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Storia del Giappone Contemporaneo- prof. Ferretti, Appunti di Storia

Riassunto esame di storia del Giappone Contemporaneo

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 06/08/2019

Fattos98
Fattos98 🇮🇹

4.4

(11)

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Scarica Storia del Giappone Contemporaneo- prof. Ferretti e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Iwakura Tomomi (nobile di corte di rango medio) grande influenza, sulla corte e sul Tenno. Saigo Takamori (comandante delle truppe di Satsuma e conduttore della resa Tokugawa) esaltato come samurai modello, cerca di uscire dalla politica dopo il ‘68 ma ci si ritrova dentro, diventa ribelle, muore in battaglia nel ‘77. Okubo Toshimici (vero uomo politico) spregiudicato, ministro delle finanze e ministro degli interni, ostinato sulla sua linea viene ucciso nel ‘78 dai sostenitori di Saigo. Poi si fa largo una nuova generazione: Matsukata Masayoshi; Itagaki Taisuke; Okuma Shigenobu, Hizen sovrintendente al commercio estero del suo feudo, ministro delle finanze, poi membro di partito fonda l’università di Waseda, ministro degli esteri; Yamagata Aritomo, Choshu, samurai non a pieno titolo, più soldato che politico; Ito Hirobumi, Choshu, modernizzatore come Okuma, conoscitore dell’occidente, con l’aiuto di Iwakura succede ad Okubo come principale esponente del governo, sostituito poi da Yamagata. Avevano tutti vedute simili e insieme ai gruppi successivi guidarono per 40 anni il Giappone dando continuità e coerenza. Meiji (1868 – 1912) Edificazione di uno stato moderno fondata su centralizzazione del potere politico e sulla trasformazione capitalistica di economia e società. Fu una “rivoluzione dall’alto”, perciò si può trovare una linea di continuità tra i periodi prima e dopo il 1868 riguardo la gestione del potere. Fukoku kyohei “paese ricco ed esercito forte” fu lo slogan del periodo. • Confisca del potere locale dei daimyo (1871), anche se già nel 1869 i daimyo più importanti avevano rinunciato e inviato al tenno i registri fondiari. • Abolizione dei feudi e istituzione di un sistema provinciale. • Agli ex-daimyo furono assicurati un titolo nobiliari ed uno stipendio. • Ai samurai furono negati i privilegi feudali, raffigurato dal divieto di portare la spada. • E tutti i sudditi furono dichiarati eguali di fronte all’imperatore. I pieni poteri di governo erano affidati al Dajoukan, al cui si poteva accedere per il rango o ereditarietà. Il Dajoukan era guidato dal ministro della Destra (udaijin) e da quello della Sinistra (sadaijin) e composto dal consiglio consultivo. • Fu abrogato l’obbligo occupazionale legato alla classe di appartenenza. • Contadini, artigiani e marcanti diventarono heimin (popolazione comune) ed i daimyo diventarono kazoku (aristocrazia). • Fine delle restrizioni matrimoniali. • 1873: coscrizione obbligatoria: 3 anni di servizio e 4 come riservisti per tutti i i maschi di 20 anni, si lamentarono i samurai ed i contadini, privati di forza lavoro e scoppiarono delle rivolte. Il governo Meiji si trovò a dover cercare i fondi per investire nel processo di industrializzazione del Paese. Nel settembre del 1871 il Dajoukan si riunì per discutere della nuova legislazione fiscale a livello nazionale. • Fu abolito il divieto di compravendita delle terre. • Rilascio dei titoli di proprietà a chi aveva pagato le tasse su un certo terreno, la distribuzione non fu sempre equa . • Le terre si valutavano secondo il mercato ed i proprietari avrebbero pagato una tassa annua del 3%. L’obbligo di pagare in denaro penalizzò i piccoli proprietari che finirono per indebitarsi e cedere la terra. Crebbe il numero di contadini spodestati così come quello dei ricchi proprietari terrieri, che si trasformarono in affittuari. L’industria ancora arretrata non riusciva ad assorbire