Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Storia D'Europa, Giuseppe Galasso, Sintesi del corso di Storia Medievale

Sintesi delle pagine inerenti al programma di storia medievale della professoressa Fiorelli e professor Perta: da Carlomagno fino ad arrivare alla creazione dei comuni. Consigliatissimi, buono studio!!

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 03/06/2023

sara-parrella
sara-parrella 🇮🇹

4.7

(7)

7 documenti

1 / 28

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Storia D'Europa, Giuseppe Galasso e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! STORIA D’EUROPA Vediamo che l’Islam tende a influenzare il Mediterraneo: la formazione dei regni germanici nella parte occidentale dell’impero. Essi preferivano le campagne alle città e le arti della guerra, ma le armi erano rivolte solo agli invasori. Difatti i romani vennero disarmati. L’amministrazione pubblica venne semplificata, ma i germani tennero e decisero di adottare il regime di una monarchia ereditaria governata dalla palatium che ripeteva lo schema dell’ultima età imperiale, facendosi guidare nei rapporti con la Chiesa. I sovrani germanici conservano il potere romano a Costantinopoli ed al suo interno abbiamo il Codex, ovvero la massima espressione della potestà legislativa  un’autorità politica superiore. Questo portò alla creazione di una società romano-germanica. Anche dal punto di vista etnico, fece in modo che la lingua e la religione dei romani si conservassero, difatti il latino fu la lingua adottata per l’impero. Prima di Giustiniano con Teodorico e Clodoveo, l’irruzione germanica nei territori già imperiali aveva segnato una rottura profonda della tradizione politica, amministrativa, giuridica e civile del mondo romano. Solo due secoli dopo, il mondo romano-germanico era diverso, non corrispondeva alla realtà germanica all’epoca dell’invasione, ma vi erano uomini liberi e aristocrazie. Nel settimo secolo si sviluppa una profonda crisi demografica, economica e sociale, che aveva investito all’impero: - La rovina dell’urbanesimo antico che era patrimonio del materiale romano, il peso della miseria aggravò soprattutto sulle campagne e sui contadini, in un quadro sociale e produttivo sempre più povero ed elementare; - La stessa sorte toccò anche al patrimonio culturale, dove rimasero irreversibili testi greci e romani delle opere d’arte; - Lo stesso processo per cui finì la schiavitù antica, sostituite da nuove forme di selvaggia ereditarie, non si tradusse in una grande trasformazione liberatrice ma assunse i contorni di una vicenda di adattamento.  Emergeva un mondo di fantasia, commossi sentimenti vivaci e forti passioni che si accompagnavano vecchie e nuove superstizioni. La Chiesa offrirà una prospettiva di sostegno, è un punto di riferimento sia per la vita morale che per la vita materiale. Vediamo che l’identificazione della Chiesa si apre con il crollo dell’Impero romano in Occidente e si chiude 1000 anni dopo con l’aprirsi dell’età moderna e la fase intermedia prende il nome di Medioevo, ovvero epoca intermedia tra l’età antica che culmina nella civiltà di Roma imperiale e l’età moderna di una storia europea. Questa tripartizione di antico medievale e moderno, inizialmente vedeva il Medioevo come un’epoca buia di superstizione e di fantasia. Al di là del buio risplendeva il mondo classico, ovvero la civiltà greca e di Roma con la sua dottrina, le arti e le sue espressioni letterari, il diritto, le armi ed il saper vivere. L’Illuminismo, con l’esaltazione della ragione, rafforzò potentemente questa valutazione negativa del Medioevo, destinata a rimanere a lungo la più comune e corrente. Solo con romanticismo, la cultura e la storiografia rovesciano quest’immagine, esso affianca al Medioevo lo spirito del cattolicesimo, inteso come tradizione cristiana e romana, il Medioevo sembrava l’epoca della Fondazione e dell’unità dell’Europa, nel segno della sua coscienza religiosa. La realtà di quest’epoca è il processo che allargò l’aria, che trasformò le strutture e la vita e ne fece il centro di gestazione dei popoli e di nazioni dell’Europa moderna. Inoltre si dà molta centralità alla Chiesa, in quanto la Chiesa di Roma aveva una loro attività indipendente, ossia di ordine religioso e sociale. Però questo non vuol dire che il Medioevo sia priva di un significato proprio autonomo, poiché è un’epoca dal significato pieno e concluso che conta come le vicende e le sue relazioni. La centralità della dimensione ecclesiastico religiosa è indubbio e trova la sua espressione nella funzione sacramentale della Chiesa, difatti la partecipazione ai sacramenti della Chiesa amministrativa permette di sviluppare la vita morale e comunitaria, così da sviluppare l’identità del cristianesimo. L’eucarestia è la manifestazione dell’individualità e della società cristiana che si concentrò sull’emotività e la tensione psicologica. La Chiesa aveva anche il potere di scomunicare, ovvero escludere dalla comunione dei fedeli. L’interdizione dell’eucarestia e provocava la perdita dell’identità cristiana e anche dell’identità morale e civile dell’escluso. Possiamo affermare quindi che la Chiesa ha un ruolo fondamentale in quest’epoca. Al Papa Gregorio fu assegnato l’appellativo di Magno e fu definito come Consul Dei. Da lui partì l’impulso alla cristianizzazione dell’Inghilterra, della Germania che fu uno dei fatti capitali della storia europea. Egli affermò l’autonomia ecclesiastica e vediamo che la Chiesa di Roma ebbe una forza storica di eccezionale rilievo. Fu durante il suo pontificato che Longobardi, ancora Pagani o ariani entrarono in Italia e si convertirono al cattolicesimo. La chiesa di Gregorio Magno è già in Nuce, anche perché la Chiesa che ha il credulo e vivace mondo barbarico, seppe parlare il linguaggio di spirito e di cultura, facendo prevalere edificazione e devozioni sul veicolo di vigore di pensiero. La Chiesa di Roma trovo un comportamento, uno strumento incomparabile di efficacia della situazione storica e di questo Monachesimo Benedetto da Norcia fu capacità, l’impero di Costantinopoli e di Roma riuscì a superare la tempesta delle lotte con l’irruzione araba del Vicino Oriente e del Mediterraneo rappresentato a nuove invasori affacciati nei Balcani nella seconda metà del secolo settimo. Con la crisi del settimo secolo e con l’irruzione dell’Islam del Mediterraneo, l’Europa si trovò ristretta. Sta nella sua base geografica rispetto all’Impero romano e impoverita nella sua cultura artistica e nella sua consistenza demografica. La depressione e ripiegamento dell’Occidente su se stesso, il suo impoverimento culturale e civile, il contrasto tra Oriente e Occidente erano indipendenti dall’irruzione islamica nel Mediterraneo. È vero però che la depressione europea corrispose anche lo splendore dell’islam, da qui nasce la definizione di barbaro, che rappresenta il giudizio, il giudizio dell’elite sia islamiche che bizantini. Nel riguardo di questo Occidente il termine nasce dai greci e ai romani era apparsa la barbaria dove sostituivano la potenza dell’impero: da un lato, nel termine barbaria si vedeva un qualcosa di puramente negativo rispetto all’humanitas dei popoli civili, dall’altro invece vi era un mondo ingenuo e fresco di energie morali e fisiche che si contrapponevano alla romanità. Quindi da un lato vediamo l’esasperazione della Chiesa di Roma nei confronti di popoli primitivi, rozzi e violenti e dall’altro invece viene l’esasperazione germanica dei barbari attraverso il fiotto di sangue. La realtà fu molto più complessa, i barbari erano portatori del loro patrimonio di cultura, di coscienza e abilità. E questo anche per i loro stretti rapporti con gli imperi. Ma le barbaria appare percepita nell’epoca in cui fioriscono l’Islam e Bisanzio.  nei secoli successivi attraverso l’imbarbarimento imbarbarimento dell’Occidente, dove? Il quale esso era relativo anche all’emergere di nuovi centri di civiltà e alla limitazione dello spazio di movimento e affermazione dell’Occidente. I secoli delle barbarie si rivelano i secoli della vera e propria nascita di Europa e quale è sentita è stata sentita e concepita. Si affronta anche il tempo della salvaguardia, ovvero un insieme di tempo di selezione e di rielaborazione che necessita circostanze oggettive che rendevano disponibile il patrimonio antico in misura sempre minore. dove si promuovevano sensibilità e mentalità nella realtà d’Europa cristiana e romano germanica, tra il V e VIII secolo. Nelle disposizioni spirituali ed inclinazioni intellettuali si opponevano due estremi: lo spirito ingenuo, fresco e nativo attribuito alle masse rurali e popolari rispetto ai barbari che erano protagonisti della nuova epoca ed appartenevano alle culture primitive. Per il primo aspetto si è parlato di medioevo, ovvero una barbarie ritornata per il secondo aspetto, invece, si è parlato di una cultura soffocata da esigenze strumentali rispetto al dominante postulato religioso. È facile osservare che entrambi gli aspetti sono insoddisfacenti, il ritorno o ricorso della barbaria può sembrare una filosofia che ipotizzi cicli e ricorsi della vicenda umana, poiché la barbaria non può avere determinazioni storiche. Mentre quanto ha la caratteristica di una cultura, è chiaro che la sua logica interna si adattano ad essi: metri e criteri di altri tempi, le barbarie sono un sentimento di dover essere rifiutato e condannato. Alla fine del quinto e metà ottavo secolo si svolge la funzione di trasmettere all’epoca successiva quello che si riesce a salvare della cultura antica: il pensiero della letteratura antica, quanto l’utilità ai fini delle interpretazioni, il commento dello studio della comprensione dei sacri testi formulata già da Sant’Agostino. Il naufragio della cultura antica fu enorme e la sopravvivenza non è del tutto dovuta alla cultura medievale, poiché già dalla metà del sesto secolo fino a metà dell’ottavo secolo, si torna sullo stesso gruppo di autori Cicerone, donato Prisciano per la grammatica e la retorica, mentre Agostino ed Orosio per la religione e Virgilio, Orazio Properzio, per la storia. Mancano diverse opere, come per il teatro storiografia, poeti e così via. Solo successivamente sarà noto questo patrimonio a partire dal diciannovesimo secolo. Dal quattordicesimo secolo erano stati accolti nelle biblioteche episcopali e monastiche. Il naufragio della cultura greca fu in Occidente maggiore anche la mediazione pratica ebraica e musulmana nel tredicesimo secolo in poi, l’umanesimo avrebbe cominciato a porvi rimedio. Ma tutto questo è da addebitare alle invasioni germaniche o al deperimento? Vediamo che a partire dalla dispersione del terzo secolo, non è dell’antico patrimonio culturale non è separabile dall’avvento della nuova sensibilità della nuova visione del mondo, dei nuovi valori che si affermano nell’Occidente. Stiamo tra il quinto e settimo secolo. Anche la chiesa tra il sesto secolo si delinea un suo monopolio. Esso è molto lungo, dopo di allora, la società alfabetizzata coinciderà con il clero, la società ecclesiastica ebbe un’importanza culturale enorme basata sulla lingua latina come lingua liturgica e della Chiesa e del clero, essa adottò un programma di studi fissato nell’Occidente Romano prima del quinto secolo e prevedeva un trivio (Grammatica, retorica e dialettica o logica) ed un quadrivio (Aritmetica, geometria, astronomia e musica) che riduceva un’angolazione particolare e formule, formule educative del mondo greco e romano. Nell’ottavo secolo, subì la controversia iconoclastica  La Chiesa di Roma sosteneva il culto dell’immagine e l’imperatore Leone II si oppose anche per la lotta alla superstizione, questa sensibilità fu presente nella chiesa di un mondo in cui l’irruzione e la presenza germanica avevano determinato l’avvento di mentalità e comportamenti più semplici ed elementari. L’arte e il pensiero, lo spirito e la fantasia sarebbero stati influenzati dalla scelta romana e immagini civiltà dell’immagine sarebbero entrate in grande rilievo nella tradizione europea. La Chiesa cerca di mantenere il principio del celibato ecclesiastico, ovvero un principio che non poteva né colpire dal punto di vista dell’immaginazione e ne dà un senso immediato alla qualità superiore che mirava ad attribuirsi. Il clero si atteggiava con un corpo sociale più puro e