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Nascita Nuovi Stati in Europa dopo Prima Guerra Mondiale: Russia, Germania, Italia, Franci, Dispense di Storia Contemporanea

Storia della RussiaStoria dell'EuropaStoria della GermaniaStoria politica

I principali eventi che seguirono la fine della prima guerra mondiale in europa, tra cui la restituzione di territori, la nascita di nuovi stati indipendenti e la crescente tensione politica. Vengono trattati i ruoli dei bolscevichi e menscevichi in russia, la situazione in germania, austria e italia, e la formazione di nuovi partiti politici. Una panoramica dettagliata della situazione politica in europa negli anni immediatamente successivi alla guerra.

Cosa imparerai

  • Che teorie politiche sostenevano i bolscevichi e i menscevichi?
  • Come si formarono i nuovi partiti politici in Italia?
  • Quali nuove repubbliche indipendenti vennero riconosciute e protette dalla Russia?
  • Che territori dovettero restituire la Germania e la Francia?
  • Quali eventi segnarono la fine della guerra in Austria?

Tipologia: Dispense

2018/2019

Caricato il 13/09/2019

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Scarica Nascita Nuovi Stati in Europa dopo Prima Guerra Mondiale: Russia, Germania, Italia, Franci e più Dispense in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! I trattati di pace e la nuova carta d’Europa 18 gennaio 1919: conferenza di pace a Versailles; si doveva ridisegnare la carta politica dell’Europa, sconvolta dal crollo dei 4 imperi (tedesco, austro-ungarico, russo e turco). 28 giugno 1919: trattato di Versailles→ fu un’imposizione alla Germania, sotto la minaccia dell’occupazione militare e del blocco economico. La Germania doveva restituire alla Francia l’Alsazia e la Lorena e alla Polonia alcune regioni orientali; Danzica veniva tolta alla Germania e dichiarata libera; le colonie vennero spartite tra Francia, Gran Bretagna e Giappone. Dovette impegnarsi a ripagare ai vincitori i danni subiti nel conflitto, abolire il servizio di leva, ridurre l’esercito e smilitizzare la valle del Reno. Bisognava anche riconoscere le nuove realtà nate dalla dissoluzione dell’Impero asburgico. La nuova Repubblica di Austria aveva un territorio ridotto e la sua indipendenza era affidata alla Società delle nazioni, anche per evitare un’eventuale unificazione con la Germania. Con il crollo dell’Impero nacquero la nuova Polonia, la Repubblica di Cecoslovacchia e il Regno di Jugoslavia. L’Impero ottomano divenne lo Stato nazionale turco. In Russia gli Stati vincitori cercarono di abbattere la Repubblica socialista; riconobbero e protessero le nuove repubbliche indipendenti: la Finlandia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania. Nel 1921 nacque anche lo Stato libero d’Irlanda; in tutto si erano formati 8 nuovi stati. ITALIA fu dato: Trentino, Alto adige, Venezia Giulia Dodeccaneso ma non la Dalmazia (prima romana e poi veneziana, di lingua e tradizioni italiane) come promesso dal Trattato di Londra. Non si volle ricorrere a un plebiscito, nostante il principio dell'autodecisione dei popoli. Settembre 1919 Gabriele D'Annunzio con un gruppo di volontari marciò su Fiume e l'occupò. 1920 Trattato di Rapallo tra Giolitti e la Jugoslavia: l'Italia ebbe Zara, mentre Fiume fu dichiarata città autonoma 1924 : Fiume divenne italiana Nazionalisti ed ex combattenti nutrivano malcontento verso gli alleati per la vittoria "mutilata". Ad assicurare il rispetto dei trattati e la salvaguardia doveva provvedere la Società delle nazioni; il suo statuto però nasceva con delle contraddizioni, tra cui l’esclusione iniziale dei paesi sconfitti e della Russia. Gli Usa non aderirono alla Società, la quale finì con l’essere egemonizzata da Gran Bretagna e Francia e non fu in grado di prevenie le successive crisi internazionali. La rivoluzione russa Distinzione fra bolscevìchi e menscevìchi, che in realtà, nonostante i ripetuti tentativi di conciliazione, costituirono due diversi partiti e nel 1912 si separarono anche formalmente: Bolscevichi: guidati da Lenin, sostenevano la