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Storia Contemporanea: La Nascita della Guerra Mondiale e della Repubblica Francese, Appunti di Storia Contemporanea

La storia moderna e contemporanea, con un focus sulla fine della guerra fredda, la nascita della repubblica francese e l'inizio della prima guerra mondiale. Viene discusso il ruolo della francia e dell'italia nella guerra, nonché le conseguenze per l'europa e il mondo. Il testo copre anche la divisione tra neutralisti e interventisti in italia, e la transizione dalla guerra di movimento a una guerra di logoramento.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 13/06/2019

Beatrice.Rusconi
Beatrice.Rusconi 🇮🇹

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Scarica Storia Contemporanea: La Nascita della Guerra Mondiale e della Repubblica Francese e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! A. Manuale integrato dagli appunti. B. Generale di approfondimento di un tema: la grande guerra 1914-1918. Modernità che irrompe sulla scena. Libro a scelta, sono di vario tipo, ci sono testi di carattere generale e altri più specifici. Aspetti legati alla memoria C. Grandi eventi come rivoluzioni costruzioni dell’unità sono importanti. Riflessione tra storia e memoria. STORIA CONTEMPORANEA Cos’è la storia contemporanea: gli elementi che la distinguono. Storia contemporanea—> si tratta di un ossimoro, la contemporanea è il presente, si tratta di una storia del presente. Definizione affermata nel corso del 900, la storia recente si chiamava storia moderna, nel corso del 900 questa ha cominciato a frazionarsi e al suo interno si è insinuata la storia contemporanea. Si tratta della soglia degli ultimi due secoli, del 1800 e del 1900. Le due grandi rivoluzioni di quest’epoca sono la seconda rivoluzione industriale e la rivoluzione francese, le quali determinando una distinzione, nel caso di quella francese dal punto di vista politico. Queste sono all’origine di quello che definiamo mondo contemporaneo. In questo mondo ci sono delle distinzioni, ci sono state trasformazioni profonde. “La storia è sempre storia contemporanea” (Benedetto Croce) Ci aiuta a ricollegare lo studio del passato con lo studio del presente, si tratta di un rapporto dinamico tra passato e presente. Ci aiuta a comprendere che il passato viene sempre ricostruito sulla base di motivazioni che sono nel presente, lo studioso di storia vive il suo tempo e inevitabilmente i problemi del suo tempo incidono quando lui ricostruisce il passato, il presente è sempre lo stimolo per guardare il passato ma non per ripagarlo al presente. Significa ricostruire bene con l’aiuto delle fonti il passato ma significa anche dare al presente profondità, oggi noi viviamo questo processo. Bisogna tenere conto del passato, il presente e il futuro, la storia si deve muovere in questi momenti, a volte questo salta perché ci sono cause che impediscono il collegamento. La storia è la ricostruzione delle vicende dell’uomo nel tempo (dimensione diacronica) e nella società. Ha una doppia dimensione: temporale e sociale. (CONTESTO) La geografia è fondamentale. Tutto il XIX secolo in Europa è stata una contesa della rivoluzione francese, la quale è al centro del dibattito almeno fino all’inizio del XX secolo. Due letture: 1. Il lungo ottocento: 1789 (Rivoluzione Francese)- 1914(scoppio della Prima Guerra Mondiale) suddivisione fatta da Arno Mayer, il quale ritiene che l’800 non possa essere separato dalla rivoluzione francese. Dal 1900 al 1914 ritiene che l’Europa sia ancora collocabile nel XIX secolo. La grande guerra è una sorta di rottura, mostra un carattere anomalo e rende protagonisti i soldati, dopo la Prima Guerra Mondiale le cose non saranno mai più come prima. 2. Il secolo breve: 1914 (scoppio della Grande Guerra) -1989/1991(fine della Guerra Fredda; caduta del muro di Berlino), teoria di Hobsbawm. La Grande Guerra è all’origine dei drammi e delle tragedie del novecento. Il novecento finisce con la fine dell’URSS e con la caduta del muro di Berlino, finisce all’improvviso. Il libro di Hobsbawm s’intitola “Il Secolo degli Estremi”. Un secolo di devastazione e distruzione, tragedie e genocidi, che ha lasciato una scia di sangue molto più lunga rispetto a quella dei conflitti dei secoli precedenti. Il novecento è il secolo delle grandi scoperte e conquiste tecnologiche, non per tutto il mondo, progressi straordinari di diritto, emancipazione femminile dove il genere femminile trova valorizzazione. Diritto di voto alle donne, in Italia 1946 suffragio universale (maschile e femminile). Uno degli elementi che tiene unite queste caratteristiche è definire il 900 come SOCIETÀ DI MASSA. Si hanno riflessi a tutti i livelli, economico, politico, sociale e culturale. È la società di massa che entra in questi ambiti, si comincia a parlare di cultura di massa e di mass media, si tratta di una massa che lavora e che produce, entra in politica, è anche una massa che consuma, il consumismo è fondamentale. Tra le due Guerre Mondiali si affermano in Europa dei regimi totalitari, fascismo, nazismo e stalinismo. Si tratta di dittature a partito unico con un controllo totale e un capo carismatico. Vengono definiti regimi tali dagli studiosi i quali coniano un termine nuovo “totalitario”, ci sono aspetti di questi regimi che li rendono diversi e quindi totalitari rispetto a quelli del passato (autoritari). Si tratta di regimi di tipo nuovo, la novità è che questi regimi sono legati alla 1a guerra mondiale. Le novità: • I regimi totalitari portano la violenza al top, per esempio in Russia con i Goulag e lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. La violenza viene vista come strumento di battaglia e affermazione politica. Si tratta di una tipica caratteristica della dittatura. Questo discorso è necessario ma non sufficiente perché si tratta di forme moderne di autoritarismo, ecco perché vengono definiti totalitari. • Rapporto con la società di massa: problema del “consenso”. Questi regimi si pongono il problema di organizzare le masse, le quali fanno parte ormai della società cosa non possibile negli antichi regimi. Questi regimi hanno forme di intervento sulla società molto simili, controllo della propaganda, della scuola (nuovi italiani, nuovi tedeschi, nuovi sovietici), dei media (cinema, radio, stampa, le grandi parate), organizzazione del tempo libero (progresso economico produce anche la possibilità di avere del tempo libero, il quale non può essere lasciato libero al cittadino, quindi si diffondono associazioni che controllano le masse), lo sport (l’Italia vince due mondiali ’34-’38, il regime fascista utilizza molto queste due vittorie come espressione dell’Italia rifatta dal regime fascista). Il presente era rappresentato come il migliore, loro sono stati fascisti, nazisti o comunisti perché non c’era altro, era impossibile sfuggire a quel meccanismo. Questi regimi non si accontentano del potere, vogliono essere legittimati dalle masse. La grande guerra è un momento di svolta che segna l’irruzione della società di massa, unico concetto che tiene insieme il 900, il quale viene visto da più punti di vista, le violenze, l’apice della modernità, della tecnologia, dei diritti e delle donne. I paesi sono già molto più vicini alla fine del 1800, è già in atto un processo di globalizzazione. Le Esposizioni Universali nacquero nel 1851, i paesi esibivano il proprio progresso, i prodotti e gli strumenti del lavoro, si trattava di un momento di affermazione nazionale. Nel 1889 l'expo si è tenuta a Parigi in occasione del centenario della rivoluzione francese, la Francia è una repubblica, la quale può finalmente riconoscere le proprie origini nella rivoluzione di 100 anni prima. All’interno di questa esposizione viene inaugurata la Tour Eiffel, la quale diventa simbolo di progresso. IL LUNGO OTTOCENTO (1789-1914) Viene definito secolo della pace da alcuni storici, la lunga pace dei 100 anni. In questi anni non troviamo guerre cruenti come quelle del 900. Incomincia dalla rivoluzione francese (1789), segna i decenni successivi, da quel momento sarà difficile tornare indietro. Ci saranno coloro che accettano i principi e diritti della rivoluzione e ci saranno coloro che criticano la rivoluzione e che vorranno mettere in luce positiva i principi dell’antico regime. Per tutto l’‘800 ci saranno scontri su questo. Nel ’48 quando in Francia si rovescia la monarchia d’Orleans (9 agosto 1830 – 1848, terminerà con l’abdicazione di Luigi Filippo durante i moti del 1848) nasce una repubblica che durerà per breve: SECONDA REPUBBLICA (25 febbraio 1848 – 20 dicembre 1851. Al posto della monarchia viene ripristinata la Seconda Repubblica Francese. Il nipote di Napoleone, Carlo Luigi Napoleone, viene eletto Presidente della Repubblica il 10 dicembre 1848) in seguito Luigi Napoleone crea un nuovo impero: SECONDO IMPERO (20 dicembre 1851- 1° settembre 1871. Luigi Napoleone, col colpo di Stato del 20 dicembre 1851, converte la sua carica in “Imperatore dei Francesi”. Sale dunque al trono col nome di Napoleone III e rimane in carica fino alla sconfitta della Francia da parte della Prussia nella battaglia di Sedan) per poi nascere una TERZA REPUBBLICA (1° settembre 1871 – 10 luglio 1940. Nata nel 1871 ma ufficialmente proclamata nel 1875, la Terza Repubblica segnerà un periodo molto vasto della storia francese, durante il quale si alterneranno benessere sociale e caotici eventi storici). Ora in Francia siamo alla quinta repubblica. Ad ogni passaggio della repubblica ci sono cambiamenti nella costituzione, ad esempio la quinta repubblica è diventata semi presidenziale (la nostra parlamentale). Il presidente in Italia non ha potere legislativo, la Francia era anch’ella parlamentare alla fine della seconda guerra mondiale ma DE GAULLE propone una svolta costituzionale porta alla nascita di una repubblica presidenziale (Dopo la sconfitta dei tedeschi e la liberazione della Francia da parte degli Alleati russi e americani, il 13 ottobre 1946 viene istituita la Quarta Repubblica con a capo Vincent Auriol. Nel 1958 viene eletto presidente Charles de Gaulle. Dal 5 ottobre 1958 – oggi: QUINTA REPUBBLICA. Durante il esplosiva a rischio di rivoluzione, questo discorso va contro l’Austria che aveva il controllo dell’Italia nel Lombardo Veneto, ma di fatto controllava la politica di gran parte del territorio nazionale negli anni ’50. Tra il ’59 e il ’60 con la seconda guerra di indipendenza la geopolitica è cambiata, è rimasto uno stato della Chiesa più piccolo e il Regno delle Due Sicilie. Da lì le cose cambiano con l’impresa dei mille che porta a unificare il regno delle due Sicilie e unificare l’Italia, e tra il ’66 e il ’70 entrano anche Roma e il Friuli Venezia Giulia. Cavour riesce a collocare la situazione italiana nello schema europeo, senza questo sarebbe stato molto difficile. Cavour cerca di abbracciare Napoleone III dal ’62 al ’70, in cui la Francia è lo stato più forte e che ha egemonia a livello continentale, questo ruolo passerà poi alla Germania: staffetta di egemonia tra la Francia e Germania di Bismarck. 