affidabile di qualsiasi altro nella società barbarica, era un elemento che rafforzava vistosamente la particolarità del clero come ordine sociale e rafforzava lo spirito del corpo psicologico ed appartenenza alla Chiesa. Però l’iconoclastia segna un nuovo momento di distacco tra Roma e Bisanzio e quindi trascendente Oriente, in cui la Chiesa di Roma era protagonista e era sempre più matura della propria autonomia, come potenza morale, religiosa e civile. Bisanzio, invece, rappresentava la soluzione Cesaro papistica nel problema nei rapporti tra Stato e Chiesa che si era posto fin dal momento della cristianizzazione dell’impero. La Chiesa era nel contesto delle strutture imperiali e il sovrano ne condizionava la linea del governament, se non l’amministrazione. Roma possedeva un’autonomia ecclesiastica che affermava l’impossibilità di subordinazione di tutti i valori del contesto, dell’ordine civile e dovere civico appartenenti al cristianesimo. Vi è una differenza tra la Chiesa orientale e la Chiesa romana, al sovrano si proclamava imperatore e sacerdote e Roma opponeva un modello di distinzione e di Unione e cooperazione tra i due poteri per il quale si richiamava Costantino, il sovrano del Regno e della Croce che aveva dato libertà di culto e dignità. Mentre nell’Occidente vi era una consapevolezza che si poneva premesse in quel confronto tra Stato e Chiesa che sarebbe stato un tema di fondo della storia europea. Carlo Magno fu incoronato nell’Ottocento, egli fu un sovrano Franco che riuscì a unificare L’Europa romana. Nel suo territorio rientra la Spagna, sottratte musulmani l’Italia fino al Tevere e la Germania fino all’Elba. E sottomise le popolazioni come i sassoni, la Baviera e la Carinzia e anche la Sava e la Drava. Viene un contrasto tra Stato e Chiesa, dove la Chiesa era lo spirito. Il potere politico era del tutto autonomo, vediamo che la potenza di Carlo Magno garantiva una prevaricazione ecclesiastica che non potesse avere luogo e che fosse il nuovo impero ad avere il governo della Chiesa. Con lui vediamo che si sviluppa anche il feudalesimo. Questo periodo viene visto negativamente e nasce in particolare dagli illuministi. Ma in cosa consiste? Essa è un’organizzazione sociale che permette la sopravvivenza degli organismi politici e sociali più deboli. Vediamo che le prime origini del fenomeno iniziano nel XVI secolo, dove i componenti (la compagnia) che prestavano l’esercito Regio, erano che porta a ritenere l’ispirazione ecclesiastico religiosa la contrapposizione tra il semplice Cavaliere e il Cavaliere religioso. E veniamo che nel IX secolo la laicizzazione cavalleresca come strumento di lotta alla violenza, la cavalleria poteva valere la relazione Vassallo Cavaliere doveva al suo signore una doppia lealtà ed era tenuto a una doppia disciplina: ovvero vi è l’assunzione del rango di un Cavaliere come un vero e proprio passaggio, l’insistenza da grafico di status sociale e morale. Il Cavaliere che fosse Vassallo di qualcuno non era più solo l’uomo di un altro, ma era un soldato di Cristo, quindi, era un’idea universale  E rappresentavano un punto d’appoggio per i cristiani, la diffusione della cavalleria riuscì a diffondersi in modo alquanto rapida e supera diversi ostacoli nei versi ambienti vediamo che si sviluppa in Spagna, in Inghilterra, in Germania con alcune differenze. La formazione della cavalleria è connessa all’etica e l’ideologia che rappresenta, un’espressione culminante del mondo medievale dove maturò i relativi problemi di disciplina sociale. La contraddizione è che delle idee delle istituzioni civili e religioso. E il particolare anarchia anarchico della concreta esperienza sociale dove la cavalleria era evocata, da un lato chiese impero come potere universali, dall’altro era una disarticolazione del tessuto politico istituzionale, è una costante violenza ed infine vi è un accavallarsi di condizioni. E professioni di controllo sociale non sempre adeguato. Cap XII Vediamo che in Europa regnano i principati che si dividono senza che il loro tessuto politico mostri dei limiti invalicabili. Anche il Papa utilizza forme violente che risaltano nel caso dell’istituzione religiosa che ha molto rilievo. In Europa troviamo i Vichinghi, gli ungheresi, i bulgari, gli slavi che sconvolgono la vita e devastano le risorse. Ma questo cambierà grazie a Ottone I re di Sassonia già dal 962. Vediamo che l’Europa inizia a diventare germanica e sviluppa un impero ristretto che dura fino al diciannovesimo secolo con Ottone I denominato il grande, si sviluppa una renovatio imperi quindi un’innovazione imperiale, proprio come quella che fece Carlo Magno e quell’impero da Franco diventa germanico. Dopo Carlo il grosso, vediamo che la corona imperiale fu passata diversi sovrani, ma solo con Ottone I si riesce a stabilizzare. Il carattere del suo impero era formato dalla politica verso il Papa e la Chiesa, ma in particolare anche tra la politica feudale e il rapporto tra la corona imperiale e le corone di Germania ed Italia: rispetto al papato, assunse un ruolo di protezione e vigilanza. Ottenni prima da molto sostegno alla fede, nonostante l’impero non è del tutto cristiano. Con la Costituzione romana dell’824. Aveva stabilito l’obbligo del Papa di giurare fedeltà all’imperatore prima di essere consacrato e il diritto imperiale della Confermazione del Pontefice eletto.  