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Storia del teatro dal Medioevo al Cinquecento, Sintesi del corso di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Riassunto di parte del Brockett, manuale di storia del teatro

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 29/05/2018

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Scarica Storia del teatro dal Medioevo al Cinquecento e più Sintesi del corso in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! TEATRO NEL TARDO MEDIOEVO In q. periodo le rappresentazioni si spostano fuori dalla chiesa e si fanno più accurate e nascono corporazioni con lo scopo di difendere gli artigiani dai grandi feudatari che ospitano apprendisti in cambio di vitto e alloggio. Il dramma liturgico ha le sue radici nei cicli di rappresentazioni sacre del 1150 (Rappresentazione d’Adamo) in area anglonormanna. Le incisioni rimandano a un dramma in 3 parti: storia di Adamo ed Eva, storia di Caino e Abele e annunciazione della venuta di Cristo da parte di figure del Vecchio Testamento. C’è forte presenza del volgare (dialoghi delle prime 2 parti e traduzione della terza), ma le parti corali sono ancora in latino. Il giudizio non è unanime sulla filiazione diretta dramma liturgico> dramma volgare. Le rappresentazioni avvenivano durante il Corpus Domini, festività celebrata tra fine maggio e fine giugno in tutt’Europa, ma ben presto se ne discostano e cominciano a essere allestite in occasione di tutte le festività. La sostituzione del volgare al latino favorisce l’inserimento dei laici nella recitazione. Si conservano drammi dall’Inghilterra (York, Chester, Wakefield e Ludus Conventriae) e dalla Francia. In Italia la rappresentazione assume la veste delle laudi (la più celebre è il pianto della madonna di jacopone da Todi), che vengono rappresentate dalle confraternite. Si distingue prima l’Umbria, poi gradualmente tutta l’Italia (cfr. Roma confraternita del Gonfalone) fino al XV secolo. Poca precisione cronologica e schematicità dell’azione: lo scopo era sì didattico, ma anche edonistico. Jean bodel (jeu de Saint Nicolas), rutebeuf (Miracle de Theophile) sono alcuni dei pochi identificabili. La PRODUZIONE non spettava solo alle confraternite di laici e chierici, a volte anche privata o del comune. A Lucerna per un secolo viene rappresentato un dramma religioso a intervalli regolari e, sebbene la proposta fosse stata avanzata dalla Corona di spine, il comune assegnava un comitato di supervisione e il testo veniva approvato dalla Chiesa. Finanziamento dipendeva dal luogo: UK consiglio comunale + confraternite, su cui però ricadeva la maggior parte delle spese. Ogni corporazione doveva fornire una MANSION, costumi, scenografia; talvolta rientravano nelle spese con biglietto, più spesso rivendevano i materiali utilizzati, altre volte la chiesa si assumeva una parte dei costi. Spesso c’era un direttore,che aveva un ruolo di coordinamento e gestione delle finanze (ma anche questioni materiali, scenografiche e coordinazione dell’intrattenimento- jean Bouchet) e poteva essere o un membro della corporazione stessa oppure un professionista (pageant master) es. Valenciennes 1547 e Conventry 1454. Per le corporazioni più grandi c’era un comitato di circa 12 membri. Per singoli episodi erano necessari pochi attori, che per l’intero ciclo aumentavano esponenzialmente (anche 300). Ogni attore, che perlopiù proveniva dal popolo, poteva recitare più ruoli e c’era “casting”, inoltre gli attori erano sottoposti a giuramento di fronte a notai (Valenciennes) per fare sì che non abbandonasse in corso d’opera. Dai documenti di Lucerna 1583 si evince che fosse uso fare poche prove del singolo episodio e che prima di iniziare si faesse una riunione con tutto il cast. Gli a. erano esortati a