1859 guerra contro L’Austria: impresa dei mille. Processo di costruzione dell’unità di Italia, i protagonisti fino ad adesso sono stati Cavour e Vittorio Emanuele II (moderati). Questa situazione non va bene agli italiani dell’ala democratica del risorgimento come a Mazzini e nemmeno a Garibaldi per il quale obiettivo primario è l’unità. Garibaldi decide di prendere poco più di mille militari animati da forti slanci patriottici e partire per la Sicilia e sconfiggere il regno per poi arrivare a Roma e unificare tutta l’Italia: operazione molto difficile da compiere e sembra impossibile da realizzare. Partono il 5 maggio del 1860 da Quarto e arrivano a Marsala in tempi brevissimi, ottobre 1860 incontro di Teano, in cinque mese i garibaldini che si sono notevolmente ampliato (30 50 mila) danno la sconfitta ai Borboni, approfittando della debolezza del Regno delle due Sicilie con Napoli che presentava grandi corruzioni. La Francia e la Gran Bretagna come si muovono? La seconda attentissima a ciò che avviene nel Mediterraneo e alla fine ritiene che una eventuale formazione di uno stato italiano sia una situazione interessante dal punto di vista politico anche per gli stessi interessi. In poco tempo la situazione cambia a ritmi veloci e crea allarme, il risorgimento: l’anima monarchica che si muove sotto il regno di Sardegna vuole inserire lo stato italiano dentro all’equilibrio europeo, poi l’anima repubblicana e democratica di Garibaldi. La tendenza a immaginare un’Italia che si sta realizzando sotto la stampa di Garibaldi e la spinta di Mazzini da Napoli a Roma, viene accolta tra un preoccupatissimo Cavour e Vittorio Emanuele con un esercito che guarda con disprezzo i garibaldini. Nodo cruciale di tutta la storia italiana in quegli anni: eventi con scelte ben precise, per bloccare il tentativo dell’avanzata l’esercito piemontese scende lungo l’Adriatico e arriva a Teano e avviene l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele: le due anime del risorgimento. Garibaldi era convinto che il Regno di Sardegna fosse l’unico a garantire un’unità all’Italia. La pensano diversamente democratici come Mazzini che vogliono un’ondata più rivoluzionaria, in caso dell’eliminazione dell’autorità del Papa la Francia sarebbe intervenuta e avrebbe messo in crisi tutto, lo stato della Chiesa è garantito dall’imperatore dei francesi: il potere di Napoleone III si regge sull’approvazione dei cattolici dunque si deve avvalere come protettore dello stato pontificio e Cavour e Vittorio Emanuele lo sanno benissimo. Per cui decidono di muoversi e non aspettano, andare incontro ai Garibaldini per dire che ora subentra l’esercito regolare e non più ai volontari, ora tocca alle istituzioni per dire all’Europa che una rivoluzione non sarebbe scoppiata. Il passato aveva possibilità di futuro su basi alternative: lo stesso Garibaldi accetta questa situazione, non segue l’invito di Mazzini, si rende conto che arrivare a Roma significa mettere a repentaglio tutto ciò che avevano fatto fino a quel momento quindi Garibaldi concede a Teano a Vittorio Emanuele il regno delle due Sicilie. I Sabaudi diventano monarchi italiani. Non prevale la spinta federale ma l’accentramento che viene dal Piemonte, scelta presa da un’Italia divisa, segnata da una questione meridionale ad esempio con il brigantaggio che va fino al 1865: guerra civile tra italiani meridionali che avevano preferito nascondersi e chi avevano accettato il nuovo governo. Una serie di questione da affrontare con effetti drammatici, vi è un paese costituito da brevissimo tempo a cui manca Lazio e Veneto (Trentino e Venezia Giulia) e verranno acquisite nel 1866 Venezia Giulia (guerra Austria prussiana) e nel 1870 Roma. Capitali italiane: Torino, Firenze, Roma 1870 battaglia di Sedan: scontro decisivo della prima fase della guerra franco prussiana (19 luglio 1870 10 maggio 1871) fine dell’impero di Napoleone III spiana la strada per l’Italia a prendere anche Roma (breccia di Porta Pia). L’unità italiana non esisteva come stato unitario ma dal 1861 c’è, uno stato che nasce con mille problemi e differenze economico sociali (95% di analfabetismo), si tratta di ‘fare gli italiani’—> tema centrale. Le tre Italie: liberali, cattolici, Estrema (repubblicani, socialisti). Processo che è reso complicato da un’altra grande questione ossia quella romana: rapporti stato-chiesa, verranno risolti nel 1929 con i patti lateranensi. LO SNODO DEL 1870/1871 Si passa da una egemonia prevalentemente francese ad una egemonia che sarà prevalentemente tedesca, nel 1870 nasce il nuovo impero tedesco con il cancelliere Bismark. La Germania sarà un pò l’ago della bilancia. In Germania esistevano tanti stati uniti da una confederazione tedesca, ma non esisteva un unico stato che le raggruppasse. Momento di svolta 1870, come in Italia il ruolo guida era svolto dalla dinastia dei Savoia, in Germania questo ruolo viene svolto dalla Prussia. La Prussia è lo stato guida, lo stato più forte di tutti quelli già esistenti. Nel corso degli anni il ruolo della Prussia si fa sempre più evidente a danno di un altro impero che aveva come scopo quello di unificare tutti gli stati di lingua tedesca, l’Austria. La Prussia si dimostra più forte sul piano militare e politico e non esita ad entrare in guerra contro l’Austria nel 1866. Alleanza tra Italia e Prussia contro l’Austria, l’Italia voleva conquistare la zona di Udine e Venezia. Già in questi anni la Prussia dimostra la sua potenza militare, la Prussia comincia ad essere percepita come un riferimento importante capace di mettere insieme i vari stati dell’area germanica. Nel 1870 scoppia una delle guerre che caratterizzano il 1800 europeo, la battaglia di Sedan (guerra franco- prussiana) tra la Prussia di Bismark e la Francia di Napoleone III, il quale viene clamorosamente sconfitto. Poche settimane di battaglia e la Francia è sconfitta, cade così il secondo impero e l’esperienza napoleonica e si istituisce la III Repubblica (1870-1940 crollo con Hitler). Momento molto importante sia della storia francese che di quella tedesca, questa vittoria da parte dei tedeschi porta all’unificazione dello stato tedesco, il re di Prussia, Guglielmo III, diventa capo dello stato. Bismarck diventa il personaggio centrale nella storia delle relazioni internazionali dagli anni ’60 agli anni ’80 del 1800. La Francia deve cedere alla Germania l’Alsazia e la Lorena, zone al confine tra i due stati che saranno il pomo della discordia e uno dei motivi che porteranno alla Grande Guerra. La Prima Guerra Mondiale per i francesi sarà combattuta per recuperare questi due territori, che con la vittoria tornano sotto lo stato francese. Conseguenze molto importanti per l’Italia, la quale non partecipa a questa guerra ma la guarda con molta attenzione, con la caduta di Napoleone III vede spianata la strada per poter arrivare a Roma, la strada per Roma era sempre frenata dal fatto che Napoleone III tutelasse il Papa e Roma. Lo Stato della Chiesa ora si trova senza protettori e il regno di Italia ne approfitta, il 20 settembre 1870 i bersaglieri entrano a Roma (breccia di Porta Pia). La capitale viene trasferita a Roma, questo ha un forte valore simbolico, l’impero romano, la chiesa, il rinascimento. Si tratta di un’occasione imperdibile per l’Italia. Questo quindi è possibile solo perché la situazione internazionale produce questa situazione favorevole. La fine del potere temporale della chiesa, da quel momento il Papa perde quella condizione di capo politico e spirituale, il Papa finisce di essere chiuso nella Città del Vaticano non essendo più riconosciuto come autorità politica ad eccezione dello Stato del Vaticano. Il fatto che il Papa torni ad essere una guida spirituale permette alla chiesa di uscire dalla corruzione e altri compromessi. Pio IX si chiude nel Vaticano, non riconosce le leggi delle Guarentigie dello stato italiano. Per alcuni mesi dal marzo 1871 la Comune di Parigi scoppia in una rivoluzione e porta alcuni gruppi radicali della società parigina socialista e anarchici, i quali instaurano una specie di società di gestione socialista della vota del municipio, verranno soffocati nel sangue dallo stesso stato francese. Il quadro europeo cambia: Dal 1867 sull’onda di una crisi interna dell’impero asburgico si è deciso di sdoppiare la monarchia, esiste quindi una monarchia austriaca e una ungherese, si parla di una doppia monarchia con due capitali, Vienna e Budapest. Un unico impero controllato dal Danubio. L’impero ottomano si stringe sempre di più, nascono gli stati come la Serbia, la Romania e la Bulgaria, mentre la Grecia era già indipendente. Ecco perché questa zona viene definita come la “polveriera d’Europa”, si tratta di un’area fatta di tensioni con problemi interni e rivendicazioni nazionali e nazioni che rivendicano diritto di indipendenza, stati europei che vogliono controllare questa zona, la Russia che vuole accedere al Mediterraneo, l’Austria-Ungheria che vuole avere sotto controllo tutta la zona balcanica, la Germania di Bismarck guarda con grande attenzione quello che accade, la Gran Bretagna per le sue esigenze commerciali ha bisogno del libero accesso al Mediterraneo. Scontri che vengono risolti sul piano politico-diplomatico, Bismark è un maestro in questo, con il congresso di Berlino (1878). Anche l’Italia vuole ambire ad essere una grande potenza, l ’ I ta l ia è considerata la più forte delle piccole potenze ma la più debole delle grandi. È u n p a e s e c h e comincia ad essere interessato alla gara c o l o n i a l e , e t à dell’imperialismo e colonialismo. 1870-1914 “Grande trasformazione” —> impegno ad uscire dal territorio europeo e c o n t ro l l a re i l p i ù p o s s i b i l e l e a re e dell’Africa e dell’Asia. Il nazionalismo nel 1800 è più simile ad un patriottismo, vede nella costruzione dello stato nazionale un momento positivo. La storia è fatta di momenti e contesti diversi per cui stesse parole e stessi concetti dopo 100 anni possono avere significato diverso. Nasce il Darwinismo sociale, Darwin aveva sviluppato le sue teorie sull’origine della specie e aveva adottato la teoria della sezione naturale, tra gli animali sopravvive il più forte, quello che si adatta meglio alle condizioni in cui si trova. L’evoluzione della specie porta al dominio di quegli animali che riescono ad ergere e a sopravvivere. Il concetto che comincia a diffondersi nell’Europa di fine 1800 è il darwinismo sociale applicato tra gli stati e anche ai rapporti internazionali. Si comincia a diffondere l’idea che la lotta tra gli stati sia una cosa naturale. Questa teoria porta a vedere nella guerra il luogo naturale in cui tutto ciò si può verificare, così si verifica chi è più meritevole. La guerra non è più vista come un qualcosa negativo e necessario per arrivare ad ottenere obiettivi ma qui la guerra diventa bella in se, è lo spazio vitale dentro il quale chi è più forte vince. Marinetti ritiene che la guerra sia la sola igiene del mondo (manifesto del Futurismo 1909). Il quadro nazionale pacifico visto fin ora in realtà nasconde una serie di problemi che di fatto creano una situazione che può esplodere da un momento all’altro. La scintilla che provoca il conflitto di carattere globale è l’assassinio dell’arciduca Ferdinando Carlo Luigi Giuseppe d’Asburgo-Este a Sarajevo il 28 giugno 1914 da parte di n giovane attentatore serbo-bosniaco. La Serbia viene appoggiata dalla Russia (nasce il panslavismo: per panslavismo si intende il movimento culturale nato nel XIX secolo con l'arrivo di ideali liberali e nazionali diffusi negli ambienti colti slavi in seguito al romanticismo ed alle guerre napoleoniche. Mirava alla presa di coscienza dei popoli slavi di radici comuni e si poneva come obiettivo quello di creare un unico Stato nazionale slavo. Lo scrittore Ján Kollár (1793-1852) attribuì agli idiomi slavi nel saggio Sulla reciprocità letteraria dei diversi ceppi e dialetti della nazione slava (1836) il carattere di dialetti riferentisi a un'unica antica lingua, quella che i linguisti odierni definiscono proto-slavo. I principali teorici furono presso le popolazioni residenti dentro i confini dell'Impero Asburgico, ovvero Cechi, Sloveni, Slovacchi, Croati e Serbi di Croazia. Il primo congresso panslavo fu a Praga nel 1848, presieduto dallo storico František Palacký. La più grande divisione teorica è quella tra il "Piccolo Panslavismo", che esclude la Russia, ed il "Grande Panslavismo", che la include. L'Impero Russo usò spesso l'idea della riunificazione slava e della Terza Roma per giustificare la sua espansione nell'Europa centro-orientale e nei Balcani. Il movimento ebbe un ruolo ideologico fondamentale per la creazione del Regno di Jugoslavia. I principali ostacoli alla riunione dei popoli slavi sono aspri conflitti storici e la mancanza di coesione territoriale, essendo slavi del nord e del sud divisi geograficamente dalla presenza di austriaci, ungheresi e romeni, popoli di cultura e lingua non slava). Gli eserciti si mobilitano e scattano i meccanismi delle alleanze che prevedevano l’intervento in guerra. Il primo a dichiarare guerra fu l’Austria alla Serbia il 28 luglio 1914, in seguito ad un ultimatum, di conseguenza la Russia, alleata della Serbia corre al riarmo. La Germania non era d’accordo con l’entrata in guerra della Russia così invia un ultimatum il quale rimane senza alcuna risposta scatenando così la dichiarazione di guerra da parte della Germania dalla Russia (1o agosto 1914). La Francia, alleata della Russia non rimane a guardare e anch’essa corre al riarmo, la Germania invia un ultimatum anche a questa ma non contenta le dichiara guerra il 3 agosto 1914. L’unico trattato che non prevedeva un passaggio automatico era la triplice Alleanza (difensiva) per questo l’Italia non entra in guerra, si dichiara neutrale perché l’Austria si era mossa senza avvisare l’Italia: una sorta di giustificazione. L’Italia dall’inizio di agosto fino al 24 maggio del 1915 non entra in guerra, quando entra in guerra lo fa alleata della Gran Bretagna e della Francia ripudiando l’alleanza con la Germania e l’Austria. Un caso particolare è quello spagnolo, la Spagna aveva avuto una grande tradizione di potenza mondiale, nel corso dell’800 subì una crisi che la mise ai margini internazionali. È l’unico grande paese che non ha partecipato nelle due grandi guerre, è rimasta neutrale e sappiamo quanto le due guerre mondiali siano importanti in tutti i paesi. L’elemento centrale dell’identità spagnola è la guerra civile. Per la Spagna il momento fondamentale va dal ’36 al ’39, nasce la dittatura franchista che avrà longevità fino agli anni ’70, dopo la morte di Franco si è verificata una transizione verso la democrazia, la Spagna è ancora una monarchia costituzionale (La Spagna franchista fu lo Stato esistente fra il 1939, termine della guerra civile spagnola, e il 1975, anno della morte di Francisco Franco e passaggio al sistema monarchico con Juan Carlos I. È stata una dittatura militare di tipo tradizionalista, autoritaria, conservatrice e cattolica, ispirata al fascismo, governata da Francisco Franco. L'unico partito legale era la Falange Española Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista). La prima guerra mondiale viene definita “guerra moderna” perchè si tratta di una guerra di tipo nuovo (rispetto alla guerra tra Giappone e Russia, già lì però c’erano avvisaglie di come la guerra stava cambiando), ma la durata di essa sconvolge l’Europa di quegli anni soprattutto perché si pensava che durasse brevemente (pochi mesi invece di 4 lunghi anni). Si tratta di una guerra di movimento fondata su spostamenti rapidi, la ‘guerra lampo’ è sostenuta dalla Germania dai suoi capi militareschi perché la Germania si trova in una posizione infelice: doveva sostenere la guerra su due fronti. Si trova al centro dell’Europa a sostenere il fronte bellico su due lati e dunque si pensava di sconfiggere prima la Francia in poche settimane (come era avvenuto 45 anni prima a Sedan), l’Austria-Ungheria si muove verso la Russia con obiettivo di poter chiudere i conti rapidamente a ovest con la Francia e dirottare tutte le forze contro lo zar. Questa idea fallisce alquanto facilmente. I tedeschi entrano nel territorio francese a pochi chilometri da Parigi ma l’esercito francese riesce, con una controffensiva a Marna, a sconfiggerli. La prima battaglia della Marna fu uno scontro decisivo avvenuto nella regione compresa tra i fiumi Marna e Ourcq, a est di Parigi, nelle prime fasi della prima guerra mondiale sul fronte occidentale. L'esercito tedesco, impegnato nella grande offensiva generale prevista dal piano Schlieffen [Il Piano Schlieffen fu un piano strategico dello Stato Maggiore tedesco, concepito nel 1905 in previsione di una guerra su due fronti (ad est contro la Russia e ad ovest contro la Francia e la Gran Bretagna), guerra che la Germania temeva di dover prima o poi affrontare in seguito all'alleanza tra Francia e Russia ed all'accordo stipulato con la Entente cordiale tra Francia e Gran Bretagna. Il piano prese il nome dal suo autore, capo di Stato Maggiore Alfred Graf von Schlieffen] e arrivato fino a pochi chilometri dalla capitale francese, venne inaspettatamente contrattaccato dall'esercito francese che nonostante la lunga ritirata aveva mantenuto la coesione e lo spirito offensivo; agli scontri parteciparono anche i soldati del piccolo Corpo di spedizione britannico. La battaglia si svolse tra il 5 e il 12 settembre 1914 e si concluse con la vittoria anglo-francese grazie anche a una serie di errori strategici dell'Alto comando germanico; i tedeschi dovettero ripiegare dietro la Marna e poi sull'Aisne. La prima battaglia della Marna segnò un momento decisivo della prima guerra mondiale, decretò il fallimento degli ambiziosi piani tedeschi e delle loro speranze di vittoria entro sei settimane, rinsaldò la resistenza e la volontà combattiva degli Alleati e trasformò la guerra in una lunga lotta di logoramento nelle trincee che sarebbe continuata per altri quattro anni fino alla sconfitta finale della Germania imperiale. Per molto tempo la guerra si concentra nel nord-est della Francia e la guerra di trincea si bloccherà lì e non arriverà mai nel territorio tedesco (a differenza della seconda guerra mondiale). È una guerra che in poche settimane si trasforma in guerra di posizione o guerra di trincea. Notiamo come dall’agosto 1914, momento della guerra lampo tedesca, si passa, nel novembre dello stesso anno ad un nuovo tipo di guerra, alla quale nessuno degli stati coinvolti era preparato. Il simbolo della prima guerra mondiale sono le trincee appunto, si tratta di buche scavate nel fronte occidentale e in quello italiano dove i soldati vivono in condizioni devastanti. Una guerra che comporta sacrifici gravissimi e le battaglie sono battaglie che si risolvono con pochissimi vantaggi strategici, la linea del fronte rimane stazionaria, in una terra di nessuno si accumulano cadaveri ogni centinaia di migliaia chilometri. La Russia zarista pur essendo in una società economica fragile riesce a mobilitare un esercito molto ampio. Maggio 1915: anno in cui l’Italia decide di abbandonare la neutralità e il governo con il re stesso decidono di portare in guerra il paese a fianco dell’Inghilterra, della Francia e della Russia (triplice intesa). L’obiettivo è di recuperare le terre irredenti che appartenevano all’impero asburgico (Trento e Trieste). Per tenere alto il morale dei soldati da un lato vi è la disciplina molto rigida (uccisioni, decimazioni, ammonimenti) una pratica autoritaria repressiva, e dall’altra parte dare ragioni che siano condivisibili. Il caso dell’Italia nella prima guerra mondiale: neutralisti e interventisti, fette della società che non vogliono entrare in guerra e una parte più chiassosa che vuole l’intervento, nonostante quest’ultima sia una frangia minoritaria ma più attiva vince il dibattito. Il caso dell’Italia dunque è davvero anomalo, una società che si è compattata a favore della guerra perché ritengono che sia in gioco la difesa nazionale, le fratture interne (neutralisti e interventisti) alla società in Italia rimarranno sotto traccia anche dopo l’intervento in guerra se non dopo Caporetto che verranno meno. I neutralisti erano la maggioranza del paese, erano i socialisti, i liberali di Giolitti che è convinto che questa guerra possa avere conseguenze devastanti e che il paese possa avere un qualcosa dalla neutralità come delle concessioni dall’Austria, il mondo cattolico in gran parte, all’inizio il pontefice stesso ha preso posizione e l’imperatore dell’Austria è un cattolico, dall’altra parte gruppi interventisti molto battaglieri e decisi a mobilitare le masse per vari motivi. Aspetto importante: non si vuole la guerra per uno stesso motivo e il mondo degli interventisti è un mondo sfaccettato: nazionalisti indubbiamente (guerra fondamentale per formare una grande potenza, il concetto è la guerra come il gene del mondo, non importa entrare a fianco di chi ma l’importante è entrare in guerra), la guerra vista come necessità : b isogna completare i l risorgimento (che si ispira alle parole di autonomia e indipendenza, e questi sono gli interventisti democratici ossia rafforzare la democrazia a differenza dei nazionalisti) e distruggere gli imperi centrali: Germania e Austria stati che soffocano le libertà nazionali e dare spazio alle singole nazioni per il proprio destino. I 14 punti di Wilson vanno incontro a questa esigenza: costruire Europa democratica in cui gli stati nazionali che sono usciti dalla disintegrazione degli imperi centrali possano tornare a una indipendenza. D’Annunzio il poeta simbolo di questi anni, si muove per le piazze italiane contro Giolitti e coloro che vogliono frenare l’entrata in guerra. Le fratture rimangono nonostante l’Italia entra in guerra e nonostante abbia vinto alla fine del conflitto e il fascismo approfitterà di questa debolezza per entrare come regime. Interventisti anche della sinistra, alla Mussolini che inizialmente era un socialista rivoluzionario, si dichiara neutralista inizialmente, progressivamente cambia posizione poiché vede che quel tipo di guerra nuova e moderna a suo avviso costituisce un laboratorio rivoluzionario: in quel momento era ancora socialista ma con idee eclettiche, si converte alla causa dell’interventista e dunque viene espulso dai socialisti e fonda IL POPOLO D’ITALIA un giornale nuovo che sarà il giornale del regime. Vi è quindi un panorama variegato dell’Italia che entra in guerra. Il re, Salandra e Sonnino hanno firmato nel 1915 il patto di Londra che obbligava Italia a entrare in guerra da lì a un mese (un patto segreto): prevedeva Trento e Trieste, Istria, Dalmazia come espansione, lancio per una eventuale politica di estensione nei Balcani. La Gran Bretagna e la Francia al trattato di Versailles del 1919 incontrano le richieste dell’Italia ma ormai le cose erano cambiate, l’Italia può espandersi solo nei territori in cui vi è la cultura italiana dunque solo Trento Trieste e alcune isole della Dalmazia. Da lì il mito della vittoria mutilata di D’Annunzio. L’Italia fa una serie di offensive di Isonzo con una concezione militare ottocentesca, non ci sono battaglie decisive. Nazionalismi e fallimento degli internazionalisti: i partiti socialisti europei al momento della dichiarazione della guerra sostengono a una guerra difensiva, equivoco di fondo, riconoscono dei motivi di difesa e mettono da parte i principi internazionalisti e finiscono per accettare le idee dei governi. Gli unici partiti socialisti che continuano a condannare la guerra sono il partito socialista italiano e russo e rimangono fedeli alla linea dell’internazionale che però crolla fondamentalmente e improvvisamente sotto questo nazionalismo che si afferma in tutti gli stati coinvolti nella guerra. Si può aggiungere il crollo di un internazionalismo cattolico, i principi evangelici della chiesa non prevedono differenze nazionali, ma le chiese nazionali sostengono i rispettivi governi. Con la propaganda ciò si vede molto bene, si utilizza la chiesa per sostenere i propri governi. Un dio frammentato, la chiesa e la religione sapendo i governi quanto siano importanti nella legittimazione del conflitto verranno largamente utilizzate. Benedetto XV parlerà di inutile strage invitando gli stati a risolvere il conflitto, famoso per la sua presa di posizione nel ’17 ciò non vuol dire che i cattolici si riconoscevano in quello che sosteneva il Papa. repubbliche aumentano a 15, stati Balcani, Estonia, Lettonia, Jugoslavia. Questa formazione serve anche a isolare