questo portò a possedere la superiorità sulla chiesa. Come quella del decimo secolo; questo fece evidenziare il rapporto tra l’impero e la Chiesa e ne risentiva anche la politica feudale del nuovo imperatore. Sono gerarchie ecclesiastiche Ottone vuole fare affidamento fra. Vuoi affidamento sui vescovi come appoggio del podere Regio, affidando Il governo di città è contee. L’influenza che il clero esercitava nella vita delle città li aveva sostituiti con i titolari di funzioni pubbliche. Ottone, non si è limitato solo a istituzionale: In Germania questa linea di governo di un impulso particolare e i vescovi trasferì sia le funzioni dei conti sia le funzioni ancora regge il guadagno del re era notevole, perché il clero non poteva trasmettere i beni in modo ereditari. E anche perché nella lezione dei vescovi il re poteva avere più parte. Che non nelle successioni di una feudalità sempre più ereditiera. Il clero, inoltre, offriva capacità e dote che si poteva trovare facilmente in una classe di guerrieri come quella feudale. Ottone, quindi cercava di rispondere alle esigenze politiche. Il nuovo impero non comprendeva più interamente la cristianità cattolico romana, ma continuava a comprendere l’Italia, ovvero il paese in maggiori rapporti con Roma. Si pensa che Ottone all’interno della corona imperiale ha cercato un rafforzamento su due piani, il primo è il riflette il principio elettivo della monarchia. Che rimaneva fondamentale nell’ambito imperiale dove i figli succedevano i padri. Ma l’acquisizione dell’Italia riteneva che lo stesso schema promozionale aveva una forte, un forte valore in sé. Sotto la corona di Ottone nascono due problemi: da un lato vediamo che la Germania crede che l’Italia è un problema dei sovrani regnanti più che un problema del territorio germanico; dall’altro lato, invece, l’Italia pensava che la sovranità dei re di Germania d’intorni della corona imperiale sarebbe sempre apparsa come una sovrana transalpina. Ed è per questo che Ottone I, per risolvere questi due problemi, terminò l’area germanica di essere periferia orientale dell’Impero Franco, e si convertì nello spazio di potenza intorno al quale sarebbero ruotate le vicende del mondo romano. Questo spostamento di asso permette di raggiungere una maggiore. Continentalitazzazione dello spazio politico e civile dell’Europa stessa. L’impero di Ottone e dei suoi successori della Casa di Sassonia erano una realtà che cominciava a essere definita nelle sue articolazioni. Aspetta l’aggregato di popoli con ordinamento più elementari che Carlo Magno aveva raccolto sotto il suo scettro. Carlo Magno aveva imposto un suo dominio originario e rendeva le istituzioni omogenee. Nell’impero ottoniano, invece, vi è il processo dei secoli tra il nono e il decimo secolo, dove grandi famiglie aristocratiche si erano procurate i grandi principati.  l’impero ottoniano è diventato sempre più il mosaico di sovranità e diritti con cui finiscono tutte le monarchie feudali. Veniamo che sotto questa dinastia francofona dal 1024 al 1120 vi è un conflitto tra Chiesa e impero. Il conflitto del Papa dell’impero, ma riguarda anche i rapporti fra il Papa e altri sovrani poiché con le commissioni di competenze civili e religiose, in coerenza con lo spirito e con la mentalità del Medioevo era al sostegno dell’autorità sovrana. Questo accresce il significato della questione tra impero e papato. Il conflitto nasce dalla prassi, dove i sovrani avevano preso a nominare investire i vescovi non solo dai ferri e dagli stessi segnati. Il conflitto nasce poiché i sovrani nominavano i vescovi, ma non erano solo dei feudi e il controllo della Chiesa era diventato per l’impero sempre più importante. Non vi era una chiesa imperiale dove i vescovi e abati erano inseriti fra i pilastri dell’amministrazione. Non possiamo dire che questa crisi era in contrapposizione tra una visione montana e una visione religiosa, poiché alcuni imperatori come secondo combatterono alla corruzione e le deviazioni ecclesiastiche. Nel mondo cristiano la chiesa doveva curare le cose dello spirito, l’impero, quello del mondo. Ma la questione era molto più complessa. Ciò dal punto di vista religioso il complesso, dove si registrava confusione e sovrapposizione delle due potenze. Nel conflitto la Chiesa si rivelo, rivelo tutta la forza dell’elemento religioso nella configurazione e sacramentale. Durante questo periodo di crisi prevale l’idea di un ordine cristiano nel mondo che colmasse la durata dell’attesa apocalittica.  i principi cristiani erano sottoposti alla giurisdizione del loro potere. Ovvero del potere del Papa, permettendo di realizzare l’idea di una cristianità completamente unificata nella sua vita morale che civile attraverso la dipendenza del potere temporale da quello spirituale, attualmente si finiva con il conferire ad essi la filosofia. Attualmente vediamo che la cura inizia ad assumere la fisionomia di un governo centrale della Chiesa e del mondo cattolico. il Papa comincia a fungere meno da patriarca, più da monarca nella sua chiesa. Questo avviene ovunque prevalse il vincolo dell’episcopato del clero con Roma e i vescovi vengono nominati dal Papa non più dal re. Nel 1000 e 1054. Vediamo che vi sarà anche la rottura tra Roma e Costantinopoli e in particolare a partire dai tempi delle lotte iconoclaste per l’impossibilità di fare accettare la Chiesa di valori religiosi che venivano commutati in impulsi a nuovi ordinamenti politici e sociali nell’ambito dell’impero. Quindi questo processo porta alla fine della lotta per le investiture. Nei confronto con la Chiesa ha riconosciuto la superiorità politica per rinunziare a Vediamo che dalle campagne le persone andavano in città. Sia dalla pressione feudale che permetteva di accedere a uno status più libero, ma anche perché l’area della città rende liberi. C’era molta difficoltà di trovare pane e lavoro sufficiente nel quadro dell’agricoltura che era in progresso. La città si contrappone alle campagne, elabora i valori connessi alle sue attività che sono alternative a quelle tradizionali del mondo rurale. Vi sono le gerarchie cittadine e vi è la direzione della vita nella città. Questo è il concetto di rivoluzione urbana, dove l’economia, la sociologia, sono il centro motore di una nuova civiltà del mondo moderno. Dove va oltre tutti i vincoli, le connessioni e le dipendenze. Vediamo che il carattere rivoluzionario dell’urbanesimo tra il nono e quattordicesimo secolo si impone come un dato storico, sia a livello strutturale. Poi via una divisione sociale del lavoro e sia a livello delle conseguenze che si determinano nei mezzi di pagamento. La città europea sarà la città della Banca, della contabilità e della lettera di cambio e delle nuove monete d’oro dei grandi mercati principi. La rivoluzione commerciale: Gli addetti all’attività commerciale rappresentavano una minoranza della popolazione urbana, vediamo che vi erano dei pregiudizi verso le attività mercantili, presso i greci e romani per ragioni di dignità sociale. Non è un caso che al commercio restasse in mano soprattutto a stranieri, in particolare agli ebrei, ovvero quegli elementi sociali ritenuti estranei dalla Comunità e per i cristiani, nel caso degli ebrei, gli elementi mancanti. Marcanti da una considerazione etica o religiosa molto negativa. Nell’ambito dell’Europa cattolica dal 1000 in poi questa tradizione si ruppe l’attività di scambio e le finanze assunsero una centralità del tutto nuova. Il prestigio sociale del commercio e dei commercianti continua a essere oggetto di discussione e di negazione, ma il guadagno era terreno solo nelle città. Si dà molta importanza al commercio internazionale nonostante il commercio locale e regionale abbiano avuto successo. Ma quelle internazionale ricopre un incremento demografico e urbano e progresso dell’agricoltura come aspetto generale dello sviluppo. Il commercio internazionale che determina la massima parte del progresso quantitativo e qualitativo del settore. Il progresso di formazione di questi gruppi aveva raggiunto un livello notevole dalla fine dell’undicesimo secolo, il fenomeno procede fino ad arrivare al tredicesimo secolo, dove si affermano nuovi gruppi di grandi mercanti in tutta Europa: in Italia, nelle Fiandre, in tutto l’ambito germanico della Manica. CAP XIV Le crociate sono il fenomeno o il simbolo dell’espansione europea, Il motivo per il quale scoppiano, è che la chiesa voleva riconquistare la cristianità i luoghi sacri della vita di Gesù, che gli arabi avevano islamizzato. Questa viene definita come un’azione missionaria. Ma la crociata prende l’ispirazione dal pellegrinaggio che è questo già dal 1078 poteva essere condotto anche armata mano per permettere ai pellegrini di difendersi dai pericoli e assalti tutt’altro che infrequenti. Ma il concetto di guerra Santa non appartiene alla cristianità, poiché era un’azione pianificata e salvifica per la sottomissione allo sterminio degli infedeli. Difatti la prima crociata e sia un’azione militare come un pellegrinaggio. A questa fisionomia si riscontra la varietà dell’interpretazione di un’ispirazione Spirituale e religiosa che Esprime alla conquista di colonizzazione militare ed economici, in cui la fisionomia religiosa è una facciata esterna oppure il risultato di una pressione psicologica generale in quanto si doveva creare un Europa cattolica che prende coscienza in se stessa. La crociata è riflesso dello spirito religioso, storicamente molto caratterizzato. Papa urbano II, difatti, afferma in un suo dialogo la superiorità della cristianità sull’Europa  Per questo si doveva creare un’Europa cristiana. La cristianità è molto forte e il discorso papale sembra passare sopra la divisione tra cattolici e ortodossi. Quindi si cerca di creare una comunità di fede che va oltre le divisioni tra le chiese. Il papato vede una fusione di centro, ma anche di una guida della cristianità, si confermava la superiorità dello spirituale sul temporale, anche nell’ordine dei valori e degli interessi civili e profani. Era una grande iniziativa anche politica del papato. La crociata, quindi, sotto la guida papale, da un’ideale diventa concreta, perciò la crociata da un senso complessivo è del tutto nuovo ai singoli elementi già presenti nella storia europea dei due secoli precedenti. La prima crociata arrivò al successo a metà luglio 1099 e Gerusalemme, insieme ad altri principati e domini sorti in Siria e Anatolia, formò la piccola cristianità del Levante del mondo oltremare dei francesi. Questi ultimi furono i protagonisti della vicenda politica e militare insieme a Città italiane che furono le protagoniste del mare. La vitalità politica e guerriera nella società francese fu una condizione del successo crociato, dove l’energia sovrabbondanti le altre parti dell’Europa feudale per la quale la guerra e l’avventura in uno strade obbligate di ricerca di una migliore fortuna. Dopo il primo successo bisogna respingere attacchi offensivi islamici, ma i cattolici più zelanti non erano d’accordo con queste crociate e facevano sentire il peso della propria confessione cattolica.  Questo portò alla formazione di ordini cavalleresco religiosi che si diffusero in tutta l’Europa Cattolica, tra cui ricordiamo gli ospedalieri di San Giovanni, I Cavalieri Teutonici ed templari. Quest’ultimi possedevano enormi ricchezze e inoltre misero in piedi la propria amministrazione creando un sistema bancario. Nonostante la prima vittoria ci fu una seconda crociata nel 1147, al 1148 e una terza nel 1187, al 1192. L’obiettivo era di rimettere le mani cristiane su Gerusalemme, ma questo non vi riuscì. Nella quarta crociata nel 1202, come campo d’azione fu Bisanzio e il Pontefice fu Innocenzo III. Egli credeva che la riconquista di Gerusalemme era fondamentale. All’unità cristiana sotto Roma e della Chiesa ortodossa di Costantinopoli, ma in realtà l’obiettivo bizantino era promosso da Venezia. Nacque così un impero latino d’oriente che durò dal 1204 al 1261, con l’appoggio di Genova e fu ristabilito sul trono di Costantinopoli, una dinastia bizantina. Un buon risultato si ebbe con Federico II di svevia, che nel 1226 porta la riacquisizione di Gerusalemme, poi ripetuta nel 1244, e questa conquista avvenne per vie diplomatiche e vi fu un distacco dall’idea di crociata come pellegrinaggio armato. La riluttanza di Federico ad adempire a queste crociate non aveva ragione solo di tipo politico, ma poteva essere usata dalla chiesa come un’arma polemica ed efficace contro l’imperatore. Non poteva a Federico il distacco da un’ideale che continuo a vivere nell’Europa cattolica per secoli. Già sullo stesso piano religioso, nella stagione più fervida del rinnovamento cattolico era venuto da Francesco di Assisi un appello a sostituire la guerra agli infedeli con una predicazione. I luoghi santi erano quelli della fantasia devota e della relativa pietà, nel cristiano e col cristiano perché ovunque erano rievoca abili alla venerazione e alla preghiera. Nonostante le crociate fallirono nella loro impresa, lasciarono dietro di sé una scia molto importante. Che non deve essere vista solo un in modo negativo, come la rovina di Bisanzio e della cristianità. Irrigidimento dell’ortodossia slavica e l’atteggiamento musulmano verso l’Europa, La rovina di Bisenzio avviene nella quarta crociata, solo la spinta ulteriore al processo di indebolimento che andava avanti ormai dalla seconda metà del secolo. Vediamo che vi sono anche delle difficoltà interne caratterizzate dalla rottura di equilibri dove l’impero aveva retto il suo massimo splendore a partire già dal nono secolo sotto la dinastia macedone(?) La pressione dell’aristocrazia dalle province sulle campagne e sulle popolazioni rurali era andata crescendo. La burocrazia e l’aristocrazia della capitale tendevano ad affermare il loro potere sia sotto sia contro l’aristocrazia e provinciali che verso il trono: il potere burocratico contribuiva alimentare conflitti del palazzo e rivalità dinastiche che facevano della Bisanzio, già dalla metà del tredicesimo secolo, in realtà un declino. Guglielmo il conquistatore. Che si formò a cavallo della Manica, un ampio spazio Anglo francese di forte importanza feudale. I vassalli in Francia del Re, di forte impronta feudale, i sovrani francesi d’Inghilterra si trovavano non essere vassalli di Francia. La Scozia mantenne la sua autonomia mentre l’Irlanda versa la metà del dodicesimo secolo, cominciò a cadere sotto la sovranità inglese e così accadde anche per il Galles. A fine del tredicesimo secolo. L’unificazione politica dell’arcipelago britannico riuscì solo parzialmente, ma si fortificò l’Accavallamento Anglo francese sulla Manica grazie al matrimonio del pronipote di Guglielmo il conquistatore, Conte angioino, Duca di Normandia e della Nora d’Aquitania. Sposa ripudiata del re di Francia Luigi. La nuova dinastia era sotto il dominio feudale di Francia. Entro sempre più nelle vicende della grande politica europea, dall’altro i suoi ordinamenti interni avrebbero fornito col tempo un modello di svolgimento politico costituzionale fino al 19 secolo, visto in modo singolare. In questo caso la feudalità del paese operata dai Normanni, riprodusse un modello feudale non ancora disarticolato da processi particolaristici e perciò ancora connotato da una forte autorità Ducale; dall’altro lato si appoggiò su alcuni elementi della precedente organizzazione del potere Reggio nel paese conquistato. Questo duplice elemento ricorre anche nel Regno Normanno di Sicilia come ragione di una monarchia feudale. Organizzata in monarchie feudali coeve. Secondo il punto di vista amministrativo si garantiva la percezione delle entrate del re. Fondate su baronie di signori Normanni e anche sul presidio militare del territorio conquistato e un’amministrazione dei beni e dei redditi della corona affidata ai funzionari. Il rapporto militare col baronaggio e i servizi fiscali della monarchia si estendeva l’ampio campo delle funzioni giudiziarie e delle attività di polizia. Con un successo parziale. Lo stesso effetto con corse, lo sforzo di affermare la potestà legislativa del re che portò il Regno di Ruggero a quello di Federico di Svevia a una redazione di leggi sempre maggior rilievo in Inghilterra, alla configurazione di un diritto comune. Che era garantito dalla tutela Regia. Era delicato il punto del rapporto fra baronaggio e amministrazione locale. Vi fu un concordato tra Guglielmo e la Chiesa nel 1006, che confermò il diritto focale di Roma sul Regno. In Inghilterra, invece, si ebbe un contrasto con l’arcipelago di Canterbury, Thomas Becket e Re Enrico secondo, che quest’ultimo fece uccidere il primo. Questo è un episodio di conflitti tra Stato e Chiesa. In entrambi i casi questi paesi tra il undicesimo e tredicesimo secolo crearono una solida struttura statale. Ma parliamo sempre di due monarchie feudali che davano molto peso al baronaggio. La monarchia siciliana fece grandi rivolte sia sotto gli Altavilla. In Inghilterra, invece, la presa della monarchia, specialmente sotto Enrico terzo, sembra più forte. Infatti vi sono diverse rivolte dei figli del re. Che minarono il trono in maniera gravissima. Sotto i figli di Enrico. Quando in particolare con Giovanni Senzaterra, questo dovette nel 1113 accettare di riconoscersi, Vassallo di Papa Innocenzo, terzo, attraverso un potere Regio che lo obbligò alla concezione di una Magna Carta, ovvero un documento di garanzia dei diritti e privilegi riconosciuti da una monarchia feudale, in particolare i nobili, agli ecclesiastici, ma anche agli uomini liberi e alle città. Si assumeva un rilievo particolare la disposizione a tutti gli uomini liberi di non poter essere arrestati e condannati, non con il giudizio di un tribunale di loro pari. Qui si prescriveva l’approvazione dei nobili e degli ecclesiastici attraverso un consiglio comune del Regno, formati dagli uni e dagli altri per ogni impostazione di nuove tasse, quella che obbligò il re a farsi assistere al governo da una curia di 25 Baroni. La Carta non è riducibile a una a una delle innumerevoli capitolazioni. Ma introduceva elementi di garanzia dei diritti civili, è anche successo suscettibilità di sviluppi futuri. La crisi della monarchia inglese continuo anche sotto Enrico III, vediamo che domini francesi non furono recuperati e la Magna Carta venne confermato con la con l’aggiunta di alcuni articoli che prevedevano l’inclusione di due rappresentanti della piccola nobiltà per ogni contea e di due borghesi. Dipendenti direttamente del re nel Consiglio comune del Regno. E nonché il Consiglio di Baroni, quindi erano 15 membri anziché di 25. Che assistevano al re per gli affari di governo. Tra l’undicesimo e tredicesimo secolo si ebbe una ripresa della monarchia francese. Vediamo che di fronte ai grandi signori del Regno, il re di Francia, non erano riusciti a salvare. Altro che l’eredità del trono. Il peso della monarchia francese in alcuni grandi eventi della storia del secolo che la riguardano o quella Francia era implicata? Fu un di secondo piano. Poiché la superiorità e il prestigio del Regio. Non furono mai messi in discussione. Tra il decimo undicesimo secolo vi fu una relazione all’anarchia particolaristica e feudale da parte del clero cluniacense. Alcuni signori del Regno tra l’undicesima e sedicesimo secolo, arrivarono a