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Storia dal Medioevo all'Inghilterra del 600, Appunti di Storia

Programma di storia dal Medioevo fino agli inizi dell'Inghilterra del 600.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 04/11/2021

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alice-parodi-4 🇮🇹

4.3

(3)

27 documenti

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Scarica Storia dal Medioevo all'Inghilterra del 600 e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Storia: INTRODUZIONE AL MEDIOEVO Medioevo significa ‘età di mezzo”, si fa iniziare convenzionalmente col 476, caduta dell’impero romano d’occidente quando Odoacre spedisce le insegne a Costantinopoli, ma la popolazione non ne fu stupita ed il gesto passò quasi inosservato, perché già si sapeva che l’impero sarebbe crollato. Henri Pirenne dà un’interpretazione diversa, per lui il medioevo inizia nel VII secolo con l’espansione arabo-islamica nel Mediterraneo. Il medioevo viene diviso in Alto e Basso, l’anno di cesura viene considerato il 1000, poiché nel 1000 e decenni successivi avverranno cambiamenti in Europa molto importanti e positivi. 1) 1492 scoperta dell’ America, data importante per noi ma non molto per l’epoca, ma anche anno della morte di Lorenzo il Magnifico e dell’espulsione degli ebrei dalla Spagna. 2) 1348 la peste 3) 1453 cade Costantinopoli, ma anche data della fine della guerra dei 100 anni Ritornando all’impero romano d’occidente: Era da tempo in crisi, poi si era diffuso il cristianesimo (a cui Costantino si era convertito nel 313) divenuto del 380, per mano di Teodosio, religione di stato. Vi sono poi le invasioni barbariche, che erano però più delle migrazioni, e i barbari erano numericamente inferiori rispetto ai cittadini romani. Dalla fusione tra uomo romano e uomo barbaro nasce l’uomo medioevale. I Franchi: Nel V secolo si stabiliscono in Francia con l’intento di creare un regno solido e forte. Ci vollero secoli ma ci riuscirono, nell’800. Si appoggiarono al Papa, con un vantaggio da entrambe le parti. Il Papa aveva come nemico l’imperatore di Bisanzio, per questo sfruttò i Franchi come forza militare. I Franchi usavano il Papa per giustificare la conquista dei territori con la diffusione del cristianesimo. Per giustificare il suo potere territoriale, la Chiesa usò un documento falso, la ‘Donazione di Costantino’, la quale attestava lo spostamento della capitale e cedeva la guida dell’occidente e dei territori limitrofi a Roma e Roma stessa a Papa Silvestro. Tuttavia non nacque proprio come falso, gli ecclesiastici che vennero scelti per creare il documento credevano di fare una copia di un documento perduto. La famosa notte di natale dell’800 Carlo magno viene incoronato, nasce il sacro romano impero, un impero su modello di quello romano e cristiano. Nasce da un alleanza che poi con la nascita dell’impero si divide in potere spirituale e temporale. Nascono i concetti di universalismo e teocrazia (vedi pag. 39). Gli imperatori si proponevano come eredi del potere romano e così giustificavano la pretesa del potere. Il Papa invece si basava sull’idea di essere l’erede di Gesù. Si contendevano il dominum mundi (il mondo conosciuto = Europa). Caratteristiche del sacro romano impero: 1) Più piccolo dell’impero romano 2) Gravitava intorno all’Europa continentale e non sul mediterraneo 3) La capitale era Aquisgrana e non Roma 4) Nonviera la struttura amministrativa romana 5) Ilterritorio era piccolo ma male organizzato Carlo magno voleva controllare personalmente l’impero, viaggiando o avvalendosi di pochi e fidati collaboratori, i conti. Riuscì a dare stabilità all'impero grazie rapporti diretti tra lui e i conti, ma quando morì nell'814 questo sistema cadde. Con Ludovico il Pio l'impero resse, dopo di lui che morì nell’840 cadde, nell'843 con il trattato di Verdun, a Lotario viene data la parte centrale dell'impero (compresa l'Italia settentrionale) e il titolo di imperatore, a Lodovico il germanico la Germania, Carlo il calvo la Francia. L’impero non era tuttavia un sogno sepolto, l’impero rinascerà con Otone di Sassonia, riunì una serie di cariche, passò da duca a ottenere la corona di Germania, poi la corona d’Italia, che era per tradizione propedeutica al titolo imperiale, diede vita al Sacro Romano Impero Germanico nel 962, che cadrà nel 1806 per mano di Napoleone. Questo nuovo impero ruota intorno alla sfera germanica sotto tutti punti di vista, ha in comune con Carlo magno la gestione dell’impero, con un sistema di funzionari a lui legati (il sistema feudale, che è un sistema politico-amministrativo, il quale tuttavia arriva dopo il ‘sistema curtense’, che è invece un sistema di divisone della terra che nasce nel periodo della crisi dell'impero Romano, dove vi erano i grandi latifondisti che controllavano i loro possedimenti tramite gli schiavi, nel medioevo invece non vi è quasi più la schiavitù, e i servi rimasti venivano principalmente impiegati nelle case familiari. Le città erano entrate in crisi e molti dei proprietari terrieri si erano trasferiti nelle campagne per seguire da vicino i loro latifondi. Dividono il latifondo (=curtis) in due parti: pars dominica, dove stava il signore con i servi praebendari (da praebenda, il ‘vitto e alloggio per i servi”) e la pars massaricia che comprendeva il resto della Curtis, con grandezza variabile, divisa in mansi servili (gestiti dai servi casati, a cui veniva fornita solo una casa, e che dovevano tutto il raccolto al signore tranne la parte necessaria per sopravvivere, ed erano obbligati a fornire al signore le corvées, prestazioni gratuite di lavoro) e ingenuili (affidati agli ingenui, contadini liberi che non potevano permettersi la terra e la affittavano, pagando di solito in parte in natura, col raccolto, e in parte in denaro). In questa parte inoltre si dovevano pagare le tasse, dal pedaggio, al pontatico (quando attraversavano un ponte), l’erbatico (quando gli animali brucavano l’erba del signore), il polveratico (danno causato dalla 4) Inizia ad essere introdotto il lavoro del cavallo edin particolare il collare rigido, che permette di lavorare di più ridistribuendo il peso e non strozza gli animali. Si estesero quindi le aree coltivate, a discapito dei boschi, grazie alla lavorazione agevolata dei campi. A partire dall’anno 1000 si migliorò la lavorazione del ferro tramite nuove tecniche, cambia il suo uso, per il campo militare nella fabbricazione delle armi, per gli animali ferrando i cavalli, viene estratto molto più ferro. Tutte queste novità portano all’urbanizzazione, grazie alla maggiore produzione agricola che dava vita ad una sovrapproduzione che poi veniva venduta nelle città (perchè nelle campagne i prodotti coltivati erano sempre gli stessi e ai contadini non servivano), questo rese più semplice la vita cittadina (non vi era più la mancanza dell’approvvigionamento alimentare). La semplificazione del lavoro agricolo tuttavia aveva provocato una diminuzione del bisogno di manodopera, la popolazione disoccupata andava a cercare fortuna nei centri urbani. Andando a vivere in città per un anno e un giorno, inoltre, si acquisiva la libertà giuridica. Ci fu la ripresa dei centri urbani di vecchia fondazione (le città romane, Milano, Parigi, Treviri...) e la nascita di nuovi agglomerati urbani, che all’inizio nascono nei pressi di un monastero, o di un’altra città, e sono i borghi. Gli abitanti delle antiche città sono i cives, quelli dei borghi i burgenses. Le vecchie città erano già strutturate e tutto il tessuto urbano ruotava intorno alla cattedrale oppure il palazzo di un signore, mentre nei borghi erano andati a vivere soprattutto artigiani e commercianti, ed il centro era la piazza del mercato. A partire dal XII secolo si fonderanno, mentre prima erano due entità separate. L’Italia centro settentrionale era la porta sul mediterraneo per tutta 1’ Europa continentale, vivace dal punto di vista commerciale, una funzione simile era svolta dalla zona delle Fiandre (Olanda e Belgio), in queste zone l’urbanizzazione fu molto precoce. Le tre città più importanti delle fiandre sono: 1)Bruges (nota per I grandi mercanti) 2)Gand (dove nacque Carlo V) 3) Ypres (dove si svolse il primo combattimento con armi chimiche) Nell’alto medioevo gli scambi si erano basati sul baratto, non vi era un economia monetaria, dopo il 1000 il baratto non era più adeguato, si passò all’economia di scambio (che si basa su pagamenti in moneta). Questo comportò la nascita di tantissime zecche locali (zecca di stato=dove vengono coniati i soldi di una nazione). C'erano moltissime monete, le più diffuse erano tre: 1)fiorino (Firenze) 2)genovino (Genova) 3)ducato (Venezia) Vi fu una diminuzione degli attacchi esterni, che contribuì alla sicurezza generale e fece fiorire i mercati, grazie anche alle repubbliche marinare (Amalfi, Venezia, Pisa, Genova), che annientarono i pirati saraceni e garantirono la sicurezza dei mari (vedi pag. 59-60-61-62). La figura del mercante: il mercante viaggiava con le sue merci, assumendosi anche i rischi legati a questa attività. Il mercante itinerante solitamente era analfabeta; a partire dal 200 nasce la figura del mercante sedentario, solitamente sapeva leggere, scriver, fare i conti, una persona con un certo livello di istruzione, che gestiva i traffici tramite degli agenti che inviava a commerciare. Queste due figure iniziarono poi a collaborare, e così nacquero le associazioni mercantili, chiamate colleganze o commende se in città di mare, compagnie commerciali nelle città dell’entroterra. Il mercante sedentario era il detentore del capitale, l’altro colui che vendeva le merci. I guadagni erano spartiti, il sedentario percepiva la percentuale maggiore, l’altro una percentuale minore in base agli utili che ricavava dalle merci. Chiunque poteva aderire a queste associazioni investendo del denaro (un arcaico sistema delle azioni) e guadagnando in base a quanto veniva investito. Era molto conveniente perché i mercanti avevano più denaro da investire nei commerci. Nascono le assicurazioni, con dei professionisti che assicuravano le merci che venivano vendute in giro per l’Europa, nascono le lettere di cambio (o credito, le cambiali), delle lettere che sostituivano nelle transazioni a lunga distanza il denaro (pagando a rate), ciò diminuisce i rischi nelle imprese commerciali. Nascono poi i libri mastri, registri sui quali venivano annotate le operazioni finanziare che una compagnia si trovava a svolgere ogni giorno, e partita doppia, il documento sul quale veniva registrata la singola operazione finanziaria divisa in due colonne, una per le entrate e una per le uscite, la sua utilità era quella di permettere di controllare la proporzione tra le due. La crescita delle città e dei commerci comportò una revisione dei rapporti tra artigiani e commercianti, sempre più artigiani sentivano l’esigenza di tutelare le proprie attività; nascono le corporazioni, istituzione tipicamente medievale, di arti e mestieri o solo di arti, che permettevano ai membri di avere delle forme di tutela del proprio lavoro, con l’obbiettivo di raggiungere una situazione comune di stabilità e benessere economico. Venivano stabiliti gli standard qualitativi dei prodotti, i prezzi, la concorrenza, fissati gli orari di lavoro, il pagamento dei lavoratori (...) questo permetteva a tutti di arrivare a creare una situazione di stabilità all’interno delle città. Le corporazioni diventeranno col tempo anche religiose, costruiranno cappelle private, sceglieranno un loro patrono. Per entrare bisognava pagare una quota d’ingresso, a volte piuttosto consistente, e quindi non accessibile a tutti. All’interno vi era una forte gerarchia: prima apprendisti , poi lavoranti e infine maestri. Venivano escluse alcune categorie: 1) operai salariati che lavoravano a giornata (quindi con un contratto molto breve) 2) I servi e le donne (che erano escluse non perché non lavoravano, ma in quanto a loro venivano affidati lavori più umili e che non prevedevano una grande abilità) 3) Gli ebrei (esclusi perché non potevano partecipare all’aspetto religioso della vita della corporazione) ICOMUNI: Sono un istituzione molto innovativo sotto tutti i punti di vista. I comuni sono essenzialmente nel medioevo delle forme di autogoverno cittadino che iniziano a sorgere dopo il 1000, prima di tutto compaiono nell’Italia settentrionale, poi si svilupperanno molto in Francia, in Germania e in Inghilterra. Nascono come associazioni private di gruppi di cittadini che decidono di stipulare un giuramento, un patto per raggiungere alcuni obbiettivi comuni: mantenere pace e ordine nella città e difenderla da nemici esterni, difendere i propri diritti o rivendicare di nuovi verso il signore. Questo patto si chiamava ‘coniuratio’ , che indica una pace giurata. Chi erano questi cittadini? Nei comuni italiani erano una componente mista, rappresentanti del ceto borghese e piccola nobiltà militare, nei comuni d’oltralpe (francesi, tedeschi, inglesi) per iniziativa esclusivamente borghese. Nella maggioranza dei casi i signori accettano la formazione dei comuni, innanzitutto perché il loro potere economico non veniva toccato, e poi principalmente perché venivano pagati molto, venivano corrotti. Le differenze tra comuni italiani e stranieri: quelli stranieri non avranno nessun tipo di velleità di espansione, resteranno forme di governo urbane, quelli italiani invece avranno fin da subito la volontà di espandersi, per costruire dei piccoli domini territoriali, i comuni d’oltralpe saranno molto stabili, quelli italiani modificheranno nel tempo le loro istituzioni e avranno molte tensioni interne, e si svilupperanno in tre fasi: consolare (coincide con la prima organizzazione dei comuni, dalla fine dell’llesimo secolo a metà del 12esimo, vengono formati i cosiddetti ‘arenghi’, consigli cittadini dove si riunivano le famiglie più importanti del comune, avevano il compito di indirizzare la politica del comune e gestire la città, al loro interno si distinsero alcune personalità, i consoli, da qui il nome di fase consolare, che divennero poi una vera e propria istituzione affiancata agli arenghi, i consoli erano di numero variabile, da 2 a un max. di 24, svolgevano funzioni giudiziarie, mentre il vero e proprio indirizzo politico della città era gestito dagli arenghi. La carica del console era temporanea, da 6 mesi a max. 1 anno, in modo che non assumessero un potere esagerato e che tutti avessero la possibilità di coprire questo incarico, infatti i consoli venivano scelti tra l’arengo. Spesso però i consoli tentavano di avvantaggiarsi, credo tensioni forti tra le varie famiglie, tanto che si giunse alla fase) podestarile (per superare queste tensioni i consoli vennero sostituiti dalla figura unica del podestà, un forestiero e dunque imparziale, scelto dall’arengo e con una carica limitata di stessa durata di quello del console, ed era affiancato da un gruppo di università medievali (es. Tommaso d’ Aquino) e verranno scelti come inquisitori grazie alla loro cultura. L’ordine francescano fu fondato da San Francesco, figlio di un mercante che improvvisamente decise di spogliarsi di tutti i suoi averi, era vicino ai poveri e agli umili. Il suo ordine tuttavia non venne accettato subito dalla Chiesa, solo nel 1223 fu approvato. Era basato sulla semplicità e sulla povertà, veniva anche chiamato ordine dei frati minori. Questo per quanto riguarda la riforma interna. Erano nati anche dei movimenti laici contro la corruzione morale della Chiesa. Sono i movimenti pauperistici (da pauper = povero), che chiedono un ritorno alla semplicità della Chiesa delle origini. I membri di questi movimenti vivono in povertà e sono molti. Il primo a Milano ed è il movimento dei Patarini (=straccioni), quasi tutti erano artigiani e commercianti, che avevano deciso di protestare contro i sacerdoti corrotti. È un movimento che dura alcuni decenni, ma si concluderanno con un nulla di fatto. A Lione viene fondato da Pietro Valdo un altro movimento; lui era un mercante che poi aveva deciso di cambiare vita , iniziando a predicare e circondandosi di alcuni seguaci, chiamati Valdesi o poveri di Lione. All’inizio questo movimento non preoccupò la chiesa, anzi incoraggiò Valdo a predicare. Il suo movimento viveva in povertà a livello estremo. Quando però iniziarono a predicare il vangelo pubblicamente pur essendo laici, criticando il culto delle reliquie (iniziato con le crociate) e rifiutando il valore dei sacramenti, furono condannati dalla Chiesa come eretici. Simile a questo movimento è quello degli Umiliati, in Lombardia, nello stesso periodo di Valdo (13 sec.), erano principalmente lavoratori della lana (quindi borghesia). Anche loro all’inizio vengono accettati dalla chiesa ma poi dichiarati eretici quando iniziarono a predicare in pubblico (esclusiva prerogativa degli ecclesiastici). L’ultimo movimento è quello dei Catari, i puri, che si era propagato molto nella Francia meridionale. La loro roccaforte era la città di Albi, infatti erano chiamati anche Albigesi. Avevano un ideologia precisa rispetto agli altri movimenti, affermavano la completa negatività della materia, tutto ciò che era materiale era da condannare, tant'è che loro rifiutavano ogni bene materiale, la ricchezza e persino il cibo. Condannavano anche i ‘poteri’ legati alla materia, il potere civile, religiosi, i sacramenti (...). Ciò preoccupava molto la Chiesa, lo scontro avverrà quando gli Albigesi decideranno di creare una comunità scismatica (scisma=distacco), divisa dalla Chiesa di Roma ed indipendente. Avevano l’appoggio dei nobili della Francia meridionale e della lingua d’oca (sud della Francia). Papa Innocenzo III decide quindi di organizzare una crociata contro i Catari, chiedendo aiuto ai nobili del nord della Francia, in particolare a Simon Montfort. Questa crociata che all’inizio doveva rendere inoffensivi i Catari si rivelerà poi un massacro, e le violenze dureranno per decenni. Le eresie si stavano moltiplicando e perciò durante il Concilio Lateranense (i concili che riunivano i vescovi periodicamente) si stabili che i vescovi dovessero ricercare, amrestare e consegnare a tribunali secolari (civili) gli eretici. Intorno al 1231 avviene un cambiamento, Papa Gregorio IX toglie il potere di ricercare gli eretici ai vescovi e lo consegna a delle figure fisse, gli inquisitori (scelti dal Papa), che giudicheranno gli eretici nel tribunale dell’inquisizione (che all’inizio non è violento come poi diverrà successivamente, perché l’obbiettivo era riabilitare gli eretici, punirli con punizioni materiali (multe, sequestro dei beni), e reinserirli nei ranghi della Chiesa. Solo nel caso i cui ciò non fosse servito si sarebbe passati alla pena di morte sul rogo. Nei secoli successivi invece prevarrà questa reazione violenta). Questi movimenti erano appunto contro i vescovi conti, scelti da Otone per risolvere il problema dell’ereditarietà. Il fatto che i vescovi ricoprissero il ruolo di conti creò un dibattito da papato e impero su chi dovesse scegliere questi vescovi, la famosa Lotta delle investiture, ovvero a chi spettassero le investiture (investitura per anulum (=anello, potere spirituale) et baculum (=bastone, rappresenta lo scettro, potere temporale) la doppia investitura dei vescovi). Fin dall’inizio Otone I pretendeva di dare entrambe le investiture, di conte e vescovo, tentando di scavalcare il Papa. Per fare ciò, nel 962, emanò il ‘privilegium Othonis”, in base al quale in cambio del riconoscimento delle donazioni che i carolingi avevano fatto al papa nel corso del tempo, l’imperatore assumeva il diritto di “controllare la moralità della Chiesa”, e impossessandosi del diritto di avere una sorta di veto, quindi approvare o meno, l’elezione del Papa. Era un evidente tentativo di sottolineare la superiorità del potere temporale, era impossibile che non nascesse un conflitto, che infatti avverrà. La lotta per le investiture è una lotta molto lunga, indicativamente dal 962 fino alla data simbolo del 1122. L’apice della lotta per le investiture vede come protagonisti Enrico IV e Papa Gregorio VII. Papa Gregorio VII era un accesissimo difensore della teocrazia, tanto che nel 1075 sceglie di emanare il ‘Dictatus papae’ (= i precetti del Papa), con il quale si affermava la superiorità del Papa su tutti i fedeli, imperatore compreso. L’imperatore non poteva accettare una cosa del genere, perché si sarebbe messo in una posizione inferiore rispetto al Papa. Gregorio VII aveva anche affermato nel documento che nessun laico, quindi anche l’imperatore, poteva dare l’investitura (perlomeno quella per anulum). L'imperatore chiede quindi alle altre gerarchie ecclesiastiche di deporre il Papa. Il Papa dunque sceglie di usare la scomunica ne 1076, e scomunica l’imperatore (un cristiano scomunica viene formalmente escluso dalla comunità dei fedeli, non può più ricevere sacramenti o essere seppellito in terra consacrata). Nel medioevo ciò era gravissimo per ogni fedele, ancor di più per un imperatore, voleva dire perdere ogni autorità. Enrico IV dunque chiede perdono al Papa, nell’umiliazione di Canossa (una località nell’ Appennino emiliano, dove sorgeva il castello dei marchesi di Canossa, i quali grazie a due forti legami con l’impero erano riusciti a costruire un potente marchesato, controllavano Parma, Modena, Reggio, Mantova, Ferrara...). Il Papa chiede ospitalità alla marchesa Matilde di Canossa, che invece era fortemente legata al Papato. Mentre si trova nel castello riceve la visita di Enrico IV. Gregorio VII, secondo la leggenda, lo lasciò per tre giorni davanti al castello, in ginocchio col capo coperto di cenere. Dopo ciò il Papa gli tolse la scomunica. L’episodio in sé non risorse la lotta per le investiture, la rivalità continuo ancora anche dopo la morte di Gregorio VII ed Enrico IV. Si concluderà col concordato di Wormes, un documento stipulato da Enrico V e Papa Callisto II, per cui si stabiliva che l’investitura ecclesiastica (dare il titolo di vescovo) fosse esclusivamente diritto del Papa, mentre l’investitura laica (dare il titolo di conte) all’imperatore. Vi era però una postilla che stabiliva una condizione diversa per Italia (prima investitura religiosa e poi laica) e Germania (prima investitura laica e poi religiosa). Vi saranno ancora scontri che poi si concretizzeranno nelle due fazioni già viste con Barbarossa, guelfi (sostenitori del Papa) e ghibellini (sostenitori dell’imperatore). Era destino che i due poteri dovessero essere separati, l’idea di potere universale è anacronistica. Ormai nel XII secolo stavano nascendo, o in alcuni casi erano già nate, le monarchie nazionali (centri di potere autonomi). Sono fondamentalmente tre: Francia, Spagna, Inghilterra. La Francia è una delle monarchie nazionali più precoci, è la prima che si forma e si consolida. La data con cui facciamo iniziare la sua storia è il 987, quando viene incoronato il re Ugo Capeto, il Conte di Parigi e duca dei Franchi, darà il via alla distanzia dei Capetingi. Diverrà re dopo un lungo periodo di anarchia, finita la dinastia dei Carolingi, perché vi erano delle contese per il potere tra i nobili. La dinastia dei Capetingi durerà fino al 1328, che preparerà il terreno per la guerra dei 100 anni. Anche loro come i Franchi stabilirono un’alleanza con la chiesa, concedono infatti un sacco di privilegi e immunità ai monasteri e alle abbazie, a loro serviva per essere ufficializzati e darà una sorta di impronta sacra alla monarchia francese, impronta che durerà fino a re Sole. I re francesi erano detti Taumaturghi, ovvero quando venivano unti con dell’olio sulla fronte durante l’incoronazione acquistavano il potere di guaritori, ovvero potevano guarire delle malattie col solo tocco delle loro mani. L'obbiettivo era rendersi intoccabili tramite la sacralità. Quando Ugo Capeto sale al potere il territorio della monarchia era solo quello tra la Loira e la Senna, il resto erano circa 50 feudi vassalli, alcuni più grossi della monarchia stessa. Pertanto Ugo e i Capetingi furono impegnati in molte campagne militari per riconquistare i territori. Addirittura una parte del territorio era sotto influsso inglese. La situazione migliora a partire dal regno di Filippo II Augusto, che diventa re nel 1180, ed è il primo che riesce a conquistare tanti territori riducendo anche i possedimenti inglesi su territorio francese. Filippo II si scontra con la dinastia dei Plantageneti, da cui nascerà poi la Magna Carta. Regna fino al 1223. È lui sul trono quando avviene la crociata contro i Catari, a cui lui non partecipa ma da cui trae molti vantaggi, perché si impossessa dei Feudi avevano travolto la popolazione cristiana che si era dunque ritirata sui Pirenei. I cristiani provano già nell’ottavo secolo a riacquistare dei territori, ma la vera riconquista inizia nell’undicesimo secolo. Nel 1892 cade l’ultimo regno arabo in Spagna, Granada. Negli anni di pace durante la reconquista vi furono fioriture della cultura arabo-spagnola. Gli Almoravidi, popolazione berbera religiosa e militare, dei guerrieri eremiti, praticavano un islam estremamente intransigente, vivevano nell’africa del nord. All’inizio dell’undecimo secolo avevano costruito un regno che comprendeva Marocco e Algeria. I musulmani che vivevano in Spagna avevano iniziato a sentire la notizia di questo popolo molto forte, perciò pensarono di chiamarli in loro aiuto per la guerra contro i cristiani. Gli Almoravidi accettarono di buon grado, sperando di ottenere poi qualcosa in cambio ed espandersi in Spagna. Sbarcano nel sud della Spagna (Andalusia) per aiutare i mori ma conquistano anche questa zona, facendo diventare il sud della Spagna una loro provincia. Non era un popolo aperto agli scambi culturali, tuttavia il loro regno verrà raso al suolo un secolo dopo circa dagli Almohadi, un’altra popolazione africana, alla metà del 12 secolo. Non solo li scacciarono dalla Spagna, prima conquistarono il Marocco e gli altri territori africani, e poi la Spagna stessa. Il loro arrivo preoccupò ancora di più i cristiani. All’interno della penisola iberica i cristiani si erano organizzati in alcuni regni, Castiglia, Aragona, Portogallo, Navarra e Leon (vedi cartina sul libro). Questi regni decidono quindi di intervenire chiedendo aiuto al Papa, Innocenzo III, trattandosi di ‘combattere gli infedeli’, che organizza una crociata. La battaglia de las navas de Tolosa, nel 1212, vede la vittoria schiacciante dei cristiani. Gli arabi conserveranno solo il regno di Granada, i cinque regni cristiani si impossesseranno dei territori precedentemente arabi ma diminuirono, il regno di Leon fu annesso alla Castiglia, la Navarra essendo al confine con la Francia inizia a gravitare intorno ad essa, ne rimangono quindi tre: il Portogallo che inizierà a nutrire interessi verso l’oceano atlantico e le prime esplorazioni, 1’ Aragona inizierà a espandersi nell’area mediterranea e diventerà un regno basato sulle attività commerciali, la Castiglia resterà un regno rurale e più tradizionalista. Questi tre regni avranno storie differenti ma in tutti quanti compariranno le prime forme di rappresentanza (parlamento inglese, stati generali francesi, cortes spagnoli). L'Italia centrale: vi erano tutti i territori appartenenti al Papa, Umbria, Marche, Romagna, sud della Toscana... Era il cosiddetto patrimonio di San Pietro. Gestiva il potere tramite due armi: la scomunica e l’interdetto (una scomunica rivolta ad una città intera, per cui all’interno delle mura non si potevano celebrare cerimonie religiose o fare sacramenti, di fatto diveniva una città non più cristiana. In questo territorio del Papa vi sono poche autonomie, alcune costituite dalle famiglie aristocratiche. Tra il 1147 e il 1154 si instaura un governo comunale a Roma, capitanato da Arnaldo da Brescia che gestiva un movimento simil pauperistico. Adriano IV farà un interdetto, Arnaldo verrà arrestato, processato come eretico e bruciato sul rogo. L’Italia meridionale: Barbarossa abbandonato il fronte dell’Italia settentrionale puntò a quella meridionale. Roberto il Guiscardo, nobile condottiero normanno, faceva parte della famiglia degli Altavilla, tentò di costruire un proprio potere territoriale fuori dalla Normandia, giungendo in Italia e conquistando Calabria e Puglia. Dopo aver conquistato il territorio si fanno nominare vassalli dal Papa. Conquistano poi anche la Sicilia, da cui cacciano gli arabi. All’inizio è un dominio senza struttura centrale, nella prima metà del XII secolo diventa regno per via di Roberto II, nipote di Roberto. Barbarossa per conquistare territori organizza un matrimonio, facendo sposare suo figlio Enrico VI con l’unica erede del trono siciliano, Costanza d’Altavilla. Il regno passa quindi nelle mani della casta di Svevia. Il Papa temeva questa situazione, poiché il territorio della chiesa si trovava in mezzo a quelli di Hoenstaufen. Tuttavia a soli 32 anni, nel 1197, muore Entico VI, lasciando al figlio di soli 4 anni, Federico II, il potere. La reggenza venne affidata alla madre Costanza, che però morì l’anno dopo. Federico II venne quindi affidato a Papa Innocenzo III. Ancora una volta in