tesi del partito compatto, centralizzato, formato sostanzialmente da rivoluzionari di professione, impegnati fino in fondo nella lotta politica; Menscevichi: proponevano invece una prospettiva più aperta e graduale, capace di mobilitare un grande movimento di opinione, che doveva in primo luogo battersi per una riforma democratica della società lasciando al futuro il trapasso al socialismo. Essi accusavano Lenin di bonapartismo e denunciavano il pericolo implicito nelle tesi da lui sostenute che - secondo quanto sosteneva Trotzki, allora militante nelle file dei menscevichi - avrebbero portato a una dittatura sul proletariato e non del proletariato, perché la rigida disciplina necessaria per bruciare le tappe verso la rivoluzione avrebbe imposto l'egemonia dell'apparato organizzativo sul partito, del comitato centrale sull'apparato, e infine del potere personale di un dittatore sullo stesso comitato centrale. Marzo 1917: il regime zarista di Nicola II viene abbattuto dalla rivolta degli operai e dei soldati di Pietroburgo. Si instaura un governo provvisorio, formato da borghesi di orientamento liberale, con l’obiettivo di continuare la guerra a fianco dell’Intesa e di promuovere l’occidentalizzazione. Condividevano questi obiettivi anche i menscevichi e i socialisti rivoluzionari, che entrano nel governo provvisorio. Gli unici a non farne parte sono i bolscevichi. Al potere del governo provvisorio si affianca subito quello dei soviet, soprattutto quello di Mosca, guidato da operai, contadini e soldati, che emanava ordini spesso in contrasto con il governo. Era nato un movimento di massa, contrario all’autorità centrale e che voleva porre fine alla guerra. I rapporti fra governo provvisorio e soviet - nel periodo del «doppio potere», che si protrarrà fino alla rivoluzione di ottobre - non sono ovviamente regolati da alcuna norma giuridica e variano dalla collaborazione all'antagonismo, a seconda delle circostanze e del prevalere di questo o quel partito: mentre infatti i Tra il 1920 e il 1921 in tutto il mondo nacque una rete di partiti sul modello bolscevico e con lo scopo di fare della Russia sovietica il centro del comunismo mondiale. La nuova politica economica (Nep) Quando i comunisti presero il potere l’economia russa era in grave dissesto; si finì con il ritornare al sistema del baratto. Il governo bolscevico cercò quindi di attuare una politica più autoritaria, definita comunismo di guerra. Si cercò di fornire gli approvvigionamenti alle città dalle campagne, fu incoraggiata la creazione di “fattorie collettive” (kolchoz) e furono istituite “fattorie sovietiche (sovchoz), gestite dallo stato o dai soviet locali. Vennero nazionalizzate tutte le industrie più importanti. Grazie a ciò il governo bolscevico riuscì ad armare e mantenere il suo esercito, anche se l’economia era sempre in dissesto. Nel 1921, a causa della guerra civile e della siccità, ci fu una terribile carestia che colpì le campagne della Russia e dell’Ucraina. Marzo 1921: i marinai della base di Kronstadt si ribellano al governo chiedendo maggiori libertà politiche e sindacali; la protesta viene subito repressa. Si tiene a Mosca ilper congresso del Partito comunista: viene avviata una parziale liberalizzazione nella produzione e negli scambi→ nuova politica economica (Nep), con il compito di stimolare la produzione agricola e l’approvvigionamento nelle città. Lo stato mantiene cmques il controllo delle banche e dei maggiori gruppi industriali. La Nep ebbe conseguenze benefiche sull’economia, ma nelle campagne portò al riemergere del ceto dei contadini ricchi (kulaki), che controllavano il mercato agricolo; la liberalizzazione commerciale portò invece alla comparsa di trafficanti (nepmen). La questione costituzionale Luglio 1918: prima costituzione della Russia rivoluzionaria→ il potere doveva appartenere alle masse lavoratrici e ai loro organi rappresentativi; il nuovo stato doveva avere un carattere federale; si voleva creare un’unica repubblica socialista mondiale. In realtà si attuò solo l’unione alla Repubblica russa delle altre province dell’ex