la manodopera in eccesso. Lo stato poté stabilizzare le entrate, che derivavano per l’80% dall’imposta fondiaria e fu in grado di finanziare la modernizzazione. • Efficienti infrastrutture e industrie di base (militari, armamenti navali). • Ferrovia Tokyo – Yokohama. • Rete telegrafica e moderno sistema postale. Le industrie statali dovevano essere un modello per gli imprenditori privati, stimolati da incentivi, sussidi e condizioni molto favorevoli, specie a grandi compagnie come per esempio la Mitsubishi. Nel 1871 partì una missione che visitò gli USA e molti Paesi Europei, con lo scopo di revisionare i “trattati ineguali” e di avere una conoscenza diretta dell’Occidente. Era guidata da Iwakura Tomomi e vi parteciparono uomini di governo, funzionari e studenti. La missione dimostrò l’arretratezza di del Giappone in alcuni ambiti e ciò scatenò una reazione in chi all’inizio vedeva nell’occidente un pericolo per l’identità nazionale e capì che un’occidentalizzazione era fondamentale per sopravvivenza del Paese. nell’ottobre del 1873 un gruppo di esponenti del governo se ne andò dopo che il progetto di invadere la Corea fu accantonato a seguito del ritorno in patria della missione Iwakura, e per la presa coscienza che il Giappone in quel momento non potessero sopportare economicamente una guerra. Nel 1876 la Corea fu costretta ad aprire al commercio, e nel 1879 le isole Ryukyu furono annesse alla provincia di Okinawa. Nel 1877 a Satsuma si levò una ribellione di grandi proporzioni di cui assunse la guida Saigo Takamori, che fu soppressa dopo molti mesi. Nel 1872 fu introdotta una riforma scolastica su base europea, che tramite gli insegnamenti dei precetti confuciani di “pietà filiale” e “rispetto per i superiori” servì da mezzo di indottrinamento della popolazione fino al secondo dopoguerra, all’inizio del XX secolo il 96% della popolazione in età scolastica frequentava le scuole. 1879 sotto Yamagata Aritomo si riorganizzò l’esercito con la promulgazione del “regolamento dell’esercito giapponese” (sia forze di terra che di mare), nacque 8no stato maggiore simile a quello della germani guglielmina, in cui il capo di stato maggiore proferiva direttamente all’imperatore (che era diventato capo supremo delle forze armate, senza dover passare prima per il governo. Nel 1881 fu inviato un memorandum all’imperatore nel quale erano indicate le linee di una costituzione ritenuta adatta al Giappone. Raffigurava uno stato con l’imperatore come capo dello stato, lasciando le faccende ministeriali a dei dignitari “ushisensei” che sotto di loro avevano un’assemblea che doveva essere eletta (non a suffragio universale) per riportare al governo i problemi del popolo. Ma questa proposta fu bocciata per mantenere la situazione sotto controllo. Nello stesso anno Okuma ed Ito entrarono in disaccordo, perché il primo voleva arrivare in 2 anni ad un governo parlamentare, il secondo puntava ad un governo trascendente da raggiungere in 10 anni. Okuma si dimise. Il governo annunciò l’istituzione di un parlamento ed una costituzione entro il 1890. Si formarono il partito liberale (jiyuto) con ideali radicali francesi supportato dalle regioni agricole; e il partito progressista (kaishinto) con i menti i cittadini modello inglesi supportato da burocrati ed intellettuali delusi, sostenuto da mercanti ed industriali. Ito si diresse in europa (1822) per studiare le costituzioni dei vari paesi. Tornato in patria elaborò un sistema di nobiltà in 5 gradi (ex-daimyo, persone influenti e ricchi mercanti e samurai), gettando così le basi per la camera dei pari. Nel 1885 fu istituito il sistema di gabinetto al posto del Dajoukan, guidato da un primo ministro che fu lo stesso Ito fino al 1888, quando andò a presiedere al consiglio privato per approvare la costituzione. La costituzione Meiji fu promulgata il 11/02/1889 e presentata come un “dono” dell’imperatore (mutsuhito) ad i suoi sudditi: l’imperatore è l’ultimo anello che riporta alle antiche divinità progenitrici. Sembra introdurre una monarchia assoluta, l’imperatore sceglie i suoi ministri, il primo ministro ha poteri limitati , i ministri non sono responsabili davanti alle assemblee elettive, l’imperatore firmava tutti i trattati internazionali, è comandante in capo delle forze armate e la costituzione non specifica come dovesse essere il suffragio. L’imperatore poteva sciogliere le camere. Parlamento: Il Giappone ottenne: • Mandato di tipo “C” sulle isole del Pacifico ex tedesche. • Diritti su miniere e ferrovia sull’isola del Jiaochou. Fu rinviata la decisione con la repubblica cinese, anch’essa alleata dell’Intesa, per la questione dello Shandong. Ma il più grande attrito si creò quando GB ed Australia si rifiutarono di riconoscere al Giappone la parità razziale. In Giappone crebbe l’opinione che gli alleati volessero tenere il Giappone in uno stato di subordinazione politica ed economica. Si rafforzò l’idea di liberale i popoli ed i paesi dell’Asia “dall’imperialismo bianco”. 1920 il Giappone entra a far parte della società delle nazioni. 1921 conferenza di Washington che insieme alla conferenza di Versailles regolò gli equilibri rra l,e potenze mondiali dopo la prima guerra mondiale: • USA, GB, Francia e Giappone si impegnano a mantenere lo status quo nell’Oceano Pacifico. • Fissare le proporzioni del tonnellaggio delle 5 più grandi marine del mondo, USA, GB, Francia, Giappone ed Italia. • Le maggiori potenze si impegnano a non chiedere ulteriori concessioni unilaterali alla Cina. • Accordo sino-giapponese, il Giappone mantiene le concessioni minerarie e ferroviarie in Manciuria ed il Giappone restituisce lo Shandong. Nella prima metà degli anni ‘20 nella società giapponese si manifestarono tensioni e si profilavano possibili movimenti che rischiavano di incrinare la compattezza della società. Iniziò il periodo dei governi di partito che operarono tra il 1924 al 1932. 1925 fu approvato il suffragio universale maschile e la “legge per il mantenimento dell’ordine pubblico” che introduceva i crimini di pensiero e di offesa al sistema kokutai che darà luogo alla persecuzione di tutti gli oppositori del blocco dominante (membri della Gakuren e del partito comunista vengono arrestati). 1926 alla morte di Taisho divenne imperatore suo figlio Hirohito che sarebbe diventato l’imperatore Showa. 1927 scoppia la crisi finanziaria, “Panico Showa” crollo finanziario causato dalle misure adottate per riavviare l’economia dopo il grande terremoto del Kantou (1923). le banche più modeste si ritrovarono ad essere insolventi verso i risparmiatori, che ricorsero ai servizi delle banche degli zaibatsu, andando così ad incrementare i depositi. Ma non si potè riaddottare il gold standard dato che lo yen era sottoposto ad oscillazioni, la svolta si ebbe con Takahashi Korekiyo, ministro delle finanze del governo Inukai: • Abbandono del gold standard. • Dilatazione spesa pubblica tramite titoli fiduciari. • Ampliamento emissione fiduciaria. • Riduzione del tasso di interesse. • Sostegno dell’economia rurale. • Incentivi sugli armamenti. 1928 l’imperatore con un decreto aggiunge la pena di morte ai crimini di pensiero. I casi più famosi furono: • Caso Minobe (1935) dichiarò che il tenno era “un organo” dello stato e non al di sopra di esso. • Caso Tsuda (1940) mise in discussione la cronologia che fissava la fondazione del Giappone all’11/02/660 a.C. • Incidente del 26/02/36 vari gruppi ispirati dalle idee di Kita Ikki (riorganizzazione interna dello stato eliminando le “cricche” militare, politica e burocratica e sospendendo il parlamento), attuarono una serie di attentati contro i membri del blocco dominante e vennero repressi con durezza dopo 4 giorni. Kita fu condannato a morte. Tokkou apparato di polizia speciale superiore ed i “procuratori del pensiero” agivano per controllare e punire i sovversivi. Tennosei Fashizumu: è usato da alcuni storici per definire il regime politico che governò l’Impero giapponses a partire dall'inizio degli anni trenta del Novecento sino al termine della seconda guerra mondiale, in analogia con le dittature italiana e tedesca dello stesso periodo. Fu un insieme sincretico di ideologie di estrema destra di origine occidentale, autoritarismo tradizionalista del perido Meiji e capitalismo di Stato/statalismo economico. Durante questo periodo il Giappone strinse alleanza con la Germania nazista di Adolf Hitler e con l'Italia fascistagovernata da Benito Mussolini. L'uso del termine è tuttavia oggetto di controversie, tanto che molti autori negano che si possa parlare di fascismo in riferimento al Giappone, preferendo definizioni come militarismo giapponese o ultranazionalismo giapponese 1931 l’armata giapponese invase la Manciuria, e nel 1932 venne fondato lo stato fantoccio del Manchukuo, con al vertice l’ultimo esponente della dinastia Qing, anche se il potere era in mano al direttore generale giapponese, queste azioni portarono nel ‘33 l’uscita del Giappone dalla Società delle Nazioni. 1936 il Giappone firma con la Germania il patto anti-Comitern: un trattato di unione politica, concluso a Berlino tra il governo del terzo Reich e l’impero giapponese contro l’URSS. I due paesi riconoscendo che lo scopo della Comitern era quello di disintegrare e sottomettere gli stati esistenti con tutti i mezzi a disposizione e convinti che la tolleranza delle interferenza comuniste negli affari interni delle nazioni metta in pericolo la pace del mondo. Questo patto suggellava una cooperazione tramite scambio di informazioni, pressione sull’opinione pubblica e lotta contro gli agenti comunisti. Prevedeva anche un protocollo che impegnava i due contraenti a non rafforzare la posizione dell’URSS nel caso quest’ultima avesse aggredito uno dei due paesi. Nel 1937 (luglio) il Giappone iniziò la Guerra dell’Asia Orientale, invadendo la Cina, che avrebbe dovuto fondare un “nuovo ordine in Asia”, fu concepita come una guerra totale che comportò la ristrutturazione economica in funzione dello sforzo bellico e la stretta sul controllo della società. 01/04/38 il parlamento approvò la proposta del principe Fumimaro della “legge di mobilitazione generale” in modo da dare al governo sia il potere legislativo che esecutivo. 1937 conquista del Vietnam settentrionale, con l’estensione dell’occupazione in Cina, il governo di Washington chiese al Giappone garanzie per le Filippine ed il ritiro delle truppe sul territorio cinese, dopo la firma del patto di neutralità con la Russia, il Giappone invase l’Indocina meridionale, azione che provocò la proclamazione dell’embargo totale da parte degli USA. 1940 Giappone firmò il “patto tripartito” con Italia e Germania. Falliti i tentativi di superare la crisi portata dall’embargo, l’08/12/1941, gli aerei giapponesi attaccarono, prima della dichiarazione di guerra, la base statunitense di Peral Herbour nelle Hawaii, con la seguente dichiarazione di guerra agli Usa da parte della Germania. Agli inizi i successi giapponesi parvero inarrestabili: furono occupate le Filippine, la Malesia, le Indie Orientali Olandesi, la Nuova Guinea, la Birmania e Singapore. I prim successi degli alleati ci furono con le battaglie navali del Mar dei Coralli (05/42) e delle Midway (06/42), cui seguirono numerose altre vittorie sulle forze terrestri e navali giapponese, cominciando a cacciare i giapponesi dalle loro conquiste. Con l’avanzata delle forze alleate, iniziarono i bombardamenti delle città. Dopo la conquista di Iwojima, Tokyo subì una pesante incursione aerea che provocò sui 100,000 morti. Nell’ultimo anno del conflitto, dopo la capitolazione della Germania nazista e a guerra ormai persa, il blocco di potere non si diede per vinto e mise in atto ogni mezzo a sua disposizione nel vano tentativo di ribaltare la situazione, centinaia di giovani continuarono a dare la vita nei corpi speciali dei “kamikaze”. Dopo l’occupazione di Okinawa, i bombardamenti atomici di Hiroshima (06/08/45) e Nagasaki (09/08/45) e la dichiarazione di guerra della Russia (08/08/45) il Giappone accettò la resa incondizionata il 14 agosto 1945 ed il 2 settembre firmò la resa. Il 1 gennaio del 1946 Hirohito negò la divinità della sua persona e fece alcuni viaggi per il Giappone per dimostrarlo. L’occupazione settembre ‘45 – aprile ‘52 Il presidente Truman nominò a capo dello SCAP (comando supremo delle forze alleate) il generale Douglas MacArthur, con l’obbiettivo si smilitarizzare e democratizzare il Giappone (conferenza di Potsdam, 1945) • Furono sciolti i ministeri della guerra, della marina, degli interni e degli approvigionamenti militari. • Furono sospesi i corsi scolastici e riscritti i libri, vietato l’insegnamento dell’etica. • Stesura della nuova costituzione. • Scioglimento degli zaibatsu, che divennero keiretsu (uguale ma più contenute). • Libertà ai partiti politici ed ai sindacati. • L’estensione del territorio giapponese tornò a quello prebellico. Nel 1946 fu fondato il tribunale di Tokyo per i crimini di guerra presieduto da giapponesi ed americani, fu come una riproduzione dei processi di Norimberga, nei quali furono epurati i sostenitori del vecchio governo ultra nazionalista. Furono insabbiati il “massacro di Nanchino” e gli esperimenti umani della unità 731 (sperimentazione di armi biologiche e chimiche nelle acque del Manchukuo) e le responsabilità di Hirohito, al quale fu dato un ruolo meramente rappresentativo e fu espropriato gran parte del suo patrimonio. Il 10/04/46 si tennero le elezioni generali che portarono al governo Yoshida Shigeru. Matrumoto Joji presiedette la commissione giapponese per la revisione della costituzione, inviò una bozza allo SCAP che al rifiutò e la riscrisse con: • Imperatore come simbolo dello Stato e dell’unità del popolo giapponese. • Il tenno non può fare nulla senza l’approvazione del governo. • Parlamento composto da due camere elettive. • Il primo ministro e gli altri ministri sono politicamente responsabili davanti al parlamento. • Articolo 9: il Giappone rinuncia alla guerra per le dispute internazionali ed ha il divieto di avere delle forze armate, 1950 istituzione della riserva di polizia nazionale, 1952 sotto pressione degli USA dopo la conferenza di San Francisco vennero istituite anche le forze navali ed aeree. Intorno al 1950 grazie al “piano Dodge” del ‘49 che fissò il valore dello yen a 1/360 e i le esportazioni all’America durante il periodo della guerra delle due Coree l’economia tornò ai livelli prebellici. Maggio del 1950 ci fu la cosiddetta “purga rossa” con lo scopo di sopprimere il pensiero comunista in Giappone. Con il trattato di San Francisco del 1951 gli “epurati” dal governo nel ‘46 furono riabilitati, e con la firma del trattato di sicurezza con gli Stati Uniti che prevedeva lo stanziamento di truppe e basi militari statunitensi in Giappone, portò nel ‘52 la fine dell’occupazione americana in Giappone. Tra i riabilitati Hatoyama come presidente del partito democratico mise in minoranza Yoshida, e diventò primo ministro fino al ‘56 dopo l’unificazione col partito liberale fondando il PLD (partito liberaldemocratico) che avrebbe governato da lì in poi. 1953 adesione al fondo monetario internazionale. 1955 adesione al GATT (organizzazione volta al favorire la liberalizzazione del commercio mondiale). 1956 adesione all’ONU. 1958 – 1960 membro non permanente al consiglio di sicurezza dell’ONU. 1969 Sato Eisaku insieme a Nixon decise il ritorno di Okinawa al Giappone.
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