l’URSS, figlio della rivoluzione di ottobre 1917, c’è il timore di un’espansione del comunismo. Per alcuni stati si spera che il comunismo arrivi in Europa. Siamo di fronte ad una sfida a tre, a tre modelli di stato, economia, società e cultura negli anni 20/30. Due alleati contro il nazifascismo. Il primo modello è quello della democrazia liberale cresciuto nel 1800, gli stati rappresentanti di questa visione erano Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia con modelli non univoci ma che si riconoscevano in questi valori. Il secondo modello che comincia dal 1917 con la rivoluzione russa e dal partito bolscevico di Lenin è quello comunista, idea di futuro. Modello per molti partiti socialisti rivoluzionari/comunisti. In Italia nasce nel 1921dopo lo scisma di Livorno, i partiti comunisti del mondo vedranno come esempio la Russia (“fare come Russia”). Il modello della Russia dei soviet per alcuni è un incubo che va tenuto alla larga dall’Europa mentre per tanti altri è un modello da seguire e da imitare. Il terzo protagonista di questa sfida è il fascismo che nasce in Italia che non rimane solo in Italia perché questo modello autoritario di tipo fascista è un modello molto diffuso in Europa, in Germania , nel 1933 arriva al potere Hitler, ma anche in Austria, Polonia, Romania, Ungheria, poi in Spagna e in Portogallo. Questo modello subirà un colpo durante la seconda guerra mondiale ponendo fine a questo modello di stato. Questi entrano in contatto, si scontrano, si alleano fino ad arrivare alla guerra mondiale che poi porrà fine all’ideologia nazifascista. Nei primi anni 40 le democrazie occidentali si alleano con l’URSS di Stalin contro Hitler e Mussolini. Fino alla seconda guerra mondiale le democrazia mantengono delle relazioni con il nazismo e il fascismo e il principale avversario era il comunismo e quindi l’URSS a partire dallo scoppio della guerra il nemico principale diventa il nazifascismo e il Giappone (alleato della Germania e dell’Italia). L’alleanza tra il comunismo e le democrazie reggerà fino alla fine della seconda guerra mondiale (1945), finita la guerra le differenze tra queste due ideologie sfocerà nella Guerra Fredda, guerra ideologica non combattuta sul campo. I cambiamenti non riguardano solo l’Europa, i 14 punti di Wilson, danno inizio ad un processo di decolonizzazione. Tanti paesi che sono sotto il controllo di paesi europei trovano in questi principi un’occasione di rivendicare indipendenza, non è un processo immediato. Dopo la seconda guerra mondiale diventano indipendenti ma questo processo comincia già in questa fase. Anche il medio oriente è una zona delicatissima, nascita dello stato d’Israele nel 1948, questo apre una conflittualità ininterrotta con i palestinesi e con le popolazioni arabe con una serie infinita di guerre medio orientali arabo israeliane che solo in questi ultimi anni hanno dato risultati politici tutt’alto che pacifici. Ci sono grandi responsabilità dei paesi europei, in modo particolare Gran Bretagna e Francia che hanno fatto delle promesse mai mantenute. La seconda guerra mondiale ha delle cause immediate per cui scattano le dichiarazioni di guerra. Per comprendere la seconda guerra mondiale bisogna comprendere i punti di debolezza del trattato di Versailles e gli anni ’20 e ’30. TRATTATO DI VERSAILLES (28 giugno 1919) Uno degli obbiettivi è quello di creare un’organizzazione universale che sia in grado di comporre le eventuali conflittualità che dovessero aprirsi nel vari stati. Ce una grande speranza voluta da Wilson, l’idea di costruire assetto democratico che abbia come riferimento quel organismo (Società delle Nazioni) a cui i singoli stati possano fare riferimento in caso di problemi diplomatici. Questa società nasce però fragile: USA è un elemento fragile, proprio quello che ha voluto creare quest’organizzazione non partecipa perché Wilson perde le elezioni. Anche l’URSS non entra poiché è l’incubo del momento. Anche la nuova Germania che diventa una repubblica di Weimar, in questo momento è l’unica responsabile della guerra, accanimento da parte dell’ex classe dirigente tedesca. La politica tedesca è la causa principale dello scoppio della guerra e quindi nei suoi confronti di adotta una politica durissima, la Germania perde le colonie, l’Alsazia e la Lorena che vengono restituite alla Francia, viene ridotto l’esercito e viene obbligata a pagare altissime riparazioni di guerra quindi a compensare soprattutto la Francia. In questa fase questo trattato di pace vengono avvertite come un diktat, un’umiliazione. Molti tedeschi non accettano questa pace punitiva perché il territorio tedesco non è stato toccato dalla guerra, si pensa che la Germania sia stata tradita da alcuni dall’interno del paese. Mancano le culture e i valori repubblicani, i valori che circolano nella società sono contro la repubblica, non si adattano a questa situazione. La repubblica risente della crisi economica. Questa Germania di Weimar comincia a rialzare la testa nella seconda metà degli anni ’20 perché questa ripresa economica è stata garantita dalle banche americane che hanno rifornito i tedeschi di prestiti che sono serviti a rilanciare l’economia tedesca. Sembra che, nonostante le critiche della destra e della sinistra, le istituzioni della repubblica possano consolidarsi e che la Germania possa riprendere una strada con un modello democratico. Questo modello crolla con la crisi del 1929, crollo della borsa di Wall Street. La Germania è quella che ne risente di più in Europa proprio perché dipendeva dai prestiti delle banche americane. 30 gennaio 1933 Hitler arriva alla cancelleria per via legale, non con un colpo di stato. L’affossamento della repubblica dipende da una serie di fattori e debolezze interne alla società tedesca e dai partiti che non sono autenticamente repubblicani e dipende anche dalla crisi del ’29. CONFRONTO TRA LE DUE GUERRE MONDIALI L’atteggiamento nei confronti della Germania: nella prima atteggiamento punitivo voluto dalla Francia la quale aveva subito le perdite maggiori, maggiore numero di morti, guerra di trincea, monumenti distrutti. Nella seconda non si assumerà questo atteggiamento, le potenze vincitrici entrano in Germania e la occupano militarmente dividendola in 4 parti, controllo diretto del territorio. La Germania occidentale cade sotto il controllo degli Stati Uniti, della Francia e della Gran Bretagna, mentre la zona orientale sotto il controllo dell’URSS. Tentativo di eliminare qualunque pretesto nazionalista passerà attraverso l’integrazione del nuovo europeismo. Per evitare che i nazionalismi ritornino in auge, nazionalismi che hanno portato alle due guerre mondiali, non quelli ottocenteschi, bisogna quindi cercare di eliminare questi residui di nazionalismo favorendo un processo di integralizzazione. Hitler: negli anni 20 comincia già a destreggiarsi nella politica tedesca con il partito nazional socialista. Partito unico—> dittatura, le dittature possono essere però diverse, basate sulla forza militare, che si appoggiano delle grandi istituzioni e ci sono anche dittature di tipo nuovo nate post prima guerra mondiale, hanno in comune il rapporto con le masse. Sono regimi che non si accontentano di avere solo il potere, vogliono anche il consenso delle masse. I problemi del dopo guerra sono tantissimi, la ricollocazione dei reduci, le masse. Gli stati hanno un ruolo molto diverso rispetto al passato, lo stato interviene nella società. Si sviluppa una cultura di massa, avere i controllo dei mezzi di comunicazione di massa, della scuola, dell’università ha un ruolo decisivo. I giovani possono avere modelli diversi di riferimento, possono scegliere. Uno dei protagonisti è la Russia dei soviet che si è affermata dalla rivoluzione d’ottobre del 1917, guerra civile tra il 1918 e il 1921. Il partito bolscevico di Lenin mostra cosa sia un partito di avanguardia militante, ci sono alcuni personaggi molto noti, Lenin e Trotsky, comandante dell’armata rossa istituita negli anni della guerra civile. Quest’armata mantiene la lotta contro l’armata bianca. Dalla guerra civile la Russia esce in ginocchio e Lenin adotta la NEP (nuova politica economica), significa un tentativo di riaprire al mercato e alla proprietà privata che era stato negato fino a pochi anni prima dal comunismo. Lenin si rende conto che bisogna rilanciare l’economia e consentire ai contadini in miseria di poter vendere liberamente i loro prodotti. Non si conosce la prospettiva di Lenin una volta avviata alla NEP perché lui si ammala e muore nel 1924. L’URSS perde il suo leader e si apre una fase di lotta per il potere, chi deve succedere a Lenin? I due personaggi principali sono Stalin e Trotsky, personificano due visioni della rivoluzione diverse: • Stalin è sostenitore del socialismo in un solo paese, significa che ritiene che ora l’URSS non ha le forze per mettersi alla testa di una rivoluzione mondiale, devono pensare a consolidare lo stato. • Trotsky sostiene la rivoluzione permanente, rivoluzione mondiale. Nel 1940 verrà ucciso, è sostenitore di una linea radicale che vuole sollevare tutti i partiti mondiali affinché la rivoluzione abbia un successo su scala planetaria. Ci sono delle risposte di vario tipo sulle conseguenze devastanti della grande guerra, è una società nuova profondamente toccata da essa, molti vecchi stati non ci sono più ma ci sono nuovi stati nazionali. Sfida a 3 modello liberale, modello comunista, modello fascista. Dopo il ’45 sappiamo che rimarranno in piedi solo due di questi perché quello fascista verrà travolto dalla seconda guerra mondiale, la guerra fredda sarà uno scontro tra il modello liberale e quello comunista. Crisi economica del 1929 molto importante per capire l’ascesa del nazifascismo in Germania. Modello sovietico diviso tra Stalin e Trotsky. Esistono delle repubbliche socialista autonome nelle quali il partito comunista ha il ruolo decisivo. Nell’URSS si afferma la linea di Stalin sostenitore del concetto di socialismo in un solo paese, Trotsky vuole la rivoluzione permanente, il comunismo deve trionfare in tutto il mondo non solo in Russia. Stalin è più realista, si rende conto che una rivoluzione mondiale non è possibile perché ci sono reazioni contrarie, gli stati dell’occidente che non accettano una soluzione di questo tipo e il rischio è che anche le conquiste della Russia della rivoluzione del ’17 crollino. Stalin vuole consolidare lo stato russo quando sarà completato questo lavoro allora si potrà pensare ad esportare la rivoluzione comunista, al momento non è possibile perché i rapporti di forza internazionali non lo rendono possibile. Stalin ingaggia una dura lotta contro Trotsky e riesce a vincere, si nutre di una differenza di prospettiva rivoluzionaria. La propaganda schematizza dividendo gli opposti, questa lettura della realtà perde le sfumatura e la capacità di articolare le cose al loro interno. Stalin vince la guerra interna, si allea con altri esponenti di rilievo della rivoluzione, Trotsky viene condannato all’esilio e poi ucciso da un sicario di Stalin. Si tratta di una tensione interna al mondo comunista sovietico. Una volta eliminate le opposizioni Stalin diventa padrone della situazione e avvia un processo di industrializzazione, stravolgimento della società russa, avvia i piani quinquennali che fanno diventare la Russia contadina in una grande potenza industriale. I piani quinquennali avviano questo processo di industrializzazione che cambia il volto della società (stakanovismo). Processo a tappe forzate, al fine della quale la Russia è un paese dal punto di vista economico ma conosce costi umani e sociali elevatissimi. Vuole eliminare i contadini (kulaki) visti come nemici dagli industriali. Si chiama “piano” significa che uno ha degli obbiettivi, lo stato controlla l’economia, non c’è mercato libero, non c’è proprietà privata, l’economia è gestita dallo stato il quale dice che alla fine del 1o piano quinquennale deve aver raggiunto degli obiettivi. Pianificazione che non esiste in un economia liberale dove esiste una domanda e un’offerta. I residui di proprietà privata o residui sociali, come i contadini, vengono eliminati, anche fisicamente. Alcuni dei kulaki vengono inviati in Siberia, non vengono eliminati come gli ebrei ma muoiono a causa del freddo, della fame. Sacrificio necessario per permettere all’URSS di diventare una potenza. Queste cose vengono nascoste e filtrano solo con la propagande degli oppositori. Il partito comunista è quello decisivo, partito unico. Stalin ha una funzione di dominio anche sui concorrenti interni, “terrore staliniano” e le “grandi purghe”. Negli anni 30 Stalin elimina molti oppositori politico ma anche comunisti della rivoluzione d’ottobre, si tratta quindi di una guerra interna. IL FASCISMO Nasce in Italia, il suo fondatore è Benito Mussolini, era un socialista rivoluzionario che cambia allo scoppio della Guerra e quindi si apre una fase nuova della sua vita. Il suo obbiettivo è quello di tenere insieme socialismo e nazione, idea della patria. I due estremi cronologici sono 23 marzo 1919 nascita del movimento dei fasci di combattimento a Milano in piazza san Sepolcro (san sepolcristi) e si chiude nel 1945 con la morte di Mussolini, appeso a testa in giù a Milano in piazzale Loreto. Periodo non lunghissimo ma nemmeno breve soprattutto se si pensa a quello che è accaduto, la fine dello stato liberale nato nel 1861 che aveva attraversato varie tappe, uno stato che aveva vinto la Grande Guerra, poi la crisi dello stato liberale, il ventennio fascista, la seconda guerra mondiale e la guerra civile 43-45. Questi 26 anni vanno scomposti e non vanno visti come un blocco unico. Il fascismo nasce come un piccolo movimento che poi arriva al potere con la marcia su Roma, ottobre del 1922 e termina nel luglio del 1943 quando viene appartato dalla politica, prima arrestato e poi liberato dai tedeschi. Il ventennio fascista è questo, va dall’ottobre del ’22 al luglio del ’43. Nel ’19 ottiene pochissimi voti alle prime elezioni dopo la guerra, vincono i socialisti e il partito cattolico (Partito Popolare Italiano—> dopo il ’43 Democrazia Cristiana) di Don Luigi Sturzo. Nelle elezioni del ’19 i fascisti ottengono pochissimi voti, quindi com’è possibile che nel giro di 3 anni diventi un partito di massa, che il capo ottenga la presidenza del consiglio da parte del re? L’Italia che esce dalla prima guerra mondiale è un paese vincitore ma dal punto di vista psicologico si sente più perdente che vincitore, il mito della “vittoria mutilata” —> D’Annunzio, le lacerazioni politiche che riaffiorano dopo la guerra, tensioni sociali, scioperi, la rivoluzione d’ottobre che agisce sui socialisti italiani, le reazioni dei più moderati che vogliono riportare l’ordine. Il fascismo inizialmente è un movimento in cui ci sono degli obbiettivi che sono molto vicini al socialismo, si tratta di un movimento repubblicano, che durerà poco, verrà recuperata nel ’43, è anticlericale. Tutti questi principi verranno messi da parte da Mussolini. Tra il ’19 e il ’22 si ha un cambio di programma, vengono messe da parte queste idee socialiste e si avvicina ai poteri forti, agli industriali ai proprietari terrieri, dialoga sia con la chiesa che con la monarchia, attua come un partito in grado di riportare l’ordine, si tratta di un partito che non esita ad utilizzare la violenza, “squadrismo”. È il primo movimento che introduce la violenza, il manganello, le spedizioni punitive nei confronti degli oppositori a vario titolo. Nei primi anni 20 ci sono violenze in entrambe le parti, si presenta come partito milizia per rigenerare la nazione, ci sono delle realtà di guerra civile, non in tutta la nazione. C’è un progressivo spostamento del fascismo da posizioni iniziali a posizioni nuove che lo fanno individuare come un punto di riferimento. Il fascismo viene sottovalutato, non ci si rende conto che si ha di fronte un fenomeno nuovo ed originale che nasce dalle trincee della guerra. Si tratta di giovani che hanno combattuto Il fascismo viene definito un totalitarismo imperfetto perché si tratta di un regime ostacolato dalla chiesa e dalla monarchia, duplicano i centri del potere. Processo di integrazione fascista, non lo troviamo in Germania ne in Russia. Tanto la monarchia quanto la chiesa sono vicine al fascismo inizialmente. Non si parla di opposizione ma si parla del fatto che sono due istituzioni che restano in piedi e che impediscono a Mussolini di avere un controllo totalitario della società, come è accaduto in Germania e nell’URSS. La chiesa mantiene delle proprie associazioni, il fascismo vuole controllare la gioventù, un controllo che non è integrale perché la chiesa mantiene in piedi delle strutture che tutto sommato impediscono al regime questo controllo totale. Anche la monarchia resta in piedi, esempio: nel 1938 Hitler arriva in Italia in un viaggio ufficiale arriva a Roma gli vanno in contro i rappresentanti dello stato italiano quindi del regime e della monarchia, la prima persona che incontra e che deve salutare è il re, Mussolini viene salutato subito dopo. Formalmente il re c’è e svolge il suo ruolo in modo meno importante. Il fascismo appena arriva al potere cambia il calendario come avevano fatto i rivoluzionari francesi, dal 28 ottobre 1922 comincia l’era fascista. Accanto al calendario viene affiancato anche quello fascista, riflette l’ambizione del fascismo di durare nel tempo. GLI STATI UNITI Gli anni 30 sono gli anni della grande depressione che seguono il crollo della borsa del ’29. Nel giro di poco tempo la società americana entra in una crisi profondissima, disoccupazione alle stelle, banche e società che chiudono. Questa crisi non riguarda solo gli USA che avevano fatto prestiti ingenti in Germania. Il crollo economico è un colpo durissimo anche a quelle economie europee che erano legate all’economia americana. Questa crisi è uno degli elementi per capire il successo del nazismo in Germania. Sembrò il crollo del capitalismo, le previsioni dei critici del capitalismo sembrano avverarsi. Il capitalismo sta entrando nella fase finale in cui esplode dall’interno. Ovviamente c’è chi continua a sostenere il capitalismo, ma in realtà è una nuova politica anche economica che nasce. Il personaggio di riferimento è il democratico Franklin Delano Roosevelt. Roosevelt avvia il New Deal, nuovo indirizzo politico economico sociale che è destinato a cambiare il volto degli USA. L’elemento centrale che tiene unito tutto il resto è il ruolo dello stato nell’economia, fino al 1929 negli USA, patria del capitalismo, lo stato restava fuori da qualsiasi cosa dall’economia —> liberismo economico. La centralità del mercato, libera alternanza della domanda e dell’offerta che regge il sistema, lo stato deve solo assicurare che i vari oggetti possano operare regolarmente. È il mercato che decide infatti anche nei momenti di crisi economica i sostenitori del liberismo ritengono che lo stato debba rimanere fuori. La crisi del ’29 da un colpo decisivo a questo principio e allora si comincia a fare strada l’idea che per rimettere in piedi il capitalismo (e non di eliminarlo) lo stato non deve rimanere fuori, lo stato diventa uno dei soggetti che devono far parte. Non è da solo come nell’URSS ma è affiancato da privati e quindi dalla libera impresa. Lo stato in momenti di crisi può essere un correttivo di alcune derive, Roosevelt sull’onda delle teorie di Kens, decide di introdurre lo stato nell’economia. Lo stato è un soggetto attivo nell’economia, non deve solo controllare. Roosevelt deve affrontare il problema della disoccupazione che crea un problema sociale, per riassorbirla quindi per dare lavoro lo stato interviene attraverso politiche pubbliche, grandi infrastrutture costruendo ponti, ferrovie, grande manodopera pubblica. Lo stato si fa promotore di grandi opere pubbliche che modernizzano il paese e soprattutto danno lavoro perché per costruire grandi infrastrutture c’è bisogno di masse di operai. Applica una politica di protezione sociale, si parla di milioni di persone in difficoltà che hanno bisogno di coperture a livello medico, scolastico. Dopo la seconda guerra mondiale sarà presente anche in Europa sotto il nome di Welfare State. Gli anni 30 sono un momento molto importante nella storia statunitense però questa presenza dello stato nell’economia è un fenomeno più ampio legato agli effetti della crisi del ’29. Anche in Italia alcuni grandi istituti pubblici nascono negli anni ’30. Gli USA non escono automaticamente dalla crisi del ’29. Roosevelt è stato in carica per 4 mandati, unico presidente statunitense che rimase per così tanto tempo al potere. Roosevelt muore il 12 aprile 1945 poco prima che finì la guerra in Europa (8 maggio 1945- fine settembre 1945 dopo le bombe in Giappone). LINEE ESSENZIALI CHE PORTANO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE: EUROPA NEGLI ANNI TRENTA. 1o settembre 1939 invasione della Polonia da parte della Germania —> scoppio seconda guerra mondiale. Instabilità seguita al trattato di Versailles, trattato che non accontenta nessuno. Nascita molto debole della Società delle Nazioni. Assetto fragile dell’Europa uscita dalla Grande Guerra. Le cose cambiano verso la metà del decennio, l’Italia fascista ha delle grandi responsabilità perché la guerra in Etiopia ha delle conseguenze, 1935 1936. Anche in Spagna scoppia una guerra civile nel 1936 che terminerà nel 1939 con l’avvento di Francisco Franco. Molti storici la considerano una “prova generale” della seconda guerra mondiale. In questi anni nella Germania di Hitler avvia una politica di riarmo e espansionistica che rivendica maggiori spazi ad est dove abitano popolazioni tedesche. L’obbiettivo di Hitler è quello di costruire la grande Germania giustificandola con un’ideologia razziale e afferma la razza ariana e il nemico principale è il comunismo sovietico. La razza dei tedeschi ha diritto ad uno spazio vitale. Hitler comincia in maniera attenta ad avere delle pretese, dicendo che l’assetto di Versailles è stata una pugnalata al popolo tedesco e comincia a muoversi verso l’Austria, esisteva come stato autonomo. Hitler aveva già fatto tentativi di annettere l’Austria nel 1934, trovando Mussolini che si era opposto. Mussolini non vuole avere i tedeschi al Brennero perché l’Austria possa essere uno stato cuscinetto. 