provare privatamente. Non esistevano quinte, quindi erano sempre tutti a vista e venivano avanti per parlare. Salivano sul palco o sulle mansiones in processione e non sempre facevano prove costume (c. medievali arricchiti di simboli). I caratteri erano schematici, solo i ruoli comici improvvisavano. Quasi nessuno veniva pagato, figura dell’attore professionista emerge solo a partire dalla fine del medioevo. Il PALCOSCENICO, mobile in Inghilterra, Olanda e Spagna, era generalmente fisso, all’aperto, di dimensioni variabili, a volte assente. A volte venivano usati anfiteatri romani o grandi piazze con palcoscenico montato sopra (Francoforte 1350). Le Mansiones potevano essere anche 100 per un dramma, disposte anche su più piani e modificate durante gli intervalli per designare luoghi diversi. Paradiso spesso sopraelevato e più grande, conteneva molti attori. Inferno diviso in 4 sezioni: limbo profeti e patriarchi, limbo bambini, purgatorio, fossa. Scene terrene più semplici. Rudimentali effetti speciali permettevano di scendere dal paradiso e sostituire persone e fantocci, luci tramite riflesso, coro di giovani che cantano inni sacri. Pubblico invitato con manifesti e cortei anche nelle città circostanti, intervalli fra cicli tra 2 e 10 anni, mancanza di posti a sedere fissi e indicazioni su dove sedersi nelle piazze, talvolta a qualcuno era vietato l’ingresso. Di drammi giullareschi non religiosi si parla a partire dal 1276 (Jeu de la feuillé di Adam de la Halle). Sebbene molto diffusi già dal 300, si ritrovano scritti dal 400 in Francia e Germania. Farsa: pochi personaggi e semplicità dell’azione. In Francia ha 2 varianti (sotties- tipicamente buffonesca e sermons Joyeux-comiche) nate come risposta al tentativo di repressione della festa dei folli. Organizzate da Studenti, cancellieri, popolo, riuniti nelle sociétés Joyeuses. Es. Farce de maitre Pathelin, Le jeu de prince des sots (1512) e le compagnie principali di Parigi erano le Basoche du Palais e gli Enfants sans souci. In Germania rappresentate prima della quaresima e nascono come processioni di divertimenti carnevaleschi. Il principale autore è Hans Sachs (celebrato da Wagner nei Maestri cantori di Norimberga), autore di 208 opere drammatiche per es Lo scolaro errante e l’evocazione del diavolo. In UK la farsa si sviluppa dapprima all’interno del dramma religioso e fino al 500 non se ne affranca. Primo autore che si ricorda è John Heywood, autore di Johan Johan (1533). MORALITA’ sono generi profani vicini al dramma sacro (ad esempio drammi tratti dal Pater noster) e si sviluppano come genere autonomo a partire dal 400. Ne sono esempi Mankind, Bien avisé, mal avisé, Everyman (che si fa accompagnare dalle buone azioni nella tomba) e hanno come scopo quello di attirare pubblico pagante. Spostamento da temi biblici a temi comuni tramite l’inserimento di figure allegoriche e personaggi storici. Terreno fertile per il professionismo. Simili sono le CAMERE DI RETORICA olandesi cinquecentesche, dove associazioni di borghesi e artigiani gareggiavano nella rappresentazione di drammi spesso con messaggi teologici. Dal 1539 devono ottenere l’approvazione della chiesa. INTERLUDES: il più antico è Fulgenzio e Lucrezia, dall’UK. Sono piccole scene teatrali negli intervalli. Compagnie professioniste entrano a servizio di nobili e ricchi mercanti, che si fanno pubblicità tramite loro. Rappresentate a banchetti, feste e tornei e fino al 1550 prive di palcoscenico rialzato. Le mansiones potevano essere rappresentate anche dalle singole porte. Dal 300 anche i tornei assumono connotati teatrali. Obiettivo: conquista di una mansion. Altra forma sono i mummings, cortei mascherati muti che ben presto diventano pretesti per crimini. Da questi si sviluppano i MASQUES in UK, GLI INTERMEZZI