rifiutare il l’omaggio feudale al sovrano, il re quindi era ridotto più che mai al possesso dei soli uomini immediati, ovvero dei signori Fiordalisi in titolo. Luigi partecipò alla crociata di fianco a Corrado III nel 1147 e Luigi era riuscito anche a stabilire un rapporto con il 1200, dove la presa della monarchia si era ridotta a nulla. Egli si sposò con Eleonora d’Aquitania, ma poi la ripudiò, quest’ultima si sposò con Enrico Plantageneto, contribuendo a creare un accavallamento Anglo francese di posizioni regali e feudali. La monarchia ha un piano di confronto con la potenza del sovrano di un altro paese. Enrico ed Eleonora, avevano recuperato lo spazio politico interno, da un lato gli sviluppi che avevano indebolito la monarchia, indebolivano anche la fedeltà. E dall’altro canto, la Chiesa, che disconosceva e riportava la violenza e alle conflittualità endemica alimentari, soprattutto all’aristocrazia, sosteneva la sacralità della monarchia. Il controllo Reggio si trasformò in un governo diretto che valorizzò l’incremento i redditi e consenti possibilità d’azione con l’aiuto degli ecclesiastici. Il sovrano, poter ricominciare. Anche col pretesto della protezione di chiese e monasteri. Si delineava sotto l’impulso di Sigieri l’efficacia dell’amministrazione centrale di tipo regia tra undicesimo e dodicesimo secolo, dove vi erano le entrate del re e buoni rapporti con gli ordini religiosi, si affidò ai templari la custodia del Tesoro Regio, ma solo con Filippo IV ovvero il bello. Successivamente si confiscarono le ricchezze del potere di ordine dei templari e si istituì una tesoriera laica, gestita sempre dallo stesso ordine. In Germania con Federico I, federico Barbarossa e Federico II si cercava di imporre l’autorità dell’impero ai principi tedeschi, sotto la quale si erano organizzate le genti germaniche dall’epoca di Carlo Magno. Già con Barbarossa e Federico vediamo che vi era un conflitto tra impero e chiesa. Tra impero e principi tedesco, tra impero e città italiano che diede luogo a una secolare contesa tra guelfi e ghibellini (i guelfi erano a favore della Chiesa e ghibellini per l’impero). Il particolarismo territoriale aveva, sia in Germania che in Italia radici profonde e più forte dell’indipendenza, più o meno felice e politica degli imperatori che cercarono sia la via di un migliore ordinamento feudale del loro potere e sia la via di una costituzione politica istituzionale ispirata ai criteri di maggiore controllo centrale della vita pubblica. Alla fine del tredicesimo e metà quattordicesimo secolo, la casa Dalbergo finì col diventare titolare tradizionale del trono. Si affermò la pratica di un principio irritare che si ispira alle dinastie precedenti, difatti la successione è ristretta in un collegio di 7 principi, tre ecclesiastici e quattro laici, ma i collegi erano di tipo, cioè i 7 principi erano collegi elettorali del re, dovevano affermare o meno il processo ereditario. Nell’impero c’erano piccole e grandi principati feudali ed ecclesiastici come l’Austria e la salsina e la Baviera, l’Impero germanico è stato Sui generis è questa coscienza e questa realtà assunsero come simbolo e veicolo e la propria identità. Sul trono restarono i principi tedeschi, essi bastava al ghigliottina amento dei principi italiani e si creò una politica, l’impero si basava sulla qualificazione diplomatica di imperium romanum. Con Federico II il Romanesco sembrò che diventasse qualcosa di una generale ispirazione. L’evoluzione dell’Italia fu ben diversa poiché l’Italia era divisa in comune e quest’ultimi furono i protagonisti della gestione della vita politica del movimento della società. Vediamo che i comuni, grazie all’appoggio della Chiesa, dovettero frammentazione dei diritti e dei possessi feudali che prevedeva la divisione tra gli eredi. Vediamo chi lo sviluppo demografico ed economico che si avviò alla fine del decimo secolo in Italia era assai intenso nell’undicesimo secolo, che arricchì poi il quadro cittadino. Il comune italiano nacque intorno al vescovo Conte e alla sua struttura di governo dall’undici dalla fine dell’undicesimo secolo, vediamo che i diversi. Ai comuni presero più coscienza di sé e prospettive offerte dalla situazione. Nel dodicesimo secolo il comune era padrone delle città, è governato da una magistratura che porta l’antico nome di Consoli, che viene espressa dall’Assemblea e dai consigli comunali. Le famiglie consolari costituiscono il ceto dirigente della città, specialmente nelle zone di intenso sviluppo economico. Si cerca di dare uno status particolare alle città, infatti di giurisdizione, di fisico e di mercato rispetto ai suoi abitanti. A metà del tredicesimo secolo il comune forma una realtà politica contraddistinta che caratterizza l’affinità con l’antica polis, ovvero la città-stato della tradizione ellenica. Il comune italiano si dedicò alla conquista del contado e sottomise signori feudali e altri titolari dei relativi diritti, avviando un serrato confronto con i comuni vicini per il possesso delle zone di reciproco interesse. E per sottometterli ogni comune formò un potere giurisdizionale e vediamo che dal dodicesimo al tredicesimo secolo dal regime consolare si passa a quello podestarile, ovvero il Podestà era un tecnico del diritto e della politica. Che era un esecutore della volontà espresse dell’Assemblea e dei Consigli cittadini. Vediamo che il comune riconosceva una forza superiore, ovvero l’impero, ma alla fine del tredicesimo secolo, esso si trova ad affrontare delle conflittualità sia interne che esterne, quelle interne, dovute alla stabilità e anche a conflitti tra altri comuni, mentre quelle esterne. Allora, alla fine del tredicesimo secolo, il comune si trovò a ad affrontare una conflittualità sia interna che esterna. All’Interna riguardava i livelli di la vita pubblica e della società, cercando di dare stabilità, mentre quella esterna era una lotta tra comuni per imporre la superiorità. Vediamo che questi conflitti fanno emergere anche la differenza tra città e campagna. Questo perché si riprende il concetto anche della polis della società ellenica. Voi tra i comuni italiani c’è un legame metapolitico rappresentato