Germania si era creato lo scontro tra guelfi e ghibellini, interviene Innocenzo III incoronando il candidato guelfo Ottone di Brunswick, detto poi Ottone IV. Il suo obbiettivo era l’Italia meridionale, per via delle sue mire al potere venne scomunicato e sostituito da Federico II. Federico II era stato cresciuto dal Papa, una volta libero dal giogo di Innocenzo III emerse la sua vera personalità, tanto che venne chiamato ‘Stupor mundi”. Manda il figlio a governare in Germania mentre lui si trasferisce in Sicilia e fa costruire una corte strabiliante a Palermo, dove invita intellettuali di tutta Europa, nasce così la scuola siciliana. Fa scrivere le ‘Costituzioni di Melfi’, documento nel quale venivano riunite una serie di leggi ispirate al diritto romano, con un idea di potere assolutistico, concentrato in uno stato centrale in cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge; l’imperatore è sopra tutti e staccato da tutti, la sua autorità è assolutamente insindacabile. In un modo medievale, ricco di centri autonomi, questo non poteva essere accettato. Sarà proprio suo figlio, nel 1134, a organizzare una ribellione contro suo padre. Nel frattempo si erano guastati anche i rapporti col Papato, a Federico II non importava di essere scomunicato, la prima volta fu scomunicato da Gregorio IX per aver rifiutato di partire per la sesta crociata, e poi ve ne furono altre 2. Muore improvvisamente nel 1250. Prende il suo posto Manfredi (9). Il Papa chiama Carlo d’Angiò per sconfiggere la dinastia di Svevia, promettendo il cambio l’Italia meridionale. Manfredi viene sconfitto nella battaglia di Benevento nel 1266 e poi nel 1268 viene sconfitto anche il figlio Corradino di Svevia. Nasce la dinastia degli Angioini. Tutti quelli che erano stati legati alla casata di Svevia vengono destituiti e sostituiti da nobili francesi, e i loro beni confiscati. La capitale passa da Palermo a Napoli. La gestione delle finanze fu affidata a moltissimi banchieri fiorentini, soprattutto i Bardi e i Peruzzi. Nel 1282 scoppia una rivolta che durerà 20 anni, fino al 1302, chiamata “guerra del vespro’ perché scoppia all’ora del tramonto nel lunedì di Pasqua, per un episodio apparentemente banale: ovvero un soldato francese che perquisisce una donna palermitana davanti alla Chiesa. In realtà questa ribellione era stata già accuratamente preparata, animata dall’odio antifrancese. I siciliani per cacciare i francesi dall’isola chiederanno l’appoggio di Pietro III d’ Aragona, poiché aveva sposato una delle figlie di Manfredi, e che verrà poi proclamato sovrano. La pace di Caltabellotta chiuderà il conflitto e sancirà la divisione dell’Italia meridionale: la Sicilia rimarrà dominio degli Aragonesi, il regno di Napoli degli Angioini. LA CRISI DEL 300: Vi è un peggioramento climatico, diminuisce la popolazione e a causa della crisi agricola iniziano le carestie. Inizia anche la crisi della produzione manifatturiera, e vi sarà un crollo finanziario. Infine vi sarà la peste, simbolo del 300. Al tempo la popolazione totale corrispondeva a circa 60-70 milioni di persone, molto inferiore a quella odierna ma sproporzionata rispetto alle risorse del tempo. C’era quindi bisogno di sfamare la popolazione in qualche modo, e questo venne fatto sfruttando tutti i territori che si trovavano indipendente dalle sue caratteristiche. Questo sistema non aiutò a produrre di più, i territori si impoverirono e la popolazione risultò malnutrita. La crisi arrivò anche in campo manifatturiero, vi erano meno abitanti e quindi meno esigenze, colpi prima i piccoli mercati e poi anche la grandi produzioni. Si ebbe quindi una crisi in campo finanziario, per quei grandi mercanti e banchieri che si erano affermati sopratutto nel 200. La peste: compare in Asia e si espande tramite le vie di comunicazione (vedi cartina pag. 145), ma per passare in Europa vi è un passaggio fondamentale, in cui è coinvolta la colonia genovese di Caffa, assediata dai mongoli lanciando all’interno delle mura dei cadaveri morti di peste, questo comportò la diffusione del morbo. Alcuni genovesi fuggirono ma ormai avevano già contratto il morbo, tuttavia non giunse subito in Europa. Prima si rifugiarono a Costantinopoli, dove vi era un quartiere genovese, il quartiere di Pera. Poi la malattia prosegui il viaggio sulle navi, giungendo nei porti e poi in tutta Europa. La diffusione fu molto rapida, si espanse in tutta Europa in circa 6 mesi (nel 1348 era ovunque nell’Europa mediterranea). Come si presentava? Ne esistevano due tipi: Nel 1379 scoppia una rivolta molto simile, quella dei tessitori di Gand (Fiandre), dove vi era una situazione economica simile a Firenze (forte produzione tessile). La loro protesta dura un po’ di più ma alla fine anche la loro rivolta verrà repressa, da un intervento esterno però (i ciompi vengono gestiti nell’ambito cittadino di Firenze), francese. La corona era infatti preoccupata che altri potessero seguire il loro esempio e avviare rivolte, non era una paura infondata infatti intorno al 1381 ci furono delle rivolte, così venne repressa la rivolta. nel 1381 in Inghilterra ci sarà una rivolta molto violenta, caratteristica perché si creò un’ideologia religiosa, che prendeva ispirazione da John Wycliffe, maestro di teologia ad Oxford: anticipò alcune ideologie della riforma protestante, criticava l’eccessiva ricchezza della chiesa e riteneva che non fosse necessaria l’esistenza di gerarchie religiose perché l’uomo poteva rapportarsi direttamente con Dio senza mediatori. Sosteneva anche il possesso comune dei beni per tutti gli uomini. Lui era quindi una specie di predicatore che alcuni presero come riferimento ma non generò alcuna rivolta. Il suo nome viene associato a due preti poveri (coloro che crearono la rivolta), John Ball e Wat Tyler che iniziarono ad aizzare i contadini nell’Essex e Kent. Dalle campagne la ricolta arrivò a Londra, per attaccare il cuore del regno. In quel momento il sovrano era Riccardo II, al tempo quattordicenne, che decise di trattare con i due preti e approvare le loro richieste: aboli le corvees e la schiavitù. Tuttavia le sue decisioni affrettate verranno poi ripristinate e pochi mesi dopo la rivolta venne repressa con la forza e Wat Tyler venne ucciso. Nessuna delle ribellioni del 300, cittadine o delle campagne, ebbe successo. Questo evidenzia la situazione di crisi. Il declino dei poteri universali: Non potevano più esistere con l'affermarsi delle monarchie nazionali. Dopi Bonifacio VIII ( egli aveva ottenuto a moltissimi risultati forse simbolicamente ultimo giubileo nel 1300, successo straordinario, apice del potere papale) inizia una crisi profonda per la successione, prima vi è un lungo periodo di conclave, poi sale al potere un papa il cui pontificato durerà solo 8 mesi, poi un altro lungo periodo di conclave (la chiesa per quasi due anni resta senza un capo) poi sale al potere Clemente V che sposta la sede pontificia ad Avignone, la cattività avignonese durerà dal 1309 al 1377, si susseguiranno solo papi francesi e la libertà d’azione della chiesa sarà limitata, soprattutto dalla corona francese. Questo legame sarà molto evidente, le decisioni dei papi durante la cattività avignonese sono legate alla politica francese, ad esempio il processo dei templari (ordini monastico-cavallereschi col compito di proteggere pellegrini e luoghi santi durante le crociate. Finite le crociate erano poi rientrati in Europa pieni di ricchezze, impiegando il tempo nella gestione di questi possedimenti, diventando veri e propri finanzieri e assumendo un importante potere economico, soprattutto in Francia dove si erano stabiliti. Questo aveva innescato una rivalità con la corona francese, sempre alla ricerca di entrate di denaro, pertanto Filippo IV il bello si scagliò contro di loro. Decise infatti di eliminare l’ordine, facendosi aiutare proprio da Papa Clemente V, chiedendogli che i templari venissero accusati di pratiche magiche ed eresia. Il re ordinò subito l’arresto dei capi del movimento e li fece torturare affinché confessassero, seppur innocenti. Nell’arco di due o tre anni la vicenda poi si concluse, i capi furono condannati a morte sul rogo, l’ordine venne sciolto e il re si impossessò dei beni dei templari. Nel 1314 Clemente V muore e si aprirono tensioni interne alla chiese, che si concretizzarono nella dottrina del conciliarismo, che credeva nella supremazia del consiglio ecumenico (assemblea di tutti i vescovi riuniti) rispetto al Papa da solo. I conciliaristi saranno coloro che si batteranno per riportare la sede papale a Roma. Il fatto che la sede papale fosse stata spostata comportò alcune crisi nell’Italia centrale e soprattutto nella città di Roma, una crisi sociale e politica, innanzitutto perché creò un vuoto di potere e le famiglie aristocratiche romane, sentendosi libere dal controllo papale, si accaparrarono i territori del Lazio, cosa che fecero anche alcuni comuni dell’Italia centrale, comportandosi in maniera molto autonoma. Dopo diversi decenni di lavoro i conciliaristi riusciranno a convincere tutto il clero della necessità di un ritorno a Roma, fino a che Gregorio XI deciderà di riportarvi la sede papale. Muore però l’anno dopo e ha inizio, nel 1378, lo scisma d’Oriente, a seguito della morte del papa. Iniziò un conclave e vennero fatte pressioni dalla popolazione romana perché venisse eletto un papa italiano e non un cardinale francese, come l’ultimo papa, che potesse magari riportare la sede ad Avignone. Viene eletto l’arcivescovo di Bari, col nome di Urbano VI, ma i cardinali francesi scelsero un altro papa, Clemente VII, che riportò subito la sede ad Avignone (poiché ritenevano che le elezioni fossero state forzate dal popolo e le consideravano non valide). Per molto tempo quindi la chiesa ebbe due papi in carica e due sedi, ma molti monarchi riconosceranno come Papa Clemente VII, vi era quindi un papa dei potenti e poi un papa del popolo. Fu una divisone meramente politica, senza motivi religiosi. I conciliaristi tentarono di intervenire proponendo una soluzione diplomatica: chiesero di organizzare un concilio a Pisa, dove vennero deposti entrambi i papi e venne eletto un nuovo papa, Alessandro V. La situazione invece si complicò ulteriormente e si arrivò ad avere tre papi. Pertanto ci si rivolse all’imperatore, Sigismondo di Lussemburgo, eletto da poco in seguito ad uno scontro dinastico. Sigismondo nel 1414 organizza il concilio di Costanza, durerà più di 3 anni, e nel 1417 si arriverà finalmente alla soluzione. I papi vennero deposti, questa volta senza possibilità di replica, e venne eletto un unico papa, Martino V, che metterà fine allo scisma. Infatti gli fu fatto promettere che avrebbe governato collaborando col concilio, facendolo diventare un organo fisso della Chiesa e convocandolo con periodicità. Scoppia però la rivolta degli Hussiti in Boemia, movimento guidato da un teologo, maestro all’università di Praga, Jan Hus (da qui il nome), che criticava le autorità centrali della chiesa e aveva un forte sentimento anti tedesco (in generale molto presente in Boemia). Era critico di Sigismondo piche tedesco, mentre preferiva il fratello Vinceslao, risiedente tra l’altro a Praga. Hus venne invitato a partecipare al consiglio di Costanza. Lui possedeva il Salvancondotto imperiale: documento per cui si godeva della protezione dell’imperatore, ma era in realtà una trappola. Appena arriva però viene arrestato, condannato per eresia e bruciato sul rogo. La stessa cosa accadrà anche a Girolamo da Praga (discepolo di Jan Hus), questo per annientare il movimento Hussita. In realtà ottiene l’effetto contrario, scoppia una ribellione contro l’imperatore. Questa rivolta va contro tutti i poteri, non solo l’imperatore ma anche la chiesa. Stilarono un programma, i 4 articoli di Praga, che presentarono all’imperatore: - Libera predicazione in volgare (in lingua ceca quindi e non in latino) = Ricevere la comunione con il pane e con il vino (quella col vino era solo per gli ecclesiastici) = Proibizione per la chiesa di possedere beni temporali = Nessun abuso da parte degli ecclesiastici sulla popolazione Le richieste erano tutto sommato legittime, nel 1433 alla fine vengono concesse queste richieste agli Hussiti. D’ora in avanti verranno chiamati anche Utraquisti (sub utraque specie, perché prendevano la comunione sia col pane che col vino). La rivolta in Boemia è importante perché rende evidente il crollo dell’universalismo papale, inoltre non esisteva più una comunità cristiana europea, inizieranno ad esservi differenze tra ogni nazione. In Francia nel 1438 viene emanato un documento dal re Carlo VII, la pragmatica sanzione, che sanciva la nascita della Chiesa Gallicana, che non è scismatica (staccata da Roma), ma il re d’ora in poi avrebbe scelto i vescovi francesi e il clero francese sarebbe stato autonomo seppur legato a Roma. I papi successivi cercheranno di riconquistare autonomia, ad esempio con il concilio di Basilea (i concili erano ormai periodici e fissi) che porta il papa, Eugenio IV, a sciogliere l’assemblea e riconvocarla alcuni anni dopo spostando la sedia Ferrara e poi a Firenze (per questo concilio di Ferrara - Firenze), questo per dimostrare la sua autorità. Alla fine questo concilio, che si concluderà nel 1459, verrà spazzato via. L’altro potere che entra in crisi è l'impero. Emergono alcune famiglie, quella degli Asburgo inizia a rafforzarsi in questo periodo. Il loro progetto era quello di diventare imperatori per poi rafforzare il potere imperiale. Prima di tutto conquistano territori e ottengono il titolo di duchi d’Austria. Nel di nobili. L’origine la troviamo alcuni anni prima, quando Giovanni II decide di creare un grande feudo da regalare al figlio minore, Filippo Lardito, il ducato di Borgogna. Filippo però inizia a voler espandere questo territorio, spingendosi verso le fiandre e Champagne, creando quasi uno stato nello stato. Il figlio di Filippo Lardito, Giovanni Senza Paura, è colui che fa scoppiare la guerra civile, approfittando della malattia mentale del sovrano, nonché suo cugino. Luigi d’Orlean che era invece sano di mente, difendeva il fratello e sovrano. I sostenitori di Giovanni erano i Borgognoni, quelli di Luigi erano gli Armagnacchi. Nel 1407 Giovanni senza paura dà ordine di assassinare Luigi d’Orlean e il conflitto esplode. La Francia era ormai in crisi, pertanto gli inglesi approfittano della situazione per riprendere il conflitto e riportano una vittoria importante, quella della battaglia di Azincourt (1415). Nel 1420 si arriva alla pace di Troyes ed Enrico V ottiene la mano della