in Italia, i BALLETS DE COUR. In UK divertimenti di corte sotto Enrico VII e VIII, che istituisce l’Office of Revels. Declino dei generi medievali è causato dall’indebolimento della chiesa già avviato con la cattività avignonese, rottura di Enrico VII e riforma protestante spingono Elisabetta a proibire tutti i drammi religiosi nel 1558. Concilio di Trento dà la botta finale (1545- 1563) e nel 600 tutti i drammi religiosi non sono più rappresentati. TEATRO ITALIANO DALL’UMANESIMO AL SEICENTO La prima tragedia di stampo classico è l’Ecernis (1315) di Albertino Mussato, che imita Seneca con argomento attuale. Con l’Achilles di Antonio Loschi (1390) inizia la tr. Rinascimentale vera e prpia. Commedia umanistica nasce con la perduta Philologia di Petrarca, mentre il più antico testo conservato è il Paulus di Pierpaolo Vergerio. Anche umanisti come Alberti e Piccolomini si dedicano al dramma latino. Con la stampa i testi circolano e vengono spesso tradotti. La CASSARIA di Ariosto è la prima commedia scritta in italiano, rappresentata nel 1508 alla corte estense, che già aveva ospitato i Menecmi di Plauto nel 1486. Dal 91 c’è una sala destinata alle rappresentazioni. C. parla di due innamorati che riescono a sposarsi perché lei si scopre non di umili origini. Scritta in prosa e poi riscritta in versi per una rappresentazione del 31. Le altre commedie di A. sono i suppositi (imitati e tradotti all’estero, anche da Molière nell’Avaro), Il Negromante, I Studenti e la Lena. Molto importante è la Calandria del cardinale Bernardo Dovizi il Bibbiena, protettore di Raffaello, che parla della somiglianza dei gemelli Santilla e Lidio e debutta nel 1513 a Urbino e nel 18 a Roma con le scene del Peruzzi, poi nel 48 a Lione per Enrico II e Caterina de’Medici. La Mandragola di Machiavelli rappresentata a Roma nel 1520 e poi nel 25 (Firenze) Clizia. Prima tragedia, invece, è la Sofonisba di Trissino (1526) e 9 tragedie di Giovan Battista Giraldi Cinzio che, discostatosi dal modello senecano, introduce il lieto fine e l’argomento fiabesco. Noto anche per il trattato Discorso intorno al comporre delle commedie e delle tragedie del 1543. Anche il dramma pastorale è importante nell’Italia cinquecentesca, che si sviluppa dal dramma satiresco. Progenitore è Poliziano, con l’Orfeo del 1480, ma il primo vero e proprio è il Sacrifizio di Agostino Beccari (1554). I più famosi sono l’Aminta di Tasso (1573) e il Pastor Fido di Giovan Battista Guarini (1595). Accanto ai drammi pastorali ci sono le Farse Cavaiole, che hanno origine a Cava del Tirreno presso Napoli, ma si sviluppano anche a Siena con la Congrega dei Rozzi (1531) dialetto senese. Altro personaggio importante è Angelo Beolco detto il Ruzzante. 1498- Valla traduce in latino la Poetica. Introduzione della figura del confidente ed eliminazione dei lunghi monologhi del protagonista che interagisce con il coro per esigenze di verosimiglianza. Fondamento etico delle tragedie, che presentano tutto come un piano divino e non fanno avvenire morti in scena. Tre unità risalgono al 500: Gir Cinzio 1543 intorno al comporre delle commedie e delle tragedie> unità di tempo (24h), Scaligero Poetices Libri Septem 1561 u. luogo. Castelvetro 1570 dice che le 3 unità sono pilastri. Tragedie e commedie polarizzano la produzione drammatica. Rielaborazione di trionfi romani in cortei di peagents ( Mascherata della genealogia degli Iddei de’Gentili con disegni di Vasari e realizzazione di naumachie, ad esempio Il trionfo degli argonauti sull’Arno (1608). Mantova: Leone de’ Sommi scrive un trattato sulla rappresentazione teatrale. Gli intermezzi nascono come operette allegoriche sganciate dal dramma principale, ricche di effetti spettacolari e diventano presto veri e propri drammi in 4 atti, collegati fra loro o con la rappresentazione principale. Destano più attrattiva del dramma principale e sono terreno fertile per le sperimentazioni. Importanti anche nell’opera lirica, che nasce con gli esperimenti della camerata fiorentina (creazione di opere secondo il modello della tragedia antica). La prima è Dafne di Rinuccini e Jacopo Peri, 1594, che prevede un testo con accompagnamento musicale nettamente in secondo piano. Fino al 1637 (Venezia) rimane nelle corti. 