4 anni dopo Mussolini non può più far nulla, marzo 1938 Hitler entra a Vienna e l’Austria viene annessa alla Germania anche perché i rapporti Italia Germania erano cambiati. Nasce l’asse Roma- Berlino. Nel ’34 il più forte è ancora il fascismo italiano perché Hitler è arrivato al potere solo da un anno. 4 anni dopo i rapporti di forza si sono rovesciati, il nazismo ora è il più forte. Questo riavvicinamento era partito appunto durante la guerra coloniale in Etiopia, uno dei pochi stati indipendenti, la Società delle Nazioni condanna l’aggressione italiana punendola dal punto di vista economico. l’Italia deve fare da sé, anni dell’autarchia economica. Il regime utilizza queste sanzioni come patriottismo nazionale, diventa propaganda, uniamoci e dimostriamo quanto siamo forti. La vittoria arriva perché l’esercito italiano è superiore, nel maggio del 1936 Mussolini proclama l’impero. Vittorio Emanuele III è imperatore d’Etiopia, è il momento di massimo consenso al fascismo. In quest’occasione la Germania e l’Italia si riavvicinano perché riconosce l’idea dell’Italia fascista di avere un impero e non accetta le Sanzioni della Società delle Nazioni, consolidando quindi affinità ideologiche molto forti. Dal 1936 Italia e Germania si avvicinano creando l’asse Roma- Berlino, successivamente si unirà il Giappone. Il Giappone si sta espandendo in Cina, dichiara guerra alla Cina negli anni ’30. In Giappone era presente un governo di destra, l’avvicinamento quindi dell’Italia e della Germania viene rafforzata in seguito allo scoppio della guerra civile spagnola. Si tratta di guerra civile perché è una guerra interna della Spagna tra due parti della società spagnola, tra le forze dello stato repubblicano e da Francisco Franco. Franco organizzò un colpo di stato partendo dal Marocco spagnolo, ha l’obbiettivo di rovesciare la repubblica e di instaurare uno stato autoritario, vuole riportare al centro dello stato la chiesa e l’esercito. Primavera 1939 i nazionalisti di Franco vincono perché sono appoggiati da Hitler e da Mussolini, lo aiutano con armi, con bombardamenti aerei, soprattutto i tedeschi (Guernica di Picasso-1937). Franco attua una politica durissima quando entra al potere, migliaia di persone vengono uccise e mandate in carcere. Il fascismo si diffonde ovunque, non solo in Italia e in Germania, anche in Portogallo, in Spagna, in Polonia, in Ungheria. Fino a questo momento l’URSS ha criticato fortemente tutti gli antifascismi non comunisti, unico modo di essere antifascisti è quello di aderire alla terza internazionale comunista. Social fascismo: Secondo i sovietici non c’è differenza tra i fascisti e i social democratici. L’URSS cambia idea a metà degli anni ’30 bisogna quindi cambiare strategia e vengono instaurati i “fronti popolari”, i comunisti devono cercare degli alleati, se si vogliono combattere i regimi di destra bisogna trovare degli alleati. Tutte le forze popolari che si riconoscono nell’anti fascismo possono entrare a far parte del fronte popolare. In Francia, in Spagna nel ’34 vincono governi di fronte popolare. Gli aiuti sono i volontari che arrivano in Spagna da tutte le parti, le brigate internazionali. Franco vince perché è appoggiato militarmente e economicamente dalla Germania e dall’Italia, è più coeso rispetto agli altri che sono ben divisi tra loro e che non hanno appoggi. Nella primavera del 1939 con questa nuova vittoria franchista si è ancora favorevoli agli stati autoritari di destra. Europa fascistizzata — > questo modello si sta imponendo in molti paesi dell’Europa in molti paesi di quegli anni. La guerra civile Spagnola anticipa due aspetti fondamentali della seconda guerra mondiale: • Guerra totale: non c’è distinzione tra il militare e il civile, muoiono più civili che militari. • Guerra ideologica: di contrapposizione tra 2 grandi fronti ideologici, il fascismo e l’antifascismo. LA SECONDA GUERRA MONDIALE (1939-1945) Ha delle scansioni interne. Non si può parlare di una guerra effettivamente mondiale fino al 1941. Nel 1939 la Germania entra in Polonia e la Francia e l’Inghilterra entrano in guerra contro Hitler, si tratta di una guerra ancora europea. Patto di non aggressione con l’URSS. Pochi giorni prima di invadere la Polonia la Germania e l’URSS stipulano un patto (Ribbentrop-Molotov nell’agosto 1939), impegno a non aggredire. Questo permette alla Germania di concentrarsi sull’invasione della Polonia. Tutti coloro che avevano guardato all’URSS come l’unico paese in grado di mettere un freno al fascismo si trovano davanti ad un patto tra queste potenze. Le motivazioni di Hitler sono quelle di non aver la guerra sia ad est che a ovest, ma perché Stalin firma questo patto? Per alcune esigenze e motivi, negli anni ’30 in URSS ci sono delle purghe che hanno eliminato gran parte dell’esercito che mettono Stalin nella situazione di essere timoroso di una guerra, ha bisogno di più tempo e di rinforzare l’esercito e quindi Stalin mette da parte qualunque visione ideale di coerenza con i principi precedenti e guarda i propri interessi. L’URSS si deve garantire dall’aggressione dalla Germania nazista. Questo patto di non aggressione sarà annullato da Hitler nel giugno del 1941 quando entra in URSS. Il 1941 è un anno decisivo perché la Germania entra in unione sovietica e alla fine del ’41 il Giappone bombarda Pearl Harbour costringendo gli USA ad entrare in guerra. A questo punto i fronti dal punto di vista ideologico sono ben definiti: ❖ Asse Roma Berlino Tokyo ❖ Alleanza anti fascista ibrida (perché insieme a stati democratici c’è uno stato comunista): Gran Bretagna USA e URSS —> reggerà fino alla fine della seconda guerra mondiale. Alleanza eterogenea che regge ai tentativi di rottura della Germania. Sarà solo dopo la pace che le differenze all’interno dell’antifascismo riaffioreranno e si scontreranno nella Guerra Fredda. DUELLO: fascismo e antifascismo ben differente al suo interno. LE TAPPE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE: ‣ 1939-1941: guerra lampo e le vittorie tedesche ‣ 10 giugno 1940: l’Italia entra in guerra ‣ 1941: URSS e USA, la guerra diventa mondiale. Lo scontro ideologico fascismo- antifascismo ‣ 1942-1943: le battaglie che invertono le sorti della guerra ‣ 1943-1945: guerre di resistenza, guerre civili, collaborazionismi, violenza sui civili. Non belligeranza, è diverso dalla neutralità. L’Italia sarebbe potuta entrare in guerra solo nel 1942. Gettare un migliaio di morti sul tavolo della pace. Mussolini era convinto che la guerra fosse finita di li a poco. l’Inghilterra di Churchill resiste alla Germania. Una guerra totale che rompe in maniera definitiva il confine che poco prima esisteva tra la sfera militare e la sfera civile. Una guerra che diventa mondiale a tutti gli effetti, c’è un allargamento nel fronte bellico. È una guerra di movimento la II guerra mondiale, uno stato di avanzamento di tecnologia applicata alla sfera militare: arma di distruzione di massa, la bomba atomica sfruttata negli ultimi giorni della guerra usata per reprimere la resistenza giapponese. Se pensiamo al fatto che un orientamento pacifista o antimilitarista si è affermato nella società occidentale, noi abbiamo avuto la fortuna di non vivere una guerra di questo tipo, fino a quegli anni non vi era un europeo che non abbia affrontato una guerra così devastante. Dopo la II guerra mondiale non vi è una società che abbia un vero e proprio primato, l’Europa cade in una situazione emarginale internazionale, l’Europa di fatto esce divisa tra le due grandi super potenze: Unione Sovietica e Stati Uniti che avranno in mano il destino di tutti, si tratterà di una ricostruzione economica, materiale (territori distrutti devono essere rimessi in piedi, la vita deve tornare ad esserci) ma gli angloamericani non sono più nemici. Non è affatto finita la guerra ma vuol dire chiudere le porte con il fascismo e i tedeschi ed essi hanno ben capito cosa stia accadendo: capiscono che gli italiani vogliono uscire dall’alleanza e confinano delle truppe in Italia in mondo tale che l’8 settembre nel disorientamento generale i tedeschi entrano in Italia e occupano la parte settentrionale e centrale dell’Italia ossia la parte non ancora libertà e si ferma sulla linea di Cassino, Gustav. Italiani diventano nemici per i tedeschi e questi liberano Mussolini al Gran Sasso e lo mettono a capo della Repubblica di Salò collaboratore del nazi fascismo. Il ’43 anziché chiudere la guerra apre una situazione di sbandamento, ci sono certo le prime resistenze ai tedeschi in particolare al sud ma è un momento di disorientamento e per questo la Germania riesce a invadere l’Italia senza alcun problema. Molti italiani 600 mila vengono fatti prigionieri dei tedeschi altri confluiscono nella resistenza. Forze in campo ’43-‘45: guerra in casa ormai, dove si fronteggiano gli schieramenti contrapposti da una parte angloamericani, gli italiani che fanno parte del regno del sud e le forze della resistenza: i partigiani. Nella parte superiore occupata dai tedeschi, ci sono i fascisti della repubblica sociale (traditi dalla monarchia), i tedeschi. Alla fine del ’43 la guerra è finita nel meridione d’Italia, la guerra continua al centro nord d’Italia fino all’estate del ’44. Al nord solo nel ’45 dell’aprile si concluderà. Ci sono differenti esperienze di guerra, vivere sotto queste minacce fino all’ultimo giorno di guerra è diverso da chi ha terminato la guerra un anno e mezzo prima. Ci sarà guerra civile tra repubblica e partigiani dal ’43 al ’45 in un periodo compreso tra l'annuncio dell'armistizio di Cassibile (8 settembre 1943) e la resa di Caserta (2 maggio 1945). Oltre ai combattimenti diretti tra i reparti armati delle due parti, si registrarono anche rappresaglie sulla popolazione civile e repressioni da parte delle autorità della RSI, contrasti interni al movimento partigiano, mentre rari furono gli scontri armati tra le truppe fasciste e quelle fedeli al governo monarchico, il cosiddetto "Regno del Sud". Altro evento molto importante in questi anni, sempre collegato all’invasione dei tedeschi in Italia è l'eccidio delle Fosse Ardeatine fu l'uccisione di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, trucidati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l'attentato partigiano di via Rasella, compiuto il 23 marzo da membri dei GAP romani, in cui erano rimasti uccisi 33 soldati del reggimento "Bozen" appartenente alla Ordnungspolizei dell'esercito tedesco. L'eccidio non fu preceduto da nessun preavviso da parte tedesca.Per la sua efferatezza, l'alto numero di vittime e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, l'eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l'evento-simbolo della durezza dell'occupazione tedesca di Roma. Le Fosse Ardeatine, antiche cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina, scelte quale luogo dell'esecuzione e per occultare i cadaveri degli uccisi, nel dopoguerra sono state trasformate in un sacrario- monumento nazionale. Sono oggi visitabili e luogo di cerimonie pubbliche in memoria. Caso italiano è un caso molto particolare. Cronologia e geografia di guerra, per valutare l’impatto della seconda guerra mondiale sulle persone occorre tenere presente la cronologia e la geografia della guerra. Si tratta di una guerra sul territorio che comincia nel luglio del 1943 e si conclude nel aprile 1945. In base alla rapidità della liberazione da parte degli americani e dei partigiani l’esperienza di guerra è diversa a seconda delle regioni. La guerra per il nord Italia è terminata nel aprile del 1945 mentre per le regioni del sud e del centro finisce qualcosa prima. La liberazione definitiva, 2 date significative: • 25 aprile1945: ricorda l’insurrezione nelle città del Nord • 2 giugno1946: nasce la repubblica italiana, non l’Italia unita che esiste già dal 1861. La situazione italiana è molto importante perchè gli angloamericani sbarcano al sud con l’intenzione di arrivare in Germania. Il 4 giugno 1944 viene liberata Roma, 2 giorni dopo si verifica il famoso sbarco in Normandia. Gli angloamericani aprono un nuovo fronte in Francia, è più importante liberare il territorio francese per potere combattere la Germania direttamente che liberare l’Italia la quale diventa un fronte secondario. Parigi viene liberata nel agosto del 1944. La Germania è circondata, a ovest gli angloamericani dalla Francia mentre ad est i sovietici. l’Italia risente dello spostamento delle priorità al nord dell’Europa. L’offensiva in Italia riparte solamente nell’aprile del 1945. In questa fase l’Italia vive il periodo più drammatico perché molti eserciti si scontrano sul suolo. Gli americani, con la V armata, si occupano della parte occidentale tirrenica mentre gli inglesi o truppe dell’impero inglese liberano la costa adriatica. I partigiani e i comitati di liberazione che agiscono al nord con motivazioni diverse, dentro ci sono tutti i rappresentanti di partiti antifascisti. Svolta di Salerno: direzione politica che prende la resistenza italiana, come ci si deve comportare con la monarchia? Va riconosciuta o no? La monarchia ha collaborato con il fascismo, appoggiandolo. La monarchia per gli antifascisti è un peso del quale ci si deve liberare per poter appoggiare delle idee repubblicane. Palmiro Togliatti, segretario del P.C.I. torna in Italia e a Salerno decide che questi problemi devono essere