Impero zarista (Ucraina, Bielorussia, Azerbaigian, Armenia e Georgia) Dicembre 1922: nasce l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss) 1924: nuova costituzione dell’Urss→ il potere supremo spetta al Congresso dei soviet dell’Unione; il potere reale al Partito comunista , il quale fornisce le direttive al governo, controlla la polizia politica e propone i candidati alle elezioni dei soviet. La questione sociale I comunisti russi miravano a cambiare la società, a cancellare i vecchi valori e a creare una nuova cultura;per compiere ciò furono intraprese due direzioni: La lotta contro la Chiesa ortodossa→ la scristianizzazione del paese fu condotta con molta durezza, anche se l’influenza della chiesa non fu del tutto eliminata. per quanto riguarda i valori morali il governo rivoluzionario riconobbe il matrimonio cvile, semplificò le procedureper il divorzio, legalizzò l’aborto, proclamò la parità fra i sessi e favorì la liberalizzazione dei costumi. L’educazione della gioventù→l’istruzione fu resa obbligatoria fino ai 15 anni; ci furono innovazioni nei metodi e nei contenuti d’insegnamento, che privilegiò l’istruzione tecnica; fu incoraggiata l’iscrizione in massa nell’organizzazione giovanile del partito; fu introdotto l’insegnamento della dottrina marxista. Da Lenin a Stalin Aprile 1922: Stalin viene nominato segretario generale del Partito comunista dell’Urss. Gennaio 1924: Lenin muore. Gli scontri all’interno del partito si fecero più aspri. Il più importante fu quello tra Trozkij e Stalin sul problema della burocratizzazione del partito: Trozkij riteneva inoltre che l’Urss doveva accelerare i ritmi di industrializzazione e favorire il processo rivoluzionario nell’Occidente capitalistico→ tesi della rivoluzione permanente. Stalin sosteneva invece la tesi del socialismo in un solo Paese e riteneva l’Urss capace di fronteggiare da sola l’ostilità del mondo capitalista→ teoria del socialismo in un solo paese. L’idea di Stalin fu condivisa dalle altre potenze europee e Trozkij fu emarginato. Un secondo scontro si ebbeper la politica economica: Zinov e Kamenev volevano l’interruzione dell’esperimento della Nepper un rilancio dell’industrializzazione a spese degli strati contadini privilegiati. Bucharin invece, con l’appoggio di Stalin, voleva la prosecuzione della Nep e la piccola impresa agricola. I primi si unirono a Trozkij e cercarono di organizzare un fronte unico di opposizione, ma vennero espulsi dal partito→ sconfitta dell’opposizione di sinistra. La nuova fase vide la crescita del potere di Stalin e il suo tentativo di portare l’Urss alla condizione di grande potenza industriale e militare. Nelle campagne del centro-sud si verificò il fenomeno dell’occupazione delle terrre incolte e dei latifondi da parte di contadini poveri. Novembre 1919: prime elezioni politiche del dopoguerra; furono tenuteper la prima volta con il metodo della rappresentanza proporzionale con scrutinio di lista. I gruppi liberal-democratici persero, mentre i socialisti si affermarono come il primo partito, i popolari come secondo; dato che il Psi non voleva collaborazioni, la maggioranza al governo fu assunta dalla coalizione fra popolari e liberal-democratici. Giugno 1920: nuovo governo di Giolitti. ↓ Novembre 1920: Trattato di Rapallo con la Jugoslavia; l’Italia conserva Trieste, Gorizia e l’Istria; la Jugoslavia ottiene la Dalmazia, tranne Zara. Fiume viene dichiarata città libera. 1920: agitazione degli operai metalmeccanici e occupazione delle fabbriche, in risposta all’atteggiamento intransigente degli industriali del settore. Alla fine viene stipulato un accordo che accoglie le vertenze sindacali. I ceti borghesi accusavano il governo di debolezza nei confronti di queste manifestazioni, mentre i lavoratori erano ancora delusi. Le correnti più radicali del movimento operaio, capeggiate da Gramsci e dalla rivista “Ordine Nuovo”, di cui facevano parte anche Togliatti e Terracini, accusavano la Cgil di aver abbandonato le prospettive rivoluzionarie. Gennaio 1921: congresso del Partito socialista a Livorno; la minoranza di