1607: ORFEO DI MONTEVERDI amplia le possibilità della musica strumentale, che si avvia ad ottenere importanza maggiore rispetto al libretto e si accompagna con la pratica di costruire le arie sui cantanti stessi. Dal 1470 si hanno rappresentazioni di drammi classici nell’accademia romana di Pomponio Leto e Sulpizio da Veroli, che mettono in scena opere al Campidoglio, Quirinale, Campo de’ Fiori e poco dopo segue essenzialmente per loro. Il primo, Blackfriars, viene costruito nel 1576 e ha un’utenza prevalentemente aristocratica. La preminenza delle compagnie di ragazzi dura fino al 1610, quando poi i king’s men vengono autorizzati a usare il Blackfriars. I teatri privati erano rettangolari, senza proscenio e senza sipario. Fino al 1603 non vengono usati particolari effetti speciali (v. TJ King) né scenografie di grande impatto. Dal 1603 comincia a imporsi il gusto italiano dei pasque. I costumi erano essenzialmente elisabettiani, anche se ce ne erano di antiquati, antichi, fantasiosi, tradizionali, etnici. Musica e danza erano accompagnamenti. 1574 1642 Giacomo I decreta che le rappresentazioni debbano avvenire tutti i giorni, anche se spesso i teatri erano chiusi. Forte propaganda degli spettacoli. Iniziavano intorno alle 2 e nei teatri privati gli atti erano inframezzati da musica. Dal 1610 la richiesta di drammi nuovi è minore, si crea divario tra t. privati e pubblici che diventano luogo di traffici e prostitute. Con Giacomo I i masques diventano molto più sontuosi e frequenti, raccolgono l’esperienza italiana, molti dei drammaturghi più importanti del tempo vi si dedicano. Scenografie di Inigo Jones erano fondamentali per la riuscita: di solito trama allegorica, mitologica, legata all’occasione o al committente, ma tutto era espresso prevalentemente visivamente e il testo era solo esplicativo. C’era una danza di apertura, una danza centrale in cui gli attori ballano con spettatori accompagnati dai portatori di torcia e danza di chiusura. Spesso accompagnati da anti-masques, caratterizzati da personaggi più bassi e buffoneschi. La piattaforma dei masques era fortemente inclinata, perché gli effetti scenografici erano particolarmente strabilianti. Inigo jones studia in Italia Palladio, Giulio Parigi, Serlio, Scamozzi, Vignola e lascia tutto al suo allievo John Webb. Jones non progetta solo Masques, ma anche 12 drammi con l’inusuale presenza femminile (contro le cui critiche la monarchia inglese si scaglia fortissimamente) e Carlo I cade anche per la sua intolleranza verso gli oppositori in quest’ambito. Dal 1642 puritani chiudono teatri. TEATRO SPAGNOLO DAL MEDIOEVO AL SEICENTO Si sviluppa in concomitanza con la reconquista e la cristianizzazione per diffondere il cattolicesimo a partire dalle regioni settentrionali dal 1550 al 1765. Si chiama Auto sacramental e riuniva in sé moralità e drammi ciclici. Tra il 1647 e il 1681 erano tutti di Calderon. Gli spettacoli erano montati sui carros, forniti dalla municipalità. Fino al 1647 piattafome mobili, poi i carros diventano 4 e c’è bisogno di una piattaforma fissa. Dal 1692 tutti i carri (8) insieme intorno alla piattaforma. Venivano rappresentati prima davanti al re nel cortile del palazzo, poi nelle piazze e di fronte agli altri consigli municipali. Non solo tema morale/religioso ma anche intermezzi carnevaleschi, la cui