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La Pace di Versailles e la Rise del Fascismo: La Europa tra Guerra e Rivoluzione, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Storia del fascismoStoria della prima guerra mondialeStoria della Società delle Nazioni

Come i paesi vincitori della prima guerra mondiale, in particolare francia e gran bretagna, impongano termini severissimi alla germania con il trattato di versailles. La società delle nazioni, parte dei quattordici punti di wilson, era supposta risolvere i conflitti internazionali, ma invece finì per servire gli interessi di francia e inghilterra. La politica economica e la crisi sociale in russia contribuirono al fallimento del comunismo di guerra e alla crescita del fascismo in italia. La europa si trovava in preda a una grande conflittualità sociale e politica.

Cosa imparerai

  • Come la Società delle Nazioni ha fallito nel risolvere i conflitti internazionali?
  • Come i paesi vinti della prima guerra mondiale sono stati trattati con il Trattato di Versailles?
  • Come la crisi sociale e politica in Russia ha contribuito alla crescita del fascismo in Italia?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 01/05/2019

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Scarica La Pace di Versailles e la Rise del Fascismo: La Europa tra Guerra e Rivoluzione e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! IL DOPOGUERRA IN EUROPA. RIVOLUZIONE, REAZIONE, STABILIZZAZIONE 2.1 Versailles: speranze e realtà del dopoguerra Nel 1919 i paesi vincitori della prima guerra mondiale (George per la Gran Bretagna, Clemenceau per la Francia , Wilson per gli USA e Orlando per l’Italia) si riunirono a Versailles per ridisegnare l’aspetto dell’Europa. L’esclusione dei paesi vinti impedisce loro di discutere gli esiti della conferenza e delle loro sorti. Le sorti dei paesi vinti dovevano seguire i quattordici punti di Wilson ma la Francia voleva annientare in tutti i modi la Germania così da impedirle di tornare ad essere una potenza mondiale e l’Inghilterra la assecondò spesso per consolidare il proprio impero coloniale. Il risultato fu quindi molto duro per i paesi vinti; il trattato che decideva le sorti della Germania, quello più importante, era il trattato di Versailles che le impose di restituire l’Alsazia e la Lorena alla Francia e di cedere altri territori alla Danimarca e alla Polonia a cui venne dato uno sbocco sul mare creando un corridoio che divideva la Germania dalla Prussia. La regione carbonifera del Saar fu assegnata alla Francia per 15 anni e le rive del Reno vennero occupate e smilitarizzate. Inghilterra e Francia si spartirono le colonie tedesche. La flotta tedesca venne eliminata e l’esercito ridotto a 100000 uomini. La Germania fu costretta a pagare la cifra iperbolica di 269 miliardi di marchi. Del dissolto impero asburgico l’Italia ottenne il Trentino, il Sud Tirolo, Trieste e Istria. L’Austria, l’Ungheria e la Cecoslovacchia furono riconosciute indipendenti. La Galizia fu attribuita alla Polonia. La Serbia, la Bosnia, Montenegro, Croazia e Slovenia composero la Jugoslavia. La Bulgaria e la Turchia vennero ridimensionate. Gli stretti del Bosforo e Dardanelli vennero internazionalizzati. Smirne e le isole dell’Egeo andarono alla Grecia. Il Dodecaneso e Rodi all’Italia. Cipro all’Inghilterra. Francia e Inghilterra crearono “mandati” (stati affidati ad amministrazione e tutela estera) in Medio Oriente: Libano e Siria francesi e Palestina e Iraq inglesi. All’Austria venne vietato di unirsi alla Germania. Wilson fece introdurre nel trattato di Versailles la Società delle Nazioni (parte dei 14 punti) che avrebbe dovuto risolvere i conflitti internazionali ricorrendo, se necessario, all’uso della forza. La Società non svolse però tali funzioni e tutte le decisioni del trattato di Versailles finirono per andare esclusivamente a vantaggio di Francia e Inghilterra. Molti paesi, tra cui gli Stati Uniti, finirono per non ratificare il trattato e non aderendo alla società. Gli USA tornarono così al loro isolazionismo. La pace imposta alla Germania era umiliante ed alimentò nel popolo tedesco un desiderio di rivincita. La nuova debole repubblica tedesca fronteggiò l’imminente crisi stampando carta moneta e alimentando un’inflazione devastante. Di fronte al ritardo dei pagamenti la Francia occupò (1923) il più importante bacino industriale tedesco, quello del Ruhr. La Russia sovietica alimentò il principio di autodeterminazione dei popoli che ottenne risultati solo in Turchia quando i Turchi cacciarono i greci dall’Anatolia nel 1923 istituendo una repubblica laica. 