sinistra esce dal Psi e forma il Partito comunista, guidato da Bordiga, con un programma ispirato a Lenin. Il fascismo Marzo 1919: a Milano nasce il movimento fascista, quando Benito Mussolini fonda i Fasci di combattimento. Il fascismo chiedeva riforme politiche e sociali, ostentava un acceso nazionalismo e una forte avversioneper i socialisti. Tra il 1920 e il 1921 il movimento abbandonò il programma radical-democratico e si fondò su strutture paramilitari, le squadre d’azione, ed ebbe come obiettivo la lotta al socialismo. I socialisti nella campagne padane attraverso le leghe rosse controllavano il mercato del lavoro e avevano una rete di cooperative. 21 novembre 1921: i fascisti cercano di impedire l’insediamento della nuova amministrazione comunale socialista a Palazzo Accursio; i socialisti,per errore, sparano sulla folla. In seguito a ciò i fascisti scatenano una serie di ritorsioni. I proprietari terrieri capirono che grazie al fascismo potevano sconfiggere le leghe; nuove reclute affluirono al partito fascista. Il fenomeno dello squadrismo (camicie nere) si estese. Le spedizioni dell’offensiva squadrista partivano dalle città alle campagne verso i municipi, le sedi delle leghe, le case del popolo, che venivano incendiate. Maggio 1921: elezioni; i socialisti diminuirono in modo lieve; entrarono in Parlamento dei fascisti, capeggiati da Mussolini. Il successore di Giolitti è Ivanoe Bonomi. Agosto 1921: firma di un patto di pacificazione tra socialisti e fascisti. Novembre 1921: congresso dei Fasci a Roma; Mussolini annulla il patto di pacificazione e il movimento fascista diventa Partito nazionale fascista (Pnf) Febbraio 1922: ministero Facta 1 agosto 1922: sciopero generale legalitario del Psi in difesa delle libertà costituzionali. Ottobre 1922: i riformisti guidati da Turati abbandonano il Psiper fondare il Partito socialista unitario (Psu) Il progetto di Mussolini era ora quello di salire al potere;per questo intrecciò trattative con i liberali, con la monarchia, con gli industriali. Nello stesso tempo si preparòper attuare un colpo di stato. Il re però non firmò la proclamazione dello stato d’assedio, richiesta da Facta, che affidava tutti i poteri alle autorità militari. 30 ottobre 1922: marcia su Roma: squadristi entrano a Roma; Mussolini è ricevuto dal re. Secondo Vittorio Emanuele il fascismo poteva attuare l’obiettivo risorgimentale mancato dai liberali. Francia Sul piano della pilitica interna l’obiettivo della stabilizzazione fu raggiunto. Al governo vi era dal ’19 il centro-destra, che attuò una politica conservatrice che faceva ricadere il peso della ricostruzione sulle classi popolari. 1924: i radicali uniti ai socialisti in coalizione (cartello delle sinistre) guadagnanoper breve tempo la maggioranza e nominano presidente del Consiglio il loro leader Edouard Herriot. Il governo però dura poco anche a causa di una crisi finanziaria. 1926: il governo è assunto dal leader dei moderati Raymond Poincarè; in 3 anni riesce a stabilizzare il corso della moneta e a risanare il bilancio fiscale aumentando le tasse sui consumi popolari. C’è un boom economico ed un aumento della produzione. Gran Bretagna Anni ’20: fase di ristagno economico. 1926: i domini di Canada, Sudafrica e Australia vengono associati al Commonwealth britannico, una libera federazione di Stati utileper assicurare il mantenimento di legami economici ed istituzionali fra Gran Bretagna ed ex- colonie. Fra il 1918 e il 1929 i conservatori furono sempre al potere, tranne nel 1924 quando ci fu un esponente del Labour Party, James Mac Donald→ primo governo a guida labourista. I governi laburisti portano avanti una politica di austerità finanziaria e di contenimento dei salari, eper questo si scontrano con i sindacati. 1926: imponente sciopero dei minatori. 