predominanza fu una delle giustificazioni per chiudere il teatro. Dal 1500 si sviluppa il dramma di argomento profano, influenzato dall’Italia. Tra le prime c’è Comedia de Calisto y Melibea del 1499. Celestina, la vecchia mezzana, diventa il personaggio più famoso. Il fondatore del dramma spagnolo è juan del Encina, di formazione umanistica, che compone ecloghe e dramma pastorale italiano. Viene protetto da Alessandro VI e poi Leone X, tra le sue opere Ecloga de Placida y Victoriano. Imitato da Bartolomé de Torres Naharro, che vive in Italia per molti anni e pubblica a Napoli i Propalladia, poi Gil Vicente. T. prof spa ha un’origine ignota: la prima figura di spicco è Lope de Rueda (1510 1565),che scrive Los Enganados, Medora, Armelina ed Eufemia. Non esistevano ancora teatri permanenti e Cervantes ricorda come molto rudimentale il suo teatro e i costumi. Dopo di lui sono i direttori a essere definiti autores de commedia fino a Lope de Vega (1590). Prima di lui notevole fama è raggiunta da Juan de la Cueva (Siviglia, è uno dei primi a trarre i soggetti dalla storia e scrive i sette figli di Lara) e Miguel de Cervantes (Don Chisciotte, l’assedio di Numanzia, la prigionia di Algeri, il ruffiano beato). Fino al 1615 drammi preceduti da una loa e rappresentazione di entrémeses. Intorno al 1650 cominciano a diffondersi sainetes, farse. Lope de Vega è lo scrittore più prolifico. 473 testi, che hanno in comune il conflitto amore-onore, il lieto fine, la rappresentazione di tutte le classi sociali, la presenza del ruolo del gracioso, il linguaggio semplice e vivace. Fuente Ovejuna è la sua opera più famosa. Tirso de Molina, diffidato dal Consiglio di Castiglia, compone El Burlador de Sevilla, nucleo originario drammatico del Don Giovanni. Calderòn de la Barca (1600 1681) ha un’educazione raffinata e scrive per la corte e per i teatri privati. Prende gli ordini e scrive molti autos, oggi 80/100. I suoi drammi profani, composti tra il 22 e il 40, sono divisi tra commedie di cappa e di spada come La dama duende e le opere serie sull’onore e la gelosia . La vida es sueno 1635 è una favola allegorica sulla condizione umana e sul mistero della vita. Sigismondo viene fatto crescere imprigionato in una torre, ignaro di essere principe, e poi portato a corte e giudicato indegno di regnare. Riportato in prigione, penserà che la sua permanenza a corte sia stata un sogno e poi liberato dai ribelli. Nel 1642 el alcade de Zalamea in concomitanza con la sollevazione di catalogna e portogallo contro castiglia. Dal 52 scrive zarzuelas, commedie musicali leggere di argomento mitico per la corte. Negli Autos trasforma la dottrina in un sistema simbolico ricco di dialogo (dal 47). Zorrilla corte di Madrid, del rej abajo, ninguno e innovatore nella commedia leggera; Moreto Disprezzo per disprezzo su una donna che disprezza tutti. Per tutto il 500 teatri pubblici= corrales, cortili. I teatri erano gestiti dalle confraternite (prima quella della Pasiòn, poi anche quella della Soledad e l’ospedale pubblico di Madrid) e utilizzavano i guadagni a scopo benefico. Dal 1615 la gestione passa a impresari e dal 38 all’amministrazione municipale, che li affitta a impresari ma sorveglia, con 2 commissari, la beneficienza. Inizialmente si poteva recitare solo la domenica, poi con Zan Ganassa (Alberto Naselli) si comincia a recitare anche nei giorni feriali. Teatri chiusi durante la quaresima e il periodo di pasqua. Pubblico spesso molto turbolento, soprattutto i mosqueteros e le donne. C’erano circa una dozzina di compagnie, alcune formate da azionisti e altre da lavoratori salariati. Duravano poco e non avevano ottime condizioni di vita. Era necessaria una licenza, ma non c’era alcuna norma sui diritti d’autore. Prima del 1590 erano gli attori a essere anche scrittori, dopo invece l’autore vende scritti alle compagnie. Direttori: Alonso Riquelme, Christobal Ortiz, Antonio de Rueda. Ufficialmente gli attori professionisti dovevano essere scomunicati, ma in generale durante il secolo d’oro grande tolleranza per la beneficienza e per autos durante il corpus domini. Motivo di opposizione era la presenza di donne e nel 1596 fu vietato loro di recitare. 