2.2 La guerra civile russa e il “comunismo di guerra” Tra il 1918 e il 1920 la Russia fu dilaniata da una terribile guerra civile - scatenata dai rivoluzionari di destra e dai socialrivoluzionari-. Essa fu accompagnata da una carestia che indusse i bolscevichi a cercare di sfamare il paese con prodotti agricoli, suscitando il malcontento dei contadini. Per i bolscevichi fu pericolosa la reazione degli alti gradi dell’esercito; in molte zone del paese generali zaristi istaurarono vere dittature militari. Truppe dell’intesa sbarcarono in varie località della Russia ma il loro intervento fu limitato e il sostegno degli alleati ai “bianchi” sottolineò l’isolamento della repubblica sovietica. Nell’estate 1918 ai rossi rimase solo un territorio equivalente all’antica Moscovia mentre i socialrivoluzionari scatenavano un’ondata di terrorismo. I bolscevichi riuscirono a superare il momento perchè costruirono in fretta un esercito, l’Armata rossa, creata da Trockij. Le opposizioni vennero messe fuori legge e i soviet si unirono e diedero vita al Partito comunista. Viene reintrodotta la pena di morta e una spietata polizia politica diviene il primo strumento di un regime di terrore. Il terrore bianco non fu da meno. All’inizio del 1920 la guerra civile era conclusa ma la Russia dovette scontrarsi ancora con il conflitti contro la Polonia che invase l’Ucraina, conflitto che si concluse con la sconfitta russa alle porte di Varsavia. La Russia pagò a caro prezzo la sconfitta, la guerra aveva portato epidemie, carestie e aveva ucciso milioni di persone. Il sistema economico che si era costruito in questi anni, il comunismo di guerra, scaturì dall’esigenza di sopravvivere in questa difficile situazione: fu abolito il libero commercio, tutte le industrie vennero nazionalizzate, si abolì la moneta e si praticò lavoro obbligatorio. Il comunismo di guerra fu un completo fallimento. Alla crisi economica del paese contribuirono Francia e Inghilterra che attuando un blocco impedirono ogni tipo di commercio con l’estero. Il comunismo di guerra fallì anche a causa della lenta burocrazia che produsse che causò la diminuzione della produttività del lavoro e la produzione di merci di qualità peggiore. Il malcontento popolare esplose a Pietrogrado in una rivolta che si manifestò attraverso scioperi operai nonostante il punto limite si ebbe nel 1921 con la rivoluzione dei marinai a Kronstadt. 2.3 La rivoluzione in Europa e l’Internazionale comunista La guerra lasciò l’Europa in preda ad una grande conflittualità sociale; tra il 1919 e il 1920 il numero di scioperi si impennò e unito alla suggestione dell’esempio russo fece apparire il 1919-1920 come “biennio rosso”. Questi conflitti in realtà acquisirono portata rivoluzionaria solo nei paesi che avevano istituzioni indebolite dalla guerra (C.S.Maier). In Francia e Inghilterra ad esempio non si ebbe alcuna crisi rivoluzionaria mentre in Germania si formarono prima o consigli come forma di rappresentanza alternativa a quella parlamentare. Il movimento consiliare tolse il primato alle delle forze moderate e lo consegnò ai socialdemocratici e a quelli del partito indipendente nato del 1917. Travolto dalla sconfitta Guglielmo II dovette abdicare e il titolo di cancelliere andò al socialista Ebert. La Germania si trasformò così in repubblica. Nel 1919 l’esempio bolscevico spinse alcuni radicali di sinistra a proclamare l’insurrezione a Berlino. La rivolta fu repressa e i comunisti R. Luxemburg e K. Liebknecht vennero uccisi. L’avvento del fascismo fu in realtà un colpo di stato reazionario appoggiato da tutte le forze presenti al governo, persino dalla Camera, mortificata da Mussolini. Il fascismo era giunto al potere senza avere una maggioranza parlamentare ma con l’appoggio assicurato delle forze nazionaliste, liberali e popolari. 2.5 La stabilizzazione del continente europeo Rivoluzione, reazione e stabilizzazione furono le tre alternative dopo la Grande guerra. La rivoluzione si realizzò in Russia. La reazione si ebbe in Italia e in vari stati dell’Europa centro orientale - Ungheria, Polonia-. Le istituzioni rappresentative erano molto instabili in Jugoslavia, in Bulgaria ad esempio il governo del riformatore Stambolijski fu rovesciato nel 1923 da un colpo di stato nazionalista e in Romania il partito nazional liberale giunse a falsificare i risultati delle elezioni per conservare il potere. Unica eccezione fu quella della Cecoslovacchia dove il governo liiberaldemocratico potè appoggiarsi al supporto di una consistente borghesia urbana. La partecipazione alla guerra da parte del Portogallo diede un forte colpo alla repubblica travagliato da una grande crisi e da una serie di colpi di stato che finì con lo stabilirsi nel 1926 di una dittatura militare. Stessa sorte toccò alla Spagna nel 1923 in seguito ad un golpe del generale Primo de Rivera. Tra i regimi europei coinvolti nella guerra gli unici a sopravvivere (stabilizzazione) furono quelli di Francia e Inghilterra. Il moderato movimento operaio britannico rimase immune da suggestioni rivoluzionarie. In Francia le correnti radicali guadagnarono ampi consensi ma la forza delle controparti sociali e degli apparati dello stato ne vanificarono lo slancio. L’impetuosa crescita dei sindacati non aveva un riscontro politico; sia nel caso dei conservatori e liberali inglesi con a capo George, sia nel caso del blocco nazionale della Francia di Clemenceau si ebbero grandi vittore tra il 1918 e il 1919. La Francia conobbe un’importante crisi economica e finanziaria ma anche grazie alle sue vittorie in guerra, Alsazia Lorena, Saar, conobbe una ripresa economica forte e rapida mentre l’Inghilterra i problemi derivavano principalmente dalla questione Irlandese. 