1929: i laburisti vincono le elezioni e si forma un governo di coalizione liberal- laburista con a capo ancora Mac Donald. La rivoluzione in Germania Durante la firma dell’armistizio la Germania si trovava in una situazione rivoluzionaria; il governo legale era esercitato da un Consiglio dei commissari del popolo presieduto da Ebert, ma nelle città comandavano in realtà i consigli degli operai e dei soldati. In politica i partiti di centro e centro-destra mantennero il potere fino al 1928; dopo la guida del governo passò ai socialdemocratici. Ottobre 1925: accordi di Locarno→ Germania, Francia e Belgio riconoscono le frontiere comuni tracciate a Versailles; la Gran Bretagna e l’Italia si impegnano a fare da garanti contro eventuali violazioni. C’è il superamento dello storico contrasto franco-tedesco. 1929: la Germania è ammessa nella Società delle nazioni. Giugno 1929: piano Young→ l’entità delle riparazioni è ridotta e il pagamento è in 60 anni. Settembre 1930: incrinazione dei rapporti con la Francia; la Francia costruisce fortificazioni difensive, la linea Maginot, lungo il confine con la Germania. Repubblica in Austria I socialdemocratici furono al governo nel passaggio verso la democrazia. 1920: alle elezioni vince il Partito cristiano-sociale. Repubblica in Ungheria Dopo un esperimento breve di Repubblica sovietica, si instaurò un regime autoritario guidato da Horty. I regimi autoritari in Europa Negli anni ’20 in Europa si assiste ad una crisi delle istituzioni liberal- democratiche. In Ungheria, Polonia, Bulgaria e Jugoslavia si instaurarono regimi autoritari, sostenuti dall’esercito e dai gruppi conservatori. Spagna: 1923: il generale Primo de Rivera conquista il potere fino al 1930; in seguito si instaura una repubblica, con vita breve. Portogallo: 1926: l’economista Antonio Oliveira de Salazar guida il regime autoritario e clericale. Turchia: Era oggetto di un tentativo di spartizione da parte della Gran Bretagna e della Francia e parte del suo territorio era stato occupato dalla Grecia. Le forze armate guidate da Mustafà Kemal fondano un movimento di riscossa nazionale; la Turchia sconfigge la Grecia, ottiene la sovranità su tutta l’Anatolia e recupera il controllo sugli Stretti. La Turchia si avvia a diventare uno Stato nazionale, laico e repubblicano. Novembre 1922: viene abolito il sultanato e proclamata la repubblica con presidente Kemal; egli si impegna in una politica di occidentalizzazione e laicizzazione dello Stato. Gli Stati Uniti e la crisi del ‘29 Durante la Guerra gli Usa avevano concesso prestiti ai loro alleati ed erano divenuti i maggiori esportatori di capitali. Il dollaro era la nuova moneta forte dell’economia mondiale. Dopo la depressione post-bellica degli anni ’20-’21 il sistema economico statunitense conobbe una grande prosperità. Si diffuse la produzione in serie e la razionalizzazione del lavoro in fabbrica secondo i principi del taylorismo, che aumentò la produttività. Crebbe anche il reddito nazionale, anche se dimunuirono gli occupati dell’industria;crebbero invece gli occupati nel settore dei servizi. Conseguenza di ciò fu l’euforia speculativa, la frenetica attività di Wall Street; però la capacità produttiva era maggiore della possibilità di acquisto (crisi di sovrapproduzione), sia perchè i beni di consumo eranoper la maggior parte durevoli, sia a causa della crisi del settore agricolo. Gli Usa avevano ovviato a ciò con l’aumento delle esportazioni all’estero; fra economia americana ed europea si venne così a creare uno stretto rapporto di interdipendenza: gli Usa finanziavano la ripresa europea, e l’Europa alimentava lo sviluppo degli Usa importandone i prodotti. Nel 1928 però molti capitali americani furono usati in operazioni speculative a Wall Street; subito l’Europa ne risentì le conseguenze e fece calare l’indice delle esportazioni americane. 