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Impatto sociale, economico e politico della Prima Guerra Mondiale, Sbobinature di Storia Contemporanea

La prima guerra mondiale ha avuto un impatto significativo sulla società, l'economia e la politica, influenzando la vita dei soldati, dei civili e dello stato. L'uso della propaganda, l'ingresso delle masse popolari nella vita dello stato e la nascita di nuovi totalitarismi sono solo alcune delle conseguenze analizzate in questo documento.

Tipologia: Sbobinature

2023/2024

Caricato il 27/01/2024

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francescafantini_ 🇮🇹

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Scarica Impatto sociale, economico e politico della Prima Guerra Mondiale e più Sbobinature in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 04/10/23 L’ EUROPA ALLA SOGLIE DEL XX SECOLO Il 1900 per gli Europei dell’800 è un momento molto atteso, c’è un processo di trasformazione che già iniziato almeno nel ventennio precedente all’anno 1900. Si attende un mondo nuovo in cui l’uomo ha sconfitto la malattia e ha dominato il tempo e lo spazio in tutti i modi possibili, ciò perché ci sono state una miriade di scoperte scientifiche e tecnologiche che hanno dato questa percezione all’uomo. Tra queste nuove scoperte vediamo: - Bicicletta che permette all’uomo di spostarsi - Cinema che sarà un mezzo formidabile di costruzione di mentalità e narrazioni - Motore a scoppio, grande rivoluzione da cui nasceranno le automobili - Raggi X e moltissime scoperte in ambito medico che fanno sperare che l’uomo sia in grado di sconfiggere la morte. In vent’anni le aspettative di vita degli Europei erano quasi triplicate. Per gli italiani no perché l’Italia non è ancora al pari di grandi potenze come Francia e Germania; ci sono ancora condizioni di arretratezza. Le distanze diminuiscono, ci sono nuovi mezzi per spostarsi. Cambia anche la percezione del tempo, è infatti in questi anni che c’è il dibattito fra europei per provare a trovare un modo universale per calcolare il tempo. Ci sarà una conferenza del tempo a Parigi nel 1912 dove di stabilirà il calcolo del tempo condiviso, da quel momento sarà la stessa ora in tutto il mondo. Nasce anche l’orologio da taschino, si fanno le cose avendo la percezione del tempo che passa. Siamo davanti a un mondo che sarà mai più lo stesso, davanti a un mondo che è cambiato radicalmente e dalla quale non si potrà più tornare indietro. Ciò però non vale per tutti gli europei perché in quest’Europa di inizio 900 c’è un’élite che non sono gli aristocratici, la maggior parte degli stati europei sono governati da monarchie e continua ad essere presente l’aristocrazia di sangue. Ha anche iniziato a emergere un ceto medio che comprende laureati, artigiani, piccoli imprenditori. Questo ceto medio è alla guida dell’Europa. In Italia però è divisa in: Italia legale ovvero l’Italia dei politici e della classe dirigente e Italia reale, povera e contadina. L’Italia legale non conosce bene l’Italia delle campagne. Lo Stato italiano è molto giovane e il suo ceto dirigente non ha la percezione reale di quello che è l’Italia. Al governo ci sono i liberali, élite politica (tendenzialmente aristocratica) che crede nel liberalismo. Il liberalismo è un’ideologia che crede nella libertà soprattutto economia, il mercato si autogoverna e quindi non c’è un intervento dello Stato nell’economia. Si fanno le leggi ma sono il minimo indispensabile, lo Stato non interviene a modificare gli squilibri che si possono verificare. Questa élite politica entra nel ventesimo secolo piena di ottimismo perché crede nell’uomo razionale, nell’uomo che con le sue forze libererà gli altri uomini dal male della morte anzitutto. I liberali pensano che la stori ava verso un progresso inarrestabile ma non possono che essere ottimisti. Non tutti pensano in questo modo. Il primo inghippo che s’incontra è la scoperta dell’inconscio, la scoperta che non è vero che l’uomo è solo la sua razionalità ma ci sono degli istinti che non sono spiegabili solo attraverso la razionalità. Il problema che poi ci si porrà è come governare questa irrazionalità. Freud ha fatto emergere un aspetto molto vero dell’uomo, l’umo ha una forza vitale e per questo non è solo razionalità. Questa classe liberale è quella che da avvio in tutta Europa alla democrazia, altra scoperta dell’uomo fra 800 e 900 è la scoperta e lo sviluppo di regimi democratici, nascono i sindacati e l’idea che i lavoratori possono organizzarsi per difendere i propri diritti. L’Europa domina ormai tutto il mondo, attraverso diverse imprese coloniali l’Europa, a parte l’America, ha influenza su tutto il mondo. In questo momento modernizzarsi significa europeizzarsi, tutte le grandi innovazioni nascono in Europa e si diffondono poi in tutto il mondo. Questa modernità tutta europea sembra davvero trionfare. Ma l’uomo è diventato davvero padrone del mondo, del tempo e dello spazio? Accadono