalisti contrari alle riforme ottengono un buon successo. Eltsin mantiene comunque il potere come farà anche dopo le elezioni del 1996 con il presidente che riesce a sconfiggere il rivale neocomunista. 3. La Russia di Putin: nel 1999 riprendono le tensioni in Cecenia con l’esercito che interviene per stanare i presunti terroristi islamici nella regione. Eltsin sempre in quest’anno nomina primo ministro lo sconosciuto Putin che viene eletto Presidente della Repubblica nel 2000 con un largo margine. 3.a.Esteri: la Russia attraverso la sua diplomazia cerca di riaffermare il proprio potere nell’Europa dell’est anche per riacquistare una posizione di forza contro gli Stati Uniti. Putin non accetta quella che considera ingerenze occidentali nelle questioni che riguardano i diritti umani e la libertà in Russia, soprattutto in risposta all’uccisione ed alla scomparsa di giornalisti ed agenti segreti scomodi nel 2006 e nel 2007. In questi stessi anni Putin si scontra con la Nato a causa del progetto di scudo spaziale di Bush. E la Russia non riconosce l’indipendenza del Kosovo. 3.b.Economia: lo Stato interviene nell’economia per dare stabilità al sistema. La produzione aumenta e la situazione generale migliora lentamente 3.c.Cecenia: la Russia interviene ancora contro i separatisti ceceni che ormai hanno evidenti legami con il terrorismo islamico. La guerra vincente di Putin ha però un rovescio della medaglia: l’irruzione nel teatro di Mosca dei separatisti nel 2002 e la strage alla scuola di Beslan in Ossezia nel 2004. 11 settembre 2001: con l’attentato alle Torri Gemelle gli Stati Uniti subiscono per la prima volta nella storia un attacco nel loro territorio. L’occidente è sotto shock: si sente vulnerabile anche perché i terroristi sono persone che operano nelle nuove società multietniche. Si profila lo scontro tra civiltà e l’opinione pubblica americana vuole risposte immediate 1. Diplomazia: gli Stati Uniti avviano subito una vasta azione diplomatica che coinvolge Europa, Russia e Cina per isolare i governi islamici integralisti e avviare contatti anche con quei paesi arabi sospettati di dare protezione ai terroristi come Arabia Saudita e Pakistan. L’operazione riesce tanto che sia la Russia che il Pakistan offrono agli Usa basi e appoggio logistico. Bin Laden non riesce a sollevare i governi arabi contro l’occidente. 2. Afghanistan: quattro settimane dopo l’11 settembre cominciano le prime operazioni nel paese. Inizialmente gli Stati Uniti con le forze Nato effettuano bombardamenti e il grosso delle operazioni di terra viene svolto dalle forze comunque afghane ma avverse ai Talebani. L’offensiva è rapida: Kabun e Kandahar cadono ma sia il Mullah Omar che Bin Laden riescono a scappare. A Bonn si decide di affidare il governo ad Hamid Karzai ma la situazione è 134 4. Stragi mafiose: in un clima politico ed economico difficile si inseriscono anche le stragi mafiose che hanno in Falcone e Borsellino due tra le vittime più eccellenti. 5. Governo Amato: caduta la candidatura di Craxi, travolto da Tangentopoli, Scalfaro affida il governo ad Amato che per prima cosa pensa ad una serie di misure per migliorare la situazione economica del paese ma c’è anche il nodo della nuova legge elettorale. 5.a. Nuova legge elettorale: il maggioritario uninominale sembra alla opinione pubblica la via più efficace per la riforma e la moralizzazione della politica. In questo modo il voto nominale a favore di singole personalità avrebbe ridotto al minimo l’ingerenza dei partiti. Il referendum del 1993 approva la nuova legge elettorale ed approva la fine dei finanziamenti pubblici ai partiti. È la fine di un vecchio sistema e Amato decide di lasciare annunciando le dimissioni 5.b. Inchieste giudiziarie: La Malfa, Altissimo, Craxi, Forlani e molti altri sono costretti a lasciare i loro partiti. Andreotti viene accusato di collusioni con la mafia da alcuni pentiti. 6. Governo Ciampi: Scalfaro nomina il governatore della Banca d’Italia nuovo primo ministro. Viene formato un governo con Dc-Psi-Psdi-Pli alcuni tecnici ed alcuni ministri Pds e Verdi. Le difficoltà sono molto e per prima cosa bisogna varare una nuova legge elettorale che recepisse le disposizioni del referendum. 5.c. Nuova legge elettorale: il 75% dei seggi di Camera e Senato vengono attribuiti con il sistema maggioritario uninominale mentre il 25% viene assegnato ancora con la formula del proporzionale. 5.d. Economia: la debolezza di un governo non uscito dalle urne e la crisi economica occidentali non permette al governo Ciampi di affrontare in maniera decisiva il difficile momento anche economico del paese alleanza che va da Rifondazione a Mastella. Si impone Prodi ma con uno scarto davvero minimo. 1. Contrasti nella maggioranza: quella di Prodi oltre ad essere una maggioranza risicata è anche una maggioranza con troppi conflitti interni. Una prima crisi si apre quando il governo non riesce a votare una comune linea in politica estera, dove l’Italia è impegnata sia in Afghanistan che in Iraq, e nel 2008 a causa di contrasti con Mastella Prodi è costretto alle dimissioni. 2. Elezioni del 2008: vedono da una parte ancora Berlusconi, con il Popolo delle Libertà ovvero un partito nato dalla fusione di Fi e An, e dall’altra il Pd di Veltroni. Lega e Italia di Valori si alleano con i due schieramenti. Berlusconi ottiene un successo nettissimo ed entra in Parlamento anche l’Udc di Casini che corre da solo e riesce a superare lo sbarramento sia alla Camera che al Senato
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved