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Storia del cinema – un’introduzione (Thompson e Bordwell). Sintesi schematica completa., Sintesi del corso di Storia Del Cinema

Sintesi schematica e completa del libro "Storia del cinema – Un’introduzione" di Kristin Thompson e David Bordwell studiato per la parte istituzionale dell'esame di Storia del Cinema con il prof. Fumagalli. La sintesi riporta la stessa divisione del manuale (per rendere più facile l'orientamento) e si sofferma maggiormente sugli argomenti che durante le lezioni (frequentate interamente) erano emersi come più importanti.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 06/10/2020

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Scarica Storia del cinema – un’introduzione (Thompson e Bordwell). Sintesi schematica completa. e più Sintesi del corso in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! Sintesi schematica completa del libro Storia del cinema – un’introduzione di Kristin Thompson e David Bordwell Cap. 1 – L’invenzione e i primi anni del cinema (1880 – 1904) 1)L’invenzione del cinema • Presupposti per la nascita del cinema: - Dal punto di vista scientifico: gli scienziati dovettero comprendere che l’occhio umano riesce a percepire il movimento a partire da una rapida successione di una serie di immagini leggermente diverse a una velocità di almeno 16 al secondo (XIX secolo, è una scoperta testimoniata dall’invenzione del fenachitoscopio e dello zootrpio). - Dal punto di vista tecnologico: bisognava avere la possibilità di proiettare una serie di immagini su una superficie e di ridurre il tempo di esposizione della fotografia per poter scattare 16 o più foto al secondo (un avanzamento tecnologico che non si avrà fino al 1878). Serviva inoltre l’invenzioe di un meccanismo a intermittenza adatto alle macchine da presa e ai proiettori. - Dal punto di vista dei materiali: le fotografie dovevano essere impressionate su una base flessibile in modo da scorrere attraverso la macchina da presa (1889 nasce la celluloide). • Un’invenzione internazionale: - Nel 1888 Edison iniziò a lavorare su una macchina che potesse riprendere e mostrare immagini in movimento. Lavorò insieme all’assistente Dickson e sui materiali forniti da Eastman Kodak (durante i loro esperimenti usarono una pellicola tagliata 35mm, poi diventata il formato standard). Costruirono un piccolo teatro di posa nel New Jersey e nel gennaio 1893 erano pronti per la produzione (film da 20 sec). Il loro Kinetoscopio venne messo da parte quando si arrivò alla possibilità di proiettare i film. - Ai fratelli Lumière venne chiesto nel 1894 da un concessionario del kinetoscopio di realizzare pellicole meno costose. In poco tempo realizzarono il cinématographe, una piccola macchina da presa che usava pellicole in 35mm e un meccanismo a intermittenza che permetteva di girare film a una velocità di 16 fotogrammi al secondo. Il primo film realizzato in questo modo fu L’uscita dalle fabbriche Lumière (1895). - Nel Regno Unito Robert W. Paul riuscì a realizzare un analogo processo di invenzione e nel 1896 riuscì a mostrare alcuni suoi film. A differenza degli altri inventori, vendeva le sue apparecchiature invece di affittarle, contribuendo così alla diffusione dell’industria cinematografica. - Nel 1897 l’invenzione del cinema poteva considerarsi completa. I principali sistemi erano due: peepshow e proiezioni per un vasto pubblico. 2)La nascita della produzione e dell’esercizio • Lo sviluppo dell’industria cinematografica francese: - La maggior parte dei soggetti era costituita da vedute, panorami e brevi resoconti di viaggio - Nel 1897 i fratelli Lumière iniziarono a vendere la loro macchina e in seguito nacquero altre case di produzione come la Star Film di Georges Méliès (illusionista. Nel 1896 riesce a costruire la sua cinepresa. Gira 78 film nel primo anno usando il trucco del fermo macchina.) • Gli USA: la concorrenza e la nascita di Edison: - Nel 1899 nasce la compagnia American Mutoscope & Biograph ed ebbe un notevole successo. - Per fronteggiare la concorrenza Edison chiama Edquin S. Porter, regista al quale sono attribuite la maggior parte delle innovazioni del periodo, inclusa la realizzazione del primo film narrativo (Life of an American Fireman, 1908), caratterizzato da un notevole perfezionamento del montaggio (stessa azione da due punti di vista). Cap. 2 – L’espansione internazionale del cinema (1905 – 1912) 1)La produzione cinematografica in Europa • Francia: Pathé vs Gaumont - Tra il 1905 e il 1906 l’industria cinematografica francese visse una fase di notevole sviluppo grazie alle due principali società: Pathé Frères e Gaumont. - La Pathé fu anche una delle prime società a basarsi su un sistema di concentrazione verticale (produzione, distribuzione ed esercizio): costruiva macchine, fabbricava pellicole, girava film, produceva copie, possedeva sale e distribuiva film a noleggio. Realizzarono anche il sistema di colorazione stencil. • L’Italia: l’importanza della messa in scena - A partire dal 1905 l’industria cinematografica italiana si sviluppò sul modello francese. Le principali case di produzione erano la Cines (Roma), Ambrosio Film e Itala Film (Torino). - In Italia prima che altrove il film venne considerato una forma d’arte. - Nel 1910 era seconda solo alla Francia per il numero di film esportati. 2)L’industria cinematografica americana e la lotta per l’espansione • La crescita dei Nickelodeons: tra il 1905 e il 1907 si verificò un aumento di sale (piccoli magazzini, l’entrata costava un nickel, da qui il nome tecnico) e i produttori iniziarono a noleggiare i film (il che portò ad un’obbligatoria maggiore varietà nella programmazione) • La Motion Picture Parents Company - Per risolvere il problema della competizione, la Edison e la AM&B fondarono una nuova società che, possedendo tutti i brevetti esistenti, avrebbe controllato tutte le altre e riscosso la tassa dovuta per produrre film: la Motion Picture Parents Company (1908). - Già l’anno successivo alla sua fondazione subì il primo attacco: Carl Laemmle fondò la Indipendent Motion Picture, sulle cui basi sarebbe poi nata la Universal. - Nel 1915 la MPPC venne condannata dall’antitrust del governo americano. • Società e Star System: - Inizialmente le sale cinematografiche non godevano di buona fama, per questo le società adottarono forme di autocensura, anche perché negli USA non venne mai approvata una legge di censura nazionale. - Le società iniziarono a produrre film con il proprio marchio. 3)Il problema della chiarezza narrativa • Profondità di campo: dai primi anni i registi avevano scelto di riprendere l’azione in profondità di campo, in modo che un particolare sviluppo della trama potesse essere sottolineato dall’avvicinamento della camera. • Didascalie: prima del 1905 la maggior parte dei film non aveva didascalie, i titoli fornivano le informazioni essenziali. Durante il periodo dei Nickelodeons, quando i film diventarono più lunghi e complessi, vennero integrate didascalie di due tipi: descrittive e narrative. • Recitazione e macchina da presa: a partire dal 1908 i registi cominciarono ad avvicinare la macchina da presa, fino ad arrivare a un’inquadratura standard che riprendeva le figure dai fianchi (piano americano). Negli stessi anni, le macchine da prese furono corredate di teste girevoli che permettevano panoramiche. • L’inizio della continuità narrativa: - Montaggio alternato: i registi si resero conto che durante gli stacchi fra due luoghi diversi, lo spettatore comprendeva che le azioni si svolgevano contemporaneamente. - Montaggio analitico: tipo di montaggio che suddivide uno spazio unico in inquadrature diverse. - Montaggio contiguo: per seguire l’azione di un personaggio (es. inseguimento) anche quando esce dall’inquadratura. Porta poi alla tecnica del campo e co ntrocampo con la conseguente regola di evitare scavalcamenti di campo. Altro modo per utilizzare il montaggio contiguo è il raccordo di sguardo. Cap. 3 – Cinematografie nazionali, classicismo hollywoodiano e WW1 (1913-1919) 1)L’Europa e la nascita delle cinematografie nazionali • Italia: - I trionfi maggiori all’estero continuavano a essere i film storici (Quo Vadis? Guazzoni, 1913. Cabiria, Pastrone, 1914). Un altro genere che si sviluppa è quello del cosiddetto “cinema in frak”: storie di passioni dell’alta borghesia con al centro delle dive - Dopo la guerra l’Italia cercò, con la fondazione dell’Unione Cinematografica Italiana, di far concorrenza agli USA, ma il declino proseguì negli anni ’20 • Francia: - La Gaumont aumentò la produzione prima della guerra affidandosi ai registi Perret e Feuillade quale nel cinema l’interpretazione e la risposta dello spettatore dipendono più dal montaggio che dall’inquadratura 2)La ripresa durante la NEP (1921-1924) • Il varo della NEP (1921) fece in modo che le riserve di pellicola riapparissero sul mercato • Nel 1922 Lenin rilasciò due comunicati ufficiali: 1) la programmazione cinematografica doveva bilanciarsi tra intrattenimento e istruzione 2) di tutte le arti il cinema è la più importante (forza propagandistica). 3)La scuola del montaggio e l’aumento del controllo dello Stato (1925-1933) • La crescita dell’industria cinematografica: - Il governo decise di creare una nuova società per il controllo della distribuzione, la Sovkino. Questa aprì nuove sale, rifornì le regioni rurali di attrezzature e regolò l’importazione di film stranieri. - Il primo grande trionfo estero fu La corazzata Potemkin (192, Ejzennstein). • L’influenza del costruttivismo - Il costruttivismo nasce dall’unione di influenze del cubismo francese, del futurismo italiano e del suprematismo (Malevic, approccio più spirituale e astratto), insieme alla ricerca di un’arte socialmente utile. - Per il costruttivista, l’arte doveva inevitabilmente adempiere a una funzione sociale, non era oggetto di contemplazione o espressione di verità. L’artista doveva essere un artigiano che con materiai appropriati e un approccio strumentalista, era in grado di creare un oggetto artistico. - L’oggetto artistico doveva provocare specifiche reazioni, adempiendo così scopi educativi e propagandistici. L’arte doveva essere comprensibile soprattutto alle classi basse (il che è l’esatto contrario di quanto affermava il formalismo). • Una nuova generazione di registi: - Ejzenstein: lavorò nel teatro di Mosca. Il suo primo lungometraggio fu Sciopero che già presentava le teorizzazioni del montaggio. Seguirono, nello stesso stile, La corazzata Potemkin e Ottobre. - Anche La madre di Pudovkin affermava l’idea del montaggio come base estetica del film. • Gli scritti teorici dei registi del montaggio sovietico - La concezione più complessa del montaggio fu quella di Ejzenstein. Secondo lui questo non doveva fondarsi sulla fluidità narrativa, ma ispirarsi alla filosofia del materialismo dialettico: il montaggio avrebbe dovuto sottoporre lo spettatore al conflitto di vari elementi per portarlo alla comprensione di un concetto nuovo. - Una soluzione spesso utilizzata era il “montaggio delle attrazioni”: collegamento di due azioni non per suggerire simultaneità o causalità, ma per esprimere un concetto e orientare la risposta emotiva dello spettatore. Insieme ad esso venivano spesso usati inserti non diegetici (una o più inquadrature la cui articolazione spazio-temporale non evidenzia legami con gli eventi rappresentati nel film) • Forma e stile del montaggio sovietico - Generi: i film d’avanguardia erano dedicati alla storia del movimento rivoluzionario - Narrazione: il ruolo dell’individuo come motore dell’intreccio è ridimensionato. In accordo con le teorie marxiste, le azioni del singolo sono diretta conseguenza delle forze sociali. - Montaggio: alla continuità si opponeva un’estrema frammentazione. I tagli del montaggio sovietico creavano relazione temporali sovrapposte (overlapping editing) o ellittiche (jumping cutting). 4)Il piano quinquennale e la fine del cinema d’avanguardia. • A partire dal 1927 si assiste a un controllo sempre maggiore da parte del governo sui contenuti e sullo stile dei film. L’accusa più diffusa, come anche in letteratura, era quella di formalismo. Cap. 7 – Hollywood: l’ultima stagione del muto (1920-1928) 1)Le catene di sale cinematografiche e l’espansione dell’industria • L’integrazione verticale: - Nel 1925 la Paramount-Publix realizzò la prima concentrazione di produzione-distribuzione- esercizio a diffusione nazionale. Nello stesso periodo si formò la MGM. - Per poter controllare anche le sale di cui non erano proprietarie, le società Hollywoodiane ricorsero al sistema del block booking (acquisto attraverso pacchetti di film in cui erano compresi anche film minori) • Le Tre Grandi e le Cinque Piccole - Le Tre Grandi: Paramount, MGM, First National - Cinque Piccole: Universal (autori europei), Fox (film popolari a basso costo, spesso western), Warner Bros (cominciò a espandersi dal ’24), Producers Distributing Corporation, Film Booking Office - United Artists: creata nel 1919 da autori tra cui Chaplin e Griffith, si limitava a distribuire i film prodotti indipendentemente dai suoi proprietari 2)La nascita della Motion Picture Producers and Distributors Association • L’espansione dell’industria cinematografica si accompagnò a una crescente richiesta di un maggiore controllo censorio. Per evitare una censura federale, i principali studios si accordarono per dare vita alla MPPDA. Nel ’24 vennero diffuse delle linee guida, nel ’34 si arrivò a un rigoroso Codice di Produzione. La MPPDA si occupò anche di servizi legati al mercato estero. 3)Il modo di produzione degli Studios • I film ad alto budget dei primi anni ‘20 - Es: Rapacità, 1924, Von Stroheim, Univrsal (versione originale: 9h) - I maggiori investimenti di Wall Street nel cinema portarono ad un aumento delle produzioni con budget elevati e a film colossali e sfarzosi (es. Ben Hur, 1926, Niblo, MGM) • Generi e registi: - John Ford, western. Just Pals (1920) - Universal, film horror. Il fantasma dell’opera (1925) - Genere gangster - Lungometraggi comici: Harry Langdon per Mack Sennet. Charlie Chaplin con la United Artists. Più avanti Laurel e Hardy (Stanlio e Ollio) per Hal Roach. Cap. 8 – L’introduzione del sonoro e lo Studio System Hollywoodiano (1926 – 1945) 1)Il sonoro nel cinema americano • Nel 1925 la Western Electric mise in vendita il suo sistema di registrazione su disco. Tra i primi ad interessarsene ci furono i fratelli Warner che inizialmente videro il sonoro come un modo per ridurre i costi di gestione delle sale • Nel 1926 escono i primi cortometraggi, nel 1927 il primo film Il cantante di jazz 2)Tecnologia sonora e stile classico. • Per risolvere i problemi iniziali vennero creati involucri che attutivano il rumore della macchina da presa, si iniziarono a usare le giraffe e soprattutto dal 1931 divenne possibile registrare diverse piste sonore per un’unica scena per poi mixarle. • Questo risolse anche il problema della barriera linguistica. 3)La nuova struttura dell’industria cinematografica • Le Cinque Grandi: - L’avvento del sonoro e l’inizio della Depressione provocarono alcuni cambiamenti - Paramount: dopo un fallimento nel 1933, riuscì a risollevarsi nel 1936. - MGM: era diventata lo Studios con gli utili più alti d’America - 20th Century Fox: in seguito alla Depressione ci fu l’unione tra Fox e 20th Century. - Warner Bros: politica di profitti modesti, ma sicuri. Spremettero generi popolari come il musical, il gangster movie e, con la WW2, il film bellico. - RKO: quando nel ’28 la Radio Corporation of America non riuscì a convincere nessuno Studio ad adottare il suo sistema sonoro, decise di passare alla produzione cinematografica (anche se non riuscì mai a stare al passo con le altre major). Realizzò King Kong, ebbe tra le star Fred Astaire e Ginger Rogers e produsse i primi film animati di Walt Disney. • Le Tre Piccole: - Universal: fu costretta ad affrontare difficoltà economiche dal ’30 a oltre il ’45. I film di serie b erano la risorsa più importante dello Studio. - Columbia: budget limitati, ma film popolari, tra i registi ebbero Capra per tutti gli anni ’30. - United Artist: declino iniziato con l’epoca del sonoro. 4)Innovazioni a Hollywood • Effetti speciali: retroproiezione e stampa ottica (permetteva anche il fuoco su tutti gli elementi di un piano profondo), modellini. • Nuovi generi: musical, screwball comedy (al centro coppie di personaggi eccentrici, spesso appartenenti a classi diverse. Es. You can’t take it away with you di Capra), cinema sociale, film noir, film di guerra). Cap. 9 – Cinema e totalitarismi: URSS, Germania e Italia (1930 – 1945) 1)L’URSS e il realismo socialista • Dopo il sonoro: - Gli autori della scuola del montaggio accolsero il sonoro come un mezzo per creare contrapposizioni, ma questi esperimenti andavano contro la semplicità voluta dal regime, per cui si passò a un uso più elementare del suono. • Il realismo socialista: - Determinava precisi principi estetici, introdotti dal Congresso degli scrittori del 1934, che comportavano l’obbligo per gli artisti di servire nelle loro opere gli obiettivi del Partito. - Ejzenstein fu preso di mira nel tentativo di screditare i seguaci formalisti delle teorie del montaggio. - Gli artisti dovevano descrivere in maniera positiva la vita della gente comune ed educare le classi più basse fornendo delle figure di “eroe positivo”. • I generi principali: - Film sulla guerra civile. - Film biografici (anche dell’epoca degli zar, es. Ivan il Terribile). - Racconti di eroi comuni (che imparavano a sottomettere i loro desideri al bene del Partito). - Musical socialisti. 2)Il cinema tedesco durante il nazismo • Il regime nazista e l’industria cinematografica: - Nel 1934 Goebbels prese la guida dell’ufficio di censura e sino alla fine della guerra esaminò personalmente ogni film in distribuzione. - Nel 1933 ci fu il primo tentativo di rimuovere dall’industria tutti gli ebrei, il che scatenò una fuga di talenti. Nel 1935 la campagna antisemita mise al bando tutti i film realizzati prima del ’33 alla cui produzione avessero partecipato ebrei. Poco dopo si passò alla produzione di film antisemiti. - La nazionalizzazione del cinema fu completata nel ’42 quando tutte le case di produzione tedesche furono unificate nella UFI che controllava tutta la catena, dalla produzione alle sale. • Film dell’epoca nazista: - La maggior parte dei film dell’epoca era di intrattenimento ed evasione. - Film di propaganda: apparvero nel ’33 con l’intento di stimolare la partecipazione al Partito. La maggiore autrice fu Leni Riefenstahl (Il trionfo della volontà, 1935). - Film contro i nemici del Reich. Glorificazione della guerra. 3)Italia: propaganda ed evasione durante il fascismo • Prima del fascismo: - Durante gli anni ’20 si cercò di tornare agli anni dell’anteguerra puntando sui film in costume. - Assunse rilievo il filone degli “uomini forti”, ma non riuscì a contrastare i film americani. Nel ’26 si arrivò ad avere solo venti lungometraggi. • Lo sviluppo sotto il fascismo: - Mussolini dichiarò che il cinema era l’arma più forte a servizio del potere, ma l’unica iniziativa dei primi anni per centralizzare la propaganda fu la costituzione dell’Unione Cinematografica Educativa che si occupava soprattutto di documentari e cinegiornali. - Tra il ’31 e il ’33 il cinema fu oggetto di una serie di leggi protezionistiche e il governo garantì sussidi sulla base degli incassi e istituì premi. Nel ’32 venne inaugurata la Mostra del Cinema di Venezia. - Nel ’34 venne creata la Direzione Generale della Cinematografia, con a capo Freddi. Convinto che gli italiani avrebbero rifiutato film marcatamente propagandistici, si schierò a favore del cinema di evasione. - Alcuni registi si concentrarono su un nuovo realismo dell’ambientazione, arrivando anche alla forma del semi documentario (Rapina a mano armata, 1956, Kubrick). 4)Generazioni di registi a confronto • Alfred Hitchcock: - Venne segnalato all’attenzione della critica con il primo film girato in doppia versione muta e sonora Blackmail (1929). Per tutta la sua carriera fu un abile manipolatore del suono (es. in Psycho, 1959, opera una scarnificazione sia del visivo, in bianco e nero, sia del suono, con suoni prosciugati a favore dei soli archi). - Caratteristico del suo stile fu anche l’uso di soggettive e lo humour. Mirava a sconcertare il pubblico (i suoi idoli erano i registi della scuola del montaggio sovietico). • Orson Welles contro Hollywood: - Licenziato dalla RKO divenne un regista errante. Adottò sempre la tecnica spettacolare che l’aveva reso famoso in Quarto Potere: uso gotico del chiaroscuro, profondità di campo, colonne sonore potenti, labirintici movimenti di camera. • L’impatto del teatro. - Negli anni ’30 il Group Theatre trapiantò in America il metodo Stanislavskij del Teatro di Mosca. Questo rese famosi, tra gli altri, Marlon Brando e James Dean. Cap. 12 – Italia: neorealismo e oltre (1945 – 1954) • La nascita del realismo: - Nel dopoguerra, sia nella letteratura che nel cinema, emerge un impulso realista. Nel cinema questo era dato anche dal volersi distanziare dai grandi film storici del periodo precedente. In più i danni causati dalla guerra a Cinecittà avevano portato i registi a spostarsi nelle strade e nelle campagne e a non poter più contare sulle grandi scenografie da studio. - I film neorealisti proponevano vicende contemporanee (es. Roma città aperta, 1945, Rossellini. Parla della Resistenza. Ladri di biciclette, 1948, De Sica. Storia di un impiegato). - Gran parte dei film neorealisti suscitò una reazione negativa da parte dei funzionari del dopoguerra: il ritratto del Paese era troppo negativo. Anche il pubblico preferiva i film americani più di evasione. • Il “neorealismo rosa”: - Nel ’49 la “legge Andreotti” fissò limiti alle importazioni, ma pose anche le basi per fornire prestiti alle case di produzione solo in seguito all’approvazione della sceneggiatura da parte di una commissione statale. In più a un film considerato infamante poteva essere negata l’esportazione, oltre al finanziamento. - La legge diede origine al cosiddetto “neorealismo rosa” che inseriva personaggi della classe operaia negli schemi della commedia populista. Alcuni, invece, esplorarono la vena della fantasia allegorica (Miracolo a Milano, 1951, De Sica). • Aspetti stilistici e formali: - C’era chi vedeva nel neorealismo un modo impegnato per fare informazione e chi, invece, poneva l’accento sulla dimensione morale (conferire portata universale a problemi individuali). Altri ancora sostenevano che con l’approccio documentaristico il neorealismo desse la possibilità di vedere la bellezza di ogni giorno (Zavattini, sceneggiatore di De Sica). - Dal punto di vista delle innovazioni tecniche, pochi film neorealisti furono effettivamente girati completamente in esterni, con attori non professionisti e inquadrature sporche. Venne usata più comunemente la tecnica dell’“amalgama” (attori non professionisti sono mescolati a divi) e molti film vennero montati seguendo le norme dello stile classico di Hollywood. - Le maggiori innovazioni risiedono nell’articolazione del racconto: un motivo ricorrente è quello della coincidenza che rinnega la concatenazione causa-effetto di Hollywood. Lo spettatore non sa più distinguere tra scene madri e momenti di passaggio: il racconto neorealista tende ad “appiattire” tutti gli eventi privilegiando le situazioni ordinarie. • Luchino Visconti (es. Senso, 1954): - Visconti inizia la sua carriera come assistente di Jean Renoir. Il suo primo film, Ossessione, ebbe un ruolo chiave nel ritorno al realismo degli ultimi anni del cinema fascista e la critica impiegò il termine “neorealismo” per la prima volta per esso. - Era un regista di teatro e nei suoi film c’erano costumi e scenografie sontuose, oltre che una recitazione marcata e una musica travolgente. Racconta spesso di declini di famiglie in periodi di mutamenti storici. - Ricorre spesso a riprese ricche di panoramiche e zoom per suggerire come la Storia sia una grande produzione teatrale e il regista debba guidare l’occhio dello spettatore sui dettagli. • Roberto Rossellini (es. Roma città aperta, 1945): - Al contrario di Visconti era risolutamente antispettacolare. Lo stile diretto corrispondeva alla sua fede nei valori elementari (es. partigiani = martiri). - Prediligeva la commistione di toni, la narrazione episodica, le ellissi e i finali aperti. - Adottò anche lui, negli anni Sessanta, la panoramica con lo zoom, ma in virtù della sua semplicità. • Oltre il neorealismo: - Al neorealismo rosa fece seguito la stagione della commedia all’italiana (Sophia Loren, Vittorio Gassman, Alberto Sordi. I soliti ignoti, 1958) - Gli studi di Cinecittà tornarono in funzione e il governo congelò i profitti all’interno del Paese, il che incoraggiò Hollywood a reinvestre il denaro nella produzione e distribuzione di film italiani. Cap. 13 – Il cinema europeo del dopoguerra (1945 – 1959) 1)Il cinema francese nel primo decennio del dopoguerra • Nel ’48 una legge stabilì un tetto per le importazioni di film americani e assicurò prestiti alle società stabili. Il Centre National de la Cinématographie si occupò delle coproduzioni (soprattutto italiane). • Il CNC programmò regolarmente vecchi film di tutto il mondo che erano stati vietati durante l’occupazione tedesca. I cineclub proliferarono e nelle università furono introdotti i primi corsi di cinema. • Il primo decennio post-bellico fu dominato da quello che venne definito “cinema di qualità”: produzione di prestigio, adattamenti di classici, scenografie spettacolari, effetti speciali... • Vecchi registi che continuarono a produrre: Jean Renoir, Jean Cocteau (Orfeo, 1959), René Clair. Nuovi registi indipendenti: Jean Grémillon, Jean-Pierre Melville (Il silenzio del mare, 1947). 