1608 ai preti viene proibito di andare a teatro e forte censura su spettacoli. Forti critiche al genere della zarabanda, uno spettacolo licenzioso introdotto intorno al 1588. Confradia de la Virgen de la Novena è la corporazione degli attori dal 1634 che cerca di elevarne la dignità. Attori salariati pagati a giornata, azionisti dividevano utili, i costumi erano personali degli attori e nel corso del 600 vengono promulgati decreti per limitarne lo sfarzo. Palco aperto su 3 lati, simile a quello inglese, profondità e larghezza circa 8 m. poca scenografia fino al 1650, a volte utilizzo di mansiones. Anche a corte c’erano spettacoli, soprattitto con Filippo III e IV. Venivano allestiti o nei giardini del palazzo reale (el major encanto, amor di Calderon con palco sul lago di Lotti) o nel Buen Retiro o nell’Alcazar. 1640: lotti costuisce il teatro del Coliseo nel palazzo del Buen Retiro, aperto al pubblico pagante e talvolta particolarmente spettacolare.Dopo la morte della regina e di Lotti (1640 circa) periodo di chiusura teatri e declino del secolo d’oro e graduale declino. TEATRO FRANCESE TRA CINQUE E SEICENTO 1493: pubblicazione a Lione della prima edizione delle commedie di Terenzio e comincia a farsi sentire l’influenza del rinascimento italiano. Da metà 500 si afferma il gruppo “la Pléiade” con l’obiettivo di rendere il francese una lingua adatta al classicismo. Il primo autore spiccatamente classicista è Etienne Jodelle, che compone una Cléopatre captive e una Eugène. Ha molti imitatori; a metà del secolo Pierre de Larivey prende a modello la commedia italiana. Nonostante il trattato di Jean de la Taille, spesso le tre unità non vengono rispettate, anche se si conoscevano le opere di Serlio e circolava una traduzione di Vitruvio. Non si hanno molte descrizioni delle scenografie usate, a parte la rappresentazione della Calandria del 1548 e probabilmente molte erano di tipo medievale. Dopo la morte di Enrico II Caterina de’ Medici utilizza feste e parate come principale strumento di propaganda, ad es Bayonne 1565. Si cominciano a fare parecchi esperimenti di progetti (Antoine Caron) e si sviluppano i Ballet de cour, che culminano nel 1581 nel Ballet Comique de la Reyne, sulla base del mito di Circe e prevedeva l’entrata in scena di alcune figure allegoriche ed elogio del re di Francia. Allestito nel Petit Bourbon. Il teatro pubblico ruota intorno alla Confrérie de la passion (1402) che mette in scena all’Hopital de la Trinité, poi nel 1548 cominciano a costruire il primo teatro stabile parigino: Hotel de Bourgogne. La Confrérie de la Passion assume il monopolio del panorama teatrale parigino e a partire dal 1570 comincia a risentire del conflitto cattolici-ugonotti, soprattutto dopo la notte di San Bartolomeo del 1572. Fino al 1598 (editto di Nantes) i disordini continuano a crescere e da questo momento alla CDP si affiancano veri e propri drammaturghi, che consentono di abbandonare farse e improvvisazioni. Antoine de Montchrestein scrive 5 tragedie e Alexandre Hardy è il primo drammaturgo professionista, che pur avendo uno stampo classicista non rispetta le unità e si rivolge a un pubblico popolare. I primi lavori commissionati da Valleran Le Conte, impresario della migliore compagnia del tempo, les Comediens du roi, che però era comunque costretta a spostarsi perché nessuno sapeva mantenersi da solo. Contratti di 2/3 anni e dal 1607 cominciano a recitare anche le donne. L’hotel de Bourgogne aveva una lunga panca e delle gradinate e scenografia medievale, ma molti spettacoli venivano recitati nelle sale per la pallacorda, dotate di galleria. Pubblico misto, fino al 1629 non esisteva distinzione sociale per il divertimento. Anni 20> ripresa del teatro e trasferimento a corte di scenografi (Tommaso Francini). Quinte angolari e fondali introdotti e interesse classicista (Maiet, du Ryer, Rotrou e Corneille, ricordato soprattutto per Le Cid che apre una polemica sui diversi indirizzi stilistici perché adatta un poema in sei atti con luogo e spazio aperto in un poema aristotelico. Nonostante il rispetto delle unità e il contrapporsi di amore/onore, manca di verosimiglianza nel momento in cui tutti gli eventi vengono concentrati in 24 h e non è definibile in quanto al genere. Ciò spinge Richelieu a sollecitare giudizio dell’Académie Française (nata nel 37) a stampo fortemente classicista. Corneille riprende a scrivere nel 40 e scrive Orazio, Cinna, Poliuto e La morte di Pompeo: tutte hanno al centro l’onore. Anche nella commedia è diretto antecedente di Molière, con le Menteur, e viene sfidato solo da Scarron. Intorno al 1650 i disordini politici riprendono e declino del teatro. La compagnia de Les Comediens du Roi rimane attiva anche dopo la morte di Valleran e ruota intorno alla figura di Bellerose. Rivaleggia, però, con la compagnia di Montdory, che ottiene il favore di Richelieu e porta il teatro Marais alle vette di Parigi (legato anche alla figura di Floridor, il primattore). Attore importantissimo è Jodelet, prima nella compagnia di Montdory e poi in quella dell’Hotel de Bourgogne. Da questo periodo tutte le compagnie ricevono finanziamenti statali. Gli anni 30 segnano la fine della mancanza di dignità per l’attore e la sua professione (Gougenot, Scudery e Luigi XIII stesso). Del Théatre du Marais non si sa niente, viene da una sala per la pallacorda nel 34 ma incendiato 10 anni dopo. Costituito da 3 file di gallerie ai lati e due centrali, palco inclinato con proscenio. Nel 47 Bourgogne risistemato 14x12. Pratiche sceniche testimoniate nella raccolta di Mahelot, che descrive scenografie medievali, costumi semplici e degli attori generalmente, poche macchine e oggetti di scena. Italia diventa influente dopo il 1640, con la costruzione del Palais Cardinal da de Mercier, il primo con arco di proscenio fisso e quinte piatte. Dopo la morte di Richelieu il cardinale Mazzarino si dedica all’opera lirica, soprattutto dopo l’arrivo di Torelli, che riadatta il Palais- Royal e nel 47 rappresenta l’Orphée. C’è risentimento per l’Italianità in Francia e, in risposta, Mazzarino commissiona l’Andromède, rappresentato al petit-Bourbon e che diede inizio a una moda. Dagli anni 50 torna in voga il Ballet à entrée, al quale partecipa spesso Luigi XIV (Ballet de la nuit) e che spesso viene inserito all’interno dei drammi. Nel 1660 viene fondata l’Académie Royale du Ballet, che segna l’inizio della danza professionale. Nel 1662 viene inaugurato con l’Ercole amante di Pier Francesco Cavalli il più grande teatro, costruito sul Petit-bourbon ormai abbattuto, la Salle des Machines di Vigarani, che ha un ruolo importante nelle rappresentazioni a Versailles. Il suo successore è Jean Bérain, che è centrale nel momento in cui la Francia sostituisce l’Italia come centro di cultura. Il fondatore dell’opera francese è Jean Baptiste Lully. Racine oscura l’ultimo periodo di Corneille, che era famoso anche per le tragedie. La sua prima tragedia, Tebaide, viene messa in scena da Molière nel 1664, ma R. lo tradisce portando le future rappresentazioni all’Hotel de Bourgogne e rubandogli la primattrice. La sua fama inizia con l’Andromaca (1667) e cresce con Britannico, Berenice, Mitridate, Ifigenia e Fedra (1677), dopo la quale smette di scrivere perché quella scritta da Jacques Pradon riceve più favore da parte della critica. Diventa, poi, scenografo del re. Scrive una sola commedia (Les plaideurs) nel 1668. La particolarità della Fedra è il contrasto tra semplicità della trama e sviluppo interiore dei personaggi, che fa sì che gli eventi esterni acquisiscano importanza solo nel momento in cui influenzano il sentire dei personaggi. Il dubbio è la caratteristica fondamentale dei personaggi, che hanno un confidente e non sanno prevedere l’esito delle loro azioni. Tra il 60 e l’80 anche la commedia, con Molière, raggiunge il massimo splendore e acquisisce la stessa dignità della tragedia. Molière cresce a corte e viene istruito raffinatamente. Nel 43 fonda il Théatre illustre, che non ha fortuna a Parigi e va in provincia. La sua prima commedia regolare, in 5 atti, è Lo stordito (1655) e nel 58 diventa la compagnia ufficiale del fratello del re. Con la rappresentazione de Les précieuses ridicoles ottiene il favore del re e il permesso di rappresentare drammi al Palais- Royal. È ricordato per le sue commedie di carattere, nelle quali si vede una grande influenza della commedia dell’arte e di cui fanno parte anche l’Avaro (1668) e il malato immaginario (1673), ma scrive anche comédies ballets per la corte e pièces à machines, la cui caratteristica è la spettacolarità. Le sue opere, prima fra tutte l’école des Femmes (1662) ricevono moltissime critiche e scatenano polemiche. La maggiore disputa è quella per il Tartuffe, attacco contro l’ipocrisia letto da molti come condanna della religiosità. Lingua mimetica e ambientazioni chiuse. Scrive sempre per la stessa compagnia. Dopo la sua morte le compagnie sono quella di Molière, quella dell’opéra di Lully, una di commedia dell’arte, Bourgogne e Marais. Guénégaud viene inaugurato dalla compagnia del Marais e di Mol. Nel 73 e nel 79 si fondono con la Bourgogne dando vita, nel 1680, alla comédie française, che ottiene il monopolio delle rappresentazioni, soprattutto alla luce dello scioglimento della confrerie de la passion nel 77. C’erano, però, ancora i comici italiani della commedia dell’arte, che nel 1697 vengono espulsi da Parigi. Nella com francaise c’erano sia membri azionisti (sociétaires) che i salariati (pensionnaires) e adotta anche un sistema di pensionamento, valido dopo 20 anni di servizio. Il governo dava ai membri della compagnia un sussidio annuale. C’erano anche attrici: Madeleine Béjart e Armande Bejart (moglie moliere). La Grange tiene tutti i registri della compagnia di M. (REGISTRE) e ne scrive una biografia. Mademoiselle Champmeslé recita il ruolo di fedra. Ruoli attribuiti dall’autore, prove la mattina, non ci si poteva rifiutare, compenso prima per dramma, poi in base agli incassi. Anche se ai costumi provvedevano gli attori, spesso il mecenate fornisce sussidi, soprattutto per quelli degli eroi. 1680: rappresentazioni tutti i giorni. Dopo l’abbandono del Guénégaud, nel 1689 la sorbona costruisce un collegio e la com francaise acquista il campo della pallacorda dell’Etoile, con pianta a ferro di cavallo, in grado di contenere anche 2000 persone. Gli spettatori erano presenti sulla scena, c’erano quinte piatte e rappresentazioni di un luogo unico. Lo sfondo tipico era il Palais à volonté, uno sfondo neutro che contribuiva a creare concentrazione sugli attori. Alla fine del Seicento forte dicotomia tra Opéra (macchine e italiana) e academie francaise. 1687 all’interno dell’Académie francaise si accende la Querelle des Anciens et des Moderns, che prevedeva sostituzione di modelli tragici greci (racine e corneille) e commedie latine (moliere) IL TEATRO INGLESE DAL 1642 ALLA FINE DEL SETTECENTO
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