2.6 I primi movimenti anticoloniali Nonostante la situazione di stabilizzazione Francia e Gran Bretagna trovano a scontrarsi con la nuova situazione coloniale. La guerra aveva mietuto, oltre che tantissimi uomini degli stati europei, anche quelli provenienti dalle colonie che combattevano per eserciti inglesi e francesi; indiani, maghrebini - Marocco, Tunisia, Algeria e Libia-. In Gran Bretagna George aveva permesso ai rappresentanti dei dominios dell’impero britannico di sedere al governo con pari dignità. Quei soldati delle colonie avevano infatti partecipato alla guerra vedendo in essa una possibilità di indipendenza e libertà. I 14 punti di Wilson attribuirono ai paesi colonizzatori un semplice ruolo di sostegno per il raggiungimento delle capacità di autogoverno. Il blocco commerciale connesso alla guerra aveva favorito lo scambio di merci tra colonie e madrepatria ma l’arretratezza economica delle colonie non permetteva loro di assorbire i beni in eccesso europei; si poneva così il problema di un dominio coloniale più razionale e per questo la Società delle nazioni istituì tre tipi di mandato. Il primo consisteva in un periodo transitorio di tutela finalizzato al raggiungimento dell’indipendenza (Siria, Libano, Iraq), il secondo era un’amministrazione coloniale sotto la supervisione della Società delle Nazioni (Togo e Camerun, affidate alla Francia), l’ultimo era un’incorporazione nel dominio della madrepatria (le isole Caroline, Marianne e Marshall, annesse al Giappone). I giovani delle colonie venivano mandati a studiare nel vecchio continente così da poter apprendere le loro forme organizzative e trasmetterle al proprio popolo. durante la guerra la potenza del vecchio continente era diminuita, l’Inghilterra aveva concesso l’indipendenza al Nepal e all’Afghanistan nel 1919. La rivoluzione bolscevica aveva mostrato come una rivoluzione vittoriosa potesse divenire un esempio contagioso per tutti i paesi alla ricerca di libertà. Lenin, tra i principi del nuovo regime, aveva posto l’autodeterminazione dei popoli. Movimenti anticoloniale a volte assunsero posizioni nazionalsite affermando identità radicalmente diverse da quelle europee. Nel mondo islamico i paesi si riconoscevano su base di una comune fede religiosa, mentre in quello arabo su una lingua comune. Fu appunto questa la base del panrabismo, un’ideologia laica che rivendicava l’unità della nazione araba , mentre fin dal 1903 la società panislamica propagò una via di sviluppo civile basata sui valori della religione musulmana. La società panislamica fu sviluppata dall’organizzazione Fratelli musulmani fondata nel 1928 in Egitto che vedeva nella separazione Stato e religione la causa della decadenza e della corruzione. gli stati europei in molti casi non ritenevano che le colonie fossero pronte ad avere un sistema democratico indipendente, ritenuto estraneo alla loro storia. Questo aveva eccezioni solo nel caso delle élite indigene educate in Occidente e rispettose della preminenza della madrepatria: ai loro membri più fidati potevano essere offerti posti consultivi negli organi di governo. La Francia cercò di essere molto fedele a questo principio proclamando la sua sovranità formale sulle colonie, mentre la Gran Bretagna offrì un quadro istituzionale più articolato. L’Impero britannico puntò sull’indirect rule, sulla costituzione di élite sociali autonome ma in realtà sottoposte alla superiorità inglese. La sovranità inglese era difficile da applicare dove esistevano popolazioni bianche non molto più arretrate di quella inglese. Per risolvere questo problema nel 1931 una legge definì la Gran Bretagna e i suoi dominion “ comunità autonome all’interno dell’impero britannico”, uguali per condizione, legate dalla fede nella Corona e liberamente associate in quanto membri del Commonwealth. Veniva così superato il principio che limitava l’autonomia delle colonie. Le leggi approvate dal governo inglese potevano non esserlo da altri paesi del Commonwealth e ogni paese aveva la facoltà di darsi una costituzione. Nel 1932 la conferenza di Ottawa stabilì un regime di preferenza commerciale con l’obbiettivo di raggiungere un’autosufficienza economica dal resto del mondo. Si accrebbe così l’importanza mondiale delle colonie britanniche e le importazioni e le esportazioni aumentarono. Il processo di indipendenza di altre colonie, al di fuori del Commonwealth, fu spesso molto meno pacifico. [Commonwealth: Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Terranova]
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