dalla religione cattolica della Chiesa. Per quanto riguarda la libertà e democrazia, anche i comuni italiani rimasero al di qua delle esperienze e delle idee moderne. Però non vi era la schiavitù, se non a livello domestico. E comuni nei comuni che erano spirito del futuro. Così come vi era poi nelle polis la distinzione tra città e contato può essere considerata come una distinzione tra polis e comune. I comuni erano sorti anche nelle campagne e nei ceti di minori, ma il comune rurale ne riuscì a conseguire una sua autonomia rispetto a giurisdizioni feudali e Contado. Le circoscrizioni degli antichi municipi romani delle diocesi cristiane e delle contemperare cordiali e feudali. Vediamo che la distinzione tra città e contado e tra cittadini e contadini e netta, i contadini sono qualificati dalla loro appartenenza al contado, al territorio di giurisdizione del Conte col profilo istituzionale che aveva imposto la sua preminenza. Città e comuni fuori l’Italia : I comuni si svilupparono anche negli altri paesi carolingi, ma con diversa densità territoriale e Macroscopici ita storica. Il comune transalpino ebbe una consistenza analoga a quella dei comuni italiani, ad esempio la Francia meridionale che crea piccoli stadi urbani nel caso di varie città dell’impero, però anche dove lo sviluppo cittadino fu notevole, i comuni si inquadravano. Prevalentemente nel sistema monarchico feudale e non si proiettavano come le città italiane, ma coltivavano la propria autonomia nell’ambito del circuito urbano. Già dal momento della conquista normanna avevo un’organizzazione municipale con il diritto di eleggere il maggior magistrato. E nel 1210. Vide trasformate le sue franchigie in una costituzione municipale, nell’ambito germanico, invece le vicende delle autonomie cittadine risultano molto precoci, alcuni modelli comunali fornirono lo schema di organizzazione della vita municipale. A Lubecca vi fu una funzione dove si affiancarono città come Amburgo, Brema, Danzica, e altre, ma anche i centri di altri paesi e dell’Interno. La potenza mercantile della Lega è dimostrata dall’apertura di stabilimenti commerciali a Londra, Bruges, Bergen e Novgorod. Ma quale viene assicurata una specie di extraterritorialità. Il protagonismo politico dei comuni italiani, resto ineguagliato anche se le città furono un elemento importante nello sviluppo del potere monarchico. Vediamo chi vi era una tendenza alla Ariston, decidi dirigenti che si raccordano con essi. Si giunge alla sostituzione di un’oligarchia o un’altra, che svolge svolgimenti più aperti. La borghesia. I borghesi erano gli abitanti del borgo, ovvero coloro che abitavano alle degenze della città o del castello feudale ed erano distinti dai cives e altrettanto distinti erano nelle loro attività economiche per la netta prevalenza di quelle agricole mercantine e manifatturiere nella filosofia sociale del borgo. I borghesi non erano nobili, questo termine, in senso economico e sociale, non poteva affermarsi largamente in relazione alle città e i loro abitanti. Il popolo durante il tredicesimo secolo, è una borghesia sempre differenziata rispetto alle aristocrazie tradizionali e alla condizione feudale. Sappiamo che il primo obiettivo di borghesi è quello di nobilitarsi, entrando nelle file dell’aristocrazia feudale e tradizionale. L’orgoglio borghese tende a conservare le fonti della propria ricchezza e in rapporto alla difficoltà di entrare nella fila della libertà. Vediamo che i valori borghesi matureranno dopo. La sfasatura tra la povertà della tripartizione ecclesiasti nobile comuni e la molteplicità delle condizioni sociali in rapporto all’economia e alla ricchezza farà crescere nel corso dei secoli la finanza. Le manifatture che lasceranno a grande distanza la condizione nobiliare, in quanto fonte di redditi e di ricchezza, sembra più chiaro che la stessa area del privilegio era un mosaico di condizioni non meno composito di quello rappresentato nel mondo dei comuni. Tra il clero maggiore e quello minore, tra la nobiltà e il clero cittadino e la nobiltà provinciale e rurale, ricorreva alla varietà di condizioni riscontrabili tra patriziati cittadini e plebi rurali, tra borghesi e popolani del livello minore. Quanto la logica dell’uniformità si estranea e quanto quella della varietà sia congeniale alla vocazione alla vicenda europea. Vediamo che il borghese si distacca dal feudalismo, o meglio dal feudo, poiché il feudo riprende il passato mentre borghesi un qualcosa di civile viene visto come un elemento verso il futuro, anche se un qualcosa di non aristocratico, la borghesia tra il l’undicesimo e il quattordicesimo secolo, nasce e durerà a lungo e si qualifica egualmente come l’universo sociale in cui sono più raccolti i fili e i motori dell’economia e della società europea. Bisogna segnalare un altro aspetto di questa borghesia che è diventata. Un’economia capitalistica moderna nella sua affermazione mondiale, e vi è una divisione di classe medie e ceti medi. La classe media è un grande complesso di ceti medi, ma è caratterizzata da una funzione strategica dell’economia. E prima europea dell’economia europea e mondiale e con nota sempre di più rispetto a ogni altro precedente europeo e non europeo. Le monarchie feudali. Le monarchie feudali nascono dagli ordinamenti carolingi a partire dal l’undicesimo fino al quattordicesimo secolo. Dall’undicesimo secolo, vediamo che il regime si basava sul rapporto monarchico feudale che faceva esaltare novità importanti e il rapporto feudale consentiva di tenere in piedi l’idea di una piramide del potere che dava alla funzione monarchica un largo appoggio. Cioè la Chiesa aspirava a sciogliersi dei vincoli e condizionamenti di forze locali e particolaristiche la feudalità. Dei diritti singoli e conseguenze migliori, dove venivano precisati gli obblighi di vassalli e dei poteri del sovrano, si accompagnarono agli atti con i quali i sovrani promossero la vita cittadina e definirono una sfera di autonomia mandava alla città, una figura amministrativa importante del contesto dell’ordinamento pubblico. I sovrani ebbero la possibilità
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved