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Il Teatro del Cinquecento: Mercato dello Spettacolo e Rinascita Teatrale in Italia, Appunti di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Grazie all'umanesimo, il teatro medievale si distacca e recupera testi antichi dall'oriente. Le corti creano un mercato del lavoro per lo spettacolo, che diventa uno strumento per mostrare l'opulenza e la forza politica ed economica. Gli spettacoli vengono allestiti in varie occasioni, da quelle familiari a quelle pubbliche come il carnevale. Con la riscoperta del trattato di Vitruvio, lo spazio scenico evolve verso una struttura stabile e unitaria, con una chiara distinzione tra pubblico e attori. La figura dell'attore diventa professionale e si specializza. La cultura cortigiana si sviluppa con la spettacolarità dei buffoni. Venezia e Firenze sono importanti per lo sviluppo del teatro.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 31/01/2020

SogniRosa
SogniRosa 🇮🇹

4.4

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Scarica Il Teatro del Cinquecento: Mercato dello Spettacolo e Rinascita Teatrale in Italia e più Appunti in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! IL TEATRO DEL CINQUECENTO Gradualmente ci si avvia verso un profondo distacco dal mondo dello spettacolo medievale grazie soprattutto alla ripresa dei modelli classici avvenuta tramite l’Umanesimo. Gli umanisti recuperano i testi antichi che durante il Medioevo erano stati custoditi in oriente. Le informazioni vengono poi rielaborate dalle Accademie e infine le corti si occupano di svilupparli e metterli effettivamente in scena sfruttando gli artisti e creano un vero e proprio mercato del lavoro attorno allo sviluppo degli spettacoli (si parla di mecenatismo, le corti patrocinano lo sviluppo dell’arte). Così accade ad esempio per i Menecmi di Plauto riportato in scena nel 1486. Le corti svolgono quindi un ruolo fondamentale. Il teatro assume la funzione di instrumentum regni, un mezzo per mostrare l’opulenza, la forza politica ed economica della corte stessa. Il teatro è dunque visto sì come esperienza artistica ma soprattutto come strumento di celebrazione e onorificenza del principe patrocinatore, per la dignitas della corte. Le occasioni in cui venivano allestiti gli spettacoli erano svariate, ad esempio i festeggiamenti di natura familiare (battesimi, matrimoni, funerali…), feste cittadine come il Carnevale oppure cerimoniali di accoglienza diplomatica (come il famoso passaggio di Carlo V d’Asburgo nel 1523). Venivano allestiti anche dei grandi banchetti che assunsero carattere spettacolare con giostre di cavalieri, danze… Per l’occasione tutta la città veniva allestita a festa e si creava un’imago urbis allusiva della simbologia del patrimonio classico. La città veniva decorata con addobbi posticci e altri sistemi di arredo finti e il risultato era la sovrapposizione alla città reale di uno scenario che rievocava e l’affinità con l’antica e gloriosa Urbs (la Roma classica) così da conferire alla città carattere eterno e ideale. Con la riscoperta del Trattato di Vitruvio “De Architectura” inizia un’evoluzione dello spazio scenico. Si passa dalla concezione dello spazio scenico policentrico e frammentato tipico del Medioevo ad una struttura architettonica stabile e unitaria, un edificio teatrale apposito inserito nell’urbanistica della città. Questo comporta anche una diversa relazione col pubblico grazie alla chiara distinzione fra chi assiste e chi recita. Nel trattato di Vitruvio si trovavano informazioni relative anche all’allestimento, ad ogni genere corrispondevano dei caratteri formali e distintivi della scena. Nella prima metà del Cinquecento tutti gli allestimenti sono caratterizzati da impianti scenici urbani prospettici fissi (delle città sullo sfondo), non mutabili dall’inizio alla fine della rappresentazione coerentemente con quanto espresso dalla Poetica di Aristotele. Alcuni esempi: Teatro Olimpico di Vicenza che raffigura la città di Tebe perché è stato inaugurato con l’Edipo Re. Teatro di Sabbionetta (Gonzaga) costruito da Scamozzi nel 1588. È stato il primo teatro italiano in un edificio specifico in cui è molto chiara la suddivisione degli spazi (pubblico/recitanti). In particolare nel posto per il pubblico ne viene riservato uno per i Gonzaga (da dove si poteva avere la vista migliore, era il punto in cui convergono tutte le linee di prospettiva per sottolineare anche l’importanza del signore). Altro esempio è il teatro mediceo a Firenze collocato all’interno degli Uffizi, di Buontalenti. Il recupero dell’idea di teatro nella sua accezione piena porta ad una rinascita della figura dell’attore. Gradualmente l’attore diventa un professionista, e si specializza in tipi (vedi poi commedia dell’arte). Acquista inoltre sempre più valore anche l’intermezzo. Inizialmente la sua funzione era di sospensione della drammaturgia tra due atti a scopo ricreativo. Da subito si presenta come uno spazio lontano dalle regole cui viene sottoposto il resto dello spettacolo e quindi è uno spazio che si presta di più alle innovazioni. =totale libertà delle restrizioni drammaturgiche.
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