figlia del re francese, Caterina di Valois, e sorella del delfino (erede al trono di Carlo VI). Fa anche scrivere all’interno della pace che sarà lui l’erede futuro al trono, a discapito del delfino. Nel 1422 in maniera assolutamente inaspettata muore Enrico V, a soli 35 anni. Ufficialmente diventa re di Inghilterra e Francia Enrico VI (figlio di Enrico V), che però era molto piccolo. Si instaura muovamente una reggenza, che per la Francia però significò una divisione del territorio: nella Francia centro-settentrionale, che comprendeva anche Parigi, si insatura il reggente della corona inglese, ovvero il duca di Beldford. Nella zona invece a sud della Loira il popolo non accetta la successione stabilita dalla pace di Troyes e fa appello al delfino che era scappato proprio li, chiedendo una rivolta contro gli inglesi. Non solo il popolo credeva in lui, ma anche Giovanna d’arco, contadina sedicenne che inizi a guadagnarsi una fama enorme per le sue dichiarazioni: diceva di essere stata scelta da Dio per essere la guida verso la liberazione della Francia. Nonostante la sua giovane età e la sua condizione in quanto donna, riesce ad ottenere un udienza con il delfino Carlo e a farsi affidare un esercito. La Francia è sul lastrico economicamente parlando, il re era fuori di se, allora gli Inglesi eleggono Enrico V di Lancaster il quale riesce nella battaglia di Azincourt ad ottenere una vittoria schiacciante nel 1415. Si arriva ad una pace nel 1420 la pace di Troyes con la quale si stabilisce un matrimonio tra Enrico V ed Caterina di Valois, figlia di Carlo VI, sorella del Delfino Carlo, e inoltre fa scrivere anche che gli venga disegnato come primo re di Francia. Nel 1422 muore Carlo V e anche Enrico V, diventa re di Francia e Inghilterra Enrico VI, la situazione viene gestita da una reggenza, che portò una spaccatura della Francia, nella parte Settentrionale si instaura la monarchia Inglese, reggente, duca di Bedford, e nella Francia Meridionale. Nella Parte Meridionale il popolo non o accetta, si rivolta e la popolazione si appella a Carlo il Delfino, e gli viene imposto di attuare una riscossa antinglese. Non solo il popolo credeva in lui ma anche Giovanna d’Arco, (Pulzella di Orlean) contadina di 16 anni, la quale assunse molta fama, affermava che lei comunicasse con Dio ogni giorno ,e che fosse stata scelta per riportare la libertà della Francia (individuo cosmico- storico). Lei riesce ad ottenere un’udienza con il re, e riesce a farsi affidare un esercito. Grazie a lei la Francia trova la forza per la riscossa contro gli Inglesi. Lei riesce a convincere il Delfino Carlo di affidarle un esercito, essa si vestirà da uomo cercherà di condurre un esercito, affiancata da soldati, la prima vittoria è quella dell’assedio di Orleans, nel 1429, roccaforte alle porte di Parigi, a confine tra le due fazioni., la presa di questa città è l’inizio della grande riscossa francese, riesce anche a convincere Carlo il Delfino di diventare re, non aveva mai avuto il coraggio di farsi eleggere re, causa di una personalità poco forte, Giovanna lo accompagna ad Reims, cattedrale dove erano stati fatti re tutti quelli di Francia, il padre Carlo VII era stato eletto re a Notre Dame, che però non era in prima linea. Le conquiste successive non furono così eclatanti come la prima, avrà un ruolo da protagonista in altre battaglie, ma è ricordata principalmente per la sua forte personalità e capacità di persuasone. Gli Armagnacchi rimasero fedeli ai francesi, invece i Borgognoni decisero di allearsi con gli inglesi, visto che le situazioni non miglioravo. In questo periodo nascono problemi tra il rapporto di Giovanna e Carlo VII, sempre più invidioso delle capacità della giovane ragazza, la lasciò sola, anche perché non accettava che una ragazza potesse governare un esercito, senza truppe o aiuti, fino al 1430 quando durante una battaglia viene rapita dai Borgognoni e viene consegnata agli Inglesi. Essa viene accusata di eresia, e il processo di sarà considerato ecclesiastico, ma si sa che fu esclusivamente politico. Il processo dura 14 mesi, e viene accuasarla di stregoneria,e la pena fu il rogo. In tutto questo Carlo VII non intervenne mai per salvarla. Dopo la conclusione della vicenda di Giovanna, e i Francesi continuavano a conquistare territori, i Borgognoni si riaffidarono al sovrano francese, gli ultimi anni della guerra i Francesi si riprendono tutti i territori, fino a cacciarli nel 1453. L’unico possedimento che rimane agli inglesi sarà la città di Calè. C'erano due paesi da ricostruire. Francia Paese molto bile per ricostruirsi, riuscì ad rafforzare la monarchia francese, sono le basi per quella che sarà la potenza francese moderna. Regno di Carlo VII, vede rafforzarsi il potere del sovrano, riesce ad imporsi su tutte le autonomie locali, per la prima volta ha la piena sovranità su tutto il territorio nazionale, viene promossa una riforma militare, prima l’esercito era reclutato pagando i mercenari solo quando c’era da combattere con spese improvvise che richiedevano dei prestiti, con la riforma si stabilisce che ci siano dei contingenti fissi, che in tempo di guerra sarebbe stato permesso non richiedere dei prestiti, era un uscita fissa dalle casse dello stato. Il sovrano riorganizza le casse di atato, decide di stabilire delle tasse imposte fisse, controllate dal re e dai consigli dei conti. In modo che ci fossero delle entrate fisse. Pragmatica Sanzione, chiesa gallicana, Carlo VII la emana nel 1458è il movimento con cui il sovrano sottraeva a poteri della chiesa attribuendola a lui, assume controllo anche sulla chiesa, nomine dei vescovi, gestione seggi vescovili vacanti ( dopo la morte di un vescovo, passano lunghi periodi prima della nuova elezione, tutti i beni allora andavano al re), -la estende in seguito a tutte le diocesi — gallicana diff da anglicana. Cerca di centralizzare il potere, nobili però ancora forti, i problemi arrivano dai Borgognoni, molto forti, era quasi uno stato. Quando finisce la guerra si che tornano dalla parte della Francia, però continuava ad esistere questo stato nello stato. Il sovrano con loro non riesce a conquistarli allora decide di scendere a patti, gli concede indipendenza, sarà il successore Carlo Temerario (padre del nonno di Carlo V) ad afferrare la potenza del ducato fino a quando il successore di Carlo VII, Luigi XI, eletto nel 1461 , vuole risolvere il problema della Borgogna e con effetto sorpresa la conquista e la rimette nel territorio francese. Inghilterra Meno gravi rispetto alla Francia, ma subito molte perdite sia di soldati sia di territori. Nel 1453 Enrico VI da anche lui segni di squilibrio mentale. La nobiltà cerca di approfittarne, niziarono una guerra civile, 1455-1485 guerra delle due rose->stemmi delle famiglie, bianca York, rossa Lanchaster -che erano i regnanti-) la guerra finisce con la nuova dinastia degli Tudor, Enrico VII tudor, imparentato con entrambe alle casate madre York, moglie Lanchaster. Rimarrà al trono fino ad Elisabetta I, 1603. Enrico VII ha un ruolo molto importante poiché garantisce un momento di pace e serenità, per primo ripoiulisce il paese, sottomette l’arisoterazia, punisce i responsabili della guerra civile, crea le liste di proscrizione, messa al bando, nomi dei nobili che dovevano andare in esilio oppure la pena di morte con la confisca dei beni. Questo comporta alla ricostruzione di consiglieri e funzionari, li scelse o provenienti dalla borghesia cittadina o nobili della piccola e media nobiltà, terriera/rurale. Crea nuove istituzione, oltre a quelle già stabilite, camera stellata, legata al sovrano, obiettivo di garantire il rispetto della legge su tutto il regno e su tutti i cittadini. Reinserisce il consiglio della corona, aiutavano il sovrano nel governo dello stato. Chiesa Enrico VII, cerca di imporre il potere della monarchia in ambito religioso, più limitato rispetto a quello francese. Allora visto che i territori erano stati persi, decidono di conquistare l’Irlanda e potenzia la flotta navale, inizio del potere dell’Inghilterra sul mare. Sia commerciale che militare, anche se l’esercito sarà poco potente. Cambierà la fisionomia economica, riguardo un accesa rivalità tra spagnoli e portoghesi, si cerca una trattativa diplomatica per dividersi le sfere di influenza. Inizialmente pensarono di non riuscire a mettersi d’accordo e si rivolsero ad un autorità, che doveva essere appunto imparziale: il Papa, allora Alessandro VI Borgia. Le sue decisioni vengono scritte in una bolla, la bolla Inter caetera, del 1493. In questo documento il Papa sanciva una linea immaginaria (linea raia), situata su un meridiano a circa 100 leghe dalle isole Azzorre, che avrebbe diviso l'emisfero occidentale, territori spagnoli, da quello orientale, territori portoghesi. I portoghesi iniziarono a dubitare, essendo il Papa di origine spagnola. Chiesero dunque una modifica di questa linea raia e stipularono con gli spagnoli il trattato di Tordesillas, che spostava leggermente la linea allargando un po’ i territori destinati ai portoghesi. Finalmente la spedizione dei portoghesi è pronta, nel luglio 1497, affidata a Vasco da Gama. Parte con 4 navi ben attrezzate e fa la rotta compiuta già da Diaz, scende lungo l’africa fino a Capo di buona speranza e risale la costa orientale entrando in contatto con popolazioni nuove, tra cui la civiltà indiana. Nel maggio del 1498 sbarca a Calicut, India. Lo sbarco è molto diverso da quello di Colombo, si trovano davanti una popolazione evolutissima e ricchissima che commercia tutte quelle ricchezze che i portoghesi bramavano, ma anche sete, porcellane, tè, mirra. I portoghesi caricano le quattro navi a dismisura e tornano in patria. Il viaggio di ritorno fu ostile, ci volle un anno, e rientrò una sola nave, due furono distrutte da una tempesta e una terza fu incendiata per via di una malattia sconosciuta che aveva ucciso tutto l’equipaggio. Questo morbo era lo scorbuto, la malattia dei marinai, che deriva dalla mancanza di vitamina C. Infatti i mariani non potevano nutrirsi di verdura o frutta fresche, per questo tale malattia li colpirà sempre più spesso, soprattutto nei viaggi oceanici. Si manifestava con delle infiammazioni ed emorragie, faceva spesso cadere i denti, la malattia poi degenerava e portava emorragie interne fino alla morte. Determinava anche un cambio dell’umore (da qui ‘scorbutico’). La Spagna: Inizialmente gli spagnoli si interessarono poco nelle esplorazioni per via di vari problemi interni. La svolta parte con Colombo nel 1492. Aveva elaborato un piano: arrivare in oriente passando dall’occidente. Basandosi sulle conoscenze geografiche dell’epoca anche i tempi erano stati diminuiti molto. Sicuro del suo piano lo aveva presentato innanzitutto ai portoghesi, ma venne rifiutato. Il re edi suoi consiglieri erano infatti dubbiosi, soprattutto sul discorso delle distanze. Colombo continuò ad elaborare il suo piano e lo propose ai consiglieri di Isabella di Castiglia, i quali rifiutarono, ma la regina decise di dargli fiducia e gli diede tutto ciò di cui aveva bisogno. L’impresa parte il 3 agosto da Palos con le tre famose navi, le due caravelle (Nina e Pinta) e una nave di grossa stazza (la santa Maria). La caravella è un invenzione portoghese, le altre navi principalmente usate prima di tale invenzione erano le galee, quelle sottili (più agili e veloci ma inadatte per l’oceano aperto) e quelle più grosse. La prima tappa furono le Caravelle, per rifornirsi e poi continuare il viaggio. La traversata dell’Atlantico dura 36 giorni, il 12 ottobre del 1492 viene avvistata un isoletta che Colombo battezza ‘San Salvador”. Colombo viene accolto da indigeni primitivi e privi di un organizzazione sociale. Prosegue il viaggio e tocca Cuba, dove non trova tutte le ricchezze sperate, fino ad arrivare a ‘Ispagnola’, ora Santo Domingo. A Ispagnola Colombo trova tribù già più evolute e notò che gli indigeni indossavano monili fatti con oro, lasciò dunque alcuni uomini sull’isola e ritornò in Spagna per allestire un viaggio più imponente e ricercare queste miniere d’oro. Organizza altri tre viaggi, il primo proprio nel 1493, con 17 navi, ed esplora le Piccole Antille, dove trova popolazioni piuttosto aggressive e dedite al cannibalismo. Nonostante questo continua il viaggio esplorativo e mette insieme un po” di oro, inviandolo in Spagna per mantenere la fiducia della Corona. Si ferma circa 3 anni nelle Piccole Antille, poi torna in patria e organizza una terza spedizione, quella che lo porterà al Continente Americano. Durante questa terza spedizione viene accusato di mal governo, scoppiano delle tensione nelle colonie create a Ispagnola e nelle altre isole. Viene dunque fatto amrestare e rispedito in Spagna come prigioniero. Ancora una volta sarà Isabella di Castiglia a salvarlo e a fargli organizzare una quarta spedizione, l’ultimo viaggio, che lo porta nella zona dell’Honduras e della Costa Rica. Quando ritorna in Spagna cade in disgrazia e muore poco dopo credendo di aver completamente fallito. Sarà solo qualche anno dopo che si arriverà all’intuizione di aver scoperto un nuovo continente, sarà Amerigo Vespucci (sempre sotto la corona spagnola) ad intuirlo, scrivendo un testo intitolato ‘mundus novus’, ‘muovo mondo’, in cui lui sostiene che i territori scoperti da Colombo siano appunto un nuovo continente e non le Indie. Sarà un geografo tedesco ad omaggiare Vespucci chiamando il continente America, da Amerigo. Mercatore nel 1528 creerà il primo mappamondo, ufficializzando il nome America. Questo comportò una rivoluzione vera e propria, chiamata rivoluzione atlantica, che riguardò ogni aspetto del mondo dell’epoca, non soltanto la geografia. Il primo segno fu il cambiamento del centro dell’economia, che fino ad allora era stata l’Europa, si sposta infatti sugli oceani allontanandosi dal Mediterraneo. Acquistano importanza le città situate sull’atlantico (Lisbona, Siviglia, Rotterdam) a discapito di quelle italiane. I commerci crebbero in modo esponenziale ed improvviso, le diverse aree geografiche si integrano in un sistema di commercio che sfocerà nello scambio triangolare (Europa-Africa-Nuovo mondo). La rivoluzione alimentare: le scoperte geografiche porteranno nuovi alimenti che stravolgeranno l’alimentazione, patate, pomodori, mais. Con la rivoluzione atlantica finisce il ruolo di mediazione tra oriente e occidente che avevano coperto gli arabi. vi sarà quindi un distacco tra mondo arabo ed europeo. Inizia il colonialismo, l’esportazione di modelli culturali e politici in paesi diversamente organizzati, molto