Scarica Il Illuminismo e la Società: Teorie e Interessi Borghesi e più Dispense in PDF di Storia Del Diritto Medievale E Moderno solo su Docsity! L’ILLUMINISMO GIURIDICO I. PROFILI GENERALI II. KANT Prof. Gianfranco Stanco Le teorie sottese all’emancipazione civile e politica elaborate tra il XVII e il XVIII sec. rispecchiavano gli interessi della borghesia mercantile e manifatturiera, soprattutto in Inghilterra, Olanda e Francia: emancipazione dalla tutela di qualsiasi autorità che mirasse a rivelare o imporre la verità (conquista della libertà di pensiero) emancipazione dai pregiudizi e dalle discriminazioni religiose, cioè dagli ostacoli di natura teologica e confessionale all’espansione dei traffici scardinamento del modello vigente di società assolutistico-feudale, immutabile perché voluta da Dio, e costruzione di una nuova società attenta alle istanze della borghesia. Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?, «Rivista mensile di Berlino», dic. 1784 Tra il 1784 e il 1789 alcuni intellettuali tedeschi cercarono di dare una definizione filosofica all’Illuminismo: Enlightenment (Inghilterra), les lumières (Francia), Aufklärung (Germania). Kant: «L’illuminismo è l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Sapere aude! [Abbi il coraggio di sapere!, Orazio, Epistole, I, 2, 40] Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! – è dunque il motto dell’illuminismo». (1724-1804) Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?, «Rivista mensile di Berlino», dic. 1784 «Il pubblico [Stato o provincia; lettori; il popolo in una data epoca] può giungere al rischiaramento solo lentamente. Forse una rivoluzione potrà sì determinare l’affrancamento da un dispotismo personale e da un’oppressione avida di guadagno o di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare. Al contrario: nuovi pregiudizi serviranno al pari dei vecchi a mettere le dande alla gran folla di coloro che non pensano. Sennonché a questo rischiaramento non occorre altro che la libertà; e precisamente la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi». «Ma da tutte le parti odo gridare: non ragionate! L'ufficiale dice: non ragionate, ma fate esercitazioni militari! L'intendente di finanza: non ragionate, ma pagate! L’ecclesiastico: non ragionate, ma credete! (C'è solo un unico signore al mondo [Federico II di Prussia] che dice: ragionate quanto volete e su tutto ciò che volete, ma obbedite!) ... il pubblico uso della propria ragione dev’essere libero in ogni tempo, ed esso solo può attuare il rischiaramento tra gli uomini; invece L’uso privato della ragione può assai di frequente subire strette limitazioni». «Intendo per uso pubblico della propria ragione l’uso che uno ne fa, come studioso, davanti all’intero pubblico dei lettori. Chiamo invece uso privato della ragione quello che ad un uomo è lecito farne in un certo ufficio o funzione civile di cui egli è investito». Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?, «Rivista mensile di Berlino», dic. 1784 «Così sarebbe assai pernicioso che un ufficiale, cui fu dato un ordine dal suo superiore, volesse in servizio pubblicamente ragionare sull’opportunità e utilità di questo ordine: egli deve obbedire. Ma è iniquo impedirgli in qualità di studioso di fare le sue osservazioni sugli errori commessi nelle operazioni di guerra e di sottoporle al giudizio del suo pubblico». «Il cittadino non può rifiutarsi di pagare i tributi che gli sono imposti; e un biasimo inopportuno di tali imposizioni, quando devono essere da lui eseguite, può anzi venir punito come uno scandalo (poiché potrebbe indurre a disubbidienze generali). Tuttavia costui non agisce contro il dovere di cittadino se, come studioso, manifesta apertamente il suo pensiero sulla sconvenienza o anche sull’ingiustizia di queste imposizioni. Così un ecclesiastico è tenuto a insegnare il catechismo agli allievi e alla sua comunità religiosa secondo il credo della Chiesa da cui dipende, perché a questa condizione egli è stato assunto: ma come studioso egli ha piena libertà e anzi il compito di comunicare al pubblico tutti i pensieri che un esame severo e benintenzionato gli ha suggerito circa i difetti di quel credo, nonché le sue proposte di riforma della religione e della Chiesa». Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?, «Rivista mensile di Berlino», dic. 1784 Gli intellettuali potevano stimolare le riforme, attraverso il dibattito pubblico e il dialogo costante con un sovrano, filosofo e illuminato. Lo Stato prussiano, anche se si presentava con i tratti dell’illuminismo, in realtà si caratterizzò per il dispotismo e l’assolutismo monarchico. Anche Kant, in un secondo momento, riconobbe che il paternalismo monarchico fridericiano aveva impedito qualsiasi fuoriuscita dei sudditi dalla minorità, mantenendoli sotto tutela. Modello di Stato di polizia, che ha come obiettivo lo sviluppo del benessere dei sudditi e la soddisfazione dei loro bisogni, in contrapposizione al modello dello Stato liberale, evoluto, poi, in Stato di diritto, in seguito alle rivoluzioni inglese, americana e francese, che si caratterizza, invece, per l’adozione di una Carta costituzionale e l’introduzione del principio di separazione dei poteri (Monarchia costituzionale o Repubblica). ILLUMINISMO L’Illuminismo non è un “coerente sistema filosofico dottrinale”: il suo tratto distintivo è l’idea di progresso dell’umanità verso stadi progressivi di benessere e di incivilimento ("felicità") il bene e il male sono speculari a ciò che è utile o nocivo alla società (morale utilitaristica) come atteggiamento di “elitismo pedagogico”, l’Illuminismo si presenta con i tratti filantropici dei filosofi che, tramite il libero esercizio dell’attività intellettuale, ricercano una verità dinamica e non preconfezionata da autorità esterne, nella direzione di una piena emancipazione e rigenerazione dell’umanità dallo stato di minorità (“la filosofia in soccorso dei governi”). ILLUMINISMO Lo spirito di riforma implica il sovvertimento delle basi dell’Antico regime (Monarchia-Chiesa, società dei ceti) attraverso un’operazione di laicizzazione- razionalizzazione dello Stato: il potere regio, non più radicalmente fondato sulla volontà divina (“assolutismo dinastico”), si identifica con la sua funzione per delega contrattuale (“contratto sociale”) di perseguire il bene comune la pretesa di educazione delle masse dall’alto può sviluppare, tuttavia, strumenti di soggiogazione e manipolazione dell’opinione pubblica (cd. “ala atea, deterministica e materialistica dell’illuminismo”), fino a spingersi alle forme estreme di nichilismo etico, deismo, ateismo.