2)Regno Unito: commedie e film di qualità • La lunga stagione del cinema britannico: - Nel ’27 il Quota Act stabiliva che una parte della programmazione venisse riservata ai film anglosassoni. Nacque la tendenza dei quota quickies: film a basso costo, utilizzati per soddisfare i requisiti imposti dall’atto. - Vennero fondate la British International Picture (BIP) e la British National Films. - Nel ’38 il Quota Act venne modificato: i film con budget elevato avrebbero contato doppio nelle quote. • Durante il secondo dopoguerra il sistema si avviò sempre di più verso un monopolio che non permetteva l’ingresso a indipendenti. Molti film del dopoguerra erano adattamenti di opere letterarie (es. Hamlet, 1948, Laurence Oliver). Cap. 14 – Il cinema come arte e l’idea di autore 1)Nascita e sviluppo della “teoria dell’autore” • Fin dalla metà degli anni ’40, registi e sceneggiatori francesi avevano discusso su chi potesse essere considerato l’autore di un film. Nel 1951 venne fondato il mensile “Cahiers du cinéma”, sui cui scrivevano anche Godard e Truffaut che iniziarono a forzare l’idea di autore fino alla provocazione (gli sceneggiatori erano dei “metteur en scène”, esecutori, mentre l’autore era il regista). • Altrove venne assorbita la teoria degli autori. Si iniziò ad esaminare un film come prodotto di creazione come si fa per un romanzo. Il film diventava così espressione delle idee di un regista sulla vita. Ci si appellò alla teoria di Renoir, secondo cui un regista si limita a rifare uno stesso film: soggetti ricorrenti, temi, immagini, scelte stilistiche e situazioni narrative coerenti e unitarie. • Lo studio dello stile a cui portò la teoria degli autori si sposò bene con la maturazione del cinema come arte avvenuta negli anni ’50 e ’60. 2)Luis Bunuel (1900 – 1983) • Un chien andalou (1929) aveva già imposto la personalità che Bunuel continuò ad esprimere in Messico, Spagna e Francia. Venne considerato il grande surrealista del cinema in lotta con la borghesia. • Negli anni ’60 si spinse verso la sperimentazione, ad esempio usando due attrici per lo stesso personaggio in Quell’oscuro oggetto del desiderio (1972), oppure esasperando la struttura narrativa riempiendo i film di ripetizioni, digressioni e transizioni tra realtà e fantasia (Il fascino discreto della borghesia (1972). 3)Akira Kurosawa (1910 – 1998) • Esordì con storie di arti marziali e film storici in costume. Si distinse per il modo in cui riusciva a padroneggiare le scene di combattimento con montaggi ellittici, riprese al rallentatore e cambi di angolazione. In seguitò si dedicò anche a drammi domestici. • Realizzò una serie di film su problemi sociali: crimine, burocrazia, guerra nucleare e corruzione. • La cultura occidentale lo conobbe con Rashomon (1950). Nel film (un delitto viene raccontato da punti di vista diversi e non concordanti) ricorre ai flashback e utilizza stili diversi per distinguere i piani temporali. 4) Federico Fellini (1920 – 1993) • Nel ’57 aveva girato solo 5 lungometraggi, ma il critico Bazin era già riuscito ad individuare nella sua opera una serie di immagini ricorrenti. La notorietà già conquistata con I vitelloni venne confermata dal successo di La Strada che vinse l’Oscar nel ’56. • I suoi film sono apertamente autobiografici, lui stesso sosteneva di non sapere dove la memoria lasciasse il campo alla fantasia: non si tratta di autobiografie letterali, ma di personali mitologie. • L’opera di Fellini ha anche un lato di esame della storia sociale. Ad esempio, Amarcord non è semplicemente un ritorno all’adolescenza, ma anche un tentativo di mostrare in che modo il regime di Mussolini soddisfacesse le esigenze immature degli italiani. 5) Michelangelo Antonioni (1912 – 2007) • I suoi primi film contribuirono a spostare l’attenzione dal neorealismo verso l’analisi intima e psicologica dei personaggi condotta con uno stile severo e antimelodrammatico, descrivendo il malessere esistenziale. • Ricorre spesso anche il tema dell’incomunicabilità, dovuta all’avvizzimento del mondo. • Il ritmo è sempre lento, ogni scena comincia un po’ prima dell’azione e termina un po’ dopo creando tempi morti, molti dei suoi film terminano con finali aperti. 6)Robert Bresson (1901 – 1999) • Già nel suo primo film, La conversa di Belfort (1943), emersero l’interesse per la redenzione spirituale e l’austero stile visivo. In quarant’anni diresse soltanto undici film. • A prima vista la sua propensione a usare fonti letterarie e il frequente ricorso a sceneggiatori famosi potrebbero collegarlo alla tradizione del cinema di qualità, ma di fatto il suo approccio fu personale. I suoi film mostrano poco e suggeriscono molto. Spesso gli eventi più importanti avvengono fuori campo e le sue inquadrature ravvicinate su dettagli lo portano a omettere il contesto ambientale. • A partire dalla metà degli anni ’60 i suoi film diventano più pessimistici, concentrandosi sull’individualismo e sui problemi pratici. In generale è difficile comprendere i suoi personaggi perché di solito sono esaminati dall’esterno e sono spesso non-attori, o attori dilettanti, statici in modo innaturale • Le marcate ripetizioni, quasi cerimoniali, fanno sì che a differenza dei protagonisti lo spettatore sospetti che l’apparente casualità dell’azione sia parte di un ciclo di eventi governati da qualche forza sconosciuta. Cap. 15 – Nouvelle vague e nuovo cinema, 1958-1967 1) Nuove tendenze formali e stilistiche. • Il nuovo cinema è un disordinato assortimento di cineasti molto diversi, senza unità stilistica. Tuttavia, le varie tendenze condivisero alcuni elementi generali. • Elementi comuni: - Consapevolezza della storia del cinema. I registi di questo periodo assorbirono in particolare l’estetica del neorealismo. - Sfruttamento delle nuove tecnologie (soprattutto a vantaggio della fluidità di movimento). - Stile ruvido, vicino al documentario, ma anche montaggio frammentato. - Realismo soggettivo tipico del cinema d’autore → flashback, scene fantastiche e oniriche 3) Film lirici: consistono nel catturare un’emozione o un sentimento personale. Mirano a esprimere un’emozione o un’atmosfera ricorrendo poco o nulla alla struttura narrativa. 4) L’antologia sperimentale: raccolta e assemblaggio di materiale da fonti diverse, oppure rimontaggio di film altrui per esprimere un’emozione o creare associazioni metaforiche. Cap. 16 – Caduta e rinascita di Hollywood (1960 – 1980) 1) Gli anni ’60: la recessione dell’industria cinematografica • Nei primi anni ’60 l’industria Hollywoodiana sembra florida. Alcuni film storici rimasero in cartellone per mesi, i musical (Tutti insieme appassionatamente, West Side Story) continuarono a riscuotere successo e la Disney dominava il mercato dei film per famiglie (La carica dei 101, Mary Poppins, il Libro della Giungla). • La crisi degli studios: - La frequenza nelle sale continuava a calare, le star pretendevano di avere il controllo su sceneggiatura e regia, gli investimenti diventavano sempre più importanti e rischiosi. - Alla fine degli anni ’60 gli studios affrontarono una crisi finanziaria. Gli unici ad avere bilanci positivi erano i film a basso costo destinati ai giovani. - Il declino delle major le rese vulnerabili all’assorbimento da parte di gruppi, ad esempio nel ’62 la Universal venne acquistata dalla Music Corporation of America. • Stili e generi: - La scalata dei generi di serie B proseguì con i film di spionaggio dal budget elevato (es. Agente 007, missione Goldfinger (1964). - Il pubblico era attratto da film stranieri, per cui gli studios distribuivano produzioni europee. • Nuovi formati e tecniche: - I grandi musical e i kolossal erano girati in 65mm e proiettati in 70mm con un sonoro multipista. - Dal Cinema Diretto proveniva l’uso della macchina da presa a mano, in grado di suggerire l’immediatezza tipica del documentario. Le riprese in movimento acquisirono una scioltezza senza precedenti. - Verso la metà degli anni ’60, Dolby introdusse le tecniche di riduzione digitale del suono. Arancia meccanica (1971) fu il primo film a impiegarle, mentre il sistema stereofonico non venne utilizzato prima di Star Wars (1977). 2) La nuova Hollywood: dalla fine degli anni ’60 alla fine degli anni ‘70 • Verso un cinema d’arte Hollywoodiano: - Con la recessione della fine degli anni ’60 e il tentativo di conquista del pubblico universitario, Hollywood accolse più volentieri soluzioni narrative sperimentate dal cinema d’arte europeo. - 2001: Odissea nello spazio (1968) è da una parte un revival del genere fantascientifico, mentre dall’altra sfrutta il simbolismo enigmatico del film d’arte europeo. • La ritrovata ricchezza di Hollywood: - Nel corso degli anni ’70 furono assunti vari provvedimenti statali per salvare l’industria cinematografica. In tal modo fu possibile realizzare film di successo come Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975, Forman) e Taxi Driver (1976, Scorsese). - Un altro fattore determinante per la rinascita di Hollywood fu l’ondata di successi della nuova generazione di registi: Il padrino (1972, Coppola), American Graffiti (1973, Lucas), Lo squalo (1975, Spielberg). • Il ritorno dl blockbuster: - I blockbuster degli anni ’70 resero i produttori poco propensi a lasciar liberi i registi di sperimentare. Le società non erano più disposte a rischiare il denaro tentando strade non battute: il successo dell’industria si basava ormai su pochissimi film. - Negli anni ’80 gli studios esercitavano un controllo molto forte, con revisioni sulla sceneggiatura e sui giornalieri, sottoponendo poi la versione finale dei film al giudizio di spettatori-campione. - Molti film della nuova Hollywood rivisitarono i generi tradizionali: Il padrino si ispirò ai film di gangster, dai best seller di Stephen King vennero tratti horror di successo come Shining (1980), il genere fantascientifico conobbe nuova vitalità grazie a Star Wars e Star Trek. 3) La nuova Hollywood e i suoi protagonisti • Woody Allen: - Realizzò un cinema personale, strettamente associato a New York. - Con Io e Annie (1977) iniziò una serie di film in cui univa l’interesse per i problemi psicologici della borghesia intellettuale al suo amore per la tradizione cinematografica. - Costruisce molti dei suoi film sui temi che lo interessano direttamente e su valori in cui crede. Un accordo produttivo unico gli ha permesso di mantenere il controllo su sceneggiatura, cast e montaggio. • Martin Scorsese: - Fu in grado di portare avanti sia film personali ispirati al cinema d’arte europeo che film della tradizione Hollywoodiana. - Tra film che attingono alla storia del cinema americano ci sono Taxi Driver (che usa lo stesso compositore di Hitchcock) e New York, New York (1976, musical degli anni ’40). Mentre tra quelli più sperimentarli c’è Toro scatenato (1980, con cambi di inquadrature che ricordano Godard) • Altri nomi importanti: Coppola, Lucas, Spielberg. Cap. 17 – L’Europa e l’URSS dagli anni ’70 in poi 1) L’Europa occidentale: la situazione economico-produttiva • La crisi dell’industria cinematografica: - In Europa a metà degli anni ’70 il boom economico si era arrestato e ne risentì anche l’industria cinematografica: il numero di spettatori continuò a calare e molte sale vennero chiuse. - I sussidi statali aiutarono i vari cinema nazionali a superare le difficoltà tramite prestiti e premi. • Il sostegno della televisione: - Fino alla prima metà degli anni ’60 la tv europea fu dominata da enti pubblici che erano riusciti a limitare la pubblicità e a sostenere il cinema d’autore. La crisi dei media e la diminuzione delle entrate spinsero molti governi ad avviare la privatizzazione delle reti. - La privatizzazione e la tv via cavo portarono a una forte competizione che causò un aumento delle richieste da parte delle nuove reti commerciali per film recenti. Per questo le nuove reti iniziarono ad investire e finanziare l’ambito cinematografico. Es. Berlusconi nell’85 iniziò a investire nei film, arrivando a coprire il 40% dei finanziamenti della produzione italiana. • I capitali privati e la Comunità Europea: - Il calo degli spettatori degli anni ’80 spinse la Comunità Europea a intervenire offrendo prestiti ai progetti di produzione e organizzando festival per favorire gli spostamenti dei creativi. - Si distribuivano molti più film di quanti il mercato europeo fosse in grado di assorbire: dei 1000 film distribuiti nel 2007 solo la metà recuperò gli investimenti e 800 non andarono mai all’estero 2) L’Europa occidentale e il cinema d’arte di massa • Francia: da Godard al Cinéma du Regard: - All’inizio degli anni ’60 si fece largo l’influenza di Brecht. - Godard fondò il gruppo Dziga Vertov, schierato a favore del maoismo e della rivoluzione del Terzo Mondo. Lo stile tipico era quello del Cinema Diritto, combinato con tecniche del cinema