risolti dopo la liberazione, al momento conta l’unità delle forze antifasciste. L’obbiettivo fondamentale è la lotta di liberazione nazionale contro il nazifascismo. La monarchia viene legittimante perché può servire per poter liberare il territorio nazionale. È una svolta perché vengono messe da parte alcune priorità, al momento prevale la liberazione nazionale. Tra il 43 e il 45 la guerra è condotta già con uno sguardo verso il dopoguerra, è una questione di tempo per poter sconfiggere la Germania e il Giappone. Arrivare prima in un luogo rispetto all’URSS significa già “ipotecare” il dopoguerra. Le sfere di influenza che troviamo dopo il 45 sono l’effetto della guerra, sono l’effetto delle strategie militari e politiche. L’unico partito che non aderisce a questa ideologia è quello repubblicano, ovviamente nemici della monarchia. Dall’altra parte quindi troviamo la Germania che ha occupato l’Italia dal settembre del 1943, dove Mussolini è a capo del governo collocato a Salò: Repubblica sociale italiana. Si tratta di una repubblica statale monca perché l’area nord est dell’Italia viene scorporata e controllata direttamente dai tedeschi, è un’area strategica. In questa zona (Trieste) viene costruito un campo di concentramento Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento italiano dotato di forno crematorio. Non tanto ebrei ma vengono uccisi soprattutto oppositori politici, prigionieri, partigiani e sloveni. La resistenza non è un fenomeno solo italiano, ma è un fenomeno europeo. Nasce nei regimi di occupazione, il controllo tedesco è esteso in Europa e all’interno di questo nascono regimi collaborazionisti disposti a collaborare con il nazional socialismo. Si diffondono le prime forme di resistenza, in alcune zone si è manifestata in maniera più organizzata. In Italia la resistenza è stata a lungo identificata come movimento di liberazione nazionale, una sorta di secondo risorgimento. All’interno della stessa resistenza ci furono alcune forme di guerra (Claudio Pavone nel 1991 scrisse “Una Guerra Civile”). C’erano dei limiti e delle debolezze perché venivano meno degli elementi che non trovavano spiegazione, Pavone riteneva che la resistenza sia un passaggio cruciale per il paese italiano; si tratta di una guerra civile,Pavone sdogana questo tabù della guerra civile, significa analizzare storicamente che i partigiani hanno liberato il territorio nazionale senza nessun problema, ci sono italiani che hanno aderito all’ultimo fascismo, più duro e violento, tanti giovani educati alla fede del fascismo non sono riusciti ad uscire da queste idee. Ci sono molti giovani che rinunciano la repubblica sociale italiana mentre altri rimangono fedeli al fascismo. I giovani avevano il problema della scelta, scegliere la repubblica o non aderire i quali si nascondono oppure si fanno catturare dai tedeschi. Molti non scelgono ma preferiscono aspettare perchè non hanno le possibilità di scegliere o perchè credono che la guerra sia quasi finita, spirito di sopravvivenza, sperano che gli anglo americani chiudano la partita della liberazione ma sopportano ancora per molti mesi la guerra. Per alcuni c’è anche una guerra di classe che vede la residenza come l’occasione di poter chiudere i conti con le forze politiche che avevano appoggiato il fascismo, idea del dopoguerra come rivoluzione —> parte comunista. Resistenza civile: non presuppone l’adesione ad alcuni partito, si può lottare anche senza armi. Lo si può fare attraverso un sostegno ai partigiani, alimentari, logistici, armi e una larga fetta della popolazione si muove in questa direzione, si rende conto che le ragioni giuste siano da questa parte. Grandi settori i della società si rendono conto che si può aiutare coloro che vogliono rovesciare il sistema. Il mondo femminile ha avuto un grande slancio, le donne entrano nella stessa residenza con le armi ma anche dando sostegno. Maggiore presenza femminile con mansioni necessari e perché gli uomini non ci sono, settori produttivi scoperti dove le donne sono fondamentali e per questo potranno rivendicare dei diritti nel dopoguerra. Realtà complessa che soltanto nell’aprile del 1945 che porta alla liberazione del territorio nazionale e di conseguenza porta alla fucilazione di Mussolini e la scena di Piazzale Loreto, viene scelto questo luogo perché un anno prima (agosto del 1944) erano stati uccisi 12 partigiani e i loro corpi erano stati esposti per rendere partecipe la cittadinanza della fine che avrebbe fatto nel caso in cui aiutassero i partigiani. Cornice 2a guerra mondiale dentro alla quale si sviluppano altre guerre. Il fatto importante della resistenza è stato quello di esistere, l’Italia l’indemani della liberazioni potrà giocare sulla liberazione e potrà dimostrare che l’Italia ha avuto una seconda Italia e dunque non solo quella fascista. I conti con il passato però bisogna farli, nell’immediato degli anni 40 e 50 ha prevalso la tesi di Croce cioè che il fascismo è stata una malattia dell’Italia, una parentesi dell’età dopo Giolitti, dopo la guerra l’Italia può ripartire però è una sorta di rimozione nella memoria. Questa “parentesi” è parte della nostra storia nonostante sia una pagina di storia tragica non va dimenticata. Oggi questa lettura è minoritaria. La residenza comincia dopo l’8 settembre, prima ci sono forme di organizzazione clandestina, molti anti fascisti dall’estero si danno da fare, dal punto di vista organizzativo nascono solo dopo l’armistizio dell’8 settembre. La chiesa è un elemento che opera all’interno della resistenza civile, i religiosi diventano figure di riferimento. Il papa, Pio XII, nel giorno del bombardamento su Roma 1943 la chiesa interviene con una forma di supplenza con luci e con ombre perché nei confronti della politica anti semita (ebrei) non si esprime. Pubblicamente gli interventi della chiesa sono stati molto limitati, quando si parla di chiesa si parla di un mondo estremamente complesso. Ci sono vari livelli, parte istituzionale poi ci sono anche le reti locali, la chiesa è stata una protagonista della resistenza civile senza armi che ha cercato di sostenere le arti in causa che in quel momento venivano ritenute più credibili per il dopo guerra. LA POLITICA DI STERMINIO DEGLI EBREI Inizia nel 1942 e arriva fino alla fine della guerra, giornata della memoria 27 gennaio, liberazione del campo di sterminio di Auschwitz in Polonia da parte dei sovietici. Filone intezionalista: interpretazione in cui si dice che era già tutto scritto, in Mein Kampf l’antisemitismo configura l’ebreo come nemico di eccellenza, e infatti Hitler ha applicato alla lettera i principi presenti nel suo libro. Intenzione funzionalista: la seconda lettura ritiene che lo sterminio non fosse pianificato ma in realtà all’interno della politica razzista nei confronti degli ebrei la decisione di procedere verso la “soluzione finale” dicono i sostenitori che in realtà è una decisione presa nei primi anni 40 sull’onda dell’evoluzione della guerra, dopo la conquista della parte sovietica acquista molti ebrei, man mano che la Germania avanza all’interno del territorio vengono di fatto ad essere incorporati milioni di ebrei, quindi cosa farne? In base ad una politica che già aveva individuato gli ebrei come nemici e elemento che andava espulso dal corpo sano della nazione, la Visione razzista dell’ideologia tedesca aveva individuato gli ebrei come contaminazione della razza ariana. Ci interessa capire come si leggono diversamente le tappe che hanno portato allo sterminio. Con l’inizio delle ostilità dell’URSS di comincia una politica di repressione fisica contro gli ebrei ed altri come oppositori politici, rom, persone dotate di handicap etc. Questa ideologia non è nuova, era già presente all’epoca di Emile Zola (J’accuse) con la questione Dreyfuss. Protocolli dei Sabi Anziani di Sion, viene costruito questo documento falso nella Russia zarista per diffondere l’idea di un complotto ebraico ai danni della società zarista, è un documento che circola tutt’oggi. In Germania questo antisemitismo si era diffuso già alla fine della Prima Guerra Mondiale, il Dikatat era già viso come un complotto ebraico contro la Germania. Perché gli ebrei? Perché si tratta di un popolo senza patria, hanno sempre avuto un ruolo economico fondamentale laddove si inserirono. Proprio alla fine del 1800 comincia a comparire l’idea che sia possibile istituire uno stato ebraico, questo stato è Sion (sionismo: organizzazione politica che punta a creare uno stato ebraico autonomo), questo stato viene individuato in Palestina, quella che soltanto nel 1948 diventerà Israele. Alcuni si trasferirono in Palestina mentre altri rimasero nei paesi in cui si trovavano perché innanzi tutto si sentono parte dello stato e non ebrei. Le riletture sello sterminio sono letture che ci fanno entrare nell’ottica del tempo. La macchina dello sterminio finisce per escogitare strumenti diversi come quelli della camera gas, meccanismo industriale perché i personaggi che sovrintendono a queste azioni creano un filo tra se stessi e il momento della liquidazione di coloro che non vengono considerati uomini. Questo viene fatto dal gennaio del 1942 —> SOLUZIONE FINALE: gli ebrei vanno eliminati definitivamente. Non tutti i tedeschi erano consapevoli di quello che stava accadendo nei campi di concentramento e di sterminio. Alcuni americani. All’indomani della resa da parte dei tedeschi la Germania viene divisa in 4 zone, ad ovest troviamo francesi, inglesi e americani mentre ad est abbiamo i sovietici. Confine che disegna la situazione fisica degli eserciti nel 1945. Questa quadri partizione della Germania viene duplicata nel caso di Berlino e quindi si trova in pieno territorio sovietico, e gli alleati decidono di dividere Berlino nei 4 settori, i sovietici sempre nella zona est, gli altri nella parte ovest. È una situazione che si protrae, tra il 48 e il 49 i sovietici tentano di chiudere il passaggio degli alleati dalle zone di occupazione sovietiche per potersi impossessare di Berlino ma gli americani attraversi gli aerei forniscono la Berlino ovest. Nascono due Germanie, RFT (Repubblica federale tedesca), RDT o DDR (Repubblica democratica tedesca). Una Germania che entrerà a far parte della NATO e che rientrerà nel piano Marshall e la Germania orientale che entrerà a far parte della sfera sovietica e del patto di Varsavia. Costruzione del muro di Berlino nel 1961che divide la zona sovietica da quella occidentale perché in questi anni tanti tedeschi di Berlino est si erano rifugiati nella Berlino ovest quindi per bloccare questa fuoriuscita le autorità della DDR decidono di costruire questo muro. Questo stesso simbolo 28 anni dopo sarà simbolo della fine di un contrasto di durissima contrapposizione. L’immediato dopoguerra in Europa ci sono enormi spostamenti di popolazione, quasi 46 000 000 di persone si sono spostate non volontariamente sotto la pressione degli avvenimenti. LA GUERRA FREDDA 1947-1989/1991 Ci sono menti do maggiore tensione e crisi, quando si rischia una terza guerra mondiale, e ci sono momenti di dialogo tra le due superpotenze. Guerra di Corea 1950-1953 Questa guerra rischia di aprire un nuovo scenario apocalittico perché ormai entrambe le potenze hanno la bomba atomica. Questo aspetto è quello che frena lo scoppio di una terza guerra mondiale, equilibrio del terrore. Ci sono però state tante guerre locali all’interno delle quali sia l’URSS che gli USA hanno mandato il proprio esercito e anche sostentamenti. Alla fine della guerra di corea si arriva ad un armistizio che non cambierà molto la situazione. Medio Oriente Area di crisi preoccupante perché all’indomani della seconda guerra mondiale viene costituito lo stato di Israele (1948), molti ebrei si trasferirono in Palestina e la comunità internazionale in forma di risarcimento rispetto alla Shoah decidono di aiutare gli ebrei di costruire un proprio stato