1929: Crollo della borsa di New York→ il corso dei titoli raggiunse livelli elevati e gli speculatori liquidarono i loro pacchetti azionariper realizzare i guadagni. QUESta corsa alle vendite provocò una precipitosa caduta del valore dei titoli che impoverì molti. La capacità di acquisto dei ceti ricchi diminuì e ciò ebbe conseguenze negative sull’intero sistema economico mondiale. Gli Usa contribuirono al crollo economico mondiale anche aumentando il protezionismo e riducendo l’erogazione dei crediti all’estero. Anche gli altri paesi adottarono misure protezionistiche. Fra il 1929 e il 1932 il valore del commercio mondiale diminuì del 60%. A causa della diminuizione degli scambi la recessione economica si diffuse in tutto il mondo, tranne in Urss: industria in chiusura, lavoratori senza occupazione, aggravio della crisi dell’agricoltura. La crisi in Europa La crisi finanziari si mostròper prima in Germania ed in Austria. Essa portò ad un allarme sulla solidità delle finanze inglesi; le banche dovettero far fronte al ritiro dei capitali stranieri e alle richieste di conversione delle sterline in oro. Settembre 1931: la Banca d’Inghilterra esaurisce le riserve auree e deve sospendere la convertibilità della sterlina;la valuta inglese è svalutata. I governi europei cercarono di fronteggiare la crisi rifacendosi ai principi dell’economia liberale, come il pareggio del bilancio;per ottenerlo venne tagliata la spesa pubblica e imposte nuove tasse. QUESti provvedimenti ridussero però ancora la domanda interna. Solo a partire dal 1933 ci furono i primi miglioramenti, ma solo con la guerra l’Europa e il mondo uscirono dalla grave depressione. La crisi in Germania: In Germania la crisi si fece sentiredi più a causa del sistema di prestiti internazionali con l’economia statunitenseper fronteggiare le riparazioni. Marzo 1930: la guida del governo passa al leader del Centro cattolico Heinrich Bruning. Con una politica di sacrifici riesce a tenere fede all’obbligo delle riparazioni, che nel 1932 vengono ridotte. Il fascismo fu appoggiato soprattutto dagli strati sociali intermedi, mentre le classi popolari lo accettarono di malavoglia. Ai ceti medi il fascismo dava la sensazione di appartenere a una comunità e di riconoscersi in un capo, di essere inseriti in una gerarchia basata sul merito e non sui privilegi; li difendeva dai processi di massificazione. Il fascismo riuscì a capire più di altri la società di massa e sfruttò controllandoli i mezzi di propaganda, i canali di informazione e di istruzione, le strutture associative. Così fecero anche gli altri regimi definiti totalitari, in quanto cercavano di dominare tutta la società, di condizionare i comportamenti e la mentalità dei cittadini. òLa crisi della Repubblica di Weimar e l’avvento del nazismo Novembre 1923: Hitler è incarcerato; è ancora semisconosciuto ed è il leader del Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi. Fino al 1929 il suo partito, definito nazista, rimase un gruppo minoritario; si serviva della violenza contro gli avversari politici e possedeva una forte organizzazione armata, le SA (reparti d’assalto), comandato da Ernst Rohm. Il suo programma prevedeva: la denuncia del trattato di Versailles, la riunione dei tedeschi in una nuova “grande Germania”, l’adozione di misure discriminatorie contro gli ebrei. QUESto programma venne esposto nel libro Mein Kampf (La mia battaglia). Hitler credeva nell’esistenza di una razza superiore e conquistatrice, quella ariana, ormai inquinata dalla commistione con altre razze inferiori; essa doveva diminare sull’Europa e sul mondo→ utopia nazionalista e fascista. X realizzare ciò era necessario sconfiggere i nemici interni, primi fra tutti gli ebrei, popolo senza patria, considerato portatore di dissoluzione morale, responsabile di misfatti del capitale finanziario e del bolscevismo. Dopo aver costituito un nuovo stato guidato da un nuovo capo, i tedeschi dovevano respingere le imposizioni di Versailles, recuperare i territori perduti ed espandersi verso est a danno dei popoli slavi, considerati anch’essi inferiori. QUESto programma trovò dapprima scarsi consensi, e alle lezioni del ’24 e del ’28 i nazisti ottenero pochi voti. Con lo scoppio della grande crisi però la maggioranza dei tedeschi perse ogni fiducia nella Repubblica e nei suoi partiti. Settembre 1930: il cancelliere Bruning, sostenuto dal presidente Hindenburg, convoca le nuove elezioni. I nazisti conquistano molti voti 1932: apice della crisi economica. Si verificano nelle città vari scontri tra nazisti e comunisti, agguati e spedizioni punitive. Marzo 1932: elezioniper la presidenza della Repubblica; i partiti democratici appoggiano ancora Hindenburg. Una volta rieletto cede alle pressioni militari e della grande industria: congeda Bruning e chiama alla guida del governo due uomini della destra conservatrice, Franz von Papen e Schleicher. 