d’arte (attori rivolti in camera, trame inesistenti...) e espedienti brechtiani di straniamento (voci fuoricampo, versioni alternative della stessa scena, scene di come era stato allestito il film...). - Successivamente Godard fece film più pittorici, tornando a un’estetica dell’immagine, tendenza che si riscontra anche in altri registi come Lars von Trier e Jeunet (Il favoloso mondo di Amélie). - All’inizio degli anni ’80 una generazione di registi francesi inventò un nuovo stile visivo, allontanandosi dal cinema politico sessantottino. Prendevano ispirazione dal cinema veloce, artificiale, dalla nuova Hollywood (Coppola), dai video musicali e dalla moda (es. Luc Besson). Questa tendenza venne definita Cinéma du Regard. • Italia: - I fratelli Taviani acquistarono prestigio internazionale con Padre padrone (1977) e insieme ad altri diedero vita a una nuova “tradizione della qualità” che caratterizzò il cinema internazionale negli anni ’70 e ’80. - La tendenza generale era però quella orientata al pubblico: es. C’eravamo tanto amati (1974, Scola), Ecce Bombo (1978, Nanni Moretti). • Germania: - Fassbinder fu il regista più famoso del nuovo cinema tedesco. Rivelò un gusto particolare per la commedia grottesca, la violenza esasperata e un forte realismo. Successivamente assunse come punto di riferimento i melodrammi di Hollywood e si spostò su un cinema di critica sociale che fosse anche coinvolgente e orientato al pubblico vasto. Non abbandonò completamente la sperimentazione: il doppiaggio post-produzione gli permise di utilizzare colonne sonore molto barocche. • Regno Unito: - Molti registi cercarono di raccontare i conflitti sociali in maniera realistica. In questi anni (’70-’90) Kubrick si affermò come regista di culto, fortemente attento a ogni aspetto della produzione. • Spagna: - Il progressivo avvicinamento al cinema per tutti è ravvisabile nella carriera di Pedro Almodovar che si dedicò in un secondo momento a produzioni tradizionali, trattando situazioni e immagini scandalose con leggerezza casuale. Raggiunge il successo con Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988) 3) L’Europa orientale e l’URSS: dalla riforma alla rivoluzione • Slovacchia e Repubblica Ceca: - Dopo la Primavera di Praga (’68) il governo mise in atto severe restrizioni e molti registi emigrarono. - In seguito alla rivoluzione dell’89 vennero proposte le opere più importanti che erano state bandite nel periodo precedente. - Dopo la divisione pacifica solo il cinema ceco si rafforzò, anche grazie alla presenza di studi di registrazione e attrezzature di qualità che permisero di ospitare produzioni straniere. • Polonia: - All’inizio degli anni ’70 i registi privilegiavano soggetti poco rischiosi (adattamenti letterari), ma verso la metà del decennio, mentre cresceva lo scontento popolare nei confronti della politica economica, emerse il “cinema di interesse morale”. - Quando il governo vanificò le conquiste di Solidarnošč i registi che si erano esposti ne avvertirono i contraccolpi. Ma la nuova politica di dialogo di Gorbačëv permise in seguito di tornare al cinema di impegno morale. • Dopo l’89: la minaccia di Hollywood - Sotto i regimi comunisti il costo dei biglietti era irrisorio, ma il mercato libero portò a un aumento del costo e quindi a un calo degli spettatori (causato anche dall’home video). - I problemi più gravi per le nuove realtà indipendenti nacquero dalla competizione con Hollywood: i film americani, a lungo banditi, inondarono il mercato. I registi si rivolsero allora a un pubblico internazionale e a coproduzioni con ricchi Paesi europei. • L’URSS: - In URSS ebbe luogo il disgelo finale con, tra i protagonisti, il regista Tarkovskij, considerato reazionario per le sue idee valoriali (famiglia, poesia, religione) e moderno per il suo cinema evocativo piuttosto che politico. Dopo aver girato un film in Italia (Nostalghia, 1983) decise di non tornare in URSS. Influenzò la ricerca pittorica di alcuni cineasti europei. - Durante il governo di Gorbačëv, i registi poterono contribuire alla perestroika (ricostruzione) concentrandosi su temi attuali come la ribellione e la musica rock. Venne inoltre istituita una commissione che aveva il compito di revisionare e distribuire i film censurati. - Il mercato libero era dominato dall’anarchia: nessuna legislazione regolava l’attività cinematografica, la pirateria era in aumento, la pornografia dilagava come forma di riciclaggio di denaro sporco, pochi film realizzati riuscivano ad arrivare nelle sale e la svalutazione del rublo aumentò i costi di produzione. - Le major si rifiutarono di esportare in URSS film nuovi finché non fossero state prese misure anti pirateria, ma i film di Hollywood meno recenti conquistavano comunque il 70% degli spettatori. - Con lo scioglimento del Partito Comunista e la salita al potere di El’cin l’industria cinematografica seguì l’andamento altalenante dell’economia. - Con la salita al potere di Putin nel 2000 e la crescita dei prezzi del petrolio, la Russia visse un boom economico. Il governo tornò ad esercitare un forte controllo sui mezzi di informazione, chiudendo le stazioni televisive che esprimevano dissenso e creando un canale 24h con trasmissioni • Le principali case di produzione sfornavano oltre 200 film all’anno, il cui successo era dovuto alle sequenze musicali. Il cinema era l’intrattenimento urbano preferito (maggioranza analfabeta). • Negli anni ’50, dopo il raggiungimento dell’indipendenza, venne creato un organo di censura per le scene di sesso e il materiale politicamente controverso. • Un Cinema Parallelo: - Negli anni ’70-’80 la produzione continuò ad essere caotica: 800 film l’anno competevano nelle sale e il cinema si rivelò un mezzo per riciclare denaro. - Alla fine degli anni ’90 il governo creò un cinema parallelo incoraggiando i film d’arte a basso costo. - Alcuni registi del nuovo cinema utilizzarono i film per fare della critica politica, altri promossero il cinema d’arte. Dipendevano completamente dai fondi statali e avevano difficoltà nella distribuzione. Lo Stato si diresse presto verso il cinema commerciale. • La produzione indiana superò i mille film nel 2005, nonostante l’apertura ai film stranieri e la diffusione della tv, il pubblico continuò a preferire la spettacolarità dei film commerciali indiani. 6) Giappone • I problemi economici iniziarono quando il numero di spettatori cominciò a diminuire. Le compagnie principali dovettero lasciare spazio agli indipendenti. • I generi più popolari erano i film sulle arti marziali, i racconti yakuza, i film di fantascienza e catastrofici. • Molti erano scandalosi e dedicati alla pornografia leggera o alla violenza, spesso ispirandosi anche ai manga dando il via al filone degli anime. • Le maggiori società parteciparono alla produzione straniera finanziando le major. Nel 1989 la Sony acquistò la Columbia e in seguito si associò con la Time Warner e la News Corporation di Murdoch. 7) Cina • Vicende politiche: - Durante la guerra civile tra destra e sinistra (anni ’30), gli scrittori sostennero la sinistra, mentre il governo di destra impose una dura censura. Dopo la WW2 il conflitto riprese con la vittoria di Mao nel ’49 e l’istituzione della Repubblica Popolare Cinese. - Il governo si impegnò a estendere la rete delle sale e realizzare film apprezzabili da tutte le classi. - Dopo la rivoluzione venne adottato il modello del realismo socialista. La linea politica del “grande balzo in avanti” fece crescere a dismisura la produzione con budget ridicoli. • La Rivoluzione Culturale: - Durante la Rivoluzione Culturale (’66), la moglie di Mao supervisionò la creazione di un cinema maoista. Mise al bando tutti i film stranieri e quelli cinesi girati prima del ’66. Nessun nuovo titolo cinese venne distribuito fino al ’69, al cinema si vedevano solo cinegiornali. - La Rivoluzione Culturale provocò i “dieci anni perduti”: i registi della quinta generazione non iniziarono a lavorare prima dell’82. A fine anni ’70 vennero ridistribuite le opere vietate. - I nuovi registi si ribellarono alla Rivoluzione Culturale preferendo profondità psicologica, narrazioni complesse e immagini evocative. Iniziarono ad avere eco all’estero. Negli anni ’90 le autorità imposero che ogni film realizzato in Cina fosse approvato dalla censura prima di essere mostrato al di fuori. • Il rapporto con Hollywood: - Hollywood voleva avere accesso al mercato cinese, ma era spaventata dalla pirateria (95% dei DVD). - La tigre e il dragone (2000) aveva dimostrato il successo di coproduzioni (Miramax) ad alto budget. - La politica distributiva protezionistica portò all’abbandono da parte delle major degli investimenti, il vuoto venne riempito dalle compagnie di Hong Kong. • Hong Kong - Il cinema di Hong Kong ebbe successo grazie ai film di arti marziali ispirati alle acrobazie dell’opera di Pechino, ai film giapponesi, al western all’italiana e a James Bond. Bruce Lee si impose sul mercato mondiale diffondendo in tutto il mondo la moda del kung-fu. - Jackie Chan cominciò la sua carriera come imitatore di Bruce Lee (anni ’80). Alla sua fama si deve il mix tra kung-fu e commedia slapstick Cap. 19 – Il cinema americano e l’industria dell’intrattenimento (anni ’90 e oltre) 1) Concentrazione e consolidamento nell’industria cinematografica • All’inizio degli anni ’80 le major mantenevano il potere grazie al controllo della distribuzione. La maggior parte degli introiti veniva dalle tv e a partire dall’88 vennero aumentati dalle VHS che diedero anche la possibilità di rimettere in circolazione vecchi film (DVD lanciato nel ’97). • Mini-major e indipendenti: - Le mini-major iniziarono a fare concorrenza alle major negli anni ’80. Tra le prime ci fu la Orion (Il silenzio degli innocenti). Nel corso degli anni ’90 scomparvero. - Le major crearono (o comprarono) dei marchi per il cinema alternativo: la Disney creò la Touchstone e comprò la Miramax (Weistein. Nuovo cinema paradiso, Le iene, Pulp Fiction, Shakespeare in Love, Chicago) - Tra i film indipendenti c’erano gli off-Hollywood, caratterizzati da budget contenuto e soggetti azzardati. David Lynch, Quentin Tarantino, i fratelli Coen. • “Megafilm”: - Film evento e infotainment. Film globali (Jurassic Park e l’attività di merchandising/pubblicità). - Film venduti in tutto il mondo (Titanic, ’97). - Product placement e video musicali. • Generi e stili: - Generi prima minori divennero terreno per l’esplorazione: fantascienza (Blade Runner, ’82), horror (Il sesto senso, ’99), azione (Rambo, ’82. 300, ’06.) e mix di azione e commedia (Ghostbusters, Men In Black). - Il film d’avventura per famiglie divenne tra i generi più redditizi: Harry Potter, Pirati dei Caraibi, Il signore degli anelli, X-Men. - Narrativamente si preferiva la struttura in tre atti, ma gli sceneggiatori riuscirono presto a combinarla con altri elementi come universi paralleli (Matrix), allucinazioni (Fight Club, A beautiful mind) o diverse linee temporali (Memento). - A causa dell’influenza della tv (mantenere alta l’attenzione) il montaggio si fece sempre più serrato. Il sonoro divenne sempre più complesso e permeante grazie alle nuove tecnologie. • Progetti a basso costo e megaproduzioni: - Spesso il cinema indipendente, o comunque i progetti a basso costo, servivano come campo di prova per i creativi che venivano poi notati dalle grandi produzioni. Alcuni portarono avanti i due filoni. - James Cameron: inizia come tecnico degli effetti speciali e si dedica poi a megaproduzioni, rimanendo sempre vicino alla sperimentazione tecnologica (Avatar). - Tim Burton: sperimentazione a basso costo soprattutto sull’animazione, ma anche grosse produzioni di successo come Batman e Il pianeta delle scimmie. Cap. 20 – Cinema e digitalizzazione • Ripresa e pre/post-produzione: - Il primo sistema di videoregistrazione digitale fu subito adottato dalle reti tv (Sony, ’86), ma nel cinema l’introduzione fu più lenta a causa della qualità più bassa e caratterizzò soprattutto le sperimentazioni del cinema d’autore. Molti optarono per l’uso di entrambe le tecnologie. - Nell’ambito della pre-produzione si arrivò alle tecniche di pre-visualizzazione, utili soprattutto per i film a budget elevato. - Durante la ripresa vennero introdotte le tecniche della motion capture (Gollum) e del motion control (rilevare i movimenti della macchina e replicarli con movimenti simulati al pc). - Nella post-produzione venne usato soprattutto il bilanciamento dei colori, ma anche il CGI (immagini generate a computer, sviluppate poi dalla Pixar). • La distribuzione: - Il digitale rendeva più difficile la pirateria e diminuiva i costi di distribuzione. Molti esercitanti erano in dubbio e vennero incoraggiati da finanziamenti delle major. - L’avvento di internet cambiò più la pubblicità che la distribuzione vera e propria.
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