spesso con effetti negativi. Un’altra importantissima impresa fu quella di Magellano, sempre finanziata dalla corona spagnola. Sarà lui a dimostrare che colombo aveva effettivamente ragione, era possibile arrivare in india passando da Occidente. Le 5 navi partitone da Siviglia, il viaggio durò dal 1519 al 1522, quando tornò una sola nave. Magellano cercò un varco, il passaggio dal Nuovo Mondo all’India, scoprirà appunto lo stretto di Magellano sboccando nell’oceano Pacifico. Le provviste iniziavano a scarseggiare, i marinai spesso contraevano malattie quali lo scorbuto (conosciamo tutte queste informazioni per via del diario di Antonio Pigafetta, uno dei pochi che riesce poi tornare in Spagna), una nave affonda, un’altra decide di interrompere il viaggio e tornare in patria (un ammutinamento vero e proprio). Finalmente approdano e toccano le Filippine, dal re di Spagna Filippo II. Non trovano spezie ma oro e Magellano inizia a fare razzia delle ricchezze che trova, non rispetta le popolazioni locali e tenta di convertirli al cristianesimo. Magellano viene quindi ucciso, i marinai rimasti scappano bruciando una delle navi, poiché non erano abbastanza per portare indietro tre navi. Ripartono quindi due navi con Sebastian Del Cano come ammiraglio e giungono in Indonesia. Naviga in queste acque scoprendo ricchezze importanti tra cui le spezie. Carica le sue navi ed è pronto per tornare in Spagna. Una delle due navi viene però intercettata e catturata dai Portoghesi, poiché i territori ufficialmente appartenevano ai portoghesi. In Spagna dunque ritorna solo una nave, portando la consapevolezza che le aree dell’oceano indiano e pacifico erano controllate dai portoghesi e pericolose. Dunque gli spagnoli decideranno di ripiegare sul nuovo mondo. Che il muovo mondo fosse ricco d’oro lo aveva intuito anche Colombo, tanto che gli indigeni furono costretti dagli spagnoli a raccogliere l’oro nei fiumi con dei setacci. Tutto questo porterà poi alla decimazione di questi indigeni (circa 70 milioni), sfruttati e uccisi nelle loro stesse terre. Inizialmente morirono per delle malattie portate dagli europei, tifo, vaiolo, morbillo, influenza, poi per via del lavoro forzato imposto dai colonizzatori. Talvolta gli spagnoli si macchiarono di massacri ingiustificati, per affermare il loro potere e farsi obbedire, oppure solo per il gusto della violenza. Vi fi quindi anche un calo della natalità per queste popolazioni, piegate dai colonizzatori. I terrori scoperti non avevano grandi riserve d’oro, in pochi anni dunque i riferimenti finirono e i coloni dovettero trovare un altro modo per sfruttare quei territori. Dunque si dedicarono alla produzione di canna da zucchero, che richiedeva molta forza lavoro e quindi molti schiavi. Nei primi venti anni del cinquecento inizierà dunque la famosa e terribile tratta degli schiavi, che venivano importati dall’africa e poi portati in America dove venivano acquistati e impiegati nei In un'Italia estremamente suddivisa: tale frammentazione e il potere comunale non permette la nascita delle monarchie nazionali. I comuni non erano mai stati estremamente stabili, dopo un paio di secoli di ricchezza la civiltà comunale era entrata in crisi non riuscendo sempre rispondere alle esigenze economiche e politiche del tempo, i comuni di fase popolare erano quelli che avevano al meglio cercato di adattarsi alle norme ma il popolo che partecipava alla vita politica era una fascia minima (popolo grasso che con il passare del tempo era pressoché uguale alla nobiltà). La fascia del popolo minuto nel 300 avevano mostrato sempre di più il proprio malcontento in rivolte come quella dei Ciompi e questo portò a una radicale frattura tra popolo e le famiglie che detenevano il potere, la tensione sociale era tanto diffusa da mettere in pericolo la stabilità della realtà comunale. Nessuna istituzione comunale era riuscita a far fronte alla crisi e si era addirittura arrivati in molti casi all'emergenza generale, dunque alla fine del 200 si iniziò a pensare ad alcune soluzioni. Molti comuni affidarono il governo dei comuni a un signore che potesse guidarlo fino alla fine dell’emergenza, dunque a differenza del podestà tradizionale , con carica a tempo indeterminato. L’arrivo di questi signori segna l’inizio del fenomeno tipicamente italiano delle signorie e che investirà l’italia in tutto 300 e 400. Il signore aveva poteri assoluti; egli veniva scelto per consenso popolare o talvolta si impossessava del potere con la forza attraverso colpi di mano. Sotto le signorie tuttavia non venivano abolite le magistrature comunali ma restarono funzionanti, che attribuivano però al signore una specie di delega (es. Firenze con Cosimo dei Medici). Alcune signorie si trasformeranno poi in principati, l’abitudine era di tramandare la propria carica ai figli creando dinastie familiari; la trasformazione arriverà solo con l’attribuzione di un titolo (duca o marchese) dato dall'imperatore (es. Visconti a Milano). I casi più precoci di signorie le troviamo: - in Emilia nel 1264 dove troviamo a Ferrara come “perpetuo signore della città”, il capo della fazione guelfa Obizzo d’Este: in un periodo di contese cittadine lui darà vita alla dinastia degli Estensi. -in toscana, a Lucca con la famiglia dei Malaspina, che si espanderanno poi fino all’emilia -in Veneto, a Verona conla signoria degli Scaligeri I casi più importanti: Milano: era una città che era cresciuta territorialmente ed economicamente (centro nodi di scambio) molto soprattutto dopo lo scontro con Barbarossa. Era diventata una delle città più in vista per settore tessile e metallurgico. Si era aperta alla fase popolare ma solo per il popolo grasso, si era creata un elitè di borghesi e nobili. Si erano così creati schieramenti tra guelfi e ghibellini, il popolo minuto con Guelfi e famiglia della Torre, il popolo grasso e piccola nobiltà con Ghibellini e famiglia dei Visconti. Saranno i Visconti a prevalere a cui verrà chiesto di ricoprire il ruolo di signori di milano dal 1277 fino al 1447, inizialmente come signori e poi principato. I Visconti riuscirono a impossessarsi di tutti i comuni della pianura padana. Gian Galeazzo Visconti, che dovette salvaguardare il suo ruolo minacciato dallo zio, dopo aver consolidato il suo potere, iniziò il piano di creare uno stato da lui comandato. Allargò i possedimenti dei Visconti in Veneto e trasformò la signoria in principato, quando si fece attribuire il titolo di duca di Milano (pagando 100 fiorini). Pensava dunque di avere la strada spianata e iniziò a conquistare la Toscana e, soprattutto, Firenze. Ottenne molti successi, giunse fino in Umbria e finalmente si prepara ad assediare Firenze, quando improvvisamente muore di peste. L'annuncio non venne dato subito, si aspettarono una ventina di giorni. Questo evento salva Firenze, mentre Milano entra in crisi. Il titolo di duca essendo ereditario passa al figlio, Giovanni Maria Visconti, che aveva all’epoca solo 14 anni. Questo ragazzo era molto particolare, amava la caccia, ed in particolare la caccia umana, organizzava le battute di caccia con i suoi cani, addestrati da Squarciagirama per cacciare proprio gli uomini. Cacciava molto spesso, tanto che le prigioni milanesi si svuotarono. Il dominio Visconteo entra dunque in crisi. Venezia: Venezia era cresciuta molto la borghesia, che chiedeva partecipazione politica. Impauriti dalle richieste delle famiglie abbienti, le famiglie che tradizionalmente tenevano il potere, applicarono la serrata del maggior consiglio, ovvero si decise di chiudere l’accesso alla carica di membro del maggior consiglio, che dal 1297 sarebbe stata ereditaria per coloro che ne avevano fatto parte negli ultimi 4 anni. Questo riservò il potere a circa 300 famiglie, facenti parte della borghesia mercantile, in una forma di repubblica oligarchica. Nel frattempo Venezia si espanse come potenza marinara, scontrandosi con Genova. Il primo scontro, subito dopo la serrata, nel 1298, la battaglia di Cùrzola (di fronte alla Dalmazia), vinta dai Genovesi. Continuarono poi gli scontri di Pirateria, non quindi ufficiali, fino alla guerra di Chioggia, che durerà fino all’81 e si combatterà per il possesso di 2 isole: Cipro (controllava lo sbocco dall’adriatico) e Tenedo (controllava l’ingresso al mar nero). Lo scontro fu molto pesante e si arriverà ad una pace. Da questo conflitto Genova farà fatica a riprendersi, a differenza di Venezia, che grazie a tale vittoria diventerà la potenza leader del mediterraneo. Venezia non sarà più uno stato da mar, ma inizierà a espandersi anche nell’entroterra, impaurita dalla presenza dei turchi ottomani e anche per via dei Visconti. Firenze si era specializza nella produzione di panni di lana. Nel frattempo vi era stata la divisione tra guelfi bianchi, che rappresentavano gli interessi delle arti minori (quindi popolo minuto) ed erano avversi nei confronti del papa, e guelfi neri, alta borghesia cittadina. Vinceranno poi i guelfi neri, a fine 200, confermando la tendenza di Firenze come grande centro commerciale con a capo le famiglie più influenti dell’alta borghesia, fortemente anti-aristocratica e incentrata sulle arti maggiori. La crisi del 300, le rivolte sociali (tumulto dei Ciompi) e la presenza di nemici esterni sono ciò che porterà a questa chiusura oligarchica, tra questi ci saranno Pisa e poi il papato (cattività avignonese), poiché Firenze veniva vista come un ostacolo per il papa. A fine 300 le 4 famiglie che dominano Firenze sono: i Ricci, gli Albizzi, gli Alberti e i Medici. (In Italia centrale, per via del potere dei borghesi, si fu sempre restii verso l’instaurazione di una signoria; dunque le signorie si sviluppano in tempi e modi diversi sul territorio). Gli Albizzi (sostenuti dalla grande borghesia) e i Medici (‘’ piccola ‘’) diverranno la leadership cittadina di Firenze. I primi erano fiorentini di città, tradizionalisti e conservatori. I medici erano banchieri e decisamente proiettati verso una modernizzazione del comune. Gli Albizzi accusarono di tradimento il capofamiglia dei Medici, Cosimo il vecchio, per aver instaurato una relazione diplomatica con Francesco Sforza, e lo allontanano da Firenze. L'esilio durerà poco, poiché il popolo lo richiama dando appoggio totale. Il ritorno costituisce l'ascesa dei Medici, che esilieranno gli Albini e prenderanno il potere (1434). Nasce la signoria, ma Cosimo continuerà a fare il banchiere, non toccherà le istituzioni comunali e non si farà mai chiamare signore. Muore nel 64, dopo essere stato un buon governatore e mecenate. Gli succederò il figlio Piero, che morirà poco dopo e verrà sostituito dai figli Giuliano e Lorenzo. Dovranno affrontare una congiura da parte della famiglia dei Pazzi, appoggiati da Papa Sisto IV, nel 1478. Ma Lorenzo riuscirà, con le sue abilità diplomatiche, a firmare una pace con Papa Sisto IV e diventare signore di Firenze. Italia centrale Si era creato un vuoto di potere nel centro Italia, di cui approfittarono due famiglie, gli Orsini e i Colonna che si contendevano il potere a Roma, anche coinvolgendo la popolazione nei loro scontri. Gli altri territori che erano stati prima gestiti del Papa avevano acquistato autonomia, creando dunque stipulata la pace di Lodi, che sancisce la fine del conflitto tra Milano e Venezia, voluto principalmente da Francesco Sforza. Per 40 anni, fino al 1494, l’equilibrio di forze all’interno della penisola rimarrà inalterato. Questo scontro si intermuppe a causa della conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453, spaventò l’Europa, per lo scontro con un nemico poco conosciuto. Questa notizia porta a una stipulazione di una pace, ovvero la pace di Lodi nel 1454, da parte di Francesco Sforza. A livello politico e territoriale rimase come era la situazione, ma in particolar afferma la politica dell’equilibrio (dei 40 anni successivi), che dura fino al 1494, si basa sull’idea di mantenere in alterato la gestione dell’Italia, i vari regni non dovevano allargare i loro domini, e si stabili che qualunque tensione si dovesse risolvere con la diplomazia. Gli ottomani furono determinanti nel raggiungere la pace, ma la pace si affacciò fin da subito era la Francia, che era uscita vincitrice della guerra del cent’anni, poi si era rafforzata molto, e l’anno dopo gli stati decisero di unirsi nella lega italica del 1455, Milano, Venezia, Firenze, Stato Pontificio e regno di Napoli, tutt la penisola si unisce per combattere la potenza francese. Il punto di riferimento della lega fu Firenze che si pose come leader, in particolare con Lorenzo il Magnifico. Dopo la sua morte ci fu una crisi, di cui ne approfittò la Francia con la discesa di Carlo VIII iniziarono le guerre d’Italia, di cui l’Italia stessa fece da campo di battaglia. EUROPA La situazione a livello generale dell’Europa a fine 400 c’erano alcune grandi potenze che si volevano spartire il potere, la Francia, il primo stato, più popolato, con un potere centrale forte, aveva acquisito la Borgogna, la Provenza e grosso modo era estesa come quella odierna. La Spagna (in particolare gli Aragonesi avevano interessi per l’Italia meridionale) e il Portogallo (poco partecipe agli scontri) che si erano sviluppati grazie alle esplorazioni geografiche. L'Inghilterra inizialmente era ai margini, a cavallo del 400 e 500 è ancora in difficoltà, ma in seguito con Elisabetta I si stabilirà. L’impero Asburgico (area germanica) molto frammentato spesso molto autonomi, con imperatore elettivo quindi poco potere, che non riusciva più a rivaliggiare con le altre monarchie, quindi cercò di non intervenire negli scontri. L‘impero turco, occupava la zona dei Balcani e si estenderà nel 500 con la conquista della Bulgaria, arrivando a metà del 500, ad essere la flotta più potente del mediterraneo. Questa situazione precaria portò agli scontri. LE GUERRE D’ITALIA Le ragioni per cui il re Carlo VIII scese in Italia: 1. Interessi per Milano, per poi giungere al controllo della flotta Genovese (carattere economico), ed era appoggiato dagli stessi Milanesi. Dopo la morte di Francesco Sforza, Milano non aveva più trovato un capo stabile, era salito al potere il figlio Galeazzo Maria Sforza, ma poi venne ucciso da una congiura nobiliare. Salì al potere Gian Galeazzo II, che però era un uomo molto debole, figura poco incisiva, nacque allora una problematica dinastica, la gestione della città allora era passata allo zio di Gian Galeazzo II, ovvero Ludovico Sforza, detto il Moro, che voleva salvare la città. Gian Galeazzo viene rinchiusa nella Certosa di Pavia, allora Ludovico diventa nel 1480 con l’elezione dall’imperatore, divenne signore di Milano. Gian Galeazzo aveva avuto un figlio da una nipote del re di Napoli, Ferrante di Aragona, che quando Ludovico si fa proclamare signore di Milano, Ferrante contestò questa decisione e a quel punto in difesa di una forma di legittimità, estese delle preteste sul ducato di Milano. Ludovico allora decise di allearsi con la Francia, per proteggersi dal regno di Napoli. 