laddove esistevano già popolazioni prevalentemente mussulmani. Si apre un contenzioso che non avrà fine. L’ONU nel 1947 delibera la divisione della Palestina in due stati, uno israeliano e uno palestinese, con divisioni non sempre coerenti. In realtà dal momento della proclamazione dello stato di Israele si susseguiranno delle guerre tra lo stato di Israele e gli stati arabi confinanti che non sono disposti ad accettare questo stato. Dal 47 al 73 ma anche dopo troviamo una serie di guerre arabo israeliane. Israele ha la meglio quasi sempre. Una conseguenza di queste guerre la possiamo notare nella Golden Age dell’economia, la quale termina nel 1973 con la guerra del Kippur, vinta dagli israeliani. La vivacità di questi anni si perde perché gli arabi vogliono punire gli occidentali che sostenevano Israele quadruplicando il prezzo del petrolio. Da avvio alla crisi petrolifera che mette in difficoltà le economie occidentali che si basavano sul petrolio. Si parla di recessione economica e crisi. In questo periodo è molto difficile prendere una terza via, sono ben pochi i paesi che ci riusciranno. Berlino rappresenta il declino dell’Europa. Anche la Germania si ritrova divisa in due parti. La guerra di corea è uno dei grandi momenti di crisi e di tensione che si risolve con nessuna variazione. Nel 1953 muore Stalin, è il protagonista del processo di trasformazione della società sovietica negli anni 30, anche di persecuzioni interne, e negli anni posteriori alla seconda guerra mondiale viene visto come colui che salvò la Russia dall’invasione tedesca. Culto di Stalin molto presente, alla sua morte si mise in scena un grande lutto collettivo. Lo scoppio della guerra fredda produce una radicalizzazione dello scontro dove non ci sono prospettive di pace all’orizzonte. Il timore di un nuovo conflitto è molto alto perché sia l’URSS che gli USA non fanno passi per cercare di risolvere in maniera pacifica le controversie internazionali e la presenza di Stalin è molto ingombrante, il quale viene visto come una minaccia alla pace mondiale. La sua morte apre una fase nuova sia per l’URSS che per i rapporti internazionali. 1956 anno molto importante e interessante che guarda a svolgere alcuni ragionamenti sul prima e sul dopo, in questo anno il nuovo segretario del partito sovietico Nikita Kruscev al congresso dell’URSS pronuncia un discorso a porte chiuse, rapporto Kruscev, in cui condanna violentemente Stalin, sottolineando gli aspetti negativi che l’esperienza staliniana rappresentò. Questa condanna finisce per essere girata a qualche giornale occidentale e quindi la demolizione del culto di Stalin viene immediatamente conosciuta in tutto il mondo. È una prima fase della destalinizzazione, la società sovietica comincia ad uscire da un clima di paura, di violenza, di terrore che ancora si trovava nell’unione sovietica, significa di aprire le porte ad un socialismo moderato allentando la presa del partito. Si tratta di una novità che viene accolta dai partiti di sinistra in modo contrastante, molti ritengono che si apre una nuova fase per l’URSS libera da violente e da una società chiusa. Nell’ottobre del 1956 sull’onda di questo nuovo clima dell’Europa sovietica alcuni paesi del patto di Varsavia ritengono che questa destalinizzazione sia positiva. In Ungheria e in altri paesi si ritiene che sia il momento di poter costruire una società socialista propria più aperta e libera. In Ungheria si comincia a muoversi in questa direzione ma l’URRS invece di condividere questa posizione consolidando l’idea di Kruscev reagisce in maniera netta e preoccupata e invade la stessa, invasione di Budapest. Le reazioni anche dell’occidente saranno molto controverse, il PCI giustifica la repressione di Budapest mentre il PSI, alleato del partito comunista italiano, da questo momento prenderà le distanze dall’URSS. I comunisti italiani ci metteranno molto di più a separarsi dall’URSS. Dal 56 si perde l’illusione che la società sovietica stia cambiando. Si tratta di anni di crisi di tensioni che riguardano anche gli USA. Negli USA dopo Truman, negli anni ’50, troviamo un repubblicano Eisenhower. Fenomeno del maccartismo, senatore McCarty che vuole condannare con riforme anti nazionali personaggi che vengono ritenuti comunisti. Si crea un clima di “caccia alle streghe” dove anche personaggi moto conosciuti vengono messi alla berlina, vengono emarginati e alcuni condannati anche. Si prolunga per alcuni anni finché non dimostra la sua assurdità, il modello americano ha dei vantaggi rispetto al mondo comunista. FASE NUOVA 1960-1963 USA guidati da John Fitzgerald Kennedy, si tratta di 3 anni di presidenza chiusi dall’assassinio del presidente a Dallas. Questi 3 anni sono rimasti nell’immaginario collettivo internazionale perché Kennedy tenta di aprire una fase nuova della storia americana, nuova frontiera kennediana, si tratta di una frontiera metaforica, quella dei diritti civili. Kennedy si fa portavoce di una nuova società che vuole abolire le discriminazioni nella realtà dei fatti, società di integrazione, estensione di diritti. La prospettiva democratica di Kennedy vuole allargare questi diritti in modo formale e ufficiale e metterle in pratica, ci sono principi fondamentali che Kennedy cerca di avviare e valorizzare con questa nuova politica. Tutto ciò avviene sul piano interno, ma viene visto in modo negativo dagli oppositori e dagli esponenti conservatori ancora presenti, questa opposizione riguarda anche la sua gestione della politica estera. Rivoluzione di Cuba (1953-1959), nascita dello stato guidato da Fidel Castro con orientamento socialista ma all’inizio lui non è un filo comunista sovietico, l’isolamento lo spingerà a rapportarsi all’URSS, gli USA guardano questo anche con simpatia se è per i propri interessi, Cuba si affaccia sugli USA e dal punto di vista geopolitico è un’isola con una posizione strategica. Castro non vuole alleanze con gli Stati Uniti e in questi anni ci sono tentativi americani di ribaltare il regime castrista (baia dei porci). Un altro momento di crisi lo si ha quando l’URSS deciderà di posizionare dei missili sull’isola di Cuba, grande crisi del 1962 in cui il mondo rischia di entrare in un conflitto diretto, in questo caso Kennedy, protagonista del disgelo, prende posizioni molto dure e intransigenti minacciando la proposta missilistica e questa decisione di Kennedy lascia il mondo con il fiato sospeso per alcuni giorni fino a quando Kruscev decide di far rientrare le navi missilistiche. Pontefice di quest’epoca, Giovanni XXIII, che rinnova l’organizzazione della chiesa e da un contributo fondamentale che al di la dei contrasti politici occorre valorizzare la persona umana e il valore della pace. Al papa interessa distinguere e valorizzare l’uomo, il valore dell’individuo. È un papa che guarda alle grandi disuguaglianze e l’attenzione alle persone più deboli e questo farà nei suoi 5 anni di pontificato convocando il Concilio Vaticano II cercando di aiutare e dando contributo ai squilibri tra le varie parti del mondo. Il papa precedente non fece queste azioni, il papa scomunicò coloro che erano iscritti al partito sia socialista che comunista. In questi anni c’è la corsa allo spazio tentando di mandare per primi in orbita i propri astronauti, i quali vengono utilizzati molto sul piano propagandistico. “The American way of life” modello di cultura di massa che entrano a far parte della società che influenza abitudini e linguaggio (televisione e radio, modello della famiglia borghese americana, cinema, coca cola, fumetti, musica). Si tratta di un aspetto fondamentale della guerra fredda, si tratta di uno scontro che si gioca anche sulla presenza di merci nei supermercati, gli USA hanno vinto anche da questo lato perché ad un certo punto in unione sovietica i supermercati erano vuoti. “Americanizzazione” della società occidentale. Il muro di Berlino (1961): emblema della guerra fredda, viene eretto in un momento in cui le cose sembrano andare per il verso giusto. Guerra del Vietnam (1964-1975): unica guerra persa dagli USA, questa guerra ha rappresentato all’interno della società americana. Guerra che si svolge lontano, due stati, uno comunista e uno filo statunitense appoggiati rispettivamente dall’URSS e dagli USA fino a quando il nord avrà la meglio sul sud unificando il paese tutto sotto la mentalità comunista. Questo sconto ideologico prosegue nel corso del tempo, ci sono meno occasioni di contrasto. Invasione sovietica dell’Afganistan (1979) che porta un altro momento di destabilizzazione a livello internazionale, gli USA la vedono come una provocazione i quali riavvieranno una politica di riarmo da perte del presidente Reagan. All’inizio degli anni ’80 produce delle conseguenze immediate, l’anno successivo all’invasione, in occasione dei giochi olimpici che si tengono a Mosca i quali erano sempre stati un momento di oasi di incontro, per la prima volta nel 1980 le olimpiadi si svolgono dimezzate, gli USA e molti paesi della NATO decidono di boicottare le olimpiadi, non mandando i propri atleti protestando contro l’invasione. Per la prima volta la guerra fredda entra anche dentro nell’ambito sportivo, momento in cui le tensioni erano state messe da parte. 4 anni dopo i giochi olimpici si sorvolano a Los Angeles e l’URSS e i paesi del patto di Varsavia boicottano le olimpiadi, rilanciando l’idea che le tensioni della guerra fredda hanno conseguenze molto ampie. Sono anni difficili, anni di riarmo in cui i missili vengono collocati puntati verso gli avversari. Improvvisamente le cose cambiano a partire dal 1985, anno fondamentale perché in unione sovietica arriva al potere un nuovo personaggio, colui che chiuse la guerra fredda, Gorbacev. Lui lancia una sfida, è consapevole che se il socialismo sovietico si vuole salvare deve riformarsi, lui è comunista e ritiene che lo stato comunista sia la soluzione ai problemi della società ma è consapevole del fatto che quella non è la società per la quale si era combattuto 70 anni prima. Riforma attraverso due parole d’ordine: • Perestroika: ristrutturazione dell’economia sovietica, non è possibile andare avanti con la qualità della vita di basso livello compensata da un minimo di garanzie per tutti, sanità, scuola, assicurazioni, abitazioni la società sovietica non aveva discriminazioni. • Glasnost: aprire, lasciare libertà introducendo elementi di vivacità intendi al paese, confronto, non ci si può più chiedere di fronte all’opinione pubblica, una società comunista fatta di libertà può avvenire solo attraverso un sistema più aperto. La guerra fredda finisce ma sul piano interno non ottiene nessun effetto. Avviare un dialogo con Reagan il quale è lucido a capire la sincerità del personaggio nel pensare ad un disarmo. Questo disarmo permette a Gorbacev di avviare la crescita della società sovietica. Viene visto come protagonista di una politica di disarmo e di pace, sono anni straordinari dal punto di vista internazionale. La guerra fredda sembrava una condizione ormai eterna senza alcuna soluzione di dialogo. Questa politica di apertura di Gorbacev viene percepita anche dai paesi satelliti che individuano in lui un interlocutore in grado di capire anche le loro esigenze. Tutti i fermenti che per 40 anni erano stati soffocati affiorano in maniera straordinaria, la novità è che l’URSS non interviene, Gorbacev si rende conto che non può pensare di tornare alla vecchia politica. Questo porta nel 1989 ad abbattere il muro di Berlino senza che nessuno intervenga, si tratta di un automatismo. La contraddizione che troviamo nella politica di Gorbacev è che fallisce all’interno dell’unione sovietica. Lo stato sovietico comincia a disintegrarsi, incapacità del regime sovietico di riprendersi. Nel 1991 viene dichiarata la fine dell’URSS che verra seguita da una fase che arriva ai giorni nostri.
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