30 gennaio 1933: Hitler è convocato dal presidente della Repubblica e messo a capo del governo. Il Terzo Reich 27 febbraio 1933: incendio al Reichstagh, il Parlamento nazionale. Di ciò viene accusato un comunista olandese; nasce un’imponenente operazione di polizia contro i comunisti e vengono varate misure eccezionali che limitavano le libertà di stampa e di riunione. Hitler, nonostante avesse vinto le elezioni del marzo 1933, e potesseformare un nuovo governo con la destra, mirava ad abolire il Parlamento. Il Reichstagh lo appoggiò e conferì con una legge pieni poteri al governo, tra cui quello di legiferare e modificare la costituzione. Pian piano tutti i partiti si sciolsero. A luglio Hitler varò una legge in cui il Partito nazionalsocialista era l’unico consentito in Germania. 30 giugno 1934: “notte dei lunghi coltelli”→ reparti delle SS (“squadre di difesa”) assassinano Rohm, capo delle SA, e tutto il suo stato maggiore. Hitler chiede alle forze armate l’assenso alla sua candidatura alla successione di Hindenburg. Agosto 1934: Hitler ricopre le cariche di cancelliere e capo dello Stato. Gli ufficiali sono costretti a prestare giuramento di fedeltà ad Hitler e al nazismo→ nasce il Terzo Reich, il terzo Impero (dopo il Sacro Romano Impero). Nel nuovo regime il capo (Fuhrer) era anche la fonte suprema del diritto, colui che esprimeva le aspirazioni del popolo. Attorno al partito vi erano una serie di organizzazioni di massa: il Fronte del lavoro, che sostituiva i sindacati; le organizzazioni giovanili che facevano capo alla Hitlerjugend (gioventù hitleriana), il cui compito era quello di trasformare l’insieme dei cittadini in una comunità del popolo compatta e disciplinata. Gli ebrei erano concentrati nelle grandi città e occupavano le zone medio-alte della scala sociale; la propaganda nazista riuscì a risvegliare nei loro confronti i sentimenti di ostilità contro la diversità etnica e religiosa e contro il rpivilegio economico. Settembre 1935: leggi di Norimberga→ tolgono agli ebrei la parità dei diritti e proibiscono i matrimoni tra ebrei e non ebrei. Novembre 1938: notte dei cristalli→ dopo l’uccisione di un diplomatico tedesco a Parigi per mano di un ebreo, i nazisti organizzano un pogrom in tutta la Germania. La difesa della razza prevedeva anche manifestazioni razziali contro altre minoranze. La Chiesa si adattò al regime, anche in seguito al concordato stipulato dalla chiesa di Roma col governo nazista del luglio 1933. Marzo 1937: Papa Pio XI interviene con un’enciclica per condannare il nazismo. Il consenso generele dato al nazismo dipendeva anche dall’apparato repressivo e terroristico, rappresentato dalle molte polizie, tra cui la Gestapo e le SS, e i lager. Un altro fattore di consenso fu la ripresa economica, grazie all’impulso dato ai lavori pubblici ed alla politica di riarmo. Inoltre il nazismo riuscì ad imporre formule e miti per toccare l’anima popolare, anche grazie alle comunicazioni di massa; l’ideale era la formazione di una società patriarcale lontana dalle metropoli moderno e dalle malattie della civiltà industriale (mito della terra e del sangue). Per diffondere quest’utopia antimoderna, il regime si servì però di mezzi moderni; istitui un ministero per la Propaganda, affidato a Goebbels; la stampa fu sottopoasta a stretti controlli; gli intellettuali furono inseriti in un’organizzazione nazionale. L’Unione Sovietica Solo l’Urss apportò un grosso aiuto alla Repubblica, fornendo materiale bellico e favorendo la formazione di Brigate internazionali→ reparti di volontari comunisti e antifascisti. I repubblicani però rimasero inferiori agli avversari sul piano militare e indeboliti politicamente dalle loro divisioni interne. La borghesia progressista si allontanò da Fronte popolare; sorse un contrasto fra anarchici ed altri partiti della coalizione. Franco invece venne nominato caudillo (duce) e realizzò l’unità di tutte le destre in un partito unico, la Falange nazionalista. Primavera 1938: i franchisti spezzano in due il territorio controllato dai repubblicani. 