2. Nel 1494 muore il re di Napoli, Ferrante di Aragona, e così Carlo VIII dichiara di volersi impossessarsi della corona di Napoli. Era la prima impresa del regno di Francia, dopo la guerra dei cent’anni, per mostrare la sua grande potenza, viene organizzato un esercito di 30.000 uomini a cui si accoda la nobiltà francese in modo da ottenere ricompense, terreni, ricchezze. L'impresa verrà finanziata dalle banche italiane. Venne aggiunta alla cavalleria, quella fissa, la fanteria pagati per la spedizione, composta da coloro che erano considerati i più forti. Nell’estate del 1494 vengono accolti da Ludovico il Moro, ma non si fermano a Milano, marciano verso sud, e di fatto iniziano l’invasione della penisola. L'esercito francese si dilaga nell’Italia, fino a raggiungere Firenze dove si trovava Piero dei Medici, che però era un personaggio debole, tanto che apre le porte della città e offre la resa incondizionata a Carlo VIII (questo gesto porterà a scaturire una rivolta nei confronti del re di Francia). Sul trono spagnolo vi era Ferdinando il Cattolico mentre Carlo VIII conquista Napoli, e nonostante ciò non lo riguardasse direttamente, lui e Massimiliano d’ Asburgo formano una lega antifrancese con: Impero, Spagna, Milano, Firenze, Stato della Chiesa. La battaglia di Fornovo, vicino a Parma ? Alla fine del 1494 Piero de Medici venne cacciato per aver aperto le porte a Carlo VIII, e nascerà la repubblica fiorentina, che durerà 20 anni circa. Girolamo Savonarola, che ne era a capo, criticava l’atteggiamento della chiesa del suo tempo, poiché Alessandro sesto Borgia veniva visto come l’estrema coruzione del pontificato romano. A ricoprire incarichi furono chiamati parenti dei vari Papi, per circondarsi di uomini fedeli, dando nuovamente vita al fenomeno del nepotismo. Alessandro VI Borgia favori apertamente i propri figli, Valentino e Lucrezia. In particolare diede il compito a Valentino di riconquistare i territori dell’Italia centrale. Savonarola espanse la sua critica anche ai Medici, che si erano appassionati esageratamente alla cultura rinascimentale, ai valori mondani, erano grandi mecenati. Iniziò ad essere poi poco amato e, quando propose di estendere il governo cittadino anche al popolo minuto, infuriò la reazione contro di lui, si formarono dei gruppi chiamati Palleschi, aristocratici che avrebbero voluto il ritorno dei Medici, e Arrabbiati, che non volevano il ritorno dei Medici ma comunque erano contrari a Savonarola, che fu condannato e bruciato come eretico. La sua morte non fa finire la Repubblica. Nel 1498 Carlo VIII muore, ed il suo successore, Luigi XII, organizzerà un’impresa in Italia. La preparerà molto bene prima per via diplomatica, prima di partire si accordò con gli stati che erano nemici di Milano (Venezia, svizzera, Papa) e che avrebbero tratto dei vantaggi dalla sua sconfitta.alla fine del 1499 valica le Alpi e occupa Milano, cacciando Ludovico il Moro. L'altro obbiettivo era Napoli, ma prima di continuare a muoversi preparò diplomaticamente l’impresa, alleandosi con lo Stato che aveva interessi nell’Italia meridionale, ovvero la Spagna, dove vi era un ramo della famiglia degli Aragonesi, stipulando il trattato di Granada, che sanciva la spartizione del regno di Napoli tra Luigi XII e Ferdinando d’Aragona. Fu un trattato di brevissima durata, un alleanza che si sgretolò dopo poco, poiché entrambe le potenze volevano imporsi e arrivarono ad una guerra. 2299? Giulio II era uno dei più acerrimi nemici dei Borgia. L’unico vero avversario del Papa era ora Venezia. Aveva dunque bisogno di alleati, creò la Lega di Cambrai, a cui aderiscono i più importanti sovrani del tempo (Ferdinando il Cattolico, Luigi XII e Massimiliano d’Asburgo). Ovviamente Venezia nel 1509, con la Battaglia di Agnadello, fu sconfitta brutalmente. 22222? 1512, caduta della Repubblica, a Firenze tornano i Medici, a Milano gli Sforza. Il secondo genito di Lorenzo il Magnifico, Giuliano, verrà poi eletto come Papa, col nome di Leone X. Intanto in Francia muore Luigi XII, sale Francesco I di Valuà, che riconquisterà Milano, stipulando il trattato di Noyon, che ufficializzerà il dominio francese su Milano e quello spagnolo su Napoli. Le guerre d’Italia A fine 400 c’erano alcune grandi potenze che cercavano di spartirsi il potere in Europa: la Francia, il paese più popolato e potente poichè ne era uscito vincitore dalla Guerra dei cent’anni, la Spagna e il Portogallo diventati molto forti grazie alle esplorazioni geografiche (gli Aragonesi si troveranno Egli vuol conquistare Milano vantando dei legami familiari coni Visconti, che riteneva fossero stati sostituiti ingiustamente da Francesco Sforza. L spedizione viene preparata benissimo in maniera diplomatica poichè il re si accoda con gli stati tradizionalmente nemici di Milano come Venezia, la Svizzera e con il papa Alessandro VI (con cui l’accordo sarà l’appoggio papale a Luigi e il suo appoggio al figlio Cesare Borgia ). Nel 1499 Luigi XII arriva in Italia occupando Milano e cacciando via Ludovico il Moro L’altro obbiettivo era Napoli prosegue scendendo la penisola. Ma prima prepara questa sua seconda parte dell’impresa in maniera diplomatica, accordandosi con l’altro stato europeo che avrebbe potuto avere interessi nelle guerra : la Spagna. Luigi propone a Ferdinando la spartizione del regno di Napoli con il trattato di Granada del . La decisone di Ferdinando d’Aragona è rimata in un certo senso ignota, l’ipotesi che e stata fata e che Ferdinando fosse convinto che la FRancia in Italia sarebbe riuscita a vincere e quindi sarebbe riuscito ad averne un pezzo. Erano due forze troppo importanti ede era difficile che l’alleanza potesse durare, i due stati alleati si iniziarono a scottare non riuscendo a sopportare l’accordo preso inizialmente. La Francia h ala peggio, nella contesa sul Regno di Napoli gli spagnoli lo conquistano e questo cambio al potere nel 1503 con il trattato di Lione si prevede ali passaggio del Regno di Napoli alla Spagna. Nello stesso anno era diventato papa Giuliano della Rovere, Giulio II. Fu poco papa e molto militare, logicamente era molto attento a ciò che stava accadendo alla penisola ed era nemico dei Borgia tanto che finisce l’ascesa della famigli con Cesare Borgia che fu costretto ad abbandonare la sua ascesa nell’Italia Meridionale. L’unico vero avversario del papa era Venezia perché aveva esteso òa sua influenza anche su na parte della Romagna, territorio sul quale si erano trovati a contenersi Venezia e Il Papa. Egli va scontrasi con Venezia, appoggiato da alleati militarmente forti, formati da sovrani forti del tempo riuniti nella LEGA DI CAMBRAI nel 1508. Venezia era isolata e viene sconfitta l’anno dopo nella battaglia di Agnadello nel 1509. AI di là delle perdite territoriale, quesa battaglia pose la fine della politica territorio dei Veneziani perché si riproietteranno SUL MARE . Venezia in questa situazione riscontrò tantissima fedeltà da parte dei . Giulio II crea un’altra lega nel 1511 la LEGA SANTA contro Luigi XII a cui aderirà Venezia, la Spagna e l’imperatore asburgo. Ci sarà uno scontro durissimo che vede una perdita da parte di Luigi XII che perde Milano che viene ridata agli Sforza. Successivamente l’esercito del papa e quello spagnolo attaccano firenze che ritorna essere governata dai Medici nel 1512, in particolare al figlio terzo genito di Lorenzo il Magnifico chiamato Giuliano. Nel 1513 Giulio II muore e il conclave elegge il figlio secondo genito di Lorenzo chiamato Leone Intanto muore anche Luigi XII e il trono passa a Francesco I di Valois che per tutta la sua vita cercherà di attaccare Carlo V con l’obbiettivo di fare diventare la monarchia francese la più forte di tutte. Riconquista Milano nel 1516 e stipula il trattato di Noyon = viene sancito l’equilibrio in Italia tra Spagna (napoli) e Francia (milano). Da 251 a 254 sul libro. RIFORMA PROTESTANTE Situazione della chiesa, nepotismo e una successione di Papi, che erano diventati grandi mecenati, avevano intrapreso una vita mondana, all’insegna del lusso e delle attività mondano, attuando comportamenti dubbi, simili a mecenati, laicizzazione della chiesa. Spesso applicati dei valori tipici dell’umanesimo, non era passato in osservato questo fenomeno, persa la funzione e la vocazione, la purezza, critiche che si riproposero al tempo dei movimenti pauperistici e Jan Hus, situazione estremamente pesante, già a inizio 500, si parlerà di devotio moderna, nata nei paesi bassi, ben prima, ma soprattutto alla fine del 400 e inizio del 500, sostenevano un cristianesimo ascetico, ma non si ritiravano, interiorità e preghiera individuale, lettura individuale della Bibbia, religione spirituale dimensione intima, tratto importante, che influenza Lutero, sarà ispirato e sicuramente alimenterà il suo pensiero, non solo in ambito religioso, ma anche alcuni umanisti, apparentemente strano, si pensava solo tra i credenti umanisti, che avevano interesse nei confronti dell'antropocentrismo, in particolare Erasmo da Rotterdam, biblista, credeva che la Bibbia dovesse diventare un testo fruibile da tutti, religione quotidiana e pratica, modello di vita da seguire, non interromperà mai i rapporti, propone cambiamenti senza rottura, ma con critiche (elogia della follia risalente nel 500, pazzia che fa monologo, satira nei confronti del clero corrotto del suo tempo, pazzo è l’uomo con meno maschere, lo dedica a Thomas More), come reagivano? Si facevano scivolare le cose addosso senza modifiche, grandi mecenati, lavoravano nei grandi cantieri, entrate sempre più consistenti, sempre più difficile, grande affare della vendita delle indulgenze, non nasce del 500, indulgenza, pagare per non ricevere la pene del purgatorio, sistema esteso, comprarlo peri defunti, messaggio fatto passare come teologico, patrimonio di meriti di Gesù e dei santi, operazione finanziaria, oggi ancora, maggiormente in quel tempo, l’uomo comune avrebbe fatto qualunque cosa, per evitare le pene, affidate ai banchieri tedeschi e italiani ( Fuggher ). Vendita gestita curia Romana, in appalto a uomini ecclesiastici che anticipavano il denaro, ovviamente chiedevano un prestito dai banchieri, lucravano vendita delle indulgenze sia per la curia sia per gli agenti, abusi molto pesanti, questo sistema indulgenza plenaria, per costruire la chiesa di San Pietro, affidata ad Alberto di Hohezollern. In Germania l’appalto della vendita delle indulgenze viene appunto affidata a lui. Era arcivescovo già di due diocesi e desiderava ottenerne una terza, quella di Magonza (per diventare principe elettore). In teoria vi era l'obbligo di residenza degli arcivescovi, e in generale di tutti i chierici, nel luogo dove ricoprivano la causa, dovuto all’idea dell’essere presenti per i propri fedeli. Leone X non solo non negò a Hohezollern la terza diocesi, dopo aver già conferito le altre due, sotto pagamento di una grande somma. Per recuperare questa somma ce la fece anticipare da Jacob Fugger, per poi ripagarlo chiese ed ottenne di poter gestire la vendita delle indulgenze nei propri territori. Tra l’altro assoldò diversi predicatori che andassero a caldeggiare questa vendita, sfruttando l’ignoranza e la disperazione della popolazione. Teoria della predestinazione: l’uomo non aveva nessun merito ad essere credente, era Dio che dava la possibilità di salvarsi, le indulgenze e le buone azioni, se mancanti della grazia divina, sono vane. Lutero appende le famose 95 tesi alla porta della cattedrale di Wittenberg, sua città, perché era uso dei teologi fare così, per iniziare una discussione. Lo scandalo sarà destato infatti dal contenuto, non dal gesto. Le tesi più importanti: Dottrina della giustificazione per fede -> modo in cui la dottrina riguardava i mezzi con cui uomo poteva rendersi giusto agli occhi di Dio, solo tramite la FEDE, non vi erano altri mezzi (lettera dell’apostolo ai romani l’uomo vivrà per fede) senza la grazia divina l’uomo non può salvarsi. Servo arbitrio -> libero arbitrio è in opposizione, di fatto la libertà umana, che era la scelta del been e il male. Questo tema era oggetto di discussione, e nasce la figura del homo faber ispius fortunae uomo artefice del proprio destino, che non subisce, ma può decidere lui stesso . secondo Lutero non si può parlare di libero arbitrio, perché sarebbe andare contro il volere divino, insostenibile, ed era legato alla sua concezione della natura umana. Lutero aveva un’idea negativa dell’uomo, era completamente dipendente dal disegno divino era quasi come un essere in balia di due forze contrapposte, divino e diavolo (immagine del cavallo). Dio è onnisciente e non si può sapere cosa passa nella mente di Dio e la sua decisione è incontestabile. Questo non nega la possibilità dell’uomo di compiere scelte quotidiane, può operare delle libre scelte, ma il destino è già segnato e le nostre scelte non influenzano. Erasmo da Rottherdam fu in contrasto con questa opinione di Lutero, si scrissero delle opere in contrapposizione uno scriverà “De libero Arbitrio” (introduce come un'apertura verso Lutero, non voleva fare polemica, lo giustifica affermando che credeva per Dopo aver conquistato Costantinopoli stavano tentando di allargarsi. Diverse regioni dei Balcani, come la Serbia e la Moldavia, erano caduti sotto gli ottomani. Nel 1529 arrivano alle porte di Vienna. Di questa presenza turca approfittò Francesco I, che si alleerà con loro contro Carlo. Questa manovra fu estremamente spregiudicata: un re europeo e cristiano che si alleava con gli infedeli. Nel 1535 muore l’ultimo Sforza a Milano e nella pace di Cambrai c’era una clausola secondo la quale Milano sarebbe stata annessa a tutti gli effetti ai domini asburgici con l’estinzione della dinastia sforza. Francesco I reagisce invadendo la regione della Savoia e alleandosi appunto con i turchi e l’Inghilterra. Questa volta Carlo V viene sconfitto, nello scontro marittimo con i turchi, il che non altera l’equilibrio della guerra, perché nel 1538 con la pace di Nizza vi è un interruzione del conflitto. Il successore di Francesco I è Enrico II di Valuà. Mentre Francesco I aveva sempre aperto il conflitto in Italia, mentre Enrico decide di