alcune cose che fanno scricchiolare questa percezione di governare tutte e generanno angoscia. La prima cosa che crea disorientamento è il fatto che la terra ha milioni di anni, l’uomo si sente un piccolo tassello in un mondo che ha milioni di anni e ina grandissima storia alle spalle. Non è nemmeno così vero che l’Europa domina il mondo pacificamente: - Sconfitta dell’Italia in Etiopia (Adua) nel 1896. L’Etiopia non vuole entrare a far parte dell’Italia perché è un impero che ha una sua storia; quindi, si ribella e l’Itala torna a casa a mani vuote - Guerra ispano-americana del 1894. È la prima volta che una potenza europea viene sconfitta in una guerra perché Cuba vuole l’indipendenza e gli Stati Uniti sostengono Cuba per l’indipendenza - Guerra fra Russia e Giappone 1904-1905. La Russia era considerata invincibile, era la più grande potenza europea. Il Giappone era 1/10 del territorio russo e non è una nazione europea e fino a pochi anni prima combatte con i samurai. Il Giappone riesce comunque a sconfiggere l’esercito russo. 7/11/23 La Guerra passa da essere di movimento a essere di trincea. L’assalto era il momento più terribile, il momento in cui l’esercito attacca l’esercito nemico da una trincea all’altra in un tentativo di superare ostacoli quasi insuperabili. L’assalto alla trincea nemica uccide moltissimi soldati ma chi vive o chi muore è frutto della casualità, il nemico è nascosto. Il momento in cui si riesce a conquistare la trincea nemica, è un momento di terribile violenza. I soldati sono istruiti anche per sferrare colpi mortali al nemico una volta che lo si ha difronte. Tutti gli strumenti che il soldato ha con sé diventano strumenti di morte. Molto spesso quando si conquista una trincea nemica si verifica una carneficina: l’esercito nemico tenta di difendersi per non cedere e gli assalitori quanto arrivano sono in preda a una furia omicida nei confronti del nemico. Le conquiste nelle trincee nemiche sono viste come dei veri e propri massacri proprio per la presenza di questa furia che assale. I soldati sono assaliti anche da effetti psicologici soprattutto il fenomeno dell’alienazione, per affrontare la convivenza continua della morte e i momenti terribili dell’assalto ci si estranea da sé stessi e dalla situazione. Questa è una forma di difesa per sopravvivere, evadere da qualcosa che difficilmente l’uomo riesce a reggere. Queste esperienze permettono di andare avanti e di scansare l’idea di morte. La classe dirigente ha o ruoli politici o ruoli militari. È una classe dirigente che ha partecipato allo sviluppo dell’Europa ma allo stesso tempo c’è una difficoltà ad apprezzare fino infondo la guerra che è nata dallo sviluppo tecnologico. Da una parte si pensa che l’uomo possa Caporetto è stata la grande disfatta dell’Esercito Italiano. Le truppe vengono mandate indietro dall’esercito austro-ungarico e dall’esercito tedesco fino al fiume Piave. Sono 150 km di ritirata, abbiamo combattuto per anni guadagnando solo qualche km. Non è stato l’esercito austro-ungarico ma quello tedesco che è l’esercito più grande presente in Europa. È una disfatta perché l’esercito austro-ungarico è in territorio italiano e questo vuol dire che ci sono migliaia di prigionieri italiani in mano nemica e terre italiane sotto controllo straniero. Ci sono quindi civili, donne e bambini in mano nemica e gli italiani, ritirandosi, hanno dovuto bruciare tutto: cibo, armi e tutto il cibo che Cadorna teneva nascosto nelle retrovie. Non è una ritirata ordinata ma è uno sbandamento. Cadorna si trovava a Udine e il nuovo comando viene mandato a Padova. A questo punto però, le ragioni patriottiche che erano molto deboli in Italia, si fortificano in questo frangente perché è la prima volta che si combatte per l’Italia, per le proprie famiglie e per i propri figli. L’impressione che l’esercito tedesco avanza fino a Piave è che a questo punto gli austro-ungarici possono entrare in tutta Italia. Si son fermati sul Piave perché anche per l’esercito austro-ungarico era esausto. Le polemiche aumentano in Italia, Cadorna viene destituito e sostituito con Diaz. Perché i soldati combattono? Di fronte alla possibilità quasi certa di morire, perché l’esercito italiano non si disperde? La prima risposta è l’idea che i militari combattono quando capiscono che c’è in ballo qualcosa che ha a che fare con la loro vita. Negli altri eserciti le ragioni patriottiche sono più forti ma anche per gli Ufficiali e quei reparti dell’esercito più istruiti c’era un grande sentimento patriottico poiché educati a un sentimento di patria. Ci sono anche le ragioni che riguardano l’orgoglio personale. L’idea che non bisogni risultare dei codardi. Sono poi presenti anche le ragioni della solidarietà, dal mio comportamento dipende la sopravvivenza o meno dei miei compagni. Tra i soldati nascono legami fortissimi. Si sa che se si viene lasciati soli dai compagni si fa fatica a sopravvivere e se si viene feriti si viene soccorsi dai compagni magari anche con atti eroici. Una delle più grandi paure dei soldati era morire da soli, senza che gli altri lo sapessero, per questo motivo assume un ruolo molto importante il recupero dei cadaveri o improvvisare qualche celebrazione funebre per strappare i compagni dall’anonimato della morte. I soldati non vogliono essere lasciati soli in queste condizioni e così dimostrano questa solidarietà verso i compagni. Nasce il fenomeno del cameratismo, fenomeno di solidarietà fra i camerati ovvero i soldati che fanno parte dello stesso battaglione, l’idea che se do la vita per i miei compagni, loro faranno lo stesso per la mia. Inizieranno ad essere costruiti battaglioni di amici (squadre di calcio, compagnie, ecc..). Si facilitano sempre di più questi legami. Compaiono due figure importanti: 1. Cappellani militari: figure di religiosi che vengono mandati al fronte a fare i cappellani militari, con vari compiti che di solito riguardano il salvare i militari più che fisicamente, spiritualmente (raccolgono le confessioni dei soldati, scrivono lettere alle famiglie). Offrono parole di conforto nei momenti più difficili, cercano di dare un senso a questa morte senza senso. 2. Ufficiali di completamento: all’inizio gli ufficiali nell’esercito erano Ufficiali di Carriera ovvero uomini che, come mestiere, facevano i militari e una volta fatta carriere diventavano Ufficiali. A un certo punto però questi Ufficiale di carriera non sono sufficienti, molti sono morti nei primi anni di guerra. Nasce così l’Ufficiale di completamento che sono solitamente ragazzi giovani che hanno studiato, diplomati o laureati. Persone prese dal ceto medio che hanno una cultura. Raccolgono anche loro le confessioni e le difficoltà dei soldati Rientrano nelle motivazioni per cui i soldati continuano a combattere perché a un certo punto si combatte anche per non deludere l’ufficiale di combattimento, non si vuole mostrare poco valorosi e non si vuole abbandonare i compagni in guerra. Queste due figure diventano punti cardine dei soldati. Nonostante i cattolici, nel XX secolo non fossero inseriti nel contesto politico, una volta scoppiata la guerra si sentono di dover collaborare. I sacerdoti si propongono come Cappellani militari. Si rimargina quella frattura che c’era fra lo Stato e la Chiesa. Fra questi vediamo Agostino Gemelli, fondatore dell’Unicatt, che riteneva che la frattura fra stato e chiesa non fosse permanente ma che prima o poi si sarebbe rimarginata. Armida Barelli e Padre Gemelli sono in questi anni molto conosciuti in Italia e sostenuti dai Cattolici. Il 5 gennaio del 17 organizzano una consacrazione dell’esercito italiano al Sacro Cuore di Gesù. È uno dei primi segnali di ricongiunzione tra Stato ed Esercito. Lo Stato acconsente e a questa Consacrazione partecipano tantissimi italiani. Ragioni per cui l’esercito continua a combattere: - Ragioni patriottiche - Cameratismo e orgoglio personale - Terribile disciplina degli eserciti militari dell’epoca (ragione negativa): chi diserta dagli eserciti europei va incontro alla pena di morte per cui bisogna pensare se morire in battaglia o essere fucilati perché si diserta. La burocrazia degli eserciti era molto forte, quando un soldato disertava veniva pubblicamente accusato di essere traditore. Tornare al paese comportava un’umiliazione terribile. Spesso di decideva insieme ai propri compagni di disertare che evidenzia come fosse importante il legame fra i camerati. L’esercito italiano ha la disciplina più crudele di tutti gli eserciti europei, solo nell’esercito italiano si applica la decimazione (per un disertore l’ufficiale sceglie una decina di soldati e li fucila). Inoltre, si da la possibilità agli Ufficiali si applicare la fucilazione sommaria (= uccidere senza un processo). Sotto Cadorna, l’Italia ha il maggior numero di uomini uccisi per diserzione. Aumentano i fenomeni di autolesionismo per provare a fuggire dalla prima linea: ci si sparava negli arti, si teneva tabacco molte ore sotto la lingua o si avevano rapporti con prostitute conosciute per avere malattia veneree. A un certo punto i medici si accorgono di questi “giochi”. Quando la diserzione non era punita con la morte, era punita con l’ergastolo. Talvolta i soldati preferivano l’ergastolo alla prima linea, i soldati si facevano incarcerare subito. Allora la pena veniva rimandata al ritorno dal fronte. Uno dei modi che i soldati hanno per evadere dalla prima linea è follia, la realtà che so ha davanti è insostenibile per la psiche umana. Si crea una lacerazione dove una parte c’è l’istinto di scappare da una realtà dolorosa e dall’altra parte il senso di dovere che ti tiene a restare in trincea. La malattia più comune è lo shell shock. La follia è un modo per staccarsi dall’orrore e rifugiarsi in sé stessi. Questo tema della follia coglie gli Europei impreparati perché fino a quel momento si pensava che le malattie mentali fossero di derivazione biologica. Si pensava che i traumi della guerra tirassero fuori una propensione alla malattia mentale. Negli ospedali militari iniziano a presentarsi uomini che manifestavano disturbi mentali e allora si cambia idea sulla malattia mentale recuperando le teorie di Freud. Da una parte la Primia Guerra Mondiale consente una notevole accelerazione nello studio delle malattie mentali. Ciò non avviene in tutti i casi perché molti medici continuano a pensare che gli stati di impazzimento siano dei modi di evadere coscientemente dalla prima linea o sono segno di debolezza di carattere. Si tende quindi a portare a morte certa i più deboli così che dopo la guerra resti una popolazione forte. Una delle malattie mentali più diffuse è lo shell shock. Lo shell shock si intende una malattia che si manifesta a seguito di eventi traumatici. Si iniziano a studiare in modo dettagliato dal 1915 quanto questi scompensi mentali iniziano a manifestarsi in modo sempre più comune nei soldati. si cercano dei modi per curare i soldati e uno dei modi maggiori utilizzato era quello delle scosse elettriche. Si parla di eserciti che hanno la leva militare obbligatoria per cui ci si può per mettere qualcosa in più. Si usano le scosse elettriche per provare un dolore più forte di quello che loro hanno subito in guerra. Sono fatte di solito in punti deboli e delicati del corpo per cui erano anche cure dolorose. Le guarigioni sono pochissime e spesso i soldati sono rimandati al fronte non guariti dove poi ricadono in nuove crisi. Molti pensano che questi metodi brutali siano un disincentivo per i soldati che fingono per fuggire dalla prima linea. L’eccezione è l’Inghilterra che ha un esercito di volontari e dove i medici iniziano ad applicare metodi che vengono dallo studio di Freud: si iniziano a studiare i sogni, ascoltare i pazienti. Ci sono altri due aspetti che servono a tenere in vita i soldati: 1. Legami con famiglia e paese d’origine: venivano scritte molte lettere a casa. In molti romanzi viene raccontato che l’arrivo della posta fosse uno dei più attesi in trincea. Era un legame con la vita prima di andare in guerra, è fonte di incoraggiamento. Le mogli chiedono come gestire il patrimonio economico o la terra così il legame con la quotidianità non veniva meno. Questa mole di lettere scritte nel corso della Prima Guerra Mondiale favorisce un fenomeno di alfabetizzazione di massa: i soldati cerano di imparare a leggere o scrivere qualcosa anche se aiutati da altri. Il 40% dei membri dell’esercito è analfabeta o semi. 2. La casa del soldato e casino: molte lettere erano scritte quando i soldati andavo a riposare nelle retrovie dove iniziano a sorgere le case del soldato dove si trovavano i cappellani militari che aiutavano a scrivere lettere a caso. Lo Stato si accorge che questo può essere oggetto di propaganda: si fanno stampare cartoline con una foto e una scritta che il soldato doveva solo firmare. Fino a Caporetto, Cadorna aveva sottovalutato la pratica delle lettere e delle retrovie. Le retrovie sono luoghi sicuri in cui i soldati vengono mandati a riposarsi, in cui si mangia meglio che in prima linea, ci sono luoghi per lavarsi. Compaiono anche i casinò, dove i soldati si recavano per avere incontri con delle prostitute legalizzati dallo Stato che si preoccupava di curare le donne. Nelle retrovie nasce anche un certo legame fra i soldati e la popolazione che abita le zone limitrofe al fronte. La popolazione di queste zone in cui c’è il fronte subisce da una parte diventa il nemico assoluto in cui io non mi devo poter identificare. Se mi identifico smetto di combattere. Non basta impedire le tregue, viene fatto qualcosa di più: si costruisce il mito dell’avversario come un nemico. Questo viene fatto attraverso diversi mezzi, il primo modo sono le notizie false che girano. La propaganda si applica quindi attraverso: giornali, cartelloni pubblicitari, radio e cinema. Molti soldati hanno al bromidrosi che causa la furia dei soldati e ha a che fare con il loto apparto digerente, vengono infatti rappresentati come esseri brutali che mangiano. Lo scopo della guerra diventa annientare il nemico. L’odio verso il nemico non cresce solo per la guerra ma cresce anche in proporzione alla crescita della propaganda, si parla di una propaganda di stato che utilizza i nuovi strumenti della quotidianità e si manifesta con il conflitto. Per convincere milioni di europei a combattere inizialmente le ragioni sono quelle della patria ma a un certo punto questo conflitto inizia ad essere una guerra di civiltà, del bene assoluto contro il male assoluto. Ci devono essere convinzioni molto forti perché un massacro del genere possa andare avanti. Il cultur è la parola che indica la civiltà germanica rappresentata da quella che inizia a essere chiamata “razza ariana”, fino a quel momento il cultur è stato guardato con ammirazione, la Germania è il paese più ricco in cui ci sono i livelli di istruzione più alti. Nella Prima guerra Mondale il culur diventa immagine di bestialità, brutalità. Alla cultur si contrappone la civilizzazione: le culture dei paesi democratici, liberali. Si contrappongono due modelli, modi di concepire la modernità. I tedeschi criticano il fatto che a loro parere sono popoli che hanno fatto del benessere materiale il loro ideale. C’è una diffusione di notizie fasulle, ai giornali arrivano le notizie che l’opinione pubblica vuole sentirsi dire. Si diffuse la notizia che i tedeschi tenessero prigionieri nei campi e che usassero la pelle umana per i vestiti. Questa cosa fa venire i brividi, accadrà ciò con Hitler. Gli europei hanno messo in atto queste strategie nei paesi coloniali. Il passo è breve a che questo razzismo esercitato nei popoli ritenuti inferiori si manifesti anche nei confronti di popoli che da sempre hanno abitato l’Europa. La bestialità dei tedeschi contro il Belgio è veritiera, hanno invaso un paese neutrale e distrutto le città perché i soldati belgi hanno combattuto. Questo mix di false notizie e notizie vere contribuisce a far passere sui giornali l’idea che i tedeschi rappresentino il male assoluto, un nemico da distruggere. A questo punto non c’è in ballo solo la vittoria di una guerra ma la sopravvivenza della propria civiltà. La brutalità dei tedeschi viene giustificata con la bromidrosi: non riescono a digerire quindi sono cattivi e violenti. Gli europei ci credono, sono in una guerra in cui non vedi e non conosci i nemici. A questo punto il cerchio si chiude: i tedeschi hanno iniziato la guerra, sono violenti perché hanno una malattia. Parole del vescovo: i tedeschi sono disumanizzati, parla di un intero popolo. Vanno sterminati. È un male attribuito a un intero popolo. Qui sta un’altra novità: questa propaganda non coinvolge solo gli eserciti o solo i militari ma coinvolge tutti fino al punto che i nemici non sono più solo i soldati. Anche i civili collaborano alla riuscita della guerra. Idea che esiste un nemico assoluto Democrazia è in crisi ma europei non se ne accorgono. Lezione 28 novembre La Prima guerra mondiale è la prima guerra totale, nessuno può dirsi fuori dal conflitto. Esiste un fronte interno che sono i civili: si diffonde la spagnola e ci sono bombardamenti che fecero moltissime vittime. In questa lunghissima guerra logorante anche i civili diventano nemici, anche loro sono coinvolti nel conflitto come possibili nemici. Una guerra così lunga e logorante ha bisogno del coinvolgimento di tutti. Fino alla Prima guerra mondiale i liberali sostenevano l’idea che lo stato non dovesse intromettersi nella vita economica del paese, era tutto lasciato all’autoorganizzazione del mercato. Durante la Prima guerra mondiale lo stato inizia ad essere onnipresente senza che i civili se ne accorgano. Solo per sostenere l’esercito dal punto di vista alimentare serve uno sforzo produttivo mai visto prima. È qui che nasce l’industria di stato. Lo Stato diventa onnipresente anzitutto nell’economia di guerra. In Inghilterra nasce un’industria di stato che controlla i settori strategici. I funzionari iniziano a poter requisire il bestiame che apparteneva a una famiglia di contadini, fissa i prezzi degli affitti che oscillavano moltissimo in questi anni ed erano diventati difficili da sostenere. In Italia i liberali fanno fatica ad accettare di non credere più in tutto quello che avevano creduto per cui questa statalizzazione avviene più lentamente. Nascono infatti le industrie ausiliarie che aiutano lo Stato: la proprietà resta del legittimo proprietario ma le commissioni sono compito dello Stato ed è lo Stato che detta i tempi alle industrie. C’è un grandissimo controllo dello Stato sulla produzione. È sempre anche una guerra di materiali per cui la produzione di materiali è ugualmente importante rispetto agli stati che combattono in trincea. Fronte militare e fronte interno sono sempre più intrecciati. Questo intervento radicale dello stato ha un prezzo di cui gli europei non sembrano accorgersi del tutto. In Germania, ad esempio, di parla quasi di una dittatura militare perché i vertici militari dei diversi eserciti arrivano spesso ad avere più potere dei governi. Chi stabilisce quali siano le necessità sono gli eserciti, inizia una sottile crisi dei sistemi democratici senza che gli europei se ne accorgano. Nell’emergenza bisogna obbedire allo Stato che impone molte cose come il razionamento di cibo (se una persona può permettersi di compare più pane di quanto imposto dallo Stato, non può). Nelle industrie ausiliarie viene imposta la disciplina militare: ci sono gli straordinari obbligatori, sono banditi i sindacati e se qualcuno non si presenta al lavoro viene considerato un disertore. C’è una perdita di parte di libertà a favore del bene nazionale, della patria che in questo caso è vincere la guerra. Il fronte interno è composto principalmente dalle donne ma ci sono anche altre categorie: i minorenni, si legalizza il lavoro minorile. Gli uomini sopra i 50-60 anni che erano ancora abili al lavoro o chi tornava dal fronte per una ferita venivano mandati a lavorare in fabbrica. Inoltre, gli operai in un primo momento al fronte non vengono mandati, in un primo momento l’esercito è composto da fanti contadini; gli operai verranno mandati al fronte in un secondo momento perché sono quasi tutti iscritti o partecipano al PSI e partecipano a sindacati di matrice cattolica per cui sono considerati ipotetici nemici della patria, difendono la pace. Si pensa avrebbero potuto convincere i soldati sulle ragioni della pace mentre c’è un grande sforzo da parte della propaganda a convincere alla ragione della guerra. Al massimo sono mandati in prima linea come punizione se disertano il lavoro. Si cerca di recuperare manodopera dalle colonie o dalla spagna che è neutrale e colpita dalla spagnola. In condizioni tremende vengono utilizzati anche i prigionieri di guerra per il lavoro forzato ma tutto questo non basta. Ad esempio, non posso usare i prigionieri per ruoli di responsabilità perché son sempre nemici per cui entrano in campo le donne. Nelle città le donne iniziano ad essere impiegate nelle industrie belliche. Arriveranno poi le prime leggi sul lavoro con un max di 60 ore settimanali + straordinari e con il giorno libero (domenica). Le donne dovevano lavorare e continuare a gestire la famiglia e figli, si devono fare carico alla cura della casa e dei figli + orari di lavoro estenuanti oltre che alla gestione economica della famiglia fino a questo momento svolta dagli uomini per arrivare poi a prendere quelle decisioni importanti che tradizionalmente spettavano agli uomini. Si inizia a rompere il confine fra mondo maschile e mondo femminile perché le donne iniziano ad avere dei compiti che fino ad allora erano maschili. È vero che le donne e gli uomini e i minori sono sottoposti alla disciplina militari, in caso di diserzione dal lavoro ci sono misure più soft. Dal 1917 le donne diventeranno protagoniste di una serie di proteste contro le condizioni dei civili e contro la fine della guerra. Sono le donne a farsi carico di far sentire il peso della guerra perché rischiano molto meno. Saranno poi impiegate in lavori tipicamente maschili come conducenti di tram, portalettere, saldatrici. Il cambiamento nasce qui, le donne vengono impiegate nelle industrie tessili dell’abbigliamento che anche dopo la guerra resterà un settore tipicamente femminile. Dopo la guerra ci sarà lo sloga “tutte a casa” per lasciare il posto a reduci ma non sarà così del tutto. Molte donne desiderano tornare a casa perché vuol dire tornare alla normalità ma è comunque una prima esperienza collettiva di emancipazione delle donne. A un certo punto tutti si accorgono che le donne sono indispensabili perché anche se non sono chiamate a combattere sono chiamate al fronte come crocerossine a curare i feriti perché i medici non bastano. C’erano anche le madrine di guerra: donne che adottavano un soldato e tenevano con loro una corrispondenza. Ci sono le donne della carità che vanno a trovare mutilate, vedove o orfani ascoltano le necessità di queste categorie e si operano per soddisfarle. Russia e Gran Bretagna fanno eccezione, sono gli unici casi in cui le donne sono chiamate a combattere: si istituiscono corpi armati di donne per difendere l’isola o il paese. Ci sono battaglioni di donne che ricevano un’istruzione militare. Le donne iniziano a occuparsi di politica: - Teresa Labriola: che si schiera a favore del fronte interventista da una posizione socialista - Margherita Sarfatti: critica d’arte famosa perché sarà l’amante di Mussolini che anche lei si schiera dalla parte dell’interventismo. È una mecenate e sostiene l’opera artistica e politica dei futuristi anche economicamente. - Compagna di Turati del PSI che si schiera sul fronte neutralista e della pace successivamente - Donna francese che organizza sistema di spionaggio a favore dell’esercito francese e britannico verrà scoperta dai tedeschi e fatta prigioniera. Dopo la guerra diventa eroina nazionale. Questa è immagine di cose vuol dire che i civili partecipano al fronte interno che diventa parte integrante del combattimento. Sono considerati nemici poiché partecipano allo sforzo bellico tanto quanto i militari. I civili sono chiamati a partecipare allo sforzo economico dello Stato, chi se lo può permettere deve compare delle azioni dello stato. Ci sono anche le partecipazioni La guerra ideologica genera una pace ideologica. L’aver rappresentato i tedeschi come dei mostri ha delle conseguenze: alla Germania viene data la colpa di tutto. si cera una pace punitiva che ha condizioni durissime per la Germania. Il territorio della Germania viene spaccato in due: viene dato uno sbocco sul mare alla Polonia (striscia di Danzica) che però taglia la Germania, era territorio tedesco. Inoltre, deve ripagare tutti i danni della guerra che rappresenta una cifra insostenibile per un paese distrutto. Viene anche demilitarizzata, non può più avere un esercito. Alsazia e Lorena vengono date alla Francia e non ha più colonie. Gli europei non riescono a fare una pace, è stato troppo drammatico ciò che è accaduto. Wilson, presidente democratico americano, propone una pace utopistica che non verrà mai creata: - Principio di autodeterminazione, ogni stato è libero di governarsi - No più dazi - Rinuncia della diplomazia segreta - Pace senza vincitori - Nascita della Società delle Nazioni (unica cosa che viene realizzata) che resterà senza significato. Partecipano solo gli stati vincitori senza gli Stati Uniti Resta questa pace ideale, ci sono nuove democrazie e una situazione economica terribile. La Prima guerra mondiale è stata la prima crisi della democrazia che si percepisce dopo la fine del conflitto. 1. Sicuramente da citare la Seconda Rivoluzione Russa => la Russia è l’unica nazione che non ha il problema di risparmiare forza militari, ha una popolazione così vasta che ci sono sempre nuove forze. Lo zar non ha considerazione dei popoli che governa e manda a morire i soldati nei modi più sconsiderati. La popolazione inizia a morire di fame, la Russia è uno stato complicato anche dal punto di vista climatico. PRIMA RIVOLUZIONE: non c’è nulla che ricorda la democrazia, la Duma () non viene convocato da diversi anni. Nasce un governo democratico provvisorio guidato da Kerenskji. Nasce un nuovo partito: i Bolscevichi, sono pochi è una élite di sinistra. Il loro leader, Lenin, è in esilio ma considerando al situazione scrive le tesi di Aprile dove dice che la Russia deve uscire dal conflitto perché non è una guerra del popolo ma è dei potenti. Inoltre, dice di dare potere ai Soviet (= consigli composti da operai e militari) che in molte zone della Russia dove dopo la caduta dello zar hanno preso il potere e hanno iniziato a gestirlo in queste assemblee (tutti i lavoratori del porto formano il Soviet, vengono eletti del “capi” ogni 6 mesi e gestiscono tutto in modo autonomo). I tedeschi vogliono che la Russia esca dalla guerra per cui lo aiutano e lo fanno tornare in Russia. Da quando torna sa che manca poco alle elezioni ma sa già di perderle, la maggioranza è sempre detenuta dai socialisti rivoluzionari. Ci sono le elezioni e i bolscevichi fanno un colpo di stato alla sede del governo provvisorio: il palazzo d’inverno. È il momento in cui le masse devono entrare nella storia e prendere il potere. Le elezioni ci saranno lo stesso e i Bolscevichi perderanno ma pensano che una minoranza si debba imporre sulla maggioranza per il bene di questa. Questa è più di una crisi della democrazia, è la fine di quel barlume che assomigliava alla democrazia. I lavoratori di tutta Europa vedono la vittoria di un partito che si modella sulle idee del marxismo e che sostiene che sono gli operai che devono guidare la Russia. BIENNIO ROSSO=> l’Europa di tinge di rosso perché si tinge delle idee del comunismo, di questa nuova ispirazione dell’Europa governata dalla classe operaia. L’Europa si tinge della speranza che queste masse possano entrare nella storia dell’Europa. Questa speranza ha un costo perché la Rivoluzione russa, ed esempio, abolirà la democrazia che sta nascendo generando una guerra civile e ci sarà la nascita del primo totalitarismo della storia (quello Russo) che si fonda su un’idea utopica affermando l’idea che da qual momento tutto appartiene allo stato e sarà lo stato a ridistribuire le risorse. A governare questo stato è solo un partito. Ai contadini viene importo il comunismo di guerra poiché gli viene imposto che tutto ciò che producono deve essere consegnato allo stato vuol dire non poter mettere da parte nulla per l’inverno. Ci sono però novità per quanto riguarda l’organizzazione della società. Si ha la pretesa di stravolgere l’esistenza umana: viene abolita la libertà di culto pone fine alla chiesa ortodossa e ne requisisce i beni. Si pone come nuova religione e nuovo credo. Il bolscevismo rappresenta al pretesa di quelle avanguardie che sono già nate prima della guerra e che vogliono abbattere l’individualismo delle società democratiche liberali portando le masse dentro la storia e facendole diventare protagoniste. L’ideale comunista è quello che deve riunire gli operai di tutto il mondo, si propone come nuovo dio. Viene creato una sorta di culto di Lenin. Lezione del 6/12/2023 In Russia dal 17 in poi nasce un nuovo sistema politico a partito unico, uno stato totalitario in cui questo partito bolscevico governa lo stato abolendo tutte le forme di libertà di espressione e di stampa. In quest’Europa uscita dalla guerra c’è anche un bisogno di ritorno alla normalità, di divertimento. Nascono le flappers girls: donne che iniziano a curare il loro aspetto fisico e in un certo senso si emancipano, prima degli anni 20 non era normale che le donne si truccavano nasce l’industria cosmetica dagli anni 20 in poi. Nelle società europee degli anni 20 coesistono bisogni di svago ma resta sempre un continente povero, che sta vivendo una grandissima crisi economica. Il mondo liberale è in crisi ed è sull’ orlo di cadere. In Germania è stata grata la repubblica di Weimar che però vive una grandissima crisi economica, il marco è stato svalutato e le sanzioni di guerra da pagare sono altissime. La Francia decide di occupare la Ruhr (zona ricchissima della Germania) poiché la Germania non riesce a pagare i debiti di guerra. La Germania non si piò difendere perché il suo esercito è stato smantellato e si decide allora di smettere di lavorare, si ferma tutto. Lo stato paga con i suoi soldi gli stipendi di chi smette di lavorare così che Francia e Belgio non riescano a guadagnare nulla da questa invasione. Ebert non riesce a gestire questa crisi, si continuano a stampare i marchi e la moneta viene così svalutata. C’è un mondo che sta cambiando e una democrazia che si sta disgregando. Crescono le avanguardie di sinistra: nascono gli spartachisti in Germania per opera di una donna (Rosa Luxemburg) che è stata esiliata in Svizzera dove ha conosciuto Lenin. Anche Luxemburg immagina la realtà dei soviet e questo partito è fortissimo soprattutto in Baviera. Arriva ad essere così tanto forte che gli spartachisti operano un colpo di stato, nel gennaio del 19 tentano di prendere potere in Baviera con le armi e ci riescono instaurano una sorta di governo dei soviet, di regime comunista. Rosa Luxemburg verrà uccisa e con lei il suo compagno, questo colpo di stato verrà represso ma con un po’ di fatica, i responsabili della repubblica non sanno come difendersi e prendono una decisione: richiamano i Freikorps (arditi, corpo di volontari che si occupavano di compiere le imprese più difficili) riconoscendo questo gruppo di ex militari con servizio di ex polizia. Questi però mostrano una violenza terribile e non sono sostenitori della repubblica di Weimar e vengono mandati a sedare la rivolta di Luxemburg. Ha fatto questo esempio perché è esempio di questo nuovo mondo che sta nascendo, è la prima volta che si può dire che nella storia nasce la categoria dei giovani. Fino all’inizio del 900 i giovani erano assimilati all’età adulta, con le avanguardie si inizia ad affermare quest’idea di gioventù in contrapposizione ai vecchi. Si vuole cambiare il corso della storia rapidamente e violentemente. Gli estremismi mandano in crisi la democrazia che è lenta e fa fatica a risolvere velocemente i problemi, è fragile. È sotto scacco ed è accusata dai giovani delle avanguardie di non essere efficace, c’è un mondo che dopo la guerra è cambiato e la democrazia sembra impotente difronte a quello che accade. Nel 20 il governo scioglie i freikorps perché non sono più gestibili, la risposta è un colpo di stato dove perdono la vita l’esponente cattolico e il dirigente del Partito Democratico. La democrazia è sempre più schiacciata, soffocata, messa in discussione da estremi che diventano sempre più imponenti. L’estrema destra nazionalista è composta soprattutto dal ceto medio, è guidata da un giovanissimo Hitler che diventa Leader indiscusso nel 21. È un partito milizia perché si dota subito di un braccio armato. Nel 23 Hitler tenta un colpo di stato che fallisce e viene arrestato. Gli stati uniti si rendono conto che siamo sull’orlo di una nuova guerra e si fanno avanti per cercare di stabilizzare l’economia tedesca. Con due piani gli stati uniti cercano di risolvere il problema: si pensa a un programma di finanziamenti verso la Germania che inizia a esportare prodotto in modo privilegiato verso gli US => economia tedesca può ripartire => si diluisce il debito di guerra => Francia e Inghilterra possono pagare debiti agli Stati Uniti. Si ottengono lentamente dei risultati ma ormai si è troppo avanti. C’è un posto nel mondo in cui il sistema capitalistico sta avvenendo: gli Stati Uniti. Qui si vede un rapido procedere di quei processi che erano iniziati in Europa prima della Prima guerra mondiale. Ciò perché in America la guerra non c’è stata, non si è sentita, negli anni 20 si afferma il consumismo e il capitalismo. Grazie all’acquisto a rate di vedono nelle case il frigorifero, la lavatrice, le donne hanno il diritto di voto e le famiglie possono compare le automobili, cresce il cinema americano. Questo grande progresso ha anche dei lati oscuri, il capitalismo non è la risoluzione di tutti i problemi, la ricchezza è solo per una parte di popolazione: - Razzismo dei Ku Klux Klan - Proibizionismo - Soppressione dei sindacati Questa sfarzosa America degli anni 20 a un certo punto va in crisi e trascinerà la crisi di tutta l’Europa. Gli anni 30 iniziano con una nuova crisi economica, nel 1929 crolla la borsa di Wall Street. Quello a cui l’Europa era arrivata per via della guerra, la nuova intromissione dello stato nell’economia, gli Stati Uniti lo vedranno dopo la crisi del 29, quando Roosevelt lancerà il “New Deal”. È un processo simile a quello che accade in Europa ma in America accade in via
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