1939: i nazionalisti fanno cadere Madrid→ fine della guerra civile e sconfitta dei repubblicani. L’Europa verso la guerra La tensione aumentò a causa della politica di Hitler; Gran Bretagna e Francia mantenevano un comportamento arrendevole, l’Italia appoggiava Hitler. Egli sperava di poter evitare uno scontro con la Gran Bretagna, a patto che gli avesse lasciato campo liberoper espandersi in Europa centro-orientale. Maggio 1937: in Gran Bretagna sale al governo Neville Chamberlain, sostenitore della politica dell’appeasement→ basata sul presupposto che fosse possibile controllare Hitler accontentandolo nelle sue rivendicazioni più ragionevoli e risarcendo la Germania dal duro trattamento subito a Versailles. La Francia era invece attraversata da lacerazioni politiche e da una crisi morale. QUESti fattori consentirono alla Germania di ottenere grossi successi senza cominciare una guerra. Marzo 1938: annessione dell’Austria al Reich tedesco (Anschluss) senza reazioni dalle potenze esterne. Questione dei sudeti: rivendicazione etnica riguardante i sudeti, cioè i milioni di tedeschi che vivevano in Cecoslovacchia. Hitler voleva l’annessione della regione dei Sudeti distruggendo la Cecoslovacchia. ↓ 29-30 settembre 1938: a Monaco, su proposta di Mussolini, Hitler incontra i capi delle grandi potenze europee, ad esclusione dell’Urss; Chamberlain e il ministro francese Deladier accettano il progetto presentato dall’Italia che prevedeva l’annessione al Reich tedesco del territorio dei Sudeti. I cecoslovacchi devono accettare la dissoluzione della loro Repubblica. La pace stabilita era però fragile. Nazionalisti e comunisti in Cina 1913: regime autoritario imposto dal generale Yuan Shi-kai. QUESto governo non era abbastanza forte da imporre la sua autorità alle province, comandate da governatori militari, i signori della guerra. 1917: la Cina interviene nella guerra mondiale a fianco dell’Intesa; ne esce però umiliata dalle grandi potenze occidentali, che permettono al Giappone di controllare la regione dello Shantung. 1921: lotta del leader del Kuomintang, Sun Yat-sen, contro il governo. Riesce a formare un proprio governo a Canton, con l’appoggio del Partito comunista cinese, fondato da un gruppo di intellettuali, tra i quali Mao Tse-tung. L’Urss sostiene la causa di Sun Yat-sen. 1925: Chang Kai-shek succede a Sun Yat-sen 1927: a Shangai le truppe di Chang sconfiggono le milizie operaie. Il Partito comunista viene messo fuori legge. 1928: la capitale Pechino viene conquistata dall’esercito di Chang. Chang cerca di riorganizzare l’economia e l’apparato statale secondo i modelli occidentali. 1931: i giapponesi invadono la Manciuria e vi creano uno stato fasullo, il Manchu-kuo. Il governo di Chang non reagisce e riprende vigore l’azione dei comunisti. Mao Tse-tug imposta la strategia contadina→ essa indicava nelle masse rurali le vere protagoniste del processo rivoluzionario. 1931-1934: Chang lancia campagne militari contro le zone controllate dai comunisti. Con la lunga marcia Mao Tse-tung riuscì a salvare il nucleo dirigente comunista e a riprendere la lotta contro i giapponesi. 1937: accordo fra nazionalisti e comunistiper contrastare l’imperialismo giapponese. 1939: i giapponesi giungono però a controllare le zone più importanti del paese. Giappone Con la partecipazione alla prima guerra mondiale il Giappone riuscì a consolidare la sua massima potenza asiatica e a rafforzare la sua struttura produttiva. Riuscì ad avviare una politica imperiale, con l’obiettivo di sottomettere vaste zone della Cina. Il quadro istituzionale rimase di tipo liberale. Anni ’20: compaiono sulla scena movimenti autoritari di destra, ispirate al fascismo e con una cultura tradizionalista. Anni ’30: regime autoritario appoggiato dal nuovo imperatore Hiroito.
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