attaccare in Germania, approfittando delle tensioni religiose e alleandosi coni principi tedeschi protestanti. Carlo V all’inizio aveva in parte sottovalutato la riforma, ma nel 1529 pretende la restituzione di tutte le terre che erano state requisite alla Chiesa in Germania, e proibisce qualsiasi forma di propaganda luterana. Nel 1530, durante la dieta di Augusta si tenta una prima soluzione diplomatica. Nel frattempo nasce la lega di Samlacalda ? . Poi vi furono i colloqui di Ratisbona per pacificare nuovamente la situazione ma fallirono. Si giunse al conflitto tra la lega di Smalcalda e Carlo V. La lega viene sconfitta pesantemente ma Carlo, stanco di dover continuamente combattere, conclude lo scontro con i protestanti con la pace di Augusta, da quel momento in avanti vi era scelta libera religiosa per i principi. L’anno dopo, nel 1556, decide di abdicare e dividere il suo regno. Al figlio Filippo II vanno Spagna, Italia meridionale, Milano, colonie oltreoceano, paesi bassi, mentre al fratello vanno i domini asbugici e la corona imperiale. Si ritira per 3 anni in una regione tra Spagna e Portogallo, l’Estremadura. Resteranno gli ultimi conflitti tra Spagna e Francia, che saranno gestiti da Filippo, ora sposato con Maria la cattolica (bloody Mary). Lo scontro si concluderà nel 1559, con la pace di Cateau-Cambresis, che metterà fine alle contese una volta per tutte. Filippo II: Diventerà il grande difensore del cristianesimo in Europa. Mentre Carlo era un uomo d’azione, Filippo veniva chiamato ‘il re prudente’. Non voleva intervenire né combattere mai, era molto cauto, quasi in maniera esasperata. Si sposterà pochissimo, solo se costretto da situazioni wgenti. Durante il suo regno la monarchia spagnola, però, si rafforza molto. Le sue decisioni più significative sono prese in ambito amministrativo: rafforza la burocrazia scegliendo uomini dalla piccola nobiltà e dalla borghesia, crea dei consigli che si comportano un po’ come i ministeri di oggi, occupandosi di grandi ambiti amministrativi, e poi crea dei consigli territoriali che avrebbero rappresentato le parti del regno (il consiglio di Castiglia, il coniglio d’Italia etc...). Sotto i consigli vi erano i governatori delle altre regioni e poi 9 viceré per le zone più importanti del regno. Una rete burocratica del genere non vi era mai stata sotto Carlo V. Questa rete era centrata a Madrid e vi ruotavano intorno in quanto capitale del regno. Filippo sapeva benissimo che bisognava bilanciare lasciando qualche autonomia, soprattutto alle cortes e alla grade aristocrazia. Concederà loro un sacco di onorificenze e privilegi, e una certa autonomia a livello locale. La riforma protestante era ormai in corso, dunque lui ne respinge l’ingresso in Spagna, infatti l’inquisizione spagnola lavorerà senza sosta e convertiti e Moriscos tornarono ad essere perseguitati. Filippo fece della purezza di sangue (sangue puro spagnolo senza antenati ebrei o musulmani) la sua bandiera, chi era sospettato subiva un processo e spesso la vicenda finiva male. Coi moriscos fu durissimo, proibendo l’arabo anche all’interno della loro comunità, tanto che nel 1568 vi fu una ribellione. Ci furono dei rastrellamenti e 100.000 di loro furono deportati. Il culmine arrivò nel 1609, conla cacciata definitiva degli arabi dalla Spagna. Filippo è il protagonista di una battaglia navale famosissima, la battaglia di Lepanto, dove gli spagnoli sono alleati con Venezia, Genova, il Papa e il gran ducato di Toscana. Si tenta anche di estirpare la pirateria nel mediterraneo, liberandolo dai turchi. Filippo II otterrà un grande successo con la conquista del Portogallo, sul cui trono vi era un cugino, Sebastiano Di Braganza. Nel 1578 Sebastiano muore senza eredi, lasciando il trono vacante. Sul momento venne scelto come successore uno zio, che regna fino al 1580, quando anche lui muore. In questo frangente si inserisce Filippo II, che arriva a Lisbona invadendo il territorio e conquista anche la corona portoghese. Si trovò però ad affrontare un difficile periodo economico, iniziarono infatti a manifestarsi i primi sintomi di una crisi economica, avendo ereditato un regno vasto ma già molto indebitato, inoltre aveva un’amministrazione molto dispendiosa. La Spagna di Filippo Il era piena di debiti, tanto che fin dall’inizio fu costretto a imporre dei prelievi straordinari di tasse, risultando odioso alla popolazione. Fu anche costretto a chiedere moltissimi prestiti, che non fu mai in grado di restituire. Nel 1557, poco dopo essere salito al trono, si trova a dichiarare la prima bancarotta, ma ne dichiarerà altre due nel suo regno. In Spagna mancava un ceto imprenditoriale vivace, aveva un economia prettamente agricola senza spirito d’intesa, dunque l’economia era cristallizzata su un modello ormai vecchio. Si trovò inoltre a dover contenere il calvinismo, che aveva trovato terreno fertile tra i principi e la nobiltà fiamminga nei Paesi Bassi. Filippo II, in quanto difensore del cattolicesimo, dapprima aveva reagito pensando di istituire un tribunale dell’inquisizione nei Paesi Bassi. Questa decisione però andava contro quell’autonomia che i territori fiamminghi avevano sempre avuto. Le Fiandre erano divise in 17 province autonome, quindi imporre un controllo religioso avrebbe reciso questa libertà. Aumentò inoltre le tasse come aveva fatto anche in Spagna. Queste due cose insieme causarono proteste guidate dai nobili, che aiutarono e fomentarono la popolazione a ribellarsi, tanto da compilare un documento con la richiesta di rivedere le sue posizioni, soprattutto in ambito religioso. I nobili erano appoggiati da una sorellastra di Filippo II, Margherita d’Austria, nominata da lui stesso come governatrice dei Paesi Bassi. Margherita concede piena libertà religiosa alle province. Filippo II istituisce il ‘consiglio dei Torbidi”, un tribunale ancora più duro rispetto a quello dell’inquisizione, che mandò a morte un sacco di persone. Ciò non annientò le rivolte, ma peggiorò la situazione, tanto che anche i cattolici fiamminghi si sollevarono contro di lui. La popolazione trovò il proprio paladino in Guglielmo I d’Orange, che rappresenterà sia i calvinisti che i cattolici, uniti nel 1576 nell’unione di Gand. Filippo II, trovandosi in difficoltà, invia un suo rappresentate nelle province unite a fare da paciere. Concedendo maggiori libertà alle province, riesce ad evitare la guerra. Questo periodo di pace durerà pochi anni. Si creerà una spaccatura e nasceranno due leghe, nel 1579. L'unione delle 7 province protestanti nell’unione di Utrecht (che si dichiarerà indipendente dalla Spagna nel 1581) e l’unione di Arras con le 10 province cattoliche (che resteranno fedeli alla Spagna). La Spagna non riconoscerà l’unione di Utrecht per molti anni, ne riconosceranno l’indipendenza solo nel 1648, al termine della guerra dei 30 anni. L’Inghilterra di Elisabetta I Tudor: È un regno lunghissimo in cui si formerà la modema Inghilterra. Elisabetta nasce da Enrico VIII e Anna Bolena. Dopo Maria Tudor, che era stata sposata con Filippo II, sale al trono Elisabetta. Elisabetta non si sposerà mai (da qui Virgin Queen), per molti sarà considerata una figlia illegittima, ma governerà per 45 lunghissimi anni. Dedicò moltissimo spazio alla questione religiosa. Ereditò un regno dove vi era stata una repressione fortissima, e voleva arrivare ad una situazione di pace, abbracciando la fede anglicana, che farò restaurare tanto che nel 1559 (appena salita al trono) emana il (secondo) atto du supremazia, riaffermando la chiesa anglicana e dichiarandosene capo. Nello stesso anno emana l’atto di uniformità, con cui ripristinava l’uso del libro ufficiale della dottrina (che Maria la sanguinaria aveva vietato). Cercherà di evitare ogni estremismo religioso, che siano essi cattolici o protestanti (si stava affermando una minoranza importante per la storia inglese del 600, il puritanesimo, di ispirazione calvinista. Venivano chiamati puritani perché volevano purificare la chiesa anglicana). l’Irlanda faceva parte del regno ed era cattolica, così come la Scozia, compromesso, lasciando più possibilità agli ugonotti di professare liberamente la propria fede, ad eccezione di alcune città francesi, tra cui Parigi. Queste concessioni aumentarono il malcontento dei cattolici. Si giunge alla notte di San Bartolomeo, agosto 1572. A Parigi viene celebrato il matrimonio tra Enrico di Borbone (capo della fazione ugonotta) e Caterina di Valois (figlia di Caterina de medici e sorella del re Carlo IX). Il matrimonio era voluto dalla regina con lo scopo di pacificare la situazione. A Parigi arrivano moltissimi ugonotti, soprattutto nobili invitati al matrimonio. Di questa situazione approfittano i cattolici che ,nella notte tra il 23 e il 24 agosto, scatenato una caccia all’uomo a partire dal palazzo del Louvre. Carlo IX chiude ogni via di fuga agli ugonotti e li fa massacrare in tutta la città. Enrico di Borbona riesce però a fuggire. I massacri continueranno per un paio di mesi, anche fuori Parigi. Carlo IX revoca ogni libertà concessa con l’editto agli ugonotti. Una reazione così violenta non poteva essere risolutiva, tanto che si arriva alla resa dei conti quando Carlo IX muore. Muore nel 1575 senza eredi maschi. Sale al trono il terzo fratello, Enrico III. È sotto il suo regno che la situazione si aggrava. Enrico di Borbone decide di riprendere la lotta contro i cattolici. Scoppia la ‘guerra dei tre Enrichi” (il re, il capo degli ugonotti ed Enrico di Guisa). Lo scontro rimane più politico che militare. Enrico III era già in età adulta e non aveva eredi maschi, dunque decide di scegliere un successore. La scelta è inaspettata, poiché sceglie il cognato, Enrico di Borbone, a condizione che questo si converta al cattolicesimo. Inoltre fa assassinare Enrico di Guisa, che voleva contestare questa decisione. Enrico III viene a sua volta ucciso da un frate dominicano, Jacques Clement (per ‘vendicare il cattolicesimo’). Finisce la dinastia dei Valois e nasce l’ascesa al trono di Enrico di Borbone. Lui era dunque l’erede designato, ma come potevano Spagna e papato accettare un ugonotto sul trono? Per i primi anni viene ostacolato e dovrà combattere diverse resistenze, anche a livello internazionale. Alla fine assedia Parigi e nel 1593 annuncia la sua conversione al cattolicesimo, compie la pubblica abiura e nel 1594 viene incoronato col nome di Enrico IV (non vuole rompere la successione ideale dei Valois, anche se con lui inizia la dinastia dei Borbone), pronunciando la famosa frase ‘Parigi val bene una messa”. Per alcuni anni ci saranno ancora scontri, tra Francia e Spagna soprattutto. Qualche anno dopo essere diventato re, Enrico IV firmerà l’editto di Nantes, che riconoscerà agli ugonotti pieni diritti di culto, civili e politici, venendo assimilati ai sudditi francesi. Potevano occupare qualsiasi carica pubblica e possedere importanti piazzeforti nel paese, tra cui Montpellier e La Rochelle. Resterà esclusa Parigi dalla libertà di culto, in quanto capitale e quindi esclusivamente cattolica. Con questo editto si concludono idealmente le guerre di religione in Francia. La monarchia ne esce paradossalmente rafforzata, grazie a Enrico IV che risolleverà il paese. Cambia la classe dirigente che amministra lo Stato, scegliendo come funzionari uomini di ordine borghese. Introduce una tassa, nel 1604, chiamata paulette, che dava la possibilità di acquistare un titolo nobiliare e renderlo ereditario. Lo fece anche per un motivo economico. Nascerà un nuovo ceto, la nobiltà di toga. Nasce la distinzione tra nobiltà di toga e mobilità di spada (la vecchia nobiltà storica). Riduce l’autonomia di alcuni organismi come i parlamenti, non convoca più gli stati generali e investe moltissimo nell’economia, grazie anche al ministro dell’economia, che era un ugonotto, il duca di Sully. Deciderà di investire molto nell’attività manifatturiera, adottando una politica protezionistica a favore di merci e prodotti nazionali. Creeranno molti monopoli. Vi furono comunque delle voci contrarie, sia per via degli ugonotti, che pur senza operare in maniera violenta continueranno a vivere come una comunità chiusa, sia per via della nobiltà di spada, il cui peso politico veniva ridotto dal re. IL 600 Non fu una crisi che colpì indistintamente tutta Europa. Le zone maggiormente colpite furono i territori affacciati sul mediterraneo (penisola iberica, italiana) e la zona dell’Europa continentale. La crisi si manifesta nel 600 per via della crescita esponenziale dei due secoli precedenti. Erano aumentati i centri urbani, il tessuto sociale si era modificato. Questa crescita aveva in alcuni casi costretto a trovare delle alternative a livello produttivo, adoperando un tipo di agricoltura estensivo (coltivare tutti i terreni, anche quelli poveri). Il terreno si impoveriì e i raccolti diventarono sempre più scarsi, senza poter fronteggiare l’alta richiesta di prodotti. Vi fu anche un peggioramento del clima. Si svilupparono carestie e la popolazione diminui. Si diffusero di nuovo le epidemie, torna la peste che colpisce l'Europa in una serie di ondate (raccontata da Manzoni), ma anche tifo, vaiolo, colera, tutte malattie tipiche delle società preindustriali. Dove scoppiavano queste epidemie, la popolazione tendeva a fuggire, creando fenomeni di spostamento demografico. Il calo demografico portò a una riduzione della richiesta di beni, provocando una conseguente contrazione dei mercati, dapprima con un ristagno, poi con un calo, sia negli investimenti che nella produzione. La guerra dei 30 anni complicò ulteriormente la situazione. Il conflitto si svolge esclusivamente in Germania, ma con la partecipazione di tutte le potenze europee. Viene considerata l’ultima guerra di religione europea, nonostante abbia anche dei motivi politici. Anche in questa crisi vi sono delle rivolte sociali. Non si tratta di movimenti come quelli del 300, ma di proteste, che vedono coinvolti contadini ma anche bottegai, quindi ambiente urbano ma anche rurale; sono dovute soprattutto all'aumento delle tasse. Differentemente dagli altri paesi, 1’Olanda e l’Inghilterra riescono a resistere. L'Olanda: Si amarono a intrecciare una serie di elementi che lo resero il paese vincente del 600. A partire dalla fine del 400 era diventata la terra d’accoglienza delle minoranze perseguitate dai paesi cattolici, in primis la Spagna. Soprattutto gli ebrei provenivano da un ceto borghese, portando nel paese esperienza e ricchezza. Anche i calvinisti vi si erano recati, poiché ogni fede religiosa era tollerata. Questa libertà attirò moltissimo coloro che fuggivano, portando un afflusso di iniziativa economica. Gli olandesi furono molto abili a andarsi a sostituire nelle rotte orientali ai portoghesi. Il fenomeno del mercantilismo: nel 600 viene elaborata questa politica economica. L’idea di fondo è che ogni stato dovesse cercare di arricchirsi il più possibile a discapito degli altri. Si pensava che sulla Terra le risorse non fossero incrementabili né inesauribili, e dunque bisognasse impossessarsi della parte maggiore prevalendo sugli altri. Questo a livello ideologico. A livello pratico, bisognava ridurre al minimo le importazioni e aumentare il più possibile le esportazioni, - vengono aumentati i dazi doganali “favorire la produzione interna = creare dei monopoli, affidati a compagnie commerciali fidate È la politica protezionista per eccellenza, ed interventista, poiché lo Stato interviene un sacco, oltre che aggressiva. Scoppieranno molti conflitti per motivi economici, seppur di poco impatto. Il grosso difetto di questa politica è la mancanza di sviluppo, di modernizzazione. L'Olanda abbraccia questa politica e uscirà dalla crisi del 600 vincente (come anche l’Inghilterra) ma dopo giungerà al tracollo. L’Olanda avrà nel 600 una flotta mercantile maggiore di quelle di Spagna, Francia e Inghilterra messe insieme. Utilizzavano delle navi di facilissima gestione (simili alle navi da guerra inglesi), per cui bastavano pochi uomini, perciò avevano una flotta enorme. Aver conquistato tante rotte commerciali e avere molto capitale a disposizione, li porterà a creare numerose innovazioni. Nel 1602 fondano la compagnia delle Indie orientali, e poi quella delle Indie occidentali. Non saranno l’unica innovazione; ricordiamo la borsa di Amsterdam, fondata nel 1608 (la più importante d’Europa, ma non la prima, che era quella di Anversa). Amsterdam diventerà un centro fondamentale per l'economia, a livello quasi mondiale, tanto che vedrà crescere la sua popolazione in maniera esponenziale. All’interno della repubblica vi erano due figure chiave: Il Gran Pensionario: il portavoce dell’Olanda all’interno della repubblica, quasi esclusivo appannaggio della famiglia De Witt, una famiglia borghese ascesa in quel periodo. Lo Statolder: il comandante delle forze armate, appannaggio della famiglia dei d'Orange. L’Olanda darà molta importanza al sistema scolastico, introducendo la scuola elementare obbligatoria (un secolo e mezzo rispetto agli altri), per fornire almeno i rudimenti di contabilità ed economia. organizzarono un governo provvisorio che si mise immediatamente alla ricerca di un successore di Ferdinando. La guerra ha 4 fasi: 1. Fase boemo-palatina (1618-1620) 2. Fase danese (1625-1629) 3. Fase svedese (1629-1635) 4. Fase francese (1635-1648) Nella prima fase vi è lo scontro tra la Boemia e il Palatinato. Il trono viene proposto dai nobili boemi a Federico V duca del Palatinato. Muore l’imperatore Mattia (Ferdinando non era ancora imperatore), e viene convocato il concilio deo principi elettori, tra cui vi era Federico V. Ferdinando viene eletto imperatore col nome di Ferdinando II. Federico però accetta poi il titolo di re della Boemia. A questo punto Federico V aveva due voti, facendo aumentare i voti protestanti rispetto a quelli cattolici. Ferdinando II con l’esercito imperiale ha l’appoggio della Spagna, le cui truppe, situate nei Paesi Bassi, arrivano velocemente. Federico V voleva creare una colazione antiasbugica, cercando l’appoggio della repubblica delle 7 province unite, dell’Inghilterra e della Francia. In realtà si ritrovò poi da solo. L'esercito imperiale era guidato dal conte di Tilly, e batte gli avversari nel 1620 nella battaglia della Montagna Bianca. Federico V scappa, Praga viene devastata e molti capi protestanti vengono uccisi. Tornano i gesuiti in Boemia e viene posta la rinuncia all’utraquismo, pena l’esilio. Dal 1620 al 1625 non vi fu una vera e propria guerra, furono anni di grande tensione. Gli spagnoli decisero di occupare l’alto Palatinato con le truppe, sia per punire Federico V, sia perché era un passaggio utile coi paesi bassi. Il massacro dei Grigioni: avviene in Valtellina, dove vi erano principalmente cattolici. Lo scontro viene fomentato dagli spagnoli, che spinsero i cattolici contro la minoranza, aiutandoli addirittura militarmente. Questo perché gli spagnoli volevano arrivare a controllare la Valtellina. Nel 1625 inizia la fase danese. Il re danese, Cristiano IV, decide di scendere in campo, perché temeva l’avanzata degli Asburgo nell’Europa del nord. Si propone inoltre come nuovo leader dell’unione protestante. Si assicura l’appoggio delle potenze europee (province unite, Inghilterra, Francia, Svezia). In realtà non interverrà nessuno , rimarrà un appoggio scritto solo sulla carta. Oltre a Tilly era arrivato un altro importante generale, Albrecht Von Wallenstein, nobile boemo e protestate che si era convertito al cattolicesimo, diventando uno dei più fedeli collaboratori di Ferdinando. Con il sistema del doppio esercito (uno per generale) Cristiano IV si trova circondato, tanto da dover chiedere la pace dopo 4 anni, è la Pace di Lubecca, dove si stabilisce che la Danimarca rinunci a qualunque tentativo di ingerenza nei territori dell’impero. Dopo vi è l’editto di restituzione, che stabiliva la restituzione alla chiesa cattolica di tutti i beni sottratti dopo il 1550. Inoltre dichiarava illegale il calvinismo in tutto il territorio dell’impero. Propone poi di trasformare la carica di imperatore da elettiva a ereditaria, ma non andò a buon fine. Si apre la fase svedese, che vede protagonista il re Gustavo Adolfo. A lui si rivolgono i principi protestanti tedeschi. Svezia e Danimarca gestivano infatti la zona del baltico. Gustavo trova l’appoggio della Francia, che però manda solo aiuti finanziari, senza intervenire direttamente. Dapprima l’esercito di Gustavo batte quello imperiale, fino alla battaglia di Litzen, una vittoria svedese in cui però il re muore in battaglia. Nel frattempo muore anche Wallenstein, sospettato di essere un traditore dell’imperatore e dunque fatto assassinare da Ferdinando. Si arriva così all’ultima fase, con la pace di Praga (1635), che sarà favorevole ai protestanti. L’ultima fase è per l’appunto quella francese che va dalla pace di Praga fino alla fine della guerra. Possiede questo nome proprio perché vede l’intervento della Francia; i francesi infatti tamevano che gli Asburgo (alleati con gli Asburgo di Spagna) si rafforzassero e comprendono che quello era il momento ideale per intervenire. La Francia si trova sotto il re Luigi XIII, affiancato dal cardinale Richelieu, che decide di intervenire ora attaccando un esercito (quello asburgico) che era già stato pesantemente sconfitto e decimato. L'Olanda interviene a favore della Francia, così come la Svezia, il ducato di Savoia e altri ducati minori italiani. La svolta avviene nel 1643 con la battaglia di Rocroi, con il cardinale Mazarino (che andò a sostituire Richelieu). I francesi ottengono una vittoria schiacciante, portando la guerra verso la sua conclusione. Gli Asburgo iniziano lentamente ad avviarsi verso le trattative di pace; nel frattempo Ferdinando II era morto ed era salito al trono Ferdinando III, che non aveva intenzione di proseguire coni conflitti. Nel 1648 si giunge alle paci di Westfalia, l'impero decide di stipulare due trattati separati, uno con la Francia e uno con la Svezia. Sono estremamente complessi e strutturati, ne emerse che: 1. La Svezia diventa potenza del nord, ottenendo diversi territori che strappa all’impero, nella Germania settentrionale, e dei porti sul Baltico. 2. La Francia ottiene dei territori sul confine orientale con la Germania, ma sarà costretta a continuare la guerra, non con gli Asburgo tedeschi ma con gli Asburgo di Spagna. Questa guerra si concluderà nel 1659 con il trattato dei Pirenei (tramite il quale la Francia otterrà dei territori sui Pirenei, acquisendo maggiore influenza sulla penisola italiana). 3. Il pieno riconoscimento della repubblica delle sette province unite come Stato indipendente e della confederazione dei cantoni svizzeri. 4. Viene abolito definitivamente l’editto di restituzione, questo ebbe come corollario e conseguenza diretta quella di concedere libertà religiosa, facendo sì che il calvinismo divenisse accettabile entro i territori dell’impero. Inoltre i sudditi ora non devono adeguarsi alla religione scelta del principe, possono aderire a qualsiasi confessione religiosa, purché la pratichino privatamente. 5. L’impero viene riorganizzato per renderlo più ordinato, diviso in 350 stati che riusciranno a mantenere una notevole autonomia. Si conclude così l’ultima guerra di religione Europea, sancendo il principio di Pluralismo Confessionale, che distingue politica e religione una volta per tutte. Vengono poste le basi della laicità dello stato, concetto tipico degli stati moderni. Inoltre verrà affermato il principio che ogni stato è libero e sovrano, ossia libero di gestire la propria politica interna senza ingerenze da parte di stati esteri. Cambierà dunque l’approccio tra Stati, che si faranno guerra per problemi di discordie internazionali. Questo avvierà quella che sarà la diplomazia internazionale, ossia si tenterà di risolvere i conflitti tra stati con la diplomazia. Alcuni addirittura definiscono le paci di Westfalia come la nascita del diritto internazionale. Come si sviluppa il pensiero politico nel 600? Nasce un approccio completamente diverso verso il sapere, infatti questo sarà il periodo della rivoluzione scientifica. Cambia anche l’approccio politico, gli intellettuali iniziano a riflettere sulla possibilità di elaborare teorie politiche che permettano di attuare un approccio scientifico anche verso la politica. Nascono delle teorie politiche fondate e strutturate. Da queste nuove dottrine nascerà una nuova concezione di potere, che si allontanerà dalla concezione del potere come diritto divino, ma verranno introdotti nuovi concetti di giustificazione del potere, il primo sarà quello del potere come diritto sociale (contratto tra governanti e popolo), e poi quello di diritto naturale (per diritto di natura si intende la libertà che ognuno ha di usare come vuole il proprio potere, le proprie capacità e abilità, per la conservazione della propria vita e conseguentemente di fare qualsiasi cosa che si ritenga necessaria per tale scopo). I due più grandi teorici di questo periodo furono Thomas Hobbes (primo 600) (ASSOLUTISMO) e John Locke (LIBERALISMO) (pieno 600). Gli stati europei nel 600 incarnano uno dei due modelli. Nell’ambito di uno stato liberale si lascerà un’ampia gamma di libertà (stampa, opinione...) che non esisteva con l’assolutismo. Vi sarà un prevalere della teoria di Hobbes (ad esempio con la monarchia assoluta francese), ma la teoria di Locke si concretizzerà nella Repubblica delle 7 province unite nella forma repubblicana, in Inghilterra nella forma di monarchia costituzionale. In questi due paesi sono quelli che si sono salvati dalla crisi del 600, il modello liberale con le sue aperture garantiva dunque una maggiore elasticità rispetto all’assolutismo. l’Inghilterra nel 600: La società inglese del 600 è articolata ma gerarchicamente strutturata. (inserire foto) I pari erano quelli che avevano ricoperto maggiore autorità nelle campagne, ma ora si trovavano in crisi. I membri della gentry erano fatti di piccoli e medi proprietari che si erano arricchiti a partire dal 500 (durante il fenomeno delle enclosures (recinzioni), che derivava da una abitudine medievale, ossia quella di condividere alcune terre nei villaggi; terre che appartenevano a privati contadini venivano coltivate in comune e il raccolto condiviso. A partire dal 500 in Inghilterra si iniziò a recintare questi terreni comuni e i proprietari se le ripresero, rendendoli privati. Questo perché i signori preferivano sfruttare le proprie terre per aumentare la loro produzione). vi era una divisione tra gentry maggiore (coloro che avevano titoli nobiliari o ricoprivano una qualche carica pubblica) e minore (i cosiddetti gentleman, che talvolta ricoprivano funzioni politiche o militari, ma a livello locale). Poi vi sono gli Yeomen, che avevano riscattato piccole proprietà. Sotto di loro stavano i lavoratori salariati (in ambito rurale) e infine i contadini poveri, ossia il risvolto negativo delle enclosures. In città vi erano i grandi mercanti, spesso sostenuti dalla corona. Poi artigiani, commercianti e professionisti. Infine vi erano i lavoratori salariati (in ambito urbano) e i disoccupati. Questo a livello sociale, non di ricchezza. La situazione politica: Dopo la morte di Elisabetta I si estingue la dinastia dei Tudor. Il suo successore è il nipote, Giacomo di Scozia, figlio di Maria Stuart. Nonostante fosse cattolico decide di aderire all’anglicanesimo non appena salito al trono. In Inghilterra vi erano però delle minoranze, tra cui una cattolica, che sperava di vedere restaurato il cattolicesimo nel paese. Inizialmente Giacomo accettò la presenza di queste minoranza, ma a seguito di una congiura ordita dai cattolici (congiura delle polveri, detta così perché fi posta una grande quantità di esplosivo sotto il Parlamento con il proposito di farla esplodere durante una visita del re. L’organizzatore fu Guy Fawkes) inaspri terribilmente la legislazione anticattolica. Si trovò a fare i conti anche con i calvinisti, che erano amrivati dalla scozia, i puritani, diffusi tra i ceti economicamente più attivi in città. Erano dei calvinisti rigidissimi, orientati verso la purificazione della chiesa, fortemente contro il cattolicesimo e il Papa. Anche nei loro confronti, dopo la congiura dei cattolici, sarà meno tollerante (in generale verso tutte le minoranze). Negli anni successivi moltissimi puritani lasceranno il paese per continuare a professare la propria religione, ad esempio i padri pellegrini, salpati sulla Mayflower per giungere in America. Il ruolo del Parlamento: nasce circa tra il 1240 e il 1250, è una specie di evoluzione del consiglio della corona, che guida il sovrano anche in materia giuridica e legislativa. Nel 1265 si apre anche ai rappresentanti della borghesia. Nel 1339 il Parlamento si divide in due, camera alta (lord, carica ereditaria per i nobili o legata alla finzione per gli ecclesiastici) e camera bassa (comuni, i membri venivano eletti e dovevano avere una certa ricchezza; erano eletti 2 rappresentanti per ogni contea). La camera alta si adeguava di più alla politica del re rispetto alla camera bassa.
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